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Pubblicato il 29 Aprile 2017
Al Teatro Alighieri di Ravenna in scena lo spettacolo di Opera Domani tratto da Rossini
Un Barbiere per i ragazzi
servizio di Attilia Tartagni
RAVENNA - Con Il b arb iere di Siviglia di Gioachino Rossini si è concluso il calendario degli eventi “A
scuola in teatro”, programma organizzato da Ravenna Manifestazioni per gli allievi delle scuole grazie
al quale il Teatro Alighieri si popola ogni anno di bambini e giovanissimi, dalle primarie alle superiori.
Il b arb iere di Siviglia è l’opera più popolare di Rossini, al sesto posto nella hit parade delle dieci
opere più rappresentate dal 2011 al 2016 che vede al primo posto La traviata di Giuseppe Verdi
seguita da La b ohème, Madama Butterfly e Tosca di Giacomo Puccini e, con un piccolo scarto, da
Rigoletto (Verdi). Sei su dieci sono italiane, una francese (Carmen di Georges Bizet) e tre di Mozart: un
risultato eclatante per l’opera italiana. I nostri ragazzi non possono ignorare - perciò - Il b arb iere
rossiniano, un autentico capolavoro dell’opera buffa che miscela in felice combinazione la trama
giocosa, la musica dal ritmo spesso vorticoso, le situazioni paradossali, i personaggi irresistibili e l’immancabile lieto fine; e
ha proprio tutto il necessario per catturare l’attenzione e scatenare la fantasia dei giovanissimi, come del resto altre opere di
Rossini meno popolari.
Nel Barb iere rappresentato per la prima volta al Teatro Argentina di Roma il 20 febbraio 1816 risulta sempreverde la fusione
fra musica, canto e recitazione mentre ciò che appare invecchiato, anche letto sul display dei sovratitoli, è il testo datato oltre
due secoli e lo stile canoro diverso da quello del pop o del musical; uno stile canoro che i giovani di oggi devono
praticamente scoprire e imparare ad apprezzare.
ll baritono Leo Nucci, osannato Rigoletto tuttora in attività, in una recente intervista a un quotidiano ha sottolineato quanto sia
difficile anche per lui entrare nel linguaggio dell’opera lirica italiana, tanto che soltanto da pochi anni, dopo averlo studiato a
lungo, affronta il Nab ucco di Verdi. L’opera richiede preparazione e approfondimenti, altrimenti se ne colgono solo gli aspetti
più esteriori, divertenti o drammatici che siano, e se ciò è vero per gli adulti, lo è tanto più per le giovani leve assuefatte ad
altri linguaggi visivi e sonori.
Questa edizione del Barb iere in rappresentazione ridotta per il pubblico delle scuole, conserva gli elementi dell’opera
completa: recitazione, canto, scenografia, costumi chiassosi e intriganti (il soldato, la bella Rosina, il prelato), un
caleidoscopio di situazioni, colori e suoni dentro a una cornice dorata antica che circoscrive il grande quadro animato.
L’impressione, assistendo alla recita, è che il Barb iere piaccia davvero, che i ragazzini reagiscano d’istinto, come faceva il
pubblico dell’Ottocento che non era necessariamente acculturato, spesso non comprendeva neppure il testo, ma applaudiva
questo grande spettacolo popolare.
Il successo di questo allestimento ridotto si è consolidato nelle sei recite mattutine e nella doppia recita serale del 20 e 21
aprile 2017, a cui hanno assistito anche i familiari, spesso sprovveduti quanto i loro figli e nipoti; ciò dimostra che c’è stata
una grande partecipazione legata al protagonismo dei piccoli spettatori-cantanti, ma l’attenzione e la compostezza durante la
rappresentazione attestano anche la preparazione impartita ai ragazzi. Essi occupavano gran parte della platea, con in testa
buffi cappelli stellati da mago, e cantavano sollecitati dal direttore d’orchestra girato verso di loro e non verso gli orchestrali
durante questi momenti “virali”.
L’opera ridotta nei tempi è stata revisionata e messa in scena da Daniele Carnini di Opera Domani, facendo risaltare la figura
del Barbiere, ingegnoso e lungimirante, portatore dello spirito dei Lumi nell’affrontare il mestiere e nell’ordire trame, un
personaggio unico, irripetibile e indimenticabile che trascende la tipologia classica dei tanti Figaro coevi. La scena abbonda
di orologi, libri, pergamene, strumenti musicali, un busto di Rossini, scale e percorsi in tutti i sensi di marcia, sfere di cristallo
che rispecchiano l’immaginazione di Figaro e sollecitano a quella, altrettanto vivida, dei ragazzi.
Gli spettatori-coprotagonisti sono stati partecipativi, con picchi di entusiasmo nei momenti più empatici e questo significa che
i mediatori culturali responsabili dell'allestimento hanno lavorato bene, favorendo l’azione didattica degli insegnanti con
adeguati strumenti.
Ogni esperienza ha un prima e un dopo e ci si augura che non si concluda nella partecipazione, ma preveda il confronto e la
riflessione su quello a cui si è assistito, perché le opere, buffe o drammatiche che siano, hanno ancora qualcosa di
insegnare ai ragazzi, al di là del fatto che sono patrimonio identitario dell’Italia nel mondo.
Da più di vent’anni Opera Domani accompagna ragazzi e insegnanti alla scoperta dell’opera lirica trasformando gli studenti
in coprotagonisti dopo che con i docenti As.Li.Co ((As.Li.Co. - Associazione Lirica e Concertistica Italiana - è soggetto
riconosciuto per la formazione del personale della scuola - art. 66 del vigente C.C.N.L. e artt. 2 e 3 della Direttiva n. 90/2003),
hanno imparato non solo a cantare le arie, ma anche a costruire oggetti necessari alla rappresentazione con la guida
dell’apposito libretto didattico. L’opera «... è uno spettacolo completo, affascinante e innovativo, che fonde la magia della
musica dal vivo e del canto con i colori delle scene, dei costumi e i contenuti importanti»: sottolinea la presidente Barbara
Mighetti che anima As.Li.Co. in progetti come Opera Domani, a cui si affinacano Opera Baby, Opera Kid e Opera It per ogni
fascia di età. Questo approccio pratico e innovativo all’opera lirica è in grado di raggiungere ogni tipologia di partecipanti, con
spettacoli in 26 città italiane e con il coinvolgimento, negli ultimi anni, di 130.000 studenti e 4.500 insegnanti, oltre a 20.000
spettatori del pubblico di famiglie invitate alle recite serali.
Va poi sottolineato l’impatto di ogni bambino-adolescente con il teatro, costruzione carica di fascino, storia e bellezza, cuore
della vita culturale di ogni città di lungo corso. Entrarci non come semplici spettatori ma con un ruolo attivo, mentre la scena
si dilata fino a includere il pubblico e il teatro intero, significa sentire questo luogo empatico e condiviso come “una magica
casa alternativa”, reale e non virtuale o fittizia come quelle proposte dalla televisione. L’entusiasmo dei bambini, il loro canto
appassionato anche se non perfetto, genera la speranza che, da adulti, essi continuino a frequentare il teatro. Solo così si
ricostituirà quel pubblico che sta riducendosi anno per anno, complice la crisi economica e l’invecchiamento degli
appassionati tradizionali, riducendo le rappresentazioni e gli incassi, fermo restando che per formare il pubblico è
necessaria una buona educazione musicale nella scuola primaria e secondaria. Diversamente, serve a poco sfornare leggi
per i Teatri d’opera, riconoscendone “il rilevante interesse nazionale”. Senza il suo pubblico, il teatro storico di tradizione si
riduce a un mero contenitore privo del senso per cui è sorto: accogliere l’opera lirica che per quattro secoli ha fatto battere
all’unisono il cuore dell’intera penisola, ben prima che fosse compiuta politicamente e di fatto l’unità d’Italia.
Crediti fotografici: Alessia Santambrogio e Zani-Casadio per il Teatro Alighieri di Ravenna
Nella miniatura in alto: Daniele Carnini
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