Romane Cunico 3-12-2001 15:57 Pagina XI Prefazione La recente approvazione, a livello nazionale, di un profilo professionale per l’operatore socio-sanitario ha fatto sì che l’idea di approfondire temi d’aggiornamento professionale – nata dopo la pubblicazione de L’operatore socio-sanitario. Manuale di formazione per OTAA/OSA – diventasse rapidamente una vera e propria necessità formativa. La preesistente situazione, infatti, lasciava a ogni regione un ampio margine discrezionale per definire il profilo dell’OSS e ogni regione, in base alle proprie esigenze (o emergenze) provvedeva alla formazione degli operatori di cui aveva necessità. In questo modo, a seconda della provenienza geografica, si avevano gli OTAA, gli OSA, gli OAS e così via e, sempre a seconda della provenienza, queste figure possedevano un bagaglio di competenze alquanto disomogeneo. L’approvazione nazionale di un profilo per l’OSS cambia tale situazione e obbliga tutti all’uniformità sia della denominazione sia della mansione. Sarà sempre più necessario formare operatori che siano in linea con ciò che ci si aspetta da loro e diventa urgente adeguare la preparazione di coloro che, già in servizio, dovranno essere in grado di svolgere compiti che una volta non venivano loro richiesti, al fine di garantire un migliore supporto al personale sanitario e sociale. I Quaderni dell’operatore socio-sanitario sono un tentativo di far fronte a questa forte richiesta formativa e rappresentano uno strumento che, pur non sostituendo un corso, permetterà di rispondere a molte domande e sciogliere molti dubbi. Il progetto di questa collana è stato a lungo meditato. Ciò che è emerso alla fine è una serie di volumi monotematici che affrontano specifici argomenti, a volte legati alla pratica, come le procedure di sanificazione o sterilizzazione, a volte ad aspetti teorici quali i contenuti del contratto di lavoro o le tecniche di comunicazione. Ciò che rimane invariata è la tipologia dell’approccio utilizzato. Ogni XI Romane Cunico 3-12-2001 15:57 Pagina XII Quaderno, indipendentemente dal tema, prevede flow chart riepilogativi all’inizio di ogni capitolo mentre i contenuti trattati vengono suddivisi in parti relative alle conoscenze e in altre relative all’applicazione delle conoscenze. Laddove richiesto, un’ulteriore sezione …per saperne di più chiarisce e approfondisce alcuni aspetti dei temi esposti. L’obiettivo di questa collana è quindi quello di “semplificare per facilitare” e lo sforzo di chiarire concetti a volte piuttosto ostici è stato faticoso ma, spero, soddisfacente. Un’ultima parola per gli autori dei singoli Quaderni: ciascuno di loro è stato individuato sulla base dei titoli acquisiti e delle competenze dimostrate, e ha raccolto con entusiasmo la sfida di scrivere per un pubblico nuovo ed emergente. A tutti loro va il mio ringraziamento. Un grazie va anche alla Casa Editrice e in particolare a Teresa Massara, che mi ha aiutato a elaborare il progetto originale e a svilupparlo in una collana strutturata. Marina Vanzetta XII Romane Cunico 3-12-2001 15:57 Pagina XIII Presentazione Generalmente gli operatori socio-sanitari, gli infermieri e i medici sono coinvolti in relazioni terapeutiche “informali” nel senso che, all’interno dei servizi sanitari, essi combinano l’assistenza fisica con la relazione di aiuto. Con obiettivi diversificati, ogni operatore si trova dunque a fornire le cure mediche e l’assistenza a persone con problemi di salute. L’operatore socio sanitario fa cose che hanno molto in comune con i gesti della vita quotidiana: fare il bagno al paziente allettato, distribuire il cibo, aiutare il paziente ad alimentarsi e/o mobilizzarsi, somministrare la terapia, accompagnare il paziente ai servizi ecc. Il testo sottolinea l’importanza dello stretto e inscindibile legame tra l’agire tecnico-strumentale e l’agire comunicativo, espressivo della pratica assistenziale. Queste azioni concrete dell’operatore si collocano all’interno di una relazione di aiuto che ha per centralità il paziente, i suoi bisogni, le sue aspettative. L’attenzione perciò è rivolta agli aspetti pragmatici della comunicazione: ovvero alla sua riverberazione sul comportamento degli altri, ai risvolti psicologici conseguenti, ritenendo questi ultimi cruciali per il successo del risultato dell’intervento assistenziale di cura. Gli operatori comunicano in continuazione con gli assistiti per informare, ascoltare, educare, addestrare, convincere, far fare e supportare. Come sostiene Nanetti (1996), per comunicare in modo efficace non basta il “buon senso”. Occorre possedere anche conoscenze tecniche, nella consapevolezza – tuttavia – che queste di per sé non bastano. Perché una tecnica funzioni bisogna che essa venga interiorizzata, fatta propria, incarnata nel nostro abituale agire comunicativo, ossia diventi “tecnicità”. Paradossalmente significa usare le tecniche dimenticandole. Occorre pertanto evitare l’improvvisazione senza cadere nel tecnicismo. XIII Romane Cunico 3-12-2001 15:57 Pagina XIV Percorrendo, quindi, le teorie e i modelli per definire la comunicazione umana, la salute, la malattia, le reazioni psicologiche alla malattia e la relazione di aiuto, nel testo vengono presentate alcune situazioni problematiche di comunicazione e relazione (la persona con disturbi del linguaggio, la persona non vedente, la persona non udente, la persona morente, la persona aggressiva e violenta). L’intento è quello di fornire conoscenze strumentali (tecniche di approccio relazionale) utili a gestire la situazione in particolare e la comunicazione più in generale. Il testo fornisce anche una serie di esempi “artificiali” ed esercizi per acquisire familiarità con modelli di risposta efficace e non efficace, stili comunicativi ecc., motivandone la valenza terapeutica. Va precisato che apprendere a comunicare efficacemente è, per qualsiasi operatore, condizione indispensabile per essere di aiuto ai pazienti. Ciò nonostante, se le nostre conoscenze strumentali non si integrano al nostro modo più autentico e genuino di relazionarci, esse diventano semplici espedienti o, ancor peggio, mezzi che possono rendere più confuso il nostro agire comunicativo e relazionale. Laura Cunico XIV