PREMESSA I disturbi della tiroide, di cui molti soffrono in maniera

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PREMESSA
I disturbi della tiroide, di cui molti soffrono in maniera
inconsapevole, interessano gran parte della popolazione (specie quella femminile).
COS'È
La tiroide è una ghiandola endocrina (a secrezione interna) a forma di
farfalla, posta nella parte
anteriore del collo, davanti e lateralmente alla
laringe ed ai primi anelli
della trachea. È formata
da due lobi (destro e
sinistro), collegati da una
sottile parte trasversale,
detta istmo.
A COSA SERVE
La tiroide ha un ruolo fondamentale nel controllare
tutte le funzioni del corpo (metabolismo). A tal fine
sintetizza e produce degli ormoni specifici, la tiroxina
(T4) e la triiodotironina (T3), che viaggiano nel sangue
per raggiungere tutti gli organi. Gli ormoni tiroidei regolano la velocità di lavoro e l'utilizzo dell'energia corporea, la crescita e lo sviluppo degli organi, la velocità
dei battiti del cuore, il peso corporeo, il livello di colesterolo, la forza muscolare, la vista, le condizioni della
pelle, il ritmo delle mestruazioni, lo stato mentale e
numerose altre funzioni. Gli ormoni contengono iodio
(proveniente dall'acqua e dai cibi ingeriti), componente
essenziale per la loro produzione.
COME FUNZIONA
La tiroide regola la quantità di ormoni in circolo, aumentandone o riducendone la produzione a seconda
della necessità del corpo. Tale necessità è individuata
dall'ipofisi, una ghiandola situata alla base del cervello,
che comunica alla tiroide, tramite l'ormone TSH, il
comportamento da tenere.
MALATTIE DELLA TIROIDE
IPOTIROIDISMO
Per ipotiroidismo si intende la condizione nella quale la
tiroide non è in grado di produrre la normale quantità
di ormoni tiroidei, che pertanto sono presenti nel sangue in quantità inferiori al normale. Ciò determina un
rallentamento delle funzioni del corpo.
L'ipotiroidismo può essere congenito (il tessuto tiroideo è presente con massa ridotta fin dalla nascita),
conseguente a processi autoimmuni (l'organismo in
seguito a un'infezione della tiroide, ad es. la tiroidite di
Hashimoto, produce anticorpi contro il proprio tessuto
tiroideo), latrogeno (post-terapeutico, consiste in una
riduzione del tessuto tiroideo conseguente ad interventi chirurgici alla tiroide o a terapia radiante con radioiodio, utilizzata nell'ipertiroidismo) o conseguente ad
alterata sintesi degli ormoni tiroidei.
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I sintomi sono debolezza, sonnolenza, intolleranza al
freddo, stipsi, aumento di peso, perdita di appetito,
pelle secca, perdita dei capelli, diminuzione della memoria, rallentamento della parola, palpebre e gambe
gonfie, voce rauca, diminuzione dell'attenzione, depressione, pallore della cute, ingrossamento della lingua,
ritenzione idrica, aumento del colesterolo, apatia, anemia, affanno, dolori muscolari, mestruazioni eccessivamente abbondanti.
La cura consiste nella terapia sostitutiva con ormoni
tiroidei che, dosati adeguatamente, determinano la
completa regressione della sintomatologia.
IPERTIROIDISMO
Si definisce ipertiroidismo la condizione nella quale la
ghiandola tiroidea funziona in eccesso, producendo una
quantità eccessiva di ormoni e facendo sì che il corpo
usi energia più velocemente del normale. L'iperfunzione può riguardare tutta la ghiandola (gozzo tossico
diffuso o morbo di Basedow o di Graves) oppure singoli noduli (adenoma tossico o morbo di Plummer).
I sintomi più frequenti sono: irritabilità, nervosismo,
debolezza, stanchezza, tremori, insonnia, irregolarità
mestruali, intolleranza al caldo, problemi di vista, irritazione agli occhi, palpitazioni, sudorazione eccessiva,
iperattività, perdita di peso, aumento dell'appetito, tendenza alla diarrea, tachicardia, aumento
della pressione arteriosa, protrusione dei
bulbi oculari (esoftalmo).
La cura può consistere in una terapia
farmacologica, nel trattamento chirurgico
o nella somministrazione di iodio radioattivo.
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GOZZO e NODULO TIROIDEO
Si definisce gozzo ogni aumento di volume della ghiandola tiroidea. Può essere costituito da una singola area
della tiroide (nodulo o gozzo uninodulare), da più aree
ghiandolari (gozzo multinodulare) o da un aumento
diffuso di tutta la ghiandola. In presenza di gozzo, la
funzione della ghiandola può essere normale (gozzo
eutiroideo) o alterata (gozzo iper o ipofunzionante). I
noduli tiroidei, frequenti nella popolazione anziana e
femminile, possono essere di dimensioni molto varie,
da pochi millimetri a diversi centimetri. La causa può
essere sia la carenza di iodio nella dieta sia ereditaria. Il
95% dei noduli tiroidei è benigno mentre il restante 5%
è costituito da un tumore maligno. Un corretto inquadramento diagnostico (storia del paziente, visita, ecografia, scintigrafia ecc.) consente di distinguere le nodularità benigne dai tumori maligni e di scegliere l'opportuna terapia medica. Il rischio di malignità del nodulo è
basso se c'è una storia familiare di gozzo multinodulare,
in età intermedia, in caso di paziente donna, in presenza di più noduli; è medio se il paziente è uomo ed in
giovane età; è alto se in passato sono state eseguite
numerose indagini RX, se in famiglia c'è un precedente
di tumore maligno tiroideo, nei bambini sotto i 14 anni,
nelle persone anziane e se i vicini linfonodi sono aumentati di volume.
MOD B.25 (010411)
TIROIDITI
Le tiroiditi sono infiammazioni che colpiscono la ghiandola. Possono essere di diverso tipo, con origine e andamento clinico diversi. Le forme più comuni sono:
Tiroidite di Hashimoto (infiammazione cronica causata
da fattori autoimmunitari: l'organismo produce anticorpi contro il proprio tessuto tiroideo. La conseguenza è
spesso l'ipotiroidismo), Tiroidite subacuta di De Quervain (infiammazione acuta causata probabilmente da
virus, che si manifesta con febbre e mal di collo), Tiroidite silente (colpisce prevalentemente le donne, specie
nel periodo successivo al parto. La tiroide si ingrossa,
ma non è dolente).
Le infiammazioni acute vengono trattate con antibiotici
(a volte richiedono l'intervento chirurgico), quelle subacute con antinfiammatori e quelle croniche con ormone tiroideo.
LA TIROIDE
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DIAGNOSI
Il primo approccio diagnostico avviene mediante visita
medica. Il medico esamina la regione anteriore del collo compiendo un accurato esame, alla ricerca di un
aumento della ghiandola o di noduli. Osserva la ghiandola anche durante la deglutizione e valuta la presenza
di linfonodi nelle zone vicine al collo. Nell'anamnesi
assumono rilevanza sintomi indicati per l'ipo e l'ipertiroidismo.
INDAGINI STRUMENTALI
L'ecografia, indagine semplice, innocua, indicata in tutti i
casi, conferma i primi rilievi palpatori e consente l'ulteriore definizione delle dimensioni della ghiandola, e la
morfologia dei noduli rilevati.
La scintigrafia è particolarmente indicata nei casi di nodularità tiroidee.
L'agoaspirato (agobiopsia) si applica in caso di patologia nodulare e rappresenta una tecnica efficace per
distinguere un nodulo benigno da uno maligno.
Dosaggio degli ormoni tiroidei: viene effettuato mediante prelievo ematico al fine di valutare gli indici ormonali di base. L'endocrinologo deciderà caso per caso
i test più opportuni in relazione alle singole patologie.
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