Controllo e monitoraggio dell’inquinamento elettrico e magnetico prodotto dalla linea del tram nella città di Messina Acri, G.a), Testagrossa, B. a), Vermiglio, G. a), Tripepi, M.G. a) Dell’Accio, A. b), Falcone, G. b), Oliva, A. b) a) Dipartimento di Protezionistica Ambientale, Sanitaria, Sociale ed Industriale – Università degli Studi di Messina – 90025 Messina b) Dipartimento di Fisica – Università della Calabria – 87036 Rende (Cosenza) In questi ultimi anni è notevolmente cresciuto l’interesse, sia scientifico che pubblico, riguardo ai fenomeni relativi alle radiazioni non ionizzanti ed in particolare alle implicazioni che questi possono avere sulla salute dell’uomo. I risultati scientifici non univoci sui possibili effetti provocati dall’esposizione a lungo termine a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, infatti, non fanno altro che alimentare la preoccupazione nella popolazione. Sebbene le fonti di inquinamento elettromagnetico più diffuse ed attenzionate siano gli elettrodotti e i sistemi di telecomunicazione e trasmissione radiotelevisiva, non bisogna però dimenticare che anche i mezzi di trasporto pubblico che utilizzano l’energia elettrica per la trazione non sono esenti dal generare, lungo tutta la linea, campi elettrici e magnetici a bassa frequenza od in regime continuo. Questo lavoro si propone di illustrare i risultati del monitoraggio delle immissioni elettriche e magnetiche prodotte dalla linea del tram recentemente realizzata nella città di Messina nelle zone occupate dalla popolazione. Per la pianificazione dell’attività di monitoraggio si è fatto uso dei Sistemi Informativi Geografici (GIS), strumenti in grado di acquisire, gestire, interrogare e rappresentare in forma tematica dati caratterizzati da una componente geografica oltre che descrittiva. Il tracciato della linea, la struttura urbana della città e ogni altra informazione di interesse, sono stati acquisiti in ambiente GIS e utilizzati per la formazione di un database relazionale. La conoscenza sistematica dei livelli di campo, ottenuta grazie al monitoraggio, e il paragone con le valutazioni teoriche elaborate mediante opportuni programmi di simulazione, consente di formulare, alla luce delle Linee guida dell’ICNIRP tuttora in vigore, delle valutazioni in merito alle condizioni riscontrate nei punti di maggior rischio, che conducono ad escludere l’esistenza di situazioni che, allo stato attuale, possano in alcun modo essere fonte di ingiustificati allarmismi. A) INTRODUZIONE L'interesse verso i campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici ha assunto negli ultimi anni un'importanza crescente legata al contemporaneo frenetico sviluppo di nuovi sistemi di telecomunicazione, i cui impianti si sono diffusi in maniera capillare in ambito urbano destando dubbi e preoccupazioni circa la loro pericolosità. Anche l'intensificazione della rete di trasmissione elettrica, conseguente all'aumento della richiesta di energia, nonché l’insediamento in territori precedentemente disabitati e caratterizzati dalla presenza di elettrodotti o di emittenti radiotelevisive preesistenti alla realizzazione delle conseguenti opere di urbanizzazione, hanno contribuito a destare non poche perplessità circa i possibili effetti sulla salute derivanti dalla permanenza, più o meno prolungata, in prossimità di dette installazioni. La valutazione dei rischi sanitari associati all’esposizione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici è però un processo estremamente complesso, sia per la varietà delle frequenze e delle intensità che è necessario prendere in esame sia per il carattere multidisciplinare dell’argomento stesso, motivo per cui le numerose pubblicazioni, di natura chiaramente eterogenea, che si interessano della problematica, finiscono per condurre a conclusioni quasi sempre non esaustive, e comunque palesemente divergenti. La mancanza di un nesso causale certo per eventuali effetti di natura stocastica sulla salute umana, ha come macroscopico risultato quello di conferire a tale argomento un alone di mistero, con l’inevitabile conseguenza di aumentare le fobie della popolazione. Secondo l’ICNIRP (International Commission on Non Ionizing Radiation Protection), che costituisce il principale riferimento mondiale in tema di protezione dagli effetti delle radiazioni non ionizzanti, vi sono infatti conseguenze pienamente accertate all’esposizione, anche per tempi brevi, a campi di elevata intensità. Aumento della temperatura e conseguente surriscaldamento dei tessuti causati dall’assorbimento di energia per le alte frequenze, anomala stimolazione dei muscoli e dei nervi periferici dovuta in particolare all’induzione di correnti elettriche per le basse frequenze, orientazione delle molecole e influenza sulle reazioni chimiche per i campi statici costituiscono esempi degli effetti cosiddetti deterministici dell’esposizione ai campi elettromagnetici di tipo non ionizzante(4),(5). Queste manifestazioni è stato ipotizzato che potessero accompagnarsi anche a disturbi di diversa natura, nonché all’insorgenza di situazioni di vera patologia, come insonnia, perdita di memoria, irritabilità, alterazioni ormonali, disturbi alla vista ed all’udito. Ancora più complessa e controversa è infine la valutazione dei rischi di cancerogenesi, quale conseguenza di esposizioni prolungate(11),(13). I risultati sperimentali ottenuti fino ad oggi mediante indagini epidemiologiche, obbligatoriamente limitate nel tempo e poco selettive nell’unicità della noise, presentano parecchie contraddizioni. Anche gli studi che sembrano indicare l’esistenza di una correlazione tra determinati tipi di patologie e la presenza di sorgenti di emissione non hanno evidenziato un aumento del rischio statisticamente significativo. Le legislazioni di diverse nazioni hanno raccolto le suddette preoccupazioni traducendole in norme protezionistiche finalizzate alla limitazione dell’eventuale rischio. In generale, però, la maggior parte delle normative sono orientate solo sulla protezione dagli effetti acuti (deterministici) senza però tenere conto di quelli a lungo termine. Nel caso in questione, è evidente che, se si volessero includere anche le possibili conseguenze di esposizioni per tempi prolungati a campi di bassa intensità, si dovrebbero allontanare a distanza di sicurezza infrastrutture imponenti come le linee di distribuzione dell’energia elettrica, gli impianti radiotelevisivi, le antenne per la telefonia cellulare, ecc. nonché riprogettare e rivedere tutti quei dispositivi elettronici di uso quotidiano che emettono campi elettromagnetici ad alta frequenza, soluzioni queste che, secondo una linea di pensiero, significherebbero ostacolare senza ragione lo sviluppo di settori ormai irrinunciabili per l’attuale livello di vita della società civile. In ogni caso, sia nel campo delle radiofrequenze che in quello delle frequenze estremamente basse, le attività di controllo sono in continua crescita: oggetto di monitoraggio sono, in particolar modo, stazioni radio base per la telefonia cellulare, impianti di trasmissione radiotelevisiva ed elettrodotti; meno attenzionata, sino ad oggi, risulta invece la valutazione della esposizione ai campi elettrici e magnetici statici prodotti dai sistemi di trasporto alimentati da corrente continua, come i treni e soprattutto i tram, in via di crescente diffusione nel contesto dei grandi insediamenti urbani. Anche per questo motivo, nel presente lavoro gli Autori, che in precedenti occasioni hanno già preso in considerazione le problematiche inerenti l’esposizione alle radiazioni non ionizzanti (1) (2), hanno ritenuto interessante rivolgere la propria attenzione all’impianto tranviario ormai a regime nella città di Messina, ove è stato inaugurato il 3 aprile 2003, e che si snoda per le principali vie della città, da nord a sud, secondo un tracciato, costruito ex novo, di 7,7 km, con 18 fermate che includono i due terminal di Annunziata e Gazzi. Nell’attraversare la città, la linea, in alcune zone (fig. 1) passa infatti anche a ridosso di alcune abitazioni e negozi, situazione questa all’origine dell’idea di intraprendere la campagna di misura per il monitoraggio del campo elettrico e magnetico generato dalla linea in questione. Figura 1 – Tratto di linea in prossimità di abitazioni e negozi Nella tabella 1 vengono riportati i dati tecnici del tracciato(8). Tabella 1 – Dati tecnici della linea del tram Lunghezza linea Scartamento Raggio di curva minimo Pendenza massima Diametro linea di contatto Sezione linea di contatto Tensione di alimentazione Tiro linea aerea Altezza linea aerea dal piano del ferro km 7.7 mm 1435 20 m 50 0/00 (curvone Gazzi) mm 11.8 mm2 110 750 Vcc kg 900 m 5.6 Tenuto presente che la linea del tram è alimentata a corrente continua, i campi elettrici e magnetici generati sono ovviamente di tipo statico, ma anche se è assodato che essi, con particolare riferimento a quelli magnetici più difficilmente schermabili, interagiscono con la materia vivente, non è però chiara la natura precisa di questa interazione né tantomeno i possibili effetti a lungo termine che a dette azioni si possono associare. I principali rischi connessi alla presenza e all’uso di sorgenti di campo magnetico sonochiaramente correlabili all’esposizione a livelli di campo che possono essere superiori al campo magnetico terrestre ed includono il movimento incontrollato di oggetti ferromagnetici attratti dal campo. La legislazione italiana vigente non suggerisce limiti specifici per l’esposizione a campi magnetici statici(7),(12), coerentemente col fatto che, sulla scorta dell’analisi dei meccanismi di interazione accertati, le attuali conoscenze scientifiche escluderebbero ogni effetto nocivo sui principali parametri vitali negli organismi superiori per effetto di esposizioni temporanee a induzioni magnetiche statiche fino a 2T, mentre non dovrebbero verificarsi conseguenze negative per la salute a seguito dell’esposizione cronica a induzioni magnetiche dell’ordine di 200mT, tant’è che l’ICNIRP(4) raccomanda appunto come limite di esposizione professionale a corpo intero un valore pari a 200 mT, mediato nell’arco di un’ora su una giornata di lavoro, restrizione questa ritenuta conservativa, nonostante l’attuale mancanza di conoscenze sugli effetti a lungo temine dell’esposizione. Il livello di riferimento del campo magnetico per l’esposizione della popolazione prevede, comunque, un ulteriore fattore 5 di sicurezza, che si traduce in un limite pari a 40 mT. B) IL RUOLO DEI SISTEMI INFORMATIVI GEOGRAFICI NELLA PIANIFICAZIONE DELLA CAMPAGNA DI MONITORAGGIO La pianificazione della campagna di monitoraggio è stata supportata dall’utilizzo di un Sistema Informativo Geografico(10) mediante il quale sono state messe a confronto tutte quelle informazioni di tipo geografico e descrittivo ritenute di interesse ai fini dell’analisi della problematica in esame. Un Sistema Informativo Geografico è uno strumento in grado di acquisire, gestire, analizzare, elaborare e visualizzare dati che fanno riferimento ad un determinato contesto territoriale. I dati sono organizzati in classi di elementi omogenei, o livelli informativi, dalla sovrapposizione dei quali è possibile rappresentare gli aspetti di interesse del mondo reale, qualunque sia la sua complessità. Ciascun livello informativo è caratterizzato da una propria geometria, che definisce la forma e la posizione degli oggetti, da un insieme di attributi che ne definiscono le proprietà, dalla topologia che definisce le relazioni tra gli oggetti. Queste caratteristiche rendono possibili interrogazioni più o meno complesse che vanno dalla semplice individuazione di elementi di uno stesso livello informativo sulla base di valori comuni di un attributo alla ricerca di elementi in relazione alla loro posizione (adiacenza, vicinanza, inclusione, intersezione) rispetto ad altri elementi non necessariamente appartenenti allo stesso livello informativo. Affinché i dati provenienti da fonti informative disparate ma riferiti ad uno stesso territorio possano essere messi a confronto è necessario che essi siano georiferiti, ovvero rappresentati rispetto ad un sistema di riferimento non arbitrario, ma relativo alla superficie terrestre. Il sistema di riferimento adottato nel presente studio è quello Gauss Boaga, che fino a qualche tempo fa costituiva il nostro sistema di riferimento nazionale ed è ancora oggi diffusamente utilizzato in Italia. Il contesto urbano della città di Messina è stato ricostruito nel GIS mediante estrapolazione dei livelli informativi di interesse (edifici, infrastrutture viarie, idrografia etc.) da una aerofotogrammetria vettoriale del comune, in scala nominale 1:10000. Su tale base cartografica si è riportato il tracciato della linea del tram (fig. 2), per uno sviluppo lineare di 7,7 km, ottenuto per digitalizzazione manuale in riferimento alla toponomastica della rete stradale della città e alla posizione della linea rispetto alla carreggiata. Utilizzando l’operazione di buffering, si è ottenuta una fascia di rispetto indicativa di 10 metri rispetto al tracciato della linea grazie alla quale si sono individuati gli edifici e gli spazi aperti destinati a scopi ricreativi prossimi alla linea e quindi certamente caratterizzati dagli scenari di esposizione più critici sia in relazione ai livelli di campo che ai tempi di permanenza(3). Con questo criterio sono state scelte 13 postazioni di misura, la cui effettiva accessibilità è stata verificata sul campo mediante sopralluoghi. Si è presa inoltre in esame la destinazione d’uso degli edifici, privilegiando, nella scelta delle postazioni di misura, le strutture destinate all’infanzia. Figura 2 – Vista del tracciato della linea C) MATERIALI E METODI Atteso che le linee guida ICNIRP non indicano livelli di riferimento relativamente al campo elettrico a frequenza inferiore ad 1 Hz né per l’esposizione occupazionale né per la popolazione, in quanto la percezione delle cariche elettriche di superficie non ha luogo per intensità di campo inferiori a 25 kVm-1, la campagna di monitoraggio è stata orientata alla misura del solo campo magnetico, mentre per il campo elettrico si è fatto ricorso alla simulazione teorica. Per il rilevamento del campo magnetico è stato utilizzato il magnetometro THM 7025 della Metrolab Instruments SA, dotato di sonda triassiale isotropica, debitamente calibrata mediante la “zero field chamber” in dotazione con l’apparecchiatura, mediante la quale è stato possibile valutare l’intensità del campo magnetico indipendentemente dalla orientazione spaziale della stessa(9). Il valore del campo magnetico risulta quindi dalla semplice relazione: B = B x2 + B y2 + B z2 . Le misure sono state eseguite nell’arco della giornata posizionando la sonda ad una quota di 1,5 m rispetto al suolo, a distanza variabile dall’asse della linea del tram, come indicato nella tabella 2. L’intensità di campo indicativa di ciascuna postazione di misura è stata ottenuta come valor medio dei valori rilevati nell’arco di 5 minuti. La seguente tabella riporta l’indicazione delle postazioni di misura, la relativa distanza dall’asse della linea e il valore di campo magnetico rilevato. Tabella 2 – Risultati delle misure Postazioni di misura Distanza dall’asse della linea (m) Campo magnetico (mT) Capolinea Nord - Annunziata Caronte Ingresso fiera Villa Comunale – via V. Emanuele Via Paino Stazione – P.zza della Repubblica P.zza Cairoli Chiesa S. Nicolò – v.le S. Martino Piscina Comunale Villa Dante – lato Nord Villa Dante – lato Sud Via Catania Capolinea Sud - Gazzi 4.50 ± 0.01 8.30 ± 0.01 3.50 ± 0.01 3.00 ± 0.01 4.00 ± 0.01 2.50 ± 0.01 4.00 ± 0.01 8.50 ± 0.01 3.50 ± 0.01 4.00 ± 0.01 5.50 ± 0.01 3.00 ± 0.01 4.00 ± 0.01 0.05 ± 0.01 0.03 ± 0.01 0.06 ± 0.01 0.06 ± 0.01 0.05 ± 0.01 0.07 ± 0.01 0.05 ± 0.01 0.03 ± 0.01 0.05 ± 0.01 0.05 ± 0.01 0.04 ± 0.01 0.07 ± 0.01 0.06 ± 0.01 Dal precedente prospetto risulta evidente che le intensità del campo magnetico in prossimità della linea sono di gran lunga inferiori rispetto ai 40 mT indicati dall’ICNIRP come livello di riferimento per l’esposizione della popolazione. I dati rilevati sperimentalmente sono stati confrontati con i valori calcolati mediante un modello di simulazione dei campi elettrico e magnetico generati da linee elettriche aeree realizzato dall’IROE(6). Tale modello fa uso di alcune ipotesi semplificative che consentono di ridurre il calcolo ad un problema piano. La figura 3 mostra l’andamento del campo magnetico in funzione della distanza dall’asse all’altezza di 1,5 m rispetto al suolo, altezza alla quale è stata posizionata la sonda durante le valutazioni sperimentali. Figura 3 – Andamento del campo magnetico alla quota di 1.5 m dal suolo Figura 4 – Andamento del campo magnetico alla quota di 5.6 m dal suolo Campo magnetico teorico Campo magnetico misurato 0,08 1,4 1,2 Campo Magnetico (mT) Campo Magnetico (mT) 0,07 0,06 0,05 0,04 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0,03 0,0 0 2 4 6 Distanza dall'asse (m) 8 10 0 2 4 6 8 10 Distanza dall'asse (m) Dal confronto si evince un buon accordo tra i valori misurati e quelli teorici, che avvalora la rispondenza del modello all’andamento reale del campo. Nella figura 4 è stato preso in esame, solo a livello teorico, l’andamento del campo alla quota di 5,6 m rispetto al suolo. Tale configurazione, pur essendo quella più critica in quanto il campo viene valutato alla stessa quota dei conduttori, mostra ancora una volta dei valori di campo decisamente inferiori rispetto ai limiti previsti in ambito internazionale. Le figure 5 e 6 mostrano l’intensità del campo elettrico, determinato in maniera teorica, in funzione della distanza valutato alle quote di 1.5 m e 5.6 m rispetto al suolo. Figura 5 – Andamento del campo elettrico alla quota di 1.5 m dal suolo Figura 6 – Andamento del campo elettrico alla quota di 5.6 m dal suolo 700 60 600 500 Campo Elettrico (V/m) Campo Elettrico (V/m) 50 40 30 400 300 200 100 20 0 10 0 2 4 6 Distanza dall'asse (m) 8 10 0 2 4 6 8 10 Distanza dall'asse (m) D) CONCLUSIONI Il presente studio ha illustrato gli esiti della campagna di monitoraggio del campo magnetico condotta lungo la linea del tram della città di Messina. Il risultato più significativo consiste nell’assenza, in prossimità della linea, di scenari di esposizione tali da costituire un rischio per la popolazione. Le intensità di campo rilevate, sia sperimentalmente che mediante simulazioni teoriche, sono infatti largamente inferiori ai livelli di esposizione indicati dalle linee guida internazionali, a conferma del fatto che in talune situazioni le sorgenti di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici sono fonte di allarmismi ingiustificati. In tale contesto i Sistemi Informativi Geografici, utilizzati per immagazzinare e rappresentare sistematicamente i dati relativi alle sorgenti di emissione e ai livelli di campo misurati, possono essere visti come un mezzo per informare in maniera corretta il cittadino, ad esempio mediante il web, circa gli scenari di esposizione che caratterizzano l’ambiente in cui vive. E) BIBLIOGRAFIA (1) Vermiglio G., Sansotta C., Testagrossa B., Tripepi M. 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Magnetic Fields, WHO – Ginevra 1981 (12) Grandolfo M., “Campi eletromagnetici: novità normative” – Atti del III congresso Nazionale AIFM, 24-28 Giugno 2003 (13) Vecchia P., “Campi elettromagnetici ad alta frequenza: problemi sanitari e percezione dei rischi” – U&C n.5 - 2000