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Agli allievi della S.M.S. “V Rocco”di Sant’Arpino affinché possano sempre possedere e
trasmettere vivamente la cultura dell’Antica Atella.
Siamo lieti di dedicare uno dei nostri “quaderni” a queste sapienti filastrocche, frutto
dell’impegno degli alunni delle classi IV A e VA e della loro chiara Prof.ssa Assunta
Rocco del Liceo Scientifico “F. Brunelleschi” di Afragola.
Il lavoro denota la buona preparazione degli studenti ed il loro attaccamento al sapere,
cosa di certo oggi non facile.
Un pensiero veramente gentile la dedica ai loro più giovani colleghi della Scuola Media
Statale “V Rocco” di S. Arpino, uno dei fiorenti centri sorti sulle rovine dell’antica
Atella, forse quello che ne segna il cuore, il quale fu un tempo fastoso e splendido di
monumenti.
Bene interpretato, nella brillante scansione dei versi, il senso dell’umorismo delle
“fabulae” antiche.
Ai giovani Autori i rallegramenti più vivi; alla loro Insegnante calde felicitazioni per il
successo che sa cogliere nel suo lavoro, per il suo metodo non pedante, ma capace di
splendidi risultati.
Ad majora.
Sosio Capasso
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“CON LO SPIRITO DELLE ATELLANE
LE FILASTROCCHE FILOSOFICHE”
Dagli alunni di III A e IV A del Liceo Scientifico Statale “F. Brunelleschi” di Afragola
con la direzione della Prof.ssa Rocco Assunta, un omaggio rimato e divertente ai loro
più giovani colleghi della Scuola Media Statale “V. Rocco” di S. Arpino ed a tutti gli
abitanti di quella cittadina, cuore dell’antica Atella, ove fiorirono le “Fabulae, che tra
lazzi e risa tentarono di rendere sereno il vivere quotidiano ed influenzarono il teatro
latino, prima, quello Italico, poi.
Siano inoltre queste filastrocche un benaugurale saluto a quanti ancora hanno il culto
delle antiche memorie, cercano di accostarsi alle idee che nel passato, tentarono la via
della verità, al fine di individuare per sé stessi e per gli altri un corretto modello di vita.
PREMESSA
In classe studiando, ridendo e dialogando un’idea ci è venuta scherzando, di mettere
insieme abbiam deciso il pensiero dei filosofi in modo preciso.
Così insieme abbiamo rimato ciò che la filosofia ci ha dato.
GLI JONICI DI MILETO
I Presofisti rappresentavano
quelli che prima di Socrate filosofavano.
In varie colonie greche si erano stanziati
e dallo studio degli stessi problemi erano accomunati.
Nella Jonia si sviluppò una potente civiltà
che subito ebbe sbocchi in tante altre città.
Degli jonici di Mileto si sta parlando
poiché nuove figure filosofiche andarono evidenziando.
Attraverso il seguir di varie piste
conclusero che alla base di tutto un principio esiste.
Oggi sappiam anche perché
loro lo chiamarono arché.
A Talete della scuola si deve il merito della fondazione
e che alla base di tutto c’è l’acqua è la sua concezione.
Anassimandro contemporaneaneo a Talete è
e per lui alla base di tutto l’infinito c’è,
da questo studiò delle cose la derivazione
parlando di un principio di separazione.
Anassimene il mondo dall’aria fa derivare
poiché ci circonda e ci fa respirare,
delle cose ci spiega la trasformazione
che avviene tramite un principio di rarefazione.
AMORE DEL SAPERE
La filosofia
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in Grecia prese il via.
Nelle colonie in particolare
gli uomini cominciarono a filosofare.
Infatti Pitagora a Samo nacque
e a Crotone per tutta la vita giacque.
Insieme ad altri studiosi
creò la dottrina della metempsicosi.
I numeri erano il suo amore
e del teorema che porta il suo nome fu l’inventore.
UN SAGGIO PROFETA
Pitagora matematico
con fare sistematico,
inventò un gran teorema
che per gli studenti è un vero problema.
Da Apollo trasse la conoscenza
che fu l’origine della sua sapienza,
la rivelò solo agli iniziati
che per la scienza furono, così, avvantaggiati.
Il numero è la sostanza di tutte le cose
che, purtroppo, son numerose,
il mondo è ritenuto regolabile
mediante un ordine misurabile.
Di Pitagora dualistica è la filosofia
e importante è l’armonia,
qui il tutto è collocato
tra limite ed illimitato.
Questa è la filastrocca
di colui che non si tocca,
ipse dixit è solo ammesso
e nessun mutamento è mai concesso.
IL TUTTO SCORRE
Ad Efeso, nella Jonia, visse
e “Intorno alla Natura” scrisse;
la filosofia degli svegli e dei dormienti
lo distingue dai pensatori precedenti.
Egli accetta il divenire
affinché il mutevole possiamo capire,
Dei contrari afferma l’unità
che tutti insieme formano la realtà.
Egli effettua tra Fuoco e Logos un paragone:
uno è la distruzione, l’altro la ragione.
E quale modo migliore per finire
se non quello di poter dire
che Eraclito è uno dei filosofi più importanti
e ancora oggi è fra presente tanti.
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PARMENIDE DI ELEA
Nell’Italia meridionale una scuola fondò
e di Eleatica il nome le donò.
Un carro trainato da cavalle presso una Dea lo portò
ed ella il cuore della ben rotonda verità gli rivelò.
L’ “Aletheia” basata sulla ragione
la “doxa” sulla sensazione.
Vale il principio di non-contraddizione
e la sua è una vera convinzione,
l’essere è, il non essere non è
e quello che si vede in realtà non c’è,
infatti la realtà è pura apparenza
e con una teoria verosimile si spiega il mondo dell’esperienza.
La sua definizione su una dottrina dualistica è basata
e con il contrasto tra luce e tenebre è spiegata.
L’essere vero è imperituro e ingenerato
in quanto dal nulla non è mai nato né vi è mai ritornato.
L’essere è immobile e immutabile
altrimenti il passaggio dall’essere al non essere sarebbe implicabile.
L’essere è omogeneo e finito
e attraverso la sfera è meglio definito.
BRUNO E LA SUA FILOSOFIA
Bruno fu un gran credente,
non si arrese di fronte a niente.
Il suo carattere molto forte
Lo portò fino alla morte.
Egli fu un domenicano
E si rifece un po' a Cusano
Ma Bruno vede un Dio immanente
anziché trascendente,
che rende la natura vivente
e per questo Dio sarà
un artefice nella realtà;
inoltre per liberarci dalla materialità
dell’eroico furore ci parlerà.
L’ATOMISTA
Democrito filosofico dell’atomismo
trovò tra sensi ed intelletto un grande sincronismo.
Genuina dice la razionale conoscenza
oscura la sensibile esperienza.
Così gli atomisti dalle realtà visibili
aprono uno spiraglio sulle realtà invisibili.
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Il pieno è l’essere
il vuoto il non essere.
Gli atomi danno la nascita con l’unione
determinano la morte con la separazione.
Con Democrito l’atomismo
rappresenta la prima forma di materialismo.
Le cose avvengono secondo un ben preciso meccanismo
e ciò determina una sorta di ateismo.
L’anima non è eterea
ma fatta di atomi e anch’essa corporea.
Per Democrito il bene più alto è la felicità
che non risiede nelle mondane vanità.
QUATTRO ELEMENTI PER LA VITA
Aria, acqua, terra e fuoco
per Empedocle sono le basi,
dentro di noi c’è di tutto un poco
e questo vale per tutti i casi.
Ogni elemento dentro di noi
ci fa conoscere quello esterno,
così la terra conoscer puoi
grazie alla terra che hai all’interno.
I quattro elementi sono perfetti
quando l’amore insieme li unisce,
poi la contesa li fa a pezzetti
e in questo caos tutto perisce.
In mezzo tra i regni di amore e contesa
dai quattro elementi si formò il mondo,
in cui la gente quindi è sospesa
sempre tra il bene e l’odio profondo.
I SOFISTI
I sofisti una rivoluzione operarono
perché il centro della riflessione cambiarono;
il loro principio l’uomo è,
e non c’è un determinato arché.
Essi non inducevano i discepoli a ragionare
perché li volevano solo strumentalizzare;
da Aristotele e Platone furono demonizzati
e “venditori di chiacchiere” furono chiamati.
In virtù della loro professione
dietro pagamento insegnavano la loro lezione.
Grazie alla retorica ed alla democrazia
essi in piazza imponevano la propria filosofia.
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SOCRATE L’IRONICO
Socrate, padre della filosofia,
Della sapienza trovò la giusta via;
Con ironia gli allievi stimolava
E fingendosi ignorante gli parlava,
mettendo in dubbio di ognuno l’opinione
per insegnare a usare la ragione
e alla fine il suo scopo principale
era trovare un concetto universale.
Come sua madre faceva partorire la gente
Lui tirava fuori i pensieri dalla mente,
ma se la gente troppo ragionava
ai politici molte noie dava
processato, senza difendersi nemmeno,
fu condannato a bere del veleno
ma di Lui non si è persa la memoria
perché le sue parole sono passate alla storia.
TELESIO
La filosofia del seicento
è la filosofia del rinascimento
Per Telesio, che è un naturalista,
la natura ne è protagonista;
I principi della realtà
non sono nell’aldilà,
Ma è solo nella natura
che c’è la procedura
per arrivare alla verità
La conoscenza è nella spiritualità
e non nella razionalità
che aiuta l’uomo
alla ricerca dell’universalità.
LA DOCTA IGNORANTIA
Cusano è per noi il fardello
Di quest’anno altrimenti bello!
Quindi per meglio ricordarlo
A mò di rime bisognerà studiarlo.
Pensando, chiuso in una stanza,
ideò la dotta ignoranza.
Unico atteggiamento che tu ed io
possiamo avere di fronte a Dio!
Egli difatti è l’infinito
che dall’uomo non può essere capito.
Ma se Dio è al di là della ragione
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ed oltre ogni principio di contraddizione
Possiamo affermare con tranquillità
e senza alcuna difficoltà
Che in lui a tutti i costi
coincidono gli opposti!
Potrebbe sembrar quindi nella mente
di ogni studente
che si tratti di un Dio trascendente
ma le cose non stanno così.
La verità e questa qui:
Dio è trascendente
ma allo stesso tempo onnipotente
In virtù dell’implicazione
complicazione e contrazione!
Per evitar ogni confusione
Seguirà una breve spiegazione:
in Dio tutte le cose diventano una
ma egli è sulla terra presente in ognuna
se ti chiedi infine: che faccia Dio avrà?
la risposta a questa domanda qua
sia per Cusano nella soggettiva,
chi lo guarderà con amore
vedrà il suo buon cuore
chi con ira lo guarderà
del suo affetto non godrà!
Speriamo a questo punto
dopo questo bel riassunto
che il filosofo Niccolò
vi piaccia almeno un po'!
CAMPANELLA
La conoscenza di Campanella
E’ una conoscenza troppo bella
Perché si basa sul senso
Ed è come io la penso.
Per Campanella la conoscenza è sentire
cioè un continuo percepire
Le immagini e sensazioni
dell’additus sono emozioni
Campanella a S. Agostino si avvicina
ed a favore del dubbio alza la sua manina:
se dubito esisto
ed ecco accertato questo!
Nella città del Sole
le persone non sono mai sole,
non c’è individualismo
ma solo comunismo.
Potenza, amore ed esistenza
per il nostro filosofo è l’essenza:
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Questi principi non sono solo in Dio
ma si trovano anche nell’io.
A parlar di Campanella
è suonata la terz’ora
e sentendo suonar quella
di andare a casa è giunta l’ora.
IL PROBLEMA ETICO
Per noi quattro già si sa,
star bene è la felicità.
E come una rosa che appassisce,
prima o poi svanisce.
Per i filosofi è diversa,
perché nessuno ha la stessa testa.
Per Aristotele la felicità è una
ed è vivere sempre secondo ragione.
Per Platone è l’iperuranio
da raggiungere in modo vario.
Per Socrate la felicità è virtù
come per la ballerina lo è il tutù.
Per gli Stoici la felicità è il bene,
come per Epicuro lo è il piacere.
E con questo abbiam finito
Con la speranza di avervi colpito.
*
La felicità è questa qua,
è star bene in società.
E’ un attimo che viene e se ne va,
e non si sa quando ritornerà.
Se per Socrate la felicità è la virtù,
per noi è non andare a scuola mai più.
Vien Platone con il suo iperuranio,
e ci saluta da là su con il suo piacere,
che per gli studenti è solo un dispiacere.
Se alla professoressa non piacerà,
un bel due ci piazzerà.
Socrate con la sua virtù,
disse a tutti tiratevi su.
Platone, dal suo balcone, diceva:
avvicinatevi al mondo ideale,
che non fa male.
Aristotele dice:
“non fare il furbacchione”
vivi secondo ragione.
L’uomo, dunque, sarà felice
Solo se vive come lui dice.
Zenone dice: il tuo pensiero matura
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per vivere secondo natura.
c’è chi dice che la felicità
per Epicuro,
sia solo aponia e atarassia,
Ma che noia e che follia.
Sono d’accordo con Aristotele,
Socrate e Platone
perché vivo secondo ragione.
Ma ad Epicuro e Zenone
non do molta ragione
perché vivere da indifferenti
sarebbe da deficienti.
*
La felicità è qualcosa che ci fa
Vivere in piena serenità
arriva in un momento
e vola via come il vento
Non per tutti è uguale
è difatti personale.
Dice Socrate: Voilà!
felice è solo colui che sa!
Per Platone è differenza
felicità non è sapienza
è per lui raggiungere l’ideale
In un modo fenomenale
Per Aristotele lo Stagirita
si è felici nella vita
se la ragione vien seguita.
Epicuro sai che dice?
è felice colui che sa
equilibrar gioia e avversità.
Per ultimo c’è Zenone
che usa uno strano parolone,
Egli dice infatti: solo l’Apatia
che tutti i mali porta via
ti darà la vera felicità.
*
Oggi siamo in quattro per discutere qua e là
Che cos’è per noi la felicità.
Per Angela è sognare,
Per Sonia è amare,
Per Tilde e Teresa
E’ una vera e propria impresa.
Ora che questa strada è stata intrapresa,
arriva Socrate con una bella pretesa.
La felicità è nel sapere;
disse: quando si sa c’è felicità.
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Poi arriva Platone
con un’altra opinione.
“si è vicini non quando si sa”,
ma quando si è vicini all’aldilà
ma Aristotele che è un naturalista
non si attiene a questa lista
e percorre un’altra pista.
La felicità - disse - sta nel
completare la propria natura
che per l’uomo è una gran fortuna,
perché risiede nella ragione
che lo rende superiore.
Per gli Epicurei proprio non saprei,
dice Teresa che propone un’altra impresa,
chissà forse risiede nella materialità
e non nella spiritualità.
Ma controbatte Sonia
che è nell’allontanamento dell’agonia,
che si raggiunge l’atarassia.
Ora concludiam con lo Stoicismo
che è un vero e proprio apatismo.
La felicità, dicevano, è vivere
secondo natura,
che a lungo andar
diventa una vera e propria tortura.
*
La felicità per me
è bere un buon caffè.
E per Socrate che cos’è?
se per lui è la virtù
Gesù Cristo aiutaci tu.
Poi arriva anche Platone
che nel campo delle idee
è un gran campione
e se il mondo ideale tu raggiungerai
la felicità tu troverai.
Poi arriva Aristotele
col cappello e col montone
tutti in riga ci metterà
e qualcosa ci dirà,
se felice tu sarai
realizzato e compiuto tu diventerai.
Ancora c’è Epicuro
che da noi è il più temuto
ma se noi lo studieremo,
un bel tre non ci beccheremo
e la felicità si troverà
nel piacere che si proverà.
Ed infine c’è Zenone
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che vive secondo ragione
e la felicità tanto cercata
nella natura l’ha trovata.
La felicità per noi quattro è appagamento
per vivere senza tormento
ed è come una sorgente
che dura eternamente
è saper sorridere nel dolore
quando si è tristi in fondo al cuore.
Molti filosofi abbiam studiato
ed ognuno ce ne ha parlato.
Per Socrate già si sa
la sapienza è la felicità.
Mentre la ragione per Aristotele sarà
l’unica via per raggiungere la felicità
Platone non ce ne ha parlato male
per lui la felicità si trova in
uno Stato ideale.
Infine ci sono Epicuro e Zenone
che con la loro ragione
ci hanno parlato di una felicità
che si raggiunge attraverso la semplicità.
DALLA MAGIA ALLA SCIENZA
Storia, scienza e filosofia
si sa sempre cosa sia
ed è proprio con la scienza
che ci vuol un po' di pazienza.
Il seicento è della scienza
e con grande competenza
che gli scienziati arrivano alla sapienza.
Con pratica e con teoria
si arriva alla giusta via.
Con Bacone si liberi la mente dai pregiudizi
poiché sono sempre dei brutti vizi
e con il suo metodo induttivo
fa restare l’uomo sempre vivo.
Con Cartesio e il razionalismo
c’è un grande fanatismo
che non accetta l’Ateismo
con il dubbio e la ragione
ci fa sempre un figurone.
Con Cartesio il metodo approvato
è quello sulla matematica basato.
Nel seicento
ci fu un grande movimento
e questo dà la partenza
allo sviluppo della scienza:
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con il tecnico e lo scienziato
si realizza un nuovo operato,
quello del tecnico più accurato
quello dello scienziato più elaborato.
Il metodo induttivo
è un modo intellettivo
che parte dal particolare
per arrivare all’universale;
Invece quello deduttivo
e a noi più istruttivo;
parte dall’universale
per arrivare al particolare.
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Assunta Rocco nata a Sant’Arpino, città centro dell’area Atellana, docente di filosofia e storia
nei licei, si interessa da vari anni di teatro-scuola con larghi consensi, ha partecipato a varie
rassegne Provinciali e Regionali.
Gli allievi della IV A e V A anno scolastico 1999-2000 del Liceo scientifico “F. Brunelleschi”
di Afragola, diretto con l’impegno e capacità dal chiarissimo preside Prof. Silvano Striato, sono
giovani che vanno da una fascia d’età compresa tra i diciassette e diciannove anni, si
impegnano nella scuola anche nelle ore extracurriculari ed in modo particolare nel laboratorio
Storico-Filosofico.
Con interesse ed entusiasmo producono lavori dove possono, esprimere liberamente le loro
idee, calarsi nella realtà e sentirsi protagonisti. L’obiettivo è suscitare vivacità e sicurezza per
rafforzare la loro personalità.
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