Un Cervello In Due.: La recensione di UnfoldingRoma 19/03/2015 Un cervello in due. Quando il ricordo è insopportabile.<o:p /> Classici problemi di coppia. Una convivenza breve e già si fa fatica a comprendersi. Riflessioni, si analizzano i comportamenti e movimenti altrui. Idea geniale, abbastanza comprensibile, lche guida lo spettatore verso il dialogo interno. Si potrebbe mai pensare di far dialogare le due parti del cervello? Di metterle a confronto sulla propria natura, su come si è, farle riflettere, litigare, ricordare, arrovellare sulle faccende quotidiane e quelle di cuore? Sembra quasi di entrare in un film di fantascienza. La cyber dimensione è un’evidente viaggio futuristico. Il razionale e il sentimento si incontrano parlando in codice. Lettere, parole e numeri decodificano, anche, gli organi interni del corpo maschile. Un cervello in due al Teatro Kopò di Roma dal 12 al 15 marzo è il risultato di un esperimento esilarante. Dall’idea geniale di Marcello Paesano, regista e attore, affiancato da Luca Comastri nei panni di Leo & Poldo. Mentre invece, in video, troviamo Valeria Panepinto nelle vesti di Loredana.<o:p /> Leo & Poldo, appunto, sono i due emisferi del cervello di Leopoldo. Indossano due caschi da bicicletta decorati con fibre ottiche che si illuminanoi. Si muovono su un piccolo palco; due sedie, l’una decorata da fiocchi di raso colorati e l’altra da fili bianchi e neri, un tavolino e fogli di giornali alle pareti donano alla scenografia un tocco di creatività. La parte razionale, portata in scena da Marcello Paesano vestito di tutto punto con giacca e cravatta parla in modo perfetto e si dimena con le lingue straniere. Il look da ufficio rende giustizia all’idea pratica della vita. La parte emotiva è più colorita, giocherellona, lasciandosi andare alle emozioni, vivendole, si presenta con il suo look casual e quasi trasandato. Esse concordano. Si amano, si odiano, litigano, riflettono, si lasciano andare ai ricordi più belli. Dubbi, domande e riflessioni, non esclusi, creano quel dialogo interno che appartiene a ognuno. Leopoldo convive con Loredana . Gli argomenti trattati sono svariati. Ascolto, sesso, si analizzano sia comportamenti che movimenti, si mette in ordine nel disordine altrui, ci si fraintende mettendo fine alla relazione. I giorni trascorrono senza la presenza di Loredana in casa. E’ tutto un caos. Ci si ferma, si resetta e si pensa agli sbagli fatti. Leo & Poldo cercano un accordo. Giungendo alla conclusione, quasi in uno scambio di ruoli, si abbandona l’atteggiamento asettico cercando di risolvere paure e recuperare un amore. Non pensando, lasciandosi andare e rilassandosi. La performance, però, è un po’ lunga e rischia di stancare. A portare fuori strada, forse, il video che veniva stoppato e ripreso per più volte. Il finale, poi, risulta un po' scontato, avremmo preferito un colpo di scena.Immedesimarsi nel concetto non è stato del tutto facile. Il linguaggio nuovo, tra sperimentazione e il moderno, a nostro avviso non si è sposato bene con il teatro. Forse il testo sarebbe più adatto alla sit-com o web-serie con dialoghi più serrati, rapidi e sicuramente più ironici. A parte queste piccole criticità la recitazione dei due attori è buona., comunque porta lo spettatore alla riflessione: quello dei ricordi. Essi sono insopportabili quando rimangono dentro, anche se non si vedono. Per cancellarli non basterebbe una vita. E quelli più belli, i più dolorosi, passano con garbo, senza fretta. Non chiedono permesso, i ricordi, si depositano facendosi spazio. Chissà se poi un piccolo sorriso lo strappano ugualmente!<o:p /> Annalisa Civitelli<o:p />