NEL 1893 FREUD
A B B A N D O N A L’ I P N O S I E
INAUGURA “LA CURA
AT T R AV E R S O L A PA R O L A ”
La preistoria della psicoterapia
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NEL 1904 IL FISIOLOGO
I. V. PAVLOV, Premio Nobel per lo
studio sulle ghiandole gastriche,
SCOPRE I RIFLESSI CONDIZIONATI
ANTICIPANDO IL COMPORTAMENTISMO
(Watson, 1913)
La preistoria della psicoterapia
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Nel 1910 nel secondo Congresso
di Psicoanalisi FREUD
dichiarò che per i pazienti fobici
la tecnica doveva essere modificata
l’interpretazione risultava insufficiente
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NEGLI ANNI ‘50 SI CONSOLIDANO
I PRINCIPALI MODELLI DI BASE
PSICODINAMICO COMPORTAMENTALE ESISTENZIALE
(Freud 1893)
(Pavlov 1902)
(Moreno 1908)
CORPOREO
SISTEMICO
IPNOTICO
(Reich 1923)
(Bateson 1936)
(Erickson 1943)
La preistoria del counseling
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Ognuno di noi 1
“OGNUNO DI NOI
VIVE DEL SUO PASSATO,
È CONDIZIONATO DA QUELLO
CHE HA FATTO ED È COSTRETTO
A RIPETERE, A FARE SEMPRE
LE STESSE COSE”
Ognuno di noi 2
“MA NEANCHE PER IDEA,
OGNUNO È CONDIZIONATO
DALLE SUE ASPIRAZIONI,
DAI SUOI PROGETTI, NON DA QUELLO
CHE HA GIÀ FATTO
MA DA QUELLO CHE VUOLE FARE”
IL NOSTRO COMPORTAMENTO
PRESENTE
È DETERMINATO
SIA DAL NOSTRO PASSATO
CHE DAL NOSTRO FUTURO
Passato/Futuro
PARADIGMA PSICODINAMICO
Trae le sue origini da Sigmund Freud agli inizi del XX secolo e nasce come metodo per
conoscere la mente umana e, inizialmente, come trattamento per l’isteria.
Si basa sul presupposto che le radici della sofferenza mentale derivino da conflitti inconsci
intrapsichici (dualismi e contrasti) e che, una volta portati alla coscienza i meccanismi di difesa
delle istanze psichiche contrapposte, le tensioni si riducano e diminuisca la sofferenza. Il
soggetto analizzato riesce così ad avere una migliore e più soddisfacente dialettica tra pulsioni
sessuali e istanze morali introiettate.
Le tecniche più utilizzate: libere associazioni, analisi dei sogni, interpretazioni delle resistenze e
analisi del transfert.
L’analista mantiene una benevola posizione neutrale con un’attitudine empatica.
Gli sviluppi successivi portano i nomi dei loro fondatori: Jung, Adler, Klein, Hartmann, Sullivan
Winnicott, Fairbairn, Mahler, Kernberg, Kohut , Hillman, Mitchell, Stern, Lichtenberg e Westen.
Ciascuno di loro ha ampliato, approfondito e modificato alcuni aspetti teorici e tecnici della
psicoterapia del profondo di alta intensità, che ha una finalità ristrutturante o ricostruttiva della
personalità.
Paradigmi vari Agg. 16/4//2013
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PARADIGMA COMPORTAMENTALE
Trae le sue origini da John Watson che, nel 1913, studia in laboratorio la psicologia
sperimentale comparata, osservando le risposte comportamentali a
stimoli specifici e
raccogliendo così una serie di dati quantitativi sull’apprendimento, le emozioni e la memoria.
Ivan P. Pavlov, proveniente dalla ricerca in fisiologia condotta in Russia, aveva, già nel 1904,
evidenziato i riflessi condizionati.
B.F. Skinner, nel 1953, formula l’ipotesi che la meta della psicoterapia è il cambiamento dei
comportamenti osservabili mediante tecniche di esposizione, avversione e condizionamento
operante, includendo anche una tabella di rinforzi. J. Wolpe nel 1958 introduce il
decondizionamento sistematico e il ricondizionamento.
Negli anni ’70 A. Bandura, M. Eysenck, A. Ellis, A. Lazarus, D. Meichenbaum e J. Kelly
(costruttivismo) ampliano il repertorio tecnico introducendo il modellamento applicato mediante
lo sviluppo di nuovi processi di apprendimento e di pensiero con il diario, il training assertivo, la
gestione dello stress.
L’insieme delle tecniche ha lo scopo di estinguere i sintomi modificando anche le mappe
cognitive, includendo, oltre al concetto di stimolo e risposta, il soggetto pensante (S-P-R).
La terapia diventerà così cognitivo-comportamentale.
Gli ultimi sviluppi hanno generato la Mindfulness e la Action Commitment Therapy. La finalità è
restaurativa dei sintomi della personalità attraverso un percorso breve di bassa intensità.
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PARADIGMA ESISTENZIALE
Trae origine da filosofi dell’Ottocento e del Novecento come Dostoevskij, Kierkegaard,
Nietzsche, Heidegger, Sartre, Buber e in particolare dagli esponenti
del pensiero
fenomenologico come Husserl, Jasper, dell’antropoanalisi come Binswanger e Boss che studiano
i mondi dell’alienazione, l’assenza dell’esserci e l’esistenza, la presenza e la progettualità.
Contemporaneamente con Maslow nasce negli Stati Uniti la psicologia umanistica, terza forza:
Rogers, May, Bern, Horney, Fromm, e in Europa con Laing, Frankl e Moreno.
L’insieme dei modelli si focalizza sull’autorealizzazione e la motivazione, attraverso cui vengono
poste le basi della psicologia positiva. I postulati di base sono l’autoconsapevolezza, la scelta
responsabile, la creatività, la solitudine, la libertà, per dare un senso e un significato esistenziale
al non senso e alla morte. L’obiettivo è creare una gerarchia prioritaria dei bisogni soggettivi:
primari della sopravvivenza (sicurezza e benessere fisico), secondari (l’amore, la conoscenza e
la realizzazione personale) e superiori (la spiritualità). All’approccio umanistico si sono ispirate:
la terapia centrata sulla persona, la terapia della Gestalt, la bioenergetica, lo psicodramma,
l’analisi transazionale. Dall’approccio umanistico si sono sviluppate anche le terapie della quarta
forza, il movimento meditativo, di metamotivazione transpersonale, che iniziò con la psicosintesi
di Assagioli, finalizzato all’autotrascendenza anche mediante la contemplazione. La finalità è
vivere pienamente la qualità della vita, creativamente, nel “qui e ora” del presente. L’approccio
è di media intensità per l’autosviluppo globale della personalità.
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PARADIGMA CORPOREO
Trae le proprie origini dalle interconnessioni biofisiologiche interattive tra mente e corpo. W.
Reich (1923) ideò la vegetoterapia, A. Lowen (1958) la terapia bioenergetica, I. Rolf e J. Painter
l’integrazione posturale. Il forte impatto emozionale derivante dal corpo parlante è mediato da
interventi tecnici che modificano le tensioni muscolari, le condizioni neurovegetative e
l’armatura caratteriale che bloccano le emozioni. Il contatto fisico fa emergere tracce mnestiche
di antichi vissuti che vengono scongelati attraverso l’espressione della rabbia, della paura e del
dolore, per far nascere una nuova autoconsapevolezza.
La modificazione delle stratificazioni emotive nei vari distretti corporei tende a trasformare i
pensieri collegati a schemi e a rappresentazioni mentali in un Sé più coeso, realistico e
funzionale.
La rievocazione di esperienze traumatiche e la respirazione sedativa facilitano nuove funzioni
motorie di un corpo vibrante, protagonista, libero e cosciente del proprio destino. L’energia
recuperata consente anche il ripristino del desiderio e dell’identità sessuale per consentire
all’individuo maggiori attività creative, fonte di piacere e di soddisfazione.
Le tecniche comprendono diversi esercizi di “grounding”, di respirazione regressiva, evocativa e
alcuni massaggi in profondità.
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PARADIGMA SISTEMICO
Trae le sue origini negli anni ’50 a Palo Alto in California dagli studi sulla comunicazione e la
cibernetica che facevano riferimento all’antropologo Gregory Bateson. Nasce in seguito la
terapia familiare con i pionieri Ackerman e Bowen, con un’ottica di osservazione
causale/circolare dei paradossi e dei doppi legami che i membri di una famiglia instaurano.
L’attenzione clinica ai significati dei fenomeni psichici viene spostata al contesto interattivo
collusivo delle relazioni in cui si verificano le disfunzioni omeostatiche. Le prime scuole
strutturali, strategiche e trigenerazionali sono fondate da Watzlawick, Haley, Whitaker,
Boszormenyi-Nagy, Palazzoli, Satir. Sono state in seguito accorpate nel modello sistemico che
utlizza un’équipe che lavora in co-terapia.
Le tecniche più utilizzate sono il genogramma che riproduce i rapporti generazionali, le sculture,
i giochi di ruolo, le definizioni dei confini, le prescrizioni dei compiti, gli interventi paradossali.
L’intento è quello di sviluppare nuove opzioni comunicativo-relazionali, cambiando le sequenze
comportamentali patologiche e organizzate intorno ai sintomi espressi dal paziente designato e
dai fallimentari tentativi familiari di soluzione.
La terapia sistemica è utilizzata anche con le coppie per analizzare la complementarietà o la
simmetria competitiva a favore di una maggiore mutualità.
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PARADIGMA IPNOTICO
L’Ipnoterapia si svolge in uno stato intermedio tra la veglia e il sonno denominato “trance”.
I precursori, Mesmer e Braid, si sono ispirati all’Oriente. Successivamente Charcot, Freud e
Breuer l’hanno utilizzata nel trattamento dell’isteria. Il processo ipnotico semicosciente si svolge
in cinque tappe:
1) l’induzione allucinatoria; 2) lo stato modificato di coscienza cognitiva; 3) lo stato postipnotico
delle azioni suggerite; 4) la ricettività ipnotica decisionale; 5) la naturale amnesia e l’oblio
deliberato.
L’Ipnosi è uno stato mentale che somiglia al sonno sebbene il soggetto sia sveglio, portato in
uno stato di predisposta suggestionabilità e condotto verso una deliberata attenzione e
concentrazione per i compiti richiesti. Milton H. Erickson ha condotto numerosi studi ed
elaborato un modello d’intervento per la comprensione delle dinamiche dell’ipnosi clinica, anche
senza trance esplicita, all’interno di uno scambio comunicativo. La procedura terapeutica è
utilizzata per una varietà di condizioni mediche e psicologiche. La riduzione del focus attentivo e
una disponibilità alle esperienze suggestive rendono l’ipnosi uno strumento dissociativo efficace
per un controllo delle emozioni travolgenti e per migliorare i risultati dei trattamenti
correggendo alcune distorsioni cognitive, e per gestire il dolore, i sintomi ansiosi e ossessivi
nonché i disturbi del sonno.
Paradigmi vari Agg. 16/4//2013
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