Il Potenziamento delle Abilità di Apprendimento

Uso del software didattico nel potenziamento delle Abilità Specifiche di Apprendimento: la lettura . Un approccio pragmatico *Claudia Durso aprile 2011 Abstract L’articolo analizza l’uso dei software nel Potenziamento delle Abilità Specifiche di Apprendimento nell’età evolutiva. Sottolinea l’importanza di far emergere le competenze presenti nel bambino per ‘agganciare’ i nuovi apprendimenti e potenziare il senso di autoefficacia e autostima molto spesso compromessi a seguito di reiterati ‘fallimenti scolastici’. Il percorso didattico che vede l’utilizzo del software, segue le fasi evolutive indicate da Uta Frith che ne traccia i tratti ideali. Suggerimenti laboratoriali vengono poi proposti secondo un ‘Approccio di Prossimità’ e di ‘ Apprendimento Significativo’. Nel dettaglio:1) Il Potenziamento delle Abilità Specifiche di Apprendimento.2) Le Fasi Evolutive tracciate da Uta Frith 3) Il ruolo dell’attenzione nell’uso dei software 4) indicazioni bibliografiche Il Potenziamento delle Abilità di Apprendimento Da oltre 10 anni si è andata sviluppando una ricca documentazione e manualistica relativa ai Disturbi Specifici degli Apprendimenti. Esperti altamente qualificati ci consegnano statistiche di bambini con difficoltà nella lettoscrittura pari al 5% circa della popolazione scolastica italiana, bambini per i quali è stato tentato un approccio pedagogico‐didattico che sottolinea l’uso di facilitatori e ausili informatici. Molte di queste pubblicazioni, trattano del Potenziamento delle Abilità Specifiche di Apprendimento attraverso l’uso del software didattico che risulta essere particolarmente utile nella fase ri/abilitativa. Nel parlare di Potenziamento delle Abilità Specifiche di Apprendimento, si vuole soprattutto mettere l’accento, non tanto sull’aspetto delle difficoltà , quanto sulle competenze e conoscenze che il bambino già possiede (Novak) Dunque da una prospettiva ‘negativa’ di Disturbo ad una ‘positiva’ di Risorsa: del patrimonio neurofisiologico – psicologico‐ di apprendimento e comportamentale da sviluppare o come si diceva , da potenziare. Ogni bambino ha un suo punto di partenza. Un punto di competenze da cui partire per iniziare il percorso di crescita; di elaborazione e di conquista della méta:il senso di Autoefficacia e Autostima che seguono ( o attraversano)
inevitabilmente il percorso pedagogico/didattico, mirato agli apprendimenti specifici maggiormente compromessi. Senso di efficacia e di stima di sé, sono tra gli aspetti che risultano in genere tra i più compromessi in bambini con questo tipo di difficoltà. Questi aspetti, legandosi non di rado ad uno stato di ansia prodotto dal senso di inadeguatezza nell’affrontare il compito assegnatogli, può portare il bambino e/o adolescente persino a disturbi del comportamento o della condotta. L’esperienza insegna che tutto questo può succedere anche in bambini piccoli a partire già dai 6‐7 anni. Non di rado difficoltà emozionali interferiscono con il processo di apprendimento e in questi casi, condurre in percorso riabilitativo/abilitativo ( secondo la definizione della Consensus Conference) accanto ad un bambino con DSA, diventa quanto mai complesso e articolato laddove, l’utilizzo di ausili e facilitatori per la didattica, diventano strumenti preziosi per ogni operatore/tutor che si dedichi alla riabilitazione delle Difficoltà o Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Prima di affrontare il tema dell’uso del software didattico per il Potenziamento delle Abilità di Apprendimento Specifiche (PAAS), occorre soffermarsi brevemente su cosa sono e come la ricerca ha definito e classificato i ‘Disturbi Specifici dell’Apprendimento’ a cui Il percorso di potenziamento si rivolge. Secondo il DSM IV “La dislessia è un disturbo della lettura che si manifesta in individui in età evolutiva privi di deficit neurologici, cognitivi, sensoriali e relazionali e che hanno usufruito di normali opportunità educative e scolastiche. Più precisamente la dislessia è la difficoltà del controllo del codice scritto, difficoltà che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente.” Le fasi Evolutive di Uta Frith Da ciò nasce una delle definizioni e sviluppo in fasi evolutive più suggestive e maggiormente accreditate dagli studiosi nazionali e internazionali, quella proposta da Uta Frith :
Secondo la studiosa gli apprendimenti specifici di lettura – nella vita di un bambino, attraversano quattro fasi evolutive o stadi evolutivi : Ciascuna fase è caratterizzata dall’acquisizione di nuove procedure e dal consolidamento e automatizzazione delle competenze già acquisite. Stadio logografico: coincide solitamente con l’età prescolare. Il bambino riconosce e legge alcune parole in modo globale, perché contengono delle lettere o degli elementi che ha imparato a riconoscere, tuttavia egli non ha né conoscenze ortografiche né fonologiche sulle parole che legge. Stadio alfabetico: il bambino impara a discriminare le varie lettere ed è in grado di operare la conversione grafema‐fonema, potendo in questo modo leggere (attraverso la via fonologica) le parole che non conosce. Stadio ortografico: il bambino impara le regolarità proprie della sua lingua. Il meccanismo di conversione grafema‐fonema si fa più complesso ed il bambino diviene capace di leggere suoni complessi (sillabe) rendendo più veloce la lettura. Stadio lessicale: il bambino riconosce in modo diretto le parole. A questo livello, ha formato un vocabolario lessicale che gli permette di leggere le parole senza recuperare il fonema (suono) associato ad ogni grafema (simbolo o lettera). Ora il bambino controlla bene l'attività della lettura che é diventata automatica e veloce. E' comunque ancora in grado di utilizzare le modalità di lettura degli stadi precedenti e, in effetti, le utilizza quando si trova ad affrontare la lettura di parole nuove, di cui non conosce il significato, o la lettura di parole senza senso. La completa acquisizione delle prime tre fasi rende completa la modalità di lettura tramite la via fonologica. Mentre, il raggiungimento della quarta fase permette al bambino di utilizzare correttamente la via lessicale e di leggere le parole conosciute senza bisogno di operare la conversione grafema‐fonema. Senza addentrarci in ulteriori approfondimenti che rimandiamo al lettore, passiamo alle prime considerazioni relativamente al tema in oggetto: Uso del software didattico nel Potenziamento della Abilità di Apprendimento Specifico della Lettura. Una prima considerazione da farsi , riguarda il nostro procedere lungo questo percorso: 1) verranno prese in considerazione la tipologia di difficoltà, non già l’età , il livello culturale o la classe di frequenza, sebbene età e classe frequentata abbiano la loro piena cittadinanza in questo tema. Questa scelta deriva da
una esigenza di sintesi senza trascurare gli aspetti essenziali dell’argomento. 2) tralasceremo ‘temporaneamente’ tutta l’argomentazione relativa ai pre‐ requisiti che affronteremo in un successivo contributo. 3) il percorso avrà inizio considerando il punto di partenza di un bambino che dovrà attraversare i quattro stadi evolutivi indicati da Uta Frith. Il bambino nello Stadio logografico e alfabetico : Vedere scritto su un bel bicchiere di nutella la parola ‘Nutella’ , riconoscerla e riportarla non è come saper riconoscere i fonemi e leggerli. Leggere vuol dire in questa fase, discriminare tra una lettera e un'altra a livello visivo; discriminare i suoni di un fonema e un altro e associare il suono del fonema al grafema. Questo primo ostacolo che un bambino con DSA incontra frequentemente, necessita di un supporto di tipo visivo/uditivo e grafemico, Non ci sono strategie rigide e il percorso che indichiamo rimane indicativo ma allo stesso tempo terrà conto di tutti gli elementi che sono necessari per il superamento della prima tappa: Lo stadio logografico Possiamo utilizzare supporti cartacei o software per potenziare l’abilità discriminativa fonemica del bambino. In questa sede prenderemo in considerazione i software didattici predisposti per il percorso ri/abilitativo. Il lavoro ha inizio da esercizi di analisi visiva, particolarmente importante per quei bambini che hanno appena cominciato l’apprendimento dei grafemi. Utile sarà un software che permetterà la presentazione temporizzata di grafemi con o senza sintesi vocale che aiutino il bambino nel recupero della immagine/lettera con esercizi di individuazione e appaiamento delle lettere riconosciute. Alcuni bambini in prima elementare ancora non conoscono i fonemi e presentano difficoltà nel riconoscere il grafema corrispondente. Potrebbe dunque essere necessario esercitarsi su ‘appaiamenti di grafemi’ a cui far seguire il fonema corrispondente. Solo successivamente si potrà chiedere al bambino di riconoscere il grafema a cui associare il fonema.
In questa fase si lavora dunque sull’abilità di trasformazione visiva dell’immagine/lettera nel suo equivalente fonetico. Vocabolacquario , Trattamento sub lessicale e Dislessia Evolutiva forniscono un valido supporto al lavoro di riconoscimento e discriminazione visiva , scegliendo di volta in volta i fonemi/grafemi che risultano più difficilmente discriminabili. Solitamente : m/n, n/u p/q , p/b, a/e, a/o, v/f, t/d. Lo Stadio ortografico: In questo stadio il bambino comincia ad associare i fonemi e leggere le sillabe. Quando la lettura comincia ad essere più sciolta , prepara le basi per lo stadio lessicale. L’automatizzazione è un aspetto fondamentale che ci da’ indicazioni circa il livello di apprendimento del bambino. Automatizzato il riconoscimento del fonema/grafema possiamo procedere verso il possesso della competenza sillabica. N.1: la lettura del fonema in genere risulta molto più difficoltosa per il bambino della lettura della sillaba, specie riferito ad alcuni fonemi particolari : n,m,t,d,p. E’ sicuramente più agevole foneticamente la lettura di na, ma, ta, da, pa. Dunque l’allenamento alla lettura dei fonemi potrà/dovrà essere alternato alla lettura delle sillabe. Nota N.2: la lettura del fonema e della sillaba va rafforzata ulteriormente con la scrittura sotto dettatura di parole bisillabe o plurisillabe ma scandite in monosillabi o singoli fonemi.
Con la lettura delle sillabe terremo conto anche della rapidità di lettura oltreché della correttezza.(Dislessia Evolutiva , Fondiamo le Letterine e Instant Reader, sono validi supporti). Lo Stadio lessicale: il bambino riconosce in modo diretto le parole. A questo livello, ha formato un vocabolario lessicale che gli permette di leggere le parole senza recuperare il fonema (suono) associato ad ogni grafema (simbolo o lettera). Ora il bambino controlla bene l'attività della lettura che é diventata automatica e veloce. E' comunque ancora in grado di utilizzare le modalità di lettura degli stadi precedenti e, in effetti, le utilizza quando si trova ad affrontare la lettura di parole nuove, di cui non conosce il significato, o la lettura di parole senza senso Il passaggio dalla sillaba alla parola procede intanto con la lettura e fusione sempre più rapida a partire dalle sillabe piane fino ad arrivare ai gruppi consonantici più complessi. Utile risultano software che consentono la lettura di parole bisillabe , trisillabe con evidenziazione temporizzata della presentazione sequenziale delle sillabe di una parola scelta. Per i digrammi ( ch,gh,ci,gi,gl,gn,sc), trigrammi ( gli‐ glia‐glio, scia‐ sciu…) e i gruppi consonantici complessi si può procedere con un apprendimento graduale: Scia – sciar‐ sciarpa ; tre‐treno‐trenino; gra –gran ‐ grande. Se necessario si può accompagnare questo tipo di presentazione con immagini e/o esercitazioni fonemiche con l’operatore: operatore << ripeti con me: grr >> ; << gra – gra >>; << gran – de , grande>>. Allo scopo di rafforzare tale apprendimento risulterà utile far procedere lettura e scrittura di pari passo, a partire da lettura e scrittura di parole ad alta frequenza e ad alta rappresentazione di immagine. Questo aiuterà il bambino a visualizzare l’immagine corrispondente alla parola da leggere o scrivere e ne faciliterà il recupero in memoria , in sede di dettatura o di lettura successiva. Per questo tipo di esercitazione risultano utili ed efficaci i software con funzioni tachistoscopiche: Instant Reader – Dislessia evolutiva – Tachistoscopio. A questo punto del percorso, possiamo focalizzare l’attenzione sulla correttezza e rapidità di lettura e scrittura.
Rapidità di lettura che possiamo monitorare nel tempo, attraverso l’uso di ‘WIN abc’. Un software pensato e ideato da Patrizio Tressoldi e Roberto De Lorenzo per bambini a partire, dalla fine seconda elementare ma in alcuni casi anche per bambini più piccoli. Win abc, consiste nella presentazione temporizzata di brani con lettura sillabica, morfemica o per parole, con la possibilità di registrare errori e tempi impiegati. N.3: Le indicazioni fin qui date non vanno intese in senso rigido. Ci possono essere casi o circostanze in cui potrebbe essere utile, strategicamente parlando, fare un passo avanti nella lettura di parole per poi tornare indietro allo scopo di incoraggiare il bambino in una fase di stanchezza, dato dal ripetere sempre un certo modello di lettura. La cosa più importante in tutto il lavoro riabilitativo, se non addirittura la più importante secondo la mia esperienza, è la qualità della relazione che il riabilitatore instaura con il bambino. La qualità della relazione , che è sempre e comunque di tipo ‘affettivo’, segnerà la qualità degli apprendimenti che potranno essere trasmessi al bambino e gli apprendimenti che il bambino si renderà disponibile a ricevere. Il bambino è unico e la relazione tra insegnante/tutor e bambino è necessariamente unica, nel rispetto dei tempi e delle caratteristiche di ogni bambino. Non pochi percorsi riabilitativi falliscono per la troppa rigidità di un percorso che pretende di seguire alla lettera indicazioni ‘da manuale’ . Non bisogna avere fretta, ma neanche darsi tempi troppo lunghi. In tutti e due i casi il bambino può decidere un comportamento oppositivo unicamente in risposta alla sua stanchezza o a un approccio troppo noioso per lui. Occorre dunque evitare questa trappola. Alcune strategie possono risultare diversivi appassionanti per il bambino sia durante la seduta stessa che per ‘invitarlo’ all’incontro successivo con entusiasmo. Il gioco non dovrebbe mai mancare in una seduta riabilitativa, specialmente con i bambini che oltre alle difficoltà di apprendimento presentano anche difficoltà emozionali e/o di comportamento.
L’attenzione Con o senza l’utilizzo del software dopo alcuni minuti l’attenzione cala e il bambino comincia a stancarsi. Insistere troppo perché prosegua l’esercizio, anche se sono passati solo 5‐10 minuti potrebbe essere non solo controproducente ma addirittura potrebbe compromettere l’incontro successivo. Sospendere per qualche minuto il compito che si sta eseguendo, potrebbe risultare molto più efficace che non insistere nel portarlo a temine. Adottare strategie che aiutino il bambino a riposarsi per riprendere in un secondo momento, risulta più produttivo che non proseguire senza sosta il lavoro intrapreso. Se disponiamo di una connessione internet per esempio, potremmo nell’intervallo, mostrare al bambino brevi filmati adeguati alla sua età, come forma di rilassamento. Cartoni animati o piccoli documentari sugli animali o sul cosmo, sono in genere molto apprezzati. Farli riflettere poi su ciò che vedono, interagire con lui sul filmato, potrebbe essere ugualmente molto istruttivo e stimolante. Se al momento, non disponiamo di una connessione internet, potremmo usare dei giochi da tavolo semplici e rapidi. Indicativamente non più di 10‐15 minuti; oppure semplicemente passeggiare qualche minuto, se disponiamo di uno spazio aperto. Alcune volte personalmente ho trovato divertente cantare in modo scherzoso con uno o più bambini per qualche minuto, cosa che ha stimolato poi i bambini a ballare tra loro. E’ noto che una breve attività fisica del bambino da’ la possibilità al suo organismo di ossigenarsi e ritrovare la migliore concentrazione ed energia per proseguire il lavoro. Molto altro ancora potremmo dire a proposito dell’uso del software didattico per la riabilitazione e potenziamento delle abilità specifiche di apprendimento , cosa che rimandiamo ai prossimi contributi. Con il giusto equilibrio il software diventa un divertente strumento facilitatore degli apprendimenti. Occorre però ricordare che non è produttivo né efficace, lasciare solo il bambino con il suo software, pensando che possa fare tutto in autonomia. Ancor più un
bambino con difficoltà che non potrà correggersi o darsi delle strategie di apprendimento senza alcun sostegno e guida. Il software è solo un mediatore di apprendimenti , un facilitatore, che va utilizzato unitamente ad altre modalità o strategie di studio, con la presenza di un tutor – riabilitatore o genitore. Bibliografia Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders IV –R («Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali»), I Disturbi dell’Apprendimento (1991). Cesare Cornoldi – edizioni Il Mulino Autoefficacia – Teoria e Applicazioni (1997). Albert Bandura – edizioni Erickson Il cervello emotivo – Alle origini delle emozioni (1996). Josef Le Doux – edizioni Baldini e Castoldi. L’apprendimento significativo – (2001) Josef Novak – edizioni Erickson *Claudia Durso ‐ Pedagogista : da circa dieci anni si occupa di Disturbi Specifici dell’Apprendimento e della Condotta. Attualmente è collaboratrice presso il CRED Ausilioteca del Comune di Firenze con attività di consulenza e potenziamento delle abilità di apprendimento.