Corso di Laurea: Economia Aziendale Insegnamento: Statistica (Ia parte) Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Lezione n° 02 1 – Descrivere (statisticamente) una popolazione L d La descrizione di una popolazione passa attraverso due fasi: ii di l i tt d f i la formazione dei dati la formazione dei dati la sintesi dei dati la sintesi dei dati La formazione del dato statistico prevede: 1) l’osservazione del fenomeno oggetto di studio sulle unità del collettivo statistico 2) l’annotazione sistematica, unità per unità, della modalità rilevata Per ogni unità statistica si dispone, in generale, di un’ingente mole di informazioni che occorre P i ità t ti ti i di i l di ’i t l di i f i i h organizzare sistematicamente al fine di renderne agevole l’elaborazione Il processo di raccolta dei dati sulle unità statistiche può essere realizzata ad esempio con la compilazione di questionari L’insieme dei dati relativi ai caratteri rilevati su una stessa popolazione è detto Data Set La sintesi dei dati avviene attraverso l’uso di strumenti matematico/statistici Corso di Laurea: Economia Aziendale Insegnamento: Statistica (Ia parte) Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca 2 – Le distribuzioni statistiche Lezione n° 02 LLe distribuzioni statistiche di t ib i i t ti ti h descrivono il modo in cui uno o più caratteri, rappresentativi di un d i il d i i iù tt i t ti i di certo fenomeno, si manifestano (d’ora in avanti diremo “si distribuiscono”) in una popolazione oggetto di studio L’elenco delle modalità osservate, unità per unità si chiama distribuzione unitaria Possiamo considerare diversi tipi di distribuzione a seconda di quanti caratteri statistici Possiamo considerare diversi tipi di distribuzione a seconda di quanti caratteri statistici prendiamo in considerazione: un singolo carattere statistico (quantitativo o qualitativo) ‐> distribuzione unitaria semplice più caratteri statistici (quantitativi o qualitativi) ‐> distribuzione unitaria multipla un caso particolare è quello in cui consideriamo solo due caratteri: in tal caso si parla in generale di distribuzioni doppie in tal caso si parla in generale di distribuzioni doppie A seconda del numero di caratteri studiati dobbiamo utilizzare strumenti diversi per analizzare p per un solo carattere, di statistica bivariata p , per due p il fenomeno: si parla di statistica univariata caratteri e di statistica multivariata per più caratteri: in questo parte del corso studieremo gli strumenti della statistica univariata e bivariata Corso di Laurea: Economia Aziendale Insegnamento: Statistica (Ia parte) Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca 3 – Rappresentazione statistica dei dati Lezione n° 02 Quando parliamo di “rappresentazione statistica” dei dati stiamo in effetti rappresentando in Q d li di “ t i t ti ti ” d i d ti ti i ff tti t d i che modo il carattere (fenomeno) oggetto di studio si manifesta nel collettivo, cioè la sua distribuzione Da un punto di vista formale possiamo utilizzare una tabella per rappresentare la distribuzione Codice intervista Sesso Età Altezza Colore (unità statistiche) occhi 1 F 23 156 Neri … 2 F 26 171 Verdi … 3 M 23 175 Castani … 4 F 28 163 Neri … 5 M 21 170 Azzurri … 6 M 24 184 Castani … 7 M 28 178 Castani … 8 F 20 165 Azzurri … 9 F 19 166 Verdi … 10 M 22 180 Neri … … … … … … … In questa tabella abbiamo allo stesso tempo più caratteri, sia quantitativi che qualitativi, quindi possiamo parlare di distribuzione unitaria multipla: ciascuna colonna (esclusa la prima) può però anche essere vista come una distribuzione unitaria semplice (del distribuzione unitaria semplice (del sesso, dell’età, dell’altezza, …). Ogni cella rappresenta l’osservazione di quel carattere per l’unità indicata sulla riga corrispondente Corso di Laurea: Economia Aziendale Insegnamento: Statistica (Ia parte) Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Lezione n° 02 4 – Notazione Popolazione di N elementi → P= {u1 , u2 , ..., ui , ..., un } ui = i‐esima unità statistica (per i=1,2,...,n) indica una generica unità della popolazione i = può assumere qualsiasi valore intero compreso tra 1 e N N = numerosità della popolazione Per i caratteri utilizzeremo le lettere maiuscole, mentre per le modalità quelle minuscole: Carattere → X (qualitativo o quantitativo) X (qualitativo o quantitativo) Modalità → x 1 , x 2 , ..., x i , ..., x n modalità del carattere X osservata sulla i‐esima unità statistica Le modalità non sono distinte: una modalità può essere osservata/misurata su più unità Corso di Laurea: Economia Aziendale Insegnamento: Statistica (Ia parte) Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca 5 – Distribuzioni di frequenze Lezione n° 02 Quando abbiamo tantissime unità statistiche può non essere conveniente avere una lunga lista con tutte le modalità osservate: Nello studiare un collettivo di aziende proviamo ad es. a rispondere alle seguenti domande: Qual è l’assetto societario più frequente? Qual è la percentuale di aziende che hanno un numero di addetti inferiore a 15? In tal caso è possibile utilizzare una diversa rappresentazione dei dati, più “compatta”, detta distribuzione di frequenze: dobbiamo prendere in considerazione un carattere per volta, quindi se la nostra distribuzione unitaria multipla è composta da 4 caratteri è necessario costruire 4 distinte distribuzioni di frequenza Per rappresentare i dati come distribuzione di frequenza innanzi tutto dobbiamo fare un elenco di tutte le modalità che sono state osservate nel collettivo, quindi contare su quante unità statistiche abbiamo osservato quella specifica modalità Corso di Laurea: Economia Aziendale Insegnamento: Statistica (Ia parte) Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca 6 – Serie storiche e territoriali Lezione n° 02 È possibile considerare un particolare tipo di distribuzione comunemente utilizzata per studiare in che modo un certo fenomeno si è evoluto/presentato in tempi o luoghi differenti Se il nostro riferimento è il tempo parliamo di serie storica: rappresenta l’evoluzione temporale di un carattere quantitativo (ad es. il prezzo di un prodotto rilevato anno per anno in un dato arco di tempo le quotazioni di un titolo nelle diverse giornate di contrattazione in Borsa ecc ) tempo, le quotazioni di un titolo nelle diverse giornate di contrattazione in Borsa, ecc.) Se il nostro riferimento è lo spazio parliamo di serie territoriale: rappresenta la manifestazione di Se il nostro riferimento è lo spazio parliamo di serie territoriale: rappresenta la manifestazione di un carattere quantitativo in un dato istante in luoghi differenti (ad es. il numero di turisti in un dato anno rilevati per ogni regione d’Italia, il numero di addetti dei diversi stabilimenti posseduti da una certa industria) Ovviamente per studiare tali distribuzioni esistono degli strumenti particolari, ma in generale per d descrivere i dati è possibile utilizzare anche tutti gli strumenti che vedremo durante questo corso i i d ti è ibil tili h t tti li t ti h d d t t Corso di Laurea: Economia Aziendale Insegnamento: Statistica (Ia parte) Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Lezione n° 02 7 – Notazione In generale una distribuzione di frequenze per un carattere con k modalità distinte si presenta nella forma: X n x1 n1 x2 n2 … … xi ni … … xk nk totale N Nel prosieguo indicheremo con: xi la generica i‐esima modalità del carattere X (con i=1,2,…,k) ni la i‐esima frequenza della modalità xi La frequenza indica equivalentemente: 1) il numero di volte che la modalità è stata rilevata sul collettivo 2) il numero di unità statistiche che presentano la stessa modalità k N = ∑ n i = n 1 + n 2 + ...+ n i + ...+ n k i= 1 Si legge “sommatoria per i che va da 1 a k di n con i” Corso di Laurea: Economia Aziendale Insegnamento: Statistica (Ia parte) Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca 8 – Esempio Lezione n° 02 Corso di Laurea: Economia Aziendale Insegnamento: Statistica (Ia parte) Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca 9 – Esercizio Lezione n° 02 È stato effettuato un sondaggio tra i consumatori di una marca di succo di frutta per rilevare il gusto preferito. Di seguito sono riportate le preferenze registrate: PERA PESCA ALBICOCCA ANANAS MELA ARANCIA MELA PESCA ALBICOCCA MELA PESCA MELA PESCA ALBICOCCA ANANAS PERA PESCA ALBICOCCA ANANAS PERA ALBICOCCA PESCA ARANCIA PERA PERA ANANAS MELA PERA ALBICOCCA MELA ARANCIA PERA MELA ARANCIA ALBICOCCA PERA PESCA MELA ANANAS ARANCIA PESCA PESCA ARANCIA PERA PERA ANANAS MELA PERA ALBICOCCA MELA 1) Indicare inoltre qual è il collettivo la sua numerosità la natura del carattere studiato 1) Indicare inoltre qual è il collettivo, la sua numerosità, la natura del carattere studiato 2) Costruire la distribuzione di frequenza del carattere “gusto preferito” 3) Quanti sono i consumatori che preferiscono il succo di frutta alla pera? Corso di Laurea: Economia Aziendale Insegnamento: Statistica (Ia parte) Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca 10 – Migliorare la leggibilità dei dati Lezione n° 02 Abbiamo visto come in presenza di tantissime osservazioni sia conveniente trasformare la lista dei dati, che abbiamo chiamato distribuzione unitaria (semplice per un solo carattere, multipla per più caratteri), in una distribuzione di frequenza In tal modo abbiamo una rappresentazione compatta di tutte le informazioni raccolte: qual è il carattere, quali sono le modalità, quanto grande è il collettivo, quante unità statistiche hanno presentato ciascuna delle diverse modalità Questa rappresentazione in taluni casi non è sufficiente. Supponiamo infatti di considerare per d due collettivi la distribuzione di frequenza del carattere Genere: ll tti i l di t ib i di f d l tt G Genere n Genere n Maschile 45 Maschile 75 Femminile 55 Femminile 55 Dalla lettura delle due tabelle vediamo come Dalla lettura delle due tabelle vediamo come nel secondo collettivo ci siano più soggetti di genere maschile ma lo stesso numero di soggetti di genere femminile soggetti di genere femminile Corso di Laurea: Economia Aziendale Insegnamento: Statistica (Ia parte) Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca 11 – Frequenze assolute e relative Lezione n° 02 SSe nella lettura della tabella precedente non teniamo conto della diversa numerosità del ll l tt d ll t b ll d t t i t d ll di ità d l collettivo siamo portati a credere che “l’importanza” del genere femminile sia esattamente la stessa quando invece non è così Dobbiamo allora considerare il numero di unità statistiche che presentano una certa modalità in rapporto alla dimensione del collettivo che stiamo esaminando Il conteggio delle unità statistiche che presentano una certa modalità, che abbiamo indicato come frequenza, è definito più correttamente come frequenza assoluta, per distinguerlo dal conteggio delle unità statistiche che presentano una certa modalità del carattere in relazione conteggio delle unità statistiche che presentano una certa modalità del carattere in relazione alla numerosità del collettivo, detto frequenza relativa p ( q q ) I dati riportati nella tabella (distribuzione di frequenze con frequenze assolute) sono trasformati dividendo ciascuna frequenza assoluta per la numerosità del collettivo, ottenendo così una nuova rappresentazione dei dati (distribuzione di frequenze con frequenze relative) In tal modo nella lettura dei dati possiamo indicare anche il peso che quella modalità ha nella descrizione del collettivo rispetto al carattere che ci interessa Corso di Laurea: Economia Aziendale Insegnamento: Statistica (Ia parte) Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Lezione n° 02 12 – Notazione IIn generale una distribuzione di frequenze relative per un carattere con k l di t ib i di f l ti tt k modalità distinte si d lità di ti t i presenta nella forma: X f x1 f1 x2 f2 … … xi fi … … xk fk totale 1 0 ≤ fi ≤ 1 Nel prosieguo indicheremo con: xi la generica i‐esima modalità del carattere X (con i=1,2,…,k) fi la i‐esima frequenza relativa della modalità xi ni fi = , i=1,2,...,k N La frequenza relativa indica: 1) l’importanza della i‐esima modalità nel collettivo studiato 2) il numero di unità statistiche che presentano la stessa modalità rispetto alla dimensione del collettivo k ∑ i= 1 fi = f1 + f2 + ...+ fi + ...+ fk = 1 Corso di Laurea: Economia Aziendale Insegnamento: Statistica (Ia parte) Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Lezione n° 02 13 – Esempio Consideriamo di voler studiare il n° C id i di l t di il ° di figli per famiglia in un collettivo di 50 famiglie, indicato di fi li f i li i ll tti di 50 f i li i di t con A, e in un secondo collettivo di 100 famiglie, indicato con B n 0 5 1 12 2 19 3 9 4 4 5 1 Totale 50 X n 0 20 1 10 2 35 3 15 4 10 5 10 Totale 100 COLLETT TIVO B COLLETT TIVO A X • È corretto affermare ff che h la l famiglie f i li con un figlio fi li sono più numerose nel collettivo A? • È corretto tt affermare ff che h la l famiglie f i li con due d figli fi li sono più numerose nel collettivo B? • In A le famiglie con un figlio sono lo 0,24 del totale delle famiglie, mentre in B sono lo 0,1. Le famiglie con un solo figlio sono più numerose in A • In A le famiglie con due figli sono lo 0,38 del totale delle famiglie, mentre in B sono lo 0,35. Le famiglie con due figli sono più numerose in A X 0 1 2 3 4 5 Totale n 5 12 19 9 4 1 50 A f n 0,10 , 20 0,24 10 0,38 35 0,18 15 0 08 10 0,08 0,02 10 1 100 B f 0,20 , 0,10 0,35 0,15 0 10 0,10 0,10 1 Corso di Laurea: Economia Aziendale Insegnamento: Statistica (Ia parte) Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Lezione n° 02 14 – Frequenze percentuali ÈÈ possibile una ulteriore trasformazione dei dati che ne facilita la comprensione e li rende di possibile una ulteriore trasformazione dei dati che ne facilita la comprensione e li rende di fatto fruibili a tutta la collettività Moltiplicando le frequenze relative per cento si rappresentano i dati in termini percentuali: in Moltiplicando le frequenze relative per cento si rappresentano i dati in termini percentuali: in questo modo è come se stessimo considerando un ipotetico collettivo di 100 unità statistiche nel quale il numero di unità che presentano una certa modalità è proporzionale a quello che si è osservato nella realtà e sul quale abbiamo rilevato i dati q Sesso Fr. relativa perc. Sesso Fr. relativa perc. M hil Maschile 45/100 0 45 45/100=0,45 45% M hil Maschile 75/130 0 58 75/130=0,58 58% Femminile 55/100=0,55 55% Femminile 55/130=0,42 42% Totale 100/100=1 100/100 1 100% Totale 130/130=1 130/130 1 100% Il 45% dei soggetti del primo collettivo è di sesso maschile, a fronte di un 55% di sesso femminile. Nel secondo le percentuali sono rispettivamente del 58% e del 42% d l Dalla lettura delle due tabelle si ricava che il peso relativo dei soggetti di sesso maschile è più basso nel secondo collettivo: se questo fosse stato composto da 100 unità come il primo avremmo dovuto osservato solo 42 unità invece di 55 per avere la stessa importanza Corso di Laurea: Economia Aziendale Insegnamento: Statistica (Ia parte) Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Lezione n° 02 15 – Notazione In generale una distribuzione di frequenze percentuali per un carattere con k modalità distinte si presenta nella forma: X p x1 p1 x2 p2 … … xi pi … … xk pk totale 1 Nel prosieguo indicheremo con: xi la generica i‐esima modalità del carattere X (con i=1,2,…,k) pi la i‐esima frequenza percentuale della modalità xi ni pi = x 100 = fi x 100 (i=1,2,...,k) N La frequenza percentuale indica: 1) l’importanza della modalità in un ipotetico collettivo di 100 unità 2) l numero di unità statistiche che presentano la stessa modalità in l numero di unità statistiche che presentano la stessa modalità in un ipotetico collettivo di 100 unità statistiche k 0 ≤ pi ≤ 100 ∑ i= 1 p i = p 1 + p 2 + ...+ p i + ...+ p k = 1 0 0 Corso di Laurea: Economia Aziendale Insegnamento: Statistica (Ia parte) Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca 16 – Un diverso tipo di rappresentazione Lezione n° 02 L’utilizzo di tabelle riepilogative è senza dubbio molto utile, sia perché abbiamo immediatamente un quadro generale della manifestazione del fenomeno che ci interessa nel collettivo oggetto di studio sia perché in tal modo possiamo presentare a terzi i risultati della nostra rilevazione con un studio sia perché in tal modo possiamo presentare a terzi i risultati della nostra rilevazione con un buon livello informativo (non tutti studiano la Statistica…) Esiste un altro strumento molto importante per la rappresentazione dei dati che presenta talvolta p p pp p un potere informativo superiore a quello delle distribuzioni: si tratta in sostanza di effettuare una ulteriore trasformazione dei dati e di rappresentarli sotto forma di grafico I grafici sono più veloci e più semplici da interpretare di una tabella, e soddisfano tre esigenze: 1) dare una visione d’insieme efficace del fenomeno 2) rendere possibile il confronto tra fenomeni diversi, al fine di scoprire delle relazioni tra loro 3) aumentare l’intelligibilità dei dati e delle loro elaborazioni facilitandone una lettura di sintesi 3) aumentare l’intelligibilità dei dati e delle loro elaborazioni facilitandone una lettura di sintesi Corso di Laurea: Economia Aziendale Insegnamento: Statistica (Ia parte) Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Lezione n° 02 17 – Rappresentazioni grafiche Esistono tantissime rappresentazioni grafiche: alcune sono più idonee a rappresentare i caratteri quantitativi (discreti o continui), altre a rappresentare i caratteri qualitativi (sconnessi o ordinali) Ovviamente la scelta del tipo di rappresentazione influenza notevolmente la comprensione del fenomeno perché in assenza di una tabella esplicativa in alcuni casi non abbiamo più nessuna idea di come i dati si sono presentati nel collettivo, soprattutto se, come visto, abbiamo delle frequenze p p q relative o percentuali Grafici a nastri per caratteri qualitativi (non ordinati) e quantitativi Grafici a barre per caratteri qualitativi e caratteri quantitativi Grafici ad aree per caratteri quantitativi continui nel tempo Grafici a torta per caratteri qualitativi non ordinati o ordinati ciclici Grafici radar Grafici radar per caratteri ciclici per caratteri ciclici Corso di Laurea: Economia Aziendale Insegnamento: Statistica (Ia parte) Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Lezione n° 02 18 – Caratteristiche di un grafico Affinché la rappresentazione grafica sia di chiara ed univoca interpretazione è necessario che nella sua costruzione vengano rispettate alcune regole Titolo del grafico È necessario innanzi tutto che nel titolo del grafico ci sia l’indicazione del tipo di carattere e del collettivo: 60 Titolo asse 50 40 30 “ l d d d à “Percentuale di individui con età >17 per indice di massa corporea” 20 10 0 Sottopeso Normopeso Sovrappeso Titolo asse Obeso ÈÈ poi necessario indicare le modalità poi necessario indicare le modalità del carattere che studiamo, e l’unità di misura se è quantitativo Corso di Laurea: Economia Aziendale Insegnamento: Statistica (Ia parte) Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Lezione n° 02 19 – Grafici a nastri e a barre Nelle rappresentazioni grafiche a nastri e a barre rappresentiamo le distribuzioni unitarie semplici N ll t i i fi h ti b ti l di t ib i i it i li i per caratteri quantitativi (discreti o continui) e le distribuzioni di frequenza assoluta per caratteri qualitativi (ordinati rettilinei o non ordinati) GRAFICO A BARRE GRAFICO A NASTRI Percentuale di individui con più di 17 anni per indice di massa corporea Stranieri residenti per area geografica 60 Nord 50 40 C t Centro % 30 20 Mezzogiorno 10 0 100 200 300 400 500 migliaia 600 700 800 900 0 Sottopeso Normopeso Sovrappeso Obeso Corso di Laurea: Economia Aziendale Insegnamento: Statistica (Ia parte) Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Lezione n° 02 20 – Grafici a barre 3D o multiple Nelle rappresentazioni grafiche a barre possiamo anche operare delle modifiche di ordine formale o sostanziale: infatti possiamo utilizzare una rappresentazione a barre tridimensionale per puro gusto estetico oppure possiamo affiancare più grafici a barre per effettuare un confronto tra più distribuzioni Distribuzione del titolo di studio 70 8863 9,000 8251 8,000 7,000 6119 60 50 6,000 1971 40 5,000 4,000 3,000 Occupati per settore di attività 1981 1991 30 1895 2,000 1,000 2001 20 1176 10 0 Laurea Maturità Qualif. Profess. 0 Licenza media Lic. Elementare Agricoltura Industria Servizi Corso di Laurea: Economia Aziendale Insegnamento: Statistica (Ia parte) Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Lezione n° 02 21 – Grafici ad aree Quando dobbiamo rappresentare dei caratteri quantitativi continui nel tempo può essere utile utilizzare le rappresentazioni ad aree: anche in tal caso come nel precedente è possibile inserire nel grafico un unico collettivo o confrontare il fenomeno che ci interessa in diversi collettivo Distribuzione del titolo di studio Occupati per settore di attività 4,000 100 3,500 90 3,000 80 2,500 70 2,000 60 50 1,500 40 1,000 30 500 20 0 1995 10 1996 1997 1998 1999 0 2000 2001 Servizi Industria Agricoltura g Corso di Laurea: Economia Aziendale Insegnamento: Statistica (Ia parte) Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Lezione n° 02 22 – Grafici a torta Nella rappresentazione a torta (a due o tre dimensioni) possiamo rappresentare la distribuzione di frequenze percentuali di un fenomeno espresso per mezzo di un carattere qualitativo Distribuzione per provincia di residenza dei laureati del Lazio in cerca di prima occupazione RI 10% FR 20% Fetta : x = Torta : 360° RM 45% LT 25% RM LT L’idea è che ogni “fetta” della torta è proporzionale alla manifestazione del carattere in quella unità statistica Se carattere in quella unità statistica. Se volessimo tracciarlo manualmente: FR VT RI Con questa proporzione troviamo l’angolo di una fetta, noto il fatto che il cerchio ha un angolo di 360 (la fetta è il numero di unità con quella specifica modalità, la torta la dimensione del collettivo) dimensione del collettivo) Corso di Laurea: Economia Aziendale Insegnamento: Statistica (Ia parte) Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Docente: G.Latorre, D.Costanzo, M.Misuraca Lezione n° 02 23 – Grafici a radar 1996 Per i fenomeni che è possibile rappresentare con dei caratteri qualitativi ciclici (ad es. quelli che osserviamo nei diversi mesi dell’anno nei diversi mesi dell anno o nei diversi giorni della o nei diversi giorni della settimana) è idonea una rappresentazione detta “a radar” per la sua particolare forma Su uno stesso grafico possiamo rappresentare più collettivi (in questo esempio il collettivo è l’anno, le unità i diversi mesi). L’area evidenziata è proporzionale alla dimensione del fenomeno nel collettivo Matrimoni per mese di celebrazione 1994 1995 1996 1997 1998 Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic. 8.441 8.174 7.451 7.155 7.189 8.188 8.567 7.911 7.025 8.647 8.606 9.597 9.560 8.178 9.048 28.253 25.051 23.423 24.104 20.653 27.386 28.337 24.953 27.663 31.023 40.762 40.208 45.000 40.649 38.732 36.473 36.362 30.745 33.988 33.659 24.715 23.433 26.391 29.019 29.392 54.816 58.655 53.837 50.395 51.106 32.892 30.109 29.810 29.686 30.938 4.973 4.725 4.898 4.807 4.663 16.102 16.791 14.632 15.069 14.984