Anno 10 - n. 3 - Giugno 2007 RIVISTA BIMESTRALE D’INFORMAZIONE SCIENTIFICA a cura dell’Osservatorio Epidemiologico Veterinario della Regione Lombardia Regione Lombardia Direzione Generale Sanità - Servizio Veterinario Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna Osservatorio Epidemiologico Veterinario Regionale - Via Bianchi, 9 - 25124 Brescia S ommario Anno 10 - n. 3 - Giugno 2007 RIVISTA BIMESTRALE D’INFORMAZIONE SCIENTIFICA a cura dell’Osservatorio Epidemiologico Veterinario della Regione Lombardia 3 Editoriale 4 Arborvirus trasmessi da culicoidi di M. Calzolari, M. Dottori Regione Lombardia Direzione Generale Sanità - Servizio Veterinario Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna Osservatorio Epidemiologico Veterinario Regionale - Via Bianchi, 9 - 25124 Brescia Il ragionamento diagnostico in medicina: analogie con i metodi investigativi dei detective in letteratura. 8 Recensione a cura di G. Zanardi dell’articolo di Rapezzi C., Ferrari R., Branzi A. (2005). “White coats and fingerprintes: diagnostic reasoning in medicine and investigative methods of fictional detectives” BMJ, 331, 1.491-1.494 Direttore responsabile Cesare Bonacina Direttore scientifico Ezio Lodetti Redattore Giorgio Zanardi Responsabile comitato redazione Giorgio Zanardi Comitato di redazione M. Astuti, P. Cordioli, M. Domenichini, P. Antoniolli, L. Gemma, C. Genchi, G. Gridavilla, A. Lavazza, A. Palma, V.M. Tranquillo 12 La qualità dell’ambiente quale pre-requisito sanitario nell’allevamento degli animali da reddito di G. Brambilla Hanno collaborato a questo numero M. Calzolari, M. Dottori, G. Zanardi, G. Brambilla, Segreteria di redazione M. Guerini L. Marella Fotocomposizione Editrice Vannini - Gussago (BS) Editore Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna “Bruno Ubertini” Tutti coloro che vogliono scriverci, devono indirizzare le lettere al seguente indirizzo: “L’OSSERVATORIO” rubrica “La posta dei lettori”, via Bianchi, 9 - 25124 Brescia - tel. 030 2290259-235; oppure utilizzare la posta elettronica: [email protected] L’Osservatorio e i numeri del precedente Bollettino Epidemiologico possono essere consultati anche sul sito web http:\\www.oevr.org Editoriale Il numero estivo è dedicato all’epidemiologia ambientale, alle malattie trasmesse da arbovirus e veicolate da culicoidi e ad un argomento, mi auguro divertente, relativo al ragionamento diagnostico in medicina. La prevenzione finalizzata alla salute non può prescindere dalla tutela dell’ambiente e l’epidemiologia ambientale studia la distribuzione dei casi di malattia nello spazio, nel tempo e nei diversi sottogruppi della popolazione, con particolare attenzione alla correlazione con l’esposizione ai fattori di rischio ambientale. È una disciplina che ha acquisito sempre più importanza con l’aumentare della consapevolezza dell’elemento ambiente, che fa parte della triade epidemiologica. L’approccio metodologico nel settore veterinario è fondato sul monitoraggio di animali sentinella, spie della qualità dell’ambiente in cui vivono, e che fungono da rilevatori precoci di possibili effetti avversi di determinate esposizioni ambientali. L’articolo proposto focalizza l’attenzione sugli inquinanti organici persistenti (POP), di cui la convenzione di Stoccolma del 2004 fornisce il quadro, basato sul principio di precauzione, atto a garantire l’eliminazione, in condizioni di sicurezza, e la diminuzione della produzione e dell’uso di tali sostanze, nocive per la salute umana e per l’ambiente. D’altro canto, le malattie emergenti virali trasmesse da Culicoides sono fortemente condizionate dai cambiamenti ambientali, climatologici in particolare. Lo dimostra la presenza, sopravvivenza e persistenza di specie di zecche anche a latitudini fino a poco tempo fa sfavorevoli. I focolai di Blue Tongue in Germania e la persistenza del virus scoperta recentemente nei bovini sentinella rappresentano un esempio calzante. Sembra d’interesse, perciò, offrire una panoramica su queste malattie, che non sono presenti nel nostro Paese, ma potrebbero riguardarci in futuro. G. Zanardi L’OSSERVATORIO 33 Arbovirus trasmessi da culicoidi M. Calzolari1, M. Dottori1 no prettamente acquatici. Possono deporre le uova in diversi ambienti: sulla superficie di raccolte d’acqua delle più svariate dimensioni quali lattine usate, abbeveratoi per gli animali, risaie, oppure sui substrati umidi nelle vicinanze dell’acqua, sul fango o la lettiera umida e ancora sulla superficie inferiore della vegetazione acquatica. Ai tropici le uova schiudono in 1-2 giorni, a temperature più fredde possono impiegare 1-2 settimane; alcune specie, in particolare del genere Aedes, producono uova che possono resistere al disseccamento anche per anni. Tutte le larve dei culicidi sono acquatiche, ma respirano ossigeno atmosferico salendo, solitamente, al pelo dell’acqua; gli esemplari appartenenti al genere Coquillettidia hanno un sifone modificato che permette di respirare sfruttando le parti immerse dei vegetali. Solitamente le larve non vivono nelle acque aperte o nella corrente, ma piuttosto sul bordo dove la corrente è minima e possono trovare riparo nella vegetazione. Si nutrono di detriti, alghe e microrganismi acquatici e dopo tre mute diventano pupe. Nei paesi tropicali la vita larvale è di soli 7-10 giorni, in ambienti temperati è più lunga; in talune specie le larve possono anche superare l’inverno. Anche la durata dello stadio di pupa è influenzato dalle temperature e può variare dai 2-3 giorni fino ad una settimana. Le zanzare si nutrono di liquidi zuccherini (ad esempio di nettare), solo le femmine necessitano anche di un pasto di sangue per fare maturare le uova. Questi insetti possono deporre da poche decine a centinaia di uova, per ogni ovideposizione. Il tempo di digestione del pasto di sangue, dopo il quale la zanzara depone le uova, va da 2-3 giorni nei paesi caldi fino ad 1-2 settimane a temperature più basse. Ogni specie di zanzara ha delle preferenze alimentari e punge vertebrati diversi, quelle che attaccano preferenzialmente l’uomo sono dette antropofile. Le zanzare non sono buone volatrici e si allontanano solo poche centinaia di metri dal sito di comparsa; grandi spostamenti sono possibili solo se l’insetto viene trascinato dal vento oppure trasportato con autovetture, treni, navi od aeroplani. Le femmine adulte vivono 1-2 settimane nei paesi tropicali mentre nei paesi temperati possono arrivare anche a 1-2 mesi; in alcune specie le femmine gravide possono rimanere in ibernazione Introduzione Negli ultimi anni l’ampia ed inarrestabile diffusione della zanzara antropofila Aedes albopictus, ha riportato all’attenzione della pubblica opinione il problema zanzare, prima storicamente relegato ad alcune aree costiere frequentate dai turisti. Se la pubblica opinione è preoccupata soprattutto del disagio e delle fastidiose conseguenze delle punture di zanzare che inaspettatamente agiscono in pieno giorno in luoghi un tempo dedicati al relax e alle attività ricreative e alla cui puntura è difficile sottrarsi, gli operatori sanitari volgono la loro attenzione ai rischi connessi ad un potenziale ed efficiente vettore di malattie infettive; Ae. Albopictus è, infatti, un vettore competente di almeno 22 arbovirus. Il termine arbovirus, acronimo di artropod-borne-virus, sta ad indicare i virus biologicamente trasmessi dalla puntura di un artropode ematofago ad un ospite vertebrato (sono esclusi dagli arbovirus i virus trasmessi meccanicamente). Questo termine non ha quindi un significato tassonomico, ma ha una valenza epidemiologica; gli arbovirus appartengono, infatti, a diverse famiglie di virus. Fra le zanzare in grado di trasmettere arbovirus non c’è solo la specie esotica Ae. Albopictus, in quanto diverse specie autoctone hanno capacità vettrici, ad esempio Culex pipiens, che da sempre accompagna le nostre serate estive con limitati fastidi e senza lasciarci immaginare preoccupanti scenari di esotiche epidemie. Cenni di biologia delle zanzare Con il termine zanzare si indicano i ditteri nematoceri appartenenti alla grande famiglia Culicidae; esistono circa 3200 specie e sottospecie di zanzare suddivise in 42 generi e nel nostro paese sono presenti circa 60 specie raggruppate in 7 generi. Solo alcune specie pungono preferenzialmente l’uomo, le più pericolose per la trasmissione di agenti patogeni appartengono ai generi Anopheles, Culex, Aedes, Ochlerotatus (formalmente un sottogenere di Aedes) e Mansonia. Questi insetti possiedono una grande adattabilità, ma il loro ciclo vitale è comunque legato all’acqua, sia dolce che salata; le uova delle zanzare hanno bisogno di acqua per schiudersi e gli stadi di larva e pupa so- Sanità veterinaria 4 L’OSSERVATORIO Tra i flavivirus vanno ricordati anche quello della Meningoencefalomielite Israeliana del Tacchino ed il Bagaza virus. Gli alphavirus sono arbovirus che generalmente hanno i loro serbatoi naturali negli uccelli e nei piccoli mammiferi, mentre gli uomini e gli animali domestici sono ospiti di dead - end (tab. 1). Agli alphavirus appartiene il virus Chikungunya che è diventato famoso dopo aver provocato, nel 2005, un’epidemia nelle Isole dell’Oceano Indiano. Esso comunque interessa da tempo vaste aree dell’ Africa e del Sud Est Asiatico e rappresenta un rischio attuale per la popolazione in Indonesia ed in Congo. Diverse decine ogni anno sono i casi di turisti che rientrano in Europa malati dopo una vacanza nelle zone in cui questa infezione è diffusa. Dati dell’ECDC (European Center of Disease Control) segnalano l’importazione di 307 casi in Francia dal 1 Aprile 2005 al 28 Febbraio 2006 e, nello stesso periodo, simili sono stati riportati in Germania, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Svizzera ed anche in Italia. Questo dato fa temere l’introduzione del virus nel nostro continente, visto che Ae. albopictus è un vettore della malattia. A questo genere appartengono anche i virus della Encefalite equina venezuelana, dell’Encefalite equina dell’est e dell’Encefalite equina dell’ovest; questi tre virus sono fra le più diffuse cause di encefalite nelle Americhe e presentano cicli molto simili nei quali intervengono diverse specie di zanzare: un ciclo enzootico, coinvolgente animali selvatici, sostenuto da una unica specie di zanzara, mentre altre specie di culicidi, con diverse preferenze alimentari, possono introdurre il virus in un ciclo epizootico e infettare anche l’uomo. Il Mayaro virus è diffuso solo in Sud America. Il Ross River virus è endemico in Australia e Papua Nuova Guinea; il meno comune Barmath Forest virus è presente solo in Australia. Il virus O’nyong nyong è trasmesso da Anopheles spp. in Africa. Un altro alphavirus abbastanza noto, segnalato anche in Italia una tantum, è il Sindbis virus (SINV). Di origine Africana, provoca saltuariamente poliartriti e dermatiti in Scandinavia, dove viene trasportato da uccelli migratori; è presente anche in Asia ed Australia. I rappresentanti dei Bunyavirus risultano abbastanza comuni in Europa e sono frequenti i rilevi di sieropositività nelle popolazioni (tab. 1). Le recenti alluvioni nei paesi dell’Est e il conseguente proliferare di zanzare hanno spinto i ricercatori a testare i residenti trovando molti riscontri positivi. Il più comune è senz’altro il Tahyna virus (appartenete al gruppo dei virus californiani tra cui viene annoverato anche il virus dell’Encefalite La Crosse che, oltre all’uomo, infetta anche svariate specie di animali domestici e sel- anche per 9 mesi, riuscendo a superare la stagione sfavorevole. Gli arbovirus trasmessi da zanzare Parlando di questi agenti patogeni non si vuole trascurare il ruolo dei plasmodi malarici, delle microfilarie o dei tripanosomatidi, bensì gettare un po’ di luce in un campo complesso in continua evoluzione sul nostro pianeta. I flavivirus sono tra i più rappresentativi della categoria e la loro pericolosità è connessa alla grande varietà di vettori e serbatoi che sono in grado di utilizzare (tab. 1). La Febbre Gialla (YF), originaria dell’Africa si è diffusa in Sud America, ma è sporadicamente comparsa in alcuni porti del Nord America e dell’Europa, trasportata da esemplari di Aedes aegypti, che sono stati in seguito eliminati dal rigore del clima. La Dengue (DEN), che annovera tra i suoi principali vettori Ae. aegypti e proprio Ae. albopictus, è presente in Africa, America Centrale e Meridionale, isole dei Caraibi, India, Indocina, Sud Est Asiatico e si sta ulteriormente diffondendo: da ricordare la grande epidemia in Grecia e Tunisia sostenuta da Ae. Aegypti registrata nel 1927. L’Encefalite Giapponese (JE), molto studiata dai ricercatori statunitensi subito dopo la seconda guerra mondiale, notevolmente diffusa in Asia, da Giappone, Corea, Cina, Filippine e Indocina, si è spinta a Sud fino all’Australia e ad Ovest fino ad India, Nepal e Pakistan; é trasmessa da diverse specie di zanzare, molte delle quali sono tipiche delle risaie. In diversi stati europei, e anche in Italia sono segnalati ogni anno casi importati sia di Dengue sia di Encefalite Giapponese, cioè casi di turisti infettatisi durante un viaggio, che manifestano la malattia nel paese di provenienza. La Febbre del Nilo Occidentale (West Nile), globalmente diffusa e l’unica oggetto di un piano di monitoraggio nazionale, è assurta alle cronache per la sua recente ed inaspettata comparsa a New York e si sta diffondendo in America Settentrionale e Centrale. Segnalata in Italia nel 1998, recentemente ha interessato (con vere e proprie epidemie) il territorio russo (1999) e la Romania (1996), ma le positività sierologiche percorrono quasi tutta l’Europa, Italia compresa. Un virus africano, molto simile alla WN, l’Usutu virus, è stato segnalato nel 2004 in Austria e nel 2006 in Svizzera, dove ha provocato una anomala mortalità nei merli; anche l’Encefalite di St. Louis, endemica negli USA ed in Canada, ha fatto capolino in Argentina; strettamente correlato a questo virus è il Rocio virus, diffuso in Brasile. Tipici dell’Australia sono invece il virus dell’Encefalite della valle del Murray ed il virus Kunjin. Per entrambi questi virus il vettore principale è la specie Culex annulirostris. L’OSSERVATORIO 5 Sanità veterinaria Tabella 1. Tabella riassuntiva dei principali arbovirus diffusi su scala globale con riferimento alle specie vettrici di culicidi, agli ospiti serbatoio e alla diffusione. Virus Alphavirus Chikungunya Mayaro virus Encefalite equina venezuelana Encefalite equina dell’est Encefalite equina dell’ovest Ross River virus Barmah Forest virus O’nyong nyong Sindbis Flavivirus Encefalite giapponese West Nile Usutu Encefalite St. Louis Encefalite della Murray Valley Kunjin Rocio virus Dengue Febbre gialla Specie vettrici principali Ospiti serbatoio Diffusione Aedes aegypti, Ae. albopictus, Aedes spp., Culex spp., Mansonia africana Haemagogus janthinomys Culex spp. Culiseta melanura, (ciclo selvatico) Culex tarsalis (ciclo selvatico) Ochlerotatus spp. Ochlerotatus vigilax, O. camptorhynchus, Culex annulirostris Ochlerotatus vigilax, O. camptorhynchus, Culex annulirostris Anopheles funestus, A. gambiae Culex spp., Culiseta spp., Aedes spp. Africa sub-Sahariana, Primati, pipistrelli Sud est asiatico, Sri Lanka, India, ? Sud America Roditori, equini Americhe Volatili Americhe Volatili, lagomorfi Mammiferi, in particolare marsupiali Americhe Australia Isole del Pacifico Mammiferi Australia ? Africa sub-Sahariana Volatili Europa, Africa, Asia Minore, Sud Asia, Australia, Volatili, maiale Asia Volatili, cavalli, cammelli Volatili Volatili Volatili Volatili ? Tutto il mondo Africa, Europa Americhe Australia, Nuova Guinea Australia, Nuova Guinea Brasile Uomo Africa, Americhe, Asia Primati Africa, America centromeridionale Aedes spp., Ochlerotatus spp., Culex spp., Mansonia spp. Ochlerotatus triseriatus Aedes vexans, Aedes spp., Ochlerotatus spp. Aedes spp., Ochlerotatus spp. Mammiferi (in particolare ovini, bovini) Roditori Lagomorfi Africa ? Nord Europa Anopheles spp. Aedes spp., Anopheles spp. Mammiferi Ungulati Europa Nord America Culex tritaeniorhynchus, Culex spp. Culex spp. Culex spp. Culex spp. Culex annulirostris Culex annulirostris Ochlerotatus scapularis, Psorophora ferox Aedes aegypti, Ae. albopictus, Aedes spp. Aedes aegypti, Aedes spp. Bunyavirus Rift Valley Encefalite LaCrosse Tahyna Inkoo Batai Potosi virus Nord America Europa *Ochlerotatus è formalmente un sottogenere di Aedes. Sanità veterinaria 6 L’OSSERVATORIO vatici ed ha come vettore soprattutto Ae. vexans. Il rinvenimento del virus Uukuniemi non desta invece preoccupazioni, in quanto non risulta essere patogeno per la specie umana. Alla stessa “famiglia” appartiene il Potosi virus, isolato negli Stati Uniti, ma anche il Batai virus (BATV), sulla cui diffusione in Europa è difficile esprimersi a causa dei pochi dati disponibili. Dopo una rapida citazione dell’Inkoo virus, rinvenuto nei paesi scandinavi, la nostra attenzione va doverosamente al virus della Febbre della valle del Rift (RVF), che si distingue da tutti gli altri per il suo potere patogeno anche nei confronti dei ruminanti domestici e per la sua capacità di trasmettersi all’uomo anche mediante contatto o ingestione di liquidi biologici. Tipicamente africano (è in corso in Kenia un’epidemia di questa malattia, che, fra il dicembre del 2006 e il gennaio del 2007, ha provocato 150 vittime), ha recentemente interessato la penisola arabica e minaccia l’Iraq. Il rischio è reale? In primis resta da accertare la presenza e la pericolosità degli arbovirus che probabilmente sono già presenti in Italia o sono soliti presentarsi periodicamente in occasione di migrazioni o particolari eventi climatici producendo effetti non sempre evidenti e a rischio di disconoscimento (West Nile, Tahyna, Usutu, Sindbis e Batai). In secundis bisogna preoccuparsi degli arbovirus più temibili, per così dire esotici, connessi alla globalizzazione ed all’immigrazione. In questa seconda categoria possiamo annoverare i già citati virus di West Nile, Encefalite di St. Louis, Chikungunya, Rift Valley Fever, Encefalite giapponese, Febbre gialla e Dengue. Alcuni di questi risultano particolarmente pericolosi perché possono sviluppare cicli urbani (Dengue urbana, Febbre gialla e Chikungunya). Questi virus potrebbero arrivare con un trasporto di zanzare infette da paesi stranieri con aerei e navi, da qui l’importanza di monitorare porti e aeroporti per escludere l’arrivo di specie esotiche. Un altro fattore importante è l’importazione di casi connessa alla circolazione di persone da un continente all’altro, sempre più veloce e frequente. In questo caso giocano un ruolo fondamentale le zanzare già presenti sul territorio sia le specie autoctone, che possono rivelarsi vettori in grado di trasmettere il virus, ma soprattutto le specie esotiche, che si sono stabilizzate, nelle quali questa capacità è già stata dimostrata (Ae. albopictus). Ulteriore fattore di rischio è rappresentato dai cambiamenti climatici ai quali stiamo andando incontro: un riscaldamento del clima potrebbe modificare l’ambiente favorendo lo sviluppo delle zanzare presenti ed accelerando l’incubazione delle infezioni virali, nonché permettere a specie che oggi non sono presenti di insediarsi nel nostro territorio. In particolare non sembra così improbabile che la specie Ae. aegypti, temibile vettore di diversi arbovirus, possa stabilirsi nel sud Europa. Sono stati riportati casi autoctoni di YF nei porti europei dovuti alla puntura di Ae aegypti infette trasportate con le navi, la malattia è subito scomparsa quando le zanzare sono state eliminate dall’abbassarsi della temperatura. La presenza di questa specie è stata inoltre segnalata in diverse occasioni nel nostro paese, anche se mai stabilmente, probabilmente perché incapace, fino ad oggi, di superare la rigidità del clima invernale. Pertanto non si può escludere la possibilità che un arbovirus esotico possa non solo arrivare nel nostro continente, ma impiantarsi stabilmente. Epidemiologia degli arbovirus Un recentissimo studio inglese dà per scontata la presenza di West Nile, Usutu, Sindbis e Tahyna virus nelle isole britanniche (la circolazione dei primi tre è stata dimostrata proprio nel 2006), mentre paventa l’introduzione di YF, DEN, Bagaza e Chikungunya, nonché di RVF (tramite animali domestici). I fattori di rischio individuati sono molteplici: l’aumento delle movimentazioni di persone (militari compresi), animali, piante ed artropodi, l’incremento di eventi ricreativi all’aria aperta, la diminuzione degli interventi sistematici di lotta agli insetti, la deforestazione e l’antropizzazione, le alluvioni ed i cambiamenti climatici. I cicli epidemiologici degli arbovirus, che hanno come vettori varie specie di zanzare sono molto complessi. Fondamentalmente esistono cicli urbani o rurali in cui l’uomo stesso è amplificatore del virus e culicidi antropofili fanno da vettori (Dengue urbana, Febbre gialla e Chikungunya); d’altro canto esiste il cosiddetto saltuario “spillover”, che dal ciclo selvatico trasporta il virus all’uomo tramite zanzare “ponte” cioè avvezze a pungere sia l’uomo che gli animali (soprattutto volatili), che è il caso di West Nile, Dengue selvatica, Febbre Gialla e Encefalite Equina Venezuelana; da ultimo i cicli rurali in cui gli animali domestici fungono da amplificatori del virus esponendo l’uomo al rischio di infezione (Encefalite Equina Venezuelana, Encefalite Giapponese e Febbre della Valle del Rift). Ovviamente il ruolo dei culicoidi vettori è fondamentale e quindi la stagionalità e gli eventi climatici influenzano fortemente il corso degli eventi. L’OSSERVATORIO 1. IZSLER Laboratorio Entomologico Sezione di Reggio Emilia 2. IZSLER Sezione di Reggio Emilia 7 Sanità veterinaria Il ragionamento diagnostico in medicina: analogie con i metodi investigativi dei detective in letteratura. Recensione a cura di G. Zanardi dell’articolo di Rapezzi C., Ferrari R., Branzi A. (2005). “White coats and fingerprints: diagnostic reasoning in medicine and investigative methods of fictional detectives” BMJ, 331, 1.491-1.494 Le analogie clinico-investigative Il lavoro del detective mostra molte similitudini con il ragionamento clinico. Entrambi cercano di ripristinare la condizione originaria, intaccata dal crimine o dalla malattia. Un tempo vi era la fede incrollabile nell’interpretazione deterministica d’indizi, segni, sintomi. I detective e i clinici svelavano il criminale e facevano diagnosi ragionata, decifrando i segni senza apparente significato. Non è mera coincidenza che Sir Arthur Conan Doyle, il padre di Sherlock Holmes, fosse egli stesso un dottore, ispiratosi al proprio maestro nel delineare il suo protagonista, anche se le due figure, detective (Holmes) e medico (Watson), rimangono separate. Gli Autori successivi le avrebbero riunite in una sola persona, i.e. il coroner Quincy, il Dr Scarpetta di Patricia Cornwell. L’interessante e, per certi versi, curioso articolo da cui origina questa recensione, integrata con alcune riflessioni sui protagonisti dell’odierna filmografia, è opera di medici, che operano presso l’Istituto di Cardiologia Policlinico S. Orsola Malpighi di Bologna e l’Università di Ferrara. Gli Autori hanno associato il processo mentale della detective story a quello nella diagnostica medica. Il risultato è un gustoso intreccio di logica e psicologia investigativa analizzata per analogia e traslata nel mondo medico, in particolare nella diagnosi di malattia. Le implicazioni e le riflessioni non sono solo divertenti, ma colpiscono per l’acutezza e la levità con cui quest’argomento di quotidiana evenienza è trattato. Gli Autori premettono la disdicevole confidenza con cui gli addetti ai lavori si affidano a strumenti diagnostici e ad algoritmi sempre più sofisticati per confermare la diagnosi. Questa attitudine rischia di emarginare quello che è sempre stato il cardine della scienza medica e, in altre parole, il ragionamento diagnostico. Le analogie con le strategie investigative della letteratura “gialla” forniscono alcuni indizi sui problemi posti dall’uso o abuso delle tecnologie avanzate. Modelli investigativi Nel “Segno dei quattro”, Sherlock Holmes individua tre qualità per il detective ideale: osservazione, deduzione e conoscenza. E’ il manifesto di una stagione letteraria, ultimo scorcio del XIX e XX secolo, che vede come protagonisti poliziotti come Auguste Dupin, Miss Marple ed Hercule Poirot. I sillogismi di Charles Sanders Peirce Deduzione Regola: tutti i fagioli di questa borsa sono bianchi Caso: questi fagioli sono contenuti in questa borsa Risultato: questi fagioli sono bianchi Induzione Regola: tutti i fagioli di questa borsa sono bianchi Caso: questi fagioli sono bianchi Risultato: tutti i fagioli di questa borsa sono bianchi Abduzione Regola: tutti i fagioli di questa borsa sono bianchi Caso: questi fagioli sono bianchi Risultato: questi fagioli sono contenuti in questa borsa Sanità veterinaria 8 L’OSSERVATORIO Per la verità, la letteratura del XX secolo aggiunge la capacità di ricostruire la psicologia e l’ambientazione della vittima, mirabilmente rappresentata da Maigret e Padre Brown, e l’abilità di scovare le incongruenze sulla scena del crimine, tipica del tenente Colombo. dere ed immagazzinare una grande quantità di conoscenza, senza bloccare la mente. Il pericolo è l’emergere di una nuova figura di medico specialista “a tavolino”, convinto di risolvere i problemi clinici navigando su web. Queste ricerche hanno un senso solo se il clinico mantiene la propria identità professionale. Abilità nell’osservazione e nel ragionamento logico Sherlock Holmes non pratica solo la deduzione (dal generale al particolare) e l’induzione (dal particolare al generale), ma anche l’abduzione, vale a dire il processo di formazione di un’ipotesi plausibile, che spiega. L‘induzione stabilisce una regola e la deduzione sviluppa semplicemente le conseguenze necessarie di una data ipotesi. I classici sillogismi del filosofo americano Charles Sanders Peirce ben spiegano i concetti. Ricostruire i profili psicologici e sociali Il prototipo è l’ispettore Maigret, che apparentemente non usa alcun metodo scientifico, ma s’immedesima nel profilo psicologico e nel mondo della vittima. Un altro punto cruciale del suo metodo investigativo è l’intervista o l’interrogatorio, anche prolungati. Nel corso di tutto il 18° secolo, i dottori facevano diagnosi basandosi sulle informazioni spontanee dei pazienti. Le malattie erano catalogate secondo i sintomi e i pazienti potevano comunicare i sintomi verbalmente o per lettera e il medico poteva “visitare” o fare diagnosi tramite posta. Nel 19° secolo la storia o anamnesi del paziente è standardizzata in forma d’intervista, con un tempo inferiore dedicato alla comunicazione verbale e alle interpretazioni personali del paziente. Maigret e Padre Brown mantengono, tuttavia, l’intervista come processo estemporaneo guidato dall’intuizione piuttosto che da procedure standard. Intervistare non è semplice e può essere visto come un talento per estrarre dai pazienti gli elementi fondamentali per giungere ad una diagnosi corretta. Quest’arte molto probabilmente è soggettiva e non può essere trasmessa a studenti e collaboratori, anche se si deve rammentare che l’intervista non è un dialogo a ruota libera, ma viene eseguita per esplorare precise ipotesi diagnostiche. Oggigiorno, il telefilm, che dichiara fin dal titolo la propria vocazione alla ricostruzione del profilo psicologico della mente criminale è la serie “Criminal minds” e i suoi protagonisti si chiamano “profilers”. Sherlock Holmes focalizza le sue osservazioni non solo sulla presenza di fatti ed evidenze, ma anche sulla loro assenza. La scoperta e l’interpretazione dei segni di malattia sono caratteristiche recenti della diagnosi. I famosi “segni patognomonici” derivano dalla credenza, non convalidata, che il “cuore” di una malattia può essere diagnosticato con assoluta precisione dai suoi “specifici segni esterni”. Ancor oggi, il primo approccio dei futuri dottori in formazione è la ricerca dei segni patognomonici; solo con l’esperienza si oltrepassa la fede cieca nella scienza dei segni clinici e strumentali, riconoscendone i limiti. Conoscenza La conoscenza generale e un archivio mentale specifico dei casi passati sono i requisiti per il successo di un’investigazione. Nel caso di Nero Wolfe essi rappresentano gli unici strumenti, perché vive confinato nel suo appartamento di New York, accudendo alle sue amate orchidee. Archie Goodwin, il suo assistente, è il suo contatto con il mondo esterno. D’altro canto, l’accumulo di conoscenza rischia di saturare le energie mentali. A questo proposito, la metafora elaborata da Holmes assimila il cervello umano ad una piccola soffitta vuota, che si può riempire con qualunque tipo di mobili. L’uomo non avrà nient’altro a disposizione che gli strumenti in grado di aiutarlo a fare il suo lavoro. E’ un errore pensare che una piccola stanza abbia pareti elastiche, che si possono estendere all’infinito. Giungerà sempre il momento in cui ad ogni aggiunta di conoscenza si assocerà la dimenticanza di qualche cosa di già conosciuto. E’ d’importanza fondamentale, perciò, evitare che fatti inutili spiazzino quelli utili. Oggigiorno, internet è lo strumento di scelta per acce- L’OSSERVATORIO Abilità nel riconoscere le incongruenze Il tenente Colombo ha l’abilità peculiare di rilevare le incongruenze sulla scena del crimine. Per esempio, se la vittima è un giovane ricco e raffinato, perché stava bevendo champagne a buon mercato nella sua stanza da letto? Molto probabilmente la scena era stata architettata in maniera tale da fuorviare l’impressione originale. Sembra facile in televisione, ma la capacità di percepire e assegnare i valori corretti da discrepanze interne richiede un controllo dell’intero scenario diagnostico. Questo talento si compone di una mescolanza di capacità d’osservazione, ragionamento logico, cultura, immaginazione abduttiva – una fase avanzata ed integrata nel processo di valutazione clinica. 9 Sanità animale Azione, perseveranza e iniziativa Dagli anni 30 agli anni 40 un nuovo sub-genere cominciò ad attrarre i lettori: “noir” in francese, “hard boiled” nello slang americano. In questo caso il ragionamento logico lasciava spazio all’azione, alla tenacia, all’iniziativa, all’ostinatezza, al disincanto e alla disillusione, con l’uso indiscriminato di tutte le tecniche disponibili (inseguimenti, intercettazioni, confessioni forzate). Figure come Philip Marlowe e Sam Spade rappresentavano questa nuova corrente. La trasposizione di questo tipo d’approccio in campo medico potrebbe essere un clinico annoiato, arrabbiato, non motivato che ordina test e procedure all’infinito senza un’ipotesi precisa, con la speranza di incappare in una diagnosi plausibile. Il metodo clinico come la scienza e l’arte dell’investigazione Un clinico ideale dovrebbe presentare un mix delle caratteristiche descritte in precedenza. Una qualità investigativa che contrassegna un clinico maturo è l’abilità di rilevare possibili incongruenze tra gli esami clinici, strumentali e di laboratorio, considerando non solo quello che c’è, ma anche quello che manca. Questo richiede abilità d’osservazione e “deduzione”, governo della conoscenza, riconoscimento dei modelli, e l’astuzia che viene con anni d’esperienza. Per i fini clinici, il procedimento diagnostico non consiste solo nell’anamnesi e nell’esame clinico, ma piuttosto nella capacità di stabilire collegamenti tra i risultati strumentali, di laboratorio con un’attenzione sia alle congruenze sia alle incongruenze. Il protagonista della serie filmica, dr House – Medical Division, fa sua quest’impostazione e la condivide/impone in modo cinico, ironico e sarcastico ai suoi collaboratori. Nella serie Crime Scene Investigation (CSI), invece, il focus diagnostico è la prova; la psicologia passa in secondo piano, mentre assurgono a veri e propri dogmi di comportamento l’osservazione, la rilevazione/ rivelazione delle tracce, l’associazione, il ragionamento deduttivo, la ricomposizione del puzzle logico, in sintesi il procedimento scientifico. L’individuazione del soggetto criminale avviene per esclusione, sulla base delle tracce trovate o per induzione. La trinità è composta di vittima – sospettato – luogo. Le domande sono: cosa c’è in comune? Cosa c’è di strano? In quest’ottica, semplici esami (od osservazioni) hanno il medesimo valore di quelli più sofisticati e dispendiosi. Stretta aderenza ai protocolli e alle procedure Di solito, al genio splendente dell’investigatore fa da contraltare un ufficiale ligio alle regole, che appare stolido e inefficiente. La paura di fare errori, di incorrere in rimproveri o sanzioni da parte dei superiori possono essere alla base di tale comportamento, insieme all’inesperienza o ad una forma mentale ottusa o pigra. L’esistenza di linee guida nella pratica medica eleva il livello di qualità della pratica e riduce il rischio d’incidenti. Ciononostante, l’applicazione acritica delle raccomandazioni può comportare dei trabocchetti; un approccio giuridico alle linee guida può anche portare il clinico ad abbandonare sistematicamente il ragionamento clinico a favore della pura forma difensiva della medicina a discapito della creatività. Inoltre, vi è il rischio che le linee guida appaiano come un dogma, perché generate da esperti e perciò difficilmente innovabili. Gli aforismi di Sherlock Holmes Tu vedi, ma non osservi Tu conosci il mio metodo. E’ fondato sull’osservazione di cose di poca importanza. Mai confidare sulle impressioni generali, mio caro ragazzo, ma concentrati sui dettagli. E’ un errore madornale teorizzare prima di avere i dati. Senza saperlo, uno inizia a distorcere i fatti per adattarli alla teoria, invece che adattare le teorie ai fatti. Non c’è niente come l’evidenza diretta. Non c’è niente di più ingannevole del fatto ovvio. Il mondo è pieno di cose ovvie che nessuno osserva mai per caso. Quando tu hai eliminato tutto ciò che è impossibile, allora qualunque cosa rimanga, per quanto improbabile, deve essere la verità. Sanità animale 10 L’OSSERVATORIO La qualità dell’ambiente quale pre-requisito sanitario nell’allevamento degli animali da reddito G. Brambilla1 Introduzione A livello di singola azienda agricola possono essere presenti piccole sorgenti occasionali, rilevanti ai fini della contaminazione dei foraggi e dell’alimento di origine animale. I nuovi indirizzi della politica agricola comunitaria spingono verso una dimensione meno intensiva delle aziende agricole, caratterizzate da un auto-approvvigionamento di alimenti per animali e da una maggiore interazione degli animali con l’ambiente, quale conseguenza del recepimento delle relative norme sul benessere animale. Tale frammentazione rende difficile in termini di costo/beneficio una azione di monitoraggio capillare basata essenzialmente su accertamenti analitici. E’ quindi necessario iniziare a identificare quali contaminanti ambientali siano di interesse prioritario ai fini delle attività zootecniche e quali le loro sorgenti di emissione (per lo più occasionali e irregolari) e i fattori di esposizione degli animali da reddito, in un percorso di analisi del rischio condiviso a livello di detentori di interesse e a livello di autorità competenti per il controllo ufficiale. Date le caratteristiche fisico-chimiche e tossicologiche, che ne determinano un progressivo bioaccumulo nei tessuti lipidici ed effetti non desiderati sul benessere e la salute degli esseri viventi, i POP possono rappresentare un motivo di preoccupazione non solo per la salute, ma anche per la sicurezza alimentare, dato che l’alimento di origine animale costituisce la maggiore sorgente di esposizione per l’uomo. Nelle produzioni zootecniche, non solo i mangimi posti in commercio, ma anche i foraggi prodotti in azienda, la qualità dell’ambiente e dei materiali a contatto con gli animali costituiscono delle potenziali fonti di esposizione. Esiste una lista positiva di 12 sostanze prioritarie formulata sulla base delle loro caratteristiche di persistenza ambientale (ad esempio, emivita superiore ai 6 mesi nei suoli), di bioaccumulo (ad esempio capacità di raggiungere negli organismi viventi concentrazioni 5.000 volte superiori rispetto a quelle ambientali), di trasporto a lunga distanza e di tossicità per l’uomo. A questa lista positiva, seguono altri due elenchi: il primo riguarda altre sostanze, già oggetto di valutazione, che attendono di essere inserite tra i composti prioritari; il secondo comprende sostanze per le quali esiste una preliminare evidenza scientifica ai fini del loro inserimento tra i POP e che quindi sono proposte per una valutazione di rischio. In tabella 1 si riporta l’elenco delle sostanze prioritarie, di quelle per cui esiste già un profilo di rischio e di quelle per cui è stato proposta la pertinente valutazione chimico-tossicologica. I contaminanti tossici persistenti secondo la Convenzione di Stoccolma Con l’acronimo di POP (Persistent Organic Pollutants) si intende un elenco di Contaminanti Organici Persistenti, che sono inquadrati nell’ambito della Convenzione di Stoccolma (2004) e che costituiscono un sottogruppo di una famiglia più ampia di sostanze liofile, primariamente di origine industriale, che sono presenti nell’ambiente. Tabella 1. Contaminanti organici persistenti inquadrati nell’ambito della Convenzione di Stoccolma Aldrin Clordano DDT (p,p’-DDT) Dieldrin Chlordecone Hexabromobiphenyl alpha-HCH beta-HCH L’OSSERVATORIO Prioritari Endrin Policlorobifenili (PCB) Eptacloro Policlorodibenzodiossine(PCDD) Esaclorobenzene (HCB) Policlorodibenzofurani (PCDF) Mirex Toxafene Candidati per l’inclusione tra i prioritari Lindano (gamma-HCH) Perfluoroottano sulfonato (PFOS) Pentabromodifenil -etere Proposti per la valutazione Ottabromodifenil etere Paraffine clorurate a catena corta Pentaclorobenzene 11 Sanità animale L’esposizione alimentare Generalmente, gli alimenti di origine animale costituiscono la principale fonte di esposizione a contaminanti di origine biologica e chimica, specie se questi sono caratterizzati dalla capacità di bio-accumularsi. Recentemente, un ampio dibattito è stato sollevato in ambito EFSA circa la valutazione del fattore ambientale nei confronti della presenza di contaminanti tossici persistenti nel pesce pescato e allevato in varie parti del mondo. Nell’identificazione dei fattori di rischio a livello di produzione primaria, è utile riferirsi principalmente alla problematica “diossine”, quale paradigma per le altre classi di composti emergenti. Figura 1. Illustrazione dei livelli di formazione ambientale rilevati dall’OCSE nel personale addetto alle attività agricole e zootecniche Figura 2. Andamento delle emissioni ambientali di PCDD e PCDF da sorgenti di emissione regolari e occasionali, rilevate nel Regno Unito A questo proposito, l’OCSE ha recentemente focalizzato l’attenzione sulla formazione ambientale del personale a livello di produzione agro-zootecnica. Tale formazione, costituisce un requisito per la corresponsione dei premi della Politica Agricola Comunitaria, nei termini di garantire uno sviluppo sostenibile e compatibile con le risorse disponibili sul territorio (ridurre l’eventuale impatto dell’attività sulla qualità dell’ambiente, ivi inclusa la gestione dei rifiuti agricoli) (Figura 1). Si osserva una progressiva riduzione delle emissioni ambientali da impianti industriali, per PCDD e PCDF, mentre le sorgenti occasionali, definite “backyard emissions” sono di più difficile controllo e costituiscono un rischio elevato, laddove siano prossime ai luoghi di allevamento degli animali di interesse zootecnico (Figura 2). Esiste la necessità di ridurre l’esposizione della popolazione nei riguardi dell’assunzione di diossine, in quanto i livelli medi di esposizione nella popolazione adulta sono vicini al livelloguida europeo di 2 pg WHO-TE/ kg peso vivo/giorno. Ne consegue che una buona percentuale della popolazione e le fasce più deboli, quali i bambini, in virtù della loro alimentazione lattea e del rapporto sfavorevole massa corporea/ alimento ingerito, potrebbero superare i livelli raccomandati di esposizione (Tabella 2). E’ utile sottolineare, come ai fini dell’esposizione alimentare, non contino solo i livelli di contaminazione assoluti rilevati nelle singole derrate, ma anche gli stili di vita, le abitudini alimentari della popolazione. Può essere utile confrontare tra di loro i differenti con- Tabella 2. Esposizioni alimentari medie nella popolazione adulta a diossine (PCDD e PCDF) e PCB ad attività diossina-simile (DL_PCB), espresse in pg WHO-TE/kg peso corporeo/giorno (dati riferiti al periodo 1995-2000) Nazione Belgio Finlandia Italia Norvegia Spagna (Catalogna) Paesi Bassi USA Sanità animale PCDD e PCDF 1.00 0.79 0.96 1.21 1.36 0.6 1.67 DL-PCBs 1.04 0.74 1.30 1.52 Pg WHO TEQ/kg peso vivo/giorno totali 2.04 1.53 2.28 1.73 0.5 0.65 1.1 2.32 12 L’OSSERVATORIO Ai fini della valutazione della reale esposizione, è inoltre auspicabile correlare il tipo di alimento con la sua provenienza geografica. Infatti, i POPs, non solo per le loro caratteristiche di elevata persistenza e capacità di trasferimento a lunga distanza, ma anche per la possibilità di essere importati attraverso i flussi commerciali di materie prime per mangimi, animali e prodotti di origine animale, possono determinare situazioni ambientali e sanitarie sfavorevoli a livello locale, che s possono ripercuotere a distanza. Ne deriva che i dati analitici relativi ai livelli di contaminazione, oltre che per la loro qualità intrinseca, devono essere rappresentativi delle differenti situazioni geografiche e ambientali in cui viene svolta l’attività zootecnica. Figura 3. Contributo delle principali macro-componenti La prevenzione primaria e i fattori di rischio presenti a livello di azienda agricola e zootecnica Per aumentare il più possibile l’efficacia della prevenzione primaria, può essere utile prendere come esempio l’esposizione degli animali da reddito alle diossine. In seguito allo scandalo diossine, avvenuto in Belgio nel 1999, l’opinione pubblica è stata indotta a pensare che i principali rischi sanitari potessero derivare dal- tributi all’esposizione totale nella popolazione adulta negli Stati Uniti ed in Italia, di varie classi di prodotti alimentari. Si può vedere come, in un Paese dell’area mediterranea, i principali apporti sono determinati dal consumo di prodotti ittici e lattiero-caseari, a differenza della realtà statunitense, dove è il consumo di carne che acquista rilevanza (Figura 3). Tabella 3. Elenco delle possibili sorgenti di esposizione a PCDDs, PCDFs e PCBs negli animali da reddito Prodotto/materiale/pratica Additivi anti aggreganti Additivi /integratori minerali (ossido di zinco, solfato di rame, carbonato di calcio) Grassi da impianti di colatura Olii e farine di pesce Essiccamento Raccolta foraggio Ricaduta atmosferica Pascoli Acqua Impianto elettrico Recinti e mangiatoie e lettiere Tappetini e cuccette L’OSSERVATORIO Origine della contaminazione Alimenti zootecnici posti in vendita - Argille recuperate da materiale refrattario di altoforni - Ceneri da inceneritori - Idrolisi di ossa con acido cloridrico utilizzato nella sintesi di PVC - Contaminazione con fluidi dielettrici stressati o degradati, contenenti PCBs - Contaminazione con barili utilizzati precedentemente per trasportare gasolio e sottoprodotti - Origine geografica da mari contaminati Foraggi aziendali - Utilizzo di essiccatoi a fiamma libera - Contaminazione tellurica con suoli contaminati - Cattiva gestione, per incenerimento dei rifiuti aziendali Acqua e pascoli - Uso di fanghi industriali come ammendanti - Uso di ceneri da inceneritori/cementifici quali fertilizzanti chimici - Impatto di fabbriche di pesticide clorurati - Pratiche di incendio controllato delle stoppie - Esondazioni di fiumi su cui insistono attività industriali - Ricaduta da impianti che lavorano metalli, plastiche - Distruzione mediante incenerimento di carcasse animali - Non corretto smaltimento, per interramento, di rifiuti agricoli - Prossimità con cartiere, fabbriche e depositi di pesticidi clorurati, anche dimessi. In azienda - Presenza di trasformatori/condensatori vetusti contenenti PCB nei fluidi dielettrici - Utilizzo di legni e sottoprodotti trattati con pentaclorofenolo - Utilizzo di materiale inerte proveniente dalle demolizioni - Utilizzo di PVC e di materiale plastico nobilitato 13 Sanità animale l’immissione in commercio di mangimi contaminati. L’implementazione dei piani di monitoraggio, tuttavia sta sempre di più evidenziando come possano essere presenti sorgenti ambientali localizzate a livello di singola unità produttiva e non necessariamente riconducibili alla presenza di emissione industriali o all’acquisto di mangimi contaminati. In tabella 3 sono sintetizzati i punti critici di prevenzione nei riguardi dei contaminanti sopra specificati, fino ad ora descritti nella letteratura scientifica; in tabella 4, sono indicate le possibili fonti d’introduzione nella filiera zootecnica riguardanti le nuove sostanze proposte come Contaminanti Tossici Persistenti. Figura 4. Correlazione geografica tra i dati sanitari di epidemiologia umana I contaminanti tossici persistenti nel- (comuni con un maggiore tasso di mortalità dovuto a tumori), e i dati di l’ambito del “pacchetto igiene” e del- qualità ambientale (presenza di discariche) e i dati di monitoraggio per la la Politica Agricola Comunitaria presenza di PCDD e PCDF in prodotti lattiero-caseari e in foraggi. Considerato l’indirizzo del legislatore Ambiente: uso di sistemi informativi territoriali (GIS) a europeo verso una maggiore responsabilizzazione di supporto della prevenzione e della valutazione della chi produce sia dal punto di vista della sicurezza aliprobabilità che gli animali da reddito vengano in conmentare che della compatibilità ambientale delle protatto con ambienti contaminati da fonti naturali (e.g..induzioni animali, un’efficace azione ambientale, zoocendi) o dovute all’attività dell’uomo (Figura 4). tecnica e sanitaria può e deve passare attraverso i seAzienda: impostare corsi di formazione e informaguenti punti qualificanti, validi ai fini della valutaziozione non solo sull’impatto che l’azienda ha sull’amne e gestione del rischio. Tabella 4. Potenziali fonti di esposizione negli animali da reddito alle principali sostanze proposte quali Contaminanti Tossici Persistenti nell’ambito della Convenzione di Stoccolma Sostanza Clordecone Dicofol Endosulfan Esabromobifenile Esaclorocicloesani (alpha-, beta-, gamma-HCH) pentaclorobenzene Composti Perfluoroorganici (PFCs, PFOS, PFOA, etc.) Polibromodifenile eteri (PBDEs) Sanità animale Impiego Insetticida, fungicida, prodotto di degradazione dell’insetticida Mirex Acaricida, strutturalmente correlate con il DDT, usato nella coltivazione dell’uva, del cotone, zucchini, meloni e angurie e sulle piante ornamentali. Insetticida e acaricida Ritardante di fiamma nell’industria della plastica Insetticida, Utilizzo nella coltivazione della barbabietola Pesticida ormai in disuso, ritardante di fiamma, intermedio nella sintesi di fungicidi Utilizzati quali fissanti del colore e quali materiale anti-aderente Ritardanti di fiamma in materiali plastici per TV, PC, tappeti e parti interne delle auto e schiume a base di poliuretano 14 Fonte di esposizione Contaminazione delle sementi e dei foraggi Contaminazione dei foraggi Olii di pesce Contaminazione dei foraggi Contaminazione del suolo mediante fanghi industriali quali ammendanti agricoli Olii di pesce Materiali a contatto Contaminazione dei mangimi, del terreno e dell’acqua Olii e farine di pesce Vicinanza a depositi Olii e farine di pesce Acqua Contaminazione del suolo mediante fanghi industriali quali ammendanti agricoli Farine di pesce Materiale a contatto (cuccette, tappetini) Contaminazione del suolo mediante fanghi industriali quali ammendanti agricoli Olii di pesce L’OSSERVATORIO biente, ma anche sulla qualità dell’ambiente quale pre-requisito sanitario e zootecnico, mediante la stesura di opportune linee – guida e checking-list che possano essere condivise e di aiuto interdisciplinare. Alimentazione Animale: impostare linee guida atte a minimizzare la contaminazione a livello di produzione per auto-consumo. Benessere e salute animale: utilizzare alcuni parametri di benessere animale, tra cui quelli produttivi, riproduttivi e immunologici, quali bio-marcatori di esposizione (Tabella 5). tifiche opportune dei livelli di contaminazione, soprattutto per quei contaminanti non normati, che siano indirizzati verso una progressiva riduzione/contenimento del rischio espositivo della popolazione umana, senza penalizzare la redditività del settore primario. Le implicazioni di questa azione di prevenzione primaria vanno ben oltre agli aspetti strettamente correlati alla sicurezza alimentare e alle tematiche nutrizionali e nutraceutiche, per estendersi a temi di estrema attualità quali il rapporto tra ambiente e salute (Figura 4) e la sicurezza negli ambienti di lavoro. L’animale di interesse zootecnico, di fatto, costituisce una sentinella precoce, selettiva e rapida rispetto alla qualità dell’ambiente, per la durata zootecnica della vita dell’animale, per la estrema riduzione dei possibili fattori di confondimento rispetto al genere umano, per il tipo di produzioni continue (latte, uova) in grado di essere monitorate in continuum e per l’attività veterinaria di vigilanza ed ispezione condotta in modo sistematico, sia a livello di allevamento che di macello. Conclusioni I contaminanti ambientali tossici e persistenti, per le loro caratteristiche chimico-tossicologiche e per la capacità di potere essere trasportati a grande distanza, costituiranno di sicuro nel prossimo futuro un terreno di confronto e di sfida tra sistemi produttivi che riescano a essere tra di loro più o meno sinergici per quanto riguarda le competenze ambientali, sanitarie, agricole e zootecniche. E’ quindi necessario porre le basi di conoscenza interdisciplinare e di gestione del rischio per permettere un elevato valore aggiunto ai sistemi zootecnici nazionali e proporre nelle sedi scien- 1. Istituto Superiore di Sanità, Dipartimento Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria – reparto Chimica Tossicologica Tabella 5. Principali effetti tossici determinati dall’esposizione a PCDD, PCDF e DL-PCB negli animali da reddito e conseguenze sul benessere e la salute degli animali Apparato Effetti tossici Apparato endocrino A basse dosi di TCDD, inibizione degli effetti degli estrogeni a livello di ghiandole mammaria· Ad alte dosi di TCDD in gravidanza, effetti demascolinizzanti nella prole maschile Degradazione dell’ormone tiroideo T4 con conseguente iperstimolazione della tiroide da parte dell’ipofisi e induzione metaplastica e neoplastica Manifestazioni cliniche e diagnosi differenziate Diminuzione della produzione lattea Effetti estrogenici in animali impuberi Diagnosi differenziale con trattamenti illeciti a base di tireostatici Sistema immunitario Compromissione nella produzione di anticorpi e dei fattori di immunità umorale aspecifica e del sistema del complemento Compromissione della funzionalità delle cellule responsabili della risposta cellulo-mediata Atrofia del timo: blocco dell’evoluzione dei timociti maturi a linfociti T immuno competenti Maggiore incidenza di infezioni mucosali Risposta vaccinale insufficiente Diagnosi differenziale con trattamenti prolungati a base di corticosteroidi Cute Cloracne: eruzioni cutanee e pustole, Malattia X o ipercheratosi bovina Diagnosi differenziale con forme esantematiche di origine virale e batterica di rilevanza ai fini di polizia veterinaria Apparato riproduttore ipofertilità associata nel sesso maschile ad una diminuzione nella conta spermatica e nel sesso femminile a fenomeni di endometriosi effetto fetotossico e riassorbimento fetale effetto teratogeno con ipospadia e palatoschisi alterazione della sex ratio ritorni in calore, ipofertilità allungamento periodo interparto diagnosi differenziale con malattie i nfettive Diagnosi differenziale con malattie infettive e carenze vitaminiche L’OSSERVATORIO 15 Sanità animale