67 9 OTTOBRE - Viaggi Avventure nel Mondo

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Articoli 4-5-6/03
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Testo: Giovanna Matteini
Foto: Archivio AnM
Quinshui River
Dragon Boat
Y
UN nuvola, NAN sud - il paese a sud delle regioni nuvolose, il paese dell’eterna primavera.
E’ un altopiano enorme dove, 200 milioni di
anni fa c’era solo mare; 50 milioni di anni fa l’acqua
del mare era scomparsa. Il sub continente indiano urtando il continente asiatico aveva fatto scomparire il
mare di Thetys e creato chilometri di montagne altissime come il gruppo himalayano e altopiani e gole profonde come quella della Tigre e numerosi laghi. Le fenditure nate da questi ciclopici movimenti hanno permesso ai monsoni di incunearsi su per questi canali ed
i fiumi - numerosi e impetuosi - hanno favorito con l’aiuto dei venti tropicali il diffondersi di specie di piante diverse soprattutto dei tropici. Lo Yunnan è un altopiano
nato dal mare sollevatosi 7 milioni di anni fa dove troviamo pini e querce accanto alle palme, stelle alpine
morbide e setose accanto a camelie profumatissime e
accanto ai banani e all’ananas. Sembra che il lento innalzarsi abbia dato tempo alla flora ed anche alla fauna di adattarsi gradualmente ai diversi cambiamenti
causati dall’altitudine. Qua nello Yunnan, e soprattutto
a sud nello Xishuangbanna, si possono trovare più della metà delle specie di piante e di animali di tutta la
Cina; piante sottoposte oggi ad accurati studi da parte
degli etnobotanici. Infatti qua, come in altre zone del
mondo (tipo il Costarica) nascono piante e fiori e radici che non si trovano altrove e di cui noi ne conosciamo
solo vagamente l’utilizzo, ma che le popolazioni indigene e le minoranze etniche - ancorate strettamente alle loro tradizioni orali - sanno sfruttare per curare con
buoni risultati uomini e animali. Una regione affascinante che da anni avevo voglia di visitare edLjra, finalmente, sono in partenza!!!!
9 OTTOBRE
In dieci partiamo per lo Yunnan: volo diretto
Roma/Hong Kong. Proseguiamo per Kunming dove alloggeremo al Dragon hotel. Alla sera mangeremo in
una delle tante bottegucce lungo la strada del mercatino: riusciremo a scegliere il locale peggiore che si possa immaginare!! La pulizia era inesistente e fuori moda! Accoccolati su bassi sedili faremo cuocere (la parola cuocere è un eufemismo!!!) le varie verdure
dentro un paio di pentoloni posti sul basso tavolo ed in
perenne ebollizione grazie al fuoco sottostante. In questo liquido bollente e marroncino dove già galleggiavano cipollotti piccolissimi, bucce d’arancia e pezzetti
di ginger, noi dovevamo -con l’ausilio delle bacchette
s’intende!- tuffarci le varie verdure e tocchetti di patata.
Il problema era il ripescaggio dei pezzetti non facile
AVVENTURE NEL MONDO 4-5-6 • LUGLIO/DICEMBRE 2003
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CINA
13 OTTOBRE
Scuola in pagoda
con le bacchette e non facile a causa del vapore che saliva dalle pentole... Il riso ed il pollo non erano male, ma
le salse erano piccantissime!! in conseguenza non ab-
Piccolo abitante
dello Yunnan
biamo fatto un gran pasto! A gruppo compatto abbiamo poi passeggiato lungo il mercato assaggiando frutta fresca e secca spesso a noi totalmente sconosciuta.
Durante il nostro vagabondaggio abbiamo trovato dei
massaggiatori (ciechi tra l’altro) che per 20 yuan ci
hanno massaggiato, tirato, scrocchiato testa, arti, collo... stupendo! Verso mezzanotte torniamo in albergo
per un giusto riposo.
11 OTTOBRE
Stamani, dopo una abbondante colazione. che raramente ci siamo fatti mancare, ci dirigiamo, con un bus
noleggiato, verso le colline per raggiungere il complesso del Dragon Gate che si innalza alto sopra il lago
Dianchi. PIOVE! Salire le ripide scalinate, attraversare
le gallerie che si aprono nella roccia divenute scivolose
per la pioggia, non è piacevole e bisogna fare molta attenzione. Si arriva al Singing temple (taoista) e poi ancora ad altri templi. Una nebbiolina si innalza dal lago
fastidiosa ed umida e possiamo dire addio alle foto panoramiche!! Lateralmente si aprono boschi e splendidi
giardini: tutto è perfettamente tenuto, alberi secolari
dell’epoca Ching svettano alti mentre fiori di ogni tipo,
e colore arricchiscono l’ambiente.
12 OTTOBRE.
Dali è una città a 2000 mt sul mare affacciata sul lago
Erhai, circondata - dice- da alte vette innevate. E’ stata
la capitale del regno Nanzhao per ben 250 anni, poi
conquistata dai Mongoli di Qubilai Kahn nel 1253, visitata dal nostro Marco Polo (allora si chiamava
Caragian), poi conquistata dai Cinesi nel 1723 ed infine testimone del passaggio di Mao Zedong nel 1949
con il suo esercito popolare di liberazione. A Dali vivono i Sai, una delle tante minoranze etniche, dalle tuniche rosso vivo, grembiuli multicolori e cappello dalle
molte nappine e nastri. Il tempo è bruttino, la pioggerella va e, viene ed io mi sono comprata una bella,
mantella blu elettrico! Il gruppo, in bicicletta, se ne va
verso il lago ed io, con un bel crampo al piede, rimango in zona un pò zoppicante.
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AVVENTURE NEL MONDO 4-5-6 • LUGLIO/DICEMBRE 2003
Stamani con un nostro pulmino ce ne andiamo a
Lijiang. Il pulman è però in ritardo, poi finalmente arriva l’autista in compagnia di una signora. Sarà la moglie? o sarà la guida? Ha un abito verde e nero tutto di
paillettes con il collettino alla cinese, lungo spacco laterale, scarpe bianche di due numeri sopra (e quindi
mentre cammina le ciabatta!) con il tacco a spillo vertiginosamente alto, capelli tirati indietro e raccolti in un
alto chignon (sarà un posticcio?). Non sa una parola di
una qualsiasi lingua occidentale e insomma!!! non ci è
di nessunissima utilità!! Il conducente ha un programma
stilato in cinese da mr.Zhong sui luoghi da visitare, ma
cambiamenti sarà difficile farne proprio perché non ci
capiamo! Visitiamo le grotte di Shibaoshan ed il
Monastero Stone Bell dove possiamo ammirare la
splendida lavorazione del legno da parte dei Bai. Al ritorno ci fermiamo al Baoxian temple. La posizione del
monastero è splendida, saliamo un numero enorme di
scalini tra boschi bellissimi fino a giungere a delle enormi grotte con i Budda. Ci tratteniamo a parlare con i
monaci e con le famiglie che là vivono e tutti si mostrano cortesi e disponibili. Ritorniamo al pulman discendendo per il bosco e alle 19.30 arriviamo a Lijiang. A
sera dopo aver preso possesso di una enorme camera
all’hotel Naxi -che dividerò con Gemma- ce ne andiamo in taxi al Sakura restaurant posto nella parte vecchia della città. Abbiamo raggiunto il centro con tre diversi taxi a cui abbiamo dato l’indicazione di portarci
in “centro”. Uno dietro l’altro i taxi partono sennonché
il taxi dove eravamo Gemma, Annarita ed io, arrivato
in prossimità della grande ruota sul canale (centro città)
ha girato a sinistra ed ha proseguito imperterrito nonostante le nostre recriminazioni e le nostre “urla”.
Eravamo un po’ preoccupate e forse un po’ impaurite
perché non capivamo dove il taxi ci volesse portare ed
io ho fatto il gesto di aprire la portiera per scendere. Il
tassista imperturbabile ha continuato la sua corsa parlando in cinese e asserendo con la testa, tanto per assicurarci, che aveva capito, mentre noi -arrabbiate- rispondevamo in italiano urlando ogni tanto “stop!
stop!”. Sapete dove ci ha portato l’autista? Esattamente
davanti all’hotel dove ci aveva prelevato solo 10 minuti prima! A quanto pare lui aveva capito non di portarci in centro vicino alla grande ruota (che noi avevamo
mimato facendo un cerchio) ma di farci fare un girotondo panoramico della città! Il resto del gruppo, preoccupato per il nostro inspiegabile ritardo, era sul punto,
quando l’abbiamo raggiunto con un altro taxi, di tornare indietro a cercarci. La cena è stata ottima e altrettanto piacevole la passeggiata post cenam.
14 OTTOBRE
Col pulmino visitiamo Baisha, che fu capitale del regno
Naxi ed ammiriamo il palazzo affrescato e la tipica costruzione dei soffitti in legno. Qua incontriamo il dottor
Ho, un vecchio strampalato individuo che, a suo dire,
cura con successo molti malanni. Gli fa compagnia la
moglie, una donna in abito naxi di colore blu con una
casacca anch’essa blu ornata sulla schiena di una banda bianca di pelle di pecora con 7 tondi bianchi e rossi da cui escono due nastri “ciondoloni” e due tondi
bianchi e rossi sulle spalle: è il costume tipico che raffigura la rana che fa parte della mitologia naxi. La signora ci serve il té e sorride dolce alle nostre macchine
fotografiche. Lasciato il dottor Ho, visitiamo il giardino
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Yunnan, stone forest
e felici del poco che possiedono? Acquisto il primo bastone da passeggio! Poi con il pulmino torniamo a
Lijiang. Passeggiare per Lijiang è bellissimo: le stradine sono spesso strette, col selciato fatto di ciottoli
scuri e lucidi, i ponti minuscoli che scavalcano i canali dove l’acqua scorre in abbondanza, le caratteristiche case naxi in legno scuro che si affacciano sulle strade, i negozi piccoli o grandi
che mettono in mostra le tante mercanzie che
ahime! - ci invitano a sostare, guardare, e..
comprare!!
17 OTTOBRE
botanico; un posto delizioso con tanti fiori e alberi contornati da pagode e ponticelli. La cena oggi la faremo
più tardi del solito ma sempre in centro città. Prima infatti siamo stati ad un concerto dove venivano suonate
antiche musiche naxi eseguite da un gruppo di ultra ottantenni con i loro strumenti tipici e vestiti nei costumi
tradizionali. (Dongbasing dance). Una giovanissima
ragazza ha eseguito con degli strumenti, di cui non conosco il nome, dei brani molto belli con molta bravura
e abilita.
15 OTTOBRE
Oggi partiamo per Zhongdian con sosta al Tiger
Leaping Gorge.. Queste sono profondissime gole dove,
a tratti le pareti delle due sponde sono vicinissime tra loro e dove l’acqua dello Yangtse o Fiume Azzurro, scorre rapida e impetuosa. Qua la natura e la sua forza si
fanno sentire appieno e... guardi in basso... affascinata. Non piove e possiamo passeggiare lungo il tratto di
strada da poco aperto e fare alcune foto. Rimontiamo
in pulmino dirigendoci verso Zhongdian. L’altopiano è
stupendo illuminato dai colori caldi del giallo, dell’ocra,
del bruno, dei mille verdi diversi, punteggiato da macchie di cespugli rosso vivo.
16 OTTOBRE
Siamo a nord (28mo parallelo), l’aria è fredda, ma
non ci siamo fatti mancare la visita al monastero
Jietang Songling di tipica impronta tibetana. Il monastero è oggi sottoposto a molti restauri e rifacimenti ed
è abitato da un gruppo di monaci alcuni anche giovanissimi. Essi vivono una vita semplicissima ma spesso,
almeno secondo il nostro metro, molto dura, scandita
da ritmi di preghiere lunghe e ripetitive. Devo ammettere che li ho trovati sereni, non ci guardano con acrimonia o con durezza e questo dovrebbe farci riflettere;
dov’è più saggezza? Nel nostro mondo assillato dalla
corsa contro il tempo, assillato dalla ricerca delle sicurezze, molte delle quali perdute, dalla corsa al denaro
oppure nel loro mondo tranquillo, scandito da tempi
lunghi, sempre uguali, nella quiete delle loro montagne
Domenica. Siamo a Dali dove staremo
tre notti all’hotel Camelia. Qui a Dali,
lungo la via principale ci sono moltissimi ristorantini e noi abbiamo cercato di approfittare il più possibile della bontà dei cibi assaggiando e
mangiando un po’ di tutto. Qua abbiamo fotografato il primo matrimonio cinese. Appena abbiamo
avvistato una macchina tutta agghindata con fiori, nastri e sposini
ci siamo “insinuati” nel ristorante
per meglio vedere: la sposa deliziosa, in uno splendido abito
in raso rosso ricamato, lo sposo in classico abito scuro hanno
offerto sigarette, caramelle e
dolcetti... ma la confusione e
la calca ci hanno consigliato
di defilarci...
Dieci biciclette a nolo per girellare su e giù per la città e dintorni, per poter visitare con tutta tranquillità
templi e villaggi e campagna. Prima tappa il tempio di Goddness of Mercy. In un angolino abbiamo accatastato le nostre bici lucchettandole e
poi, a fine visita del tempio, -quando siamo ritornati- le biciclette erano diventate 8!! Due erano state “fumate”!!! Naturalmente questo fatto ha creato prima dei problemi per il rientro in città, poi discussioni con il noleggiatore che ha voluto 850 yuan uno
sull’altro!!! Per tutta consolazione siamo andati a cena al tibetano; poi
passeggiatine, cultural-digestiva...,
poi a letto. Domattina andremo sul
lago Erhai.
20 OTTOBRE
La gita in barca sarà rilassante e
molto bella sarà Wase col suo
coloratissimo mercato frequentato soprattutto dai locali che, in
barca, arrivano al mercato con le
loro mercanzie da vendere, le più
incredibili e disparate. Stasera
partiremo con lo sleeping bus
alle 20.30. Sono circa 400 km fino a Kunming dove arriveremo
verso le sei del mattino con una
breve sosta ad un posto di ristoro con toilette di tipo Cina
“preistorica”. Sapete com’è?
Niente porte, solo delle paretine
suddividono trasversalmente il
canaletto che scorre sotto; se
i primi posti sono occupati,
per raggiungerne uno libero
devi passare, con aria indifferente, davanti a signore accoccolate ed intente alle l’oro funzioni
corporali. 1n breve, intimità... ZERO!.
18 OTTOBRE
Di buon mattino -tanto per
cambiare!- partiamo con un
pulmino per Shaping fermandosi prima a Xizhou dove assistiamo ad un piccolo spettacolo musicale nel cortile di una
casa Bai restaurata. Per un
soffio evitiamo l’arrivo di
alcuni pulman di turisti cinesi!! Il mercato di Shaping è
proprio un mercato tipico cinese
ed è bellissimo, vivace, con i
colori splendidi della frutta,
delle verdure, delle venditrici nei loro abiti tipici che
a volte ci guardavano un
po’ indispettite, ma più spesso sorridenti pronte a soddisfare le nostre macchine fotografiche. E poi ancora
le bancarelle col cibo
appena cucinato e fumante e odoroso per le
tante spezie, quelle piene di
oggettini curiosi ed invitanti soprattutto per le donne del gruppo. A Zeucheng fermata al museo delle farfalle posto in un
grande parco con un laghetto
centrale, lunghi viali e tantissime piante e fiori.
19 OTTOBRE
21 OTTOBRE
Dali, Rustia Junnan
Stamani, col pulmino noleggiato, andremo a visitare la
Foresta di Pietra, Shilng (Shi
pietra, Ling foresta).
La foresta di pietra è un
luogo inconsueto; strani
pinnacoli di roccia calcarea si
innalzano verso il cielo, archi
naturali che si aprono occhieggiando dall’alto, pietre enormi sospese tra due pinnacoli a mo’ di ponte. In
realtà - da lontano - può
dare l’impressione di una foresta pietrificata anziché il risultato
dell’erosione dell’acqua, del sole, del vento che per secoli e secoli hanno lavorato su questa
pietra friabile frantumandola, levigandola, addolcendola e
creando queste forme strane e
inusitate. Purtroppo quel giorno
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CINA
alla foresta di Pietra si erano riversati “tutti” i cinesi. Era
stracolma di turisti, intere famiglie direi! Gli uomini in
pantaloni, giacca e cravatta, le donne spesso “appollaiate” su scarpe all’ultima moda dai tacchi vertiginosamente alti. Poche le persone vestite in modo sportivo
e adatto ad una passeggiata in un posto come la foresta di pietra; ma tutti sono dotati di macchine fotografiche e modernissime cineprese sempre in funzione!
I cinesi amano fotografare tutto, ovunque e in continuazione! Per farsi fotografare salivano sui muretti, tra i fiori, arrampicati in modo precario su grosse roccie a volte indossando, sopra i normali vestiti di tutti i giorni, i
costumi della popolazione Sani. Dalla Foresta di pietra,
sempre in pulmino, ci siamo recati direttamente all’aeroporto di Kunming da dove partirà l’aereo per
Jinghong città bagnata dal mitico Mekong.
22 OTTOBRE
Visitiamo alcuni villaggi ( zona nord est) e una scuola
dove la maestra, sorridente e disponibile scriverà in cinese i nomi degli animali che Laura disegna sulla lavagna con un mozzicone di gesso tra il divertimento dei
ragazzini. Perché abbiamo portato tante penne e lapis
e nessun gessetto? La visita alla Tiger Forest è stata una
lunga camminata fra stretti sentieri, tra enormi alberi
catalogati Perché facenti parte di una delle cinque riserve naturali dello Xishuangbanna. Lungo il percorso
incontriamo bungalow costruiti su palafitte che li rendono sicuri e che vengono affittati da turisti desiderosi di
un periodo di immersione totale nella quiete di una foresta poco contaminata. Sbirciando all’interno delle finestre devo ammettere che i locali sembrano deliziosi e
invitanti... Rientriamo a Jinghong: doccia, cena e poi in
piazza dove assistiamo e un po’ partecipiamo... alla loro ginnastica taiji; lenta, rilassante, scandita da una
musica dolce. Uomini e donne di ogni età si muovono
all’unisono con movimenti aggraziati.
23 OTTOBRE
Partiamo per il sud est verso Menghan seguendo il corso del Mekong. Ci fermiamo a Menghan dove si tiene
un mercato giornaliero.
24 OTTOBRE
Col pulmino andiamo verso ovest, verso Menghun dove
troviamo un discreto mercato locale frequentato da
gente di etnie diverse poche persone in verità!). Poi a
Longyang,
un vil-
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laggio ancora in prevalenza con case di legno dove la
vita si svolge con dei ritmi tanto più tranquilli e lenti. Due
anziane donne si stanno lavando sotto un pisciolino
d’acqua incuranti di noi visitatori; una mi chiede una sigaretta che fumerà subito dopo che sarà uscita da sotto l’acqua. Sono magre, la pelle rugosa e scura, la bocca che sorride senza denti ...., dei bimbi piccoli si stringono loro accanto certi della loro protezione. E’ una
scena semplice, in un vecchio villaggio dove la modernità non è ancora arrivata ma sta avvicinandosi. La
scuola del paese è chiusa, forse perché è Domenica e,
dalla finestra aperta, “lancerò” un pacchetto con dei
quaderni e delle penne accompagnato da un biglietto
scritto in inglese per la maestra. Mi capirà?
Alcune donne Hani che abbiamo visto al mercato di
Menghun hanno raggiunto a piedi il paese. Sono vestite con i loro abiti Hani ed i loro caratteristici cappelli decoratissimi che ci hanno prestato per una foto ricordo.
Loro non vogliono foto, sono schive e ci salutano con
la mano sorridendoci. Raggiungiamo Jingzhen dove
troviamo un tempio buddista con un gruppetto di giovani monaci intenti a raparsi la testa (Sergio ha subito
approfittato per un ritocchino ai peli sul collo). Lo si raggiunge salendo una scalinata alla cui sommità troviamo
cinque o sei’ bambinette (piccolissime) truccate in, modo pesante come fossero donne. Cantavano una canzoncina chiedendo soldi ai turisti in arrivo. L’effetto è
stato bruttissimo e deprimente. Le bimbe a cui noi non
abbiamo dato soldi) ci hanno seguito con curiosità e si
sono messe a giocare con noi fino a
quando le loro madri non le
hanno raggiunte urlando in
malo modo e trascinandole via molto irritate
perché si erano sottratte al compito di
racimolare un po’ di
spiccioli. Povere
piccole obbligate
- per avidità o
per bisognoa
recitare una
parte non
adatta a
loro e
poco
AVVENTURE NEL MONDO 4-5-6 • LUGLIO/DICEMBRE 2003
promettente per il futuro. Siamo tornati al pulman che,
prima di raggiungere Jinghong, ha fatto una sosta a
Menghai; un grosso paesone un po’ anonimo e indaffarato. Alla sera tardi in aereo a Kunming dove dormiremo. La mattina seguente un aereo ci porterà a Guilin.
Grandi saluti con mr. Zhong e poi... partenza!
Arriviamo velocemente e senza intoppi a Guilin e poi in
autobus a Yangshou. Passeremo tre notti in questa magica zona che io personalmente già conoscevo e che ho
ritrovato quasi intatta. Alloggiamo al Li River hotel. Ho
cercato di rintracciare una graziosa e gentile signora
cinese che qualche anno fa gestiva un ristorante; ma
purtroppo quel ristorante non esiste più. Girare in barca lungo il fiume Li è sempre una esperienza bellissima!
La quiete, i paesaggi di caldi colori, le montagne che si
susseguono mostrando mille forme diverse; oppure girare in bicicletta per le campagne tenute in perfetto ordine che diversificano, con i colori, le varie semine, oppure soffermarsi a scambiare un sorriso con i contadini
che lavorano con atavica pazienza i campi, o con le
donne che passano leggere pur con le loro ceste bilanciate stracolme e pesanti e che camminano un po’ ancheggiando a piccoli passi. La cittadina è piacevole, si
mangia benissimo, si può comprare mille cose diverse
a prezzi buoni se non buonissimi, si può passeggiare a
tutte le ore con tranquillità, tutti sono pronti a darti un
aiuto e a scambiare qualche parola. Lasci Yangshou come dopo un bagno rilassante: ti senti rigenerato!!
28 OTTOBRE
giovedi, alle cinque del pomeriggio partiamo per Hong
Kong dove la mia amica Ching ci aspetta all’aeroporto e cercherà di farci da guida
in questa moderna e caotica città.
30 OTTOBRE
Siamo a Roma dopo più di 13
ore di viaggio, felici e contenti
per questa nuova esperienza
in uno spicchio di mondo popolato da gente tanto diversa
per lingua, cultura, aspetto
fisico, il cui contatto (anche
se veloce e superficiale) ti fa
capire la grande umanità di
un popolo e ti fa crescere rispettandoli.
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