4 40 L'AMPLIFICATORE OPERAZIONALE 4 L'amplicatore operazionale (ultimo aggiornamento: 9 Marzo 2001) L'amplicatore operazionale e un elemento circuitale largamente utilizzato nei circuiti elettronici che elaborano grandezze analogiche. Data la sua importanza e diusione, esso viene trattato come un blocco fondamentale. 4.1 Caratteristiche dell'amplicatore operazionale ideale L'amplicatore operazionale ideale e un generatore di tensione controllato in tensione, che presenta un guadagno di tensione innito. La Fig. 4.1 illustra il simbolo circuitale dell'amplicatore operazionale. Facendo riferimento ai simboli in gura, l'amplicatore operazionale e descritto dall'equazione: Vo = EVd = E (V + V ) (4.1) con E ! 1. V- - Vd = V+ - VV+ + Vo = E V d (E ∞) + Figura 4.1: Amplicatore operazionale. Essendo un generatore di tensione controllato in tensione, l'amplicatore operazionale presenta resistenza di uscita nulla. Inoltre, esso non assorbe corrente agli ingressi, o, in altre parole, la resistenza di ingresso e innita. Le caratteristiche dell'amplicatore operazionale ideale sono indipendenti dalla frequenza del segnale di ingresso: cio equivale a dire che la banda passante e innita. Questi parametri sono riassunti nella Tabella 4.1. Tabella 4.1: Parametri dell'amplicatore operazionale ideale Nome Simbolo Valore Guadagno di tensione a E = VV 1 Resistenza di uscita Ro 0 Resistenza di ingresso Ri 1 Banda passante B 1 o d a Il guadagno di tensione viene indicato in molti testi con il simbolo conformita con la notazione usata dal simulatore SPICE. A; qui si preferisce indicarlo con E per 4 41 L'AMPLIFICATORE OPERAZIONALE L'amplicatore operazionale amplica la dierenza dei due segnali di ingresso V + e V . Il terminale di ingresso contrassegnato con il segno \+" e detto \ingresso non invertente", mentre quello contrassegnato con il segno \ " e detto \ingresso invertente". Si veda anche [1, pagina 72]. 4.2 Amplicatore retroazionato L'amplicatore operazionale e solitamente utilizzato in congurazione retroazionata, cioe il segnale in uscita all'amplicatore e riportato all'ingresso mediante una rete di retroazione (\feedback" ). Occorre distinguere due casi: il caso in cui il segnale in uscita viene riportato all'ingresso invertente, e quello in cui il segnale in uscita viene riportato all'ingresso non invertente. Nel primo caso si ha una retroazione negativa , mentre nel secondo caso si ha una retroazione positiva . Come si vedra, i due tipi di retroazione hanno eetti diversi sulla stabilita del circuito. 4.3 Amplicatore con retroazione negativa Il piu semplice circuito con retroazione negativa e illustrato nella Fig. 4.2. R2 R1 _ + vin vout + Figura 4.2: Circuito con amplicatore operazionale retroazionato negativamente. Per risolvere questo circuito e suÆciente applicare le leggi di Ohm e di Kirchho, insieme con la (4.1). Si ottiene il sistema lineare: 8 > < vVin Vvout==RR1 i21i2 (4.2) i1 = i2 > : v = EV = EV out d dove la terza equazione e la conseguenza del fatto che non entra corrente nell'amplicatore operazionale. Nel sistema (4.2), l'ultima equazione contiene il guadagno E dell'amplicatore; poiche, come si e gia detto, E ! 1, ne risulta che la tensione di uscita vout ha un valore nito solo se Vd = V + V = 0: in questo caso, il prodotto EVd assume la forma indeterminata 1 0, che puo avere un valore nito. Per poter risolvere il sistema (4.2), quindi, assumiamo che Vd = V + V = 0 (4.3) Questa equazione esprime matematicamente il principio della terra virtuale : i due terminali di ingresso dell'amplicatore operazionale sono alla stessa tensione, benche la corrente di ingresso sia nulla. 4 42 L'AMPLIFICATORE OPERAZIONALE E importante notare che la (4.3) non rappresenta una caratteristica fondamentale dell'amplicatore operazionale, ma e una conseguenza dell'impiego dell'amplicatore in congurazione retroazionata. In assenza di retroazione, la (4.3) non e valida. Applicando il principio della terra virtuale al circuito della Fig. 4.2, si ottiene V = 0 e il sistema (4.2) si riduce a vin = R1 i (4.4) vout = R2 i dove si e posto i1 = i2 = i. Eliminando la corrente i dalle due equazioni (4.4), si ottiene la soluzione: R2 vout = vin (4.5) R1 Come si puo notare dalla (4.5), il circuito con retroazione negativa presenta un guadagno che dipende soltanto dal rapporto tra le due resistenze R2 e R1. Ne consegue che, utilizzando un amplicatore operazionale e dei resistori, e possibile realizzare circuiti che presentano un guadagno qualsiasi (maggiore o minore di uno). 4.4 Amplicatore con retroazione positiva Modichiamo ora il circuito della Fig. 4.2, scambiando fra loro i due ingressi dell'amplicatore operazionale. Otteniamo il circuito illustrato in Fig. 4.3, che, come si e detto, presenta una retroazione positiva. R2 R1 + _ + vin vout Figura 4.3: Circuito con amplicatore operazionale retroazionato positivamente. Procedendo in modo analogo al circuito precedente, e applicando il principio della terra virtuale, si ottiene V + = 0. La soluzione e data da: vout che e del tutto identica alla (4.5). = R2 R1 vin 4.5 Stabilita del circuito con amplicatore retroazionato (4.6) Benche l'analisi dei due circuiti presentati nei paragra 4.3 e 4.4 abbia portato allo stesso risultato, i due circuiti in realta si comportano in modo molto diverso. Questa dierenza di comportamento, che non si nota dalla soluzione matematica e neppure dalla simulazione circuitale mediante SPICE, richiede di introdurre un nuovo concetto: quello della stabilita . Facendo un paragone meccanico, le soluzioni trovate per i due circuiti sono analoghe al posizionamento di una pallina su una supercie curva (Fig. 4.4). Nel primo caso, la posizione della 4 43 L'AMPLIFICATORE OPERAZIONALE pallina in x = 0 e stabile, perche per eetto della gravita la pallina tende a riportarsi in questa posizione in seguito ad ogni piccolo spostamento. Nel secondo caso, invece, la posizione della pallina in x = 0 e instabile, perche basta un minimo spostamento per provocare un allontanamento dalla posizione iniziale senza possibilita che la pallina vi ritorni spontaneamente. 0 x 0 x Figura 4.4: Esempio meccanico del concetto di stabilita. Per illustrare in modo semplice la stabilita, rappresentiamo i due circuiti delle Fig. 4.2 e 4.3 mediante gra, nei quali i nodi corrispondono alle grandezze elettriche e i rami indicano le relazioni tra queste grandezze. Quando in un nodo entrano due o piu rami, signica che la variabile elettrica di quel nodo risulta dalla somma algebrica delle grandezze entranti, ciascuna moltiplicata per il coeÆciente associato al rispettivo ramo. Il grafo corrispondente al circuito della Fig. 4.2 e illustrato nella Fig. 4.5. Come si puo facilmente notare, si ha R1 R2 vin + vout (4.7) v = R1 + R2 R1 + R2 in quanto la corrente in ingresso all'amplicatore operazionale e nulla. Le altre relazioni discendono direttamente dalla (4.1). vin R2 R1 + R2 v- -1 v+ = 0 R1 R1 + R2 vout E +1 vd Figura 4.5: Grafo corrispondente al circuito della Fig. 4.2. Il grafo della Fig. 4.5 evidenzia bene la presenza del percorso di retroazione: esso e l'anello comprendente i nodi (v , vd, vout ). Inoltre, il grafo permette di osservare facilmente che la retroazione e negativa, perche e negativo il segno del prodotto di tutti i coeÆcienti che si incontrano lungo l'anello di retroazione. Ovviamente, risolvendo il grafo per E ! 1, si ottiene ancora la soluzione vout = RR vin. Per analizzare il circuito dal punto di vista della stabilita, consideriamo l'eetto di una piccola variazione v introdotta in uno dei nodi dell'anello di retroazione, e vediamo quali variazioni vengono prodotte sugli altri nodi. Ad esempio, supponendo di avere una variazione v positiva 2 1 4 44 L'AMPLIFICATORE OPERAZIONALE al nodo v (ingresso invertente), si ha vd = v (con segno negativo) e quindi vout dovra essere negativa anch'essa. Ma, poiche v dipende a sua volta da vout , il risultato nale e che la variazione positiva introdotta sul nodo v viene bilanciata da una variazione negativa attraverso l'anello di retroazione. Per questo motivo, si dice che la soluzione trovata e stabile, in quanto il circuito tende spontaneamente a compensare ogni scostamento dal punto di lavoro trovato. Consideriamo ora il grafo corrispondente al circuito della Fig. 4.3, illustrato nella Fig. 4.6. vin R2 R1 + R2 v+ +1 v- = 0 R1 R1 + R2 vout E -1 vd Figura 4.6: Grafo corrispondente al circuito della Fig. 4.3. Qui la retroazione e positiva, perche il prodotto di tutti fattori che si incontrano lungo l'anello di retroazione ha segno positivo. Consideriamo ora l'eetto di una piccola variazione v+ positiva introdotta al nodo v+ (ingresso non invertente). Si ha vd = v+ (con segno positivo); quindi vout dovra essere positiva anch'essa, e, poiche v+ dipende a sua volta da vout , la variazione positiva introdotta sul nodo v+ produce una ulteriore variazione positiva attraverso l'anello di retroazione. Di conseguenza, la tensione ai nodi lungo il percorso di retroazione continua a crescere indenitamente, no al valore massimo raggiungibile (di solito, no a che la tensione di uscita raggiunge il valore della tensione di alimentazione positiva dell'amplicatore operazionale). Considerando invece una piccola variazione v+ negativa, si trova che le tensioni continuano a diminuire no a che l'uscita si porta al valore piu negativo che il circuito puo raggiungere. Quindi la soluzione ricavata e instabile, in quanto basta una minima variazione per far allontanare il circuito dal punto di lavoro trovato. Le considerazioni fatte in questo paragrafo spiegano la dierenza di comportamento tra i due circuiti che si osserva in pratica. Nell'esempio illustrato nella Fig. 4.2, la retroazione negativa rende stabile il circuito: pertanto, anche se inizialmente (per esempio, al momento dell'accensione) la condizione di funzionamento e diversa da quella della soluzione trovata, per eetto della retroazione il Rcircuito si porta in un tempo brevissimo a funzionare con v+ = v (terra virtuale) e vout = R vin. Invece, nell'esempio della Fig. 4.3, la retroazione positiva rende instabile il circuito, il quale di conseguenza ha una probabilita nulla di funzionare con v+ = v . Come si e detto, qualsiasi piccolo scostamento dalla condizione di equilibrio instabile viene amplicato dall'anello di retroazione; l'uscita raggiunge il valore massimo (positivo o negativo) che puo raggiungere, e v + 6= v . Per questo motivo, il principio della terra virtuale si applica solo quando l'amplicatore operazionale fa parte di un circuito in cui e presente una retroazione negativa. 2 1 4 45 L'AMPLIFICATORE OPERAZIONALE 4.6 Diagrammi di usso Qualsiasi circuito lineare puo essere analizzato mediante il metodo descritto nel paragrafo precedente. I gra vengono comunemente chiamati diagrammi di usso (in inglese \signal ow graphs" ) [4] o gra di Mason . 4.7 Esempi di circuiti con amplicatori operazionali Oltre all'amplicatore invertente (paragrafo 4.3), altri esempi di circuiti frequentemente usati sono: l'amplicatore non invertente [1, pagina 75]; l'inseguitore di tensione (\voltage follower") [1, pagina 75]; il sommatore [1, pagina 77]; l'amplicatore della dierenza [1, pagina 78]. Gli ultimi due circuiti possono essere facilmente analizzati applicando il principio di sovrapposizione degli eetti. 4.8 Circuito integratore Vedere [1, pagine 126{127]. Per il circuito illustrato sul libro di testo, la soluzione nella sua forma piu generale e: Zt 1 vo (t) = v (t)dt (4.8) RC 1 dove RC = e la costante di tempo dell'integratore. 4.9 Circuito derivatore Vedere [1, pagine 118{119]. Per il circuito illustrato sul libro, la soluzione nella forma generale e: dv (t) vo (t) = RC dove RC = e la costante di tempo del derivatore. dt (4.9) Il circuito illustrato in gura e realizzato con un amplicatore operazionale ideale, mentre i componenti passivi hanno i valori: R1 = 220 k , R2 = 330 k , C1 = 1 nF, C2 = 200 pF. La tensione all'ingresso varia nel tempo secondo la legge: vIN (t) = VA (1 + sin 2f0 t), con VA = 1 V e f0 = 1 MHz. Si ricavi la tensione di uscita vOUT (t). Esercizio 4.1. Soluzione. Anzitutto, osserviamo che l'amplicatore operazionale e impiegato in congurazione con retroazione negativa, per cui si applica il principio della terra virtuale. Indicando con iR1 , iC1 , iR2 e iC2 le correnti nei quattro componenti passivi, e con i1 e i2 le correnti nei due paralleli RC , tutte con verso da sinistra verso destra, possiamo scrivere: i1 = iR1 + iC1 = vIN R1 + C1 dvdtIN 4 46 L'AMPLIFICATORE OPERAZIONALE C2 C1 R2 _ vIN(t) e R1 vOUT(t) + i2 = iR2 + iC2 = vOUT R2 C2 dvOUT dt Poiche l'amplicatore operazionale ha una resistenza d'ingresso innita, applicando la KCL all'ingresso invertente si ottiene i2 = i1 , cioe: vOUT R2 C2 dvOUT dt = vRIN + C1 dvdtIN 1 Questa e un'equazione dierenziale del primo ordine non omogenea, in cui vOUT (t) e l'incognita, mentre vIN (t) e nota e la sua derivata dv dt(t) puo essere calcolata facilmente. La soluzione di questa equazione dierenziale rappresenta l'uscita del circuito nel dominio del tempo. Nel capitolo successivo si vedra come e possibile ricavare la soluzione di questo esercizio senza dover risolvere l'equazione dierenziale. IN 4.10 Problemi Problema 4.1. Risolvere l'equazione dierenziale ottenuta nell'esercizio 4.1 a pag. 45.