Sanità animale

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Anno 10 - n. 3 - Giugno 2007
RIVISTA BIMESTRALE D’INFORMAZIONE SCIENTIFICA
a cura dell’Osservatorio Epidemiologico Veterinario della Regione Lombardia
Regione Lombardia
Direzione Generale Sanità - Servizio Veterinario
Istituto Zooprofilattico Sperimentale
della Lombardia e dell’Emilia Romagna
Osservatorio Epidemiologico Veterinario Regionale - Via Bianchi, 9 - 25124 Brescia
S
ommario
Anno 10 - n. 3 - Giugno 2007
RIVISTA BIMESTRALE D’INFORMAZIONE SCIENTIFICA
a cura dell’Osservatorio Epidemiologico Veterinario della Regione Lombardia
3
Editoriale
4
Arborvirus trasmessi da culicoidi
di M. Calzolari, M. Dottori
Regione Lombardia
Direzione Generale Sanità - Servizio Veterinario
Istituto Zooprofilattico Sperimentale
della Lombardia e dell’Emilia Romagna
Osservatorio Epidemiologico Veterinario Regionale - Via Bianchi, 9 - 25124 Brescia
Il ragionamento diagnostico in medicina:
analogie con i metodi investigativi dei
detective in letteratura.
8
Recensione a cura di G. Zanardi dell’articolo di Rapezzi C., Ferrari
R., Branzi A. (2005).
“White coats and fingerprintes: diagnostic reasoning in medicine and
investigative methods of fictional detectives”
BMJ, 331, 1.491-1.494
Direttore responsabile
Cesare Bonacina
Direttore scientifico
Ezio Lodetti
Redattore
Giorgio Zanardi
Responsabile comitato redazione
Giorgio Zanardi
Comitato di redazione
M. Astuti, P. Cordioli,
M. Domenichini, P. Antoniolli,
L. Gemma, C. Genchi,
G. Gridavilla, A. Lavazza,
A. Palma, V.M. Tranquillo
12
La qualità dell’ambiente quale pre-requisito
sanitario nell’allevamento degli animali da
reddito
di G. Brambilla
Hanno collaborato a questo
numero
M. Calzolari, M. Dottori,
G. Zanardi, G. Brambilla,
Segreteria di redazione
M. Guerini
L. Marella
Fotocomposizione
Editrice Vannini - Gussago (BS)
Editore
Istituto Zooprofilattico
Sperimentale della Lombardia
ed Emilia Romagna
“Bruno Ubertini”
Tutti coloro che vogliono scriverci, devono indirizzare le lettere al
seguente indirizzo:
“L’OSSERVATORIO” rubrica “La posta dei lettori”,
via Bianchi, 9 - 25124 Brescia - tel. 030 2290259-235;
oppure utilizzare la posta elettronica: [email protected]
L’Osservatorio e i numeri del precedente Bollettino Epidemiologico
possono essere consultati anche sul sito web http:\\www.oevr.org
Editoriale
Il numero estivo è dedicato all’epidemiologia ambientale, alle malattie trasmesse da arbovirus e veicolate
da culicoidi e ad un argomento, mi auguro divertente, relativo al ragionamento diagnostico in medicina.
La prevenzione finalizzata alla salute non può prescindere dalla tutela dell’ambiente e l’epidemiologia ambientale studia la distribuzione dei casi di malattia nello spazio, nel tempo e nei diversi sottogruppi della popolazione, con particolare attenzione alla correlazione con l’esposizione ai fattori di rischio ambientale.
È una disciplina che ha acquisito sempre più importanza con l’aumentare della consapevolezza dell’elemento ambiente, che fa parte della triade epidemiologica. L’approccio metodologico nel settore veterinario è fondato sul monitoraggio di animali sentinella, spie della qualità dell’ambiente in cui vivono, e che
fungono da rilevatori precoci di possibili effetti avversi di determinate esposizioni ambientali.
L’articolo proposto focalizza l’attenzione sugli inquinanti organici persistenti (POP), di cui la convenzione di Stoccolma del 2004 fornisce il quadro, basato sul principio di precauzione, atto a garantire l’eliminazione, in condizioni di sicurezza, e la diminuzione della produzione e dell’uso di tali sostanze, nocive
per la salute umana e per l’ambiente.
D’altro canto, le malattie emergenti virali trasmesse da Culicoides sono fortemente condizionate dai cambiamenti ambientali, climatologici in particolare. Lo dimostra la presenza, sopravvivenza e persistenza di
specie di zecche anche a latitudini fino a poco tempo fa sfavorevoli. I focolai di Blue Tongue in Germania e
la persistenza del virus scoperta recentemente nei bovini sentinella rappresentano un esempio calzante.
Sembra d’interesse, perciò, offrire una panoramica su queste malattie, che non sono presenti nel nostro
Paese, ma potrebbero riguardarci in futuro.
G. Zanardi
L’OSSERVATORIO
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Arbovirus trasmessi da culicoidi
M. Calzolari1, M. Dottori1
no prettamente acquatici. Possono deporre le uova in
diversi ambienti: sulla superficie di raccolte d’acqua
delle più svariate dimensioni quali lattine usate, abbeveratoi per gli animali, risaie, oppure sui substrati
umidi nelle vicinanze dell’acqua, sul fango o la lettiera umida e ancora sulla superficie inferiore della vegetazione acquatica. Ai tropici le uova schiudono in
1-2 giorni, a temperature più fredde possono impiegare 1-2 settimane; alcune specie, in particolare del
genere Aedes, producono uova che possono resistere
al disseccamento anche per anni.
Tutte le larve dei culicidi sono acquatiche, ma respirano ossigeno atmosferico salendo, solitamente, al
pelo dell’acqua; gli esemplari appartenenti al genere
Coquillettidia hanno un sifone modificato che permette di respirare sfruttando le parti immerse dei vegetali. Solitamente le larve non vivono nelle acque
aperte o nella corrente, ma piuttosto sul bordo dove la
corrente è minima e possono trovare riparo nella vegetazione. Si nutrono di detriti, alghe e microrganismi
acquatici e dopo tre mute diventano pupe. Nei paesi
tropicali la vita larvale è di soli 7-10 giorni, in ambienti temperati è più lunga; in talune specie le larve
possono anche superare l’inverno. Anche la durata
dello stadio di pupa è influenzato dalle temperature e
può variare dai 2-3 giorni fino ad una settimana.
Le zanzare si nutrono di liquidi zuccherini (ad esempio di nettare), solo le femmine necessitano anche di
un pasto di sangue per fare maturare le uova. Questi
insetti possono deporre da poche decine a centinaia
di uova, per ogni ovideposizione. Il tempo di digestione del pasto di sangue, dopo il quale la zanzara
depone le uova, va da 2-3 giorni nei paesi caldi fino
ad 1-2 settimane a temperature più basse. Ogni specie di zanzara ha delle preferenze alimentari e punge
vertebrati diversi, quelle che attaccano preferenzialmente l’uomo sono dette antropofile. Le zanzare non
sono buone volatrici e si allontanano solo poche centinaia di metri dal sito di comparsa; grandi spostamenti sono possibili solo se l’insetto viene trascinato
dal vento oppure trasportato con autovetture, treni,
navi od aeroplani. Le femmine adulte vivono 1-2 settimane nei paesi tropicali mentre nei paesi temperati
possono arrivare anche a 1-2 mesi; in alcune specie
le femmine gravide possono rimanere in ibernazione
Introduzione
Negli ultimi anni l’ampia ed inarrestabile diffusione
della zanzara antropofila Aedes albopictus, ha riportato all’attenzione della pubblica opinione il problema zanzare, prima storicamente relegato ad alcune
aree costiere frequentate dai turisti. Se la pubblica
opinione è preoccupata soprattutto del disagio e delle
fastidiose conseguenze delle punture di zanzare che
inaspettatamente agiscono in pieno giorno in luoghi
un tempo dedicati al relax e alle attività ricreative e alla cui puntura è difficile sottrarsi, gli operatori sanitari volgono la loro attenzione ai rischi connessi ad un
potenziale ed efficiente vettore di malattie infettive;
Ae. Albopictus è, infatti, un vettore competente di almeno 22 arbovirus.
Il termine arbovirus, acronimo di artropod-borne-virus, sta ad indicare i virus biologicamente trasmessi
dalla puntura di un artropode ematofago ad un ospite
vertebrato (sono esclusi dagli arbovirus i virus trasmessi meccanicamente). Questo termine non ha
quindi un significato tassonomico, ma ha una valenza
epidemiologica; gli arbovirus appartengono, infatti, a
diverse famiglie di virus.
Fra le zanzare in grado di trasmettere arbovirus non
c’è solo la specie esotica Ae. Albopictus, in quanto diverse specie autoctone hanno capacità vettrici, ad
esempio Culex pipiens, che da sempre accompagna le
nostre serate estive con limitati fastidi e senza lasciarci immaginare preoccupanti scenari di esotiche epidemie.
Cenni di biologia delle zanzare
Con il termine zanzare si indicano i ditteri nematoceri appartenenti alla grande famiglia Culicidae; esistono circa 3200 specie e sottospecie di zanzare suddivise in 42 generi e nel nostro paese sono presenti circa
60 specie raggruppate in 7 generi. Solo alcune specie
pungono preferenzialmente l’uomo, le più pericolose
per la trasmissione di agenti patogeni appartengono ai
generi Anopheles, Culex, Aedes, Ochlerotatus (formalmente un sottogenere di Aedes) e Mansonia.
Questi insetti possiedono una grande adattabilità, ma
il loro ciclo vitale è comunque legato all’acqua, sia
dolce che salata; le uova delle zanzare hanno bisogno
di acqua per schiudersi e gli stadi di larva e pupa so-
Sanità veterinaria
4
L’OSSERVATORIO
Tra i flavivirus vanno ricordati anche quello della Meningoencefalomielite Israeliana del Tacchino ed il
Bagaza virus.
Gli alphavirus sono arbovirus che generalmente hanno i loro serbatoi naturali negli uccelli e nei piccoli
mammiferi, mentre gli uomini e gli animali domestici sono ospiti di dead - end (tab. 1). Agli alphavirus
appartiene il virus Chikungunya che è diventato famoso dopo aver provocato, nel 2005, un’epidemia
nelle Isole dell’Oceano Indiano. Esso comunque interessa da tempo vaste aree dell’ Africa e del Sud Est
Asiatico e rappresenta un rischio attuale per la popolazione in Indonesia ed in Congo. Diverse decine
ogni anno sono i casi di turisti che rientrano in Europa malati dopo una vacanza nelle zone in cui questa
infezione è diffusa. Dati dell’ECDC (European Center of Disease Control) segnalano l’importazione di
307 casi in Francia dal 1 Aprile 2005 al 28 Febbraio
2006 e, nello stesso periodo, simili sono stati riportati in Germania, Francia, Gran Bretagna, Spagna,
Svizzera ed anche in Italia. Questo dato fa temere
l’introduzione del virus nel nostro continente, visto
che Ae. albopictus è un vettore della malattia. A questo genere appartengono anche i virus della Encefalite equina venezuelana, dell’Encefalite equina dell’est e dell’Encefalite equina dell’ovest; questi tre virus sono fra le più diffuse cause di encefalite nelle
Americhe e presentano cicli molto simili nei quali intervengono diverse specie di zanzare: un ciclo enzootico, coinvolgente animali selvatici, sostenuto da
una unica specie di zanzara, mentre altre specie di
culicidi, con diverse preferenze alimentari, possono
introdurre il virus in un ciclo epizootico e infettare
anche l’uomo. Il Mayaro virus è diffuso solo in Sud
America. Il Ross River virus è endemico in Australia
e Papua Nuova Guinea; il meno comune Barmath Forest virus è presente solo in Australia. Il virus
O’nyong nyong è trasmesso da Anopheles spp. in
Africa. Un altro alphavirus abbastanza noto, segnalato anche in Italia una tantum, è il Sindbis virus
(SINV). Di origine Africana, provoca saltuariamente poliartriti e dermatiti in Scandinavia, dove viene
trasportato da uccelli migratori; è presente anche in
Asia ed Australia.
I rappresentanti dei Bunyavirus risultano abbastanza
comuni in Europa e sono frequenti i rilevi di sieropositività nelle popolazioni (tab. 1). Le recenti alluvioni
nei paesi dell’Est e il conseguente proliferare di zanzare hanno spinto i ricercatori a testare i residenti trovando molti riscontri positivi. Il più comune è
senz’altro il Tahyna virus (appartenete al gruppo dei
virus californiani tra cui viene annoverato anche il virus dell’Encefalite La Crosse che, oltre all’uomo, infetta anche svariate specie di animali domestici e sel-
anche per 9 mesi, riuscendo a superare la stagione
sfavorevole.
Gli arbovirus trasmessi da zanzare
Parlando di questi agenti patogeni non si vuole trascurare il ruolo dei plasmodi malarici, delle microfilarie o dei tripanosomatidi, bensì gettare un po’ di luce in un campo complesso in continua evoluzione sul
nostro pianeta.
I flavivirus sono tra i più rappresentativi della categoria e la loro pericolosità è connessa alla grande varietà
di vettori e serbatoi che sono in grado di utilizzare (tab.
1). La Febbre Gialla (YF), originaria dell’Africa si è
diffusa in Sud America, ma è sporadicamente comparsa in alcuni porti del Nord America e dell’Europa, trasportata da esemplari di Aedes aegypti, che sono stati
in seguito eliminati dal rigore del clima. La Dengue
(DEN), che annovera tra i suoi principali vettori Ae.
aegypti e proprio Ae. albopictus, è presente in Africa,
America Centrale e Meridionale, isole dei Caraibi, India, Indocina, Sud Est Asiatico e si sta ulteriormente
diffondendo: da ricordare la grande epidemia in Grecia e Tunisia sostenuta da Ae. Aegypti registrata nel
1927. L’Encefalite Giapponese (JE), molto studiata
dai ricercatori statunitensi subito dopo la seconda
guerra mondiale, notevolmente diffusa in Asia, da
Giappone, Corea, Cina, Filippine e Indocina, si è spinta a Sud fino all’Australia e ad Ovest fino ad India, Nepal e Pakistan; é trasmessa da diverse specie di zanzare, molte delle quali sono tipiche delle risaie. In diversi stati europei, e anche in Italia sono segnalati ogni
anno casi importati sia di Dengue sia di Encefalite
Giapponese, cioè casi di turisti infettatisi durante un
viaggio, che manifestano la malattia nel paese di provenienza.
La Febbre del Nilo Occidentale (West Nile), globalmente diffusa e l’unica oggetto di un piano di monitoraggio nazionale, è assurta alle cronache per la sua
recente ed inaspettata comparsa a New York e si sta
diffondendo in America Settentrionale e Centrale.
Segnalata in Italia nel 1998, recentemente ha interessato (con vere e proprie epidemie) il territorio russo
(1999) e la Romania (1996), ma le positività sierologiche percorrono quasi tutta l’Europa, Italia compresa. Un virus africano, molto simile alla WN, l’Usutu
virus, è stato segnalato nel 2004 in Austria e nel
2006 in Svizzera, dove ha provocato una anomala
mortalità nei merli; anche l’Encefalite di St. Louis,
endemica negli USA ed in Canada, ha fatto capolino
in Argentina; strettamente correlato a questo virus è
il Rocio virus, diffuso in Brasile. Tipici dell’Australia sono invece il virus dell’Encefalite della valle del
Murray ed il virus Kunjin. Per entrambi questi virus
il vettore principale è la specie Culex annulirostris.
L’OSSERVATORIO
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Sanità veterinaria
Tabella 1. Tabella riassuntiva dei principali arbovirus diffusi su scala globale con riferimento alle specie vettrici di
culicidi, agli ospiti serbatoio e alla diffusione.
Virus
Alphavirus
Chikungunya
Mayaro virus
Encefalite equina venezuelana
Encefalite equina dell’est
Encefalite equina dell’ovest
Ross River virus
Barmah Forest virus
O’nyong nyong
Sindbis
Flavivirus
Encefalite giapponese
West Nile
Usutu
Encefalite St. Louis
Encefalite della Murray Valley
Kunjin
Rocio virus
Dengue
Febbre gialla
Specie vettrici principali
Ospiti serbatoio
Diffusione
Aedes aegypti, Ae. albopictus,
Aedes spp., Culex spp.,
Mansonia africana
Haemagogus janthinomys
Culex spp.
Culiseta melanura,
(ciclo selvatico)
Culex tarsalis (ciclo selvatico)
Ochlerotatus spp.
Ochlerotatus vigilax,
O. camptorhynchus,
Culex annulirostris
Ochlerotatus vigilax,
O. camptorhynchus,
Culex annulirostris
Anopheles funestus,
A. gambiae
Culex spp., Culiseta spp.,
Aedes spp.
Africa sub-Sahariana,
Primati, pipistrelli
Sud est asiatico,
Sri Lanka, India,
?
Sud America
Roditori, equini
Americhe
Volatili
Americhe
Volatili, lagomorfi
Mammiferi,
in particolare
marsupiali
Americhe
Australia
Isole del Pacifico
Mammiferi
Australia
?
Africa sub-Sahariana
Volatili
Europa, Africa,
Asia Minore, Sud Asia,
Australia,
Volatili, maiale
Asia
Volatili, cavalli,
cammelli
Volatili
Volatili
Volatili
Volatili
?
Tutto il mondo
Africa, Europa
Americhe
Australia, Nuova Guinea
Australia, Nuova Guinea
Brasile
Uomo
Africa, Americhe, Asia
Primati
Africa, America centromeridionale
Aedes spp., Ochlerotatus
spp., Culex spp.,
Mansonia spp.
Ochlerotatus triseriatus
Aedes vexans, Aedes spp.,
Ochlerotatus spp.
Aedes spp.,
Ochlerotatus spp.
Mammiferi (in
particolare ovini,
bovini)
Roditori
Lagomorfi
Africa
?
Nord Europa
Anopheles spp.
Aedes spp., Anopheles spp.
Mammiferi
Ungulati
Europa
Nord America
Culex tritaeniorhynchus,
Culex spp.
Culex spp.
Culex spp.
Culex spp.
Culex annulirostris
Culex annulirostris
Ochlerotatus scapularis,
Psorophora ferox
Aedes aegypti, Ae.
albopictus, Aedes spp.
Aedes aegypti, Aedes spp.
Bunyavirus
Rift Valley
Encefalite LaCrosse
Tahyna
Inkoo
Batai
Potosi virus
Nord America
Europa
*Ochlerotatus è formalmente un sottogenere di Aedes.
Sanità veterinaria
6
L’OSSERVATORIO
vatici ed ha come vettore soprattutto Ae. vexans. Il
rinvenimento del virus Uukuniemi non desta invece
preoccupazioni, in quanto non risulta essere patogeno per la specie umana. Alla stessa “famiglia” appartiene il Potosi virus, isolato negli Stati Uniti, ma anche il Batai virus (BATV), sulla cui diffusione in Europa è difficile esprimersi a causa dei pochi dati disponibili. Dopo una rapida citazione dell’Inkoo virus,
rinvenuto nei paesi scandinavi, la nostra attenzione
va doverosamente al virus della Febbre della valle
del Rift (RVF), che si distingue da tutti gli altri per il
suo potere patogeno anche nei confronti dei ruminanti domestici e per la sua capacità di trasmettersi
all’uomo anche mediante contatto o ingestione di liquidi biologici. Tipicamente africano (è in corso in
Kenia un’epidemia di questa malattia, che, fra il dicembre del 2006 e il gennaio del 2007, ha provocato 150 vittime), ha recentemente interessato la penisola arabica e minaccia l’Iraq.
Il rischio è reale?
In primis resta da accertare la presenza e la pericolosità degli arbovirus che probabilmente sono già presenti in Italia o sono soliti presentarsi periodicamente
in occasione di migrazioni o particolari eventi climatici producendo effetti non sempre evidenti e a rischio
di disconoscimento (West Nile, Tahyna, Usutu, Sindbis e Batai). In secundis bisogna preoccuparsi degli
arbovirus più temibili, per così dire esotici, connessi
alla globalizzazione ed all’immigrazione. In questa
seconda categoria possiamo annoverare i già citati virus di West Nile, Encefalite di St. Louis, Chikungunya,
Rift Valley Fever, Encefalite giapponese, Febbre gialla e Dengue. Alcuni di questi risultano particolarmente pericolosi perché possono sviluppare cicli urbani
(Dengue urbana, Febbre gialla e Chikungunya).
Questi virus potrebbero arrivare con un trasporto di
zanzare infette da paesi stranieri con aerei e navi, da
qui l’importanza di monitorare porti e aeroporti per
escludere l’arrivo di specie esotiche.
Un altro fattore importante è l’importazione di casi
connessa alla circolazione di persone da un continente all’altro, sempre più veloce e frequente. In questo
caso giocano un ruolo fondamentale le zanzare già
presenti sul territorio sia le specie autoctone, che possono rivelarsi vettori in grado di trasmettere il virus,
ma soprattutto le specie esotiche, che si sono stabilizzate, nelle quali questa capacità è già stata dimostrata (Ae. albopictus).
Ulteriore fattore di rischio è rappresentato dai cambiamenti climatici ai quali stiamo andando incontro:
un riscaldamento del clima potrebbe modificare
l’ambiente favorendo lo sviluppo delle zanzare presenti ed accelerando l’incubazione delle infezioni virali, nonché permettere a specie che oggi non sono
presenti di insediarsi nel nostro territorio.
In particolare non sembra così improbabile che la
specie Ae. aegypti, temibile vettore di diversi arbovirus, possa stabilirsi nel sud Europa. Sono stati riportati casi autoctoni di YF nei porti europei dovuti alla
puntura di Ae aegypti infette trasportate con le navi,
la malattia è subito scomparsa quando le zanzare sono state eliminate dall’abbassarsi della temperatura.
La presenza di questa specie è stata inoltre segnalata
in diverse occasioni nel nostro paese, anche se mai
stabilmente, probabilmente perché incapace, fino ad
oggi, di superare la rigidità del clima invernale.
Pertanto non si può escludere la possibilità che un arbovirus esotico possa non solo arrivare nel nostro
continente, ma impiantarsi stabilmente.
Epidemiologia degli arbovirus
Un recentissimo studio inglese dà per scontata la presenza di West Nile, Usutu, Sindbis e Tahyna virus nelle isole britanniche (la circolazione dei primi tre è
stata dimostrata proprio nel 2006), mentre paventa
l’introduzione di YF, DEN, Bagaza e Chikungunya,
nonché di RVF (tramite animali domestici).
I fattori di rischio individuati sono molteplici: l’aumento delle movimentazioni di persone (militari
compresi), animali, piante ed artropodi, l’incremento
di eventi ricreativi all’aria aperta, la diminuzione degli interventi sistematici di lotta agli insetti, la deforestazione e l’antropizzazione, le alluvioni ed i cambiamenti climatici.
I cicli epidemiologici degli arbovirus, che hanno come vettori varie specie di zanzare sono molto complessi. Fondamentalmente esistono cicli urbani o rurali in cui l’uomo stesso è amplificatore del virus e
culicidi antropofili fanno da vettori (Dengue urbana,
Febbre gialla e Chikungunya); d’altro canto esiste il
cosiddetto saltuario “spillover”, che dal ciclo selvatico trasporta il virus all’uomo tramite zanzare “ponte”
cioè avvezze a pungere sia l’uomo che gli animali
(soprattutto volatili), che è il caso di West Nile, Dengue selvatica, Febbre Gialla e Encefalite Equina Venezuelana; da ultimo i cicli rurali in cui gli animali
domestici fungono da amplificatori del virus esponendo l’uomo al rischio di infezione (Encefalite
Equina Venezuelana, Encefalite Giapponese e Febbre della Valle del Rift).
Ovviamente il ruolo dei culicoidi vettori è fondamentale e quindi la stagionalità e gli eventi climatici
influenzano fortemente il corso degli eventi.
L’OSSERVATORIO
1. IZSLER Laboratorio Entomologico Sezione di
Reggio Emilia
2. IZSLER Sezione di Reggio Emilia
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Sanità veterinaria
Il ragionamento diagnostico in medicina:
analogie con i metodi investigativi
dei detective in letteratura.
Recensione a cura di G. Zanardi dell’articolo di Rapezzi C., Ferrari R., Branzi A. (2005).
“White coats and fingerprints: diagnostic reasoning in medicine and investigative
methods of fictional detectives” BMJ, 331, 1.491-1.494
Le analogie clinico-investigative
Il lavoro del detective mostra molte similitudini con
il ragionamento clinico.
Entrambi cercano di ripristinare la condizione originaria, intaccata dal crimine o dalla malattia.
Un tempo vi era la fede incrollabile nell’interpretazione deterministica d’indizi, segni, sintomi.
I detective e i clinici svelavano il criminale e facevano diagnosi ragionata, decifrando i segni senza apparente significato.
Non è mera coincidenza che Sir Arthur Conan Doyle,
il padre di Sherlock Holmes, fosse egli stesso un dottore, ispiratosi al proprio maestro nel delineare il suo protagonista, anche se le due figure, detective (Holmes) e
medico (Watson), rimangono separate. Gli Autori successivi le avrebbero riunite in una sola persona, i.e. il
coroner Quincy, il Dr Scarpetta di Patricia Cornwell.
L’interessante e, per certi versi, curioso articolo da
cui origina questa recensione, integrata con alcune
riflessioni sui protagonisti dell’odierna filmografia, è
opera di medici, che operano presso l’Istituto di Cardiologia Policlinico S. Orsola Malpighi di Bologna e
l’Università di Ferrara.
Gli Autori hanno associato il processo mentale della
detective story a quello nella diagnostica medica. Il
risultato è un gustoso intreccio di logica e psicologia
investigativa analizzata per analogia e traslata nel
mondo medico, in particolare nella diagnosi di malattia.
Le implicazioni e le riflessioni non sono solo divertenti, ma colpiscono per l’acutezza e la levità con cui
quest’argomento di quotidiana evenienza è trattato.
Gli Autori premettono la disdicevole confidenza con
cui gli addetti ai lavori si affidano a strumenti diagnostici e ad algoritmi sempre più sofisticati per confermare la diagnosi.
Questa attitudine rischia di emarginare quello che è
sempre stato il cardine della scienza medica e, in altre parole, il ragionamento diagnostico. Le analogie
con le strategie investigative della letteratura “gialla”
forniscono alcuni indizi sui problemi posti dall’uso o
abuso delle tecnologie avanzate.
Modelli investigativi
Nel “Segno dei quattro”, Sherlock Holmes individua
tre qualità per il detective ideale: osservazione, deduzione e conoscenza. E’ il manifesto di una stagione
letteraria, ultimo scorcio del XIX e XX secolo, che
vede come protagonisti poliziotti come Auguste Dupin, Miss Marple ed Hercule Poirot.
I sillogismi di Charles Sanders Peirce
Deduzione
Regola: tutti i fagioli di questa borsa sono bianchi
Caso: questi fagioli sono contenuti in questa borsa
Risultato: questi fagioli sono bianchi
Induzione
Regola: tutti i fagioli di questa borsa sono bianchi
Caso: questi fagioli sono bianchi
Risultato: tutti i fagioli di questa borsa sono bianchi
Abduzione
Regola: tutti i fagioli di questa borsa sono bianchi
Caso: questi fagioli sono bianchi
Risultato: questi fagioli sono contenuti in questa borsa
Sanità veterinaria
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L’OSSERVATORIO
Per la verità, la letteratura del XX secolo aggiunge la
capacità di ricostruire la psicologia e l’ambientazione della vittima, mirabilmente rappresentata da Maigret e Padre Brown, e l’abilità di scovare le incongruenze sulla scena del crimine, tipica del tenente
Colombo.
dere ed immagazzinare una grande quantità di conoscenza, senza bloccare la mente. Il pericolo è l’emergere di una nuova figura di medico specialista “a tavolino”, convinto di risolvere i problemi clinici navigando su web. Queste ricerche hanno un senso solo se il
clinico mantiene la propria identità professionale.
Abilità nell’osservazione e nel ragionamento logico
Sherlock Holmes non pratica solo la deduzione (dal
generale al particolare) e l’induzione (dal particolare
al generale), ma anche l’abduzione, vale a dire il processo di formazione di un’ipotesi plausibile, che
spiega. L‘induzione stabilisce una regola e la deduzione sviluppa semplicemente le conseguenze necessarie di una data ipotesi.
I classici sillogismi del filosofo americano Charles
Sanders Peirce ben spiegano i concetti.
Ricostruire i profili psicologici e sociali
Il prototipo è l’ispettore Maigret, che apparentemente non usa alcun metodo scientifico, ma s’immedesima nel profilo psicologico e nel mondo della vittima.
Un altro punto cruciale del suo metodo investigativo
è l’intervista o l’interrogatorio, anche prolungati. Nel
corso di tutto il 18° secolo, i dottori facevano diagnosi basandosi sulle informazioni spontanee dei pazienti. Le malattie erano catalogate secondo i sintomi
e i pazienti potevano comunicare i sintomi verbalmente o per lettera e il medico poteva “visitare” o fare diagnosi tramite posta. Nel 19° secolo la storia o
anamnesi del paziente è standardizzata in forma
d’intervista, con un tempo inferiore dedicato alla comunicazione verbale e alle interpretazioni personali
del paziente.
Maigret e Padre Brown mantengono, tuttavia, l’intervista come processo estemporaneo guidato dall’intuizione piuttosto che da procedure standard.
Intervistare non è semplice e può essere visto come
un talento per estrarre dai pazienti gli elementi fondamentali per giungere ad una diagnosi corretta.
Quest’arte molto probabilmente è soggettiva e non
può essere trasmessa a studenti e collaboratori, anche
se si deve rammentare che l’intervista non è un dialogo a ruota libera, ma viene eseguita per esplorare
precise ipotesi diagnostiche.
Oggigiorno, il telefilm, che dichiara fin dal titolo la
propria vocazione alla ricostruzione del profilo psicologico della mente criminale è la serie “Criminal
minds” e i suoi protagonisti si chiamano “profilers”.
Sherlock Holmes focalizza le sue osservazioni non
solo sulla presenza di fatti ed evidenze, ma anche sulla loro assenza.
La scoperta e l’interpretazione dei segni di malattia
sono caratteristiche recenti della diagnosi.
I famosi “segni patognomonici” derivano dalla credenza, non convalidata, che il “cuore” di una malattia può essere diagnosticato con assoluta precisione
dai suoi “specifici segni esterni”. Ancor oggi, il primo approccio dei futuri dottori in formazione è la ricerca dei segni patognomonici; solo con l’esperienza
si oltrepassa la fede cieca nella scienza dei segni clinici e strumentali, riconoscendone i limiti.
Conoscenza
La conoscenza generale e un archivio mentale specifico dei casi passati sono i requisiti per il successo di
un’investigazione. Nel caso di Nero Wolfe essi rappresentano gli unici strumenti, perché vive confinato
nel suo appartamento di New York, accudendo alle
sue amate orchidee. Archie Goodwin, il suo assistente, è il suo contatto con il mondo esterno.
D’altro canto, l’accumulo di conoscenza rischia di
saturare le energie mentali. A questo proposito, la
metafora elaborata da Holmes assimila il cervello
umano ad una piccola soffitta vuota, che si può riempire con qualunque tipo di mobili. L’uomo non avrà
nient’altro a disposizione che gli strumenti in grado
di aiutarlo a fare il suo lavoro. E’ un errore pensare
che una piccola stanza abbia pareti elastiche, che si
possono estendere all’infinito. Giungerà sempre il
momento in cui ad ogni aggiunta di conoscenza si assocerà la dimenticanza di qualche cosa di già conosciuto. E’ d’importanza fondamentale, perciò, evitare
che fatti inutili spiazzino quelli utili.
Oggigiorno, internet è lo strumento di scelta per acce-
L’OSSERVATORIO
Abilità nel riconoscere le incongruenze
Il tenente Colombo ha l’abilità peculiare di rilevare le
incongruenze sulla scena del crimine.
Per esempio, se la vittima è un giovane ricco e raffinato, perché stava bevendo champagne a buon mercato nella sua stanza da letto? Molto probabilmente
la scena era stata architettata in maniera tale da fuorviare l’impressione originale. Sembra facile in televisione, ma la capacità di percepire e assegnare i valori corretti da discrepanze interne richiede un controllo dell’intero scenario diagnostico. Questo talento si
compone di una mescolanza di capacità d’osservazione, ragionamento logico, cultura, immaginazione
abduttiva – una fase avanzata ed integrata nel processo di valutazione clinica.
9
Sanità animale
Azione, perseveranza e iniziativa
Dagli anni 30 agli anni 40 un nuovo sub-genere cominciò ad attrarre i lettori: “noir” in francese, “hard
boiled” nello slang americano.
In questo caso il ragionamento logico lasciava spazio
all’azione, alla tenacia, all’iniziativa, all’ostinatezza,
al disincanto e alla disillusione, con l’uso indiscriminato di tutte le tecniche disponibili (inseguimenti, intercettazioni, confessioni forzate). Figure come Philip Marlowe e Sam Spade rappresentavano questa
nuova corrente. La trasposizione di questo tipo d’approccio in campo medico potrebbe essere un clinico
annoiato, arrabbiato, non motivato che ordina test e
procedure all’infinito senza un’ipotesi precisa, con la
speranza di incappare in una diagnosi plausibile.
Il metodo clinico come la scienza e l’arte dell’investigazione
Un clinico ideale dovrebbe presentare un mix delle
caratteristiche descritte in precedenza. Una qualità
investigativa che contrassegna un clinico maturo è
l’abilità di rilevare possibili incongruenze tra gli esami clinici, strumentali e di laboratorio, considerando
non solo quello che c’è, ma anche quello che manca.
Questo richiede abilità d’osservazione e “deduzione”, governo della conoscenza, riconoscimento dei
modelli, e l’astuzia che viene con anni d’esperienza.
Per i fini clinici, il procedimento diagnostico non
consiste solo nell’anamnesi e nell’esame clinico, ma
piuttosto nella capacità di stabilire collegamenti tra i
risultati strumentali, di laboratorio con un’attenzione
sia alle congruenze sia alle incongruenze.
Il protagonista della serie filmica, dr House – Medical Division, fa sua quest’impostazione e la condivide/impone in modo cinico, ironico e sarcastico ai
suoi collaboratori.
Nella serie Crime Scene Investigation (CSI), invece,
il focus diagnostico è la prova; la psicologia passa in
secondo piano, mentre assurgono a veri e propri dogmi di comportamento l’osservazione, la rilevazione/
rivelazione delle tracce, l’associazione, il ragionamento deduttivo, la ricomposizione del puzzle logico, in sintesi il procedimento scientifico. L’individuazione del soggetto criminale avviene per esclusione, sulla base delle tracce trovate o per induzione.
La trinità è composta di vittima – sospettato – luogo.
Le domande sono: cosa c’è in comune? Cosa c’è di
strano?
In quest’ottica, semplici esami (od osservazioni) hanno il medesimo valore di quelli più sofisticati e dispendiosi.
Stretta aderenza ai protocolli e alle procedure
Di solito, al genio splendente dell’investigatore fa da
contraltare un ufficiale ligio alle regole, che appare
stolido e inefficiente.
La paura di fare errori, di incorrere in rimproveri o
sanzioni da parte dei superiori possono essere alla base di tale comportamento, insieme all’inesperienza o
ad una forma mentale ottusa o pigra.
L’esistenza di linee guida nella pratica medica eleva
il livello di qualità della pratica e riduce il rischio
d’incidenti.
Ciononostante, l’applicazione acritica delle raccomandazioni può comportare dei trabocchetti; un approccio giuridico alle linee guida può anche portare il
clinico ad abbandonare sistematicamente il ragionamento clinico a favore della pura forma difensiva della medicina a discapito della creatività.
Inoltre, vi è il rischio che le linee guida appaiano come un dogma, perché generate da esperti e perciò difficilmente innovabili.
Gli aforismi di Sherlock Holmes
Tu vedi, ma non osservi
Tu conosci il mio metodo. E’ fondato sull’osservazione di cose di poca
importanza.
Mai confidare sulle impressioni generali, mio caro ragazzo, ma concentrati sui dettagli.
E’ un errore madornale teorizzare prima di avere i dati. Senza saperlo,
uno inizia a distorcere i fatti per adattarli alla teoria, invece che adattare
le teorie ai fatti.
Non c’è niente come l’evidenza diretta.
Non c’è niente di più ingannevole del fatto ovvio.
Il mondo è pieno di cose ovvie che nessuno osserva mai per caso.
Quando tu hai eliminato tutto ciò che è impossibile, allora qualunque cosa rimanga, per quanto improbabile, deve essere la verità.
Sanità animale
10
L’OSSERVATORIO
La qualità dell’ambiente quale pre-requisito
sanitario nell’allevamento
degli animali da reddito
G. Brambilla1
Introduzione
A livello di singola azienda agricola possono essere
presenti piccole sorgenti occasionali, rilevanti ai fini
della contaminazione dei foraggi e dell’alimento di
origine animale. I nuovi indirizzi della politica agricola comunitaria spingono verso una dimensione meno intensiva delle aziende agricole, caratterizzate da
un auto-approvvigionamento di alimenti per animali
e da una maggiore interazione degli animali con
l’ambiente, quale conseguenza del recepimento delle
relative norme sul benessere animale. Tale frammentazione rende difficile in termini di costo/beneficio
una azione di monitoraggio capillare basata essenzialmente su accertamenti analitici. E’ quindi necessario iniziare a identificare quali contaminanti ambientali siano di interesse prioritario ai fini delle attività zootecniche e quali le loro sorgenti di emissione
(per lo più occasionali e irregolari) e i fattori di esposizione degli animali da reddito, in un percorso di
analisi del rischio condiviso a livello di detentori di
interesse e a livello di autorità competenti per il controllo ufficiale.
Date le caratteristiche fisico-chimiche e tossicologiche, che ne determinano un progressivo bioaccumulo
nei tessuti lipidici ed effetti non desiderati sul benessere e la salute degli esseri viventi, i POP possono
rappresentare un motivo di preoccupazione non solo
per la salute, ma anche per la sicurezza alimentare,
dato che l’alimento di origine animale costituisce la
maggiore sorgente di esposizione per l’uomo. Nelle
produzioni zootecniche, non solo i mangimi posti in
commercio, ma anche i foraggi prodotti in azienda, la
qualità dell’ambiente e dei materiali a contatto con
gli animali costituiscono delle potenziali fonti di
esposizione.
Esiste una lista positiva di 12 sostanze prioritarie formulata sulla base delle loro caratteristiche di persistenza ambientale (ad esempio, emivita superiore ai 6
mesi nei suoli), di bioaccumulo (ad esempio capacità
di raggiungere negli organismi viventi concentrazioni 5.000 volte superiori rispetto a quelle ambientali),
di trasporto a lunga distanza e di tossicità per l’uomo.
A questa lista positiva, seguono altri due elenchi: il
primo riguarda altre sostanze, già oggetto di valutazione, che attendono di essere inserite tra i composti
prioritari; il secondo comprende sostanze per le quali esiste una preliminare evidenza scientifica ai fini
del loro inserimento tra i POP e che quindi sono proposte per una valutazione di rischio.
In tabella 1 si riporta l’elenco delle sostanze prioritarie, di quelle per cui esiste già un profilo di rischio e
di quelle per cui è stato proposta la pertinente valutazione chimico-tossicologica.
I contaminanti tossici persistenti secondo la Convenzione di Stoccolma
Con l’acronimo di POP (Persistent Organic Pollutants) si intende un elenco di Contaminanti Organici
Persistenti, che sono inquadrati nell’ambito della
Convenzione di Stoccolma (2004) e che costituiscono un sottogruppo di una famiglia più ampia di sostanze liofile, primariamente di origine industriale,
che sono presenti nell’ambiente.
Tabella 1. Contaminanti organici persistenti inquadrati nell’ambito della Convenzione di Stoccolma
Aldrin
Clordano
DDT (p,p’-DDT)
Dieldrin
Chlordecone
Hexabromobiphenyl
alpha-HCH
beta-HCH
L’OSSERVATORIO
Prioritari
Endrin
Policlorobifenili (PCB)
Eptacloro
Policlorodibenzodiossine(PCDD)
Esaclorobenzene (HCB)
Policlorodibenzofurani (PCDF)
Mirex
Toxafene
Candidati per l’inclusione tra i prioritari
Lindano (gamma-HCH)
Perfluoroottano sulfonato (PFOS)
Pentabromodifenil -etere
Proposti per la valutazione
Ottabromodifenil etere
Paraffine clorurate a catena corta
Pentaclorobenzene
11
Sanità animale
L’esposizione alimentare
Generalmente, gli alimenti di origine animale costituiscono la principale fonte di esposizione a contaminanti di origine biologica e chimica, specie se questi sono caratterizzati dalla capacità di bio-accumularsi. Recentemente, un ampio dibattito è stato sollevato in ambito EFSA circa la valutazione del fattore ambientale nei confronti della presenza di contaminanti tossici persistenti nel pesce pescato e allevato in varie parti del mondo.
Nell’identificazione dei fattori di rischio a livello di produzione primaria, è utile riferirsi principalmente alla problematica “diossine”,
quale paradigma per le altre classi di composti emergenti.
Figura 1. Illustrazione dei livelli di formazione ambientale rilevati dall’OCSE nel personale addetto alle attività agricole e zootecniche
Figura 2. Andamento delle emissioni ambientali di PCDD e PCDF da
sorgenti di emissione regolari e occasionali, rilevate nel Regno Unito
A questo proposito, l’OCSE ha recentemente focalizzato l’attenzione sulla
formazione ambientale del personale a
livello di produzione agro-zootecnica.
Tale formazione, costituisce un requisito per la corresponsione dei premi
della Politica Agricola Comunitaria,
nei termini di garantire uno sviluppo
sostenibile e compatibile con le risorse
disponibili sul territorio (ridurre l’eventuale impatto dell’attività sulla qualità dell’ambiente, ivi inclusa la gestione dei rifiuti agricoli) (Figura 1).
Si osserva una progressiva riduzione
delle emissioni ambientali da impianti
industriali, per PCDD e PCDF, mentre
le sorgenti occasionali, definite
“backyard emissions” sono di più difficile controllo e costituiscono un rischio elevato, laddove siano prossime
ai luoghi di allevamento degli animali
di interesse zootecnico (Figura 2).
Esiste la necessità di ridurre l’esposizione della popolazione nei riguardi
dell’assunzione di diossine, in quanto i
livelli medi di esposizione nella popolazione adulta sono vicini al livelloguida europeo di 2 pg WHO-TE/ kg
peso vivo/giorno. Ne consegue che
una buona percentuale della popolazione e le fasce più deboli, quali i bambini, in virtù della loro alimentazione
lattea e del rapporto sfavorevole massa
corporea/ alimento ingerito, potrebbero superare i livelli raccomandati di
esposizione (Tabella 2).
E’ utile sottolineare, come ai fini dell’esposizione alimentare, non contino
solo i livelli di contaminazione assoluti rilevati nelle singole derrate, ma anche gli stili di vita, le abitudini alimentari della popolazione. Può essere utile
confrontare tra di loro i differenti con-
Tabella 2. Esposizioni alimentari medie nella popolazione adulta a diossine (PCDD e PCDF) e PCB ad attività
diossina-simile (DL_PCB), espresse in pg WHO-TE/kg peso corporeo/giorno (dati riferiti al periodo 1995-2000)
Nazione
Belgio
Finlandia
Italia
Norvegia
Spagna (Catalogna)
Paesi Bassi
USA
Sanità animale
PCDD e PCDF
1.00
0.79
0.96
1.21
1.36
0.6
1.67
DL-PCBs
1.04
0.74
1.30
1.52
Pg WHO TEQ/kg peso vivo/giorno totali
2.04
1.53
2.28
1.73
0.5
0.65
1.1
2.32
12
L’OSSERVATORIO
Ai fini della valutazione della reale esposizione, è inoltre auspicabile correlare il tipo di alimento con la sua
provenienza geografica. Infatti, i POPs, non solo per le
loro caratteristiche di elevata persistenza e capacità di
trasferimento a lunga distanza, ma anche per la possibilità di essere importati attraverso i flussi commerciali di materie prime per mangimi, animali e prodotti di
origine animale, possono determinare situazioni ambientali e sanitarie sfavorevoli a livello locale, che s
possono ripercuotere a distanza. Ne deriva che i dati
analitici relativi ai livelli di contaminazione, oltre che
per la loro qualità intrinseca, devono essere rappresentativi delle differenti situazioni geografiche e ambientali in cui viene svolta l’attività zootecnica.
Figura 3. Contributo delle principali macro-componenti
La prevenzione primaria e i fattori di rischio presenti a livello di azienda agricola e zootecnica
Per aumentare il più possibile l’efficacia della prevenzione primaria, può essere utile prendere come esempio l’esposizione degli animali da reddito alle diossine.
In seguito allo scandalo diossine, avvenuto in Belgio
nel 1999, l’opinione pubblica è stata indotta a pensare
che i principali rischi sanitari potessero derivare dal-
tributi all’esposizione totale nella popolazione adulta
negli Stati Uniti ed in Italia, di varie classi di prodotti alimentari. Si può vedere come, in un Paese dell’area mediterranea, i principali apporti sono determinati dal consumo di prodotti ittici e lattiero-caseari, a
differenza della realtà statunitense, dove è il consumo di carne che acquista rilevanza (Figura 3).
Tabella 3. Elenco delle possibili sorgenti di esposizione a PCDDs, PCDFs e PCBs negli animali da reddito
Prodotto/materiale/pratica
Additivi anti aggreganti
Additivi /integratori minerali
(ossido di zinco, solfato di rame,
carbonato di calcio)
Grassi da impianti di colatura
Olii e farine di pesce
Essiccamento
Raccolta foraggio
Ricaduta atmosferica
Pascoli
Acqua
Impianto elettrico
Recinti e mangiatoie e lettiere
Tappetini e cuccette
L’OSSERVATORIO
Origine della contaminazione
Alimenti zootecnici posti in vendita
- Argille recuperate da materiale refrattario di altoforni
- Ceneri da inceneritori
- Idrolisi di ossa con acido cloridrico utilizzato
nella sintesi di PVC
- Contaminazione con fluidi dielettrici stressati o degradati,
contenenti PCBs
- Contaminazione con barili utilizzati precedentemente
per trasportare gasolio e sottoprodotti
- Origine geografica da mari contaminati
Foraggi aziendali
- Utilizzo di essiccatoi a fiamma libera
- Contaminazione tellurica con suoli contaminati
- Cattiva gestione, per incenerimento dei rifiuti aziendali
Acqua e pascoli
- Uso di fanghi industriali come ammendanti
- Uso di ceneri da inceneritori/cementifici quali fertilizzanti chimici
- Impatto di fabbriche di pesticide clorurati
- Pratiche di incendio controllato delle stoppie
- Esondazioni di fiumi su cui insistono attività industriali
- Ricaduta da impianti che lavorano metalli, plastiche
- Distruzione mediante incenerimento di carcasse animali
- Non corretto smaltimento, per interramento, di rifiuti agricoli
- Prossimità con cartiere, fabbriche e depositi di pesticidi
clorurati, anche dimessi.
In azienda
- Presenza di trasformatori/condensatori vetusti contenenti
PCB nei fluidi dielettrici
- Utilizzo di legni e sottoprodotti trattati con pentaclorofenolo
- Utilizzo di materiale inerte proveniente dalle demolizioni
- Utilizzo di PVC e di materiale plastico nobilitato
13
Sanità animale
l’immissione in commercio di mangimi contaminati. L’implementazione
dei piani di monitoraggio, tuttavia sta
sempre di più evidenziando come possano essere presenti sorgenti ambientali localizzate a livello di singola unità
produttiva e non necessariamente riconducibili alla presenza di emissione
industriali o all’acquisto di mangimi
contaminati. In tabella 3 sono sintetizzati i punti critici di prevenzione nei riguardi dei contaminanti sopra specificati, fino ad ora descritti nella letteratura scientifica; in tabella 4, sono indicate le possibili fonti d’introduzione nella filiera zootecnica riguardanti le nuove sostanze proposte come Contaminanti Tossici Persistenti.
Figura 4. Correlazione geografica tra i dati sanitari di epidemiologia umana
I contaminanti tossici persistenti nel- (comuni con un maggiore tasso di mortalità dovuto a tumori), e i dati di
l’ambito del “pacchetto igiene” e del- qualità ambientale (presenza di discariche) e i dati di monitoraggio per la
la Politica Agricola Comunitaria
presenza di PCDD e PCDF in prodotti lattiero-caseari e in foraggi.
Considerato l’indirizzo del legislatore
Ambiente: uso di sistemi informativi territoriali (GIS) a
europeo verso una maggiore responsabilizzazione di
supporto della prevenzione e della valutazione della
chi produce sia dal punto di vista della sicurezza aliprobabilità che gli animali da reddito vengano in conmentare che della compatibilità ambientale delle protatto con ambienti contaminati da fonti naturali (e.g..induzioni animali, un’efficace azione ambientale, zoocendi) o dovute all’attività dell’uomo (Figura 4).
tecnica e sanitaria può e deve passare attraverso i seAzienda: impostare corsi di formazione e informaguenti punti qualificanti, validi ai fini della valutaziozione non solo sull’impatto che l’azienda ha sull’amne e gestione del rischio.
Tabella 4. Potenziali fonti di esposizione negli animali da reddito alle principali sostanze proposte quali Contaminanti Tossici Persistenti nell’ambito della Convenzione di Stoccolma
Sostanza
Clordecone
Dicofol
Endosulfan
Esabromobifenile
Esaclorocicloesani
(alpha-, beta-,
gamma-HCH)
pentaclorobenzene
Composti Perfluoroorganici (PFCs,
PFOS, PFOA, etc.)
Polibromodifenile
eteri (PBDEs)
Sanità animale
Impiego
Insetticida, fungicida, prodotto di
degradazione dell’insetticida Mirex
Acaricida, strutturalmente correlate
con il DDT, usato nella coltivazione
dell’uva, del cotone, zucchini,
meloni e angurie e sulle piante
ornamentali.
Insetticida e acaricida
Ritardante di fiamma nell’industria
della plastica
Insetticida,
Utilizzo nella coltivazione
della barbabietola
Pesticida ormai in disuso,
ritardante di fiamma, intermedio
nella sintesi di fungicidi
Utilizzati quali fissanti del colore e
quali materiale anti-aderente
Ritardanti di fiamma in materiali
plastici per TV, PC, tappeti e parti
interne delle auto e schiume a base
di poliuretano
14
Fonte di esposizione
Contaminazione delle sementi e dei foraggi
Contaminazione dei foraggi
Olii di pesce
Contaminazione dei foraggi
Contaminazione del suolo mediante
fanghi industriali quali ammendanti agricoli
Olii di pesce Materiali a contatto
Contaminazione dei mangimi,
del terreno e dell’acqua
Olii e farine di pesce
Vicinanza a depositi
Olii e farine di pesce
Acqua
Contaminazione del suolo mediante fanghi
industriali quali ammendanti agricoli
Farine di pesce
Materiale a contatto (cuccette, tappetini)
Contaminazione del suolo mediante fanghi
industriali quali ammendanti agricoli
Olii di pesce
L’OSSERVATORIO
biente, ma anche sulla qualità dell’ambiente quale
pre-requisito sanitario e zootecnico, mediante la stesura di opportune linee – guida e checking-list che
possano essere condivise e di aiuto interdisciplinare.
Alimentazione Animale: impostare linee guida atte a
minimizzare la contaminazione a livello di produzione per auto-consumo.
Benessere e salute animale: utilizzare alcuni parametri di benessere animale, tra cui quelli produttivi, riproduttivi e immunologici, quali bio-marcatori di
esposizione (Tabella 5).
tifiche opportune dei livelli di contaminazione, soprattutto per quei contaminanti non normati, che siano
indirizzati verso una progressiva riduzione/contenimento del rischio espositivo della popolazione umana,
senza penalizzare la redditività del settore primario.
Le implicazioni di questa azione di prevenzione primaria vanno ben oltre agli aspetti strettamente correlati alla sicurezza alimentare e alle tematiche nutrizionali e nutraceutiche, per estendersi a temi di estrema
attualità quali il rapporto tra ambiente e salute (Figura 4) e la sicurezza negli ambienti di lavoro. L’animale di interesse zootecnico, di fatto, costituisce una sentinella precoce, selettiva e rapida rispetto alla qualità
dell’ambiente, per la durata zootecnica della vita dell’animale, per la estrema riduzione dei possibili fattori di confondimento rispetto al genere umano, per il tipo di produzioni continue (latte, uova) in grado di essere monitorate in continuum e per l’attività veterinaria di vigilanza ed ispezione condotta in modo sistematico, sia a livello di allevamento che di macello.
Conclusioni
I contaminanti ambientali tossici e persistenti, per le
loro caratteristiche chimico-tossicologiche e per la capacità di potere essere trasportati a grande distanza,
costituiranno di sicuro nel prossimo futuro un terreno
di confronto e di sfida tra sistemi produttivi che riescano a essere tra di loro più o meno sinergici per
quanto riguarda le competenze ambientali, sanitarie,
agricole e zootecniche. E’ quindi necessario porre le
basi di conoscenza interdisciplinare e di gestione del
rischio per permettere un elevato valore aggiunto ai sistemi zootecnici nazionali e proporre nelle sedi scien-
1. Istituto Superiore di Sanità, Dipartimento Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria – reparto
Chimica Tossicologica
Tabella 5. Principali effetti tossici determinati dall’esposizione a PCDD, PCDF e DL-PCB negli animali da reddito e
conseguenze sul benessere e la salute degli animali
Apparato
Effetti tossici
Apparato
endocrino
A basse dosi di TCDD, inibizione degli effetti
degli estrogeni a livello di ghiandole mammaria·
Ad alte dosi di TCDD in gravidanza, effetti
demascolinizzanti nella prole maschile
Degradazione dell’ormone tiroideo T4 con
conseguente iperstimolazione della tiroide
da parte dell’ipofisi e induzione metaplastica e
neoplastica
Manifestazioni cliniche e
diagnosi differenziate
Diminuzione della produzione lattea
Effetti estrogenici in animali impuberi
Diagnosi differenziale con trattamenti illeciti a base di tireostatici
Sistema
immunitario
Compromissione nella produzione di anticorpi e dei
fattori di immunità umorale aspecifica e del sistema del complemento
Compromissione della funzionalità delle cellule responsabili della risposta cellulo-mediata
Atrofia del timo: blocco dell’evoluzione dei timociti
maturi a linfociti T immuno competenti
Maggiore incidenza di infezioni mucosali
Risposta vaccinale insufficiente
Diagnosi differenziale con trattamenti
prolungati a base di corticosteroidi
Cute
Cloracne: eruzioni cutanee e pustole,
Malattia X o ipercheratosi bovina
Diagnosi differenziale con forme
esantematiche di origine virale e batterica
di rilevanza ai fini di polizia veterinaria
Apparato
riproduttore
ipofertilità associata nel sesso maschile ad una
diminuzione nella conta spermatica e nel sesso
femminile a fenomeni di endometriosi
effetto fetotossico e riassorbimento fetale
effetto teratogeno con ipospadia e palatoschisi
alterazione della sex ratio
ritorni in calore,
ipofertilità
allungamento periodo interparto
diagnosi differenziale con malattie i
nfettive
Diagnosi differenziale con malattie infettive e carenze vitaminiche
L’OSSERVATORIO
15
Sanità animale
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