Max Weber
L’etica protestante e
lo spirito del capitalismo
Max Weber economista
• I corsi universitari di Weber riguardarono
sempre l’economia politica, tuttavia il suo
modo d’intendere questa disciplina fu assai
poco convenzionale
L’economia politica secondo Weber
• Tre sono i campi d’interesse del Weber
economista:
1. La storia delle istituzioni e delle pratiche
economiche
2. La natura delle regole e degli istituti
economici
3. Il rapporto tra la sfera economica e le altre
sfere istituzionali della società
• La domanda che sta alla base de L’etica e lo
spirito del capitalismo riguarda la relazione, il
nesso che corre tra gli interessi materiali
(economia) e gli interessi e le credenze ideali
(la religione)
• Più in concreto: alla base del capitalismo
moderno vi sono state cause che possono
essere imputate alla sfera religiosa?
• La religione per Max Weber rappresenta
un’attribuzione di senso alla condizione
umana, un tentativo di risposta alle domande
ultime dell’uomo.
• Che senso ha questa vita? Che cosa c’è dopo la
morte? Quali sono i principi etici che debbono
guidare le mie azioni?
• Weber è interessato a mettere in luce le
diverse strategie di risposta sviluppate dalle
singole chiese.
• Nel cercare di attribuire senso all’esistenza
umana, ogni religione ha creato
rappresentazioni del mondo, codici etici e
norme d’azione molto differenti.
• Émile Durkheim: è
interessato a porre in
luce la matrice che
accomuna qualsiasi
esperienza religiosa.
• Karl Marx: pensa alla
religione come ad una
sovrastruttura, vale a
dire come un puro e
semplice effetto dei
rapporti di dominio che
si vengono a strutturare
nel campo economico
• Sviluppa una concezione
ulteriore: si distingue da
Marx per riservare alla
religione un fondamento
autonomo, distinto dai
rapporti economici. E si
distingue anche da
Durkheim per mettere in
luce e concentrarsi sulle
differenze che corrono tra
ogni singola religione.
Che cos’è il capitalismo?
•
•
•
•
Un tipo di azione economica…
…tesa alla ricerca di un guadagno…
…continuo e sempre rinnovato (redditività)…
…attraverso la produzione e lo scambio
pacifico e legale di merci.
Che cos’è il capitalismo moderno?
1. Si fonda sull’impiego di lavoro libero
2. È caratterizzato dalla separazione del capitale
privato (domestico, famigliare) da quello
d’esercizio (aziendale)
3. Impiega strumenti di calcolo razionale nella
gestione della contabilità e nella
pianificazione delle proprie strategie
• Per Weber il capitalismo non può essere spiegato
facendo semplicemente ricorso all’invenzione delle
scienze sperimentali e alla rivoluzione tecnologica.
• Anche gli indiani sono stati matematici raffinatissimi,
ma il sapere matematico “solo in Occidente fu usato al
servizio del capitalismo in corso di sviluppo, mentre in
India non diede luogo ad alcuna tecnica di bilancio, a
nessuna computisteria moderna”L’etica protestante e
lo spirito del capitalismo, pag. 45
Lo spirito del capitalista
1. Il capitalista evidenzia un criterio razionale di
orientamento nella realtà e per procedere nelle
scelte, quindi risulta poco incline a valorizzare e
rispettare la tradizione e sembra sempre
disposto ad accettare i cambiamenti.
2. Non pare particolarmente incline all’emotività, e
non sembra nemmeno troppo propenso a
comportamenti solidaristici verso il prossimo. Il
suo atteggiamento è in genere uniforme,
standard, universalista (tende cioè a tenerlo nei
confronti di tutti)
3. Le sue sono strategie elaborate sul lungo periodo,
poco inclini alle scorciatoie e alle gratificazioni
immediate.
4. Tende sempre a reinvestire il guadagno per rafforzare
la competitività della propria impresa: ogni obiettivo
conseguito nel presente è pensato come un mezzo
per conseguire un ulteriore obiettivo futuro.
5. Il suo stile di vita è decoroso, ma assolutamente
sobrio.
6. Ritiene che la sua “fibra morale” possa essere valutata
in base ai successi economici conseguiti
(pacificamente e con onestà) dalla sua azienda.
• Com’è stato possibile che si sviluppassero
personalità e ideali morali del genere in un
mondo, come quello tardo medioevale,
dominato da principi cristiani (per es. la
valorizzazione della tradizione, della
contemplazione, il disprezzo della cupidigia e
della ricerca sistematica di guadagno)
nettamente opposti a quelli propri del
capitalista?
• Nella traduzione
luterana della bibbia,
compare per la prima
volta in un passo del
Gesù di Sirac, il termine
tedesco di Beruf.
Il significato del termine Beruf
Lavoro
• Beruf
Vocazione
• “Non si può ignorare che nella parola tedesca Beruf,
come, in maniera forse ancor più evidente, in quella
inglese calling, almeno echeggi una rappresentazione
religiosa – quella di un compito assegnato da Dio – e che
diventi tanto più percettibile quanto più accentuiamo la
parola nel caso concreto. E se seguiamo la parola,
attraverso le lingue colte, in primo luogo risulta che
ciascuno dei popoli prevalentemente cattolici – così
come l’antichità classica – non conosce un’espressione di
tonalità analoga, per indicare quello che noi chiamiamo
Beruf (nel senso di una posizione occupata nella vita, di
un ambito di lavoro preciso e circoscritto, insomma di
una professione), mentre esiste in tutti i popoli
prevalentemente protestanti” L’etica protestante, pag.
101
• L’esistenza monacale non
solo è priva di alcun valore,
ma è anche il prodotto di un
atteggiamento egoista e
profittatore
• Il lavoro professionale
svolto nel mondo appare
invece come espressione
esterna dell’amore per il
prossimo: la divisione del
lavoro “costringe” ogni
individuo a lavorare per gli
altri
• Nel concetto di Beruf trova espressione quel
dogma centrale di tutte le chiese protestanti
che vede nel lavoro mondano, nell’adempiere
cioè con cura ai doveri della propria
professione/vocazione, l’unico modo per
essere graditi a Dio.
• La differenza con la tradizione medioevale
rappresentata da Tommaso d’Aquino è evidente:
“Infatti quando Tommaso d’Aquino presenta
l’organizzazione degli uomini secondo stati, ceti e
professioni come opera della divina provvidenza
intende il cosmo oggettivo della società. Ma il
fatto che l’individuo si orienti verso una
professione determinata e concreta è la
conseguenza di causae naturales” L’etica
protestante, pag. 146
• Non bisogna cadere nell’errore di intravedere già
nella concezione luterana di Beruf una possibile
spiegazione per la genesi del capitalismo: “Lutero
aveva una concezione essenzialmente statica del
Beruf, in cui si perpetuava l’esortazione
medioevale all’individuo di eseguire
debitamente, coscienziosamente, i propri doveri
tradizionali del proprio stato mondano, a
identificarsi col proprio mestiere e osservarne
scrupolosamente le regole corporative” G. Poggi,
Incontro con Max Weber, pag. 80
• Secondo Lutero non aveva senso darsi da fare per
cambiare la propria professione o per migliorare la
propria posizione economica e questo per una ragione
molto semplice:
• Il Beruf proviene dalla provvidenza. E allora perché
“andare a cambiare” un dono di Dio? In ogni stato, in
ogni condizione si può raggiungere l’eterna
beatitudine. È dunque assurdo, in quel breve
pellegrinaggio che è la vita, attribuire importanza alla
specie di professione occupata e perder tempo per
cambiarla. Il Beruf è ciò che l’individuo deve accettare
Giovanni Calvino
• Per Calvino, Dio non è
in funzione degli uomini
ma sono gli uomini ad
essere in funzione di
Dio.
• Perché Dio ha creato il
mondo? Perche ha
creato l’uomo?
• Per aumentare la sua
gloria.
Dio è un essere
trascendente, assoluto,
onnipotente e del tutto
incomprensibile per la
mente umana.
Solo Dio è libero in
quanto soltanto lui non
è soggetto ad alcuna
legge.
La dottrina della predestinazione
• Se Dio è quell’essere onnipotente ed
imperscrutabile che si è detto, allora nessuna
azione umana potrà avere una qualche influenza
sulle sue decisioni.
• Se ne deduce che la salvezza così come la
dannazione del singolo individuo non possono
dipendere dalla sua condotta terrena, ma sono
già state decise da Dio sin dall’inizio dei tempi
• Dalla confessione di Westminster (1647) artt.
3, 5: “A rivelazione della sua sovranità, Dio,
con la sua decisione, ha predestinato alcuni
uomini alla vita eterna *…+ e questo
puramente per libera grazia e amore, e non
perché *…+ sia stato indotto dalla previsione
della fede o delle buone opere o della
perseveranza nell’una o nelle altre *…+; ma
tutto a maggior gloria della sua grazia
sovrana”
• L’unico indizio che l’individuo può avere nel
mondo terreno della propria salvezza è dato
dalla forza della sua fede. Solo la fede
incrollabile nella propria grazia può essere
interpretato come segno della salvezza eterna.
Conseguenze della dottrina della
predestinazione
• Rimozione della magia dal mondo: la salvezza
non può essere raggiunta attraverso i
sacramenti (vedi ad es. la confessione).
Conseguenze della dottrina della
predestinazione
• Rimozione del sentimentalismo: “è un atto
irrazionale *…+ amare qualcuno più di quanto
la ragione ci voglia permettere *…+. Molto
spesso ciò spinge gli spiriti umani al punto di
impedire il loro amore di Dio” (R. Baxter,
Christian Directory, cit. in Weber Etica pag.
254)
Conseguenze della dottrina della
predestinazione
• Individualismo: poiché le opere buone non
possono avere alcuna influenza sul destino di
salvezza o di dannazione, l’individuo sarà
spinto a credere di poter contare solo su se
stesso, e tenderà a concentrarsi
esclusivamente sul proprio rapporto con Dio
• “Come fu sopportata
questa teoria (cioè la
dottrina della
predestinazione), in
un’epoca in cui l’aldilà era
non solo più importante
ma anche, per molti
aspetti, più sicuro di tutti
gli interessi della vita
terrena?” L’etica
protestante, pag. 171
• Il lavoro indefesso era considerato un ottimo
metodo per dissipare il dubbio sulla propria
salvezza e acquisire sicurezza di sé.
• Ma c’è anche una seconda decisiva ragione
che spinge i calvinisti ad intraprendere azioni
economiche nello spirito del capitalismo
moderno.
• Questa ragione ha a che fare con la nuova
concezione dell’ascesi sviluppata dal Calvino
Concezione cristiana
classica dell’ascesi
• L’asceta mira a fare di sé un recipiente vuoto
nel quale accogliere Dio.
• Si distacca dal mondo ed intraprende il difficile
cammino spirituale della mistica
• Come mostrano ad esempio i cosiddetti
esercizi igniaziani, l’elemento razionale non è
assente dalla mistica cristiana classica.
Tuttavia è decisivo il fatto che per essa l’ascesi
è concepibile esclusivamente nei termini di un
distacco dal mondo. E infatti: “l’uomo che per
eccellenza viveva metodicamente in senso
religioso era e restava solo e precisamente il
monaco” L’etica protestante, pag. 181
Concezione calvinista dell’ascesi
FINITUM NON EST CAPAX
INFINITI! (un essere finito
– come appunto è l’uomo
– non può affatto ricevere
in sé un essere infinito
come Dio)
• Qual’è allora la via
calvinista all’ascesi?
L’acesi intramondana
• Poiché Dio ha creato il mondo a sua maggior
gloria, l’unico modo che ho per sperare di
avvicinarmi a lui è quello di farmi strumento
nelle sue mani, contribuendo tramite la mia
opera mondana a migliorare il mondo
• Il mio successo mondano (il fatto che Dio mi
abbia accettato come strumento di cui servirsi
per aumentare la propria gloria) può quindi
essere interpretato come un segno della mia
elezione divina. Ma tale successo non può
essere sporadico. Al contrario esso deve
mantenersi, rinforzarsi, crescere nel tempo.
I paradossi del capitalismo
• Il successo delle attività economico dei
capitalisti ha progressivamente addormentato
il nervo religioso di molti individui
• Divenendo la struttura economica dominante,
il capitalismo ha contribuito potentemente al
fenomeno della secolarizzazione (perdita di
presa della religione sul mondo umano).
• Dopo aver contribuito alla sua genesi, lo
spirito del capitalismo ha cessato di essere
indispensabile per il sistema capitalistico.
• Il punto è che, mentre il calvinista voleva
essere un Berufsmesch (individuo tutt’uno con
la sua professione), noi invece siamo costretti
ad esserlo
La gabbia d’acciaio
• La concorrenza inesorabile
che il capitalismo ha
generato costringe oggi
l’attore sociale ad un
comportamento
instancabile, energico,
aperto al cambiamento,
razionalmente orientato e
teso a massimizzare le
opportunità di ogni singola
situazione. Altrimenti gli
tocca di venir tagliato fuori
dal gioco o, come scrive
Weber, “di andare al muro”.