Introduzione all’analisi di bilancio G.GHELFI Le analisi di bilancio - Introduzione • Oggetto di analisi • Prospettiva e scopo dell’analisi per l’analisi • Strumentazione p G.GHELFI 1 Le analisi di bilancio - Introduzione • Il BILANCIO è il logico punto di partenza per chiunque sia interessato a conoscere e a comprendere la dinamica della gestione aziendale; infatti, il bilancio è il documento contabile in cui trovano rappresentazione l’andamento della gestione passata e le condizioni di svolgimento di quella futura. Q Quantità tità flusso fl Quantità livello Conto Economico dell’Esercizio 2010 SP al 31/12/2009 Attivo Passivo Quantità livello SP al 31/12/2010 tempo Attivo Passivo Rendiconto Finanziario dell’Esercizio 2010 Quantità flusso • Con il termine di analisi di bilancio (financial statement analysis) sono in genere indicate tutte quelle tecniche di indagine effettuate per scopi conoscitivi della gestione aziendale ulteriori rispetto a quelli primari di determinazione del reddito e del capitale di funzionamento, assegnati dal Legislatore al Bilancio civilistico. G.GHELFI Le analisi di bilancio - Introduzione Quantità flusso Conto Economico dell’Esercizio 2010 Quantità livello Quantità livello SP al 31/12/2009 SP al 31/12/2010 tempo Attivo Passivo Attivo Passivo Rendiconto Finanziario dell’Esercizio 2010 Quantità flusso G.GHELFI 2 Le analisi di bilancio - Introduzione Quantità flusso Quantità flusso Conto Economico dell’Esercizio 2010 Conto Economico dell’Esercizio 2011 Quantità livello Quantità livello SP al 31/12/2009 SP al 31/12/2010 Quantità livello SP al 31/12/2011 tempo Attivo Passivo Attivo Passivo Attivo Passivo Rendiconto Finanziario dell’Esercizio 2010 Rendiconto Finanziario dell’Esercizio 2011 Quantità flusso Quantità flusso G.GHELFI Le analisi di bilancio - Introduzione • Consistono in una tecnica di confronto di dati tratti da più bilanci di esercizio e comparati nel tempo (per la stessa impresa) o nello spazio p (per imprese (p p diverse)) p per cui,, entro certi limiti,, risulta possibile studiare aspetti della gestione aziendale complementari a quelli espressi dalla misura del reddito di esercizio e del capitale di funzionamento. In base al momento di osservazione: • Analisi prospettiche • Analisi consuntive In base all’osservatore: a osse ato e • Analisi interne • Analisi esterne Differente bacino di informazioni Tutte le configurazioni di capitale-valore presuppongono inevitabilmente un’ottica prospettica G.GHELFI 3 Le analisi di bilancio - Introduzione In base al momento di osservazione: • Analisi prospettiche • Analisi consuntive In base all’osservatore: • Analisi interne • Analisi esterne Differente bacino di informazioni G.GHELFI La genesi del bilancio civilistico: dal sistema degli accadimenti al sistema dei valori. G.GHELFI 4 L’impresa L’impresa INPUT OUTPUT G.GHELFI L’impresa e il suo ambiente GIMONDI biciclette Spa INPUT OUTPUT G.GHELFI 5 L’impresa è economica se produce ricchezza netta. Come monitorare tale processo? V FATTORI PRODUTTIVI V A L O R E K Capitale tecnico INPUT L Produzione Consumo TRASFORMAZ. ECONOMICA: - fisico/tecnica - spaziale - temporale Acquisizione Forza lavoro FATTORI PRODUTTIVI COMBINATI CessioneOUTPUT A L O “BENI ECONOMICI” • Beni fisici R • merci • prod.finiti • Servizi L’Attività economica è l’attività di produzione di beni economici (merci, prodotti finiti, servizi) tramite il consumo di altri beni economici (merci, prodotti, servizi) E G.GHELFI Il risultato economico dell’esercizio - VALORE INPUT = + VALORE OUTPUT Esercizio Input UTILE Output G.GHELFI 6 L’economicità: efficienza & efficacia Efficienza (Input / Output) INPUT OUTPUT Azienda Fattori produttivi Consumatori Prodotti e Servizi Trasformazione Soddisfazione bisogni Efficacia (Output/obb.) Economicità (Input / Obb.) Processo di creazione di ricchezza G.GHELFI La riclassificazione del bilancio (CE) Input N E G O Z I A Z I O N E T R A S F O R M A Z . N E G O Z I A Z I O N E Output CONTO ECONOMICO EX ART. 2425 C.C. A) VALORE DELLA PRODUZIONE B) COSTI DELLA PRODUZIONE ___________________________________ DIFFERENZA (A -B) C) PROVENTI E ONERI FINANZIARI D) RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITA’ FINANZIARIE E) PROVENTI E ONERI STRAORDINARI ___________________________________ RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE 22) IMPOSTE SUL REDDITO DI ESERCIZIO ___________________________________ UTILE (PERDITA) DELL’ESERCIZIO G.GHELFI 7 ATTIVITA’ .. . PASSIVO . CLIENTI . PROD.FINITI, ecc. . FORNITORI . IMPIANTI . DIPEND. C/RETR. . q.amm. I N P U T dei Beni a lento ciclo di utilizzo COSTI d’esercizio . .Q.AMM. IMPIANTI . M.PRIME C/RIM/FIN. . M.P. C/ACQ. • Beni a veloce ciclo di utilizzo • Servizi • Lavoro RICAVI d’esercizio . SERVIZI . LAVORO T R A S. PROD.FINITI C/RIM/FIN. F O R M . PROD.FINITI C/VEND. A Z . OUTPUT G.GHELFI Fattori prod. in attesa di attivazione ATTIVITA’ .. . . Fattori prod. Attivati e non ancora consumati PASSIVO PROD.FINITI, ecc. . FORNITORI . IMPIANTI . DIPEND. C/RETR. COSTI d’esercizio . I N P U T . CLIENTI RICAVI d’esercizio .Q.AMM. IMPIANTI . M.PRIME C/RIM/FIN. . M.P. C/ACQ. Fattori pprod. consumati ti . . SERVIZI LAVORO T R A S. PROD.FINITI C/RIM/FIN. F O R M . PROD.FINITI C/VEND. A Z . Fattori prod. combinati invenduti OUTPUT Fattori prod. combinati venduti G.GHELFI 8 Condizioni produttive attive Condizioni produttive passive Gravami verso terzi (debiti, passività finanziarie f.di rischi ed oneri, mag.passivo) Fattori produttivi in attesa di attivazione (diritti di credito e assimilati, assimilati, attività finanziarie) finanziarie) Fattori produttivi consumati: (- trasformati - persi ) Gravami verso gli apportatori di capitale di rischio ( - capitale sociale, - riserve - utili di esercizi preced.a nuovo - utile dell’esercizio ) Trasformaz. \ Condizioni produttive consumate PAS SSIVO Fattori produttivi attivati, ancora da consumare ( - fatt. prod. im/materiali durevoli (VNC) - magazzino di beni - magazzino di servizi ) PASSIVITA’ Gravami su specifici beni e diritti dell’impresa (f.di amm.to, f.di sval., f.di obsol.) Fattori produttivi prodotti: ( - venduti - invenduti invenduti)) Condizioni produttive ottenute (trasferite) G.GHELFI I sottosistemi contabili del sistema informativo aziendale INPUT CO.GE. OUTPUT CO.AN. Ci concentriamo sulla Contabilità Generale (CO.GE.) G.GHELFI 9 a) Le informazioni sui processi di scambio con terze economie • Il primo gruppo di informazioni sorge lungo i perimetri esterni del modello in precedenza proposto e permette di valutare sinteticamente il risultato generale dei processi di scambio posti in essere dall’impresa; in prima approssimazione, – se il valore totale delle condizioni produttive acquisite dall dall’azienda azienda risulta inferiore al valore totale dei beni e servizi da essa venduti, l’andamento economico della combinazione produttiva è da valutarsi positivamente; – negativamente in caso contrario. G.GHELFI CO.GE. b) Le informazioni sulle modalità di svolgimento della combinazione produttiva • Il secondo gruppo di informazioni, che sorgono nella fase di svolgimento l i t della d ll combinazione bi i produttiva, d tti serve invece i a comprendere le condizioni di efficienza o inefficienza con cui vengono utilizzate le risorse immesse nel ciclo produttivo. Attraverso di esse è possibile aggregare i costi sostenuti in relazione a molteplici oggetti di riferimento, e quindi pervenire al calcolo: – del costo dei singoli beni o servizi prodotti, prodotti – del costo delle diverse unità organizzative in cui si articola l’azienda, – del costo di particolari fasi del processo produttivo, e così via. G.GHELFI CO.AN. 10 L’evoluzione degli output del sistema amministrativo • • • • Contabilità generale – CO.GE. Contabilità industriale – CO.I. Contabilità dei costi – CO.CO. Contabilità analitica – CO.AN. G.GHELFI α A S i s t e m i Sistema di gestione INPUT 1 Sistema amministrativo B Sistema di a amministrazione e controllo z i e pro-2 Sistema di pro grammazione e contr. n Sistema d 3 informativo a C Sistema l organizzativo i D Sistema SottoSotto..del personale, debito, credito, sistemi magazzino, contratti, inform. immobilizzaz., banche, ecc.) Co. Bilancio, Inventari, dich.redd. Gener. OUTPUT Co Co. Magazzino Ind.le Co.dei Pricing Costi Centri di responsabilità Commesse Co. Analit. Attività Prodotti / brand Canali/mercati C / e c Contr. Econ., Monet. e Patrimon. Flussi di informazioni Sistema delle previsioni az.li (bdg) Sistema di reporting Raccolta Elaborazione Distribuzione della qualità 11 Input e Output della Contabilità Generale I N T E R P R E T A Z I O N E …della realtà, cioè del... sistema i t degli d li accadimenti di ti … che è l’input della ... contabilità … il cui output è il ... sistema dei valori (bilancio) … che è oggetto di ... OUTPUT CO.GE. = PROSPETTI DI SINTESI DEL BILANCIO G.GHELFI Ottiche di valutazione e limiti per le analisi di bilancio. G.GHELFI 12 Ottiche di valutazione & analisi di bilancio • Logica civilistica • Per la redazione del bilancio civilistico • Logica economico-aziendale • Per le analisi di bilancio e la valutazione dell’impresa • Logica fiscale • Per la determinazione del reddito imponibile ai fini delle imposte dirette sul reddito G.GHELFI Ottiche di valutazione & analisi di bilancio Es.: I ricavi di vendita • Es. Fatturazione vendita di merci per € 1.000 + iva al 30/12/x (individuazione e spedizione), con traslazione rischi al 2/1/x+1. Al 10/1/x+1 Nota di credito per reso/abbuono su vendite per € 50 + iva. • Logica civilistica: ricavo di competenza = € 0 – al 30/12: registrazione ricavo di vendita – al 31/12: storno ricavo e registrazione anticipo (ricavi di vendita a anticipi da clienti ) – al 1/1: (riapertura conti) - storno anticipo (anticipi da clienti a ricavi di vendita) – a gennaio - rettifica del ricavo e del credito v/cliente per reso/abbuono • Logica economico-aziendale: ricavo di competenza = € 950 • Logica fiscale: ricavo imponibile = € 1.000 G.GHELFI 13 Ottiche di valutazione & analisi di bilancio Es.: I cespiti • Es.1 Attrezzatura utilizzata più intensamente rispetto a quanto previsto dal legislatore fiscale. • Es.2 Impianto completamente ammortizzato riveniente da una operazione di fusione per incorporazione con imputazione del disavanzo in neutralità fiscale. Valore civilistico diverso dal Valore fiscale entrambi potrebbero inoltre differire dal Valore economico-aziendale G.GHELFI Ottiche di valutazione & analisi di bilancio Dati e informazioni “Dati” & “Informazioni” Informazioni G.GHELFI 14 Il bilancio civilistico: alcuni limiti Clausola Generale: (chiarezza, rappresentazione veritiera e corretta - 2423 c.c.) Postulati o Principi generali di bilancio (competenza economica, economica prudenza prudenza, continuità continuità, realizzazione,, realizzazione valutazione separata, costanza criteri valutativi, ecc. - 2423 bis) Principi particolari o applicati o Criteri specifici di valutazione (2426 c.c.) Fonti normative indirette: i principi contabili GERARCHIA Fonti normative dirette: il Codice Civile P i i i Contabili Principi C t bili Nazionali N i li (OIC) FUNZIONE INTERPRETATIVA E INTEGRATIVA Principi Contabili Internazionali (IAS-IFRS) FUNZIONE INTERPRETATIVA E INTEGRATIVA BILANCIO G.GHELFI Il bilancio civilistico: alcuni limiti La normativa 1. Il bilancio civilistico rappresenta un documento consuntivo, mentre spesso si è interessati a prevedere quello che accadrà nell’ambito nell ambito dell dell’azienda azienda. Spesso limitato peso alle previsioni 2. Lo stato patrimoniale civilistico non riporta il valore di mercato di molte attività (in ossequio al principio del costo). Non ancora FV 3. Esiste una certa discrezionalità, potendo rilevare le transazioni in modi alternativi (nella valutazione delle rimanenze e del costo del venduto, ad esempio, l’azienda può scegliere tra il metodo FIFO il LIFO ed il metodo del costo medio …). FIFO, ) Differenti metodi 4. Il bilancio civilistico italiano non prevede l’inserimento obbligatorio di importanti documenti complementari quali gli schemi di Stato Patrimoniale e Conto Economico riclassificati ed il rendiconto finanziario, che i principi contabili considearano obbligatorio salvo che per le imprese di minori dimensioni. G.GHELFI 15 Il bilancio civilistico: alcuni limiti La prassi contabile • Crediti o cambiali commerciali smobilizzati prima della naturale scadenza Neutralizzare • Emolumenti “dividendo” (specie per imprese di piccole dimensioni, nelle quali proprietà e management tendono a coincidere) Depurare • Leasing finanziario (metodo c.d. “patrimoniale”) Depurare G.GHELFI Il bilancio civilistico: alcuni limiti Caso Leasing finanziario stipula 01/01/2001 Leasing fin.: canone annuale antic (1/1) € 16.000 durata (anni) 9 vita utile (anni) 12 riscatto (1/1) € 5.000 gennaio anno canone riscatto valore per il 1 € 16.000 0 € 89.000 2 € 16.000 0 3 € 16.000 0 4 € 16.000 0 5 € 16.000 0 6 € 16.000 0 7 € 16.000 0 8 € 16.000 0 9 € 16.000 € 5.000 10 0 11 0 12 0 VITA UTILE = 12 ANNI fine anno att. fine anno att. fine anno att. fine anno att. fine anno att. fine anno att. fine anno att. fine anno att. fine anno att. totale flussi 1 -€ 73.000 - 84.078 1 € 16.000 16.000 0 € 16.000 13.892 -1 € 16.000 12.062 -2 € 16.000 10.472 -3 € 16.000 9.092 -4 € 16.000 7.894 -5 € 16.000 6.854 -6 € 21.000 7.811 -7 0 -8 0 0 -9 0 0 -10 15,18% 0 1 DEBITO 1/1 89.000 16000 RIMBORSO 1/1 - 16.000 FINANZ. 1/1-31/12 73.000 INTERESSI MATURATI 11.078 DEBITO 31/12 84.078 v.attuale 73.000 84.078 2 3 4 5 9 2 24.445 3 28.155 4 32.428 5 37.349 6 43.016 7 49.544 8 16.000 0 18.428 1 21.225 2 24.445 3 28.155 4 32.428 5 37.349 6 43.016 7 13.892 -1 16.000 0 18.428 1 21.225 2 24.445 3 28.155 4 32.428 5 37.349 6 12.062 -2 13.892 -1 16.000 0 18.428 1 21.225 2 24.445 3 28.155 4 32.428 5 10.472 -3 12.062 -2 13.892 -1 16.000 0 18.428 1 21.225 2 24.445 3 28.155 4 9.092 -4 10.472 -3 12.062 -2 13.892 -1 16.000 0 18.428 1 21.225 2 24.445 3 7.894 -5 9.092 -4 10.472 -3 12.062 -2 13.892 -1 16.000 0 18.428 1 21.225 2 8.996 -6 10.362 -5 11.934 -4 13.745 -3 15.831 -2 18.233 -1 21.000 0 24.187 1 - -7 - -6 - -5 - -4 - -3 - -2 - -1 - 0 0 -9 0 2 - -7 0 -8 0 3 - 0 -6 0 -7 0 4 0 -5 0 -4 0 -6 - 0 5 6 - 196.263 9 8 - 260.349 21.225 0 5 - 170.403 8 1 -8 4 - 147.951 7 2 - 111.532 18.428 0 3 - 128.458 6 96.837 0 -5 - 0 6 - 7 - 226.046 0 -3 0 -4 0 7 0 -2 0 -1 0 -3 - 0 8 0 -2 - 0 9 84.078 78.409 71.880 64.360 55.698 45.723 34.233 21.000 - 16.000 - 16.000 - 16.000 - 16.000 - 16.000 - 16.000 - 16.000 - 21.000 68.078 62.409 55.880 48.360 39.698 29.723 18.233 0 10.331 9.471 8.480 7.339 6.024 4.510 2.767 0 78.409 71.880 64.360 55.698 45.723 34.233 21.000 0 78.409 71.880 64.360 55.698 45.723 34.233 21.000 - G.GHELFI 16 Il bilancio civilistico: alcuni limiti Caso leasing finanziario vnc cespiti Metodo patrimoniale ANNO 1 cespite 31/12/2001 a debiti v/soc.leas. canoni leasing a banca amm.to cespite a interessi passivi a 2 deb.v/leas impatto impatto su ris.es. cumulato - - 16.000 16.000 f.do amm.to cespite - - debiti v/soc.leas. - - 16.000 16.000 - - - 16.000 - 16.000 - - - 16.000 - 32.000 - - - 16.000 - 48.000 31/12/2002 canoni leasing a banca amm.to cespite a f.do amm.to cespite - - interessi passivi a debiti v/soc.leas. - - 16.000 16.000 3 31/12/2003 canoni leasing a banca amm.to cespite a f.do amm.to cespite - - interessi passivi a debiti v/soc.leas. - - G.GHELFI Il bilancio civilistico: alcuni limiti Caso leasing finanziario vnc cespiti Metodo patrimoniale ANNO 4 canoni leasing 31/12/2004 a banca amm.to t cespite it a interessi passivi a 5 deb.v/leas impatto impatto su ris.es. cumulato 16.000 16.000 f d amm.to f.do t cespite it - - debiti v/soc.leas. - - 16.000 16.000 - - - 16.000 - 64.000 - - - 16.000 - 80.000 - - - 16.000 - 96.000 31/12/2005 canoni leasing a banca amm.to cespite a f.do amm.to cespite - - interessi passivi a debiti v/soc.leas. - - 16.000 16.000 6 31/12/2006 canoni leasing a banca amm.to cespite a f.do amm.to cespite - - interessi passivi a debiti v/soc.leas. - - G.GHELFI 17 Il bilancio civilistico: alcuni limiti Caso leasing finanziario vnc cespiti Metodo patrimoniale ANNO 7 canoni leasing 31/12/2007 a banca amm.to cespite a interessi passivi a 8 deb.v/leas impatto impatto su ris.es. cumulato 16.000 16.000 f.do amm.to cespite - - debiti v/soc.leas. - - 16.000 16.000 - - - 16.000 - 112.000 - - - 16.000 - 128.000 5.000 - - 16.000 - 144.000 31/12/2008 canoni leasing a banca amm.to cespite a f.do amm.to cespite - - interessi passivi a debiti v/soc.leas. - - 9 31/12/2009 cespite a banca 5.000 5.000 canoni leasing a banca 16.000 16.000 amm.to cespite a f.do amm.to cespite - - interessi passivi a debiti v/soc.leas. - - Stop contratto di leasing G.GHELFI Il bilancio civilistico: alcuni limiti Caso leasing finanziario vnc cespiti Metodo patrimoniale ANNO 10 canoni leasing 31/12/2010 a banca amm.to cespite a f.do amm.to cespite interessi passivi a 11 deb.v/leas impatto impatto su ris.es. cumulato - - 1.667 1.667 debiti v/soc.leas. - - - - 1.667 1.667 3.333 - - 1.667 - 145.667 1.667 - - 1.667 - 147.333 - - - 1.667 - 149.000 31/12/2011 canoni leasing a banca amm.to cespite a f.do amm.to cespite interessi passivi a debiti v/soc.leas. - - - - 1.667 1.667 - - 12 31/12/2012 canoni leasing a banca amm.to cespite a f.do amm.to cespite interessi passivi a debiti v/soc.leas. Stop vita utile cespite G.GHELFI 18 Il bilancio civilistico: alcuni limiti vnc cespiti Metodo finanziario ANNO 1 cespite deb.v/leas impatto impatto su ris.es. cumulato 31/12/2001 a debiti v/soc.leas. 89.000 89.000 debiti v/soc v/soc.leas. leas a banca 16 000 16.000 16 000 16.000 amm.to cespite a f.do amm.to cespite 7.417 7.417 interessi passivi a debiti v/soc.leas. 11.078 11.078 16.000 16.000 7.417 7.417 2 Caso leasing finanziario 81.583 84.078 - 18.495 - 18.495 74 167 74.167 78 409 - 17.748 78.409 17 748 - 36 242 36.242 66.750 71.880 - 16.887 - 53.130 31/12/2002 debiti v/soc.leas. a banca amm.to cespite a f.do amm.to cespite interessi passivi a debiti v/soc v/soc.leas. leas 10 331 10.331 10 331 10.331 16.000 16.000 3 31/12/2003 debiti v/soc.leas. a banca amm.to cespite a f.do amm.to cespite 7.417 7.417 interessi passivi a debiti v/soc.leas. 9.471 9.471 G.GHELFI Il bilancio civilistico: alcuni limiti vnc cespiti Metodo finanziario ANNO 4 debiti v/soc.leas. deb.v/leas impatto impatto su ris.es. cumulato 31/12/2004 a banca amm.to cespite a interessi passivi a 5 Caso leasing finanziario 16.000 16.000 f.do amm.to cespite 7.417 7.417 debiti v/soc.leas. 8.480 8.480 16.000 16.000 59.333 64.360 - 15.897 - 69.026 51.917 55.698 - 14.755 - 83.782 44.500 45.723 - 13.441 - 97.223 31/12/2005 debiti v/soc.leas. a banca amm.to cespite a f.do amm.to cespite 7.417 7.417 interessi passivi a debiti v/soc.leas. 7.339 7.339 16.000 16.000 6 31/12/2006 debiti v/soc.leas. a banca amm.to cespite a f.do amm.to cespite 7.417 7.417 interessi passivi a debiti v/soc.leas. 6.024 6.024 G.GHELFI 19 Il bilancio civilistico: alcuni limiti Caso leasing finanziario vnc cespiti Metodo finanziario ANNO 7 debiti v/soc.leas. 31/12/2007 a banca amm.to cespite a interessi passivi a 8 deb.v/leas impatto impatto su ris.es. cumulato 16.000 16.000 f.do amm.to cespite 7.417 7.417 debiti v/soc.leas. 4.510 4.510 16.000 16.000 37.083 34.233 - 11.927 - 109.150 29.667 21.000 - 10.184 - 119.333 31/12/2008 debiti v/soc.leas. a banca amm.to cespite a f.do amm.to cespite 7.417 7.417 interessi passivi a debiti v/soc.leas. 2.767 2.767 21.000 21.000 7.417 7.417 - - 9 31/12/2009 debiti v/soc.leas. a banca amm.to cespite a f.do amm.to cespite interessi passivi a debiti v/soc.leas. 22.250 0 - 7.417 - 126.750 Stop contratto di leasing G.GHELFI Il bilancio civilistico: alcuni limiti Caso leasing finanziario vnc cespiti Metodo finanziario ANNO 10 debiti v/soc.leas. 31/12/2010 a banca amm.to cespite a f.do amm.to cespite interessi passivi a 11 deb.v/leas impatto impatto su ris.es. cumulato - - 7.417 7.417 debiti v/soc.leas. - - - - 7.417 7.417 14.833 0 - 7.417 - 134.167 7.417 0 - 7.417 - 141.583 0 0 - 7.417 - 149.000 31/12/2011 debiti v/soc.leas. a banca amm.to cespite a f.do amm.to cespite interessi passivi a debiti v/soc.leas. - - - - 7.417 7.417 - - 12 31/12/2012 debiti v/soc.leas. a banca amm.to cespite a f.do amm.to cespite interessi passivi a debiti v/soc.leas. - Stop vita utile cespite G.GHELFI 20 Il bilancio civilistico: alcuni limiti Metodo finanziario vnc deb.v/leas impatto impatto cespiti su ris.es. cumulato Caso leasing finanziario Metodo patrimoniale vnc deb.v/leas impatto impatto cespiti su ris.es. cumulato ANNO 1 Da patr. a finanziario vnc deb.v/leas impatto impatto cespiti su ris.es. cumulato DELTA DELTA DELTA DELTA 81.583 84.078 - 18.495 - 18.495 - - - 16.000 - 16.000 81.583 84.078 - 2.495 - 2.495 74.167 78.409 - 17.748 - 36.242 - - - 16.000 - 32.000 74.167 78.409 - 1.748 - 4.242 66.750 71.880 - 16.887 - 53.130 - - - 16.000 - 48.000 66.750 71.880 - 887 - 5.130 59.333 64.360 - 15.897 - 69.026 - - - 16.000 - 64.000 59.333 64.360 103 - 5.026 51.917 55.698 - 14.755 - 83.782 - - - 16.000 - 80.000 51.917 55.698 1.245 - 3.782 44.500 45.723 - 13.441 - 97.223 - - - 16.000 - 96.000 44.500 45.723 2.559 - 1.223 37.083 34.233 - 11.927 - 109.150 - - - 16.000 - 112.000 37.083 34.233 4.073 2.850 29.667 21.000 - 10.184 - 119.333 - - - 16.000 - 128.000 29.667 21.000 5.816 8.667 5.000 - - 16.000 - 144.000 17.250 0 8.583 17.250 2 3 4 5 6 7 8 9 22.250 0 - 7.417 - 126.750 Stop contratto di leasing G.GHELFI Il bilancio civilistico: alcuni limiti Metodo finanziario vnc deb.v/leas impatto impatto cespiti su ris.es. cumulato Caso leasing finanziario Metodo patrimoniale vnc deb.v/leas impatto impatto cespiti su ris.es. cumulato ANNO 10 Da patr. a finanziario vnc deb.v/leas impatto impatto cespiti su ris.es. cumulato DELTA DELTA DELTA DELTA 14.833 0 - 7.417 - 134.167 3.333 - - 1.667 - 145.667 11.500 0 - 5.750 11.500 7.417 0 - 7.417 - 141.583 1.667 - - 1.667 - 147.333 5.750 0 - 5.750 5.750 0 0 - 7.417 - 149.000 - - - 1.667 - 149.000 0 0 - 5.750 - 11 12 - - Stop vita utile cespite G.GHELFI 21 Il bilancio civilistico: alcuni eventuali limiti Le politiche di bilancio • Le politiche di bilancio sono finalizzate a: – – – – – ridurre artificiosamente il reddito imponibile aumentare artificiosamente il patrimonio netto stabilizzare nel tempo i risultati d’esercizio autofinanziarsi in modo non palese presentare ai finanziatori una struttura migliore • Esse incidono sulle risultanze del bilancio con le seguenti differenti modalità: – mancata svalutazione di determinate poste dell’attivo (omittendo) Cfr es – rivalutazione di determinate p poste dell’attivo o capitalizzazione p di costi non giustificabile civilisticamente (committendo) Cfr es – valorizzazione del magazzino o predisposizione di non coerenti piani di ammortamento di determinati cespiti (estimando) Tali politiche, in ogni caso, ledono le caratteristiche di OBIETTIVITA’, CORRETTEZZA E ATTENDIBILITA’ DELL’INFORMAZIONE G.GHELFI Il bilancio civilistico: alcuni eventuali limiti Le politiche di bilancio: es. mancata svalutazione • La mancata svalutazione: la violazione del postulato della prudenza: • Valore CREDITI = valore di presumibile realizzo • Valore MAGAZZINO = min (costo effettivo pieno ind.le + oneri finanziari; valore di realizzo) • valore di realizzo per materie prime = costo di sostituzione • valore di realizzo per semilavorati e prodotti finiti = valore netto di realizzo • Valore CESPITI = min (costo-f.amm. ; valore recuperabile) • valore recuperabile = max (valore netto di realizzo; valore in uso) G.GHELFI 22 Il bilancio civilistico: alcuni eventuali limiti OIC 16 Tratto dal documento OIC 16 – Le immobilizzazioni materiali G.GHELFI Il bilancio civilistico: alcuni eventuali limiti Le politiche di bilancio: es. capitalizzazioni ingiustificate • Le IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI rappresentano pp un insieme di voci disomogenee su cui spesso si concentrano le politiche di bilancio. • Gli analisti finanziari, per contrastare tali comportamenti, spesso adottano comportamenti eccessivamente prudenziali, annullando tali immobilizzazioni e rettificando, Con corrispondentemente, il PN. (P P.N. rettificato, o “tangibile” “tangibile”). conseguenze anche sul CE E’ un comportamento p che p potrebbe essere scorretto,, dato che,, spesso, il vantaggio competitivo trova evidenza proprio negli INTANGIBLE ASSETS. • Nei paesi anglosassoni si esclude spesso la natura caratteristica delle quote di ammortamento delle immobilizzazioni immateriali. G.GHELFI 23 Il bilancio civilistico: alcuni eventuali limiti Le voci interessate dalle politiche di bilancio: • • • • • • Magazzino Crediti, anche per imposte anticipate Crediti Cespiti Fondi del passivo Fondi rettificativi ecc. • In sintesi,, sostanzialmente tutte le voci di bilancio potrebbero essere oggetto di “politiche”, contrarie ai principi contabili ---> problemi per confronti “spaziali”. • L’abilità dell’analista consiste nell’individuazione tempestiva e con sufficiente approssimazione delle voci incise da tali tecniche e per quale ammontare. G.GHELFI Le conseguenze delle politiche di bilancio: Il reato di false comunicazioni sociali (art. 26212621-2622 c.c.) • • • Gli amministratori, i direttori generali, i dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, i sindaci e i liquidatori, i quali… ...con l’intenzione di ingannare i soci o il pubblico e al fine di conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto... ...nei bilanci, nelle relazioni o nelle altre comunicazioni sociali previste dalla legge, dirette ai soci o al pubblico (ciò comporta l’esclusione dalla fattispecie in discussione delle comunicazioni interorganiche - quelle cioè che tra diversi organi della società - e le comunicazioni con unico destinatario, pubblico o privato che sia)... • ...espongono fatti materiali non rispondenti al vero ancorché oggetto di valutazioni ovvero omettono informazioni - la cui comunicazione è imposta dalla legge - sulla situazione economica, patrimoniale o finanziaria della società o del gruppo al quale appartiene, appartiene Art. 2621 c.c. in modo idoneo ad indurre in errore i destinatari della predetta situazione, situazione sono puniti con l’arresto fino a 2 anni, Art. 2622 c.c. R=P I cagionando un danno patrimoniale alla società, ai soci o ai creditori, sono puniti, a querela della persona offesa, con la reclusione da 6 mesi a 3 anni, • salvo il mancato superamento della soglia di non punibilità G.GHELFI 24 Le conseguenze delle politiche di bilancio: Il reato di false comunicazioni sociali (art. 26212621-2622 c.c.) • La punibilità è esclusa qualora la "falsità” o le “omissioni”: – non comportino una "alterazione sensibile della situazione economica, patrimoniale o finanziaria della società o del gruppo a cui essa appartiene"; – o se determinino una variazione del risultato economico di esercizio, al lordo delle imposte, non superiore al 5% o una variazione del patrimonio netto non superiore all’1%; – o se il fatto risulta conseguenza di una valutazione estimativa che, singolarmente considerata, differisce in misura non superiore al 10% rispetto a quella corretta. G.GHELFI Il disinquinamento fiscale G.GHELFI 25 Il bilancio civilistico: Il disinquinamento fiscale • La Riforma del diritto societario (D.Lgs. N. 6/2003) ha introdotto l’obbligo di redigere il Bilancio d’Esercizio esclusivamente sulla base delle disposizioni p del C.C. e dei PPCC,, eliminando dunque q q qualsiasi p possibilità di interferenza di natura tributaria. • Pertanto, con riferimento alle imprese aventi periodo di imposta coincidente con l’anno solare, a partire dal Bilancio d’Esercizio al 31/12/2004 non si dovrebbe più porre alcun problema di “inquinamento fiscale”. Tuttavia, è opportuno considerare che l’analista esterno si p può trovare nella condizione di dover confrontare Bilanci sicuramente disinquinati (2004 e successivi) con altri che, invece, potrebbero essere stati redatti anche in conformità di specifiche norme esclusivamente fiscali (2003 e precedenti). • Problemi per confronti sia spaziali che temporali G.GHELFI Il bilancio civilistico: Il disinquinamento fiscale G.GHELFI 26 Il bilancio civilistico: Il disinquinamento fiscale • La NI del Bilancio al 31/12/2004 deve, dunque, necessariamente contenere tutte le informazioni utili o individuare eventuali politiche di Bilancio operate nel corso dei precedenti periodi amministrativi, che permetteranno all all’analista analista di effettuare gli opportuni aggiustamenti preliminari. Si deve comunque osservare che la prassi consolidata delle società è sempre stata quella di giustificare anche civilisticamente dei meri valori fiscali. Basti pensare al trattamento riservato agli ammortamenti delle immobilizzazioni, frequentemente imputati a CE per il massimo valore deducibile fiscalmente, ma presentati in Nota Integrativa sotto un profilo esclusivamente civilistico. • Tale diffuso orientamento impedisce p dunque q all’analista esterno di determinare i reali effetti delle interferenze fiscali sui Bilanci di precedenti Esercizi, rivelandosi controproducente per l’impresa stessa, in quanto un Bilancio depurato degli effetti fiscali presenta degli indicatori economicofinanziari certamente migliori rispetto ad uno influenzato da interferenze di natura esclusivamente tributaria. G.GHELFI Il riporto delle perdite fiscali e le imposte anticipate G.GHELFI 27 Il bilancio civilistico: I riflessi civilistici delle perdite fiscali • Le perdite di impresa in contabilità ordinaria sono compensabili nei successivi 5 periodi di imposta e per l’intero importo che trova capienza nel reddito imponibile. • Il limite temporale dei 5 anni deriva dall’esigenza di dare certezza al rapporto tra Amm.Finanziaria e contribuente. • L’art. 84, c.2, TUIR dispone che le perdite realizzate nei primi 3 periodi di imposta possono essere riportate “senza alcun limite di tempo” (disposizione di natura agevolativa) • il D.L. 223/2006 ha modificato l’art. 84,, pprevedendo che: – i primi 3 periodi di imposta decorrono dalla “data di costituzione” e non quindi dalla data, magari posteriore, di inizio dell’attività – il diritto all’illimitata riportabilità è subordinato al fatto che si riferiscano ad una “nuova attività produttiva” (start-up); se invece l’attività produttiva altro non è che la prosecuzione di quella svolta in precedenza dal dante causa (refreshing), tale diritto viene meno. G.GHELFI Il bilancio civilistico: sintesi dei limiti 1. Limitato peso all’aspetto previsionale, specie sotto il profilo qualitativo / strategico 2. Postulato del costo storico 3. Metodi alternativi di valutazione 4. Assenza dell’esplicita previsione normativa del rendiconto finanziario e riclassificati “gestionali” 5. Prassi contabile 6. Politiche di bilancio 7. Interferenze fiscali G.GHELFI 28 Input e Output della Contabilità Generale I N T E R P R E T A Z I O N E …della realtà, cioè del... sistema i t d deglili accadimenti di ti … che è l’input della ... Influenzata da… contabilità • • • • Postulato del “costo” Prassi contabile Politiche di bilancio Interferenze fiscali … il cui output è il ... sistema dei valori (bilancio di verifica) … che è oggetto di ... “riclassificazioni” e “rivalutazioni/disinquinamenti” al fine della corretta ….. G.GHELFI Il bilancio civilistico: Il grado di attendibilità del Bilancio e la normalizzazione dei valori L’analista deve esprimere preventivamente un giudizio circa il grado di attendibilità del Bilancio e, quindi, degli aggregati che lo compongono. Incidono sull’attendibilità del bilancio: a) la presenza di valori stimati e congetturati, congetturati oltre a quelli certi (bil.a (bil a strutt.logica) b) la presenza di componenti straordinari di reddito/componenti ordinari (discrezionalità, dettaglio in NI) c) l’adozione di politiche di Bilancio e relative “interferenze fiscali” d) le politiche “intercompany” (nei gruppi di imprese) e) eventuali modifiche dei criteri di valutazione nel tempo L’analista, ’ l prima di d passare all’analisi ll’ l dell’azienda, d ll’ d procede d come segue: • determinazione delle voci o delle aree soggette ad “inquinamento” contabile, fiscale, da politiche di bilancio e motivazioni sottostanti • quantificazione dell’ammontare degli aggiustamenti da applicare per rendere i dati analizzabili • ricostruzione dei dati depurati G.GHELFI 29 Le analisi di bilancio • La forma, la struttura e i contenuti dei prospetti di Stato Patrimoniale e di Conto Economico variano ancora da Paese a Paese • L’Italia ha recepito con D.Lgs. 127/1991 la IV direttiva Cee tesa all’armonizzazione dei conti annuali, ulteriormente modificata con la Riforma del diritto societario (D.Lgs. 6/2003). • L’interpretazione del bilancio non è però ancora agevole e completa anche se una attenta lettura dei documenti completa, costitutivi il Bilancio o posti a corredo dello stesso, ove correttamente ed esaustivamente redatti, possono desumersi alcune significative informazioni ai fini dell’analisi conoscitiva. G.GHELFI Le analisi di bilancio & il Bilancio d’Esercizio • Il Bilancio di Esercizio si compone dei seguenti documenti ai sensi dell’art. 2423 c.c.: – Stato patrimoniale (art. (art 2424 c.c.) cc) – Conto Economico (art. 2425 c.c.) – Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) • Esso è corredato da: – Relazione dell’Organo Amministrativo sulla Gestione (art. 2428 c.c.) – Relazione dei Sindaci (art. 2429 c.c.) – Relazione sul bilancio del soggetto incaricato del controllo contabile (art. 2409-ter c.c.) – Altre Relazioni eventualmente previste per particolari società (es. Relazione di certificazione, Prospetti finanziari, ecc.) G.GHELFI 30 La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) OIC n. 12 “… la funzione della nota integrativa dei dati presentati nello stato patrimoniale e nel conto economico economico, che per loro natura sono sintetici e quantitativi, è quella di fornire informazioni integrative, esplicative e, ove necessario, complementari”. G.GHELFI La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) La nota integrativa ha la funzione di integrare le informazioni fornite dallo stato patrimoniale e dal conto economico illustrando i dati quantitativi contenuti nei due conti di sintesi c.d. “simbolici”. simbolici . G.GHELFI 31 La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) Codice civile (post D.Lgs. Lgs. n.173 del 3 novembre 2008) 2008) Art.. 2427 c.c.- Contenuto della nota integrativa Art integrativa.. La nota integrativa deve indicare, oltre a quanto stabilito da altre disposizioni disposizioni:: 1) i criteri applicati nella valutazione delle voci del bilancio, nelle rettifiche di valore e nella conversione dei valori non espressi all'origine in moneta avente corso legale nello Stato; Stato; 2) i movimenti delle immobilizzazioni, specificando per ciascuna voce: voce: il costo costo;; le precedenti rivalutazioni, ammortamenti e svalutazioni; svalutazioni; le acquisizioni, gli spostamenti da una ad altra voce, le alienazioni avvenuti nell'esercizio; nell'esercizio ll' i i ; le l rivalutazioni, i l i i gli li ammortamentii e le l svalutazioni l i i effettuati ff i nell'esercizio;; il totale delle rivalutazioni riguardanti le immobilizzazioni esistenti nell'esercizio alla chiusura dell'esercizio dell'esercizio;; 3) la composizione delle voci: voci: "costi di impianto e di ampliamento" e: "costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicita', nonche' le ragioni della iscrizione ed i rispettivi criteri di ammortamento ammortamento;; G.GHELFI La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) 3-bis) la misura e le motivazioni delle riduzioni di valore applicate alle immobilizzazioni materiali e immateriali, facendo a tal fine esplicito riferimento al loro concorso alla futura produzione di risultati economici, alla loro prevedibile durata utile e, e per quanto rilevante, rilevante al loro valore di mercato, segnalando altresì le differenze rispetto a quelle operate negli esercizi precedenti ed evidenziando la loro influenza sui risultati economici dell'esercizio dell'esercizio;; 4) le variazioni intervenute nella consistenza delle altre voci dell'attivo e del passivo passivo;; in particolare, per le voci del patrimonio netto, per i fondi e per il trattamento di fine rapporto, la formazione e le utilizzazioni;; utilizzazioni 5) l'elenco delle partecipazioni, possedute direttamente o per tramite di società fiduciaria o per interposta persona, in imprese controllate e collegate, indicando per ciascuna la denominazione, la sede, il capitale, l'importo del patrimonio netto, l'utile o la perdita dell'ultimo esercizio, la quota posseduta e il valore attribuito in bilancio o il corrispondente credito;; credito G.GHELFI 32 La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) 6) distintamente per ciascuna voce, l'ammontare dei crediti e dei debiti di durata residua superiore a cinque anni, e dei debiti assistiti da garanzie i reali li su beni b i sociali, i li con specifica ifi i di i indicazione d ll natura della t d ll delle garanzie e con specifica ripartizione secondo le aree geografiche; geografiche; 6-bis) eventuali effetti significativi delle variazioni nei cambi valutari verificatesi successivamente alla chiusura dell'esercizio dell'esercizio;; 6-ter) distintamente per ciascuna voce, l'ammontare dei crediti e dei debiti relativi ad operazioni che prevedono l'obbligo per l'acquirente di retrocessione a termine; termine; 7) la l composizione i i d ll delle vocii "ratei " i e risconti i i attivi" i i" e "ratei " i e risconti passivi" e della voce "altri fondi" dello stato patrimoniale, quando il loro ammontare sia apprezzabile, nonche' la composizione della voce "altre riserve"; riserve"; G.GHELFI La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) 7-bis) le voci di patrimonio netto devono essere analiticamente indicate, con specificazione in appositi prospetti della loro origine, possibilità di utilizzazione e distribuibilità, nonché della loro avvenuta utilizzazione nei precedenti esercizi esercizi;; 8) l'ammontare degli oneri finanziari imputati nell'esercizio ai valori iscritti nell'attivo dello stato patrimoniale, distintamente per ogni voce voce;; 9) gli impegni non risultanti dallo stato patrimoniale; patrimoniale; le notizie sulla composizione e natura di tali impegni e dei conti d'ordine, la cui conoscenza sia utile per valutare la situazione patrimoniale e finanziaria della società, specificando quelli relativi a imprese controllate, collegate controllanti e a imprese sottoposte al controllo di queste ultime collegate, ultime;; 10)) se significativa, la ripartizione dei ricavi delle vendite e delle 10 prestazioni secondo categorie di attività e secondo aree geografiche; geografiche; 11)) l'ammontare dei proventi da partecipazioni, indicati nell'articolo 11 2425,, numero 15), 2425 15), diversi dai dividendi; dividendi; G.GHELFI 33 La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) 12)) 12 la suddivisione degli interessi ed altri oneri finanziari, indicati nell'articolo 2425, 2425, n. 17), 17), relativi a prestiti obbligazionari, a debiti verso banche, e altri; altri; 13)) la 13 l composizione i i d ll delle voci: vocii: "proventi " ti straordinari" t di i" e: "oneri " i straordinari" del conto economico, quando il loro ammontare sia apprezzabile; apprezzabile; 14)) 14 un apposito prospetto contenente: contenente: a) la descrizione delle differenze temporanee che hanno comportato la rilevazione di imposte differite e anticipate, specificando l'aliquota applicata e le variazioni rispetto all'esercizio precedente, gli importi accreditati o addebitati a conto economico oppure a patrimonio netto, le voci escluse dal computo e le relative motivazioni;; motivazioni b) l'ammontare delle imposte anticipate contabilizzato in bilancio attinenti a perdite dell'esercizio o di esercizi precedenti e le motivazioni dell'iscrizione, l'ammontare non ancora contabilizzato e le motivazioni della mancata iscrizione; iscrizione; 15)) il numero medio dei dipendenti, ripartito per categoria 15 categoria;; G.GHELFI La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) 16)) l'ammontare dei compensi spettanti agli amministratori ed ai sindaci, 16 cumulativamente per ciascuna categoria; categoria; 16--bis) salvo che la società sia inclusa in un ambito di consolidamento e le 16 informazioni i f i i siano i contenute t t nella ll nota t integrativa i t ti d l relativo del l ti bil i bilancio consolidato, l’importo totale dei corrispettivi spettanti al revisore legale o alla società di revisione legale per la revisione legale dei conti annuali, l’importo totale dei corrispettivi di competenza per gli altri servizi di verifica svolti, l’importo totale dei corrispettivi di competenza per i servizi di consulenza fiscale e l’importo totale dei corrispettivi di competenza per altri servizi diversi dalla revisione contabile;; contabile 17)) il numero e il valore nominale di ciascuna categoria di azioni della 17 società e il numero e il valore nominale delle nuove azioni della società sottoscritte durante l'esercizio l'esercizio;; 18)) le azioni di godimento, le obbligazioni convertibili in azioni e i 18 titoli o valori simili emessi dalla società, specificando il loro numero e i diritti che essi attribuiscono; attribuiscono; G.GHELFI 34 La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) 19)) 19 il numero e le caratteristiche degli altri strumenti finanziari emessi dalla società, con l'indicazione dei diritti patrimoniali e partecipativi che conferiscono e delle principali caratteristiche delle operazioni relative relative;; 19--bis) i finanziamenti effettuati dai soci alla società, ripartiti per 19 scadenze e con la separata indicazione di quelli con clausola di postergazione rispetto agli altri creditori; creditori; 20)) i dati richiesti dal terzo comma dell'articolo 2447 20 2447--septies con riferimento ai patrimoni destinati ad uno specifico affare ai sensi della lettera a) del primo comma dell'articolo 24472447-bis bis;; G.GHELFI La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) 21) i dati richiesti dall'articolo 244721) 2447-decies, ottavo comma; comma; 22)) 22 le operazioni di locazione finanziaria che comportano il trasferimento al locatario della parte prevalente dei rischi e dei benefici i inerenti ti aii beni b i che h ne costituiscono tit i oggetto, tt sulla ll base b di un apposito it prospetto dal quale risulti il valore attuale delle rate di canone non scadute quale determinato utilizzando tassi di interesse pari all'onere finanziario effettivo inerenti i singoli contratti, l'onere finanziario effettivo attribuibile ad essi e riferibile all'esercizio, l'ammontare complessivo al quale i beni oggetto di locazione sarebbero stati iscritti alla data di chiusura dell'esercizio qualora fossero stati considerati immobilizzazioni,, con separata p indicazione di ammortamenti,, rettifiche e riprese di valore che sarebbero stati inerenti all'esercizio all'esercizio;; G.GHELFI 35 La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) 22--bis) 22 le operazioni realizzate con parti correlate, precisando ll'importo importo, la natura del rapporto e ogni altra informazione necessaria per la comprensione del bilancio relativa a tali operazioni, qualora le stesse siano rilevanti e non siano state concluse a normali condizioni di mercato mercato.. Le informazioni relative alle singole operazioni possono essere aggregate secondo la loro natura, salvo quando la loro separata evidenziazione sia necessaria per comprendere gli effetti delle operazioni medesime sulla situazione patrimoniale e finanziaria e sul risultato economico della società;; società G.GHELFI La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) 22--ter) la natura e l'obiettivo economico di accordi non risultanti dallo 22 stato patrimoniale, con indicazione del loro effetto patrimoniale, finanziario ed economico, a condizione che i rischi e i benefici da essi derivanti siano significativi e ll'indicazione indicazione degli stessi sia necessaria per valutare la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico della società. società. Ai fini dell'applicazione del primo comma, numeri 2222-bis) e 2222-ter), e degli articoli 24272427-bis e 2428, 2428, terzo comma, numero 6-bis), per le definizioni di "strumento finanziario", "strumento finanziario derivato", "fair value", value", "parte correlata" e "modello e tecnica di valutazione ggeneralmente accettato" si fa riferimento ai pprincipi p contabili internazionali adottati dall'Unione europea europea.. G.GHELFI 36 La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) La Nota I ntegr a tiva ex a r t. 2427 c.c. Il requisito della chiarezza investe anche la Nota Integrativa, fondamentale documento descrittivo ed esplicativo anch’esso rigidamente disciplinato dal Legislatore civilistico. La n o ta in te gr ativ a deve contenere alc une informazioni obbligatorie, previste innanzitutto dall’art. 2427 c.c. In relazione ad ogni punto esaminato, si riporta eventualmente la possibilità di omettere l’informativa richiesta, limitatamente alle imprese ammesse alla redazione del Bilancio in forma abbreviata ex art. 2435 -bis Codice civile. Nota I n tegr a tiva : le in for ma zion i min ima li obbliga tor ie ex a r t. 1. CRITERI DI VALUTAZIONE (ex. art. 2426 Codice Civile) APPLICATI ALLE VOCI DI BILANCIO, ALLE RETTIFICHE DI VALORE E NELLA CONVERSI ONE DEI VALORI NON ESPRESSI ALL’ORIGINE IN EURO. 2427 c.c. 2. IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI, MATERIALI E FINANZIARIE: MOVIMENTI. (facoltativo nel bilancio in forma abbreviata) 3. COSTI DI IMPIANTO, E DI AMPLIAMENTO, COSTI DI RICERCA, DI SVILUPPO E DI PUBBLICITA’: COMPOSIZIONE, RAGIONE DELL’ISCRIZIONE E CRITERI DI AMMORTAMENTO. (facoltativo nel bilancio in forma abbreviata) 3-bis. IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI E IMMATERIALI: MISURA E MOTIVAZIONE DELLE RIDUZIONI DI VALORE. 4. ALTRE POSTE PATRIMONIALI: VARIAZIONI. 5. ELENCO DELLE PARTECIPAZIONI IN IMPRESE CONTROLLATE E COLLEGATE. 6. CREDITI E DEBITI DI DURATA RESIDUA SUPERIORE AI 5 ANNI E DEBITI ASSISTITI DA GARANZIE REALI. (da riportare complessivamente nel bilancio in forma abbreviata) G.GHELFI La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) Segue... 6-BIS. CAMBI VALUTARI. EVENTUALI VARIAZIONI POSTERIORI ALLA CHIUSURA DELL’ESERCIZIO ED EFFETTI SIGNIFICATIVI. 6-TER. OPERAZIONI “PRONTI CONTRO TERMINE”. 7 RATEI E RISCONTI – ALTRE RISERVE ED ALTRI FONDI. 7. FONDI (facoltativo nel bilancio in forma abbreviata) 7-BIS. VOCI DI PATRIMONIO NETTO. ORIGINE, DINAMICA DELL’ULTIMO TRIENNIO, DISPONIBILITA’ E DISTRIBUIBILITA’. 8. ONERI FINANZIARI PATRIMONIALIZZATI. 9. IMPEGNI E CONTI D’ORDINE. (facoltativo nel bilancio in forma abbreviata) 10. RICAVI DELLE VENDITE E DELLE PRESTAZIONI. RIPARTIZIONE PER CATEGORIE DI ATTIVITA’ E PER AREE GEOGRAFICHE. (facoltativo nel bilancio in forma abbreviata) 11. PROVENTI DA PARTECIPAZIONI DIVERSI DAI DIVIDENDI EX ART. 2425 N. 15, C.C. 12. INTERESSI ED ALTRI ONERI FINANZIARI. (facoltativo nel bilancio in forma abbreviata) 13. PROVENTI ED ONERI STRAORDINARI. (facoltativo nel bilancio in forma abbreviata) G.GHELFI 37 La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) 14. IMPOSTE ANTICIPATE E D Segue... IFFERITE. (facoltativo nel bilancio in forma abbreviata) 15. NUMERO MEDIO DEI DIPENDENTI. (facoltativo nel bilancio in forma abbreviata) 16. COMPENSI SPETTANTI AGLI AMMINISTRATORI E AI SINDACI. (facoltativo nel (f bilancio in forma abbreviata) 16-bis. CORRISPETTIVI AI REVISORI PER L’ATTIVITA’ DI REVISIONE E ALTRO. 17. CATEG ORIE DI AZIONI ESISTENTI E NUOVE SOTTOSCRIZIONI EX ART. 2425, N.17, C.C. (facoltativo nel bilancio in forma abbreviata) 18. AZIONI DI GODIMENTO – OBBLIGAZIONI. 19. ALTRI STRUMENTI FINANZIARI. 19 BIS FINANZIAMENTI DA SOCI 19-BIS. SOCI. 20. PATRIMONI DESTINATI E X ART. 2447 -SEPTIES C.C. 21. FINANZIAMENTI DESTINATI EX ART. 2447 -DECIES C.C. 22. LOCAZIONE FINANZIARIA NON OPERATIVA. G.GHELFI La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) Segue... Segue... 22 - BIS OPERAZIONI REALIZZATE CON PARTI CORRELATE. Nel bilancio in forma abbreviata le societa' possono limitare l'informativa richiesta ai sensi dell'articolo 2427, primo comma, numero 22-bis, alle operazioni realizzate direttamente o indirettamente con i loro maggiori azionisti ed a quelle con i membri degli organi di amministrazione e controllo, nonche' limitare alla natura e all'obiettivo economico le informazioni richieste ai sensi dell'articolo 2427, primo comma, numero 22-ter". 22 -TER. ACCORDI NON RISULTANTI DALLO STATO PATRIMONIALE. G.GHELFI 38 La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) N o ta I n te g r a tiv a : le in f o r m a z io n i L a n o t a in t e g r a t iv a d e v e r ip o r t a r e u n a s e r ie d i u l t e r io r i in f o r m a z io n i m in im a l i p r e v is t e d a a lt r i a r t ic o l i d i le g g e , s in t e t iz z a t e m in im a li n e l l ’ e le n c o c h e s e g u e . o b b lig a to rie a i s e n s i d i a ltr i a r tic o li d e l C o d ic e c iv ile I . P A R T E C IP A Z I O N I C H E C O M P O R T A N O U N A R E S P O N S A B IL IT A ’ IL L IM IT A T A P E R L E O B B L I G A Z IO N I D E L L E M E D E S I M E E X A R T . 2 3 6 1 C .C . I I. I IN F O R M A T I V A C O M P L E M E N T A R E E X A R T . 2 4 2 3 C . C . I II . D IS A P P L I C A Z IO N E D I D IS P O S IZ IO N I C O N T E N U T E N E G L I A R T T . 2 4 2 3 - B IS SS. PER I N C O M P A T I B I L IT A ’ C O N LA R A P P R E S E N T A Z I O N E V E R I T IE R A E C O R R E T T A I N C A S I E C C E Z IO N A L I E X A R T . 2 4 2 3 - B IS C . C . I V . D E R O G H E A L P R I N C I P I O D I C O S T A N Z A D E I C R I T E R I D I V A L U T A Z IO N E I N C A S I E C C E Z IO N A L I E X A R T . 2 4 2 3 - B I S C . C . V . R A G G R U P P A M E N T O D I V O C I E X A R T . 2 4 2 3 -T E R C .C . V I. C O M P A R A B IL IT A ’ , A G G IU N T E E A D A T T A M E N T O D I V O C I E X . A R T . 2 4 2 3 - T E R C . C . V II . A P P A R T E N E N Z A D I E L E M E N T I D E L L ’ A T T I V O O D E L P A S S IV O A P IU ’ V O C I P A T R I M O N I A L I E X . A R T . 2 4 2 4 C . C . V II I. M O D I F I C H E D E I C R I T E R I D I A M M O R T A M E N T O E D E I C O E F F I C IE N T I A P P L I C A T I E X . A R T . 2 4 2 6 , C . 1 , P U N T O 2 ) , C . C . I X . C O N F R O N T O T R A L A V A L U T A Z IO N E D E L L E P A R T E C I P A Z IO N I D I C O N T R O L L O O D I C O L L E G A M E N T O E IL V A L O R E D E L P A T R IM O N I O N E T T O C O R R I S P O N D E N T E E X . A R T . 2 4 2 6 , C . 1 , P U N T O 3 ) , C . C . X . P R IM A I S C R I Z I O N E D E L L E P A R T E C IP A Z IO N I S E C O N D O IL M E T O D O D E L P A T R IM O N I O N E T T O E X . A R T . 2 4 2 6 , C . 1 , P U N T O 4 ), C .C . X I. A V V IA M E N T O D I D U R A T A S U P E R I O R E A 5 A N N I E X . A R T . 2 4 2 6 , C . 1 , P U N T O 6 ) , C . C . X II . C O S T O C O R R E N T E D E L L E R I M A N E N Z E D I B E N I F U N G I B I L I . R IS E R V E L A T E N T I A P P R E Z Z A B I L I E X . A R T . 2 4 2 6 , C . 1 , P U N T O 1 0 ), C .C . ( fa c o lt a t iv o n e l b ila n c io in fo r m a a b b r e v ia ta ) X II I . B IL A N C I I N F A S E D I L I Q U ID A Z I O N E E X . A R T . 2 4 9 0 C . C . X IV . D A T I E S S E N Z I A L I D E L L A S O C I E T A ’ O E N T E C H E E S E R C IT A A T T IV IT A ’ D I D IR E Z IO N E E C O O R D IN A M E N T O E X A R T . 2 4 9 7 - B IS C . C . X V . P R I M O B IL A N C I O P O S T - F U S I O N E E X A R T . 2 5 0 4 - B I S C . C . I M P U T A Z I O N E D E L L A D I F F E R E N Z A D I F U S I O N E . X V I. I N F O R M A T IV A S O S T IT U T IV A D E L L A R E L A Z IO N E S U L L A G E S T I O N E E X A R T . 2 4 2 8 , C . 2 , P U N T I 3 ) E 4 ) , C . C . ( s e r ic o r r o n o i r e q u isit i p e r la r e d a z io n e d e l b ila n c io in f o r m a a b b r e v ia ta e x a r t. 2 4 3 5 -b is c .c .) G.GHELFI La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) Nota Integrativa: le informazioni •RENDICONTO FINANZIARIO AI SENSI DEL PRINCIPIO CONTABILE OIC N. 12 minimali obbligatorie ai EX. ART ART. 6 6, PUNTO 1 6, 6 L L. 388/2000 •INVESTIMENTI AMBIENTALI EX sensi di altre fonti normative del Bilancio Nota Integrativa: L’ultima parte della Nota Integrativa può contenere informazioni “supplementari”, cioè informazioni non le strettamente necessarie per fornire al lettore una rappresentazione veritiera e corretta. informazioni supplementari Tale informativa risulta comunque assoggettata alla clausola generale della chiarezza, in virtù della quale devono essere confinate in un’apposita sezione della Nota Integrativa, che diversamente risulterebbe appesantita. Risulta infatti indispensabile che il lettore possa individuare agevolmente all’interno della Nota Integrativa l’informazione obbligatoria ricercata senza dover “ricomporre” dati sparsi o intervallati da informativa supplementare, non pertinente. G.GHELFI 39 La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) • L’art. 2427 c.c.: – evidenzia in modo esplicito ll’obbligo obbligo di redazione del Prospetto delle componenti del Patrimonio netto e delle relative variazioni (sia nel bilancio ordinario che abbrev.) – non evidenzia in modo esplicito l’obbligo di redazione del Rendiconto Finanziario (RF) • IIn Italia It li la l redazione d i d l RF è raccomandata del d t dai d i PPCC nazionali. i li L’entrata in vigore degli IAS/IFRS (limitatamente alle società quotate, istituti di credito e compagnie assicurative), ha comportato l’obbligo alla pubblicazione del rendiconto finanziario (IAS 7) nel bilancio Consolidato (dal 2005) e d’Esercizio (dal 2006) G.GHELFI La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità • In attuazione di una specifica Direttiva comunitaria, a decorrere dal bilancio riferito all’esercizio avente inizio dopo p il 20.11.2008 sono state previste nuove informazioni da fornire nella Nota integrativa relativamente alle operazioni realizzate dalla società con le c.d. parti correlate (tra cui rientrano, gli amministratori, i dirigenti, i familiari stretti dei predetti soggetti, ecc.), qualora le stesse risultino significative e non siano effettuate a normali condizioni di mercato. G.GHELFI 40 La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità Parti correlate Accordi fuori bilancio • I nuovi nn. 22-bis e 22-ter del comma 1 dell’art. 2427, C.c., introdotti dal citato Decreto, prevedono la necessità di fornire nella Nota integrativa le informazioni relative: – alle parti correlate; – alla natura e all’obiettivo economico di accordi non risultanti dallo Stato patrimoniale. • Le medesime informazioni richieste dai predetti nn. 22-bis e 22-ter devono essere fornite anche dalle società che redigono il bilancio consolidato. G.GHELFI La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità Parti correlate • INFORMAZIONI RELATIVE ALLE PARTI CORRELATE L’introduzione della nuova disposizione che richiede di indicare nella Nota integrativa le informazioni relative alle c.d. c d parti correlate, ossia alle operazioni intervenute, tra l’altro, con i dirigenti, i familiari (coniuge, figli, ecc.) degli amministratori e dei dirigenti, è giustificata dalla necessità di uniformare il contenuto della Nota integrativa di tutte le società di capitali a quello dei soggetti tenuti ad applicare i principi contabili internazionali ((IAS), ), g già obbligati g a tale adempimento. p • Ciò in quanto, come precisato nella citata Direttiva n. 2006/46/CE, “l’informativa sulle operazioni … con parti correlate … può aiutare gli utenti dei conti annuali a valutare lo stato patrimoniale di una società nonché quello del gruppo al quale essa eventualmente appartiene”. G.GHELFI 41 La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità Parti correlate • La definizione di “parte correlata” è contenuta nel Principio contabile internazionale IAS n. 24, secondo il quale una parte è correlata l t alla ll società i tà se: • a) direttamente o indirettamente, attraverso uno o più intermediari: – controlla la società, ne è controllata, oppure è soggetta al controllo congiunto (ivi incluse le società controllanti, le controllate e le consociate) – detiene una partecipazione nella società tale da poter esercitare un'influenza notevole su quest'ultima – controlla congiuntamente la società • b) la parte è una società collegata • c) la parte è una joint venture in cui la società è una partecipante G.GHELFI La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità Parti correlate • d) la parte è uno dei dirigenti, con responsabilità strategiche, della società o la sua controllante • e)) la parte p è uno stretto familiare di uno dei soggetti gg di cui alle predette lett. a) o d). (Per familiari stretti si intendono i figli, il convivente, i figli del convivente nonché le persone a carico del soggetto o del convivente) • f) la parte è una società controllata, controllata congiuntamente o soggetta ad influenza notevole da uno dei soggetti di cui alle lett. d) o e), ovvero tali soggetti detengono, direttamente o indirettamente, una quota significativa di diritti di voto • g) la parte è un fondo pensionistico per i dipendenti della società, o di una qualsiasi altra entità ad essa correlata G.GHELFI 42 La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità Parti correlate • Non rappresentano necessariamente parti correlate: – due società, per il solo fatto di avere in comune un amministratore i i t t o un altro lt di i dirigente t con responsabilità bilità strategiche; – due società partecipanti, per il solo fatto di detenere il controllo congiunto in una joint venture; – finanziatori, sindacati, imprese di pubblici servizi, agenzie e dipartimenti pubblici solo in ragione dei normali rapporti d'affari con la società (sebbene essi possano circoscrivere la libertà di azione della società o partecipare al suo processo decisionale); – singoli clienti, fornitori, franchisor, distributori o agenti generali con i quali la società effettua un rilevante volume di affari, unicamente in ragione della dipendenza economica che ne deriva. G.GHELFI La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità Parti correlate • Le informazioni richieste: • Con riguardo alle parti correlate, nella Nota integrativa vanno indicati: – l’importo, ossia l’ammontare dell’operazione intervenuta; – la natura del rapporto (ad esempio, se trattasi di acquisto, vendita, locazione); – ogni altra informazione necessaria per la comprensione del bilancio (ad esempio, condizioni previste, garanzie richieste / ricevute). • L’obbligo di riportare le informazioni in esame sussiste soltanto se l’operazione: – è rilevante; – non è stata effettuata alle normali condizioni di mercato. G.GHELFI 43 La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità Parti correlate • Secondo quanto affermato nella Relazione illustrativa al D.Lgs. n. 173/2008 per normali condizioni di mercato non dovrebbero intendersi solo quelle attinenti al prezzo dell’operazione ma anche alle motivazioni che hanno condotto alla decisione di porre in essere l’operazione e a concluderla con parti correlate anziché con terzi. • I dati possono essere aggregati, salvo che la loro separata indicazione sia necessaria per comprendere gli effetti delle predette operazioni sulla situazione patrimoniale e finanziaria e sul risultato economico della società. G.GHELFI La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità Accordi fuori bilancio • INFORMAZIONI RELATIVE AGLI ACCORDI NON RISULTANTI DALLO STATO PATRIMONIALE • Con riguardo agli accordi non risultanti dallo Stato patrimoniale (c.d. fuori bilancio), nella Nota integrativa è necessario indicarne l’effetto patrimoniale, finanziario ed economico, sempreché: – i rischi ed i benefici da essi derivanti siano significativi; – la loro indicazione sia necessaria al fine di valutare la situazione patrimoniale, finanziaria e il risultato economico della società. G.GHELFI 44 La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità Accordi fuori bilancio • Secondo quanto precisato nella Relazione al D.Lgs. n. 173/2008 in esame: • “gli gli accordi fuori bilancio possono essere associati alla creazione o all’uso di una o più società veicolo (Special purpose entities «SPE») e attività off-shore destinate a perseguire tra l’altro obiettivi economici, legali, fiscali o contabili. • Esempi di tali accordi comprendono disposizioni per la ripartizione dei rischi e dei benefici od obblighi derivanti da un contratto quale il debt factoring, disposizioni “take or pay”, titolarizzazione convenuta tramite società distinte ed entità non registrate, beni impegnati, disposizioni di leasing operativo, outsourcing ed altre operazioni analoghe”. • Come accennato, le informazioni sugli accordi vanno riportate soltanto se i relativi rischi e benefici sono significativi. G.GHELFI La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità Accordi fuori bilancio • La significatività va valutata sulla base di quanto affermato dai Principi contabili internazionali secondo cui “per essere utile, un’informazione deve essere significativa per le esigenze utile informative connesse al processo decisionale degli utilizzatori. L’informazione è qualitativamente significativa quando è in grado di influenzare le decisioni economiche degli utilizzatori aiutandoli a valutare gli eventi passati, presenti o futuri oppure confermando o correggendo valutazioni da essi effettuate precedentemente”. G.GHELFI 45 La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità Accordi fuori bilancio • Per le società che redigono il bilancio in forma abbreviata, le predette informazioni possono essere limitate rispettivamente: – alle operazioni realizzate direttamente o indirettamente con i maggiori azionisti e con i membri degli organi di amministrazione e controllo; – alla natura e all’obiettivo economico relativamente agli accordi non risultanti dallo Stato patrimoniale, senza necessità ità di ulteriori lt i i specificazioni. ifi i i G.GHELFI La Nota Integrativa (art. 2427 c.c.) - novità Parti correlate Accordi fuori bilancio • DECORRENZA DEI NUOVI OBBLIGHI INFORMATIVI • Le ulteriori informazioni richieste nella Nota integrativa d dovranno essere riportate a decorrere d dal d l bilancio bl riferito f all’esercizio avente inizio dopo il 20.11.2008. • Di conseguenza: – le società con esercizio coincidente con l’anno solare ((1.1 – 31.12)) devono riportare p tali nuove informazioni dal bilancio dell’esercizio 1.1 – 31.12.2009. – le società con esercizio non coincidente con l’anno solare devono riportare le nuove informazioni dal bilancio dell’esercizio avente inizio dal 21.11.2008. G.GHELFI 46 Art. (Contenuto della Relazione La 2428. Relazione sulla Gestione (art. sulla 2428Gestione). c.c.) G.GHELFI La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.) La Relazione sulla Gestione ha la funzione di corredare il Bilancio d’esercizio e fornire le informazioni utili per una migliore comprensione del Bilancio d’esercizio dell’impresa costituendone il completamento Non fa parte del “Bilancio civilistico” ma deve corredarlo salvo nei casi previsti dalla legge. corredarlo, legge NB: per la Cassazione la Relazione sulla Gestione costituisce invece parte integrante del Bilancio civilistico. G.GHELFI 47 La Relazione sulla Gestione G.GHELFI La Relazione sulla Gestione Obiettivo: aumentare la trasparenza tra impresa e stakeholder G.GHELFI 48 La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.) Diverse ricerche empiriche hanno evidenziato che gli stakeholder sono interessati più che ai dati puramente contabili ai fattori che determinano tali dati, per meglio apprezzare la reale dinamica aziendale e formulare attendibili previsioni gestione,, nei circa il futuro andamento della g vari sui aspetti G.GHELFI La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.) La varietà delle informazioni richieste: - non permette una semplice rielaborazione e commento dei dati di bilancio, - ma deve prevedere anche un contenuto di carattere extracontabile e prospettico. G.GHELFI 49 La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.) Novità per i bilanci relativi ad esercizio iniziati dopo il 12 aprile 2007. L’analisi richiesta dal nuovo art. 2428 c.c. deve essere COERENTE CON L’ENTITA’ E LA COMPLESSITA’ DEGLI AFFARI DELLA SOCIETA’. Per tale motivo il CNDCEC ha ritenuto opportuno pp proporre un SISTEMA MODULARE in relazione alla dimensione della società, prevedendo: - 1° LIVELLO INFORMATIVO OBBLIGATORIO PER TUTTI - 2° LIVELLO INFORMATIVO OBBLIGATORIO SOLO PER GRANDI SOCIETA’, FACOLTATIVO PER LE ALTRE G.GHELFI La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.) L’informativa richiesta nella relazione sulla gestione G.GHELFI 50 La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.) L’analisi della situazione reddituale viene effettuata attraverso: - Valori direttamente desunti dal conto economico della società, i qualil sono rappresentati da indicatori relativi alle principali voci e/o classi del CE (Ricavi delle vendite, Valore della produzione, e Risultato ante imposte); - Indicatori, ricavati dal CE per aree gestionali, tra i quali: il MOL, il Risultato Operativo, il Risultato pre-tax, ecc. G.GHELFI La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.) L’analisi della situazione finanziaria, finalizzata a valutare la capacità della società di tenere in equilibrio nel breve e nel medio-lungo termine, equilibrio, termine le entrate e le uscite monetarie, si distingue in analisi di: - Solvibilità - Solidità P effettuare Per ff tt t li analisi tali li i occorre riclassificare i l ifi l lo Sp secondo una logica di tipo FINANZIARIO, dove le attività sono distinte in relazione al tempo di conversione in forma liquida, e le passività in base al tempo di estinzione. G.GHELFI 51 La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.) Il documento del CNDCEC precisa che per le società di minori dimensioni, è opportuno che, con riferimento all all’analisi analisi di solidità, solidità siano riportati gli indicatori che si riferiscono: 1) alla modalità di finanziamento degli impieghi a medio-lungo termine; 2) alla composizione delle fonti di finanziamento. In particolare,, p l’analisi delle modalità di finanziamento degli impieghi a medio-lungo termine è rivolta allo studio della correlazione che sussiste fra il tempo di recupero di tali impieghi ed il tempo di estinzione delle fonti a lungo termine (indicatori c.d. di “situazione finanziaria”). G.GHELFI La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.) Ecco alcuni indicatori finanziari obbligatori: - Margine di struttura primario = (MP – Amlt) - Quoziente di struttura primario (o indice di autocopertura delle immobilizzazioni) = (MP / Amlt) - Margine di struttura secondario = (MP + Pmlt – Amlt) - Quoziente di struttura secondario (o indice di copertura globale delle immobilizzazioni) = ((MP + Pmlt) / Amlt) Per quanto concerne l’analisi della composizione delle fonti di finanziamento, questa mira alla comprensione del rapporto tra passività i ità ed d i mezzii propri. i In tale contesto, il CNDCEC ritiene necessario calcolare i seguenti indicatori: - Quoziente di indebitamento complessivo = ((Pbt+Pmlt) / MP) - Quoziente di indebitamento finanziario = (PFN / MP) G.GHELFI 52 La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.) Quanto agli indicatori finanziari facoltativi, essi concernono la situazione reddituale e finanziaria della società. Per l’analisi della situazione reddituale, attraverso la riclassificazione del conto economico e dello stato patrimoniale funzionale o per aree gestionali, è possibile costruire e calcolare i seguenti g indici di redditività: - ROE netto = (RN / MP) - ROE lordo = (Risultato pre pre--tasse / MP) - ROI = (Risultato operativo / impieghi operativi – PFN) - ROS (Risultato operativo / Fatturato) G.GHELFI La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.) Per l’analisi della situazione finanziaria è necessario procedere a riclassificare lo Sp secondo il criterio finanziario G.GHELFI 53 La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.) - Gli indicatori di solidità finanziaria sono calcolati da tutte le società, a prescindere dalla loro dimensione. Per quanto riguarda le sole società di maggiori dimensioni, invece, il CNDCEC raccomanda di analizzare anche la solvibilità, ovvero la capacità dell’impresa di mantenere l’equilibrio finanziario nel breve termine. Gli indicatori volti a comprendere la correlazione tra gli impieghi a breve e le uscite attese nel breve termine sono i seguenti: g Margine di disponibililtà = CCNbt = (Abt – Pbt) Quoziente (o indice) di disponibilità = (Abt / Pbt) Margine di tesoreria = (LI + LD – Pbt) Quoziente di tesoreria = ((LI+LD) / Pbt) G.GHELFI La Relazione sulla Gestione Gli indicatori finanziari sono gli indici che si possono ricavare mediante l’elaborazione dei dati contabili. Essi hanno il compito di fornire un’analisi dettagliata e completa, anche a livello di attività e geografico, della situazione aziendale e delle performance ottenute. Nella relazione sulla gestione dovranno essere esplicitati i seguenti aspetti: ♣ la descrizione dei criteri utilizzati per la rielaborazione dei dati contabili; ♣ il metodo di calcolo utilizzato per la quantificazione degli indicatori; ♣ l’esposizione dei valori degli indicatori nel periodo considerato; Indicatori finanziari comprendono ♣ la spiegazione dei risultati degli indicatori. Si seguito si riportano alcuni indicatori utilizzabili: ♣ Indicatori di redditività: (ROE, ROS, ROI); ♣ Rotazione del capitale investito; ♣ Rapporto di indebitamento; ♣ Incidenza del Risultato Netto sul reddito operativo. ♣ Indicatori di efficienza; ♣ Incidenza del costo del lavoro sul fatturato; ♣ Incidenza degli ammortamenti sul fatturato; ♣ Incidenza degli oneri finanziari sul fatturato; ♣ Incidenza degli oneri finanziari su debiti totali; ♣ Tax rate (efficienza/riduzione dell’imposizione fiscale). ♣ indicatori di liquidità/solvibilità; ♣ Quoziente di disponibilità; ♣ Indice di liquidità primaria. ♣ indicatori di solidità patrimoniale: ♣ Indice di autonomia finanziaria per indipendenza finanziaria; ♣ Indice di autonomia per passività consolidate; ♣ Indice di autonomia per passività correnti; ♣ Indice di copertura delle immobilizzazioni. non solo quelli di natura strettamente finanziaria, ma anche patrimoniale ed economica, al fine di potere rappresentare lo stato di saluto della gestione secondo i complementari aspetti reddituale, finanziario e patrimoniale. Sono indicatori estrapolabili dalla CO GE CO.GE. Il CNDCEC ritiene opportuno esporre tali indicatori per due esercizi consecutivi, eventualmente disarticolati (quelli di natura reddituale) per settore di attività e area geografica G.GHELFI 54 La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.) Indicatori non finanziari Per quanto riguarda, invece, gli indicatori non finanziari, il documento precisa che questi sono rappresentati da tutti quei dati quantitativi, di natura non monetaria, che siano in grado di spiegare i fattori che incidono sulla situazione aziendale. Tali indicatori sono definiti ed esposti avendo riguardo all’entità à e complessità à degli affari della società. à Il ricorso a tali indicatori non finanziari è previsto dal legislatore solo ove gli indicatori finanziari non siano sufficienti alla comprensione della situazione e dell’andamento della gestione della società. G.GHELFI La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.) Il CNDCEC, considerato che gli indicatori non finanziari variano a seconda del settore di appartenenza della società, non ha ritenuto utile includere esemplificazioni, in quanto è sostanzialmente poco probabile definire esempi di tali indicatori validi in astratto per tutte le società. Tuttavia, il documento osserva che nella formulazione degli indicatori non finanziari possono essere presi in considerazione i seguenti aspetti: - 1 - Posizionamento sul mercato - 2 - Innovazione - 3 - Customer satisfaction - 4 - Efficienza dei fattori produttivi e dei processi produttivi G.GHELFI 55 La Relazione sulla Gestione Indicatori non finanziari possono variare in base alla specifica attività dell’impresa e del settore nel quale opera. Indicatori non finanziari Il Legislatore non ha previsto una mappa puntuale degli indicatori di performance da proporre, che dovranno essere individuati dal redattore della relazione sulla gestione, in funzione alle specifiche caratteristiche e dimensioni dell’impresa, nonché in base al settore in cui essa opera. Gli indicatori non finanziari sono collegati all’efficienza produttiva, all’economicità e all’efficacia delle strategie aziendali. Il Documento numero 1 “La relazione sulla gestione – Alcune considerazioni”, predisposto dall’Istituto di ricerca dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili dell’Ottobre 2008, ha individuato i seguenti quattro ambiti operativi: 1) Posizionamento sul mercato: a. Quota di mercato; b. Ranking (= classifica di posizionamento degli operatori); Per la determinazione di questi indicatori, occorre far affidamento alle ricerche di settore eseguite dalle associazioni g di categoria. Il redattore della relazione dovrà illustrare la quota di mercato ed il posizionamento raggiunto in confronto agli esercizi precedenti. 2) Innovazione: a. Tasso di novità di clienti e mercati; b. Time to market; c. Tasso di incidenza di nuovi prodotti; d. Numero di brevetti; e. Tasso di incidenza di prodotti di proprietà riservata. La determinazione di tali indicatori necessita di dati di natura tecnico-contabile. G.GHELFI La Relazione sulla Gestione Indicatori non finanziari (SEGUE) 3) Customer satisfaction a. Tempo medio di evasione degli ordini; b. Puntualità nelle consegne; c Numero di reclami; c. d. Tasso di difettosità dei prodotti; e. Numero di interventi di riparazione (in garanzia); f. Numero di clienti fidelizzati sul totale; g. Incidenza della pubblicità sul fatturato; h. Assistenza alla clientela; i. Percentuale fatturato da canali diretti. Tale tipologia di indicatori definiscono la qualità percepita ed il grado di soddisfazione del cliente nel momento in cui fruisce del prodotto o del servizio. 4) Efficienza fattori/processi produttivi: a. Produttività per dipendente; b Costo del lavoro per dipendente; b. c. Produttività del lavoro; d. Tempo medio di ciclo o di attraversamento; e. Tempo medio di lavorazione; f. Tempo medio di set up; g. Percentuali di scarti; h. Capacità produttiva disponibile. Gli indicatori di efficienza forniscono informazioni circa la capacità dell’azienda di produrre o di impiegare i propri processi produttivi dato un ammontare di risorse disponibili limitato. G.GHELFI 56 La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.) Rischi e incertezze. Il documento CNDCEC analizza inoltre le informazioni richieste dal legislatore dirette a fornire “una descrizione dei principali rischi ed incertezze cui la società è esposta”. A tal proposito, il CNDEC ritiene che, nel caso in cui le società di minore dimensione abbiano fornito le informazioni riguardanti i rischi in NOTA INTEGRATIVA (art.2427-bis c.c.) o nei CONTI D’ORDINE, questo tipo di informazione debba essere fornita solo dalle società di maggiori dimensioni. G.GHELFI La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.) Il secondo allegato del documento del CNDCEC esamina alcune procedure, finalizzate ad individuare i menzionati rischi ed incertezze. In particolare, il suddetto allegato classifica i rischi, rischi facendo riferimento alla natura dei relativi eventi, in: - Rischi esterni, provocati da eventi esogeni quali la competizione, il contesto socio-economico e geo-politico, il contesto normativo e regolamentare, gli eventi naturali; - Rischi interni,, dipendenti p da fattori endogeni endogeni, g , q quali la strategia aziendale, i modelli organizzativi e di governance e, in generale, collegati alle azioni poste in essere dall’azienda per il perseguimento dei propri obiettivi. G.GHELFI 57 La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.) In aggiunta, i rischi possono essere distinti in: - Rischi inerenti, esistenti indipendentemente dalle azioni mitigatrici poste in essere e connaturate all all’attività attività medesima svolta; - Rischi residui, esistenti in capo all’azienda successivamente alla messa in atto delle azioni di mitigazione. Il percorso logico attraverso il quale identificare le informazioni da fornire nella nuova relazione sulla gestione contempla le seguenti fasi: - Comprendere il contesto in cui si opera; - Identificare i rischi; - Valutare i rischi; - Individuare le azioni mitigatrici ai rischi inerenti. G.GHELFI La Relazione sulla Gestione Per quanto riguarda i rischi, questi possono essere relativi a: -mercato (concorrenza ( iin termini di prezzo e processi tecnologici, mutamento dei cambi, degli interessi e dei prezzi, - efficacia ed efficienza dei processi aziendali - stabilità del personale qualificato, ecc G.GHELFI 58 La Relazione sulla Gestione Per quanto riguarda le incertezze, queste possono essere riferite a: - valori di bilancio - valori prospettici che dai primi possono trarsi G.GHELFI La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.) L’ambiente e il personale In conclusione, il documento affronta la tematica inerente le informazioni attinenti all’ambiente e al personale al fine di promuovere un processi di sensibilizzazione alle tematiche della sostenibilità tra gli operatori economici ed istituzionali. Si ritiene che le società debbano ispirare le proprie strategie sempre più alla Corporate Social Responsibility per rafforzare il ruolo sociale dell’impresa. G.GHELFI 59 La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.) Il documento distingue, all’interno del terzo allegato, informazioni da fornire circa l’ambiente e il personale in: le - Informazioni obbligatorie a prescindere dalle dimensioni dell’impresa (es. morti sul lavoro del personale iscritto a libro matricola, infortuni gravi sul alvoro che hanno comportato lesioni gravi o gravissime al personale, danni causati all’ambiente, sanzioni o pene definitive inflitte all’impresa per reati o danni ambientali, ecc.) - IInformazioni f i i facoltative, f l i l qualili sono ritenute le i i importanti i e che h il CNDCEC spera che molte società forniranno (es. iniziative volte a trasformare precedenti forme di lavoro “precario” in contratti di lavoro a tempo indeterminato; investimetni in personale – sicurezza – e relativi costi di esercizio; politiche di smaltimento e riciclaggio dei rifiuti, se rilevanti, ecc.) G.GHELFI La Relazione sulla Gestione • Indicatori riguardanti l’ambiente ed il personale • Per quanto concerne le informazioni relative alle relazioni che l’impresa ha con ll’ambiente ambiente che la circonda, circonda si evidenziano evidenziano, ad esempio: - Emissione di gas nell’atmosfera; - Adeguamento degli impianti alle disposizioni legislative per la sicurezza ambientale; - Investimenti per lo smaltimento dei rifiuti • Esempi di informazioni relative al personale possono essere i seguenti: • Composizione della forza lavoro; • Turnover per forma contrattuale; • Numero di ore di formazione per ruolo e tipologia di contratto; • Salute e sicurezza per tipo di malattia. G.GHELFI 60 La Relazione sulla Gestione (art. 2428 c.c.) Il terzo allegato del documento del CNDCEC individua uno schema esemplificativo delle informazioni che devono essere indicate: ll’elencazione elencazione riportata non è esaustiva; al contrario è esemplificativa delle informazioni che devono essere concepite come obbligatorie e facoltative. Spetta infatti alle singole società adattare le indicazioni di massima alla propria realtà. G.GHELFI Responsabilità, informazione trasparenza e diligenza R=P I Organi di Governo Organi di controllo Destinatari del Bilancio G.GHELFI 61 La Relazione sulla Gestione la situazione della società (eredità per il futuro esercizio) •Analisi e commento dell’impresa. della situazione patrimoniale-finanziaria •Posizione dell’azienda rispetto al mercato in cui essa è inserita e rispetto alla concorrenza. •Esplicitazione degli obiettivi che la direzione dell’azienda intende perseguire l’andamento della gestione (passata e prospettica) •Illustrazione critica e commento del risultato economico conseguito dall’azienda nel periodo, con particolare riguardo ai ricavi e ai costi. •Esame comparativo della gestione corrente con quella prevedibile a breve termine, con illustrazione dei parametri e delle variabili interne ed esterne all’azienda sui quali agire (LEVE) per conseguire gli obiettivi programmatici. G.GHELFI La Relazione sulla Gestione Il contenuto informativo minimo Art. 2428, comma 2: 2: Dalla relazione devono in ogni caso risultare: 1. Le attività di ricerca e sviluppo 2. I rapporti con le imprese controllate, collegate, controllanti e imprese sottoposte al controllo di queste ultime (oltre a quanto riportato in sp e ce) 3. Il numero e il valore nominale sia delle azioni proprie sia delle azioni o quote di società controllanti possedute dalla società, anche per tramite di società fiduciaria o per interposta persona, con l’indicazione della p parte di capitale p corrispondente; p ; 4. Il numero e il valore nominale sia delle azioni proprie sia delle azioni o quote di società controllanti acquistate o alienate dalla società nel corso dell’esercizio, anche per tramite di società fiduciaria o per interposta persona, con l’indicazione della corrispondente parte di capitale, dei corrispettivi e dei motivi degli acquisti e delle alienazioni; G.GHELFI 62 La Relazione sulla Gestione Il contenuto informativo minimo Art. 2428, comma 2: (segue) 5. I “fatti di rilievo” (OIC 29) avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio; dell esercizio; 6. L’evoluzione prevedibile della gestione; 6-bis bis.. Qualora la società utilizzi strumenti finanziari, vanno altresì indicati, se rilevanti per la valutazione della situazione patrimoniale e finanziaria e del risultato economico dell’esercizio: - gli obiettivi e le politiche della società in materia di gestione del rischio finanziario , compresa la politica di copertura per ciascuna principale categoria di operazioni - l’esposizione della società al rischio prezzo, di credito, di liquidità, di variazione dei flussi finanziari G.GHELFI La Relazione sulla Gestione Il contenuto informativo minimo 1) Attività di ricerca e sviluppo Le informazioni da inserire nella Relazione sulla Gestione possono essere: - totale dei costi (capitalizzati o spesati) sostenuti per tale attività - costi capitalizzati e ragioni sottostanti alla capitalizzazione - contributi e finanziamenti agevolati a sostegno di tali attività (Sabatini, Investimenti ambientali, Tremonti, …) - spiegazione del ruolo svolto da tali attività nell’ambito degli obiettivi globali d’azienda G.GHELFI 63 La Relazione sulla Gestione Il contenuto informativo minimo 2) Rapporti con le imprese del gruppo La relazione sulla gestione deve contenere informazioni circa l’incidenza dei rapporti di scambio infragruppo e i prezzi applicati Da notare l’indicazione dei rapporti anche con imprese consociate (che sfuggono allo SP e CE), non legate da rapporti di partecipazione diretta con l’impresa che redige il bilancio. Ciò garantisce una visione del gruppo nel sul complesso. G.GHELFI La Relazione sulla Gestione Il contenuto informativo minimo 3) e 4) Azioni proprie e in società controllanti La relazione sulla gestione deve contenere informazioni concernenti: - il numero - il valore nominale - la quota di rappresentanza per le ass. ordinarie. di azioni proprie e società controllanti possedute, acquistate o alienate dall’impresa che redige il bilancio nel corso dell’esercizio G.GHELFI 64 La Relazione sulla Gestione Il contenuto informativo minimo 5) Fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio Tali fatti sono descritti nei principi contabili (documento OIC n. 29) a) Eventi intervenuti dopo la data di chiusura dell’esercizio che forniscono un’ulteriore evidenza di condizioni o situazioni già in essere alla data di bilancio e che richiedono modifiche ai valori di bilancio b) Eventi intervenuti dopo la data di chiusura dell’esercizio che forniscono evidenza di situazioni non esistenti alla data di bilancio e che non richiedono modifiche ai valori di bilancio G.GHELFI La Relazione sulla Gestione I fatti successivi alla data di bilancio Definizione I fatti intervenuti dopo la chiusura dell’esercizio sono quei fatti, sia positivi, sia negativi, che avvengono tra la data di chiusura e la data di formazione del bilancio d’esercizio. Si distinguono in •Fatti successivi alla data di bilancio che devono essere recepiti nel bilancio •Fatti successivi alla data di bilancio che non devono essere recepiti nel bilancio G.GHELFI 65 La Relazione sulla Gestione I fatti successivi alla data di bilancio da recepire Fatti successivi alla data di bilancio che devono essere recepiti nel bilancio sono quelli che evidenziano condizioni che esistevano già alla data di riferimento del bilancio, ma che si manifestano solo dopo la chiusura dell’esercizio. Esempi: la definizione di una causa legale in essere alla data di bilancio per un importo diverso da quello prevedibile a tale data; la determinazione di un premio da corrispondere a dipendenti per le prestazioni relative all’esercizio chiuso. Il bilancio deve riflettere l’effetto che tali eventi comportano sulla situazione patrimoniale, finanziaria e reddituale G.GHELFI La Relazione sulla Gestione I fatti successivi alla data di bilancio da non recepire Fatti successivi alla data di bilancio che non devono essere recepiti nel bilancio sono quelli che evidenziano condizioni che non esistevano alla data di riferimento del bilancio, ma che comportano nell’esercizio successivo variazioni straordinarie o rilevanti della situazione di attività o passività esistenti alla data di chiusura. Esempi: la distruzione di impianti di produzione causata da calamità; operazioni di natura straordinaria (fusioni, etc.) deliberate dopo la chiusura; significativi investimenti in partecipazioni e in immobilizzazioni tecniche; significative variazioni nella situazione finanziaria e nell’indebitamento dell’impresa. La Relazione sulla Gestione (vedi punto 5) deve indicare tali eventi e i relativi effetti sulla situazione patrimoniale, finanziaria e sul risultato economico dell’esercizio successivo G.GHELFI 66 La Relazione sulla Gestione Il contenuto informativo minimo 6) L’evoluzione prevedibile della gestione Esame comparativo della gestione corrente con quella prevedibile a breve termine, illustrando anche i parametri e le variabili interne ed esterne all’azienda sui quali agire per conseguire gli obiettivi programmatici. G.GHELFI La Relazione sulla Gestione Il contenuto informativo minimo 6-bis) Uso strumenti finanziari: politiche di gestione ed esposizione al rischio finanziario G.GHELFI 67 La Relazione sulla Gestione Il contenuto informativo minimo G.GHELFI La Relazione sulla Gestione Il contenuto informativo minimo xx G.GHELFI 68 La Relazione sulla Gestione Il contenuto informativo minimo xx G.GHELFI La Relazione sulla Gestione Il contenuto informativo minimo xx G.GHELFI 69 La Relazione sulla Gestione Il contenuto informativo minimo xx G.GHELFI 70 L riclassificazioni Le i l ifi i i e la tecnica delle analisi di bilancio: dal sistema dei valori al sistema degli accadimenti G.GHELFI L’analisi del bilancio: scopi I principali scopi delle analisi di bilancio vengono così classificati da parte della dottrina economico-aziendale: esprimere giudizi sulle quotazioni di borsa dell’azienda analizzata, oppure sul livello dei dividendi, ecc; G.GHELFI valutare la capacità di credito dell’azienda, al fine della concessione dei fidi bancari; ottenere i dati necessari per la compilazione p p di preventivi economici, patrimoniali e finanziari; determinare gli orientamenti necessari per attuare date politiche di gestione; valutare l’azienda, o una parte di essa, in vista dell’attuazione di cessioni, fusioni, ecc. 1 L’analisi del bilancio: i principali utenti Le analisi di bilancio possono essere intraprese/utilizzate da soggetti diversi quali: AMMINISTRATORI possono esaminare gli elementi principali dell’andamento economico finanziario dell’azienda BANCHE /ASSICURAZIONI che hanno l’obiettivo di accertare la capacità di reddito attribuibile all’azienda e, di conseguenza, la sua affidabilità finanziaria ANALISTI FINANZIARI RISPARMIATORI/ INVESTITORI ISTITUZIONALI hanno interesse a valutare la capacità di reddito dell’azienda poiché su di essa si fonda la possibile remuneratività del capitale “a pieno rischio”, con l’acquisto o la sottoscrizione di azioni per analizzare le uniformità presenti nella struttura e nella gestione delle imprese appartenenti ad un determinato ramo di attività economica G.GHELFI L’analisi del bilancio: i principali utenti. …segue.. Le analisi di bilancio possono essere intraprese/utilizzate da soggetti diversi quali: FORNITORI CONCORRENTI AUTORITA’ GIUDIZIARIE ORGANISMI FISCALI DIPENDENTI ORGANISMI DI CATEGORIA Ecc. G.GHELFI 2 Le analisi di bilancio: il fabbisogno conoscitivo I soggetti interessati all’analisi di Bilancio perseguono obiettivi diversi, quali: • individuare la redditività dell’impresa • accertare la capacità aziendale di produrre risorse finanziarie • rilevare il grado di solvibilità rispetto ai debiti contratti • identificare le “performances” raggiunte, i punti di forza e di debolezza • individuare aree di miglioramento • determinare il valore di cessione • investire in parte di essa o nella sua globalità • verificare la bontà dell’investimento effettuato • considerare il contesto delle altre realtà aziendali operanti nel settore nonché tenere conto della quadro macroeconomico settore, • definire i valori assicurati • operare attività di indagine di natura giudiziaria …. In ogni caso le analisi di bilancio mirano a cogliere gli elementi di sintesi necessari ad esprimere giudizi sotto diversi profili, tra loro complementari, circa la gestione condotta nei periodi amministrativi. G.GHELFI Le analisi di bilancio e l’apprezzamento degli equilibri • Oggetto delle analisi di bilancio è la valutazione dello stato di salute dell’azienda nell’ottica reddituale ddi l e finanziaria. fi i i – La valutazione della situazione reddituale richiede l’accertamento della capacità dell’impresa di produrre ricchezza; – La valutazione della situazione finanziaria richiede l’accertamento della capacità p dell’impresa p a generare g risorse monetarie e a fronteggiare in modo tempestivo ed economico le obbligazioni finanziarie assunte. G.GHELFI 3 L’equilibrio reddituale • L’azienda L azienda si trova in equilibrio reddituale qualora i ricavi conseguiti siano qualiquantitativamente adeguati a remunerare congruamente tutti i fattori produttivi impiegati nella combinazione economica G.GHELFI L’equilibrio finanziario • L’equilibrio L equilibrio finanziario è valutato con riferimento a diversi orizzonti temporali: – nel brevissimo periodo, ovvero istante per istante (liquidità); – nel breve periodo (12 mesi) (solvibilità); – nel medio medio-lungo l ngo periodo pe iodo (>12 mesi) (solidità). G.GHELFI 4 L’equilibrio patrimoniale • La presenza congiunta dell’equilibrio dell equilibrio reddituale e finanziario è sintetizzata nell’equilibrio patrimoniale, che evidenzia la capacità dell’impresa di darsi, nel tempo, un’armonica struttura di fonti finanziarie e impieghi p g finanziari. G.GHELFI La riclassificazione del bilancio di verifica • I bilanci presentati secondo schemi obbligatori non offrono una sitesi dei valori tale da consentire una immediata applicazione pp delle tecniche di indagine proprie dell’analisi finanziaria. • Forma (scalare o a sezioni divise) e struttura (articolazione) civilistici, in particolare, non sono coerenti con le finalità dell’analisi di gestione, presentando esigenze sensibilmente diverse da quelle di rendicontazione e di informazione dei terzi. • Pertanto, l’applicazione delle tecniche di analisi di bilancio (ovvero la tecnica degli g indici e dei flussi)) richiede p preliminarmente che i valori tratti dal bilancio di verifica siano riordinati e ristrutturati, nel senso che occorre ricollocarli in una nuova struttura, finalizzata al tipo di analisi che si intende effettuare. • Tale operazione è nota come riclassificazione o normalizzazione delle due tavole di sintesi (SP e CE) che sostanziano il bilancio. G.GHELFI 5 Le riclassificazioni del Conto Economico (CE) G.GHELFI La riclassificazione del CE • E’ finalizzata ad evidenziare il modo con il quale le differenti gestioni - nelle quali si può astrattamente disarticolare la gestione complessiva aziendale - contribuiscono alla determinazione del risultato reddituale complessivo Area gestionale 1) Bilancio di verifica (conti reddituali) Costo a Ricavo d Costo b Ricavo e Costo c Ricavo .. Costo .. Ricavo Ri .. Costo .. Ricavo .. Costo .. Ricavo .. Area gestionale 2) Area g gestionale 3)) • Si identificano le diverse aree gestionali e le poste reddituali ad esse riconducibili G.GHELFI 6 La riclassificazione del CE Per la riclassificazione del conto economico i costi possono essere raggruppati secondo due criteri: 1. secondo la loro natura o origine o causa di sostenimento (facendo cioè riferimento alla provenienza dei costi e quindi ai rapporti che l’impresa ha avuto con terze economie), 2. secondo la destinazione o funzione loro impressa in azienda (facendo cioè riferimento all’utilizzo che i fattori produttivi acquisiti hanno avuto all’interno dell’azienda) - ha il pregio di permettere un immediato collegamento con il conto economico civilistico - richiede un collegamento con la contabilità analitica dell’azienda e la suddivisione di alcune voci di costo (costi del personale per funzioni, costi per servizi esterni, ammortamenti, …) G.GHELFI OTTICA ECONOMICO AZIENDALE La riclassificazione del CE per aree gestionali o funzionali 1 CARATTERISTICA=TIPICA = OPERATIVA IN SENSO STRETTO 2 ACCESSORIA/PATRIMONIALE 3 FINANZIARIA 4 STRAORDINARIA 5 TRIBUTARIA G.GHELFI 7 OTTICA ECONOMICO AZIENDALE La gestione Caratteristica (=tipica, = operativa in senso stretto) 1• L’area di gestione tipica o caratteristica è quella in cui si svolgono i processi di approvvigionamento, produzione e comme ciali a ione che costituiscono commercializzazione costit iscono l’oggetto principale p incipale dell’attività dell’impresa. Essa viene detta anche area operativa in senso stretto e comprende tutte le operazioni di acquisizione dei fattori produttivi, di trasformazione delle materie e di commercializzazione dei prodotti, dei servizi e delle merci • Rappresenta l’attività istituzionale, fondamentale dell’impresa, si ricollega alla sua ragione d’essere G.GHELFI OTTICA ECONOMICO AZIENDALE La gestione Caratteristica segue... • L’enucleazione della gestione caratteristica è funzionale all’analisi delle operazioni di acquisto, trasformazione, amministrazione e vendita, considerate indipendentemente dal modo in cui l’impresa si finanzia. • Il risultato operativo della gestione caratteristica prescinde dalla struttura finanziaria che necessita di una valutazione a sé stante. • Le modalità di finanziamento e le connesse componenti reddituali non incidono direttamente sulla efficienza economico-tecnica i i della d ll gestione i caratteristica. i i • La somma algebrica fra ricavi e costi dell’area caratteristica fornisce un primo importante parametro per le analisi reddituali: il risultato operativo della gestione caratteristica (Rogc) G.GHELFI 8 OTTICA ECONOMICO AZIENDALE La gestione Finanziaria 3 • E’ l’attività volta essenzialmente al reperimento di risorse finanziarie di origine esterna • Si distingue al fine di evidenziare la redditività dell dell’area area Operativa a prescindere dalle modalità di finanziamento prescelte dall’impresa • Alla gestione finanziaria sono associabili i costi finanziari (interessi passivi bancari, interessi su obbligazioni, interessi su mutui, oneri finanziari relativi a contratti di leasing interessi impliciti sui debiti verso fornitori di beni leasing, e servizi, ecc.) • Alla medesima gestione sono inoltre associati i proventi finanziari derivanti dall’impiego di eccedenze temporanee di liquidità. G.GHELFI OTTICA ECONOMICO AZIENDALE La gestione Straordinaria 4• Le componenti reddituali di competenza di passati esercizi o di carattere non ricorrente,, dovute ad eventi casuali o occasionali, a cambiamenti di destinazione economica dei beni (per esempio, cessione di fattori produttivi) e a variazioni dei criteri di valutazione (per esempio, sopravvenienze e insussistenze, plusvalenze da alienazione di beni strumentali, differenze di cambio di natura strarodinaria, d svalutazioni l e rivalutazioni l non aventi carattere di normalità, ecc.) • Nella maggior parte dei casi si tratta di componenti di reddito correlate a più esercizi passati. G.GHELFI 9 OTTICA ECONOMICO AZIENDALE La gestione Straordinaria segue... • La gestione straordinaria comprende tutti quei componenti di reddito: – di competenza economica di altri esercizi – derivanti da modifiche strutturali dell’azienda – derivanti da cambiamenti nei criteri di valutazione – eccezionali ((in relazione alla periodicità p della manifestazione) – anormali (in relazione all’importo) G.GHELFI OTTICA CIVILISTICA La gestione Straordinaria per il C.C. • Comprende tutti quei componenti di reddito: – di competenza economica di altri esercizi – derivanti da modifiche strutturali dell’azienda – derivanti da cambiamenti nei criteri di valutazione – la cui fonte è estranea all’attività ordinaria G.GHELFI 10 OTTICA ECONOMICO AZIENDALE La gestione Tributaria 5 • Accoglie gli oneri fiscali diretti gravanti sul reddito di competenza dell’esercizio (IRES) o sue diverse configurazioni (IRAP) • si distingue per consentire il confronto spaziale con realtà collocate in zone o Paesi con fiscalità più o meno agevolata G.GHELFI OTTICA ECONOMICO AZIENDALE La gestione Tributaria segue... • Le imposte di competenza sul reddito d’esercizio dipendono dall’impatto congiunto delle gestioni caratteristica, accessoria, finanziaria e straordinaria. • Per tale motivo le imposte sul reddito sono di norma indicate separatamente sia dal risultato dell’attività caratteristica sia da quello delle altre aree gestionali. • L’imposta p si configura g come una controprestazione, in senso lato, della fuizione di servizi pubblici, soprattutto locali, e dei costi causati alla collettività dalle attività produttive. G.GHELFI 11 OTTICA ECONOMICO AZIENDALE La gestione Accessoria 2• Si ricollega alla gestione di liquidità stabilmente eccedente rispetto al fabbisogno indotto dalla gestione caratteristica, finanziaria e tributaria • MA: ATTENZIONE! Non deve d presentare sinergie di d rilievo l rispetto all’attività caratteristica (o all’attività finanziaria), in quanto finirebbe in tal caso per rientrarvi • La separazione delle due aree operative in senso lato (quelle caratteristica e accessoria) serve a valutare lo stato di salute della gestione Caratteristica in sé, senza aggravi o compensazioni imputabili alla gestione Accessoria • La gestione accessoria è scomponibile in: – gestione accessoria di attività finanziarie (es. titoli non strategici) – gestione accessoria di attività reali (immobiliari e non) G.GHELFI OTTICA ECONOMICO AZIENDALE La gestione Accessoria segue... • Alla gestione accessoria di attività finanziarie sono ricollegabili ricavi finanziari (interessi attivi su prestiti e finanziamenti concessi a terzi terzi, interessi attivi su titoli, titoli dividendi e altri proventi su partecipazioni non strategiche). • La gestione immobiliare, costituita dal complesso delle operazioni che riguardano l’utilizzo di immobili non pertinenti l’area caratteristica (terreni, fabbricati, aziende agricole) è eventualmente enucleabile dalla gestione accessoria i di attività tti ità reali. li Ad essa sono ricollegabili i ll bili proventi ti immobiliari (fitti di immobili, ricavi di gestioni agricole) e costi immobiliari (costi di gestione degli immobili, costi delle gestioni agricole) G.GHELFI 12 Contabilità generale SP Bilancio di verifica CE CE a costi complessivi industriali del venduto CE a costi complessivi variabili del venduto CE a valore aggiunto e margine operativo lordo R RICLASSIFICAZIO ONE Dal bilancio di verifica al bilancio riclassificato SP civilistico (art. 2424 c.c.) SP finanziario liq/esig SP pertinenza gestionale CE civilistico (art. 2425 c.c.) CE funzionale/gestionale G.GHELFI Il CE a margine lordo industriale (= CE a ricavi e costi complessivi ind.li del venduto) G.GHELFI 13 Il CE a margine lordo ind.le Ricavi netti - Costo complessivo industriale del venduto = Risultato i l (margine) ( i ) lordo l d industriale i d i l - Costi commerciali e distributivi - Costi generali e amministrativi = Risultato Operativo della Gestione Caratteristica +/- Risultato della Gestione Accessoria Costo complessivo = Risultato Operativo Aziendale industriale del venduto - Gestione finanziaria (passiva) = Risultato di Competenza +/- Gestione Straordinaria = Risultato Ante Imposte - Gestione Tributaria = Risultato netto G.GHELFI Il CE a margine lordo ind.le Il costo complessivo industriale del venduto Costo di acquisto materie prime e semil.d’acq. +/- VAR magazzino materie prime e semil semil.d d’acq acq. . = Consumi di materie prime e semil.d’acq. + Costo di produzione e di logistica interna costo del lavoro industriale costo dei servizi industriali Costo complessivo industriale del venduto ammortamenti industriali +/ VAR magazzino semilavorati di produzione +/- . = Costo complessivo industriale della produzione ottenuta +/- VAR magazzino prodotti finiti - lavori in economia . = Costo complessivo industriale del venduto G.GHELFI 14 Il CE a margine di contribuzione (= CE a ricavi e costi complessivi variabili del venduto) G.GHELFI Il CE a margine di contribuzione Ricavi netti - Costo complessivo (ind., comm., amm./gen.) variabile del venduto = Margine di contribuzione alla copertura dei costi fissi - Costi operativi fissi industriali, commerciali e distributivi, generali e amm.vi = Risultato Operativo della Gestione Caratteristica +/- Risultato della Gestione Accessoria = Risultato Operativo Aziendale Costo complessivo - Gestione finanziaria variabile del venduto = Risultato di Competenza +/- Gestione Straordinaria = Risultato Ante Imposte Costi operativi fissi - Gestione Tributaria = Risultato netto G.GHELFI 15 Il CE a margine di contribuzione: i costi variabili Costo di acquisto materie prime e semil.d’acq. +/- VAR magazzino materie prime e semil.d’acq. Costo complessivo variabile del venduto = Consumi di materie prime e semil.d’acq. + Costo manodopera diretta (MOD) = Costo primo industriale + Altri costi variabili industriali + Altri costi variabili commerciali e distributivi = Totale costi variabili +/- VAR magazzino semilavorati di produzione (q.var) = Costo complessivo variabile dei prodotti ottenuti +/- VAR magazzino prodotti finiti (q.var) = Costo complessivo variabile dei prodotti venduti TAX RF G.GHELFI Il CE a margine di contribuzione La quota “fissa” e “variabile” del magazzino finale Gestione caratteristica € Costi totali produzione ottenuta Costi var. Costi fissi Costi fissi produzione ottenuta Vol.attività produttiva G.GHELFI 16 Il CE a margine di contribuzione L’analisi di Break Even. Le ipotesi • Ipotesi: • • • • costi fissi invariati nell’intervallo oggetto di osservazione costi variabili unitari costanti ricavi unitari costanti volume di produzione = volume di vendita • Quantità di pareggio: Q= CF /mdc • Fatturato di pareggio: Fatt. = CF / mdc% • Il Grado di Leva Operativa: GLO = MDC/ROGC • E’ un indicatore della sensibilità - e rischiosità - (moltiplicatore, elasticità) del ROGC (o MDC semilordo per aziende pluri-ASA) al variare dei volumi di attività (Qtà o Fatturato) • Si presenta più elevato in aziende con costi variabili unitari più contenuti G.GHELFI Il CE a margine di contribuzione L’analisi di Break Even. La rimozione delle ipotesi forti • Ipotesi: • costi fissi invariati nell’intervallo oggetto di osservazione – correttivo +/- al ROGC (andamento costi fissi “a scalini”) • costi variabili unitari costanti – correttivo +/- al ROGC (modifica dell’inclinazione della retta dei costi totali, dall’origine o da un certo livello quantitativo) • ricavi unitari costanti – correttivo +/- al ROGC (modifica dell’inclinazione della retta dei ricavi totali, dall’origine o da un certo livello quantitativo) • volume di produzione = volume di vendita (-> RI=RF) – correttivo per variazione rimanenze (costi fix/var e rappresentazione grafica delle incidenze e della configurazione di costo per la valorizzazione) G.GHELFI 17 Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even. METODOLOGIE MATEMATICO STATISTICHE PER LA DISTINZIONE DELLE COMPONENTI FISSA E VARIABILE DI UN COSTO • Le metodologie matematiche utilizzabili per distinguere la componente di un costo proporzionale al livello di attività svolta dall’azienda rispetto a quella non collegabile con il volume di produzione attuato sono sostanzialmente due: • 1) metodo del minimo minimo--massimo massimo; • 2) metodo della regressione statistica. statistica G.GHELFI Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even. 1) Metodo del minimo minimo--massimo (metodo più semplice ma più impreciso) • Al fine di illustrare la metodologia di calcolo delle due varianti di metodo si propone il seguente esercizio: • Si ipotizzi che, nell'impresa Alfa, vi sia un costo semivariabile con il seguente andamento: • Le quantità riflettono i volumi realizzati ed osservati in un dato lasso di tempo • Il costo totale rappresenta il costo osservato di un fattore produttivo nel medesimo periodo. Quantità prodotte Costo totale 110 2.200 130 2.700 150 2.900 180 3.300 190 3.400 210 3.800 220 4.000 100 2.000 G.GHELFI 18 Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even. 1) segue • Il metodo del minimo-massimo richiede i seguenti calcoli: • Differenza 2.000 / 120 = 16,666 questo valore rappresenta il costo variabile unitario. Q Quantità prodotte Costo totale Valore minimo 100 2.000 Valo e Valore massimo 220 4 000 4.000 Differenza 120 2.000 G.GHELFI Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even. 1) segue • La funzione di costo è la seguente: costo totale = costi fissi + costi variabili totali. • Con riferimento alla quantità minima (ma il risultato non cambierebbe considerando, ad esempio, la quantità massima), la funzione assume i seguenti valori: • 2.000 2 000 = costi ti fissi fi i + 16,666 16 666 x 100 2.000 - 1.666,66 = costi fissi, pertanto i costi fissi ammontano a 333,34 euro. G.GHELFI 19 Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even. 1) segue • La funzione generale di costo assume la seguente forma: • costo totale = 333,34 + 16,666 x quantità. • Riassumendo quindi, mediante il metodo del minimo-massimo, si sono trovati i seguenti valori: • costi fissi = 333 333,34 34 euro costo variabile unitario = 16,666 euro G.GHELFI Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even. 2) Metodo della regressione statistica (metodo più preciso ma più complesso) • • • • • • • L'equazione q della retta interpolante p è la seguente: g y = ax+b y = costo totale a = costo variabile unitario x = quantità b = costi fissi totali Per risolvere l'equazione, contraddistinta da due i incognite, it sii deve d utilizzare tili il seguente t sistema: i t • Σ y = bn + a Σ x Σ xy = b Σ x +a Σ x2 • n = numero di osservazioni effettuate G.GHELFI 20 Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even. 2) segue Numero Osservazioni 1 Quantità prodotte X 100 Costo totale Y X2 XY 2.000 10.000 200.000 2 110 2.200 12.100 242.000 3 130 2.700 16.900 351.000 4 150 2.900 22.500 435.000 5 180 3.300 32.400 594.000 6 190 3 400 3.400 36 100 36.100 646 000 646.000 7 210 3.800 44.100 798.000 8 220 4.000 48.400 880.000 Tot. 8 Tot. 1.290 Tot. 24.300 Tot. 222.500 Tot. 4.146.000 G.GHELFI Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even. 2) segue • 24.300 = 8b + 1.290a b = (24.300 (24 300 - 1.290a) 1 290a) / 8 • Sostituiamo la b nell'altra equazione: • 4.146.000 = (24.300 - 1.290a) / 8 x 1.290 + 222.500a 4.146.000 = 3.918.375 - 208.012,5a , + 222.500a 227.625 = 14.487,5a a = 15,7118 costo variabile unitario. G.GHELFI 21 Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even. 2) segue • Per trovare b, sostituiamo nella prima equazione la lettera a con il valore sopra trovato: • 24.300 = 8b + 1.290a • 24.300 = 8b + 1.290 x 15,7118 • 24.300 = 8b + 20.268,222 • 4.031,778= 4 031 778= 8b • b = 503,97 costi fissi totali. • La funzione di costo è pertanto la seguente: • costo totale = 503,97 + 15.7118X G.GHELFI Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even. 2) segue 4.500,00 Costi effettivi/interpo 4.000,00 3.500,00 3.000,00 2.500,00 Costi effettivi Costi interpolati 2.000,00 1.500,00 1.000,00 500,00 - 50 100 150 200 250 Quantità rilevate G.GHELFI 22 Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even. 1) e 2) I due metodi a confronto Metodo utilizzato Metodo del minimomassimo Metodo della regressione statistica Costo variabile unitario 16,6666 Costi fissi totali 333,34 15,7118 503,97 G.GHELFI Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even. La rappresentazione grafica del BEP Ricavi totale = Costi totali p*q’ = (cvu *q) + CF q’ = CF/(p - cvu) Ricavi Totali RT Break Even Point RT CT Costi Totali CT Area di utile operativo CVtot CF Area di perdita operativa q’ di pareggio Volumi Q G.GHELFI 23 Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even. La rappresentazione grafica della leva operativa Alfa ha una struttura economica più rigida (CV/CF superiore rispetto a Beta) e quindi ha un livello di leva operativa più elevata BETA ALFA RT RT CT ROGC RT RT CT CT ROGC CT CF CF q’ Q Se le vendite: - aumentano, Alfa usufruisce di maggiori opportunità - diminuiscono, Alfa deve affrontare maggiori rischi q’ Q G.GHELFI Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even. Il grado di leva operativa Il grado di leva operativa (GLO) tende a quantificare la sensibilità del risultato operativo p (ROGC) ( ) al variare dei volumi di attività (Q) GLO = Var ROGC ROGC Var Q Q = Margine di contribuzione ROGC G.GHELFI 24 Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even. Il grado di leva operativa - Un esempio ALFA Vendite - Costi variabili = Margine di contribuzione - Costi fissi = ROGC Quantità vendute (n. unità) - BETA 1.800.000 300.000 1.500.000 1.320.000 180.000 1.800.000 - 1.050.000 750.000 - 570.000 180.000 10.000 10.000 8,33 4,16 Leva operativa (GLO) G.GHELFI Il CE a margine di contribuzione. L’analisi di Break Even. Il grado di leva operativa - Un esempio Se le vendite: --> aumentano del 10%: ROGC Alfa = 180.000 + (180.000 x 10% x 8,33) = 330.000 ROGC Beta = 180.000 + (180.000 x 10% x 4,16) = 255.000 --> diminuiscono del 10%: ROGC Alf Alfa = 180.000 180 000 - (180.000 (180 000 x 10% x 88,33) 33) = 30.000 30 000 ROGC Beta = 180.000 - (180.000 x 10% x 4,16) = 105.000 G.GHELFI 25 Il CE a valore aggiunto (CE a ricavi, valore aggiunto e margine operativo lordo - MOL) G.GHELFI Il CE a valore aggiunto Ricavi netti +RF/-RI magazzino semilavorati di produz.e prodotti finiti - acq.semilavorati q di produz, p , e prodotti p finiti per p commerc. + costruzioni in economia (costi capitalizzati per produz.interne). = Valore della produzione (o prodotto interno lordo d’impresa) - Consumi di materie prime e semil.d’acq. (RI+ACQ-RF) - Costi ind.li, comm.li e distrib., amm. e gen. esterni = Valore aggiunto - Costi del personale . = ROGC monet.o finanz. = MOL = EBITDA - ammortamenti . = ROGC = MON = EBIT LS G.GHELFI TAX 26 Il CE a valore aggiunto Ricavi netti +RF/-RI magazzino semilavorati di produz.e prodotti finiti - acq.semilavorati di produz, e prodotti finiti per commerc. + costruzioni in economia . =Valore della produzione - Consumi di materie prime e semil.d’acq. (RI+ACQ-RF) - Costi esterni____________ = Valore aggiunto - Costi del personale (e, se liq.= CCN, Svalutazione crediti) = ROGC monet.o finanz. = MOL = EBITDA - ammortamenti, accantonamenti, svalutazioni = ROGC = MON = EBIT G.GHELFI TAX Il C.E. civilistico G.GHELFI 27 CONTO ECONOMICO In forma scalare (Art. 2425 e 2425-bis) 16) altri proventi finanziari: A) VALORE della PRODUZIONE 1) ricavi delle vendite e delle prestazioni; 2) variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti; 3) variazioni dei lavori in corso su ordinazione; 4) incrementi di immobilizzazioni per lavori interni; 5) altri ricavi e proventi (con separata indicazione dei contributi in conto esercizio); TOTALE VALORE PRODUZIONE (A) per per per per 17) interessi e altri oneri finanziari (separata indicazione di quelli verso controllate, collegate e controllanti); 17-bis) Utili e perdite su cambi TOTALE PROVENTI e ONERI FIN. (C)=15+16-17-17bis B) COSTI di PRODUZIONE 6) 7) 8) 9) a) da crediti iscritti nelle immobilizzazioni (separata indicazione di quelli da controllate e collegate e da controllanti); b) da titoli iscritti nelle immobilizzazioni diversi dalle partecipazioni; c) da titoli iscritti nell'attivo circolante diversi dalle partecipazioni; d) proventi diversi (separata indicazione di quelli da controllate, collegate e da controllanti); materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci; servizi; godimento di beni di terzi; personale: a) salari e stipendi; b) oneri sociali; c) trattamento di fine rapporto; d) trattamento di quiescenza e simili; e) altri costi; D) RETTIFICHE VALORE di ATTIVITÀ FINANZ. 18) rivalutazioni: a) di partecipazioni; b) di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni; c) di titoli iscritti nell’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni; 19) svalutazioni: 10) ammortamenti e svalutazioni: a) ammortamento delle immobilizzazioni immateriali; b) ammortamento delle immobilizzazioni materiali; c) altre svalutazioni delle immobilizzazioni; d) svalutazioni dei crediti compresi nell'attivo circolante e delle disponibilità li id ; liquide 11) variazione di materie prime, delle rimanenze di materie sussidiarie, di consumo e merci; 12) accantonamento per rischi; 13) altri accantonamenti; 14) oneri diversi di gestione; TOTALE COSTI PRODUZIONE (B) DIFFER. tra VALORE e COSTI PRODUZIONE (A-B) C) PROVENTI e ONERI FINANZIARI 15) proventi da partecipazioni (con separata indicazione di quelli di imprese controllate e collegate); a) di partecipazioni; b) di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni; c) di titoli iscritti nell’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni; TOTALE RETTIFICHE (D) = 18 - 19 E)) PROVENTI e ONERI STRAORDINARI 20) proventi (con separata indicazione delle plusvalenze da alienazioni non iscrivibili al n. 5); 21) oneri (con separata indicazione delle minusvalenze da alienazioni non iscrivibili al n. 14 e delle imposte di esercizi precedenti); TOTALE PARTITE STRAORD. (E) = 20 - 21 RISULTATO PRIMA delle IMPOSTE (A – B +/- C +/- D +/- E) 22) imposte sul reddito dell'esercizio, correnti, differite, anticipate; 23) Utile (perdita) dell’esercizio G.GHELFI Le aree gestionali secondo la logica economicoeconomicoaziendale e il CE civilistico (art. 2425 c.c.) Gestioni interne (logica ec.az.) Car. Acc. Fin. Str. Trib. x x x x Conto Economico secondo il Codice Civile A) valore della produzione B) costi della produzione x x x C) 15)-16) proventi finanziari C) 17) oneri finanziari D) rettifiche di valore di att.fin. E) 20) proventi straordinari E) 21) oneri straordinari x x Voce 22) Imposte sul reddito G.GHELFI 28 Le riclassificazioni dello SP 1 2 3 G.GHELFI La riclassificazione dello SP • E’ finalizzata: • all’analisi della struttura finanziaria e • alla valutazione della coerenza ed equilibrio tra fonti e di impieghi, in base alla loro tipologia: scadenza e natura 1 • Gli schemi di riclassificazione più diffusi seguono: 2 3 – Il criterio finanziario della liquidità/esigibilità q g (=realizzabilità) nei 12 mesi successivi alla data di riferimento dello SP oggetto di osservazione – il criterio della pertinenza gestionale delle voci alle diverse aree di gestione come in precedenza definite – il criterio civilistico G.GHELFI 1 Introduzione alle riclassificazioni dello SP. Il concetto di capitale “circolante” Il capitale “ i “circolante”… l t ” (= di giro = di esercizio) Logica temporale …nei 12 mesi dalla chiusura del periodo amministrativo oppure Prospettiva spaziale …nell’arco di un ciclo operativo aziendale normale Criterio finanz. 12 mesi Attività a breve termine Passività a breve termine Abt - Pbt = CCNbt Criterio della pertinenza gest. Attività (caratteristiche) correnti Passività (caratteristiche) correnti Ac - Pc = CCNc G.GHELFI Introduzione alle riclassificazioni dello SP. Il concetto di capitale “immobilizzato” Il capitale “immobilizzato” (= per piùù cicli) “immobilizzato”… Logica temporale …oltre 12 mesi dalla chiusura del periodo amministrativo Criterio finanz. 12 mesi Attività a medio-lungo termine Passività a medio-lungo termine oppure Prospettiva spaziale …nell’arco di più cicli operativi aziendali normali Criterio della pertinenza gest. Attività (caratteristiche) fisse Passività (caratteristiche) fisse Altre attività e passività immobilizzate G.GHELFI 2 Lo SP finanziario 1 G.GHELFI La riclassificazione dello SP per liquidità/esigibilità. IMPIEGHI FONTI di risorse finanziarie Al Alto LI LD grado di liquid. L A Abt nette Pmlt Amlt nette Basso Al Alto Pbt MP C A P . grado di esigib. Perm. Basso G.GHELFI 3 La riclassificazione dello SP per liquidità/esigibilità. Osservazioni su alcuni aggregati IMPIEGHI FONTI di risorse finanziarie LI CCLbt LD L A Dal capitale circolante lordo a breve termine (CCLbt), detraendo l’importo delle passività a breve termine (Pbt), si ottiene il Capitale Circolante Netto a breve termine (Net Working Capital) per il quale viene Abt nette Pbt CCNbt (o NWC) Pmlt Amlt nette MP C A P . Perm. utilizzato il simbolo CCNbt. G.GHELFI Lo SP per pertinenza gestionale 2 G.GHELFI 4 La Riclassificazione dello SP secondo pertinenza gestionale • La logica g p per aree g gestionali o a p pertinenza gestionale – riclassifica per aree funzionali, isolando le poste afferenti la gestione caratteristica (=operativa) delle altre aree gestionali: • impieghi/disimpieghi caratteristici (= operativi in senso stretto) – correnti / fissi • finanziamenti/rimborsi A Area extracaratteristica t tt i ti – capitale l proprio / di d terzi • eventualmente gestioni accessorie – consente quindi l’identificazione e l’aggregazione separata delle aree attinenti la dinamica entrate/uscite – presta particolare attenzione al ciclo caratteristico che può essere suddiviso in tre fasi: acquisto/trasformazione/vendita G.GHELFI OTTICA ECONOMICO AZIENDALE Le aree gestionali o funzionali 1 CARATTERISTICA=TIPICA = OPERATIVA IN SENSO STRETTO 2 ACCESSORIA/PATRIMONIALE 3 FINANZIARIA 4 STRAORDINARIA 5 TRIBUTARIA G.GHELFI 5 OTTICA ECONOMICO AZIENDALE Le aree gestionali o funzionali nello SP Gestione caratteristica netta 1 CARATTERISTICA=TIPICA = OPERATIVA IN SENSO STRETTO 2 ACCESSORIA/PATRIMONIALE 3 FINANZIARIA 4 STRAORDINARIA C fl i Confluisce nella ll gestione ti caratteristica netta 5 TRIBUTARIA Confluisce nella gestione caratteristica netta Gestione accessoria netta Gestione finanziaria netta G.GHELFI OTTICA ECONOMICO AZIENDALE Le aree gestionali o funzionali nello SP Avvio produzione Costo Ciclo tecnico Ottenimento Prodotto/servizio finito Ciclo reddituale Pagamento Ciclo monetario Ricavo Incasso G.GHELFI 6 OTTICA ECONOMICO AZIENDALE Le aree gestionali o funzionali nello SP Avvio produzione Ciclo tecnico Costo Ottenimento Prodotto/servizio finito Ricavo Ciclo reddituale Pagamento Incasso Ciclo monetario Ciclo operativo aziendale G.GHELFI La Riclassificazione dello SP secondo pertinenza gestionale IMPIEGHI FONTI di risorse finanziarie 1 CIN caratt. o CIONCapitale Gestione Caratteristica 2 Gestioni Accessorie 3 investito Netto Caratteristico Gestione Finanziaria Posizione Finanziaria Netta <0 MP Mezzi propri G.GHELFI 7 La Riclassificazione dello SP secondo pertinenza gestionale IMPIEGHI FONTI di risorse finanziarie Attività Caratteristiche Gestioni / Reali Attività Immobiliari Attività Accessorie accessorie Passività Caratteristiche Indebitamento finanziario (a BT e a MLT) PFN MP Mezzi propri Altre CIN caratt. o CIONCapitale investito Netto Caratteristico Posizione Finanziaria Netta <0 Gestione/ attitività finanziaria di finanziamento / rimborso G.GHELFI La Riclassificazione dello SP secondo pertinenza gestionale IMPIEGHI FONTI di risorse finanziarie Attività Caratteristiche Correnti Acorr Attività Caratter. Fisse Afix Gestioni / Reali Attività Immobiliari Attività Accessorie accessorie Altre Passività Caratt Correnti Caratt. Pcorr Passività Caratt. Fisse Pfix Indebitamento finanziario (a BT e a MLT) PFN MP Mezzi propri CCN corrente Capitale Circolante Netto Corrente CIN caratt. o CIONCapitale investito Netto Caratteristico Posizione Finanziaria Netta <0 Gestione/ attitività finanziaria di finanziamento / rimborso G.GHELFI 8 La Riclassificazione dello SP secondo pertinenza gestionale IMPIEGHI FONTI di risorse finanziarie Gestione corrente o Attività di esercizio CR comm MAG Gestione/ Attività di investimento / disinvestimento Attività Caratt Caratt. Correnti Acorr Attività Caratt. Fisse Afix Gestioni / Reali Attività Immobiliari Attività Accessorie accessorie Passività Caratt Correnti Caratt. Pcorr Passività Caratt. Fisse Pfix Indebitamento finanziario (a BT e a MLT) PFN MP Mezzi propri Altre CCN corrente Capitale Circolante Netto Corrente CIN caratt. o CIONCapitale investito Netto Caratteristico Posizione Finanziaria Netta <0 Gestione/ attitività finanziaria di finanziamento / rimborso G.GHELFI La Riclassificazione dello SP secondo pertinenza gestionale Gestione corrente o Attività di esercizio Attività di dis/investimento IMPIEGHI CIN caratteristico Reali Gestioni / Immobiliari Attività Attività Accessorie accessorie Altre CIN caratt. FONTI Indebitamento finanziario ( BT e a MLT) (a MP Capitale investito Netto Caratteristico PFN Gestione/ attitività finanziaria di finanziamento / rimborso G.GHELFI 9 Lo SP civilistico 3 G.GHELFI La riclassificazione dello Stato Patrimoniale nel C.C. 3. 4. Lo stato patrimoniale previsto dal C.C. presenta una struttura a sezioni contrapposte, ma il criterio adottano non è quello finanziario. Il Legislatore prevede infatti che “gli elementi patrimoniali destinati ad essere utilizzati durevolmente devono essere iscritti tra le immobilizzazioni ”, assumendo pertanto come criterio di discriminazione tra le poste dell’attivo quello della “destinazione naturale”, durevole o meno. A) Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti A) Patrimonio netto B) Fondi per rischi ed oneri B) Immobilizzazioni C) Trattamento di Fine Rapporto C) Attivo circolante D) Debiti D) Ratei e Risconti attivi E) Ratei e Risconti passivi G.GHELFI 10 STATO PATRIMONIALE ATTIVITÀ (Art. 2424 e 2424-bis) A) CREDITI VERSO SOCI per VERSAMENTI ANCORA DOVUTI TOTALE CREDITI verso SOCI (A) 4) azioni proprie, con indicazione anche del valore nominale complessivo B) IMMOBILIZZAZIONI (Con separata indicazione di C) ATTIVO CIRCOLANTE I - Rimanenze: quelle concesse in locazione finanziaria) I - Immobilizzazioni immateriali: P.C. n. 24 1) costi di impianto e di ampliamento; 2) costi di ricerca, sviluppo e pubblicità; 3) diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione opere dell'ingegno; 4) concessioni, licenze, marchi e diritti simili; 5) avviamento; 6) immobilizzazioni in corso e acconti; 7) altre 1) 2) 3) 4) 5) terreni e fabbricati; impianti e macchinario; attrezzature industriali e commerciali; altri beni; immobilizzazioni in corso e acconti TOTALE I TOTALE II III - Immobilizzazioni finanziarie (con separata indicazione, per ciascuna voce voce, degli importi esigibili entro ll’esercizio esercizio successivo - le partecipazioni di controllo o collegamento si presumono immobilizzazioni finanziarie): 1) partecipazioni in: P.C. n. 13 materie prime, sussidiarie e di consumo; prodotti in corso lavorazione e semilavorati; lavori in corso su ordinazione; P.C. n. 23 prodotti finiti e merci; acconti TOTALE I II - Crediti (con separata indicazione, per ciascuna voce degli importi II - Immobilizzazioni materiali: P.C. n. 16 1) 2) 3) 4) 5) TOTALE III TOTALE IMMOBILIZZAZIONI (B) P.C. nn. 20 e 21 a) imprese controllate; b) imprese collegate; c) imprese controllanti (*); d) altre imprese; esigibili oltre I'esercizio successivo): 1) verso clienti; 2) verso imprese controllate; 3) verso imprese collegate; 4) verso imprese controllanti; 4-bis) crediti tributari; 4-ter) imposte anticipate 5) verso altri P.C. n. 15 TOTALE II III - Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni: 1) 2) 3) 4) 5) 6) partecipazioni in imprese controllate; partecipazioni in imprese collegate; partecipazioni imprese controllanti; altre partecipazioni; azioni proprie, con indicazione anche del val.nominale complessivo; altri titoli TOTALE III IV - Disponibilità liquide: 1) depositi bancari e postali, 2) assegni, 3) denaro e valori in cassa 2) crediti: a) verso imprese controllate; b) verso imprese collegate; c) verso controllanti; d) verso altri; P.C. n. 14 TOTALE IV TOTALE ATTIVO CIRCOLANTE (C) D) RATEI e RISCONTI (con separata indicaz. del disaggio su prestiti) 3) altri titoli; TOTALE RATEI e RISCONTI (D) G.GHELFI STATO PATRIMONIALE PASSIVO (Art. 2424 e 2424-bis) A) PATRIMONIO NETTO P. C. n. 28 I Capitale II Riserva da soprapprezzo delle azioni III Riserve di rivalutazione IV Riserva legale V Riserva Ri per azioni i i proprie i in i portafoglio t f li VI Riserve statutarie VII Altre riserve (distintamente) VIII Utili (perdite) portati a nuovo IX Utile (perdita) dell’esercizio TOTALE PATRIMONIO NETTO (A) B) FONDI per RISCHI ed ONERI 1) per trattamento di quiescenza, ecc.; P.C. n. 19 2) per imposte, anche differite; P.C. nn. 19 e 25 3) altri P.C. n. 26 TOTALE FONDI per RISCHI e ONERI (B) C) T.F.R. di lavoro subordinato P.C. n. 19 D) DEBITI (con separata indicazione per ciascuna voce, degli importi esigibili oltre l’esercizio successivo): 1) obbligazioni; 2) obbligazioni convertibili; 3) debiti verso soci per finanziamenti 4) d debiti biti verso banche; b h 5) debiti verso altri finanziatori; 6) acconti; 7) debiti verso fornitori; 8) debiti rappresentati da titoli di credito; 9) debiti verso imprese controllate; 10) debiti verso imprese collegate; 11) debiti verso controllanti; P.C. n. 25 12) debiti tributari; 13) debiti verso istituti di previdenza e sicurezza sociale; 14) altri debiti TOTALE DEBITI (D) E) RATEI e RISCONTI (con separata indicazione dell’aggio su prestiti) TOTALE T.F.R. (C) P.C. N. 18 TOTALE RATEI e RISCONTI (E) G.GHELFI 11 Gli indicatori di bilancio G.GHELFI Gli indicatori di “composizione” G.GHELFI 1 Gli indicatori di composizione dello SP finanziario Indicatori della sezione degli impieghi: • Indice di elasticità degli impieghi = Abt / TotATTIVITASPFIN • Indice di rigidità degli impieghi = Amlt / TotATTIVITASPFIN Indicatori della sezione delle fonti: • Indice di rigidità dei finanziamenti = (Pmlt+MP) / TotPASSIVOSPFIN= TotPASSIVOSPFIN= = CAP.PERM. / TotPASSIVOSPFIN • Indice di dipendenza finanziaria = Mezzi di Terzi / TotPASSIVOSPFIN = = (Pbt + Pmlt) / TotPASSIVOSPFIN • Indice di indebitamento (o leverage) = TotPASSIVOSPFIN / MP G.GHELFI Gli indicatori di composizione del CE • ROS = Return On Sales = Tasso di redditività delle vendite = ROGC / V • Tasso di incidenza della gestione extracaratteristica = RN/ RN/ROGC ROGC = 1 gest.extra =0 > 1 gest.extra intergra < 1 gest gest.extra e t a rettifica ett ca = 0 gest.extra =opposta < 0 gest.rettifica e ribalta • Incidenza degli oneri finanziari = Ris.gest.fin./ Ris.gest.fin./ROGC ROGC • Incidenza degli oneri tributari = ON.TRIB /ROGC /ROGC (si dovrebbero “esplodere” tra le varie aree gest.) • Incidenza della gest. straordinaria= Ris.gest.str./ Ris.gest.str./ROGC ROGC G.GHELFI 2 Gli indicatori di “situazione” G.GHELFI Gli indicatori di situazione finanziaria (liquidità/solvibilità/solidità) • La riclassificazione dello SP è volta ad appurare le condizioni di solvibilità (lato sensu) dell’impresa, ovvero la capacità dell'impresa dell impresa di far fronte ai propri debiti. La solvibilità può essere apprezzata a due livelli: • solvibilità nel brevissimo (liquidità liquidità)) e nel breve termine (solvibilità solvibilità)) • solvibilità nel medio medio-lungo termine (solidità patrimoniale) patrimoniale) G.GHELFI 3 L’analisi della liquidità/solvibilità CCN • Abt - Pbt = CCNbt (capitale circolante netto a breve termine) • La differenza esprime il flusso potenziale di liquidità netta (positivo o negativo) che si evidenzierà nei successivi 12 mesi dalla data di riferimento del bilancio oggetto di riclassificazione: • • • • • per effetto della gestione condotta sino alla data di riferimento del bilancio portando a termine i cicli in corso alla data di riferimento del bilancio sulla base del principio del costo (es. per rimanenze di magazzino) prescindendo dall’attivazione ((inevitabile)) di nuovi cicli ((tecnici, p economici, monetari) nell’ipotesi in cui la riclassificazione adottata sia corretta G.GHELFI Gli indicatori di situazione finanziaria (liquidità/solvibilità) • Richiedono il confronto tra classi di valori appartenenti a sezioni diverse dello stesso prospetto di sintesi (SP) • Il confronto è nella forma di – indice (rapporto, %) o – margine (differenza, €) INDICI: MARGINI: • Abt/Pbt=indice di disponibilità (current ratio) • Abt-Pbt = CCNbt = capitale circolante netto a breve termine • (LI (LI+LD)/Pbt LD)/Pbt = indice i di di liquidità secondaria (quick ratio) • (LI (LI+LD)-Pbt LD) Pb = margine i di tesoreria = 1°MdT • LI/Pbt = indice di liquidità primaria (acid ratio) G.GHELFI 4 Gli indicatori di situazione finanziaria Indici e margini di solidità • Richiedono il confronto tra classi di valori appartenenti a sezioni diverse dello stesso prospetto di sintesi (SP) • Il confronto è nella forma di – indice (rapporto, %) o – margine (differenza, €) INDICI: MARGINI: • MP/Amlt=indice di autocopertura delle immobilizzazioni tecniche (ind.di autocop) o tecn.+finanz.) (ind.di autocop allargato) • (MP+P (MP+Pmlt)/Amlt lt)/A lt = indice i di di copertura t globale delle immobilizzazioni • (Pbt+Pmlt) / TotPASSIVOSPFIN = indice di dipendenza finanziaria • (TotPASSIVOSPFIN/MP) = indice di indebitamento = Leverage • (MP - Amlt) = 1°marg. di struttura o 1°marg.di strutt.allargato • (MP+Pmlt - Amlt) = 2°marg.di struttura • P.N. tangibile= MP Immob.Immat.nette G.GHELFI Gli indicatori di durata, rotazione e produttività dilazioni e permanenza GIORNI MEDI DI • INCASSO • PAGAMENTO • LAVORAZIONE • PERMANENZA G.GHELFI 5 Gli indicatori di durata, rotazione e produttività dilazioni e permanenza La durata del ciclo del circolante b Periodo medio di riscossione dei crediti a Permanenza media in magazzino delle scorte Periodo medio di pagamento dei fornitori c a + b - c = periodo i d medio di che h intercorre tra i pagamenti per materiali e servizi utilizzati e gli incassi dei crediti Fabbisogno finanziario G.GHELFI Gli indicatori di durata, rotazione e produttività Dagli indicatori di rotazione ai tassi di rotazione • Indici di durata media: – dei crediti comm.li: CR.comm.bt+mlt / [(Ricavi netti + iva) / 365] – dei debiti comm.li: DB.comm.bt+mlt / [(Costi acq.mp, merci, serv + iva) / 365] – del magazzino: Rim. Fin. / [(costo del venduto) / 365], dove il costo del venduto = acq.mp e merci è costi serv.+god beni 3’ + var rim. Mp e merci + costi personale - var. riman.-lav in corso • Tassi di rotazione: rotazione – del circolante: Ricavi netti / Attività circolanti – dei crediti comm.li: (Ricavi netti + iva) / CR.comm – del magazzino: (costo del venduto/Rim. Fin.) G.GHELFI 6 Gli indicatori di redditività I quozienti operativi Dal ce gestionale ROI = ROGC CIN Dallo SP pert. Gest. G.GHELFI ROE = RN PN G.GHELFI 7 La leva finanziaria G.GHELFI Gli indicatori di redditività I quozienti operativi • IL ROE e la LEVA FINANZIARIA: ROI ROE i=ROD ROI > i ROE ROI i PFN/MP G.GHELFI 8 Gli indicatori di redditività I quozienti operativi • IL ROE e la LEVA FINANZIARIA: ROI ROE i=ROD ROI < i i ROI PFN/MP ROE G.GHELFI Gli indicatori di redditività I quozienti operativi • IL ROE e la LEVA FINANZIARIA: ROI ROE i=ROD i ROI ROE PFN/MP G.GHELFI 9 L’analisi dei flussi finanziari. Il rendiconto finanziario G.GHELFI Il rendiconto finanziario • E’ un prospetto che raggruppa, in relazione a determinati obiettivi conoscitivi, e con riferimento ad un determinato periodo temporale, i flussi di risorse finanziarie: – che si sono manifestati (analisi storica) – o che si manifesteranno (analisi prospettica) • Le configurazioni che il rendiconto finanziario può assumere sono molteplici: naturalmente, aumentando l’estensione dell’accezione di “risorse finanziarie” (es. liquidità ào CCN) utilizzata per la costruzione del rendiconto, la visione dell’andamento finanziario diventa via via più globale (e perciò, a volte, meno efficace) G.GHELFI 1 Il rendiconto finanziario • Secondo il PPCC n. 12 del CNDCR, il rendiconto finanziario può essere predisposto, in funzione del concetto di risorse finanziarie accolto, come segue: – RENDICONTO FINANZIARIO IN TERMINI DI “LIQUIDITA’ ”, che espone: A1 • le variazioni di liquidità. Tale RF pone enfasi sull’esposizione delle variazioni nella situazione patrimoniale e finanziaria in termini di liquidità oppure A2 • i flussi di liquidità.Tale RF, che rappresenta l’evoluzione tecnica del precedente, pone l’enfasi sui flussi di liquidità derivanti dalle variazioni nella situazione patrimoniale-finanziaria. B – RENDICONTO FINANZIARIO IN TERMINI DI “CAPITALE CIRCOLANTE NETTO” A G.GHELFI A Il rendiconto finanziario in termini di liquidità • Secondo il PPCC n. 12 del CNDCR, il rendiconto finanziario in termini di liquidità fa riferimento al seguente t concetto tt di liliquidità: idità – disponibilità liquide in cassa e presso banche + altri depositi di denaro immediatamente prelevabili senza rischio di cambiamento di valore • I conti correnti bancari passivi non rientrano nel concetto di liquidità per il CNDCR (diversamente da quanto t iin precedenza d previsto i t dal d l PPCC 2 e IAS 7) • I PPCC dello IASB considerano come concetto di risorse finanziarie anche il “cash equivalents”, che include, oltre alle attività sopra individuate, anche attività finanziarie a breve termine altamente liquide. G.GHELFI 2 A Il rendiconto finanziario in termini di liquidità LE DIVERSE ACCEZIONI DI “RISORSE FINANZIARIE”: • CASSA E C/C ATTIVI; • CASSA E C/C ATTIVI AL NETTO C/C PASSIVI; • CASSA E C/C ATTIVI (A VISTA) AL NETTO DEI C/C PASSIVI (RIMBORSABILI A VISTA E RELATIVI A C/C CON SALDO CHE SPESSO OSCILLA TRA L’ESSERE POSITIVO O NEGATIVO) PIÙ I TITOLI A BREVE SCADENZA E AD ALTA LIQUIDITA’; • LIQUIDITA’ IMMEDIATE E DIFFERITE AL NETTO DEI CONTI BANCARI PASSIVI; • LIQUIDITA’ IMMEDIATE E DIFFERITE AL NETTO DELLE PASSIVITA’ CORRENTI; • CAPITALE CIRCOLANTE NETTO; • RISORSE FINANZIARIE TOTALI. G.GHELFI A Il rendiconto finanziario in termini di liquidità • ACCEZIONE DI LIQUIDITA’ QUI ACCOLTA: • CASSA • + DEPOSITI BANCARI • - CONTI CORRENTI PASSIVI G.GHELFI 3 A1 Il rendiconto finanziario delle variazioni di liquidità G.GHELFI Il rendiconto finanziario delle variazioni di liquidità A1 • Si compone di due parti: – la prima, che espone le variazioni subite durante l’esercizio dalla situazione patrimoniale-finanziaria, connesse con movimenti nella liquidità prima definita – la seconda seconda, che mostra tutte quelle altre variazioni della situazione patrimoniale-finanziaria che non sono connesse a movimenti finanziari (es. conferimento di impianti, acquisizione di partecipazioni mediante aumento di capitale sociale, ecc) G.GHELFI 4 Il rendiconto finanziario delle variazioni di liquidità A1 • Le fonti e gli impieghi di liquidità possono essere così riassunti: – FONTI • • • • flusso di liquidità generato dalla gestione reddituale ricavato dalla vendita di immobilizzazioni (mat.,immat.,finanziarie) assunzione di finanziamenti passivi e incasso di finanziamenti attivi aumenti di capitale – IMPIEGHI • • • • • flusso di liquidità assorbito dalla gestione reddituale acquisizione di immobilizzazioni (mat.,immat.,finanziarie) rimborso di finanziamenti passivi e concessione di finanziamenti attivi diminuzione di capitale pagamento di dividendi G.GHELFI Caso “Verde” G.GHELFI 5 Il rendiconto finanziario Verde spa delle variazioni di liquidità A1 • La tecnica di redazione del rendiconto finanziario di liquidità. q La configurazione g accolta di liquidità q è data da: cassa + banche attive - banche passive • Pertanto: • cassa + banche attive - banche passive al 31/12/x = 100 150 = -50 • cassa + banche attive - banche passive al 31/12/x+1 = 250 - 350 = -100 • Variazione dis/avanzo di liquidità: -100- (-50) = -50 G.GHELFI Il rendiconto finanziario Verde spa delle variazioni di liquidità A1 • Per compilare la prima parte del rendiconto finanziario per variazioni di liquidità occorre utilizzare le informazioni di cui alle tab. 2.2 - 2.3 - 2.4 - 2.5, al fine di individuare le fonti e gli impieghi di “liquidità” • a) PATRIMONIO NETTO: – Si evidenziano impieghi per 185 per pagamento di dividendi e fonti per 150 derivante da un aumento di capitale a pagamento, sottoscritto e versato. – Il risultato dell’esercizio è in utile di 550 • b) IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI: – L’incremento delle immobilizzazioni materiali per 750 (tab. 2.5) è costituito dall’acquisto da terzi di altri cespiti: siamo, quindi, di fronte ad un impiego G.GHELFI 6 Il rendiconto finanziario Verde spa delle variazioni di liquidità A1 • Segue..b) IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI: – L’incremento delle immobilizzazioni materiali per 750 (tab. 2 5) è costituito dall 2.5) dall’acquisto acquisto da terzi di altri cespiti: siamo, siamo quindi, di fronte ad un impiego. – L’incremento del fondo ammortamento di 150 è rappresentato dall’accantonamento dell’esercizio; non essendo costo monetario occorre portare tale importo in aumento dell’utile dell’esercizio e quindi del flusso di liquidità derivante dalla gestione reddituale – Nel corso dell’esercizio si sono verificate dismissioni di macchinari per un costo storico di 100, ammortizzate per 50, con una plusvalenza da alienazione di 10. Nel rendiconto finanziario occorre pertanto inserire 60 come fonte e sottrarre 10 dal risultato dell’esercizio e quindi dal flusso di liquidità derivante dalla gestione reddituale G.GHELFI Il rendiconto finanziario Verde spa delle variazioni di liquidità A1 • c) TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO: – L’incremento c e e to netto etto ammonta a o ta a 25, 5, dato da 30 ddi accantonamento meno 5 di utilizzo. L’importo di 25 va ad aumentare l’utile netto. • d) DEBITI VERSO ALTRI ISTITUTI FINANZIARI: – Nell’esercizio è stato assunto un mutuo passivo di 300, che rappresenta una fonte di liquidità G.GHELFI 7 Il rendiconto finanziario Verde spa delle variazioni di liquidità A1 • e) CREDITI VERSO CLIENTI: – L’aumento dei crediti verso clienti, pari a 1.300, deve essere sottratto all’utile netto, in quanto tale aumento rappresenta il minor ammontare incassato dai clienti rispetto ai ricavi accreditati per competenza al conto economico. – Crediti 31/12/x: 400 – Crediti 31/12/x+1: 1.500 (p (post svalutazione di 200)) – Variazione crediti: • impiego di 1500+200 -400 = 1.300 • rettifica dell’utile netto = 200 G.GHELFI Il rendiconto finanziario Verde spa delle variazioni di liquidità A1 • f) RATEI E RISCONTI ATTIVI: – La diminuzione di 10 deve essere sommata all’utile dell’esercizio: il decremento dei ratei attivi rappresenta infatti l’eccedenza dei ricavi incassati rispetto a quelli imputati al conto economico; il decremento dei risconti attivi, a sua volta, rappresenta l’ammontare dei costi pagati in meno rispetto a quelli addebitati al conto economico • g) GIACENZE DI MAGAZZINO: – L’aumento delle giacenze di magazzino, pari a 100, deve essere sottratto dall’utile dell’esercizio, poiché deriva da un maggior volume degli acquisti e/o della produzione rispetto alle vendite G.GHELFI 8 Il rendiconto finanziario Verde spa delle variazioni di liquidità A1 • h) DEBITI V/FORNITORI PER FORNITURE D’ESERCIZIO: – l’aumento di 240 dei debiti per i fornitori va aggiunto al risultato d’esercizio, in quanto non tutti gli acquisti effettuati nell’esercizio sono stati pagati. – Debiti al 31/12/x = 160 – Debiti al 31/12/x+1 = 400 – Acquisti esercizio = 420 – I pagamenti nell’esercizio ammontano pertanto a 420+160 - 400 = 180; l’effetto sulla liquidità è stato positivo. G.GHELFI Il rendiconto finanziario Verde spa delle variazioni di liquidità A1 • i) RATEI E RISCONTI PASSIVI: – La diminuzione dei ratei e risconti passivi per 25 deve essere dedotta dall’utile netto: il decremento dei ratei passivi, infatti, rappresenta l’eccedenza delle spese pagate rispetto a quelle addebitate al conto economico; la riduzione dei risconti passivi, a sua volta, rappresenta l’ammontare dei ricavi incassati in meno rispetto a quelli accreditati al conto economico • l) DEBITI TRIBUTARI: – L’aumento dei debiti tributari di 510 va aggiunto al risultato dell’esercizio G.GHELFI 9 Il rendiconto finanziario Verde spa delle variazioni di liquidità A1 • m) DEBITI V/FORNITORI PER IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI: – L’aumento dei debiti verso fornitori di cespiti, per 125, rappresenta una fonte di liquidità, perché significa che non tutti gli acquisti di immobilizzazioni effettuati nell’esercizio sono stati pagati G.GHELFI A1 Il rendiconto finanziario Verde spa delle variazioni di liquidità • Si evidenzia nella tab. 3.2 il rendiconto delle variazioni di liquidità. q • La seconda parte risulta non compilata in quanto non sussistono variazioni della situazione patrimoniale finanziaria non connesse a variazioni di liquidità • Mentre la tab. 3.2 fa riferimento al concetto di liquidità i intesa come “cassa + banche b h c/c / attivi i i - banche b h c/c / passivi”, (PPCC 2, IAS 7) la tab. 3.3 la limita alle poste “cassa + banche c/c attivi” (PPCC12) G.GHELFI 10 Liquidità = cassa + conti correnti bancari attivi - conti correnti bancari passivi tab. 3.2 - VERDE Spa: rendiconto finanziario per VARIAZIONI di liquidità tab. 5.14 - VERDE Spa: rendiconto finanziario per FLUSSI di liquidità FONTI DI FINANZIAMENTO Utile netto rettifiche relative alle voci che non hanno avuto effetto sulla liquidità: - ammortamenti - accantonamento al fondo sv.crediti - plusvalenza da realizzo macchinari - aumento crediti v/clienti - diminuzione ratei e risconti attivi - aumento giacenze di magazzino - aumento deb.v/forn.per forniture d'esercizio - diminuzione ratei e risconti passivi - aumento debiti tributari - trattamento di fine rapporto: accantonamento - trattamento di fine rapporto: pagamento Liquidità generata dalla gestione reddituale Aumento debiti v/fornitori per immob.materiali Mutui assunti nell'esercizio Aumento capitale sociale V dit macchinari Vendita hi i TOTALE FONTI DI FINANZIAMENTO GESTIONE REDDITUALE a 550 b e b e f g h i l c c 150 200 -10 -1.300 10 -100 240 -25 510 30 -5 250 m d a b 125 300 150 60 Utile netto rettifiche relative alle voci che non hanno avuto effetto sulla liquidità: - ammortamenti - accantonamento al fondo sv.crediti - plusvalenza da realizzo macchinari - aumento crediti v/clienti - diminuzione ratei e risconti attivi - aumento giacenze di magazzino - aumento deb.v/forn.per forniture d'esercizio - diminuzione ratei e risconti passivi - aumento debiti tributari - trattamento di fine rapporto: accantonamento - trattamento di fine rapporto: pagamento Liquidità generata dalla gestione reddituale +FONTI - IMPIEGHI DI LIQUIDITA' +LIQUIDITA' INIZIALE =LIQUIDITA' FINALE G.GHELFI A2 550 b e b e f g h i l c c 150 200 -10 -1.300 10 -100 240 -25 510 30 -5 250 ATTIVITA' DI INVESTIMENTO/DISINVESTIMENTO 885 IMPIEGHI DI LIQUIDITA' Acquisiti immobilizzazioni materiali Pagamento dividendi TOTALE IMPIEGHI DI LIQUIDITA' a Acquisiti immobilizzazioni materiali b Vendita macchinari b A Aumento t debiti d biti v/fornitori /f it i per iimmob.materiali b t i li m Liquidità generata dalla gestione degli investimenti -750 60 125 -565 ATTIVITA' DI FINANZIAMENTO/RIMBORSO b a 750 185 935 -50 -50 -100 Mutui assunti nell'esercizio Aumento capitale sociale Pagamento dividendi Liquidità generata dalla gestione finanziaria +FONTI - IMPIEGHI DI LIQUIDITA' +LIQUIDITA' INIZIALE =LIQUIDITA' FINALE d a a 300 150 -185 265 -50 -50 -100 Il rendiconto finanziario dei flussi di liquidità G.GHELFI 11 Il rendiconto finanziario dei flussi di liquidità A2 E' UN PROSPETTO CHE ESPONE I FLUSSI DI LIQUIDITÀ AVVENUTI DURANTE L'ESERCIZIO CLASSIFICATI SECONDO LA TIPOLOGIA DI ATTIVITÀ CHE LI HA GENERATI GENERATI: 1. ATTIVITÀ OPERATIVA (O D'ESERCIZIO, O REDDITUALE, O CORRENTE): RAPPRESENTA LA PRINCIPALE ATTIVITÀ GENERATRICE DI RICAVI E LE ALTRE ATTIVITÀ DI GESTIONE CHE NON SONO DI INVESTIMENTO O FINANZIARIE; 2. ATTIVITÀ D'INVESTIMENTO D'INVESTIMENTO: COMPRENDE GLI ACQUISTI Q E LE VENDITE DI IMMOBILIZZAZIONI E GLI ALTRI INVESTIMENTI NON RIENTRANTI NELLE DISPONIBILITÀ LIQUIDE EQUIVALENTI; 3. ATTIVITÀ FINANZIARIA: FINANZIARIA COMPRENDE L'OTTENIMENTO E IL RIMBORSO DI PRESTITI DA TERZI E LE OPERAZIONI RELATIVE AL CAPITALE PROPRIO. G.GHELFI Il rendiconto finanziario dei flussi di liquidità A2 Verde spa • Le operazioni di – investimento – finanziamento che non danno luogo a movimenti finanziari devono essere riportate in forma tabellare in calce al Rendiconto Finanziario. • tab. 5.14 RF flussi di liquidità (cassa e banche attive e passive) • tab. 5.15 RF flussi di liquidità (cassa e banche attive) G.GHELFI 12 Liquidità = cassa + conti correnti bancari attivi - conti correnti bancari passivi tab. 3.2 - VERDE Spa: rendiconto finanziario per VARIAZIONI di liquidità tab. 5.14 - VERDE Spa: rendiconto finanziario per FLUSSI di liquidità FONTI DI FINANZIAMENTO Utile netto rettifiche relative alle voci che non hanno avuto effetto sulla liquidità: - ammortamenti - accantonamento al fondo sv.crediti - plusvalenza da realizzo macchinari - aumento crediti v/clienti - diminuzione ratei e risconti attivi - aumento giacenze di magazzino - aumento deb.v/forn.per forniture d'esercizio - diminuzione ratei e risconti passivi - aumento debiti tributari - trattamento di fine rapporto: accantonamento - trattamento di fine rapporto: pagamento Liquidità generata dalla gestione reddituale Aumento debiti v/fornitori per immob.materiali Mutui assunti nell'esercizio Aumento capitale sociale V dit macchinari Vendita hi i TOTALE FONTI DI FINANZIAMENTO GESTIONE REDDITUALE a 550 b e b e f g h i l c c 150 200 -10 -1.300 10 -100 240 -25 510 30 -5 250 m d a b 125 300 150 60 Utile netto rettifiche relative alle voci che non hanno avuto effetto sulla liquidità: - ammortamenti - accantonamento al fondo sv.crediti - plusvalenza da realizzo macchinari - aumento crediti v/clienti - diminuzione ratei e risconti attivi - aumento giacenze di magazzino - aumento deb.v/forn.per forniture d'esercizio - diminuzione ratei e risconti passivi - aumento debiti tributari - trattamento di fine rapporto: accantonamento - trattamento di fine rapporto: pagamento Liquidità generata dalla gestione reddituale +FONTI - IMPIEGHI DI LIQUIDITA' +LIQUIDITA' INIZIALE =LIQUIDITA' FINALE G.GHELFI 550 b e b e f g h i l c c 150 200 -10 -1.300 10 -100 240 -25 510 30 -5 250 ATTIVITA' DI INVESTIMENTO/DISINVESTIMENTO 885 IMPIEGHI DI LIQUIDITA' Acquisiti immobilizzazioni materiali Pagamento dividendi TOTALE IMPIEGHI DI LIQUIDITA' a Acquisiti immobilizzazioni materiali b Vendita macchinari b A Aumento t debiti d biti v/fornitori /f it i per iimmob.materiali b t i li m Liquidità generata dalla gestione degli investimenti -750 60 125 -565 ATTIVITA' DI FINANZIAMENTO/RIMBORSO b a 750 185 935 -50 -50 -100 Mutui assunti nell'esercizio Aumento capitale sociale Pagamento dividendi Liquidità generata dalla gestione finanziaria +FONTI - IMPIEGHI DI LIQUIDITA' +LIQUIDITA' INIZIALE =LIQUIDITA' FINALE d a a 300 150 -185 265 -50 -50 -100 Il rend. finanz. dei flussi di liquidità. A2 Problemi applicativi La classificazione dei flussi finanziari secondo la tipologia di attività che li ha generati presenta problemi applicativi relativamente ad alcune vocii che h di seguito it sii considerano. id 1. Gli utili e le perdite derivanti dalla vendita di immobilizzazioni devono essere esclusi dall'attività operativa perché i flussi finanziari relativi riguardano l'attività di investimento. 2. Gli interessi pagati e gli interessi e dividendi ricevuti possono essere classificati l ifi ti come flussi fl i finanziari fi i i operativi ti i perché hé rientrano i t nella ll determinazione del risultato d'esercizio nell'ambito della gestione reddituale; in alternativa, gli interessi pagati e gli interessi e i dividendi riscossi possono essere classificati rispettivamente come flussi finanziari dall'attività finanziaria e di investimento, perché essi sono costi originati da finanziamenti ottenuti, ovvero ricavi da investimenti finanziari. G.GHELFI 13 Il rend. finanz. dei flussi di liquidità. A2 Problemi applicativi 3. I dividendi corrisposti possono essere classificati come flussi finanziari dell’attività finanziaria perché riconducibili ai finanziamenti effettuati dalla proprietà oppure, oppure in alternativa, alternativa possono essere rappresentati nell’attività operativa per consentire agli utilizzatori di determinare la capacità dell’impresa a corrispondere dividendi dai flussi finanziari operativi. In ogni caso, ciascuno dei flussi relativi ai dividendi ed interessi deve essere esposto separatamente nell’ambito della categoria scelta e tale classificazione l ifi i d deve essere mantenuta t t nell tempo. t 4. Le imposte sul reddito devono essere classificate come flussi finanziari dell’attività operativa; tuttavia, quando i flussi finanziari delle imposte sono identificabili (caso infrequente) con una specifica operazione della gestione finanziaria o di investimento, ad essa vanno attribuiti. G.GHELFI A La valenza conoscitiva dei rendiconti finanziari di liquidità G.GHELFI 14 La valenza conoscitiva dei rendiconti finanziari di liquidità A Nuovi fi finanziamenti i ti Disinvestimenti GESTIONE REDDITUALE liquidità Aumenti di capitale a pag. Rimborsi di capitale e dividendi G.GHELFI A2 Investimenti Rimborso di finanziamenti La valenza conoscitiva del RF • Dall’esame della composizione delle fonti si può comprendere se l’impresa è in grado di generare liquidità e quali caratteristiche hanno tali fondi. • Analizzando la composizione degli impieghi si individua come sono state utilizzate le risorse finanziarie. • Confrontando impieghi e fonti di liquidità si determina se la scelta delle fonti delle entrate è risultata valida ed adeguata rispetto alle uscite. G.GHELFI 15 A2 La valenza conoscitiva del RF • Si possono in sintesi formulare i seguenti giudizi: – Se la gestione (reddituale) corrente genera liquidità, ne deriva che l’impresa è tendenzialmente in grado di raggiungere l’equilibrio finanziario con le sue sole forze; ciò significa anche che, grazie alle fonti operative o interne, che producono liquidità, l’impresa può diminuire il grado di indebitamento verso terzi, quindi gli oneri finanziari, e può aumentare il suo grado di autonomia. Il giudizio è essenzialmente positivo. G.GHELFI A2 La valenza conoscitiva del RF – Se si ha prevalenza delle altre fonti di liquidità (derivanti dall’attività di finanziamento e/o di disinvestimento) la formulazione del giudizio diventa più complessa. Se si tratta di fonti irripetibili, nel senso che sono fonti alle quali sarà difficile poter ricorrere in futuro, futuro il giudizio sarà senz senz’altro altro negativo, negativo salvo che l’impresa non stia attuando una politica di sviluppo (esistendo una politica di forti investimenti si giustifica la necessità di ricorrere a nuove fonti di liquidità di natura straordinaria difficilmente ripetibili). In altri termini, se prevalgono le fonti esterne di natura straordinaria, senza che ciò si accompagni a fabbisogni monetari straordinari, significa che l’impresa ha aumentato il capitale proprio e/o ha assunto nuovi finanziamenti e/o ha effettuato disinvestimenti patrimoniali al fine di procurarsi delle entrate che sono state utilizzate per far fronte a esigenze gestionali di tipo ripetitivo. L’impresa non è in grado di generare un’adeguata liquidità con la sola gestione reddituale e ciò comporta l’esistenza di un serio rischio circa il manifestarsi, in futuro, di crisi di liquidità. G.GHELFI 16 A2 La valenza conoscitiva del RF – Se prevalgono gli impieghi correnti ciò significa che la gestione reddituale - anziché creare liquidità come sarebbe normale distrugge liquidità. La gestione reddituale consuma liquidità se i pagamenti per i costi e per i debiti correnti superano gli incassi per ricavi e crediti correnti. E’ una situazione patologica gravissima, che non può non portare a conseguenze negative, se non viene immediatamente ristabilito l’equilibrio monetario, e, a monte, l’equilibrio economico. Infatti, il consumo di liquidità per effetto della gestione reddituale non deriva di norma da una differente politica perseguita negli incassi (decelerati) e nei pagamenti (accelerati) ma da un’insufficienza dei ricavi che non riescono a coprire neanche i costi monetari. La gravità dello squilibrio non si manifesta subito sul piano monetario, tenuto presente che vi sono normalmente molti costi che non danno luogo ad uscite monetarie (ammortamenti, accantonamenti, ecc.) G.GHELFI La valenza conoscitiva del RF A2 – Se predominano gli altri impieghi (impieghi in attività di investimento oppure impieghi da ridimensionamento attività di finanziamento > fonti da attività di esercizio) non vi sono di norma pproblemi di liquidità. q • Gli investimenti in immobilizzazioni indicano l’esistenza di una politica di sviluppo che può richiedere in futuro nuove fonti. • Il rimborso di fonti a medio-lungo termine, se è vero che comporta una diminuzione di fondi e quindi di mezzi monetari, è anche vero che implica degli effetti positivi consistenti i t ti nella ll futura f t riduzione id i d i rimborsi dei i b i e degli d li onerii finanziari. E’ opportuno che solo in casi eccezionali si tratti di rimborsi di capitale. L’unica avvertenza è quella di vigilare affinché la sottrazione all’impresa di tali mezzi finanziari non sia effettuata con finalità estranee alla stessa impresa. G.GHELFI 17 tab. 2.2 - VERDE Spa: Stato Patrimoniale riclassificato secondo criterio finanziario liq./esigib. ATTIVITA' disponibilità liquide crediti v/clienti a BT ratei e risconti attivi rimanenze attività a breve immobilizzazioni materiali attività immobilizzate TOTALE CAPITALE INVESTITO 31/12/X+1 31/12/X 250 100 1.500 400 10 20 700 600 2.460 1.120 1.250 700 1.250 700 3.710 1.820 var. 150 1.100 10 100 1.340 31/12/X+1 31/12/X 350 150 50 0 400 160 300 175 550 40 50 75 1.700 600 250 0 260 235 510 235 850 700 100 80 550 205 1.500 985 3.710 1.820 var. 200 50 240 125 510 -25 1.100 tab. 2.3 - VERDE Spa: Conto Economico riclassificato a valore aggiunto e m.o.l. al 31/12/x+1 Fatturato Valore della produzione Acquisti di materie prime e merci Variazione rimanenze materie prime e merci Valore aggiunto Costi del personale 550 550 1.890 di cui Accantonamento TFR PASSIVO debiti v/banche a BT quota corrente mutui passivi debiti v/fornitori BT per forniture d'esercizio debiti v/fornitori BT per forniture di immobilizzazioni debiti tributari ratei e risconti passivi passività a breve mutui passivi debiti per TFR passività a medio lungo termine capitale sociale riserve legale e statutarie utile d'esercizio patrimonio netto TOTALE FINANZIAMENTI SALDI AL 31/12/X destinazione utile esercizio X: - dividendi - riserve aumento di capitale sociale utile netto esercizio X+1 SALDI AL 31/12/X+1 G.GHELFI 250 25 275 150 20 345 515 850 1.800 -150 -200 1.450 -310 1.140 -120 70 1.090 10 di cui Plusvalenza vendita macchinari 10 Risultato ante imposte Oneri tributari Risultato netto 1.890 totale 985 20 -185 -20 -185 0 100 550 550 150 550 1.500 150 30 Margine operativo lordo Ammortamenti Accantonamenti per svalutaz.crediti Margine operativo netto Oneri diversi Risultato operativo Oneri finanziari Proventi finanziari Risultato ante gestione straordinaria Proventi straordinari tab. 2.4 - VERDE Spa: Prospetto variazioni conti di P.NETTO capitale utile riserve sociale d'esercizio 700 80 205 2.500 2.500 -420 100 2.180 -380 1.100 -550 550 tab. 2.5 - VERDE Spa: Dettaglio conti patrimoniali inseriti nelle immobilizzazioni e nelle passività a medio-lungo termine immobilizzazioni materiali (c.storico) fondi ammortamento imm.materiali mutui passivi debiti per trattamento di fine rapporto SALDO INCREM. 31/12/X 1.000 750 300 150 SALDO 31/12/X+1 -100 1.650 -50 400 DECREM. 0 300 -50 250 235 30 -5 260 Liquidità = cassa + conti correnti bancari attivi - conti correnti bancari passivi tab. 3.2 - VERDE Spa: rendiconto finanziario per VARIAZIONI di liquidità tab. 5.14 - VERDE Spa: rendiconto finanziario per FLUSSI di liquidità FONTI DI FINANZIAMENTO Utile netto rettifiche relative alle voci che non hanno avuto effetto sulla liquidità: - ammortamenti - accantonamento al fondo sv.crediti - plusvalenza da realizzo macchinari - aumento crediti v/clienti - diminuzione ratei e risconti attivi - aumento giacenze di magazzino - aumento deb.v/forn.per forniture d'esercizio - diminuzione ratei e risconti passivi - aumento debiti tributari - trattamento di fine rapporto: accantonamento - trattamento di fine rapporto: pagamento Liquidità generata dalla gestione reddituale Aumento debiti v/fornitori per immob.materiali Mutui assunti nell'esercizio Aumento capitale sociale Vendita macchinari TOTALE FONTI DI FINANZIAMENTO GESTIONE REDDITUALE a 550 b e b e f g h i l c c 150 200 -10 -1.300 10 -100 240 -25 510 30 -5 250 m d a b Utile netto rettifiche relative alle voci che non hanno avuto effetto sulla liquidità: - ammortamenti - accantonamento al fondo sv.crediti - plusvalenza da realizzo macchinari - aumento crediti v/clienti - diminuzione ratei e risconti attivi - aumento giacenze di magazzino - aumento deb.v/forn.per forniture d'esercizio - diminuzione ratei e risconti passivi - aumento debiti tributari - trattamento di fine rapporto: accantonamento - trattamento di fine rapporto: pagamento Liquidità generata dalla gestione reddituale +FONTI - IMPIEGHI DI LIQUIDITA' +LIQUIDITA' INIZIALE =LIQUIDITA' FINALE G.GHELFI 550 b e b e f g h i l c c 150 200 -10 -1.300 10 -100 240 -25 510 30 -5 250 ATTIVITA' DI INVESTIMENTO/DISINVESTIMENTO 125 300 150 60 885 IMPIEGHI DI LIQUIDITA' Acquisiti immobilizzazioni materiali Pagamento dividendi TOTALE IMPIEGHI DI LIQUIDITA' a Acquisiti immobilizzazioni materiali b Vendita macchinari b Aumento debiti v/fornitori per immob.materiali m Liquidità generata dalla gestione degli investimenti -750 60 125 -565 ATTIVITA' DI FINANZIAMENTO/RIMBORSO b a 750 185 935 -50 -50 -100 Mutui assunti nell'esercizio Aumento capitale sociale Pagamento dividendi Liquidità generata dalla gestione finanziaria +FONTI - IMPIEGHI DI LIQUIDITA' +LIQUIDITA' INIZIALE =LIQUIDITA' FINALE d a a 300 150 -185 265 -50 -50 -100