Introduzione all`analisi di bilancio

Introduzione
all’analisi di bilancio
G.GHELFI
Le analisi di bilancio - Introduzione
• Oggetto di analisi
• Prospettiva e scopo dell’analisi
per l’analisi
• Strumentazione p
G.GHELFI
1
Le analisi di bilancio - Introduzione
• Il BILANCIO è il logico punto di partenza per chiunque sia interessato a
conoscere e a comprendere la dinamica della gestione aziendale; infatti, il
bilancio è il documento contabile in cui trovano rappresentazione
l’andamento della gestione passata e le condizioni di svolgimento di quella
futura.
Q
Quantità
tità flusso
fl
Quantità livello
Conto Economico
dell’Esercizio 2010
SP al 31/12/2009
Attivo Passivo
Quantità livello
SP al 31/12/2010
tempo
Attivo
Passivo
Rendiconto Finanziario
dell’Esercizio 2010
Quantità flusso
• Con il termine di analisi di bilancio (financial statement analysis) sono in
genere indicate tutte quelle tecniche di indagine effettuate per scopi
conoscitivi della gestione aziendale ulteriori rispetto a quelli primari di
determinazione del reddito e del capitale di funzionamento, assegnati
dal Legislatore al Bilancio civilistico.
G.GHELFI
Le analisi di bilancio - Introduzione
Quantità flusso
Conto Economico
dell’Esercizio 2010
Quantità livello
Quantità livello
SP al 31/12/2009
SP al 31/12/2010
tempo
Attivo Passivo
Attivo
Passivo
Rendiconto Finanziario
dell’Esercizio 2010
Quantità flusso
G.GHELFI
2
Le analisi di bilancio - Introduzione
Quantità flusso
Quantità flusso
Conto Economico
dell’Esercizio 2010
Conto Economico
dell’Esercizio 2011
Quantità livello
Quantità livello
SP al 31/12/2009
SP al 31/12/2010
Quantità livello
SP al 31/12/2011
tempo
Attivo Passivo
Attivo
Passivo
Attivo
Passivo
Rendiconto Finanziario
dell’Esercizio 2010
Rendiconto Finanziario
dell’Esercizio 2011
Quantità flusso
Quantità flusso
G.GHELFI
Le analisi di bilancio - Introduzione
• Consistono in una tecnica di confronto di dati tratti da più bilanci
di esercizio e comparati nel tempo (per la stessa impresa) o
nello spazio
p
(per imprese
(p
p
diverse)) p
per cui,, entro certi limiti,,
risulta possibile studiare aspetti della gestione aziendale
complementari a quelli espressi dalla misura del reddito di
esercizio e del capitale di funzionamento.
In base al momento
di osservazione:
• Analisi prospettiche
• Analisi consuntive
In base
all’osservatore:
a
osse ato e
• Analisi interne
• Analisi esterne
Differente
bacino di
informazioni
Tutte le configurazioni di capitale-valore presuppongono
inevitabilmente un’ottica prospettica
G.GHELFI
3
Le analisi di bilancio - Introduzione
In base al momento
di osservazione:
• Analisi prospettiche
• Analisi consuntive
In base
all’osservatore:
• Analisi interne
• Analisi esterne
Differente
bacino di
informazioni
G.GHELFI
La genesi del bilancio civilistico:
dal sistema degli accadimenti al
sistema dei valori.
G.GHELFI
4
L’impresa
L’impresa
INPUT
OUTPUT
G.GHELFI
L’impresa e il suo ambiente
GIMONDI biciclette Spa
INPUT
OUTPUT
G.GHELFI
5
L’impresa è economica se produce ricchezza netta.
Come monitorare tale processo?
V
FATTORI
PRODUTTIVI
V
A
L
O
R
E
K
Capitale
tecnico
INPUT
L
Produzione
Consumo
TRASFORMAZ.
ECONOMICA:
- fisico/tecnica
- spaziale
- temporale
Acquisizione
Forza
lavoro
FATTORI
PRODUTTIVI
COMBINATI
CessioneOUTPUT
A
L
O
“BENI ECONOMICI”
• Beni fisici R
• merci
• prod.finiti
• Servizi
L’Attività economica è l’attività di produzione di beni economici (merci, prodotti finiti,
servizi) tramite il consumo di altri beni economici (merci, prodotti, servizi)
E
G.GHELFI
Il risultato economico dell’esercizio
- VALORE INPUT
= + VALORE OUTPUT
Esercizio
Input
UTILE
Output
G.GHELFI
6
L’economicità: efficienza & efficacia
Efficienza (Input / Output)
INPUT
OUTPUT
Azienda
Fattori
produttivi
Consumatori
Prodotti e
Servizi
Trasformazione
Soddisfazione
bisogni
Efficacia (Output/obb.)
Economicità (Input / Obb.)
Processo di creazione di ricchezza
G.GHELFI
La riclassificazione del bilancio (CE)
Input
N
E
G
O
Z
I
A
Z
I
O
N
E
T
R
A
S
F
O
R
M
A
Z
.
N
E
G
O
Z
I
A
Z
I
O
N
E
Output
CONTO ECONOMICO
EX ART. 2425 C.C.
A) VALORE DELLA PRODUZIONE
B) COSTI DELLA PRODUZIONE
___________________________________
DIFFERENZA (A -B)
C) PROVENTI E ONERI FINANZIARI
D) RETTIFICHE DI VALORE DI
ATTIVITA’ FINANZIARIE
E) PROVENTI E ONERI STRAORDINARI
___________________________________
RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE
22) IMPOSTE SUL REDDITO DI ESERCIZIO
___________________________________
UTILE (PERDITA) DELL’ESERCIZIO
G.GHELFI
7
ATTIVITA’ ..
.
PASSIVO
.
CLIENTI
.
PROD.FINITI, ecc. . FORNITORI
.
IMPIANTI
. DIPEND. C/RETR.
. q.amm.
I
N
P
U
T
dei Beni a
lento ciclo
di utilizzo
COSTI d’esercizio .
.Q.AMM. IMPIANTI . M.PRIME C/RIM/FIN.
.
M.P. C/ACQ.
• Beni a
veloce ciclo
di utilizzo
• Servizi
• Lavoro
RICAVI d’esercizio
.
SERVIZI
.
LAVORO
T
R
A
S. PROD.FINITI C/RIM/FIN.
F
O
R
M . PROD.FINITI C/VEND.
A
Z
.
OUTPUT
G.GHELFI
Fattori prod.
in attesa di
attivazione
ATTIVITA’ ..
.
.
Fattori prod.
Attivati e non
ancora
consumati
PASSIVO
PROD.FINITI, ecc. . FORNITORI
.
IMPIANTI
. DIPEND. C/RETR.
COSTI d’esercizio .
I
N
P
U
T
.
CLIENTI
RICAVI d’esercizio
.Q.AMM. IMPIANTI . M.PRIME C/RIM/FIN.
.
M.P. C/ACQ.
Fattori pprod.
consumati
ti
.
.
SERVIZI
LAVORO
T
R
A
S. PROD.FINITI C/RIM/FIN.
F
O
R
M . PROD.FINITI C/VEND.
A
Z
.
Fattori prod.
combinati
invenduti
OUTPUT
Fattori prod.
combinati
venduti
G.GHELFI
8
Condizioni produttive attive Condizioni produttive passive
Gravami verso terzi
(debiti, passività finanziarie
f.di rischi ed oneri, mag.passivo)
Fattori produttivi
in attesa di attivazione
(diritti di credito e assimilati,
assimilati,
attività finanziarie)
finanziarie)
Fattori
produttivi
consumati:
(- trasformati
- persi )
Gravami verso gli apportatori
di capitale di rischio
( - capitale sociale,
- riserve
- utili di esercizi preced.a nuovo
- utile dell’esercizio )
Trasformaz.
\
Condizioni produttive
consumate
PAS
SSIVO
Fattori produttivi
attivati, ancora da
consumare
( - fatt. prod. im/materiali
durevoli (VNC)
- magazzino di beni
- magazzino di servizi )
PASSIVITA’
Gravami su specifici
beni e diritti dell’impresa
(f.di amm.to, f.di sval., f.di obsol.)
Fattori
produttivi prodotti:
( - venduti
- invenduti
invenduti))
Condizioni produttive
ottenute (trasferite)
G.GHELFI
I sottosistemi contabili
del sistema informativo aziendale
INPUT
CO.GE.
OUTPUT
CO.AN.
Ci concentriamo sulla Contabilità Generale (CO.GE.)
G.GHELFI
9
a) Le informazioni sui processi di
scambio con terze economie
• Il primo gruppo di informazioni sorge lungo i
perimetri esterni del modello in precedenza proposto
e permette di valutare sinteticamente il risultato
generale dei processi di scambio posti in essere
dall’impresa; in prima approssimazione,
– se il valore totale delle condizioni produttive
acquisite dall
dall’azienda
azienda risulta inferiore al valore
totale dei beni e servizi da essa venduti,
l’andamento economico della combinazione
produttiva è da valutarsi positivamente;
– negativamente in caso contrario.
G.GHELFI
CO.GE.
b) Le informazioni sulle modalità di
svolgimento della combinazione produttiva
• Il secondo gruppo di informazioni, che sorgono nella fase
di svolgimento
l i
t della
d ll combinazione
bi
i
produttiva,
d tti
serve invece
i
a comprendere le condizioni di efficienza o inefficienza con
cui vengono utilizzate le risorse immesse nel ciclo
produttivo. Attraverso di esse è possibile aggregare i costi
sostenuti in relazione a molteplici oggetti di riferimento, e
quindi pervenire al calcolo:
– del costo dei singoli beni o servizi prodotti,
prodotti
– del costo delle diverse unità organizzative in cui si
articola l’azienda,
– del costo di particolari fasi del processo produttivo, e
così via.
G.GHELFI
CO.AN.
10
L’evoluzione degli output
del sistema amministrativo
•
•
•
•
Contabilità generale – CO.GE.
Contabilità industriale – CO.I.
Contabilità dei costi – CO.CO.
Contabilità analitica – CO.AN.
G.GHELFI
α A
S
i
s
t
e
m
i
Sistema
di gestione
INPUT
1
Sistema
amministrativo
B Sistema di
a amministrazione
e controllo
z
i
e
pro-2 Sistema di pro
grammazione e contr.
n
Sistema
d
3 informativo
a C Sistema
l organizzativo
i D Sistema
SottoSotto..del personale, debito, credito,
sistemi magazzino, contratti,
inform. immobilizzaz., banche, ecc.)
Co.
Bilancio, Inventari, dich.redd.
Gener.
OUTPUT
Co
Co.
Magazzino
Ind.le
Co.dei
Pricing
Costi
Centri di responsabilità
Commesse
Co.
Analit.
Attività
Prodotti / brand
Canali/mercati
C
/ e c
Contr. Econ.,
Monet.
e Patrimon.
Flussi di
informazioni
Sistema delle previsioni az.li (bdg)
Sistema di reporting
Raccolta
Elaborazione
Distribuzione
della qualità
11
Input e Output della Contabilità Generale
I
N
T
E
R
P
R
E
T
A
Z
I
O
N
E
…della realtà, cioè del...
sistema
i t
degli
d li accadimenti
di
ti
… che è l’input
della ...
contabilità
… il cui output
è il ... sistema
dei valori
(bilancio)
… che è oggetto di ...
OUTPUT CO.GE.
= PROSPETTI DI SINTESI DEL BILANCIO
G.GHELFI
Ottiche di valutazione
e limiti per le analisi di bilancio.
G.GHELFI
12
Ottiche di valutazione & analisi di bilancio
• Logica civilistica
• Per la redazione del
bilancio civilistico
• Logica economico-aziendale
• Per le analisi di bilancio
e la valutazione
dell’impresa
• Logica fiscale
• Per la determinazione
del reddito imponibile ai
fini delle imposte dirette
sul reddito
G.GHELFI
Ottiche di valutazione & analisi di bilancio
Es.: I ricavi di vendita
• Es. Fatturazione vendita di merci per € 1.000 + iva al
30/12/x (individuazione e spedizione), con traslazione
rischi al 2/1/x+1. Al 10/1/x+1 Nota di credito per
reso/abbuono su vendite per € 50 + iva.
• Logica civilistica: ricavo di competenza = € 0
– al 30/12: registrazione ricavo di vendita
– al 31/12: storno ricavo e registrazione anticipo (ricavi di vendita a
anticipi da clienti )
– al 1/1: (riapertura conti) - storno anticipo (anticipi da clienti a
ricavi di vendita)
– a gennaio - rettifica del ricavo e del credito v/cliente per
reso/abbuono
• Logica economico-aziendale: ricavo di competenza = € 950
• Logica fiscale: ricavo imponibile = € 1.000
G.GHELFI
13
Ottiche di valutazione & analisi di bilancio
Es.: I cespiti
• Es.1 Attrezzatura utilizzata più intensamente rispetto a
quanto previsto dal legislatore fiscale.
• Es.2 Impianto completamente ammortizzato riveniente
da una operazione di fusione per incorporazione con
imputazione del disavanzo in neutralità fiscale.
Valore civilistico diverso dal Valore fiscale
entrambi potrebbero inoltre differire dal
Valore economico-aziendale
G.GHELFI
Ottiche di valutazione & analisi di bilancio
Dati e informazioni
“Dati”
&
“Informazioni”
Informazioni
G.GHELFI
14
Il bilancio civilistico: alcuni limiti
Clausola Generale: (chiarezza,
rappresentazione veritiera e corretta - 2423 c.c.)
Postulati o Principi generali di bilancio
(competenza economica,
economica prudenza
prudenza, continuità
continuità, realizzazione,,
realizzazione
valutazione separata, costanza criteri valutativi, ecc. - 2423 bis)
Principi particolari o applicati o
Criteri specifici di valutazione (2426 c.c.)
Fonti normative
indirette:
i principi contabili
GERARCHIA
Fonti normative
dirette:
il Codice Civile
P i i i Contabili
Principi
C t bili Nazionali
N i
li (OIC)
FUNZIONE INTERPRETATIVA E INTEGRATIVA
Principi Contabili Internazionali (IAS-IFRS)
FUNZIONE INTERPRETATIVA E INTEGRATIVA
BILANCIO
G.GHELFI
Il bilancio civilistico: alcuni limiti
La normativa
1. Il bilancio civilistico rappresenta un documento consuntivo,
mentre spesso si è interessati a prevedere quello che accadrà
nell’ambito
nell
ambito dell
dell’azienda
azienda. Spesso limitato peso alle previsioni
2. Lo stato patrimoniale civilistico non riporta il valore di mercato
di molte attività (in ossequio al principio del costo). Non ancora
FV
3. Esiste una certa discrezionalità, potendo rilevare le transazioni in
modi alternativi (nella valutazione delle rimanenze e del costo
del venduto, ad esempio, l’azienda può scegliere tra il metodo
FIFO il LIFO ed il metodo del costo medio …).
FIFO,
) Differenti metodi
4. Il bilancio civilistico italiano non prevede l’inserimento
obbligatorio di importanti documenti complementari quali gli
schemi di Stato Patrimoniale e Conto Economico riclassificati
ed il rendiconto finanziario, che i principi contabili
considearano obbligatorio salvo che per le imprese di minori
dimensioni.
G.GHELFI
15
Il bilancio civilistico: alcuni limiti
La prassi contabile
• Crediti o cambiali commerciali smobilizzati prima della naturale
scadenza
Neutralizzare
• Emolumenti “dividendo” (specie per imprese di piccole
dimensioni, nelle quali proprietà e management tendono a
coincidere)
Depurare
• Leasing finanziario (metodo c.d. “patrimoniale”)
Depurare
G.GHELFI
Il bilancio civilistico: alcuni limiti
Caso
Leasing
finanziario
stipula 01/01/2001
Leasing fin.:
canone annuale antic (1/1) € 16.000
durata (anni)
9
vita utile (anni)
12
riscatto (1/1) € 5.000
gennaio
anno canone riscatto valore per il
1 € 16.000
0 € 89.000
2 € 16.000
0
3 € 16.000
0
4 € 16.000
0
5 € 16.000
0
6 € 16.000
0
7 € 16.000
0
8 € 16.000
0
9 € 16.000 € 5.000
10
0
11
0
12
0
VITA UTILE = 12 ANNI
fine anno att. fine anno att. fine anno att. fine anno att. fine anno att. fine anno att. fine anno att. fine anno att. fine anno att.
totale flussi
1
-€ 73.000 - 84.078
1 € 16.000
16.000
0
€ 16.000
13.892
-1
€ 16.000
12.062
-2
€ 16.000
10.472
-3
€ 16.000
9.092
-4
€ 16.000
7.894
-5
€ 16.000
6.854
-6
€ 21.000
7.811
-7
0
-8
0
0 -9
0
0 -10
15,18% 0
1
DEBITO 1/1
89.000
16000 RIMBORSO 1/1
- 16.000
FINANZ. 1/1-31/12
73.000
INTERESSI MATURATI
11.078
DEBITO 31/12
84.078
v.attuale
73.000
84.078
2
3
4
5
9
2
24.445
3
28.155
4
32.428
5
37.349
6
43.016
7
49.544
8
16.000
0
18.428
1
21.225
2
24.445
3
28.155
4
32.428
5
37.349
6
43.016
7
13.892
-1
16.000
0
18.428
1
21.225
2
24.445
3
28.155
4
32.428
5
37.349
6
12.062
-2
13.892
-1
16.000
0
18.428
1
21.225
2
24.445
3
28.155
4
32.428
5
10.472
-3
12.062
-2
13.892
-1
16.000
0
18.428
1
21.225
2
24.445
3
28.155
4
9.092
-4
10.472
-3
12.062
-2
13.892
-1
16.000
0
18.428
1
21.225
2
24.445
3
7.894
-5
9.092
-4
10.472
-3
12.062
-2
13.892
-1
16.000
0
18.428
1
21.225
2
8.996
-6
10.362
-5
11.934
-4
13.745
-3
15.831
-2
18.233
-1
21.000
0
24.187
1
-
-7
-
-6
-
-5
-
-4
-
-3
-
-2
-
-1
-
0
0
-9
0
2
-
-7
0
-8
0
3
-
0
-6
0
-7
0
4
0 -5
0 -4
0 -6
-
0
5
6 - 196.263
9
8 - 260.349
21.225
0
5 - 170.403
8
1
-8
4 - 147.951
7
2 - 111.532
18.428
0
3 - 128.458
6
96.837
0 -5
-
0
6
-
7 - 226.046
0
-3
0
-4
0
7
0 -2
0 -1
0 -3
-
0
8
0 -2
-
0
9
84.078
78.409
71.880
64.360
55.698
45.723
34.233
21.000
- 16.000
- 16.000
- 16.000
- 16.000
- 16.000
- 16.000
- 16.000
- 21.000
68.078
62.409
55.880
48.360
39.698
29.723
18.233
0
10.331
9.471
8.480
7.339
6.024
4.510
2.767
0
78.409
71.880
64.360
55.698
45.723
34.233
21.000
0
78.409
71.880
64.360
55.698
45.723
34.233
21.000
-
G.GHELFI
16
Il bilancio civilistico: alcuni limiti
Caso leasing finanziario
vnc
cespiti
Metodo patrimoniale
ANNO
1
cespite
31/12/2001
a
debiti v/soc.leas.
canoni leasing
a
banca
amm.to cespite
a
interessi passivi
a
2
deb.v/leas impatto
impatto
su ris.es. cumulato
-
-
16.000
16.000
f.do amm.to cespite
-
-
debiti v/soc.leas.
-
-
16.000
16.000
-
-
- 16.000 -
16.000
-
-
- 16.000 -
32.000
-
-
- 16.000 -
48.000
31/12/2002
canoni leasing
a
banca
amm.to cespite
a
f.do amm.to cespite
-
-
interessi passivi
a
debiti v/soc.leas.
-
-
16.000
16.000
3
31/12/2003
canoni leasing
a
banca
amm.to cespite
a
f.do amm.to cespite
-
-
interessi passivi
a
debiti v/soc.leas.
-
-
G.GHELFI
Il bilancio civilistico: alcuni limiti
Caso leasing finanziario
vnc
cespiti
Metodo patrimoniale
ANNO
4
canoni leasing
31/12/2004
a
banca
amm.to
t cespite
it
a
interessi passivi
a
5
deb.v/leas impatto
impatto
su ris.es. cumulato
16.000
16.000
f d amm.to
f.do
t cespite
it
-
-
debiti v/soc.leas.
-
-
16.000
16.000
-
-
- 16.000 -
64.000
-
-
- 16.000 -
80.000
-
-
- 16.000 -
96.000
31/12/2005
canoni leasing
a
banca
amm.to cespite
a
f.do amm.to cespite
-
-
interessi passivi
a
debiti v/soc.leas.
-
-
16.000
16.000
6
31/12/2006
canoni leasing
a
banca
amm.to cespite
a
f.do amm.to cespite
-
-
interessi passivi
a
debiti v/soc.leas.
-
-
G.GHELFI
17
Il bilancio civilistico: alcuni limiti
Caso leasing finanziario
vnc
cespiti
Metodo patrimoniale
ANNO
7
canoni leasing
31/12/2007
a
banca
amm.to cespite
a
interessi passivi
a
8
deb.v/leas impatto
impatto
su ris.es. cumulato
16.000
16.000
f.do amm.to cespite
-
-
debiti v/soc.leas.
-
-
16.000
16.000
-
-
- 16.000 - 112.000
-
-
- 16.000 - 128.000
5.000
-
- 16.000 - 144.000
31/12/2008
canoni leasing
a
banca
amm.to cespite
a
f.do amm.to cespite
-
-
interessi passivi
a
debiti v/soc.leas.
-
-
9
31/12/2009
cespite
a
banca
5.000
5.000
canoni leasing
a
banca
16.000
16.000
amm.to cespite
a
f.do amm.to cespite
-
-
interessi passivi
a
debiti v/soc.leas.
-
-
Stop contratto di leasing
G.GHELFI
Il bilancio civilistico: alcuni limiti
Caso leasing finanziario
vnc
cespiti
Metodo patrimoniale
ANNO
10
canoni leasing
31/12/2010
a
banca
amm.to cespite
a
f.do amm.to cespite
interessi passivi
a
11
deb.v/leas impatto
impatto
su ris.es. cumulato
-
-
1.667
1.667
debiti v/soc.leas.
-
-
-
-
1.667
1.667
3.333
-
-
1.667 - 145.667
1.667
-
-
1.667 - 147.333
-
-
-
1.667 - 149.000
31/12/2011
canoni leasing
a
banca
amm.to cespite
a
f.do amm.to cespite
interessi passivi
a
debiti v/soc.leas.
-
-
-
-
1.667
1.667
-
-
12
31/12/2012
canoni leasing
a
banca
amm.to cespite
a
f.do amm.to cespite
interessi passivi
a
debiti v/soc.leas.
Stop vita utile cespite
G.GHELFI
18
Il bilancio civilistico: alcuni limiti
vnc
cespiti
Metodo finanziario
ANNO
1
cespite
deb.v/leas impatto
impatto
su ris.es. cumulato
31/12/2001
a
debiti v/soc.leas.
89.000
89.000
debiti v/soc
v/soc.leas.
leas
a
banca
16 000
16.000
16 000
16.000
amm.to cespite
a
f.do amm.to cespite
7.417
7.417
interessi passivi
a
debiti v/soc.leas.
11.078
11.078
16.000
16.000
7.417
7.417
2
Caso leasing finanziario
81.583
84.078 - 18.495 -
18.495
74 167
74.167
78 409 - 17.748
78.409
17 748 -
36 242
36.242
66.750
71.880 - 16.887 -
53.130
31/12/2002
debiti v/soc.leas.
a
banca
amm.to cespite
a
f.do amm.to cespite
interessi passivi
a
debiti v/soc
v/soc.leas.
leas
10 331
10.331
10 331
10.331
16.000
16.000
3
31/12/2003
debiti v/soc.leas.
a
banca
amm.to cespite
a
f.do amm.to cespite
7.417
7.417
interessi passivi
a
debiti v/soc.leas.
9.471
9.471
G.GHELFI
Il bilancio civilistico: alcuni limiti
vnc
cespiti
Metodo finanziario
ANNO
4
debiti v/soc.leas.
deb.v/leas impatto
impatto
su ris.es. cumulato
31/12/2004
a
banca
amm.to cespite
a
interessi passivi
a
5
Caso leasing finanziario
16.000
16.000
f.do amm.to cespite
7.417
7.417
debiti v/soc.leas.
8.480
8.480
16.000
16.000
59.333
64.360 - 15.897 -
69.026
51.917
55.698 - 14.755 -
83.782
44.500
45.723 - 13.441 -
97.223
31/12/2005
debiti v/soc.leas.
a
banca
amm.to cespite
a
f.do amm.to cespite
7.417
7.417
interessi passivi
a
debiti v/soc.leas.
7.339
7.339
16.000
16.000
6
31/12/2006
debiti v/soc.leas.
a
banca
amm.to cespite
a
f.do amm.to cespite
7.417
7.417
interessi passivi
a
debiti v/soc.leas.
6.024
6.024
G.GHELFI
19
Il bilancio civilistico: alcuni limiti
Caso leasing finanziario
vnc
cespiti
Metodo finanziario
ANNO
7
debiti v/soc.leas.
31/12/2007
a
banca
amm.to cespite
a
interessi passivi
a
8
deb.v/leas impatto
impatto
su ris.es. cumulato
16.000
16.000
f.do amm.to cespite
7.417
7.417
debiti v/soc.leas.
4.510
4.510
16.000
16.000
37.083
34.233 - 11.927 - 109.150
29.667
21.000 - 10.184 - 119.333
31/12/2008
debiti v/soc.leas.
a
banca
amm.to cespite
a
f.do amm.to cespite
7.417
7.417
interessi passivi
a
debiti v/soc.leas.
2.767
2.767
21.000
21.000
7.417
7.417
-
-
9
31/12/2009
debiti v/soc.leas.
a
banca
amm.to cespite
a
f.do amm.to cespite
interessi passivi
a
debiti v/soc.leas.
22.250
0 -
7.417 - 126.750
Stop contratto di leasing
G.GHELFI
Il bilancio civilistico: alcuni limiti
Caso leasing finanziario
vnc
cespiti
Metodo finanziario
ANNO
10
debiti v/soc.leas.
31/12/2010
a
banca
amm.to cespite
a
f.do amm.to cespite
interessi passivi
a
11
deb.v/leas impatto
impatto
su ris.es. cumulato
-
-
7.417
7.417
debiti v/soc.leas.
-
-
-
-
7.417
7.417
14.833
0 -
7.417 - 134.167
7.417
0 -
7.417 - 141.583
0
0 -
7.417 - 149.000
31/12/2011
debiti v/soc.leas.
a
banca
amm.to cespite
a
f.do amm.to cespite
interessi passivi
a
debiti v/soc.leas.
-
-
-
-
7.417
7.417
-
-
12
31/12/2012
debiti v/soc.leas.
a
banca
amm.to cespite
a
f.do amm.to cespite
interessi passivi
a
debiti v/soc.leas.
-
Stop vita utile cespite
G.GHELFI
20
Il bilancio civilistico: alcuni limiti
Metodo finanziario
vnc
deb.v/leas impatto
impatto
cespiti
su ris.es. cumulato
Caso leasing finanziario
Metodo patrimoniale
vnc
deb.v/leas impatto
impatto
cespiti
su ris.es. cumulato
ANNO
1
Da patr. a finanziario
vnc
deb.v/leas impatto
impatto
cespiti
su ris.es. cumulato
DELTA
DELTA
DELTA
DELTA
81.583
84.078 - 18.495 -
18.495
-
-
- 16.000 -
16.000
81.583
84.078 -
2.495 -
2.495
74.167
78.409 - 17.748 -
36.242
-
-
- 16.000 -
32.000
74.167
78.409 -
1.748 -
4.242
66.750
71.880 - 16.887 -
53.130
-
-
- 16.000 -
48.000
66.750
71.880 -
887 -
5.130
59.333
64.360 - 15.897 -
69.026
-
-
- 16.000 -
64.000
59.333
64.360
103 -
5.026
51.917
55.698 - 14.755 -
83.782
-
-
- 16.000 -
80.000
51.917
55.698
1.245 -
3.782
44.500
45.723 - 13.441 -
97.223
-
-
- 16.000 -
96.000
44.500
45.723
2.559 -
1.223
37.083
34.233 - 11.927 - 109.150
-
-
- 16.000 - 112.000
37.083
34.233
4.073
2.850
29.667
21.000 - 10.184 - 119.333
-
-
- 16.000 - 128.000
29.667
21.000
5.816
8.667
5.000
-
- 16.000 - 144.000
17.250
0
8.583
17.250
2
3
4
5
6
7
8
9
22.250
0 -
7.417 - 126.750
Stop contratto di leasing
G.GHELFI
Il bilancio civilistico: alcuni limiti
Metodo finanziario
vnc
deb.v/leas impatto
impatto
cespiti
su ris.es. cumulato
Caso leasing finanziario
Metodo patrimoniale
vnc
deb.v/leas impatto
impatto
cespiti
su ris.es. cumulato
ANNO
10
Da patr. a finanziario
vnc
deb.v/leas impatto
impatto
cespiti
su ris.es. cumulato
DELTA
DELTA
DELTA
DELTA
14.833
0 -
7.417 - 134.167
3.333
-
-
1.667 - 145.667
11.500
0 -
5.750
11.500
7.417
0 -
7.417 - 141.583
1.667
-
-
1.667 - 147.333
5.750
0 -
5.750
5.750
0
0 -
7.417 - 149.000
-
-
-
1.667 - 149.000
0
0 -
5.750
-
11
12
-
-
Stop vita utile cespite
G.GHELFI
21
Il bilancio civilistico: alcuni eventuali limiti
Le politiche di bilancio
• Le politiche di bilancio sono finalizzate a:
–
–
–
–
–
ridurre artificiosamente il reddito imponibile
aumentare artificiosamente il patrimonio netto
stabilizzare nel tempo i risultati d’esercizio
autofinanziarsi in modo non palese
presentare ai finanziatori una struttura migliore
• Esse incidono sulle risultanze del bilancio con le seguenti differenti
modalità:
– mancata svalutazione di determinate poste dell’attivo (omittendo) Cfr es
– rivalutazione di determinate p
poste dell’attivo o capitalizzazione
p
di costi
non giustificabile civilisticamente (committendo) Cfr es
– valorizzazione del magazzino o predisposizione di non coerenti piani di
ammortamento di determinati cespiti (estimando)
Tali politiche, in ogni caso, ledono le caratteristiche di OBIETTIVITA’, CORRETTEZZA E ATTENDIBILITA’ DELL’INFORMAZIONE
G.GHELFI
Il bilancio civilistico: alcuni eventuali limiti
Le politiche di bilancio: es. mancata svalutazione
• La mancata svalutazione: la violazione del postulato della prudenza:
• Valore CREDITI = valore di presumibile realizzo
• Valore MAGAZZINO = min (costo effettivo pieno ind.le +
oneri finanziari; valore di realizzo)
• valore di realizzo per materie prime = costo di sostituzione
• valore di realizzo per semilavorati e prodotti finiti = valore netto di
realizzo
• Valore CESPITI = min (costo-f.amm. ; valore recuperabile)
• valore recuperabile = max (valore netto di realizzo; valore in uso)
G.GHELFI
22
Il bilancio civilistico: alcuni eventuali limiti
OIC 16
Tratto dal documento OIC 16 – Le immobilizzazioni materiali
G.GHELFI
Il bilancio civilistico: alcuni eventuali limiti
Le politiche di bilancio: es. capitalizzazioni ingiustificate
• Le IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI rappresentano
pp
un insieme
di voci disomogenee su cui spesso si concentrano le politiche di
bilancio.
• Gli analisti finanziari, per contrastare tali comportamenti, spesso
adottano
comportamenti
eccessivamente
prudenziali,
annullando
tali
immobilizzazioni
e
rettificando,
Con
corrispondentemente, il PN. (P
P.N. rettificato, o “tangibile”
“tangibile”). conseguenze
anche sul CE
E’ un comportamento
p
che p
potrebbe essere scorretto,, dato che,,
spesso, il vantaggio competitivo trova evidenza proprio negli
INTANGIBLE ASSETS.
• Nei paesi anglosassoni si esclude spesso la natura caratteristica
delle quote di ammortamento delle immobilizzazioni immateriali.
G.GHELFI
23
Il bilancio civilistico: alcuni eventuali limiti
Le voci interessate dalle politiche di bilancio:
•
•
•
•
•
•
Magazzino
Crediti, anche per imposte anticipate
Crediti
Cespiti
Fondi del passivo
Fondi rettificativi
ecc.
• In
sintesi,, sostanzialmente tutte le voci di bilancio
potrebbero essere oggetto di “politiche”, contrarie ai principi
contabili ---> problemi per confronti “spaziali”.
• L’abilità dell’analista consiste nell’individuazione tempestiva e
con sufficiente approssimazione delle voci incise da tali tecniche
e per quale ammontare.
G.GHELFI
Le conseguenze delle politiche di bilancio:
Il reato di false comunicazioni sociali (art. 26212621-2622 c.c.)
•
•
•
Gli amministratori, i direttori generali, i dirigenti preposti alla redazione
dei documenti contabili societari, i sindaci e i liquidatori, i quali…
...con l’intenzione di ingannare i soci o il pubblico e al fine di conseguire
per sé o per altri un ingiusto profitto...
...nei bilanci, nelle relazioni o nelle altre comunicazioni sociali previste
dalla legge, dirette ai soci o al pubblico (ciò comporta l’esclusione dalla
fattispecie in discussione delle comunicazioni interorganiche - quelle cioè che tra
diversi organi della società - e le comunicazioni con unico destinatario, pubblico
o privato che sia)...
•
...espongono fatti materiali non rispondenti al vero ancorché oggetto di
valutazioni ovvero omettono informazioni - la cui comunicazione è
imposta dalla legge - sulla situazione economica, patrimoniale o
finanziaria della società o del gruppo al quale appartiene,
appartiene
Art. 2621 c.c.
in modo idoneo ad indurre in
errore i destinatari della predetta
situazione,
situazione
sono puniti con l’arresto fino a 2 anni,
Art. 2622 c.c.
R=P
I
cagionando un danno patrimoniale alla
società, ai soci o ai creditori,
sono puniti, a querela della persona offesa,
con la reclusione da 6 mesi a 3 anni,
• salvo il mancato superamento della soglia di non punibilità
G.GHELFI
24
Le conseguenze delle politiche di bilancio:
Il reato di false comunicazioni sociali (art. 26212621-2622 c.c.)
•
La punibilità è esclusa qualora la "falsità” o le “omissioni”:
– non comportino una "alterazione sensibile della situazione
economica, patrimoniale o finanziaria della società o del
gruppo a cui essa appartiene";
– o se determinino una variazione del risultato economico di
esercizio, al lordo delle imposte, non superiore al 5% o una
variazione del patrimonio netto non superiore all’1%;
– o se il fatto risulta conseguenza di una valutazione
estimativa che, singolarmente considerata, differisce in
misura non superiore al 10% rispetto a quella corretta.
G.GHELFI
Il disinquinamento fiscale
G.GHELFI
25
Il bilancio civilistico:
Il disinquinamento fiscale
• La Riforma del diritto societario (D.Lgs. N. 6/2003) ha introdotto
l’obbligo di redigere il Bilancio d’Esercizio esclusivamente sulla base delle
disposizioni
p
del C.C. e dei PPCC,, eliminando dunque
q q
qualsiasi p
possibilità
di interferenza di natura tributaria.
• Pertanto, con riferimento alle imprese aventi periodo di imposta
coincidente con l’anno solare, a partire dal Bilancio d’Esercizio al
31/12/2004 non si dovrebbe più porre alcun problema di
“inquinamento fiscale”. Tuttavia, è opportuno considerare che
l’analista esterno si p
può trovare nella condizione di dover confrontare
Bilanci sicuramente disinquinati (2004 e successivi) con altri che, invece,
potrebbero essere stati redatti anche in conformità di specifiche norme
esclusivamente fiscali (2003 e precedenti).
• Problemi per confronti sia spaziali che temporali
G.GHELFI
Il bilancio civilistico:
Il disinquinamento fiscale
G.GHELFI
26
Il bilancio civilistico:
Il disinquinamento fiscale
• La NI del Bilancio al 31/12/2004 deve, dunque, necessariamente
contenere tutte le informazioni utili o individuare eventuali politiche di
Bilancio operate nel corso dei precedenti periodi amministrativi, che
permetteranno all
all’analista
analista di effettuare gli opportuni aggiustamenti
preliminari. Si deve comunque osservare che la prassi consolidata delle
società è sempre stata quella di giustificare anche civilisticamente dei
meri valori fiscali. Basti pensare al trattamento riservato agli
ammortamenti delle immobilizzazioni, frequentemente imputati a CE per
il massimo valore deducibile fiscalmente, ma presentati in Nota
Integrativa sotto un profilo esclusivamente civilistico.
• Tale diffuso orientamento impedisce
p
dunque
q
all’analista esterno di
determinare i reali effetti delle interferenze fiscali sui Bilanci di precedenti
Esercizi, rivelandosi controproducente per l’impresa stessa, in quanto un
Bilancio depurato degli effetti fiscali presenta degli indicatori economicofinanziari certamente migliori rispetto ad uno influenzato da interferenze
di natura esclusivamente tributaria.
G.GHELFI
Il riporto delle perdite fiscali
e le imposte anticipate
G.GHELFI
27
Il bilancio civilistico:
I riflessi civilistici delle perdite fiscali
• Le perdite di impresa in contabilità ordinaria sono compensabili
nei successivi 5 periodi di imposta e per l’intero importo che
trova capienza nel reddito imponibile.
• Il limite temporale dei 5 anni deriva dall’esigenza di dare
certezza al rapporto tra Amm.Finanziaria e contribuente.
• L’art. 84, c.2, TUIR dispone che le perdite realizzate nei primi 3
periodi di imposta possono essere riportate “senza alcun
limite di tempo” (disposizione di natura agevolativa)
• il D.L. 223/2006 ha modificato l’art. 84,, pprevedendo che:
– i primi 3 periodi di imposta decorrono dalla “data di costituzione” e non
quindi dalla data, magari posteriore, di inizio dell’attività
– il diritto all’illimitata riportabilità è subordinato al fatto che si riferiscano
ad una “nuova attività produttiva” (start-up); se invece l’attività
produttiva altro non è che la prosecuzione di quella svolta in precedenza
dal dante causa (refreshing), tale diritto viene meno.
G.GHELFI
Il bilancio civilistico: sintesi dei limiti
1. Limitato peso all’aspetto previsionale, specie sotto il profilo
qualitativo / strategico
2. Postulato del costo storico
3. Metodi alternativi di valutazione
4. Assenza dell’esplicita previsione normativa del rendiconto
finanziario e riclassificati “gestionali”
5. Prassi contabile
6. Politiche di bilancio
7. Interferenze fiscali
G.GHELFI
28
Input e Output della Contabilità Generale
I
N
T
E
R
P
R
E
T
A
Z
I
O
N
E
…della realtà, cioè del...
sistema
i t
d
deglili accadimenti
di
ti
… che è l’input
della ...
Influenzata da…
contabilità
•
•
•
•
Postulato del “costo”
Prassi contabile
Politiche di bilancio
Interferenze fiscali
… il cui output
è il ... sistema
dei valori
(bilancio di verifica)
… che è oggetto di ...
“riclassificazioni” e “rivalutazioni/disinquinamenti”
al fine della corretta …..
G.GHELFI
Il bilancio civilistico:
Il grado di attendibilità del Bilancio e la normalizzazione dei valori
L’analista deve esprimere preventivamente un giudizio circa il grado di
attendibilità del Bilancio e, quindi, degli aggregati che lo compongono.
Incidono sull’attendibilità del bilancio:
a) la presenza di valori stimati e congetturati,
congetturati oltre a quelli certi (bil.a
(bil a
strutt.logica)
b) la presenza di componenti straordinari di reddito/componenti ordinari
(discrezionalità, dettaglio in NI)
c) l’adozione di politiche di Bilancio e relative “interferenze fiscali”
d) le politiche “intercompany” (nei gruppi di imprese)
e) eventuali modifiche dei criteri di valutazione nel tempo
L’analista,
’
l
prima di
d passare all’analisi
ll’
l dell’azienda,
d ll’
d procede
d come segue:
• determinazione delle voci o delle aree soggette ad “inquinamento” contabile,
fiscale, da politiche di bilancio e motivazioni sottostanti
• quantificazione dell’ammontare degli aggiustamenti da applicare per
rendere i dati analizzabili
• ricostruzione dei dati depurati
G.GHELFI
29
Le analisi di bilancio
• La forma, la struttura e i contenuti dei prospetti di Stato
Patrimoniale e di Conto Economico variano ancora da
Paese a Paese
• L’Italia ha recepito con D.Lgs. 127/1991 la IV direttiva Cee
tesa all’armonizzazione dei conti annuali, ulteriormente
modificata con la Riforma del diritto societario (D.Lgs.
6/2003).
• L’interpretazione del bilancio non è però ancora agevole e
completa anche se una attenta lettura dei documenti
completa,
costitutivi il Bilancio o posti a corredo dello stesso, ove
correttamente ed esaustivamente redatti, possono
desumersi alcune significative informazioni ai fini
dell’analisi conoscitiva.
G.GHELFI
Le analisi di bilancio & il Bilancio d’Esercizio
• Il Bilancio di Esercizio si compone dei seguenti
documenti ai sensi dell’art. 2423 c.c.:
– Stato patrimoniale (art.
(art 2424 c.c.)
cc)
– Conto Economico (art. 2425 c.c.)
– Nota Integrativa (art. 2427 c.c.)
• Esso è corredato da:
– Relazione dell’Organo Amministrativo sulla Gestione (art. 2428 c.c.)
– Relazione dei Sindaci (art. 2429 c.c.)
– Relazione sul bilancio del soggetto incaricato del controllo contabile
(art. 2409-ter c.c.)
– Altre Relazioni eventualmente previste per particolari società (es.
Relazione di certificazione, Prospetti finanziari, ecc.)
G.GHELFI
30
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.)
OIC n. 12 “… la funzione della nota integrativa dei dati presentati
nello stato patrimoniale e nel conto economico
economico, che
per loro natura sono sintetici e quantitativi, è quella
di fornire informazioni integrative, esplicative e, ove
necessario, complementari”.
G.GHELFI
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.)
La nota integrativa ha la funzione di integrare le
informazioni fornite dallo stato patrimoniale e dal
conto
economico
illustrando
i
dati
quantitativi
contenuti nei due conti di sintesi c.d. “simbolici”.
simbolici .
G.GHELFI
31
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.)
Codice civile (post D.Lgs.
Lgs. n.173 del 3 novembre 2008)
2008)
Art.. 2427 c.c.- Contenuto della nota integrativa
Art
integrativa..
La nota integrativa deve indicare, oltre a quanto stabilito da altre disposizioni
disposizioni::
1) i criteri applicati nella valutazione delle voci del bilancio, nelle
rettifiche di valore e nella conversione dei valori non espressi all'origine in moneta
avente corso legale nello Stato;
Stato;
2) i movimenti delle immobilizzazioni, specificando per ciascuna voce:
voce: il costo
costo;; le
precedenti
rivalutazioni,
ammortamenti
e
svalutazioni;
svalutazioni;
le
acquisizioni, gli spostamenti da una ad altra voce, le alienazioni avvenuti
nell'esercizio;
nell'esercizio
ll'
i i ; le
l rivalutazioni,
i l
i i gli
li ammortamentii e le
l svalutazioni
l
i i effettuati
ff
i
nell'esercizio;; il totale delle rivalutazioni riguardanti le immobilizzazioni esistenti
nell'esercizio
alla chiusura dell'esercizio
dell'esercizio;;
3) la composizione delle voci:
voci: "costi di impianto e di ampliamento" e:
"costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicita', nonche' le ragioni della
iscrizione ed i rispettivi criteri di ammortamento
ammortamento;;
G.GHELFI
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.)
3-bis) la misura e le motivazioni delle riduzioni di valore applicate
alle immobilizzazioni materiali e immateriali, facendo a tal fine esplicito
riferimento al loro concorso alla futura produzione di risultati economici,
alla loro prevedibile durata utile e,
e per quanto rilevante,
rilevante al loro valore
di mercato, segnalando altresì le differenze rispetto a quelle operate
negli esercizi precedenti ed evidenziando la loro influenza sui risultati
economici dell'esercizio
dell'esercizio;;
4)
le
variazioni
intervenute
nella
consistenza
delle
altre
voci
dell'attivo e del passivo
passivo;; in particolare, per le voci del patrimonio netto,
per i fondi e per il trattamento di fine rapporto, la formazione e le
utilizzazioni;;
utilizzazioni
5) l'elenco delle partecipazioni, possedute direttamente o per tramite di
società fiduciaria o per interposta persona, in imprese controllate e
collegate, indicando per ciascuna la denominazione, la sede, il capitale,
l'importo del patrimonio netto, l'utile o la perdita dell'ultimo esercizio,
la quota posseduta e il valore attribuito in bilancio o il corrispondente
credito;;
credito
G.GHELFI
32
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.)
6) distintamente per ciascuna voce, l'ammontare dei crediti e dei debiti
di durata residua superiore a cinque anni, e dei debiti assistiti da
garanzie
i reali
li su beni
b i sociali,
i li con specifica
ifi
i di i
indicazione
d ll natura
della
t
d ll
delle
garanzie e con specifica ripartizione secondo le aree geografiche;
geografiche;
6-bis)
eventuali
effetti
significativi
delle
variazioni
nei
cambi
valutari verificatesi successivamente alla chiusura dell'esercizio
dell'esercizio;;
6-ter) distintamente per ciascuna voce, l'ammontare dei crediti e dei
debiti relativi ad operazioni che prevedono l'obbligo per l'acquirente di
retrocessione a termine;
termine;
7) la
l
composizione
i i
d ll
delle
vocii "ratei
" i e risconti
i
i attivi"
i i" e "ratei
" i e
risconti passivi" e della voce "altri fondi" dello stato patrimoniale,
quando il loro ammontare sia apprezzabile, nonche' la composizione della
voce "altre riserve";
riserve";
G.GHELFI
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.)
7-bis) le voci di patrimonio netto devono essere analiticamente indicate,
con specificazione in appositi prospetti della loro origine, possibilità di
utilizzazione e distribuibilità, nonché della loro avvenuta utilizzazione
nei precedenti esercizi
esercizi;;
8) l'ammontare degli oneri finanziari imputati nell'esercizio ai valori
iscritti nell'attivo dello stato patrimoniale, distintamente per ogni voce
voce;;
9) gli impegni non risultanti dallo stato patrimoniale;
patrimoniale; le notizie sulla
composizione e natura di tali impegni e dei conti d'ordine, la cui
conoscenza sia utile per valutare la situazione patrimoniale e finanziaria
della società, specificando quelli relativi a imprese controllate,
collegate controllanti e a imprese sottoposte al controllo di queste ultime
collegate,
ultime;;
10)) se significativa, la ripartizione dei ricavi delle vendite e delle
10
prestazioni secondo categorie di attività e secondo aree geografiche;
geografiche;
11)) l'ammontare dei proventi da partecipazioni, indicati nell'articolo
11
2425,, numero 15),
2425
15), diversi dai dividendi;
dividendi;
G.GHELFI
33
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.)
12))
12
la suddivisione degli interessi ed altri oneri finanziari, indicati
nell'articolo 2425,
2425, n. 17),
17), relativi a prestiti obbligazionari, a debiti
verso banche, e altri;
altri;
13)) la
13
l
composizione
i i
d ll
delle
voci:
vocii: "proventi
"
ti straordinari"
t
di i" e: "oneri
"
i
straordinari" del conto economico, quando il loro ammontare sia apprezzabile;
apprezzabile;
14))
14
un
apposito
prospetto
contenente:
contenente:
a) la descrizione delle differenze temporanee che hanno comportato la
rilevazione di imposte differite e anticipate, specificando l'aliquota
applicata e le variazioni rispetto all'esercizio precedente, gli importi
accreditati o addebitati a conto economico oppure a patrimonio netto, le
voci
escluse
dal
computo
e
le
relative
motivazioni;;
motivazioni
b) l'ammontare delle imposte anticipate contabilizzato in bilancio
attinenti a perdite dell'esercizio o di esercizi precedenti e le motivazioni
dell'iscrizione, l'ammontare non ancora contabilizzato e le motivazioni
della mancata iscrizione;
iscrizione;
15)) il numero medio dei dipendenti, ripartito per categoria
15
categoria;;
G.GHELFI
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.)
16)) l'ammontare dei compensi spettanti agli amministratori ed ai sindaci,
16
cumulativamente per ciascuna categoria;
categoria;
16--bis) salvo che la società sia inclusa in un ambito di consolidamento e le
16
informazioni
i f
i i siano
i
contenute
t t nella
ll nota
t integrativa
i t
ti
d l relativo
del
l ti
bil i
bilancio
consolidato, l’importo totale dei corrispettivi spettanti al revisore legale o alla
società di revisione legale per la revisione legale dei conti annuali, l’importo totale
dei corrispettivi di competenza per gli altri servizi di verifica svolti, l’importo
totale dei corrispettivi di competenza per i servizi di consulenza fiscale e l’importo
totale dei corrispettivi di competenza per altri servizi diversi dalla revisione
contabile;;
contabile
17)) il numero e il valore nominale di ciascuna categoria di azioni della
17
società e il numero e il valore nominale delle nuove azioni della società
sottoscritte durante l'esercizio
l'esercizio;;
18)) le azioni di godimento, le obbligazioni convertibili in azioni e i
18
titoli o valori simili emessi dalla società, specificando il loro numero e
i diritti che essi attribuiscono;
attribuiscono;
G.GHELFI
34
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.)
19))
19
il numero e le caratteristiche degli altri strumenti finanziari
emessi dalla società, con l'indicazione dei diritti patrimoniali e
partecipativi che conferiscono e delle principali caratteristiche delle
operazioni relative
relative;;
19--bis) i finanziamenti effettuati dai soci alla società, ripartiti per
19
scadenze e con la separata indicazione di quelli con clausola di
postergazione rispetto agli altri creditori;
creditori;
20)) i dati richiesti dal terzo comma dell'articolo 2447
20
2447--septies con
riferimento ai patrimoni destinati ad uno specifico affare ai sensi della
lettera a) del primo comma dell'articolo 24472447-bis
bis;;
G.GHELFI
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.)
21) i dati richiesti dall'articolo 244721)
2447-decies, ottavo comma;
comma;
22))
22
le
operazioni
di
locazione
finanziaria
che
comportano
il
trasferimento al locatario della parte prevalente dei rischi e dei benefici
i
inerenti
ti aii beni
b i che
h ne costituiscono
tit i
oggetto,
tt sulla
ll base
b
di un apposito
it
prospetto dal quale risulti il valore attuale delle rate di canone non
scadute quale determinato utilizzando tassi di interesse pari all'onere
finanziario effettivo inerenti i singoli contratti, l'onere finanziario
effettivo attribuibile ad essi e riferibile all'esercizio, l'ammontare
complessivo al quale i beni oggetto di locazione sarebbero stati iscritti
alla data di chiusura dell'esercizio qualora fossero stati considerati
immobilizzazioni,, con separata
p
indicazione di ammortamenti,, rettifiche e
riprese di valore che sarebbero stati inerenti all'esercizio
all'esercizio;;
G.GHELFI
35
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.)
22--bis)
22
le
operazioni
realizzate
con
parti
correlate,
precisando
ll'importo
importo, la natura del rapporto e ogni altra informazione necessaria per
la comprensione del bilancio relativa a tali operazioni, qualora le stesse
siano rilevanti e non siano state concluse a normali condizioni di mercato
mercato..
Le informazioni relative alle singole operazioni possono essere aggregate
secondo la loro natura, salvo quando la loro separata evidenziazione sia
necessaria per comprendere gli effetti delle operazioni medesime sulla
situazione patrimoniale e finanziaria e sul risultato economico della
società;;
società
G.GHELFI
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.)
22--ter) la natura e l'obiettivo economico di accordi non risultanti dallo
22
stato patrimoniale, con indicazione del loro effetto patrimoniale,
finanziario ed economico, a condizione che i rischi e i benefici da essi
derivanti siano significativi e ll'indicazione
indicazione degli stessi sia necessaria
per valutare la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato
economico della società.
società.
Ai fini dell'applicazione del primo comma, numeri 2222-bis) e 2222-ter), e
degli articoli 24272427-bis e 2428,
2428, terzo comma, numero 6-bis), per le
definizioni di "strumento finanziario", "strumento finanziario derivato",
"fair value",
value", "parte correlata" e "modello e tecnica di valutazione
ggeneralmente
accettato"
si
fa
riferimento
ai
pprincipi
p
contabili
internazionali adottati dall'Unione europea
europea..
G.GHELFI
36
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.)
La Nota
I ntegr a tiva ex a r t.
2427 c.c.
Il requisito della chiarezza investe anche la Nota Integrativa, fondamentale documento descrittivo ed esplicativo anch’esso
rigidamente disciplinato dal Legislatore civilistico.
La n o ta in te gr ativ a deve contenere alc une informazioni obbligatorie, previste innanzitutto dall’art. 2427 c.c. In relazione
ad ogni punto esaminato, si riporta eventualmente la possibilità di omettere l’informativa richiesta, limitatamente alle
imprese ammesse alla redazione del Bilancio in forma abbreviata ex art. 2435 -bis Codice civile.
Nota I n tegr a tiva :
le in for ma zion i
min ima li
obbliga tor ie ex a r t.
1. CRITERI DI VALUTAZIONE (ex. art. 2426 Codice Civile) APPLICATI ALLE VOCI DI BILANCIO, ALLE RETTIFICHE DI
VALORE E NELLA CONVERSI ONE DEI VALORI NON ESPRESSI ALL’ORIGINE IN EURO.
2427 c.c.
2. IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI, MATERIALI E FINANZIARIE: MOVIMENTI. (facoltativo nel bilancio in forma
abbreviata)
3. COSTI DI IMPIANTO, E DI AMPLIAMENTO, COSTI DI RICERCA, DI SVILUPPO E DI PUBBLICITA’: COMPOSIZIONE,
RAGIONE DELL’ISCRIZIONE E CRITERI DI AMMORTAMENTO. (facoltativo nel bilancio in forma abbreviata)
3-bis. IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI E IMMATERIALI: MISURA E MOTIVAZIONE DELLE RIDUZIONI DI VALORE.
4. ALTRE POSTE PATRIMONIALI: VARIAZIONI.
5. ELENCO DELLE PARTECIPAZIONI IN IMPRESE CONTROLLATE E COLLEGATE.
6. CREDITI E DEBITI DI DURATA RESIDUA SUPERIORE AI 5 ANNI E DEBITI ASSISTITI DA GARANZIE REALI. (da riportare
complessivamente nel bilancio in forma abbreviata)
G.GHELFI
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.)
Segue...
6-BIS. CAMBI VALUTARI. EVENTUALI VARIAZIONI POSTERIORI ALLA CHIUSURA DELL’ESERCIZIO ED EFFETTI
SIGNIFICATIVI.
6-TER. OPERAZIONI “PRONTI CONTRO TERMINE”.
7 RATEI E RISCONTI – ALTRE RISERVE ED ALTRI FONDI.
7.
FONDI (facoltativo nel bilancio in forma abbreviata)
7-BIS. VOCI DI PATRIMONIO NETTO. ORIGINE, DINAMICA DELL’ULTIMO TRIENNIO, DISPONIBILITA’ E DISTRIBUIBILITA’.
8. ONERI FINANZIARI PATRIMONIALIZZATI.
9. IMPEGNI E CONTI D’ORDINE. (facoltativo nel bilancio in forma abbreviata)
10. RICAVI DELLE VENDITE E DELLE PRESTAZIONI. RIPARTIZIONE PER CATEGORIE DI ATTIVITA’ E PER AREE
GEOGRAFICHE. (facoltativo nel bilancio in forma abbreviata)
11. PROVENTI DA PARTECIPAZIONI DIVERSI DAI DIVIDENDI EX ART. 2425 N. 15, C.C.
12. INTERESSI ED ALTRI ONERI FINANZIARI. (facoltativo nel bilancio in forma abbreviata)
13. PROVENTI ED ONERI STRAORDINARI. (facoltativo nel bilancio in forma abbreviata)
G.GHELFI
37
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.)
14. IMPOSTE ANTICIPATE E D
Segue...
IFFERITE. (facoltativo nel bilancio in forma
abbreviata)
15. NUMERO MEDIO DEI DIPENDENTI.
(facoltativo nel bilancio in forma
abbreviata)
16. COMPENSI SPETTANTI AGLI AMMINISTRATORI E AI SINDACI.
(facoltativo nel
(f
bilancio in forma abbreviata)
16-bis. CORRISPETTIVI AI REVISORI PER L’ATTIVITA’ DI REVISIONE E ALTRO.
17. CATEG ORIE DI AZIONI ESISTENTI E NUOVE SOTTOSCRIZIONI EX ART. 2425,
N.17, C.C. (facoltativo nel bilancio in forma abbreviata)
18. AZIONI DI GODIMENTO – OBBLIGAZIONI.
19. ALTRI STRUMENTI FINANZIARI.
19 BIS FINANZIAMENTI DA SOCI
19-BIS.
SOCI.
20. PATRIMONI DESTINATI E X ART. 2447 -SEPTIES C.C.
21. FINANZIAMENTI DESTINATI EX ART. 2447 -DECIES C.C.
22. LOCAZIONE FINANZIARIA NON OPERATIVA.
G.GHELFI
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.)
Segue...
Segue...
22 - BIS OPERAZIONI REALIZZATE CON PARTI CORRELATE.
Nel bilancio in forma abbreviata le societa' possono limitare
l'informativa richiesta ai sensi dell'articolo 2427, primo comma,
numero 22-bis, alle operazioni realizzate direttamente o
indirettamente con i loro maggiori azionisti ed a quelle con i membri
degli organi di amministrazione e controllo, nonche' limitare alla
natura e all'obiettivo economico le informazioni richieste ai sensi
dell'articolo 2427, primo comma, numero 22-ter".
22 -TER. ACCORDI NON RISULTANTI DALLO STATO PATRIMONIALE.
G.GHELFI
38
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.)
N o ta I n te g r a tiv a :
le in f o r m a z io n i
L a n o t a in t e g r a t iv a d e v e r ip o r t a r e u n a s e r ie d i u l t e r io r i in f o r m a z io n i m in im a l i p r e v is t e d a a lt r i a r t ic o l i d i le g g e , s in t e t iz z a t e
m in im a li
n e l l ’ e le n c o c h e s e g u e .
o b b lig a to rie a i
s e n s i d i a ltr i
a r tic o li d e l C o d ic e
c iv ile
I . P A R T E C IP A Z I O N I C H E C O M P O R T A N O U N A R E S P O N S A B IL IT A ’ IL L IM IT A T A P E R L E O B B L I G A Z IO N I D E L L E M E D E S I M E E X
A R T . 2 3 6 1 C .C .
I I.
I IN F O R M A T I V A C O M P L E M E N T A R E E X A R T . 2 4 2 3 C . C .
I II . D IS A P P L I C A Z IO N E
D I D IS P O S IZ IO N I C O N T E N U T E
N E G L I A R T T . 2 4 2 3 - B IS
SS. PER
I N C O M P A T I B I L IT A ’ C O N
LA
R A P P R E S E N T A Z I O N E V E R I T IE R A E C O R R E T T A I N C A S I E C C E Z IO N A L I E X A R T . 2 4 2 3 - B IS C . C .
I V . D E R O G H E A L P R I N C I P I O D I C O S T A N Z A D E I C R I T E R I D I V A L U T A Z IO N E I N C A S I E C C E Z IO N A L I E X A R T . 2 4 2 3 - B I S C . C .
V . R A G G R U P P A M E N T O D I V O C I E X A R T . 2 4 2 3 -T E R C .C .
V I. C O M P A R A B IL IT A ’ , A G G IU N T E E A D A T T A M E N T O D I V O C I E X . A R T . 2 4 2 3 - T E R C . C .
V II . A P P A R T E N E N Z A D I E L E M E N T I D E L L ’ A T T I V O O D E L P A S S IV O A P IU ’ V O C I P A T R I M O N I A L I E X . A R T . 2 4 2 4 C . C .
V II I. M O D I F I C H E D E I C R I T E R I D I A M M O R T A M E N T O E D E I C O E F F I C IE N T I A P P L I C A T I E X . A R T . 2 4 2 6 , C . 1 , P U N T O 2 ) , C . C .
I X . C O N F R O N T O T R A L A V A L U T A Z IO N E D E L L E P A R T E C I P A Z IO N I D I C O N T R O L L O O D I C O L L E G A M E N T O E IL V A L O R E
D E L P A T R IM O N I O N E T T O C O R R I S P O N D E N T E E X . A R T . 2 4 2 6 , C . 1 , P U N T O 3 ) , C . C .
X . P R IM A I S C R I Z I O N E D E L L E P A R T E C IP A Z IO N I S E C O N D O IL M E T O D O D E L P A T R IM O N I O N E T T O E X . A R T . 2 4 2 6 , C . 1 ,
P U N T O 4 ), C .C .
X I. A V V IA M E N T O D I D U R A T A S U P E R I O R E A 5 A N N I E X . A R T . 2 4 2 6 , C . 1 , P U N T O 6 ) , C . C .
X II . C O S T O C O R R E N T E D E L L E R I M A N E N Z E D I B E N I F U N G I B I L I . R IS E R V E L A T E N T I A P P R E Z Z A B I L I E X . A R T . 2 4 2 6 , C . 1 ,
P U N T O 1 0 ), C .C . ( fa c o lt a t iv o n e l b ila n c io in fo r m a a b b r e v ia ta )
X II I . B IL A N C I I N F A S E D I L I Q U ID A Z I O N E E X . A R T . 2 4 9 0 C . C .
X IV . D A T I E S S E N Z I A L I D E L L A S O C I E T A ’ O E N T E C H E E S E R C IT A A T T IV IT A ’ D I D IR E Z IO N E E C O O R D IN A M E N T O E X A R T .
2 4 9 7 - B IS C . C .
X V . P R I M O B IL A N C I O P O S T - F U S I O N E E X A R T . 2 5 0 4 - B I S C . C . I M P U T A Z I O N E D E L L A D I F F E R E N Z A D I F U S I O N E .
X V I. I N F O R M A T IV A S O S T IT U T IV A D E L L A R E L A Z IO N E S U L L A G E S T I O N E E X A R T . 2 4 2 8 , C . 2 , P U N T I 3 ) E 4 ) , C . C . ( s e
r ic o r r o n o i r e q u isit i p e r la r e d a z io n e d e l b ila n c io in f o r m a a b b r e v ia ta e x a r t. 2 4 3 5 -b is c .c .)
G.GHELFI
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.)
Nota Integrativa:
le informazioni
•RENDICONTO FINANZIARIO AI SENSI DEL PRINCIPIO CONTABILE OIC N. 12
minimali
obbligatorie ai
EX. ART
ART. 6
6, PUNTO 1 6,
6 L
L. 388/2000
•INVESTIMENTI AMBIENTALI EX
sensi di altre fonti
normative del
Bilancio
Nota Integrativa:
L’ultima parte della Nota Integrativa può contenere informazioni “supplementari”, cioè informazioni non
le
strettamente necessarie per fornire al lettore una rappresentazione veritiera e corretta.
informazioni
supplementari
Tale informativa risulta comunque assoggettata alla clausola generale della chiarezza, in virtù della
quale devono essere confinate in un’apposita sezione della Nota Integrativa, che diversamente risulterebbe
appesantita. Risulta infatti indispensabile che il lettore possa individuare agevolmente all’interno della
Nota Integrativa l’informazione obbligatoria ricercata senza dover “ricomporre” dati sparsi o intervallati
da informativa supplementare, non pertinente.
G.GHELFI
39
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.)
• L’art. 2427 c.c.:
– evidenzia in modo esplicito ll’obbligo
obbligo di redazione del
Prospetto delle componenti del Patrimonio netto e delle
relative variazioni (sia nel bilancio ordinario che abbrev.)
– non evidenzia in modo esplicito l’obbligo di redazione
del Rendiconto Finanziario (RF)
• IIn Italia
It li la
l redazione
d i
d l RF è raccomandata
del
d t dai
d i PPCC nazionali.
i
li
L’entrata in vigore degli IAS/IFRS (limitatamente alle società
quotate, istituti di credito e compagnie assicurative), ha
comportato l’obbligo alla pubblicazione del rendiconto
finanziario (IAS 7) nel bilancio Consolidato (dal 2005) e
d’Esercizio (dal 2006)
G.GHELFI
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità
• In attuazione di una specifica Direttiva comunitaria, a
decorrere dal bilancio riferito all’esercizio avente inizio dopo
p
il 20.11.2008 sono state previste nuove informazioni da
fornire nella Nota integrativa relativamente alle operazioni
realizzate dalla società con le c.d. parti correlate (tra cui
rientrano, gli amministratori, i dirigenti, i familiari stretti dei
predetti soggetti, ecc.), qualora le stesse risultino
significative e non siano effettuate a normali
condizioni di mercato.
G.GHELFI
40
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità
Parti correlate
Accordi fuori
bilancio
• I nuovi nn. 22-bis e 22-ter del comma 1 dell’art. 2427,
C.c., introdotti dal citato Decreto, prevedono la necessità di
fornire nella Nota integrativa le informazioni relative:
– alle parti correlate;
– alla natura e all’obiettivo economico di accordi
non risultanti dallo Stato patrimoniale.
• Le medesime informazioni richieste dai predetti nn. 22-bis e
22-ter devono essere fornite anche dalle società che
redigono il bilancio consolidato.
G.GHELFI
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità
Parti correlate
• INFORMAZIONI RELATIVE ALLE PARTI CORRELATE
L’introduzione della nuova disposizione che richiede di indicare
nella Nota integrativa le informazioni relative alle c.d.
c d parti
correlate, ossia alle operazioni intervenute, tra l’altro, con i
dirigenti, i familiari (coniuge, figli, ecc.) degli
amministratori e dei dirigenti, è giustificata dalla necessità di
uniformare il contenuto della Nota integrativa di tutte le società di
capitali a quello dei soggetti tenuti ad applicare i principi contabili
internazionali ((IAS),
), g
già obbligati
g a tale adempimento.
p
• Ciò in quanto, come precisato nella citata Direttiva n. 2006/46/CE,
“l’informativa sulle operazioni … con parti correlate … può aiutare
gli utenti dei conti annuali a valutare lo stato patrimoniale di una
società nonché quello del gruppo al quale essa eventualmente
appartiene”.
G.GHELFI
41
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità
Parti correlate
• La definizione di “parte correlata” è contenuta nel Principio
contabile internazionale IAS n. 24, secondo il quale una parte
è correlata
l t alla
ll società
i tà se:
• a) direttamente o indirettamente, attraverso uno o più
intermediari:
– controlla la società, ne è controllata, oppure è soggetta al controllo congiunto
(ivi incluse le società controllanti, le controllate e le consociate)
– detiene una partecipazione nella società tale da poter esercitare un'influenza
notevole su quest'ultima
– controlla congiuntamente la società
• b) la parte è una società collegata
• c) la parte è una joint venture in cui la società è una
partecipante
G.GHELFI
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità
Parti correlate
• d) la parte è uno dei dirigenti, con responsabilità
strategiche, della società o la sua controllante
• e)) la parte
p
è uno stretto familiare di uno dei soggetti
gg
di cui
alle predette lett. a) o d). (Per familiari stretti si intendono i figli, il
convivente, i figli del convivente nonché le persone a carico del soggetto o
del convivente)
• f) la parte è una società controllata, controllata
congiuntamente o soggetta ad influenza notevole da uno dei
soggetti di cui alle lett. d) o e), ovvero tali soggetti
detengono, direttamente o indirettamente, una quota
significativa di diritti di voto
• g) la parte è un fondo pensionistico per i dipendenti della
società, o di una qualsiasi altra entità ad essa correlata
G.GHELFI
42
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità
Parti correlate
• Non rappresentano necessariamente parti correlate:
– due società, per il solo fatto di avere in comune un
amministratore
i i t t
o un altro
lt
di i
dirigente
t
con responsabilità
bilità
strategiche;
– due società partecipanti, per il solo fatto di detenere il controllo
congiunto in una joint venture;
– finanziatori, sindacati, imprese di pubblici servizi, agenzie e
dipartimenti pubblici solo in ragione dei normali rapporti d'affari
con la società (sebbene essi possano circoscrivere la libertà di
azione della società o partecipare al suo processo decisionale);
– singoli clienti, fornitori, franchisor, distributori o agenti generali
con i quali la società effettua un rilevante volume di affari,
unicamente in ragione della dipendenza economica che ne
deriva.
G.GHELFI
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità
Parti correlate
• Le informazioni richieste:
• Con riguardo alle parti correlate, nella Nota integrativa vanno
indicati:
– l’importo, ossia l’ammontare dell’operazione intervenuta;
– la natura del rapporto (ad esempio, se trattasi di acquisto,
vendita, locazione);
– ogni altra informazione necessaria per la comprensione del
bilancio (ad esempio, condizioni previste, garanzie richieste /
ricevute).
• L’obbligo di riportare le informazioni in esame sussiste
soltanto se l’operazione:
– è rilevante;
– non è stata effettuata alle normali condizioni di mercato.
G.GHELFI
43
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità
Parti correlate
• Secondo quanto affermato nella Relazione illustrativa al
D.Lgs. n. 173/2008 per normali condizioni di mercato non
dovrebbero intendersi solo quelle attinenti al prezzo
dell’operazione ma anche alle motivazioni che hanno
condotto alla decisione di porre in essere l’operazione e a
concluderla con parti correlate anziché con terzi.
• I dati possono essere aggregati, salvo che la loro
separata indicazione sia necessaria per comprendere gli
effetti delle predette operazioni sulla situazione patrimoniale
e finanziaria e sul risultato economico della società.
G.GHELFI
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità
Accordi fuori
bilancio
• INFORMAZIONI RELATIVE AGLI ACCORDI NON
RISULTANTI
DALLO
STATO
PATRIMONIALE
• Con riguardo agli accordi non risultanti dallo Stato
patrimoniale (c.d. fuori bilancio), nella Nota integrativa è
necessario indicarne l’effetto patrimoniale, finanziario ed
economico, sempreché:
– i rischi ed i benefici da essi derivanti siano
significativi;
– la loro indicazione sia necessaria al fine di valutare
la situazione patrimoniale, finanziaria e il risultato
economico della società.
G.GHELFI
44
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità
Accordi fuori
bilancio
• Secondo quanto precisato nella Relazione al D.Lgs. n. 173/2008
in esame:
• “gli
gli accordi fuori bilancio possono essere associati alla
creazione o all’uso di una o più società veicolo (Special purpose
entities «SPE») e attività off-shore destinate a perseguire tra
l’altro obiettivi economici, legali, fiscali o contabili.
• Esempi di tali accordi comprendono disposizioni per la ripartizione
dei rischi e dei benefici od obblighi derivanti da un contratto
quale il debt factoring, disposizioni “take or pay”, titolarizzazione
convenuta tramite società distinte ed entità non registrate, beni
impegnati, disposizioni di leasing operativo, outsourcing ed altre
operazioni analoghe”.
• Come accennato, le informazioni sugli accordi vanno riportate
soltanto se i relativi rischi e benefici sono significativi.
G.GHELFI
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità
Accordi fuori
bilancio
• La significatività va valutata sulla base di quanto affermato
dai Principi contabili internazionali secondo cui “per essere
utile, un’informazione deve essere significativa per le esigenze
utile
informative connesse al processo decisionale degli utilizzatori.
L’informazione è qualitativamente significativa quando è in
grado di influenzare le decisioni economiche degli utilizzatori
aiutandoli a valutare gli eventi passati, presenti o futuri
oppure confermando o correggendo valutazioni da essi
effettuate precedentemente”.
G.GHELFI
45
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità
Accordi fuori
bilancio
• Per le società che redigono il bilancio in forma
abbreviata, le predette informazioni possono essere
limitate rispettivamente:
– alle
operazioni
realizzate
direttamente
o
indirettamente con i maggiori azionisti e con i
membri degli organi di amministrazione e controllo;
– alla natura e all’obiettivo economico relativamente agli
accordi non risultanti dallo Stato patrimoniale, senza
necessità
ità
di
ulteriori
lt i i
specificazioni.
ifi i i
G.GHELFI
La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità
Parti correlate
Accordi fuori
bilancio
• DECORRENZA DEI NUOVI OBBLIGHI INFORMATIVI
• Le ulteriori informazioni richieste nella Nota integrativa
d
dovranno
essere riportate a decorrere
d
dal
d l bilancio
bl
riferito
f
all’esercizio avente inizio dopo il 20.11.2008.
• Di conseguenza:
– le società con esercizio coincidente con l’anno
solare ((1.1 – 31.12)) devono riportare
p
tali nuove
informazioni dal bilancio dell’esercizio 1.1 – 31.12.2009.
– le società con esercizio non coincidente con l’anno
solare devono riportare le nuove informazioni dal
bilancio dell’esercizio avente inizio dal
21.11.2008.
G.GHELFI
46
Art.
(Contenuto
della Relazione
La 2428.
Relazione
sulla Gestione
(art. sulla
2428Gestione).
c.c.)
G.GHELFI
La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.)
La Relazione sulla Gestione ha la funzione di
corredare il Bilancio d’esercizio e fornire le
informazioni utili per una migliore comprensione del
Bilancio d’esercizio dell’impresa costituendone il
completamento
Non fa parte del “Bilancio civilistico” ma deve
corredarlo salvo nei casi previsti dalla legge.
corredarlo,
legge
NB: per la Cassazione la Relazione sulla Gestione costituisce invece
parte integrante del Bilancio civilistico.
G.GHELFI
47
La Relazione sulla Gestione
G.GHELFI
La Relazione sulla Gestione
Obiettivo:
aumentare la trasparenza tra impresa e stakeholder
G.GHELFI
48
La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.)
Diverse
ricerche
empiriche
hanno
evidenziato che gli stakeholder sono
interessati più che ai dati puramente
contabili ai fattori che determinano tali dati,
per meglio apprezzare la reale dinamica
aziendale e formulare attendibili previsioni
gestione,, nei
circa il futuro andamento della g
vari sui aspetti
G.GHELFI
La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.)
La varietà delle informazioni richieste:
- non permette una semplice rielaborazione
e commento dei dati di bilancio,
- ma deve prevedere anche un contenuto
di
carattere
extracontabile
e
prospettico.
G.GHELFI
49
La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.)
Novità per i bilanci relativi ad esercizio iniziati
dopo il 12 aprile 2007.
L’analisi richiesta dal nuovo art. 2428 c.c. deve
essere COERENTE CON L’ENTITA’ E LA
COMPLESSITA’ DEGLI AFFARI DELLA SOCIETA’.
Per tale motivo il CNDCEC ha ritenuto opportuno
pp
proporre un SISTEMA MODULARE in relazione
alla dimensione della società, prevedendo:
- 1° LIVELLO INFORMATIVO OBBLIGATORIO PER TUTTI
- 2° LIVELLO INFORMATIVO OBBLIGATORIO SOLO PER
GRANDI SOCIETA’, FACOLTATIVO PER LE ALTRE
G.GHELFI
La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.)
L’informativa richiesta nella relazione sulla gestione
G.GHELFI
50
La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.)
L’analisi della situazione reddituale viene
effettuata attraverso:
- Valori direttamente desunti dal conto economico
della società, i qualil sono rappresentati da
indicatori relativi alle principali voci e/o classi del
CE (Ricavi delle vendite, Valore della produzione,
e Risultato ante imposte);
- Indicatori, ricavati dal CE per aree gestionali, tra i
quali: il MOL, il Risultato Operativo, il Risultato
pre-tax, ecc.
G.GHELFI
La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.)
L’analisi della situazione finanziaria, finalizzata a
valutare la capacità della società di tenere in
equilibrio nel breve e nel medio-lungo termine,
equilibrio,
termine
le entrate e le uscite monetarie, si distingue in
analisi di:
- Solvibilità
- Solidità
P effettuare
Per
ff tt
t li analisi
tali
li i occorre riclassificare
i l ifi
l
lo
Sp secondo una logica di tipo FINANZIARIO,
dove le attività sono distinte in relazione al tempo
di conversione in forma liquida, e le passività in
base al tempo di estinzione.
G.GHELFI
51
La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.)
Il documento del CNDCEC precisa che per le società
di minori dimensioni, è opportuno che, con
riferimento all
all’analisi
analisi di solidità,
solidità siano riportati gli
indicatori che si riferiscono:
1) alla modalità di finanziamento degli impieghi a
medio-lungo termine;
2) alla composizione delle fonti di finanziamento.
In
particolare,,
p
l’analisi
delle
modalità
di
finanziamento degli impieghi a medio-lungo termine
è rivolta allo studio della correlazione che sussiste fra
il tempo di recupero di tali impieghi ed il tempo di
estinzione delle fonti a lungo termine (indicatori c.d.
di “situazione finanziaria”).
G.GHELFI
La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.)
Ecco alcuni indicatori finanziari obbligatori:
- Margine di struttura primario = (MP – Amlt)
- Quoziente di struttura primario (o indice di autocopertura delle
immobilizzazioni) = (MP / Amlt)
- Margine di struttura secondario = (MP + Pmlt – Amlt)
- Quoziente di struttura secondario (o indice di copertura globale delle
immobilizzazioni) = ((MP + Pmlt) / Amlt)
Per quanto concerne l’analisi della composizione delle fonti di
finanziamento, questa mira alla comprensione del rapporto tra
passività
i ità ed
d i mezzii propri.
i
In tale contesto, il CNDCEC ritiene necessario calcolare i seguenti
indicatori:
- Quoziente di indebitamento complessivo = ((Pbt+Pmlt) / MP)
- Quoziente di indebitamento finanziario = (PFN / MP)
G.GHELFI
52
La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.)
Quanto agli indicatori finanziari facoltativi, essi
concernono la situazione reddituale e finanziaria
della società.
Per l’analisi della situazione reddituale,
attraverso la riclassificazione del conto economico
e dello stato patrimoniale funzionale o per aree
gestionali, è possibile costruire e calcolare i
seguenti
g
indici di redditività:
- ROE netto = (RN / MP)
- ROE lordo = (Risultato pre
pre--tasse / MP)
- ROI = (Risultato operativo / impieghi operativi – PFN)
- ROS (Risultato operativo / Fatturato)
G.GHELFI
La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.)
Per l’analisi della situazione finanziaria è necessario
procedere a riclassificare lo Sp secondo il criterio
finanziario
G.GHELFI
53
La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.)
-
Gli indicatori di solidità finanziaria sono calcolati da
tutte le società, a prescindere dalla loro dimensione.
Per quanto riguarda le sole società di maggiori
dimensioni, invece, il CNDCEC raccomanda di analizzare
anche la solvibilità, ovvero la capacità dell’impresa di
mantenere l’equilibrio finanziario nel breve termine. Gli
indicatori volti a comprendere la correlazione tra gli
impieghi a breve e le uscite attese nel breve termine sono
i seguenti:
g
Margine di disponibililtà = CCNbt = (Abt – Pbt)
Quoziente (o indice) di disponibilità = (Abt / Pbt)
Margine di tesoreria = (LI + LD – Pbt)
Quoziente di tesoreria = ((LI+LD) / Pbt)
G.GHELFI
La Relazione sulla Gestione
Gli indicatori finanziari sono gli indici che si possono ricavare mediante l’elaborazione dei dati contabili. Essi hanno il compito di
fornire un’analisi dettagliata e completa, anche a livello di attività e geografico, della situazione aziendale e delle performance
ottenute.
Nella relazione sulla gestione dovranno essere esplicitati i seguenti aspetti:
♣ la descrizione dei criteri utilizzati per la rielaborazione dei dati contabili;
♣ il metodo di calcolo utilizzato per la quantificazione degli indicatori;
♣ l’esposizione dei valori degli indicatori nel periodo considerato;
Indicatori finanziari comprendono
♣ la spiegazione dei risultati degli indicatori.
Si seguito si riportano alcuni indicatori utilizzabili:
♣ Indicatori di redditività: (ROE, ROS, ROI);
♣ Rotazione del capitale investito;
♣ Rapporto di indebitamento;
♣ Incidenza del Risultato Netto sul reddito operativo.
♣ Indicatori di efficienza;
♣ Incidenza del costo del lavoro sul fatturato;
♣ Incidenza degli ammortamenti sul fatturato;
♣ Incidenza degli oneri finanziari sul fatturato;
♣ Incidenza degli oneri finanziari su debiti totali;
♣ Tax rate (efficienza/riduzione dell’imposizione fiscale).
♣ indicatori di liquidità/solvibilità;
♣ Quoziente di disponibilità;
♣ Indice di liquidità primaria.
♣ indicatori di solidità patrimoniale:
♣ Indice di autonomia finanziaria per indipendenza finanziaria;
♣ Indice di autonomia per passività consolidate;
♣ Indice di autonomia per passività correnti;
♣ Indice di copertura delle immobilizzazioni.
non solo quelli di natura
strettamente finanziaria, ma anche
patrimoniale ed economica, al fine
di potere rappresentare lo stato di
saluto della gestione secondo i
complementari aspetti reddituale,
finanziario e patrimoniale.
Sono indicatori estrapolabili dalla
CO GE
CO.GE.
Il CNDCEC ritiene opportuno
esporre tali indicatori per due
esercizi consecutivi, eventualmente
disarticolati (quelli di natura
reddituale) per settore di attività e
area geografica
G.GHELFI
54
La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.)
Indicatori non finanziari
Per quanto riguarda, invece, gli indicatori non finanziari,
il documento precisa che questi sono rappresentati da
tutti quei dati quantitativi, di natura non monetaria, che
siano in grado di spiegare i fattori che incidono sulla
situazione aziendale.
Tali indicatori sono definiti ed esposti avendo riguardo
all’entità
à e complessità
à degli affari della società.
à
Il ricorso a tali indicatori non finanziari è previsto dal
legislatore solo ove gli indicatori finanziari non siano
sufficienti alla comprensione della situazione e
dell’andamento della gestione della società.
G.GHELFI
La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.)
Il CNDCEC, considerato che gli indicatori non finanziari
variano a seconda del settore di appartenenza della
società, non ha ritenuto utile includere esemplificazioni, in
quanto è sostanzialmente poco probabile definire esempi
di tali indicatori validi in astratto per tutte le società.
Tuttavia, il documento osserva che nella formulazione degli
indicatori non finanziari possono essere presi in
considerazione i seguenti aspetti:
- 1 - Posizionamento sul mercato
- 2 - Innovazione
- 3 - Customer satisfaction
- 4 - Efficienza dei fattori produttivi e dei processi produttivi
G.GHELFI
55
La Relazione sulla Gestione
Indicatori non finanziari possono variare in base alla specifica attività
dell’impresa e del settore nel quale opera.
Indicatori non finanziari
Il Legislatore non ha previsto una mappa puntuale degli indicatori di performance da proporre, che dovranno essere individuati
dal redattore della relazione sulla gestione, in funzione alle specifiche caratteristiche e dimensioni dell’impresa, nonché in base
al settore in cui essa opera.
Gli indicatori non finanziari sono collegati all’efficienza produttiva, all’economicità e all’efficacia delle strategie aziendali.
Il Documento numero 1 “La relazione sulla gestione – Alcune considerazioni”, predisposto dall’Istituto di ricerca dei
Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili dell’Ottobre 2008, ha individuato i seguenti quattro ambiti operativi:
1) Posizionamento sul mercato:
a. Quota di mercato;
b. Ranking (= classifica di posizionamento degli operatori);
Per la determinazione di questi indicatori, occorre far affidamento alle ricerche di settore eseguite dalle associazioni
g
di categoria.
Il redattore della relazione dovrà illustrare la quota di mercato ed il posizionamento raggiunto in confronto agli
esercizi precedenti.
2) Innovazione:
a. Tasso di novità di clienti e mercati;
b. Time to market;
c. Tasso di incidenza di nuovi prodotti;
d. Numero di brevetti;
e. Tasso di incidenza di prodotti di proprietà riservata.
La determinazione di tali indicatori necessita di dati di natura tecnico-contabile.
G.GHELFI
La Relazione sulla Gestione
Indicatori non finanziari (SEGUE)
3) Customer satisfaction
a. Tempo medio di evasione degli ordini;
b. Puntualità nelle consegne;
c Numero di reclami;
c.
d. Tasso di difettosità dei prodotti;
e. Numero di interventi di riparazione (in garanzia);
f. Numero di clienti fidelizzati sul totale;
g. Incidenza della pubblicità sul fatturato;
h. Assistenza alla clientela;
i. Percentuale fatturato da canali diretti.
Tale tipologia di indicatori definiscono la qualità percepita ed il grado di soddisfazione del cliente nel momento in
cui fruisce del prodotto o del servizio.
4) Efficienza fattori/processi produttivi:
a. Produttività per dipendente;
b Costo del lavoro per dipendente;
b.
c. Produttività del lavoro;
d. Tempo medio di ciclo o di attraversamento;
e. Tempo medio di lavorazione;
f. Tempo medio di set up;
g. Percentuali di scarti;
h. Capacità produttiva disponibile.
Gli indicatori di efficienza forniscono informazioni circa la capacità dell’azienda di produrre o di impiegare i propri
processi produttivi dato un ammontare di risorse disponibili limitato.
G.GHELFI
56
La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.)
Rischi e incertezze.
Il documento CNDCEC analizza inoltre le informazioni
richieste dal legislatore dirette a fornire “una
descrizione dei principali rischi ed incertezze cui la
società è esposta”.
A tal proposito, il CNDEC ritiene che, nel caso in cui le
società di minore dimensione abbiano fornito le
informazioni riguardanti i rischi in NOTA INTEGRATIVA
(art.2427-bis c.c.) o nei CONTI D’ORDINE, questo tipo di
informazione debba essere fornita solo dalle società di
maggiori dimensioni.
G.GHELFI
La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.)
Il secondo allegato del documento del CNDCEC esamina
alcune procedure, finalizzate ad individuare i menzionati
rischi ed incertezze. In particolare, il suddetto allegato
classifica i rischi,
rischi facendo riferimento alla natura dei
relativi eventi, in:
- Rischi esterni, provocati da eventi esogeni quali la
competizione, il contesto socio-economico e geo-politico,
il contesto normativo e regolamentare, gli eventi naturali;
- Rischi interni,, dipendenti
p
da fattori endogeni
endogeni,
g , q
quali la
strategia aziendale, i modelli organizzativi e di
governance e, in generale, collegati alle azioni poste in
essere dall’azienda per il perseguimento dei propri
obiettivi.
G.GHELFI
57
La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.)
In aggiunta, i rischi possono essere distinti in:
- Rischi inerenti, esistenti indipendentemente dalle azioni
mitigatrici poste in essere e connaturate all
all’attività
attività medesima
svolta;
- Rischi residui, esistenti in capo all’azienda successivamente
alla messa in atto delle azioni di mitigazione.
Il percorso logico attraverso il quale identificare le informazioni da fornire
nella nuova relazione sulla gestione contempla le seguenti fasi:
- Comprendere il contesto in cui si opera;
- Identificare i rischi;
- Valutare i rischi;
- Individuare le azioni mitigatrici ai rischi inerenti.
G.GHELFI
La Relazione sulla Gestione
Per quanto riguarda i rischi,
questi possono essere relativi
a:
-mercato (concorrenza
(
iin
termini di prezzo e processi
tecnologici, mutamento dei
cambi, degli interessi e dei
prezzi,
- efficacia ed efficienza dei
processi aziendali
- stabilità del personale
qualificato, ecc
G.GHELFI
58
La Relazione sulla Gestione
Per quanto riguarda le
incertezze, queste possono
essere riferite a:
- valori di bilancio
- valori prospettici che dai
primi possono trarsi
G.GHELFI
La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.)
L’ambiente e il personale
In conclusione, il documento affronta la tematica inerente le
informazioni attinenti all’ambiente e al personale al fine di
promuovere un processi di sensibilizzazione alle tematiche della
sostenibilità tra gli operatori economici ed istituzionali.
Si ritiene che le società debbano ispirare le proprie strategie
sempre più alla Corporate Social Responsibility per
rafforzare il ruolo sociale dell’impresa.
G.GHELFI
59
La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.)
Il
documento distingue, all’interno del terzo allegato,
informazioni da fornire circa l’ambiente e il personale in:
le
- Informazioni obbligatorie a prescindere dalle dimensioni dell’impresa
(es. morti sul lavoro del personale iscritto a libro matricola, infortuni gravi
sul alvoro che hanno comportato lesioni gravi o gravissime al personale,
danni causati all’ambiente, sanzioni o pene definitive inflitte all’impresa per
reati o danni ambientali, ecc.)
- IInformazioni
f
i i facoltative,
f
l i
l qualili sono ritenute
le
i
i
importanti
i e che
h il
CNDCEC spera che molte società forniranno (es. iniziative volte a
trasformare precedenti forme di lavoro “precario” in contratti di lavoro a
tempo indeterminato; investimetni in personale – sicurezza – e relativi costi
di esercizio; politiche di smaltimento e riciclaggio dei rifiuti, se rilevanti, ecc.)
G.GHELFI
La Relazione sulla Gestione
• Indicatori riguardanti l’ambiente ed il personale
• Per quanto concerne le informazioni relative alle relazioni che l’impresa ha
con ll’ambiente
ambiente che la circonda,
circonda si evidenziano
evidenziano, ad esempio:
- Emissione di gas nell’atmosfera;
- Adeguamento degli impianti alle disposizioni legislative per la sicurezza
ambientale;
- Investimenti per lo smaltimento dei rifiuti
• Esempi di informazioni relative al personale possono essere i seguenti:
• Composizione della forza lavoro;
• Turnover per forma contrattuale;
• Numero di ore di formazione per ruolo e tipologia di contratto;
• Salute e sicurezza per tipo di malattia.
G.GHELFI
60
La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.)
Il terzo allegato del documento del CNDCEC individua uno
schema esemplificativo delle informazioni che devono essere
indicate: ll’elencazione
elencazione riportata non è esaustiva; al contrario è
esemplificativa delle informazioni che devono essere concepite
come obbligatorie e facoltative.
Spetta infatti alle singole società adattare le indicazioni di
massima alla propria realtà.
G.GHELFI
Responsabilità, informazione
trasparenza e diligenza
R=P
I
Organi di Governo
Organi di controllo
Destinatari del Bilancio
G.GHELFI
61
La Relazione sulla Gestione
la situazione della società (eredità per il futuro esercizio)
•Analisi e commento
dell’impresa.
della
situazione
patrimoniale-finanziaria
•Posizione dell’azienda rispetto al mercato in cui essa è inserita e
rispetto alla concorrenza.
•Esplicitazione degli obiettivi che la direzione dell’azienda intende
perseguire
l’andamento della gestione (passata e prospettica)
•Illustrazione critica e commento del risultato economico conseguito
dall’azienda nel periodo, con particolare riguardo ai ricavi e ai costi.
•Esame comparativo della gestione corrente con quella prevedibile a
breve termine, con illustrazione dei parametri e delle variabili interne
ed esterne all’azienda sui quali agire (LEVE) per conseguire gli
obiettivi programmatici.
G.GHELFI
La Relazione sulla Gestione
Il contenuto informativo minimo
Art. 2428, comma 2:
2:
Dalla relazione devono in ogni caso risultare:
1. Le attività di ricerca e sviluppo
2. I rapporti con le imprese controllate, collegate, controllanti e
imprese sottoposte al controllo di queste ultime (oltre a quanto
riportato in sp e ce)
3. Il numero e il valore nominale sia delle azioni proprie sia delle
azioni o quote di società controllanti possedute dalla società,
anche per tramite di società fiduciaria o per interposta persona,
con l’indicazione della p
parte di capitale
p
corrispondente;
p
;
4. Il numero e il valore nominale sia delle azioni proprie sia delle
azioni o quote di società controllanti acquistate o alienate dalla
società nel corso dell’esercizio, anche per tramite di società
fiduciaria o per
interposta persona, con l’indicazione della
corrispondente parte di capitale, dei corrispettivi e dei motivi degli
acquisti e delle alienazioni;
G.GHELFI
62
La Relazione sulla Gestione
Il contenuto informativo minimo
Art. 2428, comma 2:
(segue)
5. I “fatti di rilievo” (OIC 29) avvenuti dopo la chiusura
dell’esercizio;
dell
esercizio;
6. L’evoluzione prevedibile della gestione;
6-bis
bis.. Qualora la società utilizzi strumenti finanziari, vanno altresì
indicati, se rilevanti per la valutazione della situazione
patrimoniale e finanziaria e del risultato economico dell’esercizio:
- gli obiettivi e le politiche della società in materia di gestione del
rischio finanziario , compresa la politica di copertura per ciascuna
principale categoria di operazioni
- l’esposizione della società al rischio prezzo, di credito, di
liquidità, di variazione dei flussi finanziari
G.GHELFI
La Relazione sulla Gestione
Il contenuto informativo minimo
1) Attività di ricerca e sviluppo
Le informazioni da inserire nella Relazione sulla Gestione possono essere:
- totale dei costi (capitalizzati o spesati) sostenuti per tale attività
- costi capitalizzati e ragioni sottostanti alla capitalizzazione
- contributi e finanziamenti agevolati a sostegno di tali attività (Sabatini,
Investimenti ambientali, Tremonti, …)
- spiegazione del ruolo svolto da tali attività nell’ambito degli obiettivi globali
d’azienda
G.GHELFI
63
La Relazione sulla Gestione
Il contenuto informativo minimo
2) Rapporti con le imprese del gruppo
La relazione sulla gestione deve contenere informazioni circa l’incidenza dei
rapporti di scambio infragruppo e i prezzi applicati
Da notare l’indicazione dei rapporti anche con imprese consociate (che
sfuggono allo SP e CE), non legate da rapporti di partecipazione diretta con
l’impresa che redige il bilancio. Ciò garantisce una visione del gruppo nel sul
complesso.
G.GHELFI
La Relazione sulla Gestione
Il contenuto informativo minimo
3) e 4) Azioni proprie e in società controllanti
La relazione sulla gestione deve contenere informazioni concernenti:
- il numero
- il valore nominale
- la quota di rappresentanza per le ass. ordinarie.
di azioni proprie e società controllanti possedute, acquistate o alienate
dall’impresa che redige il bilancio nel corso dell’esercizio
G.GHELFI
64
La Relazione sulla Gestione
Il contenuto informativo minimo
5) Fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio
Tali fatti sono descritti nei principi contabili (documento OIC n. 29)
a) Eventi intervenuti dopo la data di chiusura dell’esercizio che forniscono
un’ulteriore evidenza di condizioni o situazioni già in essere alla data di
bilancio e che richiedono modifiche ai valori di bilancio
b) Eventi intervenuti dopo la data di chiusura dell’esercizio che forniscono
evidenza di situazioni non esistenti alla data di bilancio e che non richiedono
modifiche ai valori di bilancio
G.GHELFI
La Relazione sulla Gestione
I fatti successivi alla data di bilancio
Definizione
I fatti intervenuti dopo la chiusura dell’esercizio sono quei fatti, sia
positivi, sia negativi, che avvengono tra la data di chiusura e la
data di formazione del bilancio d’esercizio.
Si distinguono in
•Fatti successivi alla data di bilancio che devono essere recepiti
nel bilancio
•Fatti successivi alla data di bilancio che non devono essere
recepiti nel bilancio
G.GHELFI
65
La Relazione sulla Gestione
I fatti successivi alla data di bilancio da recepire
Fatti successivi alla data di bilancio che devono essere recepiti
nel bilancio
sono quelli che evidenziano condizioni che esistevano già alla data
di riferimento del bilancio, ma che si manifestano solo dopo la
chiusura dell’esercizio.
Esempi: la definizione di una causa legale in essere alla data di
bilancio per un importo diverso da quello prevedibile a tale data; la
determinazione di un premio da corrispondere a dipendenti per le
prestazioni relative all’esercizio chiuso.
Il bilancio deve riflettere l’effetto che tali eventi comportano sulla
situazione patrimoniale, finanziaria e reddituale
G.GHELFI
La Relazione sulla Gestione
I fatti successivi alla data di bilancio da non recepire
Fatti successivi alla data di bilancio che non devono essere
recepiti nel bilancio
sono quelli che evidenziano condizioni che non esistevano alla data
di riferimento del bilancio, ma che comportano nell’esercizio
successivo variazioni straordinarie o rilevanti della situazione di
attività o passività esistenti alla data di chiusura.
Esempi: la distruzione di impianti di produzione causata da
calamità; operazioni di natura straordinaria (fusioni, etc.) deliberate
dopo la chiusura; significativi investimenti in partecipazioni e in
immobilizzazioni tecniche; significative variazioni nella situazione
finanziaria e nell’indebitamento dell’impresa.
La Relazione sulla Gestione (vedi punto 5) deve indicare tali
eventi e i relativi effetti sulla situazione patrimoniale, finanziaria e
sul risultato economico dell’esercizio successivo
G.GHELFI
66
La Relazione sulla Gestione
Il contenuto informativo minimo
6) L’evoluzione prevedibile della gestione
Esame comparativo della gestione corrente con quella prevedibile a breve
termine, illustrando anche i parametri e le variabili interne ed esterne
all’azienda sui quali agire per conseguire gli obiettivi programmatici.
G.GHELFI
La Relazione sulla Gestione
Il contenuto informativo minimo
6-bis) Uso strumenti finanziari: politiche di gestione ed esposizione
al rischio finanziario
G.GHELFI
67
La Relazione sulla Gestione
Il contenuto informativo minimo
G.GHELFI
La Relazione sulla Gestione
Il contenuto informativo minimo
xx
G.GHELFI
68
La Relazione sulla Gestione
Il contenuto informativo minimo
xx
G.GHELFI
La Relazione sulla Gestione
Il contenuto informativo minimo
xx
G.GHELFI
69
La Relazione sulla Gestione
Il contenuto informativo minimo
xx
G.GHELFI
70
L riclassificazioni
Le
i l ifi i i e
la tecnica delle analisi di bilancio:
dal sistema dei valori al sistema degli
accadimenti
G.GHELFI
L’analisi del bilancio: scopi
I principali scopi delle analisi di bilancio vengono così classificati da
parte della dottrina economico-aziendale:
esprimere giudizi sulle
quotazioni di borsa
dell’azienda analizzata,
oppure sul livello dei
dividendi, ecc;
G.GHELFI
valutare la capacità di
credito dell’azienda, al
fine della concessione
dei fidi bancari;
ottenere i dati necessari
per la compilazione
p
p
di
preventivi economici,
patrimoniali e
finanziari;
determinare gli
orientamenti necessari
per attuare date politiche
di gestione;
valutare l’azienda, o una
parte di essa, in vista
dell’attuazione di
cessioni, fusioni, ecc.
1
L’analisi del bilancio: i principali utenti
Le analisi di bilancio possono essere intraprese/utilizzate da soggetti
diversi quali:
AMMINISTRATORI
possono esaminare gli
elementi principali
dell’andamento
economico finanziario
dell’azienda
BANCHE
/ASSICURAZIONI
che hanno l’obiettivo di
accertare la capacità di
reddito attribuibile
all’azienda e, di
conseguenza, la sua
affidabilità finanziaria
ANALISTI FINANZIARI
RISPARMIATORI/ INVESTITORI ISTITUZIONALI
hanno interesse a valutare la capacità di
reddito dell’azienda poiché su di essa si
fonda la possibile remuneratività del capitale
“a pieno rischio”, con l’acquisto o la
sottoscrizione di azioni
per analizzare le
uniformità presenti nella
struttura e nella
gestione delle imprese
appartenenti ad un
determinato ramo di
attività
economica
G.GHELFI
L’analisi del bilancio: i principali utenti.
…segue..
Le analisi di bilancio possono essere intraprese/utilizzate da soggetti
diversi quali:
FORNITORI
CONCORRENTI
AUTORITA’ GIUDIZIARIE
ORGANISMI FISCALI
DIPENDENTI
ORGANISMI DI CATEGORIA
Ecc.
G.GHELFI
2
Le analisi di bilancio: il fabbisogno conoscitivo
I soggetti interessati all’analisi di Bilancio perseguono obiettivi diversi, quali:
• individuare la redditività dell’impresa
• accertare la capacità aziendale di produrre risorse finanziarie
• rilevare il grado di solvibilità rispetto ai debiti contratti
• identificare le “performances” raggiunte, i punti di forza e di
debolezza
• individuare aree di miglioramento
• determinare il valore di cessione
• investire in parte di essa o nella sua globalità
• verificare la bontà dell’investimento effettuato
• considerare il contesto delle altre realtà aziendali operanti nel
settore nonché tenere conto della quadro macroeconomico
settore,
• definire i valori assicurati
• operare attività di indagine di natura giudiziaria
….
In ogni caso le analisi di bilancio mirano a cogliere gli elementi di sintesi
necessari ad esprimere giudizi sotto diversi profili, tra loro complementari,
circa la gestione condotta nei periodi amministrativi.
G.GHELFI
Le analisi di bilancio e l’apprezzamento degli equilibri
• Oggetto delle analisi di bilancio è la valutazione
dello stato di salute dell’azienda nell’ottica
reddituale
ddi
l e finanziaria.
fi
i i
– La valutazione della situazione reddituale richiede
l’accertamento della capacità dell’impresa di produrre
ricchezza;
– La valutazione della situazione finanziaria richiede
l’accertamento della capacità
p
dell’impresa
p
a generare
g
risorse monetarie e a fronteggiare in modo tempestivo
ed economico le obbligazioni finanziarie assunte.
G.GHELFI
3
L’equilibrio reddituale
• L’azienda
L azienda si trova in equilibrio reddituale
qualora i ricavi conseguiti siano qualiquantitativamente adeguati a remunerare
congruamente tutti i fattori produttivi
impiegati nella combinazione economica
G.GHELFI
L’equilibrio finanziario
• L’equilibrio
L equilibrio finanziario è valutato con
riferimento a diversi orizzonti temporali:
– nel brevissimo periodo, ovvero istante per
istante (liquidità);
– nel breve periodo (12 mesi) (solvibilità);
– nel medio
medio-lungo
l ngo periodo
pe iodo (>12 mesi)
(solidità).
G.GHELFI
4
L’equilibrio patrimoniale
• La presenza congiunta dell’equilibrio
dell equilibrio
reddituale e finanziario è sintetizzata
nell’equilibrio patrimoniale, che evidenzia
la capacità dell’impresa di darsi, nel tempo,
un’armonica struttura di fonti finanziarie e
impieghi
p g finanziari.
G.GHELFI
La riclassificazione del bilancio di verifica
• I bilanci presentati secondo schemi obbligatori non offrono una sitesi
dei valori tale da consentire una immediata applicazione
pp
delle tecniche
di indagine proprie dell’analisi finanziaria.
• Forma (scalare o a sezioni divise) e struttura (articolazione) civilistici,
in particolare, non sono coerenti con le finalità dell’analisi di
gestione, presentando esigenze sensibilmente diverse da quelle di
rendicontazione e di informazione dei terzi.
• Pertanto, l’applicazione delle tecniche di analisi di bilancio (ovvero la
tecnica degli
g indici e dei flussi)) richiede p
preliminarmente che i valori
tratti dal bilancio di verifica siano riordinati e ristrutturati, nel
senso che occorre ricollocarli in una nuova struttura, finalizzata al tipo
di analisi che si intende effettuare.
• Tale operazione è nota come riclassificazione o normalizzazione
delle due tavole di sintesi (SP e CE) che sostanziano il bilancio.
G.GHELFI
5
Le riclassificazioni
del Conto Economico
(CE)
G.GHELFI
La riclassificazione del CE
• E’ finalizzata ad evidenziare il modo con il quale le differenti
gestioni - nelle quali si può astrattamente disarticolare la
gestione complessiva aziendale - contribuiscono alla
determinazione del risultato reddituale complessivo
Area gestionale 1)
Bilancio di verifica
(conti reddituali)
Costo a Ricavo d
Costo b Ricavo e
Costo c Ricavo ..
Costo .. Ricavo
Ri
..
Costo .. Ricavo ..
Costo .. Ricavo ..
Area gestionale 2)
Area g
gestionale 3))
• Si identificano le diverse aree gestionali e le poste reddituali
ad esse riconducibili
G.GHELFI
6
La riclassificazione del CE
Per la riclassificazione del conto economico i costi
possono essere raggruppati secondo due criteri:
1. secondo la loro natura o
origine
o
causa
di
sostenimento
(facendo
cioè
riferimento
alla
provenienza dei costi e
quindi ai rapporti che
l’impresa ha avuto con terze
economie),
2. secondo la destinazione o
funzione loro impressa in
azienda (facendo cioè riferimento
all’utilizzo che i fattori produttivi
acquisiti hanno avuto all’interno
dell’azienda)
- ha il pregio di permettere
un immediato collegamento
con il conto economico
civilistico
- richiede un collegamento con
la
contabilità
analitica
dell’azienda e la suddivisione di
alcune voci di costo (costi del
personale per funzioni, costi per
servizi esterni, ammortamenti, …)
G.GHELFI
OTTICA ECONOMICO AZIENDALE
La riclassificazione del CE per aree gestionali o funzionali
1
CARATTERISTICA=TIPICA =
OPERATIVA IN SENSO STRETTO
2
ACCESSORIA/PATRIMONIALE
3
FINANZIARIA
4
STRAORDINARIA
5
TRIBUTARIA
G.GHELFI
7
OTTICA ECONOMICO AZIENDALE
La gestione Caratteristica
(=tipica, = operativa in senso stretto)
1• L’area di gestione tipica o caratteristica è quella in cui si
svolgono i processi di approvvigionamento, produzione e
comme ciali a ione che costituiscono
commercializzazione
costit iscono l’oggetto principale
p incipale
dell’attività dell’impresa. Essa viene detta anche area operativa
in senso stretto e comprende tutte le operazioni di acquisizione
dei fattori produttivi, di trasformazione delle materie e di
commercializzazione dei prodotti, dei servizi e delle merci
• Rappresenta l’attività istituzionale, fondamentale dell’impresa, si
ricollega alla sua ragione d’essere
G.GHELFI
OTTICA ECONOMICO AZIENDALE
La gestione Caratteristica
segue...
• L’enucleazione della gestione caratteristica è funzionale
all’analisi delle operazioni di acquisto, trasformazione,
amministrazione
e
vendita,
considerate
indipendentemente dal modo in cui l’impresa si finanzia.
• Il risultato operativo della gestione caratteristica prescinde
dalla struttura finanziaria che necessita di una valutazione
a sé stante.
• Le modalità di finanziamento e le connesse componenti
reddituali non incidono direttamente sulla efficienza
economico-tecnica
i
i della
d ll gestione
i
caratteristica.
i i
• La somma algebrica fra ricavi e costi dell’area
caratteristica fornisce un primo importante parametro per
le analisi reddituali: il risultato operativo della gestione
caratteristica (Rogc)
G.GHELFI
8
OTTICA ECONOMICO AZIENDALE
La gestione Finanziaria
3 • E’ l’attività volta essenzialmente al reperimento di
risorse finanziarie di origine esterna
• Si distingue al fine di evidenziare la redditività dell
dell’area
area
Operativa a prescindere dalle modalità di finanziamento
prescelte dall’impresa
• Alla gestione finanziaria sono associabili i costi finanziari
(interessi passivi bancari, interessi su obbligazioni,
interessi su mutui, oneri finanziari relativi a contratti di
leasing interessi impliciti sui debiti verso fornitori di beni
leasing,
e servizi, ecc.)
• Alla medesima gestione sono inoltre associati i proventi
finanziari
derivanti
dall’impiego
di
eccedenze
temporanee di liquidità.
G.GHELFI
OTTICA ECONOMICO AZIENDALE
La gestione Straordinaria
4• Le componenti reddituali di competenza di passati
esercizi o di carattere non ricorrente,, dovute ad
eventi casuali o occasionali, a cambiamenti di
destinazione economica dei beni (per esempio,
cessione di fattori produttivi) e a variazioni dei criteri
di valutazione (per esempio, sopravvenienze e
insussistenze, plusvalenze da alienazione di beni
strumentali, differenze di cambio di natura
strarodinaria,
d
svalutazioni
l
e rivalutazioni
l
non aventi
carattere di normalità, ecc.)
• Nella maggior parte dei casi si tratta di componenti di
reddito correlate a più esercizi passati.
G.GHELFI
9
OTTICA ECONOMICO AZIENDALE
La gestione Straordinaria
segue...
• La gestione straordinaria comprende tutti
quei componenti di reddito:
– di competenza economica di altri esercizi
– derivanti da modifiche strutturali dell’azienda
– derivanti da cambiamenti nei criteri di valutazione
– eccezionali ((in relazione alla periodicità
p
della
manifestazione)
– anormali (in relazione all’importo)
G.GHELFI
OTTICA CIVILISTICA
La gestione Straordinaria per il C.C.
• Comprende tutti quei componenti di reddito:
– di competenza economica di altri esercizi
– derivanti da modifiche strutturali dell’azienda
– derivanti da cambiamenti nei criteri di valutazione
– la cui fonte è estranea all’attività ordinaria
G.GHELFI
10
OTTICA ECONOMICO AZIENDALE
La gestione Tributaria
5 • Accoglie gli oneri fiscali diretti gravanti sul
reddito di competenza dell’esercizio (IRES) o
sue diverse configurazioni (IRAP)
• si distingue per consentire il confronto
spaziale con realtà collocate in zone o Paesi
con fiscalità più o meno agevolata
G.GHELFI
OTTICA ECONOMICO AZIENDALE
La gestione Tributaria
segue...
• Le imposte di competenza sul reddito d’esercizio
dipendono dall’impatto congiunto delle gestioni
caratteristica, accessoria, finanziaria e straordinaria.
• Per tale motivo le imposte sul reddito sono di norma
indicate separatamente sia dal risultato dell’attività
caratteristica sia da quello delle altre aree gestionali.
• L’imposta
p
si
configura
g
come
una
controprestazione, in senso lato, della fuizione di
servizi pubblici, soprattutto locali, e dei costi
causati alla collettività dalle attività produttive.
G.GHELFI
11
OTTICA ECONOMICO AZIENDALE
La gestione Accessoria
2• Si ricollega alla gestione di liquidità stabilmente
eccedente rispetto al fabbisogno indotto dalla gestione
caratteristica, finanziaria e tributaria
• MA: ATTENZIONE! Non deve
d
presentare sinergie di
d rilievo
l
rispetto
all’attività caratteristica (o all’attività finanziaria), in quanto finirebbe in
tal caso per rientrarvi
• La separazione delle due aree operative in senso lato (quelle
caratteristica e accessoria) serve a valutare lo stato di salute
della gestione Caratteristica in sé, senza aggravi o
compensazioni imputabili alla gestione Accessoria
• La gestione accessoria è scomponibile in:
– gestione accessoria di attività finanziarie (es. titoli non
strategici)
– gestione accessoria di attività reali (immobiliari e non)
G.GHELFI
OTTICA ECONOMICO AZIENDALE
La gestione Accessoria
segue...
• Alla gestione accessoria di attività finanziarie sono
ricollegabili ricavi finanziari (interessi attivi su prestiti e
finanziamenti concessi a terzi
terzi, interessi attivi su titoli,
titoli
dividendi e altri proventi su partecipazioni non strategiche).
• La gestione immobiliare, costituita dal complesso delle
operazioni che riguardano l’utilizzo di immobili non
pertinenti l’area caratteristica (terreni, fabbricati, aziende
agricole) è eventualmente enucleabile dalla gestione
accessoria
i di attività
tti ità reali.
li Ad essa sono ricollegabili
i ll
bili proventi
ti
immobiliari (fitti di immobili, ricavi di gestioni agricole) e
costi immobiliari (costi di gestione degli immobili, costi delle
gestioni agricole)
G.GHELFI
12
Contabilità
generale
SP
Bilancio di
verifica
CE
CE a costi complessivi
industriali del venduto
CE a costi complessivi
variabili del venduto
CE a valore aggiunto
e margine operativo lordo
R
RICLASSIFICAZIO
ONE
Dal bilancio di verifica al bilancio riclassificato
SP civilistico (art. 2424 c.c.)
SP finanziario liq/esig
SP pertinenza gestionale
CE civilistico (art. 2425 c.c.)
CE funzionale/gestionale
G.GHELFI
Il CE a margine lordo industriale
(= CE a ricavi e costi complessivi ind.li del venduto)
G.GHELFI
13
Il CE a margine lordo ind.le
Ricavi netti
- Costo complessivo industriale del venduto
= Risultato
i l
(margine)
(
i ) lordo
l d industriale
i d
i l
- Costi commerciali e distributivi
- Costi generali e amministrativi
= Risultato Operativo della Gestione Caratteristica
+/- Risultato della Gestione Accessoria
Costo complessivo
= Risultato Operativo Aziendale
industriale del venduto
- Gestione finanziaria (passiva)
= Risultato di Competenza
+/- Gestione Straordinaria
= Risultato Ante Imposte
- Gestione Tributaria
= Risultato netto
G.GHELFI
Il CE a margine lordo ind.le
Il costo complessivo industriale del venduto
Costo di acquisto materie prime
e semil.d’acq.
+/- VAR magazzino materie prime
e semil
semil.d
d’acq
acq.
.
= Consumi di materie prime e semil.d’acq.
+ Costo di produzione e di logistica interna
costo del lavoro industriale
costo dei servizi industriali
Costo complessivo
industriale del venduto
ammortamenti industriali
+/ VAR magazzino semilavorati di produzione
+/-
.
= Costo complessivo industriale della produzione ottenuta
+/- VAR magazzino prodotti finiti
- lavori in economia
.
= Costo complessivo industriale del venduto
G.GHELFI
14
Il CE a margine di contribuzione
(= CE a ricavi e costi complessivi variabili del venduto)
G.GHELFI
Il CE a margine di contribuzione
Ricavi netti
- Costo complessivo (ind., comm., amm./gen.) variabile del venduto
= Margine di contribuzione alla copertura dei costi fissi
- Costi operativi fissi industriali, commerciali e distributivi, generali e amm.vi
= Risultato Operativo della Gestione Caratteristica
+/- Risultato della Gestione Accessoria
= Risultato Operativo Aziendale
Costo complessivo
- Gestione finanziaria
variabile del venduto
= Risultato di Competenza
+/- Gestione Straordinaria
= Risultato Ante Imposte
Costi operativi fissi
- Gestione Tributaria
= Risultato netto
G.GHELFI
15
Il CE a margine di contribuzione: i costi variabili
Costo di acquisto materie prime e semil.d’acq.
+/- VAR magazzino materie prime e semil.d’acq.
Costo complessivo
variabile del venduto
= Consumi di materie prime e semil.d’acq.
+ Costo manodopera diretta (MOD)
= Costo primo industriale
+ Altri costi variabili industriali
+ Altri costi variabili commerciali e distributivi
= Totale costi variabili
+/- VAR magazzino semilavorati di produzione (q.var)
= Costo complessivo variabile dei prodotti ottenuti
+/- VAR magazzino prodotti finiti (q.var)
= Costo complessivo variabile dei prodotti venduti
TAX
RF
G.GHELFI
Il CE a margine di contribuzione
La quota “fissa” e “variabile” del magazzino finale
Gestione caratteristica
€
Costi totali
produzione
ottenuta
Costi var.
Costi fissi
Costi fissi
produzione
ottenuta
Vol.attività produttiva
G.GHELFI
16
Il CE a margine di contribuzione
L’analisi di Break Even. Le ipotesi
• Ipotesi:
•
•
•
•
costi fissi invariati nell’intervallo oggetto di osservazione
costi variabili unitari costanti
ricavi unitari costanti
volume di produzione = volume di vendita
• Quantità di pareggio: Q= CF /mdc
• Fatturato di pareggio: Fatt. = CF / mdc%
• Il Grado di Leva Operativa: GLO = MDC/ROGC
• E’ un indicatore della sensibilità - e rischiosità - (moltiplicatore,
elasticità) del ROGC (o MDC semilordo per aziende pluri-ASA) al
variare dei volumi di attività (Qtà o Fatturato)
• Si presenta più elevato in aziende con costi variabili unitari più
contenuti
G.GHELFI
Il CE a margine di contribuzione
L’analisi di Break Even. La rimozione delle ipotesi forti
• Ipotesi:
• costi fissi invariati nell’intervallo oggetto di osservazione
– correttivo +/- al ROGC (andamento costi fissi “a scalini”)
• costi variabili unitari costanti
– correttivo +/- al ROGC (modifica dell’inclinazione della retta dei
costi totali, dall’origine o da un certo livello quantitativo)
• ricavi unitari costanti
– correttivo +/- al ROGC (modifica dell’inclinazione della retta dei
ricavi totali, dall’origine o da un certo livello quantitativo)
• volume di produzione = volume di vendita (-> RI=RF)
– correttivo per variazione rimanenze (costi fix/var e
rappresentazione grafica delle incidenze e della configurazione di
costo per la valorizzazione)
G.GHELFI
17
Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even.
METODOLOGIE MATEMATICO STATISTICHE PER LA DISTINZIONE
DELLE COMPONENTI FISSA E VARIABILE DI UN COSTO
• Le metodologie matematiche utilizzabili per
distinguere la componente di un costo
proporzionale al livello di attività svolta
dall’azienda rispetto a quella non collegabile
con il volume di produzione attuato sono
sostanzialmente due:
• 1) metodo del minimo
minimo--massimo
massimo;
• 2) metodo della regressione statistica.
statistica
G.GHELFI
Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even.
1) Metodo del minimo
minimo--massimo
(metodo più semplice ma più impreciso)
• Al fine di illustrare la metodologia di calcolo delle due varianti di
metodo si propone il seguente esercizio:
• Si ipotizzi che, nell'impresa Alfa,
vi sia un costo semivariabile con
il seguente andamento:
• Le quantità riflettono i volumi
realizzati ed osservati in un dato
lasso di tempo
• Il costo totale rappresenta il costo
osservato di un fattore produttivo
nel medesimo periodo.
Quantità
prodotte
Costo
totale
110
2.200
130
2.700
150
2.900
180
3.300
190
3.400
210
3.800
220
4.000
100
2.000
G.GHELFI
18
Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even.
1) segue
• Il metodo del
minimo-massimo
richiede i seguenti
calcoli:
• Differenza 2.000 /
120 = 16,666
questo valore
rappresenta il costo
variabile unitario.
Q
Quantità
prodotte
Costo
totale
Valore
minimo
100
2.000
Valo e
Valore
massimo
220
4 000
4.000
Differenza
120
2.000
G.GHELFI
Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even.
1) segue
• La funzione di costo è la seguente: costo
totale = costi fissi + costi variabili
totali.
• Con riferimento alla quantità minima (ma il
risultato non cambierebbe considerando,
ad esempio, la quantità massima), la funzione
assume i seguenti valori:
• 2.000
2 000 = costi
ti fissi
fi i + 16,666
16 666 x 100
2.000 - 1.666,66 = costi fissi, pertanto i
costi fissi ammontano a 333,34 euro.
G.GHELFI
19
Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even.
1) segue
• La funzione generale di costo assume la
seguente forma:
• costo totale = 333,34 + 16,666 x
quantità.
• Riassumendo quindi, mediante il metodo del
minimo-massimo, si sono trovati i seguenti
valori:
• costi fissi = 333
333,34
34 euro
costo variabile unitario = 16,666 euro
G.GHELFI
Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even.
2) Metodo della regressione statistica
(metodo più preciso ma più complesso)
•
•
•
•
•
•
•
L'equazione
q
della retta interpolante
p
è la seguente:
g
y = ax+b
y = costo totale
a = costo variabile unitario
x = quantità
b = costi fissi totali
Per risolvere l'equazione, contraddistinta da due
i
incognite,
it sii deve
d
utilizzare
tili
il seguente
t sistema:
i t
• Σ y = bn + a Σ x
Σ xy = b Σ x +a Σ x2
• n = numero di osservazioni effettuate
G.GHELFI
20
Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even.
2) segue
Numero
Osservazioni
1
Quantità
prodotte
X
100
Costo totale
Y
X2
XY
2.000
10.000
200.000
2
110
2.200
12.100
242.000
3
130
2.700
16.900
351.000
4
150
2.900
22.500
435.000
5
180
3.300
32.400
594.000
6
190
3 400
3.400
36 100
36.100
646 000
646.000
7
210
3.800
44.100
798.000
8
220
4.000
48.400
880.000
Tot. 8
Tot. 1.290
Tot. 24.300
Tot. 222.500
Tot.
4.146.000
G.GHELFI
Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even.
2) segue
• 24.300 = 8b + 1.290a
b = (24.300
(24 300 - 1.290a)
1 290a) / 8
• Sostituiamo la b nell'altra equazione:
• 4.146.000 = (24.300 - 1.290a) / 8 x 1.290 +
222.500a
4.146.000 = 3.918.375 - 208.012,5a
, +
222.500a
227.625 = 14.487,5a
a = 15,7118 costo variabile unitario.
G.GHELFI
21
Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even.
2) segue
• Per trovare b, sostituiamo nella prima
equazione la lettera a con il valore sopra
trovato:
• 24.300 = 8b + 1.290a
• 24.300 = 8b + 1.290 x 15,7118
• 24.300 = 8b + 20.268,222
• 4.031,778=
4 031 778= 8b
• b = 503,97 costi fissi totali.
• La funzione di costo è pertanto la seguente:
• costo totale = 503,97 + 15.7118X
G.GHELFI
Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even.
2) segue
4.500,00
Costi effettivi/interpo
4.000,00
3.500,00
3.000,00
2.500,00
Costi effettivi
Costi interpolati
2.000,00
1.500,00
1.000,00
500,00
-
50
100
150
200
250
Quantità rilevate
G.GHELFI
22
Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even.
1) e 2)
I due metodi a confronto
Metodo utilizzato
Metodo del minimomassimo
Metodo della
regressione
statistica
Costo
variabile
unitario
16,6666
Costi
fissi
totali
333,34
15,7118
503,97
G.GHELFI
Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even.
La rappresentazione grafica del BEP
Ricavi totale = Costi totali
p*q’ = (cvu *q) + CF
q’ = CF/(p - cvu)
Ricavi Totali
RT
Break
Even
Point
RT
CT
Costi Totali
CT
Area
di utile
operativo
CVtot
CF
Area
di perdita
operativa
q’ di pareggio
Volumi
Q
G.GHELFI
23
Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even.
La rappresentazione grafica della leva operativa
Alfa ha una struttura economica più rigida (CV/CF superiore
rispetto a Beta) e quindi ha un livello di leva operativa più
elevata
BETA
ALFA
RT
RT
CT
ROGC
RT
RT
CT
CT
ROGC
CT
CF
CF
q’
Q
Se le vendite:
- aumentano, Alfa usufruisce di maggiori opportunità
- diminuiscono, Alfa deve affrontare maggiori rischi
q’
Q
G.GHELFI
Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even.
Il grado di leva operativa
Il grado di leva operativa (GLO) tende a quantificare
la sensibilità del risultato operativo
p
(ROGC)
(
) al variare
dei volumi di attività (Q)
GLO =
Var ROGC
ROGC
Var Q
Q
=
Margine di contribuzione
ROGC
G.GHELFI
24
Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even.
Il grado di leva operativa - Un esempio
ALFA
Vendite
- Costi variabili
= Margine di contribuzione
- Costi fissi
= ROGC
Quantità vendute (n. unità)
-
BETA
1.800.000
300.000
1.500.000
1.320.000
180.000
1.800.000
- 1.050.000
750.000
- 570.000
180.000
10.000
10.000
8,33
4,16
Leva operativa (GLO)
G.GHELFI
Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even.
Il grado di leva operativa - Un esempio
Se le vendite:
--> aumentano del 10%:
ROGC Alfa = 180.000 + (180.000 x 10% x 8,33) = 330.000
ROGC Beta = 180.000 + (180.000 x 10% x 4,16) = 255.000
--> diminuiscono del 10%:
ROGC Alf
Alfa = 180.000
180 000 - (180.000
(180 000 x 10% x 88,33)
33) = 30.000
30 000
ROGC Beta = 180.000 - (180.000 x 10% x 4,16) = 105.000
G.GHELFI
25
Il CE a valore aggiunto
(CE a ricavi, valore aggiunto e margine operativo lordo - MOL)
G.GHELFI
Il CE a valore aggiunto
Ricavi netti
+RF/-RI magazzino semilavorati di produz.e prodotti finiti
- acq.semilavorati
q
di produz,
p
, e prodotti
p
finiti per
p commerc.
+ costruzioni in economia (costi capitalizzati per produz.interne).
= Valore della produzione (o prodotto interno lordo d’impresa)
- Consumi di materie prime e semil.d’acq. (RI+ACQ-RF)
- Costi ind.li, comm.li e distrib., amm. e gen. esterni
= Valore aggiunto
- Costi del personale
.
= ROGC monet.o finanz. = MOL = EBITDA
- ammortamenti
.
= ROGC = MON = EBIT
LS
G.GHELFI
TAX
26
Il CE a valore aggiunto
Ricavi netti
+RF/-RI magazzino semilavorati di produz.e prodotti finiti
- acq.semilavorati di produz, e prodotti finiti per commerc.
+ costruzioni in economia
.
=Valore della produzione
- Consumi di materie prime e semil.d’acq. (RI+ACQ-RF)
- Costi esterni____________
= Valore aggiunto
- Costi del personale
(e, se liq.= CCN, Svalutazione crediti)
= ROGC monet.o finanz. = MOL = EBITDA
- ammortamenti, accantonamenti, svalutazioni
= ROGC = MON = EBIT
G.GHELFI
TAX
Il C.E. civilistico
G.GHELFI
27
CONTO ECONOMICO
In forma scalare (Art. 2425 e 2425-bis)
16) altri proventi finanziari:
A) VALORE della PRODUZIONE
1) ricavi delle vendite e delle prestazioni;
2) variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione,
semilavorati e finiti;
3) variazioni dei lavori in corso su ordinazione;
4) incrementi di immobilizzazioni per lavori interni;
5) altri ricavi e proventi (con separata indicazione dei contributi in conto
esercizio);
TOTALE VALORE PRODUZIONE (A)
per
per
per
per
17) interessi e altri oneri finanziari (separata indicazione di quelli verso
controllate, collegate e controllanti);
17-bis) Utili e perdite su cambi
TOTALE PROVENTI e ONERI FIN. (C)=15+16-17-17bis
B) COSTI di PRODUZIONE
6)
7)
8)
9)
a) da crediti iscritti nelle immobilizzazioni (separata indicazione di quelli da
controllate e collegate e da controllanti);
b) da titoli iscritti nelle immobilizzazioni diversi dalle partecipazioni;
c) da titoli iscritti nell'attivo circolante diversi dalle partecipazioni;
d) proventi diversi (separata indicazione di quelli da controllate, collegate e
da controllanti);
materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci;
servizi;
godimento di beni di terzi;
personale:
a) salari e stipendi;
b) oneri sociali;
c) trattamento di fine rapporto;
d) trattamento di quiescenza e simili;
e) altri costi;
D) RETTIFICHE VALORE di ATTIVITÀ FINANZ.
18) rivalutazioni:
a) di partecipazioni;
b) di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni;
c) di titoli iscritti nell’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni;
19) svalutazioni:
10) ammortamenti e svalutazioni:
a) ammortamento delle immobilizzazioni immateriali;
b) ammortamento delle immobilizzazioni materiali;
c) altre svalutazioni delle immobilizzazioni;
d) svalutazioni dei crediti compresi nell'attivo circolante e delle disponibilità
li id ;
liquide
11) variazione di materie prime, delle rimanenze di materie sussidiarie,
di consumo e merci;
12) accantonamento per rischi;
13) altri accantonamenti;
14) oneri diversi di gestione;
TOTALE COSTI PRODUZIONE (B)
DIFFER. tra VALORE e COSTI PRODUZIONE (A-B)
C) PROVENTI e ONERI FINANZIARI
15) proventi da partecipazioni (con separata indicazione di quelli di
imprese controllate e collegate);
a) di partecipazioni;
b) di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni;
c) di titoli iscritti nell’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni;
TOTALE RETTIFICHE (D) = 18 - 19
E)) PROVENTI e ONERI STRAORDINARI
20) proventi (con separata indicazione delle plusvalenze da alienazioni
non iscrivibili al n. 5);
21) oneri (con separata indicazione delle minusvalenze da alienazioni
non iscrivibili al n. 14 e delle imposte di esercizi precedenti);
TOTALE PARTITE STRAORD. (E) = 20 - 21
RISULTATO PRIMA delle IMPOSTE
(A – B +/- C +/- D +/- E)
22) imposte sul reddito dell'esercizio, correnti, differite, anticipate;
23) Utile (perdita) dell’esercizio
G.GHELFI
Le aree gestionali secondo la logica economicoeconomicoaziendale e il CE civilistico (art. 2425 c.c.)
Gestioni interne (logica ec.az.)
Car. Acc. Fin. Str. Trib.
x
x
x
x
Conto Economico
secondo il Codice Civile
A) valore della produzione
B) costi della produzione
x
x
x
C) 15)-16) proventi finanziari
C) 17) oneri finanziari
D) rettifiche di valore di att.fin.
E) 20) proventi straordinari
E) 21) oneri straordinari
x
x
Voce 22) Imposte sul reddito
G.GHELFI
28
Le riclassificazioni
dello SP
1
2
3
G.GHELFI
La riclassificazione dello SP
• E’ finalizzata:
• all’analisi della struttura finanziaria e
• alla valutazione della coerenza ed equilibrio tra fonti e di
impieghi, in base alla loro tipologia: scadenza e natura
1
• Gli schemi di riclassificazione più diffusi seguono:
2
3
– Il criterio finanziario della liquidità/esigibilità
q
g
(=realizzabilità) nei 12 mesi successivi alla data di
riferimento dello SP oggetto di osservazione
– il criterio della pertinenza gestionale delle voci alle
diverse aree di gestione come in precedenza definite
– il criterio civilistico
G.GHELFI
1
Introduzione alle riclassificazioni dello SP.
Il concetto di capitale “circolante”
Il capitale
“ i
“circolante”…
l t ” (= di giro = di
esercizio)
Logica temporale
…nei 12 mesi dalla chiusura
del periodo amministrativo
oppure
Prospettiva spaziale
…nell’arco di un ciclo
operativo aziendale normale
Criterio finanz. 12 mesi
Attività a breve termine
Passività a breve termine
Abt - Pbt = CCNbt
Criterio della pertinenza gest.
Attività (caratteristiche) correnti
Passività (caratteristiche) correnti
Ac - Pc = CCNc
G.GHELFI
Introduzione alle riclassificazioni dello SP.
Il concetto di capitale “immobilizzato”
Il capitale
“immobilizzato” (= per piùù cicli)
“immobilizzato”…
Logica temporale
…oltre 12 mesi dalla chiusura
del periodo amministrativo
Criterio finanz. 12 mesi
Attività a medio-lungo termine
Passività a medio-lungo termine
oppure
Prospettiva spaziale
…nell’arco di più cicli
operativi aziendali normali
Criterio della pertinenza gest.
Attività (caratteristiche) fisse
Passività (caratteristiche) fisse
Altre attività e passività immobilizzate
G.GHELFI
2
Lo SP finanziario
1
G.GHELFI
La riclassificazione dello SP per liquidità/esigibilità.
IMPIEGHI
FONTI
di risorse finanziarie
Al
Alto
LI
LD
grado
di
liquid.
L
A
Abt
nette
Pmlt
Amlt
nette
Basso
Al
Alto
Pbt
MP
C
A
P
.
grado
di
esigib.
Perm.
Basso
G.GHELFI
3
La riclassificazione dello SP per liquidità/esigibilità.
Osservazioni su alcuni aggregati
IMPIEGHI
FONTI
di risorse finanziarie
LI
CCLbt
LD
L
A
Dal capitale circolante lordo
a breve termine (CCLbt),
detraendo l’importo delle
passività a breve termine
(Pbt), si ottiene il Capitale
Circolante Netto a breve
termine (Net Working
Capital) per il quale viene
Abt
nette
Pbt
CCNbt (o NWC)
Pmlt
Amlt
nette
MP
C
A
P
.
Perm.
utilizzato il simbolo CCNbt.
G.GHELFI
Lo SP
per pertinenza gestionale
2
G.GHELFI
4
La Riclassificazione dello SP
secondo pertinenza gestionale
• La logica
g
p
per aree g
gestionali o a p
pertinenza
gestionale
– riclassifica per aree funzionali, isolando le poste afferenti la
gestione caratteristica (=operativa) delle altre aree gestionali:
• impieghi/disimpieghi caratteristici (= operativi in senso stretto)
– correnti / fissi
• finanziamenti/rimborsi
A
Area
extracaratteristica
t
tt i ti
– capitale
l proprio / di
d terzi
• eventualmente gestioni accessorie
– consente quindi l’identificazione e l’aggregazione separata delle
aree attinenti la dinamica entrate/uscite
– presta particolare attenzione al ciclo caratteristico che può essere
suddiviso in tre fasi: acquisto/trasformazione/vendita
G.GHELFI
OTTICA ECONOMICO AZIENDALE
Le aree gestionali o funzionali
1
CARATTERISTICA=TIPICA =
OPERATIVA IN SENSO STRETTO
2
ACCESSORIA/PATRIMONIALE
3
FINANZIARIA
4
STRAORDINARIA
5
TRIBUTARIA
G.GHELFI
5
OTTICA ECONOMICO AZIENDALE
Le aree gestionali o funzionali nello SP
Gestione caratteristica
netta
1
CARATTERISTICA=TIPICA =
OPERATIVA IN SENSO STRETTO
2
ACCESSORIA/PATRIMONIALE
3
FINANZIARIA
4
STRAORDINARIA
C fl i
Confluisce
nella
ll gestione
ti
caratteristica netta
5
TRIBUTARIA
Confluisce nella gestione
caratteristica netta
Gestione accessoria
netta
Gestione finanziaria
netta
G.GHELFI
OTTICA ECONOMICO AZIENDALE
Le aree gestionali o funzionali nello SP
Avvio
produzione
Costo
Ciclo tecnico
Ottenimento
Prodotto/servizio finito
Ciclo reddituale
Pagamento
Ciclo monetario
Ricavo
Incasso
G.GHELFI
6
OTTICA ECONOMICO AZIENDALE
Le aree gestionali o funzionali nello SP
Avvio
produzione
Ciclo tecnico
Costo
Ottenimento
Prodotto/servizio finito
Ricavo
Ciclo reddituale
Pagamento
Incasso
Ciclo monetario
Ciclo operativo aziendale
G.GHELFI
La Riclassificazione dello SP
secondo pertinenza gestionale
IMPIEGHI
FONTI
di risorse finanziarie
1
CIN caratt.
o CIONCapitale
Gestione
Caratteristica
2 Gestioni
Accessorie
3
investito Netto
Caratteristico
Gestione
Finanziaria
Posizione
Finanziaria
Netta <0
MP Mezzi
propri
G.GHELFI
7
La Riclassificazione dello SP
secondo pertinenza gestionale
IMPIEGHI
FONTI
di risorse finanziarie
Attività
Caratteristiche
Gestioni / Reali
Attività
Immobiliari
Attività
Accessorie
accessorie
Passività
Caratteristiche
Indebitamento
finanziario
(a BT e a MLT)
PFN
MP Mezzi
propri
Altre
CIN caratt.
o CIONCapitale
investito Netto
Caratteristico
Posizione
Finanziaria
Netta <0
Gestione/
attitività
finanziaria
di finanziamento
/ rimborso
G.GHELFI
La Riclassificazione dello SP
secondo pertinenza gestionale
IMPIEGHI
FONTI
di risorse finanziarie
Attività
Caratteristiche
Correnti
Acorr
Attività
Caratter. Fisse
Afix
Gestioni / Reali
Attività
Immobiliari
Attività
Accessorie
accessorie
Altre
Passività
Caratt Correnti
Caratt.
Pcorr
Passività
Caratt. Fisse Pfix
Indebitamento
finanziario
(a BT e a MLT)
PFN
MP Mezzi
propri
CCN
corrente
Capitale
Circolante Netto
Corrente
CIN caratt.
o CIONCapitale
investito Netto
Caratteristico
Posizione
Finanziaria
Netta <0
Gestione/
attitività
finanziaria
di finanziamento
/ rimborso
G.GHELFI
8
La Riclassificazione dello SP
secondo pertinenza gestionale
IMPIEGHI
FONTI
di risorse finanziarie
Gestione
corrente
o Attività
di esercizio
CR
comm
MAG
Gestione/ Attività
di investimento
/ disinvestimento
Attività
Caratt
Caratt.
Correnti
Acorr
Attività
Caratt. Fisse
Afix
Gestioni / Reali
Attività
Immobiliari
Attività
Accessorie
accessorie
Passività
Caratt Correnti
Caratt.
Pcorr
Passività
Caratt. Fisse Pfix
Indebitamento
finanziario
(a BT e a MLT)
PFN
MP Mezzi
propri
Altre
CCN
corrente
Capitale
Circolante Netto
Corrente
CIN caratt.
o CIONCapitale
investito Netto
Caratteristico
Posizione
Finanziaria
Netta <0
Gestione/
attitività
finanziaria
di finanziamento
/ rimborso
G.GHELFI
La Riclassificazione dello SP
secondo pertinenza gestionale
Gestione corrente
o Attività di esercizio
Attività di
dis/investimento
IMPIEGHI
CIN
caratteristico
Reali
Gestioni / Immobiliari Attività
Attività
Accessorie
accessorie
Altre
CIN caratt.
FONTI
Indebitamento
finanziario
( BT e a MLT)
(a
MP
Capitale
investito Netto
Caratteristico
PFN
Gestione/
attitività
finanziaria
di finanziamento
/ rimborso
G.GHELFI
9
Lo SP civilistico
3
G.GHELFI
La riclassificazione
dello Stato Patrimoniale nel C.C.
3.
4.
Lo stato patrimoniale previsto dal C.C. presenta una struttura a sezioni
contrapposte, ma il criterio adottano non è quello finanziario.
Il Legislatore prevede infatti che “gli elementi patrimoniali destinati ad
essere utilizzati durevolmente devono essere iscritti tra le
immobilizzazioni ”, assumendo pertanto come criterio di discriminazione
tra le poste dell’attivo quello della “destinazione naturale”, durevole o
meno.
A) Crediti verso soci per
versamenti ancora dovuti
A) Patrimonio netto
B) Fondi per rischi ed oneri
B) Immobilizzazioni
C) Trattamento di Fine Rapporto
C) Attivo circolante
D) Debiti
D) Ratei e Risconti attivi
E) Ratei e Risconti passivi
G.GHELFI
10
STATO PATRIMONIALE
ATTIVITÀ (Art. 2424 e 2424-bis)
A) CREDITI VERSO SOCI per VERSAMENTI
ANCORA DOVUTI
TOTALE CREDITI verso SOCI (A)
4) azioni proprie, con indicazione anche del valore nominale complessivo
B) IMMOBILIZZAZIONI (Con separata indicazione di
C) ATTIVO CIRCOLANTE
I - Rimanenze:
quelle concesse in locazione finanziaria)
I - Immobilizzazioni immateriali:
P.C. n. 24
1) costi di impianto e di ampliamento;
2) costi di ricerca, sviluppo e pubblicità;
3) diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione opere
dell'ingegno;
4) concessioni, licenze, marchi e diritti simili;
5) avviamento;
6) immobilizzazioni in corso e acconti;
7) altre
1)
2)
3)
4)
5)
terreni e fabbricati;
impianti e macchinario;
attrezzature industriali e commerciali;
altri beni;
immobilizzazioni in corso e acconti
TOTALE I
TOTALE II
III - Immobilizzazioni finanziarie (con separata indicazione, per
ciascuna voce
voce, degli importi esigibili entro ll’esercizio
esercizio successivo - le
partecipazioni di controllo o collegamento si presumono immobilizzazioni
finanziarie):
1)
partecipazioni in:
P.C. n. 13
materie prime, sussidiarie e di consumo;
prodotti in corso lavorazione e semilavorati;
lavori in corso su ordinazione; P.C. n. 23
prodotti finiti e merci;
acconti
TOTALE I
II - Crediti (con separata indicazione, per ciascuna voce degli importi
II - Immobilizzazioni materiali:
P.C. n. 16
1)
2)
3)
4)
5)
TOTALE III
TOTALE IMMOBILIZZAZIONI (B)
P.C. nn. 20 e 21
a) imprese controllate;
b) imprese collegate;
c) imprese controllanti (*);
d) altre imprese;
esigibili oltre I'esercizio successivo):
1) verso clienti;
2) verso imprese controllate;
3) verso imprese collegate;
4) verso imprese controllanti;
4-bis) crediti tributari;
4-ter) imposte anticipate
5) verso altri
P.C. n. 15
TOTALE II
III - Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni:
1)
2)
3)
4)
5)
6)
partecipazioni in imprese controllate;
partecipazioni in imprese collegate;
partecipazioni imprese controllanti;
altre partecipazioni;
azioni proprie, con indicazione anche del val.nominale complessivo;
altri titoli
TOTALE III
IV - Disponibilità liquide:
1) depositi bancari e postali,
2) assegni,
3) denaro e valori in cassa
2) crediti:
a) verso imprese controllate;
b) verso imprese collegate;
c) verso controllanti;
d) verso altri;
P.C. n. 14
TOTALE IV
TOTALE ATTIVO CIRCOLANTE (C)
D) RATEI e RISCONTI (con separata indicaz. del disaggio su
prestiti)
3) altri titoli;
TOTALE RATEI e RISCONTI (D)
G.GHELFI
STATO PATRIMONIALE
PASSIVO (Art. 2424 e 2424-bis)
A) PATRIMONIO NETTO
P. C. n. 28
I Capitale
II Riserva da soprapprezzo delle azioni
III Riserve di rivalutazione
IV Riserva legale
V Riserva
Ri
per azioni
i i proprie
i in
i portafoglio
t f li
VI Riserve statutarie
VII Altre riserve (distintamente)
VIII Utili (perdite) portati a nuovo
IX Utile (perdita) dell’esercizio
TOTALE PATRIMONIO NETTO (A)
B) FONDI per RISCHI ed ONERI
1) per trattamento di quiescenza, ecc.; P.C. n. 19
2) per imposte, anche differite;
P.C. nn. 19 e 25
3) altri
P.C. n. 26
TOTALE FONDI per RISCHI e ONERI (B)
C) T.F.R. di lavoro subordinato
P.C. n. 19
D) DEBITI (con separata indicazione per ciascuna voce,
degli importi esigibili oltre l’esercizio successivo):
1) obbligazioni;
2) obbligazioni convertibili;
3) debiti verso soci per finanziamenti
4) d
debiti
biti verso banche;
b
h
5) debiti verso altri finanziatori;
6) acconti;
7) debiti verso fornitori;
8) debiti rappresentati da titoli di credito;
9) debiti verso imprese controllate;
10) debiti verso imprese collegate;
11) debiti verso controllanti;
P.C. n. 25
12) debiti tributari;
13) debiti verso istituti di previdenza e sicurezza sociale;
14) altri debiti
TOTALE DEBITI (D)
E) RATEI e RISCONTI (con separata indicazione
dell’aggio su prestiti)
TOTALE T.F.R. (C)
P.C. N. 18
TOTALE RATEI e RISCONTI (E)
G.GHELFI
11
Gli indicatori
di bilancio
G.GHELFI
Gli indicatori
di “composizione”
G.GHELFI
1
Gli indicatori di composizione
dello SP finanziario
Indicatori della sezione degli impieghi:
• Indice di elasticità degli impieghi = Abt / TotATTIVITASPFIN
• Indice di rigidità degli impieghi =
Amlt / TotATTIVITASPFIN
Indicatori della sezione delle fonti:
• Indice di rigidità dei finanziamenti = (Pmlt+MP) / TotPASSIVOSPFIN=
TotPASSIVOSPFIN=
= CAP.PERM. / TotPASSIVOSPFIN
• Indice di dipendenza finanziaria = Mezzi di Terzi / TotPASSIVOSPFIN =
= (Pbt + Pmlt) / TotPASSIVOSPFIN
• Indice di indebitamento (o leverage) = TotPASSIVOSPFIN / MP
G.GHELFI
Gli indicatori di composizione
del CE
•
ROS = Return On Sales = Tasso di redditività delle vendite = ROGC / V
• Tasso di incidenza della gestione
extracaratteristica = RN/
RN/ROGC
ROGC
= 1 gest.extra =0
> 1 gest.extra intergra
< 1 gest
gest.extra
e t a rettifica
ett ca
= 0 gest.extra =opposta
< 0 gest.rettifica e ribalta
• Incidenza degli oneri finanziari = Ris.gest.fin./
Ris.gest.fin./ROGC
ROGC
• Incidenza degli oneri tributari = ON.TRIB /ROGC
/ROGC (si dovrebbero
“esplodere”
tra le varie aree gest.)
• Incidenza della gest. straordinaria= Ris.gest.str./
Ris.gest.str./ROGC
ROGC
G.GHELFI
2
Gli indicatori
di “situazione”
G.GHELFI
Gli indicatori di situazione finanziaria
(liquidità/solvibilità/solidità)
• La riclassificazione dello SP è volta ad appurare le condizioni
di solvibilità (lato sensu) dell’impresa, ovvero la capacità
dell'impresa
dell
impresa di far fronte ai propri debiti. La solvibilità può
essere apprezzata a due livelli:
• solvibilità nel brevissimo
(liquidità
liquidità)) e
nel breve termine
(solvibilità
solvibilità))
• solvibilità nel medio
medio-lungo termine
(solidità patrimoniale)
patrimoniale)
G.GHELFI
3
L’analisi della liquidità/solvibilità
CCN
• Abt - Pbt = CCNbt (capitale circolante netto a breve termine)
• La differenza esprime il flusso potenziale di liquidità
netta (positivo o negativo) che si evidenzierà nei successivi
12 mesi dalla data di riferimento del bilancio oggetto di
riclassificazione:
•
•
•
•
•
per effetto della gestione condotta sino alla data di riferimento del
bilancio
portando a termine i cicli in corso alla data di riferimento del bilancio
sulla base del principio del costo (es. per rimanenze di magazzino)
prescindendo dall’attivazione ((inevitabile)) di nuovi cicli ((tecnici,
p
economici, monetari)
nell’ipotesi in cui la riclassificazione adottata sia corretta
G.GHELFI
Gli indicatori di situazione finanziaria
(liquidità/solvibilità)
• Richiedono il confronto tra classi di valori appartenenti a
sezioni diverse dello stesso prospetto di sintesi (SP)
• Il confronto è nella forma di
– indice (rapporto, %) o
– margine (differenza, €)
INDICI:
MARGINI:
• Abt/Pbt=indice di disponibilità
(current ratio)
• Abt-Pbt = CCNbt = capitale
circolante netto a breve termine
• (LI
(LI+LD)/Pbt
LD)/Pbt = indice
i di di
liquidità secondaria (quick
ratio)
• (LI
(LI+LD)-Pbt
LD) Pb = margine
i di
tesoreria = 1°MdT
• LI/Pbt = indice di liquidità
primaria (acid ratio)
G.GHELFI
4
Gli indicatori di situazione finanziaria
Indici e margini di solidità
• Richiedono il confronto tra classi di valori appartenenti a
sezioni diverse dello stesso prospetto di sintesi (SP)
• Il confronto è nella forma di
– indice (rapporto, %) o
– margine (differenza, €)
INDICI:
MARGINI:
• MP/Amlt=indice di autocopertura delle
immobilizzazioni tecniche (ind.di autocop)
o tecn.+finanz.) (ind.di
autocop allargato)
• (MP+P
(MP+Pmlt)/Amlt
lt)/A lt = indice
i di di copertura
t
globale delle immobilizzazioni
• (Pbt+Pmlt) / TotPASSIVOSPFIN =
indice di dipendenza finanziaria
• (TotPASSIVOSPFIN/MP) = indice di
indebitamento = Leverage
• (MP - Amlt) =
1°marg. di struttura
o 1°marg.di strutt.allargato
• (MP+Pmlt - Amlt) =
2°marg.di struttura
• P.N. tangibile= MP Immob.Immat.nette
G.GHELFI
Gli indicatori di durata, rotazione e produttività
dilazioni e permanenza
GIORNI MEDI DI
• INCASSO
• PAGAMENTO
• LAVORAZIONE
• PERMANENZA
G.GHELFI
5
Gli indicatori di durata, rotazione e produttività
dilazioni e permanenza
La durata del ciclo del circolante
b
Periodo medio di
riscossione dei
crediti
a
Permanenza media
in magazzino delle
scorte
Periodo medio di
pagamento dei
fornitori
c
a + b - c = periodo
i d medio
di che
h
intercorre tra i pagamenti per materiali
e servizi utilizzati e gli incassi dei
crediti
Fabbisogno finanziario
G.GHELFI
Gli indicatori di durata, rotazione e produttività
Dagli indicatori di rotazione ai tassi di rotazione
• Indici di durata media:
– dei crediti comm.li: CR.comm.bt+mlt / [(Ricavi netti + iva)
/ 365]
– dei debiti comm.li: DB.comm.bt+mlt / [(Costi acq.mp,
merci, serv + iva) / 365]
– del magazzino: Rim. Fin. / [(costo del venduto) / 365], dove
il costo del venduto = acq.mp e merci è costi serv.+god beni 3’ +
var rim. Mp e merci + costi personale - var. riman.-lav in corso
• Tassi di rotazione:
rotazione
– del circolante: Ricavi netti / Attività circolanti
– dei crediti comm.li: (Ricavi netti + iva) / CR.comm
– del magazzino: (costo del venduto/Rim. Fin.)
G.GHELFI
6
Gli indicatori di redditività
I quozienti operativi
Dal ce gestionale
ROI
=
ROGC
CIN
Dallo SP pert. Gest.
G.GHELFI
ROE
=
RN
PN
G.GHELFI
7
La leva finanziaria
G.GHELFI
Gli indicatori di redditività
I quozienti operativi
• IL ROE e la LEVA FINANZIARIA:
ROI
ROE
i=ROD
ROI > i
ROE
ROI
i
PFN/MP
G.GHELFI
8
Gli indicatori di redditività
I quozienti operativi
• IL ROE e la LEVA FINANZIARIA:
ROI
ROE
i=ROD
ROI < i
i
ROI
PFN/MP
ROE
G.GHELFI
Gli indicatori di redditività
I quozienti operativi
• IL ROE e la LEVA FINANZIARIA:
ROI
ROE
i=ROD
i
ROI
ROE
PFN/MP
G.GHELFI
9
L’analisi
dei flussi finanziari.
Il rendiconto finanziario
G.GHELFI
Il rendiconto finanziario
• E’ un prospetto che raggruppa, in relazione a
determinati obiettivi conoscitivi, e con riferimento ad
un determinato periodo temporale, i flussi di risorse
finanziarie:
– che si sono manifestati (analisi storica)
– o che si manifesteranno (analisi prospettica)
• Le configurazioni che il rendiconto finanziario può assumere
sono molteplici: naturalmente, aumentando l’estensione
dell’accezione di “risorse finanziarie” (es. liquidità
ào
CCN) utilizzata per la costruzione del rendiconto, la visione
dell’andamento finanziario diventa via via più globale (e
perciò, a volte, meno efficace)
G.GHELFI
1
Il rendiconto finanziario
• Secondo il PPCC n. 12 del CNDCR, il rendiconto
finanziario può essere predisposto, in funzione del
concetto di risorse finanziarie accolto, come segue:
– RENDICONTO FINANZIARIO IN TERMINI DI
“LIQUIDITA’ ”, che espone:
A1 • le variazioni di liquidità. Tale RF pone enfasi
sull’esposizione delle variazioni nella situazione
patrimoniale e finanziaria in termini di liquidità oppure
A2 • i flussi di liquidità.Tale RF, che rappresenta
l’evoluzione tecnica del precedente, pone l’enfasi sui
flussi di liquidità derivanti dalle variazioni nella
situazione patrimoniale-finanziaria.
B – RENDICONTO FINANZIARIO IN TERMINI DI
“CAPITALE CIRCOLANTE NETTO”
A
G.GHELFI
A
Il rendiconto finanziario
in termini di liquidità
• Secondo il PPCC n. 12 del CNDCR, il rendiconto
finanziario in termini di liquidità fa riferimento al
seguente
t concetto
tt di liliquidità:
idità
– disponibilità liquide in cassa e presso banche + altri
depositi di denaro immediatamente prelevabili senza
rischio di cambiamento di valore
• I conti correnti bancari passivi non rientrano nel
concetto di liquidità per il CNDCR (diversamente da
quanto
t iin precedenza
d
previsto
i t dal
d l PPCC 2 e IAS 7)
• I PPCC dello IASB considerano come concetto di
risorse finanziarie anche il “cash equivalents”, che
include, oltre alle attività sopra individuate, anche
attività finanziarie a breve termine altamente liquide.
G.GHELFI
2
A
Il rendiconto finanziario
in termini di liquidità
LE DIVERSE ACCEZIONI DI “RISORSE FINANZIARIE”:
• CASSA E C/C ATTIVI;
• CASSA E C/C ATTIVI AL NETTO C/C PASSIVI;
• CASSA E C/C ATTIVI (A VISTA) AL NETTO DEI C/C PASSIVI
(RIMBORSABILI A VISTA E RELATIVI A C/C CON SALDO CHE SPESSO
OSCILLA TRA L’ESSERE POSITIVO O NEGATIVO) PIÙ I TITOLI A BREVE
SCADENZA E AD ALTA LIQUIDITA’;
• LIQUIDITA’ IMMEDIATE E DIFFERITE AL NETTO DEI CONTI
BANCARI PASSIVI;
• LIQUIDITA’ IMMEDIATE E DIFFERITE AL NETTO DELLE PASSIVITA’
CORRENTI;
• CAPITALE CIRCOLANTE NETTO;
• RISORSE FINANZIARIE TOTALI.
G.GHELFI
A
Il rendiconto finanziario
in termini di liquidità
• ACCEZIONE DI LIQUIDITA’ QUI ACCOLTA:
• CASSA
• + DEPOSITI BANCARI
• - CONTI CORRENTI PASSIVI
G.GHELFI
3
A1
Il rendiconto finanziario
delle variazioni di liquidità
G.GHELFI
Il rendiconto finanziario
delle variazioni di liquidità
A1
• Si compone di due parti:
– la prima, che espone le variazioni subite durante l’esercizio
dalla situazione patrimoniale-finanziaria, connesse con
movimenti nella liquidità prima definita
– la seconda
seconda, che mostra tutte quelle altre variazioni della
situazione patrimoniale-finanziaria che non sono connesse a
movimenti finanziari (es. conferimento di impianti,
acquisizione di partecipazioni mediante aumento di capitale
sociale, ecc)
G.GHELFI
4
Il rendiconto finanziario
delle variazioni di liquidità
A1
• Le fonti e gli impieghi di liquidità possono essere così
riassunti:
– FONTI
•
•
•
•
flusso di liquidità generato dalla gestione reddituale
ricavato dalla vendita di immobilizzazioni (mat.,immat.,finanziarie)
assunzione di finanziamenti passivi e incasso di finanziamenti attivi
aumenti di capitale
– IMPIEGHI
•
•
•
•
•
flusso di liquidità assorbito dalla gestione reddituale
acquisizione di immobilizzazioni (mat.,immat.,finanziarie)
rimborso di finanziamenti passivi e concessione di finanziamenti attivi
diminuzione di capitale
pagamento di dividendi
G.GHELFI
Caso “Verde”
G.GHELFI
5
Il rendiconto finanziario Verde spa
delle variazioni di liquidità
A1
• La tecnica di redazione del rendiconto finanziario di
liquidità.
q
La configurazione
g
accolta di liquidità
q
è data da:
cassa + banche attive - banche passive
• Pertanto:
• cassa + banche attive - banche passive al 31/12/x = 100 150 = -50
• cassa + banche attive - banche passive al 31/12/x+1 =
250 - 350 = -100
• Variazione dis/avanzo di liquidità: -100- (-50) = -50
G.GHELFI
Il rendiconto finanziario Verde spa
delle variazioni di liquidità
A1
• Per compilare la prima parte del rendiconto finanziario
per variazioni di liquidità occorre utilizzare le
informazioni di cui alle tab. 2.2 - 2.3 - 2.4 - 2.5, al fine di
individuare le fonti e gli impieghi di “liquidità”
• a) PATRIMONIO NETTO:
– Si evidenziano impieghi per 185 per pagamento di dividendi e
fonti per 150 derivante da un aumento di capitale a pagamento,
sottoscritto e versato.
– Il risultato dell’esercizio è in utile di 550
• b) IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI:
– L’incremento delle immobilizzazioni materiali per 750 (tab.
2.5) è costituito dall’acquisto da terzi di altri cespiti: siamo,
quindi, di fronte ad un impiego
G.GHELFI
6
Il rendiconto finanziario Verde spa
delle variazioni di liquidità
A1
•
Segue..b)
IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI:
– L’incremento delle immobilizzazioni materiali per 750 (tab.
2 5) è costituito dall
2.5)
dall’acquisto
acquisto da terzi di altri cespiti: siamo,
siamo
quindi, di fronte ad un impiego.
– L’incremento del fondo ammortamento di 150 è rappresentato
dall’accantonamento dell’esercizio; non essendo costo
monetario occorre portare tale importo in aumento dell’utile
dell’esercizio e quindi del flusso di liquidità derivante dalla
gestione reddituale
– Nel corso dell’esercizio si sono verificate dismissioni di
macchinari per un costo storico di 100, ammortizzate per 50,
con una plusvalenza da alienazione di 10. Nel rendiconto
finanziario occorre pertanto inserire 60 come fonte e sottrarre
10 dal risultato dell’esercizio e quindi dal flusso di liquidità
derivante dalla gestione reddituale
G.GHELFI
Il rendiconto finanziario Verde spa
delle variazioni di liquidità
A1
• c) TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO:
– L’incremento
c e e to netto
etto ammonta
a
o ta a 25,
5, dato da 30 ddi
accantonamento meno 5 di utilizzo. L’importo di 25 va ad
aumentare l’utile netto.
• d) DEBITI VERSO ALTRI ISTITUTI FINANZIARI:
– Nell’esercizio è stato assunto un mutuo passivo di 300, che
rappresenta una fonte di liquidità
G.GHELFI
7
Il rendiconto finanziario Verde spa
delle variazioni di liquidità
A1
• e) CREDITI VERSO CLIENTI:
– L’aumento dei crediti verso clienti, pari a 1.300, deve essere
sottratto all’utile netto, in quanto tale aumento rappresenta il
minor ammontare incassato dai clienti rispetto ai ricavi
accreditati per competenza al conto economico.
– Crediti 31/12/x: 400
– Crediti 31/12/x+1: 1.500 (p
(post svalutazione di 200))
– Variazione crediti:
• impiego di 1500+200 -400 = 1.300
• rettifica dell’utile netto = 200
G.GHELFI
Il rendiconto finanziario Verde spa
delle variazioni di liquidità
A1
• f) RATEI E RISCONTI ATTIVI:
– La diminuzione di 10 deve essere sommata all’utile
dell’esercizio: il decremento dei ratei attivi rappresenta infatti
l’eccedenza dei ricavi incassati rispetto a quelli imputati al
conto economico; il decremento dei risconti attivi, a sua volta,
rappresenta l’ammontare dei costi pagati in meno rispetto a
quelli addebitati al conto economico
• g) GIACENZE DI MAGAZZINO:
– L’aumento delle giacenze di magazzino, pari a 100, deve essere
sottratto dall’utile dell’esercizio, poiché deriva da un maggior
volume degli acquisti e/o della produzione rispetto alle vendite
G.GHELFI
8
Il rendiconto finanziario Verde spa
delle variazioni di liquidità
A1
• h) DEBITI V/FORNITORI PER FORNITURE
D’ESERCIZIO:
– l’aumento di 240 dei debiti per i fornitori va aggiunto al
risultato d’esercizio, in quanto non tutti gli acquisti effettuati
nell’esercizio sono stati pagati.
– Debiti al 31/12/x = 160
– Debiti al 31/12/x+1 = 400
– Acquisti esercizio = 420
– I pagamenti nell’esercizio ammontano pertanto a 420+160 - 400
= 180; l’effetto sulla liquidità è stato positivo.
G.GHELFI
Il rendiconto finanziario Verde spa
delle variazioni di liquidità
A1
• i) RATEI E RISCONTI PASSIVI:
– La diminuzione dei ratei e risconti passivi per 25 deve essere
dedotta dall’utile netto: il decremento dei ratei passivi, infatti,
rappresenta l’eccedenza delle spese pagate rispetto a quelle
addebitate al conto economico; la riduzione dei risconti passivi,
a sua volta, rappresenta l’ammontare dei ricavi incassati in
meno rispetto a quelli accreditati al conto economico
• l) DEBITI TRIBUTARI:
– L’aumento dei debiti tributari di 510 va aggiunto al risultato
dell’esercizio
G.GHELFI
9
Il rendiconto finanziario Verde spa
delle variazioni di liquidità
A1
• m) DEBITI V/FORNITORI PER IMMOBILIZZAZIONI
MATERIALI:
– L’aumento dei debiti verso fornitori di cespiti, per 125,
rappresenta una fonte di liquidità, perché significa che non tutti
gli acquisti di immobilizzazioni effettuati nell’esercizio sono
stati pagati
G.GHELFI
A1
Il rendiconto finanziario Verde spa
delle variazioni di liquidità
• Si evidenzia nella tab. 3.2 il rendiconto delle variazioni di
liquidità.
q
• La seconda parte risulta non compilata in quanto non
sussistono variazioni della situazione patrimoniale
finanziaria non connesse a variazioni di liquidità
• Mentre la tab. 3.2 fa riferimento al concetto di liquidità
i
intesa
come “cassa + banche
b h c/c
/ attivi
i i - banche
b h c/c
/
passivi”, (PPCC 2, IAS 7) la tab. 3.3 la limita alle poste
“cassa + banche c/c attivi” (PPCC12)
G.GHELFI
10
Liquidità = cassa + conti correnti bancari attivi - conti correnti bancari passivi
tab. 3.2 - VERDE Spa:
rendiconto finanziario per VARIAZIONI di liquidità
tab. 5.14 - VERDE Spa:
rendiconto finanziario per FLUSSI di liquidità
FONTI DI FINANZIAMENTO
Utile netto
rettifiche relative alle voci che non hanno
avuto effetto sulla liquidità:
- ammortamenti
- accantonamento al fondo sv.crediti
- plusvalenza da realizzo macchinari
- aumento crediti v/clienti
- diminuzione ratei e risconti attivi
- aumento giacenze di magazzino
- aumento deb.v/forn.per forniture d'esercizio
- diminuzione ratei e risconti passivi
- aumento debiti tributari
- trattamento di fine rapporto: accantonamento
- trattamento di fine rapporto: pagamento
Liquidità generata dalla gestione reddituale
Aumento debiti v/fornitori per immob.materiali
Mutui assunti nell'esercizio
Aumento capitale sociale
V dit macchinari
Vendita
hi i
TOTALE FONTI DI FINANZIAMENTO
GESTIONE REDDITUALE
a
550
b
e
b
e
f
g
h
i
l
c
c
150
200
-10
-1.300
10
-100
240
-25
510
30
-5
250
m
d
a
b
125
300
150
60
Utile netto
rettifiche relative alle voci che non hanno
avuto effetto sulla liquidità:
- ammortamenti
- accantonamento al fondo sv.crediti
- plusvalenza da realizzo macchinari
- aumento crediti v/clienti
- diminuzione ratei e risconti attivi
- aumento giacenze di magazzino
- aumento deb.v/forn.per forniture d'esercizio
- diminuzione ratei e risconti passivi
- aumento debiti tributari
- trattamento di fine rapporto: accantonamento
- trattamento di fine rapporto: pagamento
Liquidità generata dalla gestione reddituale
+FONTI - IMPIEGHI DI LIQUIDITA'
+LIQUIDITA' INIZIALE
=LIQUIDITA' FINALE
G.GHELFI
A2
550
b
e
b
e
f
g
h
i
l
c
c
150
200
-10
-1.300
10
-100
240
-25
510
30
-5
250
ATTIVITA' DI INVESTIMENTO/DISINVESTIMENTO
885
IMPIEGHI DI LIQUIDITA'
Acquisiti immobilizzazioni materiali
Pagamento dividendi
TOTALE IMPIEGHI DI LIQUIDITA'
a
Acquisiti immobilizzazioni materiali
b
Vendita macchinari
b
A
Aumento
t debiti
d biti v/fornitori
/f it i per iimmob.materiali
b
t i li
m
Liquidità generata dalla gestione degli investimenti
-750
60
125
-565
ATTIVITA' DI FINANZIAMENTO/RIMBORSO
b
a
750
185
935
-50
-50
-100
Mutui assunti nell'esercizio
Aumento capitale sociale
Pagamento dividendi
Liquidità generata dalla gestione finanziaria
+FONTI - IMPIEGHI DI LIQUIDITA'
+LIQUIDITA' INIZIALE
=LIQUIDITA' FINALE
d
a
a
300
150
-185
265
-50
-50
-100
Il rendiconto finanziario
dei flussi di liquidità
G.GHELFI
11
Il rendiconto finanziario
dei flussi di liquidità
A2
E' UN PROSPETTO CHE ESPONE I FLUSSI DI LIQUIDITÀ AVVENUTI
DURANTE L'ESERCIZIO CLASSIFICATI SECONDO LA TIPOLOGIA DI
ATTIVITÀ CHE LI HA GENERATI
GENERATI:
1.
ATTIVITÀ OPERATIVA (O D'ESERCIZIO, O REDDITUALE, O
CORRENTE): RAPPRESENTA LA PRINCIPALE ATTIVITÀ
GENERATRICE DI RICAVI E LE ALTRE ATTIVITÀ DI GESTIONE CHE
NON SONO DI INVESTIMENTO O FINANZIARIE;
2.
ATTIVITÀ D'INVESTIMENTO
D'INVESTIMENTO: COMPRENDE GLI ACQUISTI
Q
E LE
VENDITE DI IMMOBILIZZAZIONI E GLI ALTRI INVESTIMENTI NON
RIENTRANTI NELLE DISPONIBILITÀ LIQUIDE EQUIVALENTI;
3.
ATTIVITÀ FINANZIARIA:
FINANZIARIA COMPRENDE L'OTTENIMENTO E IL
RIMBORSO DI PRESTITI DA TERZI E LE OPERAZIONI RELATIVE AL
CAPITALE PROPRIO.
G.GHELFI
Il rendiconto finanziario
dei flussi di liquidità
A2
Verde spa
• Le operazioni di
– investimento
– finanziamento
che non danno luogo a movimenti finanziari devono
essere riportate in forma tabellare in calce al Rendiconto
Finanziario.
• tab. 5.14 RF flussi di liquidità (cassa e banche attive e
passive)
• tab. 5.15 RF flussi di liquidità (cassa e banche attive)
G.GHELFI
12
Liquidità = cassa + conti correnti bancari attivi - conti correnti bancari passivi
tab. 3.2 - VERDE Spa:
rendiconto finanziario per VARIAZIONI di liquidità
tab. 5.14 - VERDE Spa:
rendiconto finanziario per FLUSSI di liquidità
FONTI DI FINANZIAMENTO
Utile netto
rettifiche relative alle voci che non hanno
avuto effetto sulla liquidità:
- ammortamenti
- accantonamento al fondo sv.crediti
- plusvalenza da realizzo macchinari
- aumento crediti v/clienti
- diminuzione ratei e risconti attivi
- aumento giacenze di magazzino
- aumento deb.v/forn.per forniture d'esercizio
- diminuzione ratei e risconti passivi
- aumento debiti tributari
- trattamento di fine rapporto: accantonamento
- trattamento di fine rapporto: pagamento
Liquidità generata dalla gestione reddituale
Aumento debiti v/fornitori per immob.materiali
Mutui assunti nell'esercizio
Aumento capitale sociale
V dit macchinari
Vendita
hi i
TOTALE FONTI DI FINANZIAMENTO
GESTIONE REDDITUALE
a
550
b
e
b
e
f
g
h
i
l
c
c
150
200
-10
-1.300
10
-100
240
-25
510
30
-5
250
m
d
a
b
125
300
150
60
Utile netto
rettifiche relative alle voci che non hanno
avuto effetto sulla liquidità:
- ammortamenti
- accantonamento al fondo sv.crediti
- plusvalenza da realizzo macchinari
- aumento crediti v/clienti
- diminuzione ratei e risconti attivi
- aumento giacenze di magazzino
- aumento deb.v/forn.per forniture d'esercizio
- diminuzione ratei e risconti passivi
- aumento debiti tributari
- trattamento di fine rapporto: accantonamento
- trattamento di fine rapporto: pagamento
Liquidità generata dalla gestione reddituale
+FONTI - IMPIEGHI DI LIQUIDITA'
+LIQUIDITA' INIZIALE
=LIQUIDITA' FINALE
G.GHELFI
550
b
e
b
e
f
g
h
i
l
c
c
150
200
-10
-1.300
10
-100
240
-25
510
30
-5
250
ATTIVITA' DI INVESTIMENTO/DISINVESTIMENTO
885
IMPIEGHI DI LIQUIDITA'
Acquisiti immobilizzazioni materiali
Pagamento dividendi
TOTALE IMPIEGHI DI LIQUIDITA'
a
Acquisiti immobilizzazioni materiali
b
Vendita macchinari
b
A
Aumento
t debiti
d biti v/fornitori
/f it i per iimmob.materiali
b
t i li
m
Liquidità generata dalla gestione degli investimenti
-750
60
125
-565
ATTIVITA' DI FINANZIAMENTO/RIMBORSO
b
a
750
185
935
-50
-50
-100
Mutui assunti nell'esercizio
Aumento capitale sociale
Pagamento dividendi
Liquidità generata dalla gestione finanziaria
+FONTI - IMPIEGHI DI LIQUIDITA'
+LIQUIDITA' INIZIALE
=LIQUIDITA' FINALE
d
a
a
300
150
-185
265
-50
-50
-100
Il rend. finanz. dei flussi di liquidità.
A2
Problemi applicativi
La classificazione dei flussi finanziari secondo la tipologia di attività
che li ha generati presenta problemi applicativi relativamente ad alcune
vocii che
h di seguito
it sii considerano.
id
1. Gli utili e le perdite derivanti dalla vendita di immobilizzazioni
devono essere esclusi dall'attività operativa perché i flussi finanziari
relativi riguardano l'attività di investimento.
2. Gli interessi pagati e gli interessi e dividendi ricevuti possono essere
classificati
l ifi ti come flussi
fl i finanziari
fi
i i operativi
ti i perché
hé rientrano
i t
nella
ll
determinazione del risultato d'esercizio nell'ambito della gestione
reddituale; in alternativa, gli interessi pagati e gli interessi e i dividendi
riscossi possono essere classificati rispettivamente come flussi finanziari
dall'attività finanziaria e di investimento, perché essi sono costi originati
da finanziamenti ottenuti, ovvero ricavi da investimenti finanziari.
G.GHELFI
13
Il rend. finanz. dei flussi di liquidità.
A2
Problemi applicativi
3. I dividendi corrisposti possono essere classificati come flussi finanziari
dell’attività finanziaria perché riconducibili ai finanziamenti effettuati
dalla proprietà oppure,
oppure in alternativa,
alternativa possono essere rappresentati
nell’attività operativa per consentire agli utilizzatori di determinare la
capacità dell’impresa a corrispondere dividendi dai flussi finanziari
operativi.
In ogni caso, ciascuno dei flussi relativi ai dividendi ed interessi deve
essere esposto separatamente nell’ambito della categoria scelta e tale
classificazione
l ifi i
d
deve
essere mantenuta
t t nell tempo.
t
4. Le imposte sul reddito devono essere classificate come flussi finanziari
dell’attività operativa; tuttavia, quando i flussi finanziari delle imposte
sono identificabili (caso infrequente) con una specifica operazione della
gestione finanziaria o di investimento, ad essa vanno attribuiti.
G.GHELFI
A
La valenza conoscitiva dei
rendiconti finanziari di liquidità
G.GHELFI
14
La valenza conoscitiva dei
rendiconti finanziari di liquidità
A
Nuovi
fi
finanziamenti
i
ti
Disinvestimenti
GESTIONE
REDDITUALE
liquidità
Aumenti
di capitale a pag.
Rimborsi di
capitale e dividendi
G.GHELFI
A2
Investimenti
Rimborso di
finanziamenti
La valenza conoscitiva del RF
• Dall’esame della composizione delle fonti si può
comprendere se l’impresa è in grado di generare liquidità
e quali caratteristiche hanno tali fondi.
• Analizzando la composizione degli impieghi si individua
come sono state utilizzate le risorse finanziarie.
• Confrontando impieghi e fonti di liquidità si determina se
la scelta delle fonti delle entrate è risultata valida ed
adeguata rispetto alle uscite.
G.GHELFI
15
A2
La valenza conoscitiva del RF
• Si possono in sintesi formulare i seguenti giudizi:
– Se la gestione (reddituale) corrente genera liquidità, ne
deriva che l’impresa è tendenzialmente in grado di raggiungere
l’equilibrio finanziario con le sue sole forze; ciò significa anche
che, grazie alle fonti operative o interne, che producono
liquidità, l’impresa può diminuire il grado di indebitamento
verso terzi, quindi gli oneri finanziari, e può aumentare il suo
grado di autonomia. Il giudizio è essenzialmente positivo.
G.GHELFI
A2
La valenza conoscitiva del RF
– Se si ha prevalenza delle altre fonti di liquidità (derivanti
dall’attività di finanziamento e/o di disinvestimento) la
formulazione del giudizio diventa più complessa. Se si tratta di
fonti irripetibili, nel senso che sono fonti alle quali sarà difficile
poter ricorrere in futuro,
futuro il giudizio sarà senz
senz’altro
altro negativo,
negativo salvo
che l’impresa non stia attuando una politica di sviluppo (esistendo
una politica di forti investimenti si giustifica la necessità di
ricorrere a nuove fonti di liquidità di natura straordinaria
difficilmente ripetibili). In altri termini, se prevalgono le fonti
esterne di natura straordinaria, senza che ciò si accompagni a
fabbisogni monetari straordinari, significa che l’impresa ha
aumentato il capitale proprio e/o ha assunto nuovi finanziamenti
e/o ha effettuato disinvestimenti patrimoniali al fine di procurarsi
delle entrate che sono state utilizzate per far fronte a esigenze
gestionali di tipo ripetitivo. L’impresa non è in grado di generare
un’adeguata liquidità con la sola gestione reddituale e ciò comporta
l’esistenza di un serio rischio circa il manifestarsi, in futuro, di
crisi di liquidità.
G.GHELFI
16
A2
La valenza conoscitiva del RF
– Se prevalgono gli impieghi correnti ciò significa che la gestione
reddituale - anziché creare liquidità come sarebbe normale distrugge liquidità. La gestione reddituale consuma liquidità se i
pagamenti per i costi e per i debiti correnti superano gli incassi per
ricavi e crediti correnti. E’ una situazione patologica gravissima,
che non può non portare a conseguenze negative, se non viene
immediatamente ristabilito l’equilibrio monetario, e, a monte,
l’equilibrio economico. Infatti, il consumo di liquidità per effetto
della gestione reddituale non deriva di norma da una differente
politica perseguita negli incassi (decelerati) e nei pagamenti
(accelerati) ma da un’insufficienza dei ricavi che non riescono a
coprire neanche i costi monetari. La gravità dello squilibrio non si
manifesta subito sul piano monetario, tenuto presente che vi sono
normalmente molti costi che non danno luogo ad uscite monetarie
(ammortamenti, accantonamenti, ecc.)
G.GHELFI
La valenza conoscitiva del RF
A2
– Se predominano gli altri impieghi (impieghi in attività di
investimento oppure impieghi da ridimensionamento attività di
finanziamento > fonti da attività di esercizio) non vi sono di
norma pproblemi di liquidità.
q
• Gli investimenti in immobilizzazioni indicano l’esistenza di
una politica di sviluppo che può richiedere in futuro nuove
fonti.
• Il rimborso di fonti a medio-lungo termine, se è vero che
comporta una diminuzione di fondi e quindi di mezzi
monetari, è anche vero che implica degli effetti positivi
consistenti
i t ti nella
ll futura
f t
riduzione
id i
d i rimborsi
dei
i b i e degli
d li onerii
finanziari. E’ opportuno che solo in casi eccezionali si tratti di
rimborsi di capitale. L’unica avvertenza è quella di vigilare
affinché la sottrazione all’impresa di tali mezzi finanziari non
sia effettuata con finalità estranee alla stessa impresa.
G.GHELFI
17
tab. 2.2 - VERDE Spa:
Stato Patrimoniale riclassificato
secondo criterio finanziario liq./esigib.
ATTIVITA'
disponibilità liquide
crediti v/clienti a BT
ratei e risconti attivi
rimanenze
attività a breve
immobilizzazioni materiali
attività immobilizzate
TOTALE CAPITALE INVESTITO
31/12/X+1 31/12/X
250
100
1.500
400
10
20 700
600
2.460
1.120
1.250
700
1.250
700
3.710
1.820
var.
150
1.100
10
100
1.340
31/12/X+1 31/12/X
350
150
50
0
400
160
300
175
550
40
50
75
1.700
600
250
0
260
235
510
235
850
700
100
80
550
205
1.500
985
3.710
1.820
var.
200
50
240
125
510
-25
1.100
tab. 2.3 - VERDE Spa:
Conto Economico riclassificato a
valore aggiunto e m.o.l. al 31/12/x+1
Fatturato
Valore della produzione
Acquisti di materie prime e merci
Variazione rimanenze materie prime e merci
Valore aggiunto
Costi del personale
550
550
1.890
di cui Accantonamento TFR
PASSIVO
debiti v/banche a BT
quota corrente mutui passivi
debiti v/fornitori BT per forniture d'esercizio
debiti v/fornitori BT per forniture di immobilizzazioni
debiti tributari
ratei e risconti passivi
passività a breve
mutui passivi
debiti per TFR
passività a medio lungo termine
capitale sociale
riserve legale e statutarie
utile d'esercizio
patrimonio netto
TOTALE FINANZIAMENTI
SALDI AL 31/12/X
destinazione utile esercizio X:
- dividendi
- riserve
aumento di capitale sociale
utile netto esercizio X+1
SALDI AL 31/12/X+1
G.GHELFI
250
25
275
150
20
345
515
850
1.800
-150
-200
1.450
-310
1.140
-120
70
1.090
10
di cui Plusvalenza vendita macchinari
10
Risultato ante imposte
Oneri tributari
Risultato netto
1.890
totale
985
20
-185
-20
-185
0
100
550
550
150
550
1.500
150
30
Margine operativo lordo
Ammortamenti
Accantonamenti per svalutaz.crediti
Margine operativo netto
Oneri diversi
Risultato operativo
Oneri finanziari
Proventi finanziari
Risultato ante gestione straordinaria
Proventi straordinari
tab. 2.4 - VERDE Spa:
Prospetto variazioni conti di P.NETTO
capitale
utile
riserve
sociale
d'esercizio
700
80
205
2.500
2.500
-420
100
2.180
-380
1.100
-550
550
tab. 2.5 - VERDE Spa:
Dettaglio conti patrimoniali inseriti nelle immobilizzazioni
e nelle passività a medio-lungo termine
immobilizzazioni materiali (c.storico)
fondi ammortamento imm.materiali
mutui passivi
debiti per trattamento di fine rapporto
SALDO
INCREM.
31/12/X
1.000
750
300
150
SALDO
31/12/X+1
-100
1.650
-50
400
DECREM.
0
300
-50
250
235
30
-5
260
Liquidità = cassa + conti correnti bancari attivi - conti correnti bancari passivi
tab. 3.2 - VERDE Spa:
rendiconto finanziario per VARIAZIONI di liquidità
tab. 5.14 - VERDE Spa:
rendiconto finanziario per FLUSSI di liquidità
FONTI DI FINANZIAMENTO
Utile netto
rettifiche relative alle voci che non hanno
avuto effetto sulla liquidità:
- ammortamenti
- accantonamento al fondo sv.crediti
- plusvalenza da realizzo macchinari
- aumento crediti v/clienti
- diminuzione ratei e risconti attivi
- aumento giacenze di magazzino
- aumento deb.v/forn.per forniture d'esercizio
- diminuzione ratei e risconti passivi
- aumento debiti tributari
- trattamento di fine rapporto: accantonamento
- trattamento di fine rapporto: pagamento
Liquidità generata dalla gestione reddituale
Aumento debiti v/fornitori per immob.materiali
Mutui assunti nell'esercizio
Aumento capitale sociale
Vendita macchinari
TOTALE FONTI DI FINANZIAMENTO
GESTIONE REDDITUALE
a
550
b
e
b
e
f
g
h
i
l
c
c
150
200
-10
-1.300
10
-100
240
-25
510
30
-5
250
m
d
a
b
Utile netto
rettifiche relative alle voci che non hanno
avuto effetto sulla liquidità:
- ammortamenti
- accantonamento al fondo sv.crediti
- plusvalenza da realizzo macchinari
- aumento crediti v/clienti
- diminuzione ratei e risconti attivi
- aumento giacenze di magazzino
- aumento deb.v/forn.per forniture d'esercizio
- diminuzione ratei e risconti passivi
- aumento debiti tributari
- trattamento di fine rapporto: accantonamento
- trattamento di fine rapporto: pagamento
Liquidità generata dalla gestione reddituale
+FONTI - IMPIEGHI DI LIQUIDITA'
+LIQUIDITA' INIZIALE
=LIQUIDITA' FINALE
G.GHELFI
550
b
e
b
e
f
g
h
i
l
c
c
150
200
-10
-1.300
10
-100
240
-25
510
30
-5
250
ATTIVITA' DI INVESTIMENTO/DISINVESTIMENTO
125
300
150
60
885
IMPIEGHI DI LIQUIDITA'
Acquisiti immobilizzazioni materiali
Pagamento dividendi
TOTALE IMPIEGHI DI LIQUIDITA'
a
Acquisiti immobilizzazioni materiali
b
Vendita macchinari
b
Aumento debiti v/fornitori per immob.materiali
m
Liquidità generata dalla gestione degli investimenti
-750
60
125
-565
ATTIVITA' DI FINANZIAMENTO/RIMBORSO
b
a
750
185
935
-50
-50
-100
Mutui assunti nell'esercizio
Aumento capitale sociale
Pagamento dividendi
Liquidità generata dalla gestione finanziaria
+FONTI - IMPIEGHI DI LIQUIDITA'
+LIQUIDITA' INIZIALE
=LIQUIDITA' FINALE
d
a
a
300
150
-185
265
-50
-50
-100