«L`apothéose du rythme ». Symphonies n°7 de Beethoven et n°4 de

Persinsala Teatro
Fabrizio Migliorati
aprile 14, 2014
L’Ensemble 7e sens, perseguendo la presentazione del ricco e
non sempre conosciutissimo repertorio romantico, ha proposto
un nuovo ed inedito incontro nel segno del ritmo virtuoso: il
grande Beethoven e il quasi dimenticato Gouvy.
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Un’inedita cornice accoglie l’Ensemble 7e sens in questa bella serata
aprilina. Le tre scure navate della splendida chiesa gotica di SaintBonaventure, nel cuore della Presqu’île lionese, hanno sublimato il
programma scelto dal direttore Jean-Philippe Dubor. Dopo aver aperto la
stagione con un incontro impossibile e riuscito tra Richard Wagner e
Giuseppe Verdi, il direttore d’orchestra sceglie di accostare due nomi tanto
vicini nella ricerca del virtuosismo ritmico, quanto lontani nella fama e
nell’accoglienza del pubblico: Louis Théodore Gouvy e Ludwig van
Beethoven. Anche in questo caso si è trattato di una scelta sorprendente
ma riuscita, in grado di mostrare e di sottolineare le influenze e le
divergenze di questi due grandi autori.
Il programma della serata ha visto invertire la presentazione cronologica
delle opere e degli autori, consacrando la prima parte alla Quarta
sinfonia del compositore francese. Un’esistenza difficile quella di Gouvy.
Nato in un quartiere di Saarbrücken, città prussiana che fino a qualche
anno prima si chiamava Goffontaine e faceva parte dello stato francese,
Gouvy si troverà in una situazione ambigua dove la sua nazionalità e il suo
humus culturale e musicale saranno costantemente in via di definizione.
Ed è proprio in questa continua ricerca della propria cultura, tra due
importanti anime europee come quella francese e quella tedesca, che
Gouvy inizia la scrittura della sua Quarta sinfonia. Reduce da alcuni
buoni successi a Leipzig, nel 1856 il compositore riceve la commissione da
parte della Societé des Concerts du Conservatoire di Parigi. Si tratta di una
sinfonia in quattro movimenti, aperta da un Allegro elegantemente
tratteggiato dagli archi che mostrano un percorso capace di alternare
movimenti allegri e punte trionfali. Una scrittura brillante, capace di una
solennità straordinaria ben rappresentata nel primo movimento, mentre il
secondo, uno Scherzo: Allegro vivace, mostra una scrittura più aperta e
giocosa, dove il ruolo dei fiati è quello di acuire questo varco brioso. Il
Larghetto attesta una sorta di pausa nello sviluppo della sinfonia. È la
parte più sognante, quella dove i fiati prevalgono acquistando un ruolo
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primario e alleggerendo la composizione. Chiude un Finale: Allegro con
brio dove gli archi riprendono le redini dell’opera e, coadiuvate dalle
percussioni, creano un blocco ritmico denso, da togliere il respiro.
Un’apoteosi finale grandemente interpretata da tutto Ensemble 7e sens al
suo apogeo, insieme alla consueta ed inesauribile energia iniettata dal
direttore Dubor.
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La seconda parte della serata viene interamente dedicata alla Settima
sinfonia di Beethoven, una delle opere principali del compositore.
Saccheggiata a più riprese da una serie infinita di opere cinematografiche,
la sinfonia risale agli anni della piena maturità di Beethoven. Concepita tra
il 1811 e il 1812, essa verrà eseguita per la prima volta a Vienna, l’8
dicembre del 1813. Il primo movimento Poco sostenuto – Vivace
permette ai numerosi ascoltatori giunti a Saint-Bonaventure di
acclimatarsi alla temperatura beethoveniana, ma la ricchezza tonale
stacca immediatamente rispetto alla sinfonia di Gouvy, complici i numerosi
inserti scherzosi ed estremamente sostenuti che fanno capolino già in
questa prima parte. A questo momento vario segue un movimento
solenne, una sorta di marcia che chiama ad un’atmosfera raccolta e
silenziosa e un Presto che insiste nello stesso carattere solenne. Il finale
riapre i giochi e innalza un ritmo senza pause fino al culmine finale.
Ancora una volta (ed è un vero piacere affermarlo) Jean-Pilippe Dubor ha
diretto in maniera impeccabile la sua creatura musicale, l’Ensemble 7e
sens. Una direzione emozionante che va ad accostarsi ad una scelta
particolare, quella di presentare due opere capaci di un’interessante serie
di rimandi e di giochi cromatici.
«L’apothéose du rythme» est le titre choisi par Jean-Philippe Dubor pour présenter la rencontre entre la
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Symphonie n°7 de Ludwig van Beethoven et la Symphonie n°4 de Louis Théodore Gouvy. Lieu élu pour
cette découverte : le sanctuaire franciscain de Saint-Bonaventure de Lyon. Un concert accompli, qui se
place parmi les plus beaux que cet Ensemble a présenté ces dernières années.
Lo spettacolo è andato in scena:
Sanctuaire Saint-Bonaventure
7, place des Cordeliers – Lione
venerdì 11 aprile 2014, ore 20.00
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L’Ensemble 7e sens presenta
«L’apothéose du rythme ». Symphonies n°7 de Beethoven et n°4 de Gouvy
direttore d’orchestra Jean-Philippe Dubor
orchestra sinfonica dell’Ensemble 7e sens
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