A proposito Vinci del Codice da - Sul “Codice da Vinci” sono già stati scritti molti articoli e ormai anche diversi volumi. Nella quasi totalità di questi scritti si giunge alla conclusione che l’autore si basa su fonti quanto mai inaffidabili (leggende e documenti falsi), che commette una gran quantità di errori storici – alcuni madornali, altri ridicoli o grotteschi – e che fa abilmente leva sulla sempre accattivante teoria cospirativa, condita da una buona dose di rivelazioni esoteriche, che determinano una miscela che ha riscosso un enorme successo. Quello che però non va, né sottaciuto né sottovalutato, è che tutto l’impianto è radicalmente anticristiano, inculcando e suggerendo, in molti lettori, se mi passate il termine un po’ creduloni, credenze, sospetti e anche gravi accuse contro la Chiesa Cattolica. L’autore infatti presenta molte affermazioni – spesso inventate o false – come fatti veri e reali. Mette in bocca a studiosi e personaggi eruditi, in particolare al sapiente Teabing, frasi del tipo:” Gli studiosi affermano” oppure: “Gli studiosi sostengono”, in cui il Cristianesimo viene di fatto ridicolizzato, sostenendo che Gesù Cristo avrebbe sposato Maria Maddalena, dalla quale avrebbe avuto un figlio, che la Chiesa (un’organizzazione sinistra e misogina) avrebbe sempre avversato e tenuto nascosto, occultando la verità!!!!! Circa la divinità di Cristo inoltre vengono scritti una serie di spropositi. Alcune perle: “La vita di Gesù è stata scritta da migliaia di suoi seguaci in tutte le terre”, “Nel Cristianesimo non c’è nulla di originale”, “Costantino (imperatore romano pagano) convocò una famosa riunione, nota sotto il nome di Concilio di Nicea nel 325 d.C., si discussero molti aspetti del Cristianesimo che furono decisi attraverso un voto: la data della Pasqua? e, naturalmente la divinità di Cristo”, “Lo statuto di Gesù come Figlio di Dio è stato ufficialmente posto e votato al Concilio di Nicea”, “La divinità di Gesù è stata il risultato di un voto? a maggioranza assai ristretta”, “I vecchi Vangeli vennero messi al bando sequestrati e bruciati…”. Finale col botto: “Quel che intendo dire e che quasi tutto ciò che i nostri padri ci hanno insegnato di Cristo è falso” (pp.271-276 -44^ Ediz. Genn.2005). Affermazioni del genere non avrebbero neppure bisogno di commenti. Tuttavia in questo momento di confusione forse alcune precisazioni, anche se sintetiche e brevi, sono opportune. 1) Sulla questione della autenticità e storicità dei vangeli e della loro datazione gli studiosi sono giunti a conclusioni ormai assestate da tempo. Si è riconosciuto che i Vangeli più antichi e più attestati come numero di papiri e di codici sono quelli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Essi sono stati certamente scritti pochi decenni dopo la morte di Cristo. Esistono anche alcune decine di Vangeli “apocrifi” che sono di uno o due secoli posteriori alla morte di Cristo. Essi non sono mai stati considerati come ispirati, non perché negassero la divinità di Cristo, ma perché credevano di renderla credibile con racconti miracolosi controproducenti (riempiendo la vita di Gesù Bambino di prodigi, a volte anche ridicoli). 2) E’ assurdo dire che Gesù sia stato divinizzato dal Concilio di Nicea nel 325 d.C.!! Tutti e quattro gli evangelisti dichiarano esplicitamente che Gesù Cristo era il Figlio di Dio e il Cristianesimo è nato subito come fede in Gesù vero uomo e vero Dio. Il Concilio di Nicea ha riaffermato la divinità di Cristo ma quest’ultima verità già faceva parte della fede della Chiesa. 3) Sempre il sapiente Teabing, vuol farci credere che il matrimonio di Gesù e Maria Maddalena sia storicamente documentato e cita “i vangeli apocrifi (fra i quali il vangelo di Filippo), i rotoli di Nag Hammadi…”. Orbene, tutti gli studiosi hanno qualificato i vangeli apocrifi di Nag Hammadi come testi gnostici, come “mitologia” o come scritti di parte, viziati da pregiudizi filosofici. Solo Brown ha il coraggio di parlarne come se si trattasse di “documenti storici attendibili”. 4) Ci sono molte altre affermazioni che potrebbero essere analizzate e smontate di qualsiasi credibilità. Tuttavia penso che queste, da sole, siano sufficienti per fare capire che se Brown avesse avuto l’onestà di dire che il suo è solo un romanzo non avrebbe sollevato tutto questo interesse e polverone. Ma, volete mettere, raccontare un sacco di frottole sul Cristianesimo, prendere in giro Gesù Cristo, coinvolgere l’Opus Dei in trame oscure e assassine, è certamente molto più stuzzicante. Tanto della Chiesa possono parlare male tutti, anzi se qualcuno si azzarda a difenderla è come minimo un oscurantista o un intollerante. Fortunatamente la Chiesa ha fondamenta molto solide (Gesù Cristo vero Dio) e la sua dottrina poggia su verità incrollabili. Un Dan Brown in più, o in meno, non fa problema. Se qualcuno, o anche molti, hanno voglia di spendere soldi e tempo, sono solo problemi loro. Se, però, le cose che si dicono, false e offensive, vengono spacciate per “storiche”, credo sia un diritto legittimo, non tanto della Chiesa Cattolica, ma di qualsiasi cattolico, quello di difendersi; informare il pubblico circa la “validità” di quello che ci si accinge a leggere o vedere, e magari, invitare quegli stessi lettori e/o spettatori ad approfondire la verità dei fatti. Per chi fosse interessato, la consultazione del sito www.opusdei.it potrebbe essere una veloce e molto accessibile fonte informativa Con buona pace di tutti. Però? provate a pensare se le cose che Brown dice di Cristo le avesse riferite a Maometto! Ne avremmo certamente visto delle belle (forse non per Dan Brown). di Gianfranco Vanzini