SIAMO EXTRATERRESTRI ?

annuncio pubblicitario
Nicola Renato Silvestris
Cinzia Locantore
SIAMO EXTRATERRESTRI ?
Edizioni Alvorada
_________________ Schegge d’Argento _________________
ISBN 978-88-96866-65-8
Edizioni Alvorada
Milano
e-mail: [email protected]
www.edizionialvorada.com/
Tutti i diritti riservati
ISBN cartaceo 978-88-96866-44-3
Finito di stampare nel mese di maggio 2013
Sostenere la tesi: noi esseri umani siamo stati creati grazie
all’intervento di civiltà aliene, non è facile da accettare. Storia,
scienza, mitologia e religione sono le principali discipline prese
in esame, che raccontano o almeno descrivono le gesta delle più
significative antiche civiltà, che ci hanno lasciato in eredità tutto
il loro sapere. I reperti archeologici fin ora scoperti, potrebbero
essere testimonianze dirette della presenza in passato di civiltà
aliene, che si sono interposte con le nostre durante il cammino
evolutivo? Possiamo affermare con certezza di essere una
discendenza aliena, se no, dobbiamo accettare la tesi secondo la
quale noi esseri umani, siamo il prodotto di un’evoluzione
graduale avvenuta nel tempo?
Nicola Renato Silvestris
Cinzia Locantore
INDICE









Introduzione.
Un grande enigma.
Sulle tracce delle nostre origini: la Genesi.
Noi esseri umani come siamo stati creati?
Gli alieni scoprirono la Terra?
La civiltà Mesopotamica forse Atlantide.
Lemuria terra di giganti.
I giganti: località remote e manufatti megalitici.
Antiche civiltà testimoniano.




























Un popolo antico.
I Sumeri.
Una Guida Divina.
L’astronomia, la matematica e la religione dei
Sumeri.
Il Pianeta X.
Gli Annunaki
Baalbek le basi spaziali.
Egitto: la civiltà del deserto e le maestose Piramidi.
Il mistero di Orione.
Nicchie-misure tecniche nella realizzazione delle
Piramidi.
Idrogeno ed elettricità nell’antico Egitto.
Volto nel deserto.
Gli antichi e le stelle.
L’Arca dell’Alleanza manufatto - egizio teorie
sulla sua realizzazione – racconti esoterici.
Il cristallo nelle antiche civiltà.
Un grande mistero.
Le civiltà precolombiane.
Tenochtitlan: Regno degli Aztechi.
Il regno dei serpenti.
Un grande popolo.
Uomini dalle teste giganti.
Le terre andine.
Chavin de Huamtar una località nascosta.
Le pietre di Ica raccontano.
Linee misteriose.
Mohenjo-Daro: Ipotesi di guerre stellari.
Guardiani dell’isola.
Una profezia tante ipotesi: 21 dicembre 2012.
INTRODUZIONE
Un giorno, non ricordiamo quale, entriamo in una delle
più grandi Librerie di Bari, ci soffermiamo a curiosare uno
dei settori dedicato all’archeologia detta misteriosa.
Chiaramente sono tanti i libri esposti, qualcuno in
particolare c’incuriosisce per i fatti menzionati. Seduti
comodamente sulle poltrone dentro la libreria, iniziamo a
sfogliare il libro da noi scelto, che ci ha colpito in maniera
particolare per il suo titolo “Il pianeta degli dèi”. Dando uno
sguardo sommario ci è piaciuto, per l’impatto emotivo che ci
ha regalato, inizialmente pareva essere pura fantasia, ma
addentrandoci meglio nella lettura, abbiamo appreso notizie
molto interessanti circa le origini e i manufatti ancora
esistenti di antiche civiltà, che eludono, o almeno si
discostano da quella che è la storia insegnataci tra i banchi di
scuola. Si parla di civiltà che pare abbiano avuto contatti
con esseri provenienti da altri mondi, che in qualche maniera
hanno guidato il genere umano verso una graduale
evoluzione. Teorie evoluzionistiche parlano di noi esseri
umani creati attraverso operazioni di clonazione con esseri
provenienti da altri mondi a noi sconosciuti. Teorie queste
giudicate dal mondo scientifico tradizionalista fantasiose e
prive di fondamento. Sono tanti gli scienziati che hanno
dedicato la loro vita allo studio delle lingue semitiche e
dell’archeologia del Medio Oriente, che ci hanno rivelato
segreti alquanto interessanti, che abbiamo appreso attraverso
la lettura di testi che trattano la storia di antiche civiltà, con
particolare riferimento all’archeologia detta “misteriosa”. Si
parla anche della teoria dell’antico astronauta come fattore
principale che giustifica la presenza dell’uomo moderno
sulla Terra. Gli stessi caratteri cuneiformi scritti e riportati
su alcune tavolette d’argilla, risalenti ad antiche civiltà del
Medio Oriente, pare vogliano descrivere la nascita e
l’evoluzione dell’uomo
moderno. Fatta questa doverosa
premessa, anche in noi è nata l’idea di scrivere questo libro
che abbiamo intitolato “Siamo Extraterrestri?”, perché? Per
aver visitato luoghi misteriosi, osservato reperti
archeologici, manufatti che a tutt’oggi celano dentro di noi
mistero e tanta perplessità circa la loro realizzazione. Il
mondo scientifico per così dire “tradizionalista”, non è
concorde su una teoria univoca circa la nostra origine e
successiva evoluzione, mancano diversi passaggi, il famoso
anello mancante potrà essere per molti un enorme enigma,
anche se pare se ne sia trovata finalmente la sua traccia. Si
suppone che da un lontano pianeta, miliardi di anni fa, esseri
dall’aspetto non umanoide approdarono sulla Terra,
portando tutto il loro sapere! Sembra un film che sta per
essere mandato in onda? Le nostre azioni quotidiane, la
frenesia del tempo che scorre, non lasciano molto spazio a
quesiti abbastanza interessanti come questi, che spesso sono
ignorati. Il nostro secolo, aperto alle conquiste scientifiche,
dimentica o almeno non ha ancora affermato qual è la nostra
vera origine; alcune presumono che sia stata generata da
forze divine; altre affermano che siamo stati generati in
maniera spontanea ed evoluti col tempo. Le stesse Sacre
Scritture riportate nell’Antico Testamento, sono un connubio
unico tra scienza e religione e descrivono fatti realmente
accaduti che in qualche maniera si distaccano da quelle che
sono le teorie tradizionali. Alla luce di queste brevi
considerazioni, ci poniamo un quesito: chi siamo realmente?
Parlare di voli, di guerre atomiche in tempi lontanissimi,
come anche di elettricità potrebbero sembrare argomenti
molto impegnativi o almeno enigmatici, tanto da non
ritenerli degni di discussione. Molti sono gli indizi che ci
conducono in un passato molto tecnologico. Ora
addentriamoci nella lettura di questo libro ricco di argomenti
che svelerebbero gli innumerevoli meccanismi nascosti che
da qualche tempo ci portiamo dietro.
- 1 - Un grande enigma
I fatti che stiamo per raccontare ci proiettano indietro
nel tempo, in una regione molto antica del nostro
pianeta, l’Africa, dove ha avuto origine la nostra storia,
in pratica “la nascita del primo ominide dalle sembianze
primitive”. Nei secoli c’è stata una graduale evoluzione,
che ha portato alla comparsa dell’Homo sapiens.
La storia dell’uomo rimane tuttora un enigma, una
specie di puzzle abbastanza complicato con pezzi
mancanti, ancora da scoprire e da collocare. Molti di
questi sono sepolti nel mare, altri nella giungla, altri
celati nelle caverne. Ciò che non convince il mondo
scientifico o almeno una parte di esso, sono i vari
passaggi susseguitisi dall’Australopiteco, l’Homo
erectus, l’Uomo di Neanderthal, l’Homo sapiens;
passaggi questi con intervalli abbastanza lunghi, dove
si presume non possa esserci stata una certa gradualità
nell’evoluzione, al contrario in alcuni ambienti
accademici si parla addirittura di un intervento divino
da parte di esseri non terrestri, provenienti da mondi
lontani che avrebbero clonato l’uomo primordiale,
inserendo un nuovo codice genetico per renderlo simile
a loro, ma non nella loro perfezione.
A tutt’oggi, nonostante i notevoli traguardi raggiunti
in campo scientifico e tecnologico, non riusciamo a
formulare una teoria valida sulla nostra origine.
Generazioni addietro hanno dipanato i misteri
dell’atomo, sonde spaziali sono state inviate
nell’Universo per esplorare i corpi celesti, a caccia di
fonti certe che possano dimostrare la provenienza della
vita sul nostro pianeta o su probabili forme di vita che
potrebbero esserci. Gli scienziati, valutano che il totale
delle conoscenze umane stia raddoppiando ogni cinque
anni, un ritmo impossibile da sostenere per l’umanità, in
modo particolare per gli specialisti di ogni disciplina
che lavorano a tempo pieno per tenere il passo agli
sviluppi del loro settore.
Eppure anche se viviamo in una situazione del tutto
incerta, ogni giorno ci attendono delle sfide da
affrontare, dimentichiamo molto facilmente il nostro
passato, non riusciamo ancora a comprendere bene le
nostre origini, sembra dover rovistare in un pagliaio. Le
primissime civiltà hanno lasciato testimonianze e
manufatti di ogni genere, sepolti nelle sabbie
dell’Egitto, della Mesopotamia, sulle montagne del
Perù, nelle giungle del Messico, nella valle del fiume
Indo, sulle pianure della Cina centrale, in un momento
in cui la maggior parte della popolazione sulla Terra
viveva allo stadio primordiale, in piccoli gruppi tribali,
caratterizzati da una relativa uguaglianza, con
distribuzione ragionevolmente equa della ricchezza, del
potere e delle risorse: da dove provenivano queste
civiltà? In passato c’è stata un’improvvisa esplosione
d’innovazioni in queste diverse zone del pianeta,
peraltro caratterizzate da uno strabiliante numero di
somiglianze. Tutte costruirono strutture monumentali,
edificarono centri urbani, costruirono piramidi,
sostituirono la caccia e la raccolta con l’agricoltura.
Ciascuna di queste civiltà inventò nuovi strumenti;
fattori fondamentali senz’altro, furono la forza e
l’efficienza della manodopera organizzata, importanti
per essere state definite civiltà evolute. Quattro di
queste diedero origine a coltivazioni agricole
fondamentali, che sono ancora importanti nella nostra
società.
D’interrogativi se ne possono porre tanti, uno fra i più
curiosi: Perché queste civiltà erano simili fra loro?
Perché ad esempio si trovano piramidi a Sumer, in
Egitto, in Messico e in Cina? Perché condividevano
conoscenze matematiche e astronomiche? Perché si
affidarono all’agricoltura abbandonando lo stile di vita
come cacciatori-raccoglitori? Che cosa provocò un tale
mutamento? Autorevoli scienziati hanno svelato il
codice genetico umano, ma bisogna ancora trovare la
chiave per risolvere gli enigmi delle grandi e bellissime
città, le cui rovine, fino ad oggi sono presenti come
delle umili sentinelle, le leggende che hanno condiviso
questi popoli tanto distanti fra loro, dei giganti che un
tempo attraversavano la terra, di una razza con poteri
sovraumani che creò gli uomini e insegnò loro la civiltà.
I miti della creazione sono tutti simili fra loro. Tutti
parlano di dèi che scesero dal cielo per creare gli esseri
umani, conferendo tutti i dettati della civiltà, insegnando
le arti, in primo luogo l’agricoltura.
Secondo autorevoli studiosi, la Terra fu visitata da
una razza extraterrestre, che intervenne nei processi
biologici, una razza che modificò a loro immagine gli
esseri umani attraverso tecniche di bioingegneria.
Ultimata la creazione, questa razza della genesi impartì
agli esseri umani le tecniche e le arti della vita civile, fra
cui quelle necessarie per costruire i colossali
monumenti, le cui testimonianze sono ancora ben
visibili.
Tali monumenti, costruiti con blocchi di pietra dal
peso di svariate tonnellate, potrebbero essere la prova
confutabile d’interventi esterni all’uomo. Le Piramidi
egizie, da molto tempo fanno discutere sui metodi
adottati per la loro realizzazione, che entrano in
contrasto con le teorie enunciate dagli egittologi
tradizionalisti. Gli addetti ai lavori cercano in tutti modi
di elaborare una teoria sulla loro realizzazione, in
special modo la piramide di Cheope; sui metodi di
estrazione e di trasporto delle pietre megalitiche di
Tiahuanaco, ed ancora perché furono costruite piramidi
e ziggurat. Più intrigante: perché fu deciso di rendere
queste costruzioni dei punti geodetici, allineandoli con il
nord geografico?
La teoria dell’intervento intelligente extraterrestre,
pare si basa su dei punti fondamentali: queste civiltà
comparvero all’improvviso senza che ce ne siano state
altre precedenti; si distaccarono dal passato primitivo
dell’umanità, costruendo dei monumenti megalitici, non
solo, utilizzarono arti come la metallurgia, agricoltura e
altre manifestazioni di uno sviluppo tecnico accelerato;
furono le prime a coltivare prodotti agricoli di prima
necessità a tutt’oggi bisognevoli alla nostra società.
Gli interrogativi sulle nostre origini e le somiglianze
fra le antiche culture, incuriosiscono l’umanità da
secoli, solo una piccola parte di questi interrogativi ha
ottenuto una risposta soddisfacente, le altre attendono
un più alto livello di conoscenze informatiche e
biologiche. Oggi pratiche informatiche ad alto livello ci
consentono di guardare con occhio diverso, le
testimonianze racchiuse nei resti archeologici esistenti.
La possibilità stessa di modificare e di creare organismi
mediante interventi biogenetici, rappresenta uno dei
traguardi notevoli, eppure, sembra un paradosso, il fatto
che non si è ancora riuscito a decifrare i miti e i
manufatti del nostro passato! Sara? Oggi gli archeologi
con l’impiego di moderne tecnologie, fra cui la
ricostruzione al computer, la fotografia aerea ad alta
risoluzione, il telerilevamento, la fotografia a infrarossi
e i rilevamenti geofisici, i sommergibili e radar
sottomarini, sono in grado di effettuare indagini molto
accurate sui vari siti. Una tecnologia che sta avendo
molto successo è il radar a penetrazione nel terreno o
meglio il gprs. Tutte queste, messe a disposizione della
comunità scientifica, hanno dato degli ottimi risultati,
certamente ne daranno ancora per altrettante scoperte
più sofisticate. A suo tempo si è potuto localizzare una
città perduta a una profondità di 630 metri al largo di
Cuba. Con l’ausilio di apparecchiature con il sonar a
scansione laterale, l’equipe ha potuto notare una vasta
platea sottomarina con strutture in pietra, in pratica un
agglomerato urbano ricoperto di sabbia, con l’aiuto di
robot sonda sottomarini, ha potuto filmare alcune parti
interessanti della platea. Dalle immagini si è potuto
rilevare la presenza di blocchi monolitici di pietra
squadrata, della lunghezza che varia dai due ai 5 metri,
collocati in formazioni perpendicolari e circolari.
Questo è uno dei tanti siti ritrovati, ma ce ne sarebbero
tanti altri. Chi costruì quest’antica città? Avanzare delle
risposte certe sarebbe difficile, si presume sia stata
realizzata quando l’attuale fondo marino si trovava al di
sopra della superficie terrestre. Questo sarebbe il sito
forse più antico del mondo, precedente quelli
dell’Egitto, quelli della civiltà Olmeca e dei Maya;
intanto continuiamo a chiederci chi siamo?
2 - Sulle tracce delle nostre origini: la Genesi
Come e da dove iniziò la vita? Un’osservazione
interessante che si propina di continuo nella nostra mente e
ci conduce a un evento casuale che alla fine è diventato
organizzato, per chi ha da sempre sostenuto la tesi di
Darwin: noi siamo l’esito di un processo evolutivo iniziato
molto tempo fa nel caos del brodo primordiale.
Civiltà precedenti, hanno tentato di dare una spiegazione
a questa questione attraverso i miti della creazione,
sostenendo che noi esseri umani siamo stati creati dal fango.
Secondo il loro modo di concepire il creato, ciò che era nato
dal fango era divenuto a un certo punto un verme, per poi
trasformarsi in scimmia e poi in essere umano. Ovviamente
questa teoria sembra essere per molti un’esagerazione,
perché lo stesso Darwin non ha mai dato una definizione
sull’origine della vita, perché argomento di competenza
della religione, altresì gli stessi prosecutori della sua teoria
non hanno formulato una molto valida sulla sua stessa
origine. La teoria dell’evoluzione accetta soltanto la
mutazione e la selezione naturale come fattori causali
nell’Universo in genere.
L’origine della specie non va cercata nella mutazione
casuale o nella selezione naturale, bensì in un progetto
intelligente, dove, la stessa vita è stata portata sulla Terra
attraverso spore provenienti dallo spazio, un processo questo
che va sotto il nome panspermia, che ipotizza si sia evoluta
su un altro pianeta in forma intelligente raggiungendo
traguardi per noi inimmaginabili. Altresì pare che forme di
vita extraterrestri, una volta raggiunto un livello di sviluppo
tecnologico molto elevato, avrebbero inviato in tutto
l’universo razzi contenenti virus di ogni genere.
Supposto che la vita abbia avuto un’origine aliena, i
seguaci della panspermia hanno dichiarato che i suoi semi
principali viaggiarono su comete schiantatesi sulla Terra.
Alla fine degli anni sessanta un comune batterio della gola,
lo “Streptococcus mitus”, fu inavvertitamente portato sulla
Luna, su una delle telecamere del modulo di atterraggio
Survejor3. La missione Apollo 12 recuperò il modulo, senza
con ciò, contaminare le condizioni di sterilità del batterio.
Alla fine si scoprì con tanto stupore che la coltura batterica
era sopravissuta, rimanendo vitale dopo oltre un anno pieno
di esposizione alle condizioni del tutto inospitali della
superficie lunare.
Questo è certamente uno dei tanti esempi che avvalorano
l’idea, che la vita potesse essersi evoluta nello spazio e che
abbia già gli opportuni meccanismi di difesa che le
consentirebbero di arrivare su qualunque pianeta. Una
conferma positiva si ebbe con il batterio “Deinococcus
radiodurans”, in grado di resistere a enormi quantità di
radiazioni. In campo scientifico le discussioni diventano
sempre più contraddittorie, quando s’ipotizza che in
ambienti impossibili a chilometri sotto terra e all’opposto
nell’atmosfera si trovino forme di vita. Questa supposizione
è considerata per tutti i pianeti del sistema solare
specialmente per Marte. Sulla terra sono stati trovati batteri
che vivevano d’idrogeno e resistevano alle radiazioni, a
questo punto dobbiamo renderci conto che la vita di per sé,
ha sviluppato meccanismi tali da poter affrontare drastiche
condizioni universali. Alla luce di queste affermazioni,
possiamo dimostrare che la razza umana possa essere
inserita in un qualunque schema generale dell’origine di
tutte le cose e della sua successiva evoluzione? Ammesso
che si potesse dimostrare ciò, come una questione veridica,
rimane comunque il dubbio nell’Homo Sapiens Sapiens.
Secondo i darwinisti, gli esseri umani fanno parte integrante
dell’evoluzione biologica, con ciò non vi è una spiegazione
dell’ostinata dedizione alla fabbricazione di utensili, alla
domesticazione di piante e animali, all’agricoltura e ad altri
aspetti della vita civile. L’uomo moderno è oggi in grado di
capire a fondo le parole del salmista Davide che enunciava:
“I cieli narrano la gloria di Dio; l’opera delle sue mani
annunzia il firmamento”.
Testimonianze hanno dato delle risposte attraverso
antichi resoconti scritti che provengono da Sumer, Egitto,
Messico, Perù, Cina, India, civiltà che parlano tutte di un
intervento intelligente extraterrestre. Ad esempio i Maya, gli
Inca, gli Aztechi, narrano di un’epoca in cui un uomo bianco
barbuto, avvolto da un mantello arrivò fra loro, insegnando
le arti e la civiltà, che loro lo raffiguravano in maniere
diverse, nella realtà era Gesù il figlio di Dio?. Questo
racconto è stato accantonato dal mondo scientifico, perché
giudicato mitologico. Pare che ci siano dei riscontri positivi,
attraverso i reperti archeologici rinvenuti in questi luoghi.
Più si va avanti nel tempo e più appare possibile che la
nostra generazione sia il frutto di progenie extraterrestri, le
quali, in qualche maniera hanno inviato il seme della vita.
L’ipotesi extraterrestre senz’altro sta diventando la più
popolare. All’origine dell’umanità, pare che ci sarebbe stata
una visita, anzi più visite di civiltà aliene, che avrebbero
trasmesso il loro modus vivendi, compiuta questa missione,
sarebbero tornate nel loro mondo sperduto della Galassia.
Scrittori hanno intitolato diversi libri su quest’argomento,
Peter Kolosimo, Robert Charroux, Erich Von Daeniken, i
loro manoscritti sono divenuti dei best-seller. Secondo le
teorie tramandate e descritte nel tempo, di giganteschi
disegni visibili dal cielo, che si snodano per chilometri
sull’altopiano di Nazca, facevano parte di uno spazioporto;
le grandi costruzioni di Stonehenge, le piramidi egizie, le
piramidi di Tiahuanaco, furono edificate con l’ausilio di
tecnologie aliene; l’incisione sul sarcofago del tempio di
Palenque, le statuine Dogu, i graffiti in
Australia e nel Sahara, rappresentano astronauti in tenuta di
volo; la Carta di Piri Re’is, che ritrae la superficie terrestre,
in particolare il polo nord sgombro dai ghiacci, fu disegnata
a bordo di un’astronave; alcuni popoli che vivono all’interno
del circolo polare, discenderebbero addirittura da progenitori
extraterrestri, giunti con aspetto informe e trasformati per
magia in esseri umani.
Antichi miti, la stessa Bibbia, forniscono prove
sull’ipotesi extraterrestre: i faraoni dell’antico Egitto erano
ossessionati dall’idea della vita dopo la morte, un’idea
ispirata dagli dèi, come il Dio Rà e il Dio Horus, considerati
immortali a tutti gli effetti. Tutto ciò sembra alquanto
curioso, ma la loro credenza era questa e comunque va
rispettata. I re-faraoni d’Egitto credevano in pratica che un
viaggio verso un luogo chiamato “il Duat” li portava a
solcare le acque, per poi passare tra due montagne sino a un
punto che definivano “Scala che sale al Cielo”. Erano
convinti a questa maniera di conquistare l’immortalità,
ascendendo al Cielo proprio come i loro dèi. Chi poteva aver
inculcato nei faraoni idee del genere? Le conoscenze sul
culto egizio dell’aldilà ci sono fornite dai geroglifici,
attraverso i cosiddetti “Testi delle Piramidi”. Una delle più
celebri immagini in essi contenuta è quella del Papiro Ani,
che mostra il defunto faraone mentre è preparato per il suo
viaggio accanto ad un veicolo a forma di razzo.
Un episodio raccontato nella Bibbia, accaduto ad est
dell’Egitto recita: “il terzo giorno, sul far del mattino, vi
furono tuoni e lampi, una densa nube sulla montagna e un
suono fortissimo di tromba, il Monte Sinai era tutto fumante
perché vi era sceso il Signore nel fuoco. La gloria del
Signore abitò sul Monte Sinai e la nube lo scoprì per sei
giorni. Ora l’aspetto della gloria del Signore era come un
fuoco divorante sulla cima del monte agli occhi dei figli
d’Israele”.
Un altro passo interessante dell’Esodo riguarda l’Arca
dell’alleanza. Il Signore dice a Mosè: “Ed essi mi faranno
un santuario, perché Io abiti in mezzo a loro. Conferme a
tutto ciò che sto per mostrarti riguardo al modello del
tabernacolo e al modello di tutti i suoi arredi, così lo farai”.
Le istruzioni impartite dal Signore sono ben precise: la
copertura dell’Arca dovrà avere due cherubini fatti di oro
indurito, uno per ciascun’estremità, con le ali che si
protendono l’una verso l’altra. Il Signore dice: “Io
m’incontrerò là con te e parlerò con te dal propiziatorio fra i
due cherubini che sono sull’Arca della testimonianza, per
dirti tutto quello che ti ordinerò per i figli d’Israele”. Dalle
interpretazioni date si capisce benissimo che si sta parlando
di qualcosa fuori tempo! L’Arca dell’Alleanza è in pratica
un manufatto alieno! Inoltre Mosè è avvertito che qualora le
direttive non fossero osservate, gli effetti potranno essere
fatali. E’ pura coincidenza che l’arca vada rivestita di oro
dentro e fuori, in altre parole, due superfici conduttrici
d’elettricità, isolate da un’intercapedine di legno! E ancora è
un caso che l’Arca vada portata appesa a lunghe aste di
legno isolanti per chi la trasportava?
Questi passi dell’Antico Testamento evidenziano la
presenza di mezzi volanti e di fenomeni radioattivi sul Sinai,
a un mezzo di comunicazione progredito attivato da un
potentissimo congegno elettrico. È mai possibile che gli
Ebrei si siano inventati queste cose? A quanto pare ci sono
delle analogie tra i fatti raccontati nella Bibbia e gli antichi
Testi delle Piramidi. Tra i tanti quesiti che ci possiamo
porre, un fondo di verità ci sarà sicuramente.
Si dice che la visione del Carro di fuoco di Ezechiele non
rappresenta un Angelo, bensì un disco volante completo di
propulsori a forma di ruota; la distruzione di Sodomia e
Gomorra, fu causata da un esplosione atomica, scatenata da
extraterrestri; ed ancora, Mosè aprì le acque del Mar Rosso
con l’aiuto di forze amiche extraterrestri. In pratica, la
Bibbia fa continuamente riferimento a oggetti misteriosi che
sono descritti in maniera diversa da popoli senza cognizioni
scientifiche. Nuvole luminose, carri volanti, colonne di
fuoco e sfere di fuoco, non sono altro che dischi volanti,
sigari volanti, sfere volanti, in parole povere UFO. Sin
dall’antichità nell’Universo esistevano esseri spirituali e
carnali che servivano Dio con dovizia ed erano chiamati
Angeli, oggi li chiamano UFO o Alieni.
L’avvento degli dèi, dizione al plurale del nome di Dio
(nella Genesi, si chiama sia Eloim cioè dèi, sia Yahwè al
singolare cioè Dio) è giustificata dal fatto che essi erano un
gruppo di extraterrestri che crearono l’uomo con elaborate e
sofisticate operazioni biogenetiche, medesima citazione
viene riferita dai Sumeri, che affermavano “l’uomo ibrido
alieno creato con un DNA metà terrestre e metà alieno”.
Secondo autorevoli studiosi, gli alieni sarebbero responsabili
dell’esistenza del genero umano e questo si ricaverebbe dai
testi sacri, che raccontano d’interventi esterni da parte di
divinità cosmiche. Secondo i Sumeri, il popolo degli dèi si
servì di un essere già esistente (un primate, una scimmia) per
renderlo più evoluto, fino al livello di abilità e intelligenza
richiesta, legandolo alla sua immagine divina.
Questa storia coincide con quelle di molti testi sacri e
culture di tutto il mondo, che narrano di “dèi del cielo” che
hanno educato la razza umana alla civiltà e sarebbero state
responsabili della comparsa delle più antiche culture umane.
Tra l’altro le civiltà Egizia, Olmeca e Sumera, sono
comparse all’improvviso, con una cultura abbastanza
sviluppata senza passaggi graduali. In tutte queste si
riscontrano gli stessi episodi, gli stessi oggetti, gli stessi
luoghi, tutti attribuibili all’ipotesi extraterrestre, mentre c’è
chi li attribuisce all’intervento degli abitanti di Atlantide,
con particolare riferimento alla costruzione degli imponenti
monumenti; chi ancora li attribuisce all’intervento degli
Angeli, o alla magia, mentre un’altra parte all’intervento di
civiltà aliene!
- 3 - Noi esseri umani come siamo stati creati?
Come mai l’Homo Sapiens Sapiens ha sviluppato
l’intelligenza e la consapevolezza di sé mentre le
scimmie sue cugine hanno trascorso un tempo
abbastanza lungo in uno stato di stagnazione evolutiva?
Perché nessun’altra creatura nel regno animale ha
sviluppato la propria intelligenza alla pari dell’uomo? In
maniera spontanea risponderemmo che noi abbiamo
assunto la posizione eretta, liberando pertanto le
braccia, potendo così utilizzare gli utensili, stimolando
di conseguenza lo sviluppo mentale. Ricerche
scientifiche, hanno confermato, che i processi
elettrochimici possono stimolare la crescita dei dendriti,
i muscoli ricettori di segnali che si attaccano ai neuroni.
Chiaramente sarebbe troppo semplice come risposta. Ad
esempio nel regno animale, ci sono esseri che, anche se
sono in grado di utilizzare gli arti non sono riusciti a
usare utensili.
Si è concordi nel ritenere che un gruppo di scimmie
debba aver abbandonato i propri cugini che abitavano
nelle foreste, per andarsene nella savana, con tutta
probabilità la causa era da attribuire ai cambiamenti
climatici. In quei posti il calore del sole avrebbe favorito
le mutazioni genetiche che hanno reso queste scimmie
capaci di alzarsi sugli arti inferiori per proteggere il
capo dalle elevate temperature, pertanto possiamo
affermare che c’è stata una mutazione casuale nel
cervello, dettata da situazioni contingenti di
sopravvivenza? La nuova posizione eretta può aver
provocato mutamenti fisici, con conseguente evoluzione
del cervello? Questi mutamenti in
qualche modo potrebbero aver accelerato l’evoluzione
dell’intelligenza ma cambiamenti radicali non possono
essere accaduti in un tempo molto limitato. D'altronde i
ritrovamenti fossili non solo sono scarsi, ma ci
raccontano solo metà della storia. In linea generale un
cranio più grande significa una capacità cranica più
grande, di conseguenza un cervello più grande ed
efficiente, ma la dimensione non è tutto. Un’analogia si
può riscontrare nel computer, che è stato perfezionato
moltissimo nelle sue funzioni grazie all’utilizzo di
migliori software.
Secondo gli evoluzionisti, lo sviluppo del nostro
cervello sarebbe avvenuto per gradienti, cioè ci sarebbe
stata una modifica, grazie a un numero molto elevato di
piccolissime fasi. La selezione naturale avrebbe favorito
quei geni capaci di determinare un incremento nella
produzione neurale, utile ad ampliare il margine di
sopravvivenza. Se si prendono in considerazione i crani
fossilizzati, si è potuto costatare che variano in maniera
molto considerevole; l’antico ominide Afarensis aveva
circa 500 cc di capacità cranica, l’Habilis e
l’Australopithecus quasi 700 cc Proseguendo nel tempo
ci s’imbatte in un improvviso balzo in avanti, in pratica
con Homo Erectus si arriva a 900-1000 cc. Alla fine,
dopo essere sopravvissuto da 1,2 a 1,3 milioni di anni
senza nessun apparente cambiamento, e diffondendosi
dall’Africa alla Cina, all’Australia e all’Europa, ecco
che all’Erectus accadde qualcosa di straordinario. Per
via di cambiamenti climatici, la sua popolazione
comincia ad assottigliarsi, sino a scomparire, mentre
una loro parte moriva, all’improvviso uno di loro si
trasforma in Homo Sapiens, con conseguente aumento
della capacità cranica, che passa dai 950 cc ai 1450 cc,
ma a quanto pare l’improvviso mutamento sfida ogni
legge dell’evoluzione. Or bene siamo i diretti
discendenti dell’Erectus? Se no, da chi discendiamo? La
scienza non è concorde nel dare una risposta precisa, un
aspetto che incuriosisce pone allo stesso tempo un
interrogativo inquietante: siamo stati geneticamente
creati dagli dèi a loro immagine e somiglianza? Secondo
i Testi della Sacra Bibbia pare che sia stata fatta
un’operazione genetica nel DNA di Adamo per creare
Eva. Inoltre sempre quei testi ci suggeriscono che gli
umani sono stati generati secondo il metodo della
clonazione.
Il primo Adamo era l’Homo Erectus? Il gene è
composto di una serie d’informazioni chimiche che
compongono appunto di DNA. Oggi siamo in grado di
decifrarlo in quattro lettere: A,G,C,T . Queste
combinate in parole di tre lettere ne danno in tutto 64,
che codificano amminoacidi, combinati in maniera tale
da formare le proteine che costruiscono i mattoni del
corpo.
Noi terrestri abbiamo ereditato un messaggio
genetico, come una vera e propria ricetta. Il DNA
contenuto in ciascuna cellula, se dipanato, si
estenderebbe per 1,8 metri, il DNA di un intero corpo
umano si estenderebbe sino alla luna e ritorno per
ottomila volte. Come avrebbero potuto gli dèi in carne e
ossa ricorrere alla genetica, per creare il genere umano?
Pensate un po’ se all’indomani noi potessimo scoprire
su altri pianeti una specie con un DNA simile al nostro,
con il quale incrociarci e selezionare le caratteristiche
che vorremo far comprendere o far escludere, a questo
punto anche noi saremo degli dèi?
4 - Gli alieni scoprirono la Terra?
Esiste un filo che accumuna le grandi civiltà del passato,
partendo dai Sumeri, la prima grande cultura che aprì la
strada alle successive, per poi passare a quelle degli Egizi,
dei Maya, degli Inca, ai Cinesi, agli indiani d’America, ai
Dogon? Sembrerebbe proprio di sì, perché tutte accettavano
l’idea che esseri celesti giunti i sul nostro pianeta, avrebbero
creato la razza umana, tutto ciò riscontrabile attraverso le
pitture, l’architettura ed i riti sacri.
Affermazioni del genere non sono facili da accettare,
perché siamo relegati ai principi dottrinali della Chiesa che
ci hanno tramandato ben altre teorie sulla nascita del genere
umano. Quasi tutte le ipotesi espresse in favore di un antico
incontro tra la razza umana e gli esseri provenienti dallo
spazio, si fonda sul presupposto che alle origini di un mito ci
sia comunque un fondo di verità. Sulle coste del Golfo
Persico, forse nei pressi dell’antica città sumera di Eridu,
una civiltà extraterrestre stabilì quello che potrebbe essere
stato il primo e vero contatto con il genere umano. L’origine
di questa leggenda risale a un antico personaggio che è
menzionato in molti testi che trattano quest’argomento; si
tratta di Beroso, sacerdote del Dio Marduk, vissuto nella
città di Babilonia ai tempi di Alessandro Magno.
Si parla spesso di civiltà anche recenti, in possesso di
cognizioni e astronomiche che hanno sbalordito il mondo
culturale, una che ci riguarda più da vicino è la tribù africana
stanziata nel Malì settentrionale: i Dogon. Quest’antica tribù
fa spesso riferimento a esseri venuti dal cielo, precisamente
dalla stella Sirio, chiamati Nommo, che avevano il corpo a
forma di pesce e portarono i primi rudimenti di civiltà sulla
terra, circa tremila anni fa. Le tribù antiche dei Dogon non
soltanto conoscevano bene la stella Sirio, ma anche la sua
compagna, Sirio B, chiamata “stella del grano”, formata da
una materia molto più pesante di quella della Terra. In
effetti, Sirio ha una compagna, una nana bianca, composta di
materia molto densa, tanto che una sua quantità
corrispondente pari alle dimensioni di un pisello, avrebbe un
peso di circa mezza tonnellata. Inoltre Sirio B, come
affermano i Dogon, percorre un’orbita completa in un
periodo di cinquant’anni.
La filosofia dei Dogon sembra essere la più complessa
rispetto alle altre tribù africane, non va dimenticato che sono
a conoscenza della Luna come satellite secco e privo di vita,
conoscono Saturno e lo raffigurano circondato da un anello,
conoscono le lune di Giove e sanno benissimo che i pianeti
ruotano attorno al Sole. Chi fornì loro queste conoscenze?
Molti sono convinti che tali notizie le abbiano apprese da
alcuni turisti o missionari, ma sembrerebbe una questione
alquanto assurda, perché presumibilmente ci sarebbero stati
altri argomenti sui quali discutere.
Altre misteriose testimonianze sono sparse in quasi tutto
il globo e molto spesso nei luoghi più improbabili e meno
sospetti. Ad esempio la statua che si erge nella spianata di
Kalasasiya (Thahuanaco-Bolivia), conosciuta come El Frate,
riproduce una divinità dal corpo di pesce, coperto di squame
e con occhi enormi. In Cina, da tempi immemorabili, si
narra di divinità che, dopo aver soggiornato a lungo nel cielo
scesero sulla terra a bordo dei loro “draghi di fuoco”. Il libro
Tibetano chiamato “Kantyua”, racconta di oggetti simili a
perle che volavano nel cielo, di sfere trasparenti che
trasportavano gli dèi durante le loro frequenti visite al
genere umano.
Anche la credenza concernente, la morte e la successiva
rinascita, offre spunti vicini alla connessione extraterrestre;
si racconta che il primo dei sette storici re del Tibet venne
dalle stelle, alla fine della sua missione sulla terra fece
ritorno al proprio luogo di origine. Impossibile non
raccontare i misteriosi Vimana, le macchine volanti riportate
nelle antiche scritture Indù, dove si accenna anche ai Deva,
esseri provenienti da altri sistemi solari.
I documenti appartenenti alla Cina antica non sono certo
da meno per quanto attiene a misteriosi avvenimenti; i “Figli
del Cielo” che appaiono improvvisamente sulla terra,
sembrano evocare avvistamenti e contatti con creature
aliene. Di tutti i “Figli del Cielo”, Huang-ti è quello che
lasciò un’impronta notevole nella mitologia cinese; fece la
sua apparizione del bacino del fiume Huang He, con
un’espressione diversa da tutti gli altri eroi. Insegnò agli
uomini la medicina ivi compresa l’agopuntura, e si sofferma
spesso a costruire complicati apparecchi e congegni.
I Maya e gli Inca ad esempio credevano che i loro
predecessori fossero arrivati dalle stelle; tra le tante altre
cose avevano insegnato loro come la terra fosse rotonda,
tutto ciò secoli prima che gli europei lo scoprissero. Questi
viaggiatori delle stelle, una volta esaudito il proprio
compito, ritornarono nel loro pianeta di origine. La leggenda
narra le loro astronavi provenienti dalle stelle, dal colore
della loro pelle, simile al platino dei loro velivoli. La visione
dell’Universo Maya si divideva, infatti, in più livelli, sopra e
sotto terra, posti all’interno delle quattro direzioni: nord,
sud, est e ovest. Particolare interessante è il mito della
creazione; il primo uomo venuto sulla Terra era perfetto,
tanto da assomigliare ai suoi creatori, di conseguenza
decisero di distruggerlo, dando alla luce un nuovo essere con
attese di vita relativamente brevi e completamente
sottomesso al volere dei suoi creatori.
Numerosi sono gli indizi che sembrano guidarci verso
sentieri poco esplorati se non addirittura volutamente
ignorati. Pensare che l’evoluzione dell’uomo sia avvenuta in
ordine temporale e in maniera graduale è mera illusione,
insomma un alibi comodo per non affrontare una realtà
diversa, che non è confinata su questo pianeta. Fino a
quando non si riuscirà ad avere una visione completa della
realtà, si rimarrà confinati in sterili polemiche. Intanto
continuiamo il nostro cammino alla scoperta degli enigmi e
delle peculiarità delle nostre antiche civiltà.
- 5 - La civiltà Mesopotamica forse Atlantide.
Parlare di Atlantide sarebbe pura follia? Non è così;
reperti archeologici rinvenuti in più parti del mondo
testimonierebbero il suo passato, alcuni studiosi
indicherebbero che la scrittura è nata niente di meno che 50
mila anni fa e non 5000 anni fa in Medio Oriente e in Cina,
come finora affermano gli archeologi. Non solo, sempre 50
Scarica