Al Romano la Carmen
di Eleonora Abbagnato
di CARLO ROBERTO PETRINI
SPOLETO - Seguitissimo e ormai famoso oltre
i confini nazionali il programma di danza che
ogni anno arricchisce il Festival dei 2 Mondi,
portando interpreti di grande caratura, regalando alla platea un pieno di emozioni talvolta
colossali. Si parte questa sera alle 21.30 al Teatro Romano, spettacolare palcoscenico della
danza, con Carmen, balletto in due atti di
Amedeo Amodio dal racconto di Prosper Merimée. Coreografia e regia di Amedeo Amodio,
musica di Georges Bizet; adattamento e interventi musicali originali di Giuseppe Cali. Scene e costumi di Luisa Spinatelli. Vedremo, nel
ruolo di Carmen, Eleonora Abbagnato, la brava
e convincente ballerina e attrice palermitana
che attualmente dirige il corpo di ballo
dell'Opera di Roma. Una rivisitazione che affianca quelle storiche di Roland Petit del 1949
e di Alberto Alonso del 1967 e si somma ad altre apparse negli anni fra cui quella di Mats Ek
0 di Matthew Bourne, fino ali ' ultima di Davide
Bombana del 2014. Dal 1 al 3 luglio sempre al
Romano, 21,30, sarà invece di scena la famosa
compagnia di balletto israeliana Batsheva
Dance Company con Decadance, spettacolo
con cui nel 2000 la compagnia Batsheva e il
suo direttore artistico, Ohad Naharin, hanno
festeggiato i dieci anni di collaborazione. Alcuni estratti delle coreografie da lui create per
la compagnia sono stati rielaborati e combinati così da offrire al pubblico nuove chiavi di
interpretazione. Decadance ha offerto al geniale coreografo Naharin la possibilità di ideare Decadance Spoleto, riprendendo sezioni di
opere e modellandole per lo spazio del Teatro
Romano. Dal 7 al 9 luglio, invece, il Balletto
nazionale di Praga presenterà il gioiello intramontabile delballetto classico, Romeo e Giulietta, opera incentrata su tre grandi temi: vita, amore e morte. Coreografie di Yuri Vàmos,
ungherese fra i maggiori maestri europei del
balletto narrativo di matrice classica, che porta in scena i solisti e il corpo di ballo del Balletto nazionale di Praga in una appassionante e
originale rilettura di "Romeo e Giulietta" ambientata negli anni Trenta, periodo nel quale
Prokofiev aveva creato l'opera. Nella storia del
balletto europeo, la compagnia del rinomato
Teatro nazionale di Praga si è sempre distinta
come una fra le più prestigiose e solide.
Gran finale, come appendice esterna al Festival, il 13 luglio in piazza Duomo, ore 21,30
con Roberto Bolle, la grande étoile per la prima
volta a Spoleto
MEDIA
Sabato 25 giugno 2016
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Al Romano la Carmen
di Eleonora Abbagnato
di CARLO ROBERTO PETRINI
SPOLETO - Seguitissimo e ormai famoso oltre
i confini nazionali il programma di danza che
ogni anno arricchisce il Festival dei 2 Mondi,
portando interpreti di grande caratura, regalando alla platea un pieno di emozioni talvolta
colossali. Si parte questa sera alle 21.30 al Teatro Romano, spettacolare palcoscenico della
danza, con Carmen, balletto in due atti di
Amedeo Amodio dal raccomodi ProsperMehmée. Coreografia e regia di Amedeo Amodio,
musica di Georges Bizet; adattamento e interventi musicali originali di Giuseppe Cali. Scene e costumi di Luisa Spinarelli. Vedremo, nel
ruolo di Carmen, Eleonora Abbagnato, la brava
e convincente ballerina e attrice palermitana
che attualmente dirige il corpo di ballo
dell'Opera di Roma. Una rivisitazione che affianca quelle storiche di Roland Petit del 1949
e di Alberto Alonso del 1967 e si somma ad altre apparse negli anni fra cui quella di Mats Ek
0 di Matthew Bourne, fino all'ultima di Davide
Bombana del 2014. Dal 1 al 3 luglio sempre ai
Romano, 21,30, sarà invece di scena la famosa
compagnia di balletto israeliana Batsheva
Dance Company con Decadance, spettacolo
con cui nel 2000 la compagnia Batsheva e il
suo direttore artistico, Ohad Naharin, hanno
festeggiato i dieci anni di collaborazione. Alcuni estratti delle coreografie da lui create per
la compagnia sono stati rielaborati e combinati così da offrire al pubblico nuove chiavi di
interpretazione. Decadance ha offerto al geniale coreografo Naharin la possibilità di idea re Decadance Spoleto, riprendendo sezioni di
opere e modehandole per lo spazio del Teatro
Romano. Dal 7al 9 luglio, invece, il Balletto
nazionale di Praga presenterà il gioiello intramontabile del balletto classico, Romeo e Giulietta, opera incentrata su tre grandi temi: vita, amore e morte. Coreografie di Yuri Vàmos,
ungherese fra i maggiori maestri europei del
balletto narrativo di matrice classica, che porta in scena i solisti e il corpo di ballo del Balletto nazionale di Praga in una appassionante e
originale rilettura di "Romeo e Giulietta" ambientata negli anni Trenta, periodo nel quale
Prokofiev aveva creato l'opera. Nella storia del
balletto europeo, la compagnia del rinomato
Teatro nazionale di Praga si è sempre distinta
come una fra le più prestigiose e solide.
Gran finale, come appendice esterna al Festival, il 13 luglio in piazza Duomo, ore 21,30
con Roberto Bolle, la grande étoile per la prima
volta a Spoleto
New York 1956,
Menotti "in vendita"
di VINCENZO CEMENTI
SPOLETO - Sul progetto del
Festival ci aveva lavorato sodo
con il suo staff sin dal 1956. Ma
forse, a crederci fino in fondo,
era soltanto lui: Gian Carlo Menotti. Per trovare i soldi se le era
inventate tutte. Aveva organìzzatodecinedi "fundraisingdinner", cene di raccolta fondi,
usuali nella jet society newyorkese, sia per la politica, che perla
filantropia. Aveva tirato la giacca
a politici e magnati, ad aristocratiche vere e nobilastre arricchite, a svampite ereditiere, a
grassi petrolieri. Arrivò persino a
mettersi in vendita. All'asta, insieme al giovane e bellissimo di rettore d'orchestra Thomas
Schippers, al già famoso pianista, direttore e compositore Léonard Bernstein 0 al mitico Richard Burton, uno dei più blasonati sciupafemmine della celluloide. In una specie di ammiccante "gioco di società" per signore adulte. Ognuno dei quattro
avrebbe passato quattro ore alla
mercè, 0 meglio in compagnia di
colei che lo avrebbe "comprato".
MEDIA
Con la più sostanziosa offerta
per il Festival, ovviamente. Menotti, dopo una feroce battaglia
di dame all'ultimo verdone, fu
"vinto" dalla ormai più che anziana e velenosissima Elsa Maxwell, l'inventrice del gossip, la
" pettegola di New York" che però aveva inventato anche l'arte di
far diventare "di moda" i luoghi
dei vip. Avrebbe avuto Menotti a
disposizione. Per quattro ore. Il
Maestro ebbe un lungo momento
di panico: "Cosa debbo fare Elsa,
per te?" disse con voce tremula.
Seguì una pausa agghiacciante
"Sarai l'ospited'onoredel party
che darò a casa mia per il tuo Festival" disse la Maxwell fissandolo con occhi da cobra. Menotti
tirò un respiro di sollievo. E sarà
sempre la Maxwell, che poi ven-
ne al Festival, a scrivere, tornata
negli States, dell'altra faccia
della cultura scoperta in Italia.
"Il Paradiso esiste, - scrisse in
un articolo del New York Timesma non è quello 'Perduto' di
Milton. Quello vero si trova al
Pentagramma di Spoleto, dove
gli spaghetti ed LI tartufo sono
note melodiose che si accordano
con la musica verdiana delMacbeth e illuminano la mente,
sgombrandola dai pulsanti pensieri". Il ristorante Pentagramma, ricavato da una vecchia cantina e già stalla per i cavalli
dell'antica stazione di Posta a
piazza Libertà, fu uno dei primi
ristoranti creati per i turisti festivalieri. Da allora, uno dei salotti buoni del gossip dei Due
Mondi e della "Festival Society".