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n WEEKEND n
Sabato 2 Ottobre 2004
nn Itinerari Dopo 40 anni a Lecco ritorna il Corteo manzoniano. Con sfilate di carri e brani del romanzo messi in scena su sei palchi
I Promessi sposi scendono in piazza
Don Abbondio e i Bravi, Lucia e l’Innominato rivivono sulle
sponde del lago Lariano. Un’occasione per visitare la villa
di Manzoni in cui sono conservati manoscritti e cimeli
di Maria Valeria Vendemmia
D
opo quasi 40 anni di silenzio il Corteo manzoniano torna a scuotere la
memoria storica di Lecco . Il 9 e
il 10 ottobre una sfilata di carri allegorici attraverserà le vie della
città riproducendo alcune scene
de I Promessi sposi. La tradizionale sfilata ha avuto luogo solo cinque volte dal 1923 al 1965.
Oggi l’evento ritorna, con un’unica diversità rispetto al passato: il
richiamo ai passi principali del
romanzo attraverso la riproduzione di alcune scene teatrali da
parte del gruppo del Teatro tascabile di Bergamo. Lo scorso
aprile il Teatro si è aggiudicato la
vittoria della gara d’appalto organizzata per la realizzazione
dell’evento voluto dal comune.
Oltre alla sfilata dei figuranti e
dei personaggi principali, a piedi, sui carri o a cavallo (circa 200
persone in costume, fra attori
professionisti, dilettanti e comparse), il Corteo sarà quindi arricchito da momenti teatrali de-
dicati agli episodi più significativi de I Promessi sposi, che verranno messi in scena in sei palchi distribuiti lungo un percorso
che va da piazza Manzoni a piazza XX Settembre, passando per
via Costituzione e per il Lungo
Lago. Si comincia dall’incontro di
Don Abbondio con i Bravi, per
poi proseguire con l’Addio ai
Monti, la monaca di Monza, l’Innominato, il ratto di Lucia, la peste e i Lanzichenecchi. In ogni
luogo di sosta la compagnia teatrale reciterà con i costumi originali utilizzati per le riprese dello
sceneggiato I Promessi sposi
di Salvatore Nocita trasmesso in
tv nei primi anni 90. Sotto la direzione artistica di Renzo Vescovi e l’aiuto regia del brasiliano Ricardo Gomes, il pubblico potrà
assistere gratuitamente alla
messinscena degli undici momenti più rilevanti del romanzo
di Alessandro Manzoni. La partenza del corteo è prevista alle
14,30. Questa occasione, però, è
solo il completamento del più impegnativo itinerario manzonia-
no. La prima tappa obbligatoria
è senz’altro la villa di Manzoni,
dove si possono scoprire la storia della dimora e quella della
sua famiglia (info: 0341.481247).
Villa Manzoni è anche sede del
museo manzoniano, della Galleria comunale d’arte, della biblioteca specializzata dei musei e
della sezione separata d’archivio. All’interno del museo manzoniano in 10 sale sono conservate le prime edizioni, manoscritti e cimeli relativi alla vita e
alle opere dell’autore. Le collezioni naturalistiche ed archeologiche, invece, sono conservate
nel palazzo Belgiojoso, edificato
tra la fine del XVII e l’inizio del
XVIII secolo per la famiglia Locatelli di Valle Imagna, fu ristrutturato nel 1774 e venduto ai principi Belgiojoso d’Este, da cui l’attuale nome. Dopo una visita a Pescarenico, alla casa di Lucia di
Olate o a quella a Acquate (oggi
un’osteria che ospita di frequente mostre fotografiche), al palazzotto di Don Rodrigo sul promontorio dello Zucco, sopra Ola-
Dove dormire
Dove cenare
te, i percorsi manzoniani possono terminare al Castello dell’Innominato che si trova nel
paese di Vercurago, in località
Somasca. Chi non ha tempo
può accontentarsi di un’escursione in montagna ai Piani Resinelli, un altipiano ai piedi
della catena montuosa delle
Grigne, da cui si può ammirare tutta la città. (riproduzione
riservata)
Specialità: Trippa, tagliolini con trota, pasta
e ceci o pasta e fagioli, i
brasati, coniglio agli
aromi Il ristorante è situato nel centro storico
di Lecco all’interno di
una casa del '600 in cui
ancora si fa notare il
grande camino d'epoca.
Si chiama così perché si
dice che un tempo fosse
la casa di Lucia Mondella.
Antica casa, d'interesse storico, all'interno
di un'azienda agricola
condotta in ambiente
bioprotetto nel parco
naturale di Montevecchia e della Valle del
Curone. Pernottamento in suite, singola e
doppia. Collocazione
strategica per escursioni nel Lecchese,
nel Comasco, nel Bergamasco.
Cascina Oliva
Via Cascina Oliva, 3
Missaglia (Lc)
Tel. 039.9240323
Antica osteria casa
di Lucia
via Lucia, 27 - 1 (Lc)
Tel. 0341.494594
n n Mostre Divinità ed eroi classici a Milano
n n Teatro A Venezia e Napoli in scena due drammi buffi di Cimarosa e Rossini
I volti del mito in vasi
e sculture
La gelosia sale sul palcoscenico
Delicato e amaro Il matrimonio segreto, più arioso Il turco
in Italia. Immancabili gli intrecci amorosi e gli equivoci
di Elena Correggia
di Giuseppe Pennisi
P
oesia, emozioni e antiche
verità si riassumono in
una sola, suggestiva parola: il
mito. Il repertorio figurativo
che nei secoli ha tradotto in
immagine il fascino immutabile del
racconto mitologico è protagonista
della ricca mostra che aprirà i battenti al palazzo Reale di Milano il 6
ottobre. Una selezione di dipinti,
sculture, vasi e altri oggetti recuperati da scavi archeologici intende
esplorare il significato e i modi di
rappresentazione del mito greco. La
pittura classica, quasi tutta andata
perduta, si può ammirare attraverso
un reperto di grande valore quale la
stele del tumulo di Vergina (Macedonia), le pareti delle tombe dipinte
dell’Italia meridionale, nonché gli affreschi da Pompei ed Ercolano, repliche di età romana di originali greci. Fra le opere da poco restaurate
spiccano le lastre della celebre Tomba delle danzatrici di Ruvo, località
pugliese di grande importanza cul-
Cratere altoadriatico con testa femminile
e Sposalizio di Ares-Alessandro
con Afrodite-Rossane/Statira
turale fra il VI e il III secolo a.C. Fulcro della mostra sono le preziose
collezioni Caputi (ora di proprietà di
Banca Intesa) e Lagioia (appartenente alla regione Lombardia), che
raccolgono splendidi esemplari di
vasi dipinti del V- IV secolo a.C., provenienti dalla Magna Grecia. Grazie
alla presenza di maestri vasai greci
trasferitisi nelle colonie dell’Italia
meridionale nella seconda metà del
V secolo, gli artisti e artigiani locali
acquisirono un nuovo linguaggio figurativo. Da questo incontro scaturì
una pregiata produzione di ceramiche. (riproduzione riservata)
Miti greci. Milano, palazzo Reale, Milano. Dal 6/10/04 al 23/01/05
S
corazzando per l’Italia si
possono gustare due «commedie per adulti» concepite
a fine Settecento. Ingmar Bergman
ha etichettato così una serie di suoi
film in cui l’intreccio dava luogo sia
a lati comici sia a situazioni erotiche sia a riflessioni sulla vita di
coppia. Si tratta di Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa (in scena in questi giorni al Malibran di Venezia) e Il turco in
Italia di Gioacchino Rossini (al
San Carlo di Napoli). Le separano
poco più di vent’anni. Sono state
condannate (specialmente Il turco) ad un relativo oblio per oltre
un secolo in quanto il
melodramma era incompatibile con i colori delle «commedie
per adulti».
Il matrimonio
piacque tanto al committente (quell’Imperatore Lepoldo II per
ingraziarsi il quale Wolfgang Mozart aveva composto La clemenza di Tito) che la sera della «prima», invitò a cena cantanti ed orchestra e chiese che l’intera opera
venisse bissata. Ripresa a Napoli,
ebbe ben 110 repliche. Il successo
fu travolgente in tutta Europa e restò in repertorio, ma nei teatri minori, nel resto dell’Ottocento e nel
Novecento. L’edizione in scena al
Malibran, teatro dalle dimensioni
perfette per un lavoro delicato ed
amarognolo, è stata curata da Italo
Nunziata (regia), Pasquale Grossi
(scene e costumi) e Micheal Güttler
(maestro concertatore). Nella compagnia di canto svetta Masha Carrara (Carolina), con i superacuti appena sfiorati
(che delizia!),
ben assecondata da Emanuele D’Aguanno
(Paolino), da
Lucia Cirillo, da Salvatore Salvataggio, da Sofia Soloviy e da Vito
Priante- vincitori dei concorsi «Toti
dal Monte» e «Iris Adami Corradetti». L’equilibrio del lavoro di insieme è assicurato da una regia cristallina, anche se a volte troppo
calcata da toni farseschi, in scene
efficaci. Piena di brio la direzione
d’orchestra.
Più elaborata la regia di Antonio
Calenda per Il turco, nelle scene
di Nicola Rubertelli (costumi di
Maurizio Millenotti). Lo spettacolo
era stato inizialmente pensato per
la bacchetta di Gabriele Ferro. Per
ragioni di salute è stato sostituito
da quella più sedata di Antonino
Fogliani, allievo di Gianluigi Gelmetti. Marco Vinco, Angeles Gulin
Blancas, Bruno Patrico e John
Osborn sono ormai dei veterani del
teatro in musica di Rossini. Ottima
la prova di Filippo Morace. Bravi
Annarita Gemmabella e Dario Formaggia. I due lavori valgono un
Un’immagine de viaggio a Venezia e uno a Napoli.
Il turco in Italia
(riproduzione riservata)