Esseri liberi non è nulla, divenirlo è cosa celeste

Il paradosso della libertà
- le ragioni del nostro lavoro In un periodo di crisi così difficile per la nostra società
Dall’interno di un appassionato e rigoroso studio delle
e per il mondo intero - pensiamo alle tensioni nell’Europa
più diverse dottrine filosofiche abbiamo riflettuto circa
dell’Est (Ucraina), alla terribile crisi mediorientale (il
l’immenso mistero della libertà che l’uomo trova come
conflitto israelo-palestinese), alla crisi democratica di
propria dote originale e caratteristica naturale.
Hong Kong e ai recenti tragici fatti di Parigi - al fine di
poter offrire con realismo il nostro contributo, pensiamo
sia decisivo rimettersi con serietà di fronte al grande
problema della conoscenza della verità, in ogni ambito
dell’esistenza, approfondendo in primis la conoscenza
della natura del soggetto umano.
L’uomo nasce libero in natura o lo diventa? Che cosa
significa il termine “libertà”?
Quando siamo liberi? Siamo padroni dei nostri atti?
La nostra anima è in grado di scegliere il proprio destino?
Anche gli altri enti del mondo possiedono “libertà”?
Gli animali, le piante e gli altri oggetti naturali, il mondo,
sono contingenti o necessari?
Se non cerchiamo di capire cos’è l’uomo, la natura di
ciascuno di noi, sarà difficile capire poi come risolvere
i problemi e rispondere in maniera adeguata alle urgenze
“Esseri liberi non è nulla, divenirlo è cosa celeste”
(Fichte)
antropologiche, etiche e politiche che l’uomo anche oggi si
pone. La conoscenza della natura del soggetto umano è il
Ci è interessato non solo capire se davvero siamo esseri
problema che ogni grande filosofo ha sentito e sente come
liberi, in azione, sempre in movimento (come dice la stessa
“il” problema della propria vocazione.
parola greca eleutheria, la cui radice eleuth ha a che fare
Questa sfida è posta nella seconda edizione delle Romanae
Disputationes che hanno per tema “Libertà va cercando,
ch’è sì cara”.
L’esperienza della libertà. La libertà sembra essere un
aspetto fondamentale della natura e dell’esistenza umana,
tanto che Virgilio, presentando Dante a Catone l’uticense
col verbo erkomai che significa “muoversi”), ma riflettere,
per quanto possiamo, sulla natura della libertà stessa che
ci caratterizza come uomini. Che cos’è dunque la libertà?
Assoluta autonomia nelle scelte?
Realizzazione immediata e totale di tutti i nostri desideri?
Produzione chimica del nostro apparato biologico?
Illusione prodotta dalla ragione per evitare la
nel primo canto del Purgatorio, ci dice che per la nostra
disperazione? Fuga dalla prigionia del corpo e dalle
libertà siamo disposti a tutto, fino al sacrificio della vita.
limitazioni della materia? Apertura a un oltre infinito?
E prima ancora Socrate accettò di essere giustiziato pur di
Accettazione di un dover essere? La partita è aperta.
testimoniare quanto sia essenziale la libertà di pensiero e
di parola conquistata con la filosofia.
Non basterà per rispondere a queste domande, ripetere le
Da Socrate in poi, passando per Platone, Aristotele, le
dottrine di altri, ma sarà necessario che ciascuno muova
scuole ellenistiche, Plotino, Agostino, Cartesio, Kant
la propria ricerca a partire da una analisi della propria
fino a Nietzsche e Heidegger, tutti i grandi filosofi hanno
riconosciuto quanto sia essenziale l’esperienza della
libertà per cogliere l’unicità della vita umana nel contesto
del mondo naturale e del farsi della storia.
Riflettere sul tema della libertà ci ha permesso di
paragonare la propria personale esperienza della
esperienza, sul significato che la parola “libertà” assume
per ciascuno e su quali siano i fattori che ne permettono la
realizzazione o ne comportino la negazione.
Nei pannelli che seguono sono descritte in sintesi le
ricerche che alcuni ragazzi hanno fatto sul significato che
ha per loro la parola “Libertà” sotto diversi punti di vista.
libertà con il grande lascito di osservazioni, ipotesi,
La prima serie di pannelli è una presentazione dei saggi che
argomentazioni e domande che i filosofi del passato ci
saranno presentati al concorso Romanae Disputationes,
hanno consegnato nei loro testi, circa l’idea e la propria
mentre la seconda serie di pannelli è una presentazione dei
esperienza di libertà.
video che saranno proiettati al termine del percorso.
In questo lavoro vogliamo trattare del rapporto in cui stanno libertà e
relazione, partendo dal presupposto che in una condizione di oppressione, in cui
può sfociare la ripetitività della vita quotidiana, ciò che istintivamente risponde
al bisogno di libertà è la possibilità di fuggire per svincolarsi da tutto.
Questa apparentemente assoluta libertà portata all’estremo coincide con il
recidere ogni legame ed ogni impegno con la vita e sfocia nella solitudine,
rivelandosi una libertà utopica ed effimera che porta ad essere totalmente
vulnerabili e prigionieri di se stessi. Infatti l’uomo, in quanto “animale sociale”
non basta a se stesso, e non può darsi da sé la felicità.
E una libertà svuotata della felicità non è libertà
nel senso più vero del termine.
Quindi, paradossalmente, per essere liberi
è necessario un vincolo, una guida: l’amore.
libertà, amore e relazione
Kierkegaard è uno dei più grandi filosofi
che hanno parlato di libertà in relazione al tema della possibilità.
La vita di ognuno di noi è caratterizzata da un insieme di possibilità e di scelte
più o meno importanti che si dovrebbero affrontare. Per questo è interessante
osservare i diversi comportamenti di due uomini posti di fronte ad un bivio.
Si nota in questo caso che per libertà non si intende libertà di scelta,
ma che è la libertà che deriva da una scelta.
Abbiamo cercato di sottolineare cosa può significare assumersi la
responsabilità di una scelta piuttosto che essere presi dall’indecisione che può
portare ad una staticità se non ad un peggioramento della propria condizione.
Abbiamo scelto di rappresentare una tale situazione poiché in questo momento
della nostra vita sentiamo forte il peso di dover prendere una decisione e
abbiamo identificato l’indecisione con una prigione che limita la nostra libertà.
libertà COME POSSIBILITÀ
Abbiamo realizzato un video per mostrare che l’uomo può
essere libero a prescindere dalla condizione in cui si trova.
Attraverso due storie parallele di vita vissuta abbiamo
voluto esprimere come la vera libertà non sia tanto poter
fare tutto incondizionatamente, ma che ci sia qualcosa al di
fuori della contingenza, qualcosa che renda possibile per
l’uomo essere pienamente e fino in fondo se stesso.
Nel video ciò accade nel momento in cui due ragazzi,
alla fine di una giornata come tante altre, si ritrovano
improvvisamente ad ascoltare la musica di un violino; un
fatto eclatante nella sua semplicità, che ridesta la loro
sensibilità di uomini.
la condizione umana
Tutti i momenti che posso vivere placano la mia sete di libertà.
certo, ma non mi bastano.
Sono illusioni?
O la prova dell’esistenza di qualcosa di più grande?
La libertà assoluta esiste e forse c’è un cammino in grado di
condurci ad essa, il cammino che sto compiendo: attraverso
ogni momento in cui mi sono sentito libero è come se avessi
fatto un passo in avanti verso la meta comune a tutti gli
uomini.
Ma come fare a capire quali sono i momenti veri, i passi del mio
cammino che mi fanno avvicinare sempre di più alla libertà?
Semplice, il vero cercato dentro questi stessi momenti: esiste
infatti una grande somiglianza tra verità e libertà.
I momenti in cui ci sentiamo liberi sono tali perché sono in
relazione al vero.
libertà. e poi?
Cosa si intende per libertà? È forse una condizione priva di oppressioni e doveri?
Oppure si ha quando un uomo può realizzare pienamente se stesso senza alcun
limite a lui imposto?
Essere liberi, essere puramente e concretamente liberi, è possibile in
qualunque stato ci si trovi: in ogni realtà, negativa o positiva che sia, la
libertà è gratuita e perseguibile per qualsiasi uomo di questo mondo.
La realtà è sfumata da infinite differenze che rendono unica ogni condizione,
ma la caratteristica necessaria per potersi definire liberi, sta nella
consapevolezza di essere tali. Si deve considerare che la libertà ha piantato
le sue radici legittime nell’istante in cui ciascuno di noi ha emesso il primo
sospiro, è un diritto che ci appartiene, che è parte integrante della nostra
interiorità, pertanto bisogna esserne coscienti costantemente.
Dialogare con sé stessi porta ad un “esame dell’anima” e ad un rendere
conto della propria vita, ossia ad un esame morale. Se un uomo fa fronte
alla propria esistenza inconsciamente, senza essere padrone di sé e delle
proprie azioni, vivendo in modo vano e non cercando il fine ultimo delle cose,
allora avrà dissipato il suo tempo futilmente in un abisso di non speranza e
soffocherà lentamente nelle conseguenze fatali derivate da scelte fallaci.
Se la libertà sta nella consapevolezza di essere liberi, come fa un individuo
limitato dalle leggi di una società ipocrita ed ingiusta a ritenersi libero?
Si consideri la politica razziale adottata nella Germania nazista; un cittadino
che possiede il diritto naturale di essere libero, che è spogliato dei suoi beni
e del suo nome, costretto a vivere in un campo di lavoro come cornice della
sua morte imminente, può essere libero?
libertà è consapevolezza
Tra i tanti modi di leggere la libertà c’è il caso di come la donna ha
vissuto la sua libertà nel corso della storia.
Attualmente per libertà si intende la condizione di chi può agire
senza costrizioni di qualsiasi genere.
Eppure, se si considera la donna e il suo passato, siamo sicuri che sia
sempre stato così?
La donna infatti, nel periodo greco-romano era vista come inferiore
e per questo la sua libertà dipendeva dall’uomo a cui si legava.
Nel cristianesimo cambia in parte la sua condizione, se solo si pensa
al passo di Paolo che dice «E voi, mariti, amate le vostre mogli, come
Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla
santa». Ma solo negli anni ‘60, con il movimento femminista, le donne
hanno rivendicato con forza alcuni particolari diritti, nell’essere
moglie, madre e più in generale, donna.
libertà come libertà di genere:
essere donna e essere libera
Poiché spesso il termine libertà è usato superficialmente e senza tener
conto del suo valore profondo, è opportuno chiedersi cosa sia davvero la
libertà di un uomo e quando sia effettiva e non apparente.
Il metodo applicato consiste nel partire dall’idea approssimativamente
comune di libertà, il poter scegliere. È un punto di partenza tanto semplice
da parer banale, ma essenziale per delineare un profilo chiaro del soggetto.
Da qui si cercherà di approfondire, chiarendo che l’uomo può essere
realmente libero soltanto in azione, in relazione con una realtà contingente.
Questa può quindi sembrare un limite talvolta (quante volte i fatti si
svolgono diversamente da come vorremmo), ma di fatto è ciò che permette
la libertà. Nella contingenza poi l’uomo è libero solo se cosciente di sé: di
dove intende arrivare con la sua scelta.
Infine si conclude che l’unica possibilità di scelta con una qualche rilevanza
è quella che porta l’uomo ad essere felice, ad un bene. Quindi la libertà
ultimamente è tensione verso il Bene assoluto. Altre possibilità di scelta
del’uomo non sono interessanti.
Quindi la libertà a nostro avviso è una scelta dell’uomo cosciente della
realtà e di sé volta verso il Bene. Questo è quanto cercheremo di portare
avanti attraverso argomenti ed esempi.
libertà: coscienza e realtà
Il nostro lavoro di approfondimento sul tema della libertà nasce da
un interesse sul valore delle scelte che l’uomo, quotidianamente, deve
affrontare, dall’infanzia fino all’età adulta.
La vita, infatti, è responsabilità - da respondeo - cioè ogni individuo è chiamato
ad un impegno per cercare di dare una risposta ad ogni circostanza.
La libertà, quindi, è scelta. È scegliere un giocattolo fra i tanti nel negozio.
È scegliere una casa, “una terra che sia la vostra”, “un modo di morire”. È
scegliere una donna fra tante.
“Come fate voi a pensarla questa immensità, a viverla?” si domanda Novecento.
È proprio nel momento della scelta, quindi, che l’uomo sente il brivido della
libertà. E, per quanto egli abbia paura di sbagliare, vince il fascino di passare
da accordi semplici ad una composizione tutta sua.
L’uomo fa dei tentativi e prova a raggiungere ciò che pare a lui possa dare la
propria “maggiore soddisfazione”, poiché, come affermavano Sant’Agostino
e, successivamente, San Tommaso, la libertà è il tentativo di un’adesione
cosciente a ciò che l’uomo riconosce come il proprio Bene, e allora la sua
vita “consiste nell’affetto che principalmente la sostiene e nel quale egli
trova la sua più grande soddisfazione”.
tu sei infinito?
“Se credete di aver capito la teoria dei quanti,
vuol dire che non l’avete capita”.
Così Richard Feynman, Premio Nobel per la fisica nel 1965, riferendosi
alla fisica quantistica, evidenzia come questo sia un tema così complesso
da non poter mai essere compreso fino in fondo. Così può sembrare anche
la libertà. Ma, analizzando la natura, mediante la fisica quantistica, quella
classica, e l’uomo, si arriva a definire questo concetto apparentemente
incomprensibile.
È nella realtà quantistica, composta da tutte le particelle subatomiche,
che la natura ha la libertà di comportarsi in un determinato modo o in un
altro.
Con libertà non si intende qualcosa che la natura sceglie di fare, poiché
la scelta esiste se c’è una coscienza, aspetto di cui la realtà naturale è
priva. Il fotone, preso come esempio di particella microscopica, non decide
volontariamente il suo percorso, ma è qualcosa di insito nella sua natura,
secondo comportamenti e leggi a noi finora sconosciuti.
Eppure ha in sé una certa libertà, poiché il suo comportamento non può
essere condizionato da alcun fattore esterno a questa realtà.
Invece, nella realtà macroscopica studiata dalla fisica classica, tutto
è prevedibile secondo principi fisici, biologici o chimici. Se tutte le cose
sono prevedibili e quindi già determinate, come ad esempio il lancio di
una moneta quando si conoscono tutte le forze in gioco, la natura
macroscopica non ha nessuna possibilità di comportarsi in altro modo
rispetto ciò che è previsto dalle leggi della natura. Così dicendo
sembrerebbe che non ci sia libertà nella realtà macroscopica. Eppure c’é
un luogo dove si gioca la libertà al massimo della sua potenza: l’uomo. Più
precisamente, essa sta nella scelta che l’uomo deve compiere ogni volta
in vista del proprio scopo. Ovvero, la scelta dell’uomo può modificare il
corso degli eventi, se non ci fosse l’intervento dell’umana specie tutto
sarebbe già determinato.
Quindi, in definitiva, il concetto di libertà é il momento di sintesi tra la
caratteristica delle particelle subatomiche, ovvero la loro assenza di
limiti, la quale porta ad una impossibilità di determinazione e l’opportunità
di scegliere, ovvero più alla larga il libero arbitrio, che possiede l’uomo
nella realtà macroscopica.
l a n at u r a l e l i b e r t à
della fisica quantistica
ci sono certe idee che abbiamo fin dalla nascita, concetti che vengono a
radicarsi nella nostra mente fin dalla gioventù.
Una di queste idee è la libertà, che dal XVIII sec. viene descritta come un
diritto umano inalienabile, per cui l’uomo ha combattuto e che possiamo
ritrovare nella nostra società. Eppure, alcune volte, i dubbi prendono il
sopravvento e ci portano a pensare che, forse, ciò che ci è stato insegnato
non sia del tutto vero, aderente alla realtà.
Ma siamo noi liberi?
Viviamo a stretto contatto con gli altri, in una società o comunità da
cui non possiamo distaccarci, perché vivere da soli non sarebbe solo
impraticabile sotto l’aspetto delle nostre capacità, limitatissime, ma
sarebbe anche, come dice Cicerone, una vita senza gioie.
Eppure è proprio nell’altro che si trova il proprio limite.
Non si possono esternare appieno i sentimenti, i desideri, perché si teme
quello sguardo sempre vigile di coloro che ci giudicano.
Ma allora dove è la vera libertà se siamo sempre
in rapporto con altro-da-noi?
Noi pensiamo che la libertà consista nella nostra possibilità di scegliere,
o anche dello stesso astenersi dallo scegliere, perché è attraverso
ogni decisione che viene presa ogni giorno che noi possiamo costruire e abbiamo già costruito - ciò che siamo ora. È proprio quel centimetro di
volontarietà - una parte di noi piccolissima che può resistere alle angherie
e ai soprusi del più spietato dittatore - insieme alla responsabilità che
bisogna prendersi - perché le scelte non saranno mai slegate dalle loro
conseguenze - a permetterci di essere liberi, di costruire noi stessi.
capitani della nostra anima