CAPITOLO 16 - DROGHE PER LA PROFILASSI DELLE DISFUNZIONI URINARIE APPARATO URINARIO - DEFINIZIONE L’apparato urinario, (fig.16.1), rappresenta, per l’organismo la struttura anatomica, la cui funzione è quella di “filtrare, depurare ed eliminare”, attraverso la formazione di urina i prodotti del metabolismo intermedio, in particolare quelli azotati, derivati dalla degradazione delle sostanze proteiche e degli aminoacidi, (es. urea, ac. urico, creatinina, etc.). Attraverso l’apparato urinario è inoltre allontanata dalla circolazione sanguigna la maggior parte delle sostanze estranee, quali farmaci e loro metaboliti, volutamente o accidentalmente introdotti nell’organismo. L’apparato urinario costituisce anche la principale via di eliminazione di acqua e di ioni, (es. sodio, potassio, magnesio, etc.), per cui quest’apparato “è indispensabile per mantenere inalterato l’equilibrio idrosalino, il pH ematico, la pressione sanguigna e la composizione del sangue”. Fig 16.1 rappresentazione anatomica dell’apparato urinario L’apparato urinario è formato anatomicamente - dai “reni”, organi di colore rosso scuro, a forma di fagiolo, tra loro simmetrici, lunghi circa 10 cm, situati nella parte posteriore della cavità addominale, ai lati della colonna vertebrale, in prossimità delle due ultime vertebre toraciche, - dalle “vie escretrici superiori”, costituite dai calici renali, dal bacinetto renale o pelvi e dall’uretere, - dalle vie “escretrici inferiori”, formate da vescica e uretra, le quali convogliano all’esterno, per mezzo della “minzione” tutta l’urina prodotta e accumulata. Dal punto di vista fisiologico, i diversi organi dell’apparato urinario svolgono le seguenti funzioni: - “Reni”, la loro funzione principale è quella di filtrare tutto il sangue, ricevuto dall’arteria renale e di riversarlo, dopo averlo depurato dalle scorie filtrate, nella vena renale, che a sua volta confluisce nella vena cava. Questa funzione di depurazione è essenziale per garantire il mantenimento del giusto equilibrio umorale dell’organismo e per assicurare la corretta regolazione degli equilibri idro-salini e acido-base del tessuto sanguigno circolante. Le scorie filtrate dai reni formano, a loro volta, un liquido che prende il nome di “urina”. A livello renale è sintetizzato un ormone chiamato “eritropoietina”, la cui funzione principale è quella di favorire la formazione dei globuli rossi e viene inoltre attivata la produzione di un enzima ad azione ipotensiva denominato “renina”, il quale a sua volta regola la sintesi degli ormoni implicati nel bilancio dello ione sodio e nel controllo della pressione del sangue. - Vie escretrici superiori, costituite da “calici renali, bacinetto renale e uretere”, rappresentano dei condotti a forma d’imbuto e di tubo, tra loro strettamente collegati, la cui funzione è quella di “raccogliere in maniera continua e senza interruzione” l’urina prodotta dai reni, di convogliarla e riversarla, con movimenti attivi direttamente nella vescica. - “Vie escretrici inferiori”, formate da ”vescica e uretra”, la cui funzione è quella di “accumulare e di espellere” dall’organismo tutta l’urina, prodotta dai reni nelle 24 h e canalizzata dalle vie renali superiori; in particolare, la vescica, organo muscolare cavo, svolge le funzioni vere e proprie di un “serbatoio di accumulo”, la cui “capacità di contenimento” varia, a seconda delle condizioni, tra i 150 e i 350 cm³. Quando la capienza della vescica è vicina al livello di riempimento o di sopportazione, interviene automaticamente uno stimolo, che attiva gradualmente il travaso dell’urina nell’uretra, che è rappresentata da un condotto, la cui funzione è quella di espellere, attraverso la minzione, l’urina scaricata dalla vescica. L’uretra, pur svolgendo le stesse funzioni per entrambi i sessi, sia per quello femminile, sia per quello maschile, ha tuttavia una forma, una lunghezza e uno sbocco diversi nella donna e nell’uomo, caratteristiche anatomiche, che differenziano e condizionano la tipologia e la durata dei disturbi in entrambi i sessi. DISTURBI DELL’APPARATO URINARIO I principali disturbi di “carattere saltuario, acuto o transitorio”, che interessano l’apparato urinario in forma lieve, sono prevalentemente caratterizzati da sintomatologie dolorose e da problemi di natura infettiva, infiammatoria, ostruttiva o allergica, le cui insorgenze dipendono, - sia da fattori di origine fisiologica ricollegabili, direttamente o indirettamente, con la funzionalità dell’apparato urinario, (quali ad es. età, condizione sessuale, gravidanza, diabete mellito, calcoli renali), - sia da causee apparentemente estranee all’organismo, ma sempre riconducibili a errate abitudini alimentari o a inadatte condizioni di vita sociale e relazionale. I sintomi più comuni che caratterizzano le disfunzioni dell’apparato urinario sono generalmente classificati in: - dolori o spasmi localizzati prevalentemente nella vescica, - difficoltà nel passaggio dell’urina durante la minzione, - bruciore al passaggio dell’urina, in corrispondenza della minzione, - sensazione di svuotamento scarso o incompleto, - impellenza e/o lieve incontinenza urinaria, - minzione frequente durante la giornata, - aumentata minzione notturna nelle ore di riposo. Questo tipo di disturbi, riconducibili prevalentemente alla composizione chimica dell’urina prodotta e alla presenza di microrganismi nel tratto urinario, possono essere facilmente curati alternativamente con: - l’impiego sintomatico di farmaci, da soli o in associazione, dotati di attività antisettica, antiinfiammatoria o antispastica, - l’utilizzo sistematico e/o preventivo di prodotti fitoterapici, da soli o in associazione, aventi attività analoga o talvolta superiore a quella dei medicinali stessi. Diversamente, se la cura di questi malesseri, per la loro intensità o durata, non porta a remissioni significative in breve tempo, ma se i sintomi persistono, proseguono o si trasformano in patologie manifeste come per es. quelle di natura infettiva, allergica, degenerativa, fibrosa, funzionale o tumorale, allora occorre prevedere cure mediche e indagini specifiche più accurate prima di poter stabilire quali interventi da adottare. I calcoli urinari si sviluppano quando sostanze scarsamente solubili nell’urina, dopo essere state introdotte in quantità eccessiva con l’alimentazione, si aggregano tra loro, formando particelle di dimensioni maggiori rispetto a quelle dei singoli componenti di partenza, denominate comunemente come “calcoli”, i quali, a causa della loro insolubilità, dimensione e peso, si depositano o si spostano molto lentamente all’interno del sistema urinario, creando restrizioni o più spesso ostruzioni vere e proprie al passaggio dell’urina all’interno dei condotti di scarico. Questa condizione di ostruzione del flusso urinario, dovuta alla presenza di calcoli, provoca danni ai tessuti circostanti, spasmi molto forti e sensazioni dolorifiche molto violente, chiamate coliche, che richiedono, per essere ridotte come intensità, tempestivi trattamenti endovenosi a base di potenti analgesici ed antispastici. I principali o i più comuni componenti presenti nei calcoli urinari sono costituiti da sali di calcio, (ossalato e fosfato di calcio), sali di magnesio complessati o liberi, acido urico, cistina. TERAPIE A BASE DI PRODOTTI FITOTERAPICI La tabella 16.2 riporta e confronta tra loro, l’elenco e l’indicazione dei principali componenti, presenti nelle più comuni piante medicinali, ufficialmente riconosciute dalle diverse Farmacopee europee per la cura dei disturbi dell’apparato urinario e che sono attualmente disponibili e adoperate a questo scopo: - “come preparazioni fitoterapiche tradizionali”, da sole o in associazione”, come “antisettici urinari”, per il trattamento delle infezioni o degli stati infiammatori dell’apparato urinario, - “per terapia diluente” allo scopo di facilitare l’espulsione dei calcoli urinari o della renella. La “terapia diluente” consiste in un lavaggio del tratto urinario, attraverso l’assunzione orale di elevate quantità di acqua, (la forma farmaceutica più indicata è la tisana), in modo da facilitare la rimozione per diluizione delle sostanze nocive contenute nei calcoli renali. Piante medicinali ufficialmente riconosciute per la cura dei disturbi del tratto urinario - (Tab. 16.2 ) Nome della pianta Asparago Bardana Betulla Bucco Echinacea Equiseto Gramigna Levistico Mirtillo americano * Nasturzio Ortica Ortosifon Prezzemolo * Sandalo Uva ursina * Verga d’oro Classificazione Asparagus officinalis Arctium majus Betulla Barosma betulina Echinaccea purpurea Equisetum arvense Agropyron repens Levisticum officinale VaccinIum macrocarpon Tropaelum majus Urtica dioica Ortosiphon spicatus Petroselinum crispum Santalum album Arkostaphylos uva-ursi Solidago canadensis Parte utilizzata radici, radici foglie foglie parti aeree parti aeree rizoma radici frutti pianta intera pianta, radici foglie radici, parti aeree corteccia foglie sommità fiorite Componenti o sostanze principali saponine steroidee, fruttani e aminoacidi olio essenziale, steroli, tannini. flavonoidi, triterpenoidi, proantocianidine flavonoidi, olio essenziale flavonoidi, polisaccaridi flavonoidi,acido caffeico e silicico flavonoidi, olio essenziale, saponine olio essenziale, cumarine flavonoidi, proantocianine,fruttosio, etc. cucurbitacine, glucosinolati, oli grassi flavonoidi, ac.silicico, olio essenziale flavonoidi,ac.caffeico,saponine,olio essenz. flavonoidi, cumarine, olio essenziale tannini, resine, olio essenziale tannini,ac. fenolici, glicosidi antrachinonici flavonoidi, olio essenziale, saponine Il principale meccanismo d’azione antibatterico dei prodotti fitoterapici consiste “nell’inibire l’adesione delle principali cellule batteriche infettanti l’apparato urinario”, (Escherichia coli, Proteus, Klebsiella e, occasionalmente, Enterobacter), all’epitelio vescicale e uretrale. Questa proprietà terapeutica è stata evidenziata sperimentalmente, sia in vitro che in vivo, da parte delle “Proantocianidine” contenute nel “Mirtillo rosso” e, più recentemente, anche dal “Mannosio.” I più comuni prodotti fitoterapici, al momento presenti in farmacia o in erboristeria, e allestiti come preparazioni farmaceutiche da usare per via orale, contengono da sole o in associazione le seguenti piante o droghe: “Mirtillo rosso americano, Uva ursina, Mannosio, Verga d’oro, Ortosiphon, Echinacea e Betulla”. I prodotti fitoterapici ad attività antisettica, sono inoltre compatibili a titolo terapeutico e possono essere facilmente abbinati ad altre piante medicinali dotate di attività antinfiammatoria quali ad es Malva, Altea, Agrimonia, Betulla, Ananas, etc. A titolo esclusivamente esemplificativo, i nomi commerciali corrispondenti alle preparazioni farmaceutiche, più diffuse e/o facilmente reperibili in farmacia o in erboristeria, sono costituiti da: Betulla cps, Cys-Control cps, Cistiflux bst e cps, Cranberry Cist, bst, Monurelle cps, Cranberry cps, Litostop bst, Nocist Intensive bst, Petrase,Tatassaco cps, Uractive cprs, Urogyn cps, Uticran Mono cps e Uva ursina cps. MIRTILLO ROSSO AMERICANO Il “Mirtillo rosso americano”, o “Vaccinum macricarpon”, appartenente alla famiglia delle “Ericaceae”, è una pianta spontanea arbustiforme di piccole dimensioni, originaria delle zone settentrionali del continente americano, che produce frutti a forma di bacche rosse dal sapore molto dolce, originariamente consumate come tali o utilizzate per la preparazione di conserve mescolate a sciroppo d’avena. Droga, è ricavata come “estratto secco” dai frutti, in cui i composti principali presenti sono costituiti da: “Antocianine”, “Proantocianidine”, “Fruttosio”, Flavonoidi” e “Acidi organici”; (benzoico, citrico, malico, ossalico). Proprietà terapeutiche, la sua specifica attività antibatterica, clinicamente dimostrata contro le infezioni del tratto urinario, induce una inibizione irreversibile dell’adesione batterica alla mucosa della vescica, condizione essenziale per contrastare lo sviluppo delle infezioni del tratto urinario. In modo particolare risultano essere sensibili a questo tipo di attività i germi patogeni denominati “Escherichia coli”, i quali sono i più diffusi agenti infettanti e che sono responsabili della maggiore parte delle complicazioni provocate dalle infezioni urinarie. Effetti collaterali, una presenza eccessiva di “acido ossalico”, in alcuni estratti di mirtillo rosso americano, è in grado di aumentare i livelli di “ossalato di calcio” nelle urine, con conseguente possibile formazione di calcolosi. Le preparazioni farmaceutiche di mirtillo rosso americano, attualmente commercializzate in farmacia o in erboristeria sotto forma di compresse, capsule o bustine, riportano sempre la denominazione di “cranberry”. UVA URSINA L’Uva ursina o “Arctostaphylos uva-ursi”, appartenente alla famiglia delle “Ericaceae”, è un arbusto, spontaneo, sempreverde, di piccole dimensioni, molto diffuso nelle aree montuose, alpine e appenniniche Questo arbusto presenta foglie coriacee di colore verde scuro e frutti, non commestibili, a forma di bacca di colore rosso con polpa farinosa. Droga è ricavata dalle “foglie essiccate” e contiene come principi attivi “glicosidi idrochinonici”, (tra cui arbutina e metilarbutina), tannini, acidi terpenici, flavonoidi e acidi organici, (malico e chinico), allantoina e sostanze resinose. Proprietà terapeutiche sono prevalentemente dovute alla presenza di “arbutina e metilarbutina”, che una volta assorbite dall’organismo, si trasformano in composti idrochinonici, i quali a determinate concentrazioni esercitano un’azione astringente e antisettica sulla mucosa delle vie urinarie. Efficacia clinica, l’uva ursina è ampiamente raccomandata dalla commissione europea, sia da sola, sia in combinazione con antibiotici ß-lattamici, per la cura delle infezioni del tratto urinario, in particolare di quelle sostenute da “Escherichia coli e Staphylococcus aureus”. L’uva ursina, somministrata assieme al tarassaco, riduce sensibilmente la dolorosità nelle donne anziane affette da cistite; questa pianta è inoltre raccomandata in associazione con gli estratti di luppolo e menta per curare soggetti afflitti da minzione dolorosa, da bruciori all’emissione di urina o da leggera incontinenza urinaria, (specie notturna). Effetti collaterali, l’uva ursina provoca una colorazione marrone dell’urina, che, se lasciata all’aria. diventa di colore scuro. La commissione europea riporta tra gli effetti collaterali nausea e vomito occasionali in soggetti sensibili sottoposti a elevati dosaggi; l’uso di questa pianta è inoltre controindicato per individui di sesso femminile di età inferiore ai 12 anni, durante la gravidanza o l’allattamento. DIURETICI Premessa, per quanto, in senso stretto, il termine “diuresi” sia comunemente riferito ad un aumento del volume di urina, il suo significato è solitamente associato all’impiego terapeutico di quelle sostanze che aumentano la secrezione renale di acqua sempre associata a quella dello ione Sodio. L’effetto primario della maggior parte delle sostanze diuretiche è la riduzione del riassorbimento dello ione sodio, mentre quello secondario è l’aumento di perdita di acqua. Le principali proprietà terapeutiche dei diuretici sono finalizzate, sia al trattamento dell’ipertensione, in cui l’azione diuretica provoca una rapida diminuzione del volume ematico con conseguente riduzione della pressione arteriosa, sia alla cura dei disturbi da ritenzione idrica o da ristagno di liquidi extracellulari, (edema). Nella cura dei disturbi dell’apparato urinario le piante diuretiche, indipendentemente dalla loro attività terapeutica più o meno intensa, svolgono comunque un ruolo importante, in quanto già l’assunzione di acqua favorisce la diuresi utile per esempio non soltanto nelle infezioni ma anche in quei pazienti soggetti a formazione di calcoli urinari, nella sindrome premestruale accompagnata da marcata ritenzione urinaria o da patologie extra urinarie quali ipertensione arteriosa edemi etc. La tabella 16.3 contiene in forma riassuntiva l’elenco dei prodotti ufficialmente riconosciuti e classificati come diuretici dalle principali Farmacopee. Tabella 16.3 elenco delle piante medicinali classificate dalla commissione europea ad attività diuretica Nome della pianta Asparago Betulla Cola Equiseto * Fagiolo Ginepro Gramigna* Levistico* Matè Onoide Ortica Othosiphon * Pilosella Prezzemolo * Tarassaco Verga d’oro * Classificazione Asparagus officinalis Betula pendula Cola spp Equisetum arvense Phaseolus vulgaris Juniperus communis Agropyron repens Levisticum officinale Ilex paraguaiensis Ononis spinosa Urtica dioica Orthosiphon spicatus Hieracium pilosella Petroselinum crispum Taraxacum officinale Solidago spp Parte utilizzata rizoma foglie semi parti aeree baccelli frutti rizoma radici parti aeree radici sommità fiorite foglie sommità fiorite radici,parti aeree pianta intera sommità fiorite Componenti o sostanze principali presenti flavonoidi, saponine steriodee,fruttani flavonoidi, proantocianidine, triterpenoidi caffeina,teobromina, tannini flavonoidi,ac.silicico e caffeico,alcaloidi piridinici. flavonoidi,saponine lecitine,ac.pipecolico,cromo flavonoidi, tannini, acidi organici, olio essenziale Olio essenziale, carbiodrati, flavonoidi, saponine Olio essenziale, cumarine caffeina,teobromina,teofillina, flavonoidi, tannini flavonoidi, olio essenziale flavonoidi, sali ninerali flavonoidi, saponine triterpeniche,olio essenziale flavonoidi,saponine,cumarine,ac.caffeico, mucillag. flavonoidi, cumarine, olio essenziale flavonoidi, cumarine, terpenoid, ac,organici flavonoidi, saponine triterpeniche,olio essenziale EQUISETO L’Equiseto o “Equisetum arvense”, appartenente alla famiglia delle “Equisetaceae”, è una pianta arbustiva perenne, molto diffusa in europa, che cresce spontaneamente in aree umide e acquitrinose. Droga è ricavata dal fusto ed è composta prevalentemente da “Acido silicico”, “Sali minerali”, (potassio, calcio e magnesio), “Flavonoidi”, (Quercetina, Equisetrina e Isoquercetina), “Alcaloidi” e “Acidi organici”. Proprietà terapeutiche la Commissione E. tedesca considera l’Equiseto per i seguenti trattamenti terapeutici: - come un blando diuretico per il trattamento degli edemi postflebitici, - per la “terapia diluente” nei casi di formazione di renella, negli stati infettivi e infiammatori del tratto urinario, - per uso esterno per favorire la guarigione di ferite e/o di piccole emorragie superficiali. Effetti collaterali, dalle sperimentazioni cliniche finora effettuate non sono stati evidenziati né interazioni farmacologiche né controindicazioni, tuttavia a titolo precauzionale è sconsigliato l’uso terapeutico dell’equiseto per il trattamento dei casi di edema periferico originato da scompenso cardiaco. GRAMIGNA La Gramigna o ”Agropyron repens”, appartenete alla famiglia delle “Graminaceae” è una pianta erbacea infestante largamente diffusa nel mondo e nel continente europeo. Droga è ottenuta dal rizoma intero dopo essere stato lavato, essiccato ripulito dalle radici avventizie, i componenti principali sono costituiti da “Carboidrati”, “Pectine”, “Flavonoidi”, “Olio essenziale”, (contenente “Agropirene”), “Sali minerali” e “Saponine”. Proprietà terapeutiche la gramigna presenta una blanda attività diuretica, dovuta soprattutto ai carboidrati presenti, i quali agiscono per osmosi, favorendo l’eliminazione idrica. L’agropirene presente agisce invece come antinfiammatorio e antimicrobico nei casi di cistite e di lievi infezioni delle vie urinarie. Effetti collaterali anche per la gramigna valgono le stesse considerazioni già espresse a proposito dell’Equiseto. LEVISTICO Il Levistico o “Levisticum officinale”, appartenente alla famiglia delle “Umbelliferae”, è una pianta erbacea perenne, molto diffusa nelle zone collinari italiane, dove viene comunemente denominato come “sedano di montagna”. Droga è ottenuta dalla pianta intera, da cui si estrae un “Olio essenziale”, di odore caratteristico, contenente “Monoterpeni”, “Cumarine” e “Furanocumarine”, a cui sono attribuite le attività diuretiche; l’Eu. Phar. nella specifica monografia indica che la pianta deve contenere “non meno di 4ml/Kg di olio essenziale”, estratto direttamente dalla pianta intera. Proprietà terapeutiche il levistico è ufficialmente utilizzato come “terapia diluente”, per la cura dei processi infiammatori, contro gli stati infettivi di lieve entità del tratto urinario e per il trattamento della renella. Effetti collaterali le diverse “commissioni europee”, deputate espressamente al monitoraggio delle reazioni avverse, correlate all’uso dei prodotti fitoterapici, pur non segnalando particolari condizioni avverse, sconsigliano l’uso del levistico nei casi di infiammazione acuta a carico dei reni e raccomandano di usarlo con precauzione nei casi di fotosensibilità dovuta alla presenza delle “Furanocumarine”. ORTOSIPHON L’Ortosifon o “Orthosiphon spicatus”, conosciuto anche con la denominazione di “The di Giava”, è una pianta erbacea spontanea, appartenente alla famiglia delle “Lamiaceae”, originaria delle zone tropicali del continente asiatico. Droga, ottenuta come “estratto secco titolato” dalla pianta intera, contiene un “Olio essenziale”, “Flavonoidi”, (ricchi di “Sinenensetina”), ”Terpeni” e “Sali di potassio”; l’Eu. Phar. nella specifica monografia indica un contenuto minimo dello 0,05% di sinensetina in riferimento alla corrispondente quantità di droga essiccata. Proprietà terapeutiche l’ortosiphon è ufficialmente utilizzato: - tal quale come “blando spasmodico” nella terapia dei disturbi urinari, per la sua attività diuretica e depurativa in grado di favorire l’eliminazione dei cloruri, dell’urea e dell’acido urico, - per “terapia diluente” nei casi d’infezioni batteriche, infiammazioni delle basse vie urinarie e in presenza di renella. Impieghi alternativi, l’ortosiphon, per le sue proprietà diuretiche e depurative, è largamente utilizzato come integratore per la riduzione della cellulite, nel corso di diete dimagranti equilibrate, come complemento delle misure dietetiche, per facilitare le funzioni di eliminazione idrica e la conseguente perdita di peso. Effetti collaterali, dalle sperimentazioni cliniche effettuate non sono stati evidenziati particolari effetti collaterali, controindicazioni o interazioni farmacologiche, tuttavia a titolo precauzionale è sconsigliato l’uso terapeutico dell’ortosiphon per il trattamento dei casi di edema originato da disfunzioni cardiaca o renale. PREZZEMOLO Il “Prezzemolo” o “Peroselium sativum” appartenente alla famiglia delle “Umbelliferae”, è una pianta spontanea biennale alta da 30 a 80 cm, dotata di foglie di forma caratteristica, ampiamente diffusa e coltivata in Italia a scopo alimentare. Droga, è ricavata, sia dalle radici, sia dalle parti aeree, le principali sostanze presenti nella droga sono costituite da “Flavonoidi”, “Furanocumarine” e da un “Olio essenziale”, a composizione molto variabile a seconda della varietà utilizzata. Proprietà terapeutiche gli estratti di prezzemolo aumentano la produzione di urina, per cui essi sono ufficialmente raccomandati, come “terapia diluente”, per la cura dei disturbi urinari, per la prevenzione o per la riduzione della renella. Impieghi alternativi il prezzemolo è largamente impegato nella medicina popolare nei seguenti casi: - sotto forma di decotto, come spasmolitico, nelle affezioni epatiche, come ipotensivo e per i dolori mestruali - come prodotto fresco, per applicazioni locali sotto forma di “cataplasmi”, spalmati solitamente a caldo, per trattare contusioni o ascessi, - come prodotto puro o come estratto, per la preparazione di aperitvi, - nell’industria alimentare, consumato crudo, è un prodotto ricco di vitamine tra cui in particolare la Vit. C. Effetti collaterali, questa pianta, se somministrata a dosi eccessive, il suo uso è sconsigliato nei casi di edema causato da disfunzioni cardiaca o renale; il prezzemolo può inoltre causare attività alluncinogene o di eccitazione del sistema nervoso centrale, fenomeni abortivi, dovuti soprattutto alla presenza dell”Apiolo” nell’Olio essenziale”; dalle sperimentazioni finora effettuate non sono stati evidenziate né interazioni farmacologiche né controindicazioni; tuttavia, a titolo precauzionale, l’uso terapeutico del prezzemolo è sconsigliato per il trattamento dei casi di edema periferico originati da scompenso cardiaco. VERGA D’ORO La “Verga d’oro” o “Solidago virgaurea”, appartenente alla famiglia delle “Asteraceae”, è una pianta erbacea, alta fino a 150 cm circa, che cresce spontaneamente nelle zone collinari e montane dell’Italia centro-settemntrionale. Droga, è ricavata dalle parti aeree essiccate, all’atto della massima fioritura; i componenti maggiormente presenti sono costituiti da “Saponine triterpeniche”, “Polisaccaridi solubili”, “Acidi fenolici”, “Flavonoidi”, “Olio essenziale” e “Tannini”. La Eu.Pharm. indica nella specifica monografia di riferimento, che la Verga d’oro deve contenere non meno di 10 ml/Kg di Flavonoidi, espressi come “Iperoside” in riferimento alla droga essiccata. Proprietà terapeutiche il meccanismo d’azione di questa droga non è stato ancora completamente chiarito, i Flavonoidi presenti sembrano essere quelli maggiormente responsabili, sia della sua attività diuretica e antinfiammatoria del tratto urinario, sia delle sue proprietà curative nella profilassi dei calcoli urinari e della renella. Impieghi alternativi gli estratti alcolici della verga d’oro manifestano in vitro un’attività antinfiammatoria del tutto simile a quella del “Diclofenac”, per cui sono tuttora in fase iniziale di sperimentazione altri possibili impieghi antiflogistici di questa droga, per la cura delle infiammazioni del cavo orale, delle afte, delle dermatosi superficiali e delle lesioni cutanee. Effetti collaterali a titolo precauzionale anche per la vite d’oro è sconsigliato l’uso terapeutico per il trattamento dei casi di edema originato da disfunzione cardiaca o renale.