Contatto MAG #9
il MAGazine del CSS _ marzo / maggio 2006
LA PECORA NERA
STORIE DA LEGARE: ASCANIO CELESTINI IN VIAGGIO
NELLA REALTÀ MANICOMIALE. PER RACCONTARE
VICENDE CHE RISCHIANO SEMPRE DI RIMANERE
UNA QUESTIONE PRIVATA O UN PROBLEMA
SCIENTIFICO.
01
MISHELLE DI SANT’OLIVA
02
CANZONI POPOLARI
Ancora a Contatto la Palermo
proletaria e arcaica di Emma Dante:
un padre e un figlio, un dialogo
musicale e singhiozzante, dove
maschile e femminile, materno e
filiale, si intrecciano e confondono.
Veronica Cruciani dà voce teatrale
a “Il mondo salvato dai ragazzini” di
Elsa Morante. Poemi e canzoni scritte
“per l’unico pubblico che ormai sia
forse capace di ascoltare la parola
dei poeti”, i ragazzi.
03
SALVIAMO I BAMBINI
04
05
SOLO GOLDBERG IMPROVISATION WELCOME IN MY BACKYARD
06
NELLA TANA
Corpo a corpo con l’umanitarismo a
buon mercato, nell’ultima commedia
nera di Renato Gabrielli.
Trentadue variazioni per un match
virtuoso: Virgilio Sieni danza le
Goldberg di Johann Sebastian Bach.
Dopo i successi cinematografici, il
nuovo teatro di Luigi Lo Cascio riparte
da Franz Kakfa.
La compagnia olandese Wunderbaum
racconta l’integrazione e la convivenza.
Senza la maschera del buonismo.
Contatto MAG #9
il MAGazine del CSS _ marzo / maggio 2006
00
01
02
03
PAGINA 03
Editoriale
PAGINA 04
Emma Dante
Mishelle di Sant’Oliva
PAGINA 06
Veronica Cruciani
Canzoni Popolari
PAGINA 08
Renato Gabrielli
Salviamo i bambini
04
05
06
07
PAGINA 10
Virgilio Sieni
Solo Goldberg Improvisation
PAGINA 12
Wunderbaum
Welcome in my backyard
PAGINA 14
Luigi Lo Cascio
Nella tana
PAGINA 16
Ascanio Celestini
La pecora nera
08
09
10
PAGINA 19
Calendidonna 2006
Mediterranee. Mille e una storia
PAGINA 20
Le nuove produzioni CSS
PAGINA 23
Campus: Università e Teatro
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EDITORIALE
I BUONIE I CATTIVI:
ESUBERI E ESUBERANTI
FILO ROSSO SULLE “ECCEDENZE UMANE”
DEL NOSTRO TEMPO PER LE ULTIME SETTE
PROPOSTE DELLA STAGIONE DI CONTATTO.
C’è una relazione connessa e inevitabile fra il
desiderio di perfezione, di benessere creato dal
progresso, fra la ricerca di novità produttive e
nuove frontiere del mercato e la creazione di
scorie, non solo materiali, ma anche umane.
Di esuberi, di “rifiuti umani”, di persone
“eccedenti” e “sole” nel mondo globalizzato –
come le ha definite il sociologo Zygmunt
Bauman nel suo lucido intervento all’incontro
organizzato da Contatto lo scorso 13 febbraio.
Gli “esuberi umani” sono effetti collaterali della
“costruzione di ordine” nel mondo
consumistico. Nei secoli, la ricchezza ha
necessariamente prodotto diversi isolamenti
di tipo sociale. Oggi non ci sono solo i pazzi,
i “diversi”, ci sono anche i disoccupati, gli
emigrati, i rifugiati, i profughi, i nuovi poveri,
le categorie svantaggiate. Ad essi si affiancano
tutti coloro che escono dal coro dell’anonima
accettazione della disequità nel mondo, coloro
che si impegnano a trovare soluzioni alternative
ai problemi che si pongono su scala planetaria,
che si fanno movimento, social forum,
organizzazione non governativa.
“Esuberi ed esuberanti” è un filo rosso che
annoda e mette in relazione tutti gli spettacoli
di questa nostra ultima parte di stagione, che
vi invitiamo a seguire con noi e con tutti i suoi
formidabili interpreti e compagnie. Sono
“esuberi”, senza dubbio, i due protagonisti di
Mishelle di Sant’Oliva (7_8 marzo) il nuovo
spettacolo della regista siciliana Emma Dante,
padre e figlio sottoproletari. Vivono uno (il
padre) nell’apatico ricordo della madre, figura
mitizzata di prima ballerina dell’Olympia di
Parigi, l’altro (il figlio), in una più realistica e
“travestita” emulazione in un destino di strada.
Al termine dello spettacolo, entrambe le sere,
potremo parlarne a caldo direttamente con la
Dante, vero talento della nuova scena italiana,
rivelata, anche sul palcoscenico di Contatto, da
spettacoli come mPalermu, Vita mia, Medea.
Canzoni popolari (17 marzo) è la seconda regia
di Veronica Cruciani, un’opera in cui la giovane
artista mette mano all’incandescente materiale
de “Il mondo salvato dai ragazzini” di Elsa
Morante, creando quadri emozionanti di parole
e musica dal vivo che contagiano di fiducia in
uno sguardo capace di cambiare il mondo.
In Salviamo i bambini (28_30 marzo) sarà
centrale il tema della spettacolarizzazione della
beneficenza, il continuo show lavacoscienze
che ci arriva dai nostri teleschermi e riempie i
giornali di orgoglio benefattore. Il drammaturgo
Renato Gabrielli focalizza il dramma dello
spettatore testimone mediatico di sofferenze e
drammi altrui impossibili da ignorare, e pone il
problema della responsabilità etica nel nostro
mondo globalizzato, dove la diseguaglianza, il
benessere esagerato e la sofferenza più
intollerabile sono sempre più faccia a faccia,
ravvicinati e quindi non più ignorabili. La danza
torna a Contatto il 1 aprile con un formidabile
assolo del coreografo Virgilio Sieni, che ne
sarà anche l’interprete a Udine. Solo Goldberg
Improvisation è un’autentica sfida interpretativa
ingaggiata con il monumento del genio di
J.S. Bach. Da non perdere, anche per
l’esecuzione dal vivo al pianoforte delle celebri
32 variazioni.
A proposito di problemi globali risolti
efficacemente a livello locale, Welcome in my
backyard (6_9 aprile) racconta le diverse
reazioni di quattro giovani cittadini di un
piccolo centro di provincia olandese dove –
contro ogni indicazione dello Stato – le porte
delle case, in ogni famiglia, vengono aperte a
rifugiati politici in procinto di essere espulsi.
Uno spettacolo che affronta il tema
dell’emigrazione e della convivenza con
sincerità e senza ombra di buonismo. Da una
riscrittura di un racconto di Kafka, Nella tana
(2_7 maggio) è un viaggio metaforico fra le
fobie, smanie e riti di un uomo che cerca
nell’isolamento una salvezza impossibile dai
rischi insiti nella convivenza sociale. Un punto
di vista ribaltato, che ci sentiamo di proporvi
per una riflessione sul forte impatto sociale
delle nostre più intime paure. Un esperimento
di innesti e amplificazioni contemporanee che
fra l’altro riporta a Udine un amico, Luigi Lo
Cascio, qui sia autore che interprete di questa
piéce che lo riavvicina al teatro dopo la sua
meritata affermazione come protagonista di
tanto cinema italiano di questi anni (I cento
passi, Buongiorno, notte, La meglio gioventù).
Ed è un viaggio fra memorie, luoghi e vicende
di sofferenza il nuovo lavoro di Ascanio
Celestini, lo spettacolo di chiusura della
stagione, La pecora nera (10 maggio), nato dai
laboratori e dagli incontri di “Storie da legare”
e destinato a diventare un’antologia teatrale
sull’esperienza dei manicomi in Italia.
03 _ Contatto MAG
>
>
01
I BUONI E I CATTIVI
(MA NON SIAMO IN UN FILM DI JOHN WAYNE)
ESUBERI E ESUBERANTI
7_8 MARZO, ORE 21
UDINE, TEATRO S.GIORGIO
SUD COSTA OCCIDENTALE
MISHELLE DI SANT’OLIVA
DI EMMA DANTE
CON GIORGIO LI BASSI, FRANCESCO GUIDA
LUCI IRENE MACCAGNANI
SCENE E COSTUMI EMMA DANTE
REGIA EMMA DANTE
UNA PRODUZIONE SUD COSTA OCCIDENTALE /
FESTIVAL DELLE COLLINE TORINESI / ESPACE
MALRAUX / SCÈNE NATIONALE DE CHAMBÉRY /
DRODESERA–CENTRALE FIES
04 _ Contatto MAG
Era una bella donna, la prima ballerina dell’Olympia di Parigi.
Alta, bionda, con la pelle liscia ca parìa di sita, che sembrava
seta.
MISHELLE DI
SANT’OLIVA
LA STORIA
Vicino a Sant’Oliva, la piazza delle buttane,
seduti su due seggiole, Gaetano e Salvatore
aspettano Mishelle. È un attesa inutile. Lei, la
ballerina, la stella dell’Olympia di Parigi, è
finita a fare la vita nei vicoli di Palermo e li ha
abbandonati da lungo tempo. Da secoli forse,
perché qui il tempo non esiste più. E da secoli
tutti e due reclamano il ritorno della fata
incantatrice che un giorno se ne andò.
Gaetano, il marito, batte i pugni chiusi sulle
gambe di pietra e si rifiuta di guardare in
faccia il figlio. Salvatore, il figlio, se ne sta
seduto anche lui, con le cosce aperte, davanti
al muro che ha di fronte. Da dieci anni Gaetano
gli volta le spalle. Da dieci anni, ogni notte,
Salvatore, ‘u figghiu ‘da francisa, il figlio della
francese, si veste, si addobba come la madre
ed esce dalla piccola stanza che odora di
chiuso, lasciando dietro di sé un disperato
odore di fiori e di primavera. A testa alta bacia
castamente il padre. E malgrado i fianchi tondi
e informi, senza vergogna si avvia per
passeggiare a Sant’Oliva, d’una punta a
n’avutra punta...
L’AUTRICE E REGISTA
Palermitana, trentasette anni, Emma Dante
parte dalla scuola di recitazione di Michele
Perriera e dall’Accademia Silvio D’Amico, e
diventa attrice con il Gruppo della Rocca,
Gabriele Vacis, Davide Iodice, Roberto
Guicciardini. Nel 1996, con il progetto Battute
d’arresto, scopre la propria vocazione di
regista. Nel 1999 fonda la compagnia Sud Costa
Occidentale, “un teatro che si allarga e si
restringe a seconda dei casi, non trattiene
prigionieri ed è sempre aperto ai contagi”.
Lo spettacolo mPalermu, scritto e diretto nel
2001, la rivela e le vale il Premio Scenario e il
Premio Ubu 2002 per la miglior novità
drammaturgica. Il successivo Carnezzeria è di
nuovo Premio Ubu 2003. Insieme a Vita mia,
spettacolo del 2004, le tre produzioni formano
un trittico dedicato alla sua città. “Con
Palermo ho un rapporto conflittuale: mi attrae
e mi respinge allo stesso tempo. Ciò la rende,
ai miei occhi, speciale. Sono stata via per 15
anni, da quattro sono tornata per vivere e
lavorare”. Ma la Sicilia non è la sua unica cifra
teatrale. Nella sua teatrografia spicca anche
il rifacimento della Medea di Euripide (vista
anche Udine, insieme a due episodi della
trilogia) e il recente La scimia, tratto da un
racconto di Landolfi.
05 _ Contatto MAG
> Dopo essersi scorticati e messi a nudo, il bacio conclusivo che
il figlio posa sulla fronte del padre ha la forza esemplare di un
gesto d’amore e di purificazione.
>
02
I BUONI E I CATTIVI
(MA NON SIAMO IN UN FILM DI JOHN WAYNE)
ESUBERI E ESUBERANTI
17 MARZO, ORE 21
UDINE, TEATRO PALAMOSTRE
COMPAGNIA VERONICA CRUCIANI
CANZONI POPOLARI DA “IL MONDO SALVATO
DAI RAGAZZINI” DI ELSA MORANTE
REGIA VERONICA CRUCIANI
CON LA COLLABORAZIONE DI ANTONELLO COSSIA
CON NICOLA PANNELLI, SOLEDAD NICOLAZZI,
FEDERICO SABA
MUSICHE ORIGINALI DAL VIVO
ALESSANDRO FEDERICO, DANIELE MUTINO
SCENE E COSTUMI BARBARA BESSI
LUCI GIANNI STAROPOLI
ASSISTENTE ALLA REGIA CHIARA TOMARELLI
06 _ Contatto MAG
Quando succede tutto ciò? Il tempo non è precisato, ma
ricorda un po’ la Roma degli anni Cinquanta, quando la felicità
sembrava così possibile, e il futuro così a portata di mano.
CANZONI
POPOLARI
Il sale della terra, la musica e l’allegria
dell’intelligenza, il respiro della vita: vivi non
sanno di esserlo, perché la vita non è altro
che la loro natura; belli, la loro bellezza non
li riguarda, perché non è di quelle che si
sciupino; e diversi da tutti gli altri, credono
invece che tutti siano simili.
(Cesare Garboli)
E io, guardando con attenzione i miei
protagonisti, ho potuto leggere nei loro occhi
sempre un’unica perpetua domanda, che è la
domanda della vita stessa. (Elsa Morante)
IL LIBRO, LA DRAMMATURGIA
I personaggi vivono sempre in un luogo e da un
tempo lontani, in cui la Storia li ha seppelliti
vivi. Ma il racconto teatrale li convoca al nostro
ascolto e noi possiamo quasi sempre sentire
quanto sono vicini ai nostri i loro destini.
A volte sono questi destini fatti di piccoli eventi
e storie personali che non hanno lasciato
traccia nel mondo.
ll racconto di questo spettacolo è affidato a tre
attori, che in momenti diversi evocano tre
personaggi del testo della Morante. C’è Simone
che racconta il suo incontro con Gesù Cristo.
C’è Rufo, il figlio di Simone, che in una
dimensione tra sogno e realtà ci parla del suo
incontro con una sposa bambina. C’è infine
Carlotta, che ancora quattordicenne vide i
nazisti affiggere l’avviso che ordinava a tutti gli
ebrei di portare la stella gialla. Hanno
attraversato fatti storici importanti – la morte
di Cristo, o l’avvento del nazismo – ma
vivendoli non ne hanno potuto comprendere la
portata.
07 _ Contatto MAG
> Il mondo è quello dei ragazzini, la loro poesia leggera e sbarazzina,
fatta di malizia ingenua e acuta sensibilità.
>
03
I BUONI E I CATTIVI
(MA NON SIAMO IN UN FILM DI JOHN WAYNE)
ESUBERI E ESUBERANTI
28_29_30 MARZO, ORE 21
UDINE, TEATRO S. GIORGIO
SALVIAMO I BAMBINI
UNA NOVITÀ DI RENATO GABRIELLI
REGIA DI SABRINA SINATTI
CON ELENA CALLEGARI, ARAM KIAN,
MASSIMILIANO SPEZIANI, SANDRA TOFFOLATTI
SCENE E COSTUMI NICOLAS BOVEY
DISEGNO LUCI GIANNI STAROPOLI
UNA PRODUZIONE
CSS TEATRO STABILE DI INNOVAZIONE DEL FVG
IN CO-PRODUZIONE CON
PRIMA ASSOLUTA
08 _ Contatto MAG
Un corpo a corpo con l’umanitarismo a buon mercato.
L’esplorazione del nostro desiderio di sentirci buoni.
Però a distanza.
SALVIAMO
I BAMBINI
IL TESTO
Lo spettacolo della beneficenza, o la
beneficenza come spettacolo, è al centro di
questa nuova commedia nera di Renato
Gabrielli, drammaturgo e sensibile osservatore
dei punti nevralgici della nostra
contemporaneità. Salviamo i bambini prende a
bersaglio l’ipocrisia e i sensi di colpa
dell’Occidente (sempre meno) opulento.
Idealizzati dall’estetica pubblicitaria e dalla
retorica umanitaria, i bambini sono qui oggetto
di scambio e di ricatto nella lotta spietata e
surreale che contrappone una imprenditrice
in crisi di coscienza e un cinico prete da
talk-show, su un inquietante sfondo di lacrime
e lustrini, tra calciatori e aspiranti veline eque
e solidali.
L’AUTORE
Nato a Milano nel 1966, Renato Gabrielli si è
diplomato alla Scuola d’Arte Drammatica
“Paolo Grassi”. Vincitore del Premio Pier
Vittorio Tondelli nel 1993, e poi drammaturgo
al Centro Teatrale Bresciano, sceneggiatore
televisivo, autore rappresentato in Italia e
all’estero, ha scritto e pubblicato numerosi
testi e tiene laboratori di scrittura per la
scena. Tra i suoi lavori, i più recenti sono
Giudici (2002), Vendutissimi (2003), Mobile
Thriller (2004), A Different Language (2005),
recentissimo è Cesso dentro (2005)
> Punto di partenza in Salviamo i bambini è uno sguardo. Lo
sguardo enigmatico e vuoto di un bambino di un paese lontano.
di un’attività intensa e diffusa a livello
nazionale che, partendo dalla commissione
per la scrittura drammaturgica, comprende
anche la produzione e la distribuzione
teatrale, sfruttando le risorse degli stessi
teatri aderenti, in un moltiplicarsi di iniziative
e strumenti messi concretamente a
disposizione degli autori teatrali, opportunità
di incontro e relazione con compagnie, registi,
produttori, la promozione di nuova
drammaturgia. Con queste finalità il nuovo
ExtraCandoni amplifica le possibilità di
intervento delle ultime edizioni del Premio
Candoni, favorisce la composizione di nuove
opere (per mezzo della commissione
economica agli autori) e garantisce la messa
in scena (grazie all’impegno co-produttivo
degli stessi teatri in rete) e la diffusione di
questi lavori (a partire dall’ospitalità nelle
stagioni teatrali della rete). Accanto al CSS
Teatro stabile di innovazione del FVG, gli altri
patrner dell’iniziativa sono: Teatro Kismet
OperA (Teatro stabile di innovazione di Bari),
Nuovo Teatro Nuovo (Teatro stabile di
innovazione di Napoli), Teatro Litta (Teatro
stabile di innovazione di Milano), Teatro
Eliseo (Teatro privato di Roma), Arena del Sole
– Moline (Teatro stabile di Bologna) e Arca
Azzurra Teatro (S. Casciano Val di Pesa –
Firenze).
09 _ Contatto MAG
EXTRACANDONI
Dopo una pausa di due anni, dettata dalla
necessità di dotare l’iniziativa di mezzi e
modalità più incisive e concrete, il Premio
Candoni ha ripreso la sua attività a sostegno
della nuova drammaturgia, potenziato da una
rinnovata formula artistica e organizzativa.
La novità è già nel nome del nuovo Premio,
incrementato dal suffisso Extra e da un
sottotitolo – teatri in rete per la promozione,
la produzione e la diffusione della nuova
drammaturgia – che dà evidenza ad un’azione
comune e condivisa e alle diverse aree di
azione dell’iniziativa. Fra gli obiettivi della
innovativa rete teatrale, ci sono infatti l’avvio
10 _ Contatto MAG
>
04
I BUONI E I CATTIVI
(MA NON SIAMO IN UN FILM DI JOHN WAYNE)
ESUBERI E ESUBERANTI
1 APRILE, ORE 21
UDINE, TEATRO PALAMOSTRE
COMPAGNIA VIRGILIO SIENI
SOLO GOLDBERG IMPROVISATION
IDEAZIONE VIRGILIO SIENI
MUSICHE: VARIAZIONI GOLDBERG DI J.S.BACH
ESEGUITE DAL VIVO DA DIEGO MACCAGNOLA
LUCI PAOLO POLLO RODIGHIERO
UNA PRODUZIONE COMPAGNIA VIRGILIO SIENI
IN COLLABORAZIONE CON
FONDAZIONE TEATRO A. PONCHIELLI CREMONA
FESTIVAL ORIENTE OCCIDENTE
SOLO
Ha uno sguardo luciferino e
canticchia la musica come
per prendere le distanze.
Poi riprende fiato, si prepara
alla successiva variazione, e
dà il via al pianista.
Sieni entra ed esce dalla performance ad ogni variazione,
quasi fossero round di un match che il danzatore conduce con la
musica. Il suo segno gestuale ti cattura, ti ipnotizza, ti trascina in
un universo di movimenti angolari acuti, giri rapidissimi, cadute.
11 _ Contatto MAG
GOLDBERG
IMPROVISATION
È una danza che canta e che si svela nelle
improvvisazioni di un gesto, quando le mani,
i piedi, i muscoli della schiena, gli scatti
dello sterno, gli spostamenti del collo si
insinuano nello spazio, con brillantezza e
sudore. (Danza & Danza)
LA COREOGRAFIA
Frequentate fin dal 1987, le Variazioni
Goldberg di Bach sono un punto di
riferimento costante per Virgilio Sieni. Un
capitolo mobile del suo lavoro, sensibile ai
diversi luoghi, ai diversi pubblici, alle diverse
reazioni tra la partitura e le persone. “Penso
che le Variazioni – spiega Sieni – non siano
un invito alla danza, ma un atto di riflessione
e introspezione, dove non appare nulla se
non un corpo spellato. Ecco perché questa
composizione, a cui mi applico da quasi
vent’anni, mi appare come un manifesto.
Qualcosa di più di un vocabolario di
percorso: piuttosto un atto sulle debolezze,
le imperfezioni, le pieghe e le polveri,
qualcosa che vuol trapassare il corpo per
donarsi alla figura”.
IL COREOGRAFO
Architetto per formazione, Virgilio Sieni ha
studiato danza moderna con Traut Faggioni e
danza contemporanea ad Amsterdam e New
York, e ha debuttato come danzatore e
coreografo con la compagnia teatrale I
Magazzini. Dal 1983 al 1991 è stato alla
guida Parco Butterfly, per cui ha realizzato
Cocci aguzzi di bottiglia (1985), Shangai Neri
(1986), Inno al rapace (1988), Il severo
calcolo numerico dei babilonesi (1990). Nel
1992 ha fondato la Compagnia Virgilio Sieni
ed elaborato numerosi progetti
contrassegnati dalla ricerca sul valore
semantico della danza e dalla forza
metaforica del movimento, spesso basati
sulla suggestione simbolica di grandi opere
letterarie o cinematografiche. Tra i primi
titoli L’eclisse, Cantico, Rosso Cantato. Tra i
più recenti, e più raccolti lavori, ci sono
invece Cado, Osso, Mi difenderò.
>
05
I BUONI E I CATTIVI
(MA NON SIAMO IN UN FILM DI JOHN WAYNE)
ESUBERI E ESUBERANTI
6_7_8_9 APRILE, ORE 21
UDINE, HANGAR
DELL’ISTITUTO TECNICO “MALIGNANI”
WUNDERBAUM
WELCOME IN MY BACKYARD
CON WALTER BART, MARLEEN SCHOLTEN,
MAARTJE REMMERS, MATIJS JANSEN
E CON LETITIA EN ASHLEY HEIJSTEK,
JURMEN HIDALGO, REZA GASHTIL, SILVIA E
NADIA MONTEIRO, ULRICH TJON-A-TSIEN,
ASTRID VAN DORP, MIRJAM LOOIJ,
PEJMAN SALIM, REWAN POCORNI,
CARLOS DE PINA, JAN HOEGEN
ALL’ACCORDEON OLEG LYSENKO
UNA PRODUZIONE PRODUCTIEHAUS ROTTERDAM
(ROTTERDAMSE SCHOUWBURG) / NT GENT
12 _ Contatto MAG
Uno spettacolo che affronta il tema dell'integrazione e della
convivenza. Senza la maschera del buonismo.
WELCOME
IN MY BACKYARD
L’IDEA
L’idea per Welcome in my backyard, la
compagnia olandese Wunderbaum l’ha
trovata tra le colonne di un noto settimanale.
In un articolo si documentavano le scelte
degli abitanti di un piccolo villaggio dei Paesi
Bassi, Witmarsum. Alcune tra le famiglie del
paese avevano deciso di dare ospitalità a
immigrati clandestini cui non era stato
riconosciuto lo status di rifugiato politico.
Gli artisti di Wunderbaum hanno deciso di
affrontare questa vicenda teatralmente, con
quattro ragazzi che decidono di dare asilo
nella loro casa ad alcuni disperati che non
hanno ottenuto la tutela riconosciuta ai
rifugiati politici e sono quindi in attesa di
essere espulsi e rimandati ai loro Paesi
d’origine. I profughi un po’ alla volta
occupano i diversi spazi della casa: dal
giardino (backyard), attraverso la cucina,
arrivano in soggiorno e si sistemano nelle
camere da letto. Le posizioni e reazioni dei
quattro ragazzi sono diverse e vanno dalla
necessità, politica e umana, di proseguire in
questa opera donando tutto di sé, alla
diffidenza e alla ripulsa.
GLI ARTISTI
Wunderbaum è un collettivo di cinque attori
(Walter Bart, Wine Dierickx, Marleen
Scholten, Maartje Remmers, Matijs Jansen).
Dal 2001 si dedicano a un teatro di impegno
sociale in contesti non teatrali. “Preferiamo
creare spettacoli in location particolari –
spiegano – piuttosto che metterli in scena in
un teatro, perché ciò ci permette di calare le
nostre pièce in un contesto sociale e di
mettere in relazione il pubblico con la realtà.
L’effetto è destabilizzante: gli spettatori si
ritrovano in luoghi che di solito non hanno
una dimensione teatrale. Persone che di
solito non vanno a teatro vengono a vederci
perché sono curiose di vedere quanto
accade nei loro quartieri. E poi noi
cerchiamo sempre di creare una relazione
fra lo spettacolo, l’ambiente circostante e il
pubblico”. Dal marzo 2005 Wunderbaum è
diventata una compagnia fiammingoolandese, con sede a Rotterdam
(Productiehuis Rotterdam – Rotterdamse
schouwburg) e Gent (NT Gent).
13 _ Contatto MAG
> Lo spettacolo è nato proprio dove doveva nascere: in un edificio
vuoto di cui era proprietaria la municipalità di Rotterdam.
Mettendo in atto una coreografia di movimento i senzatetto
sembrano prendere possesso della casa. Attraverso la cucina
penetrano nel soggiorno. Attraverso la televisione cominciano
a occupare il bagno e le camere da letto.
>
06
I BUONI E I CATTIVI
(MA NON SIAMO IN UN FILM DI JOHN WAYNE)
ESUBERI E ESUBERANTI
2_3_4_5_6_7 MAGGIO, ORE 21
UDINE, TEATRO S.GIORGIO
NELLA TANA
DA FRANZ KAFKA
DI E CON LUIGI LO CASCIO
SCENE NICOLA CONSOLE
LUCI ROBERTO INNOCENTI
DIRETTORE DELL’ALLESTIMENTO
RENZO CECCHINI
DISEGNO DEL SUONO MAURO FORTE
UNA PRODUZIONE TEATRO METASTASIO
STABILE DELLA TOSCANA
14 _ Contatto MAG
È un racconto in prima persona, un'ora e dieci minuti
di parole. Kafka era scarno e preciso. Io ho ideato invece
una sintassi abnorme, tortuosa. Nella tana è una lotta
con la sua scrittura.
NELLA TANA
Qualche anno fa ho letto questo racconto.
Volendo adattarlo per una possibile messa in
scena ho cominciato a comporne una
versione, una visione personale, e mi sono
accorto, a scrittura ultimata, che il testo si
era trasformato. Non potevo più considerarlo
come un’immagine fedele del racconto
kafkiano. Era diventato altro.
(Luigi Lo Cascio)
La cognizione dolorosa di chi si è ridotto
a fare soltanto i conti con se stesso,
spaventandosi poi di questa stessa solitudine
piena di falle e di punti critici.
(Il Sole 24 Ore)
IL RACCONTO
La tana è uno degli ultimi racconti di Franz
Kafka. L’autore registra i pensieri di un
essere misterioso – uomo? animale? o cosa?
– sprofondato in una cavità. Nella sua
elucubrazione, immerso nel buio, questo
essere racconta le proprie abitudini e la
propria vita sotterranea. L’idillio apparente di
questa condizione di isolamento mostra ben
presto il suo vero volto di segregazione e di
paura. Quelle abitudini sono vicissitudini,
smanie, ossessioni. L’essere avverte la
presenza di una minaccia che può venire da
fuori o, al contrario, proprio dall’interno
della tana, dal suo nucleo essenziale.
Escogita quindi sistemi di sicurezza, e
trasforma la tana in un labirinto che solo lui
conosce, ma della quale resta,
inevitabilmente, prigioniero. Morale del
racconto: più impazziamo a blindare il nostro
Io – rifugio, tana, o casa che sia – più ci
esponiamo all’invasione e alla cattura
dell’Altro.
L’INTERPRETE
Luigi Lo Cascio è nato Palermo il 20 ottobre
1967. Durante gli studi di medicina si
appassiona al teatro e supera l’esame di
ammissione all’Accademia di Arte
Drammatica. Dopo alcuni anni passati sul
palcoscenico, prima con piccoli spettacoli
di cabaret, poi diretto da registi come Tiezzi,
Patroni Griffi, Cecchi o assieme ai suoi
compagni di Accademia (con loro realizza
per esempio Il labirinto di Orfeo, nel 1994,
e Verso Tebe, nel 1995, entrambi prodotti dal
CSS di Udine), nel 2000 gli capita l’occasione
di provare con il cinema. Viene scelto per
interpretare Tonino Impastato nei Cento
passi di Marco Tullio Giordana, il ruolo gli
vale il David di Donatello come miglior attore
protagonista. L’anno successivo vince la
Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di
Venezia per l’interpretazione di Luce dei miei
occhi di Giuseppe Piccioni. Da quel momento
comincia ad essere apprezzato dal pubblico
del cinema di qualità (Buongiorno, notte
di Marco Bellocchio, Mio cognato di
Alessandro Piva), ma anche da quello
televisivo, che lo conosce soprattutto
attraverso La meglio gioventù. Un bel
autoritratto si legge sul sito non ufficiale
http://luigilocascio.20m.com/biografia.htm.
15 _ Contatto MAG
> Non faccio distinzione tra teatro e cinema. Come sosteneva
Orson Welles, l’importante è recitare.
>
07
I BUONI E I CATTIVI
(MA NON SIAMO IN UN FILM DI JOHN WAYNE)
ESUBERI E ESUBERANTI
10 MAGGIO, ORE 21
UDINE, TEATRO PALAMOSTRE
LA PECORA NERA
ELOGIO FUNEBRE DEL
MANICOMIO ELETTRICO
DI E CON ASCANIO CELESTINI
UNA PRODUIONE TEATRO STABILE
DELL’UMBRIA/FABBRICA
16 _ Contatto MAG
Mi interessano le storie personali. Perché attraverso queste
storie posso raccontare vicende che rischierebbero invece di
rimanere una questione privata, o un problema scientifico.
LA
PECORA
N
ELOGIO FUNEBRE DEL
MANICOMIO ELETTRICO
Tra le canzonette e i miraggi del boom anni
Sessanta, la creatura protagonista racconta
della sua famiglia, della scuola, del suo
ingresso nel manicomio, chiamato sempre e
pudicamenete l’istituto. Con lievità inusuale,
Ascanio Celestini sbaraglia le sicurezze di
chi crede che basti battersi in difesa della
legge 180 per diradare la follia dentro e
attorno a noi. (Il Manifesto)
piene dello sguardo di chi i luoghi li aveva
conosciuti attraversandoli. Così io ascolto le
storie di chi ha viaggiato attraverso il
manicomio non per costruire una storia
oggettiva, ma per restituire la freschezza del
racconto e l’imprecisione dello sguardo
soggettivo, la meraviglia dell’immaginazione
e la concretezza delle paure che
accompagnano un viaggio”.
IL MANICOMIO
“Ho raccolto le memorie di chi ha conosciuto
il manicomio un po’ come facevano i
geografi del passato. Questi antichi
scienziati chiedevano ai marinai di
raccontargli com’era fatta un’isola,
chiedevano a un commerciante di spezie o di
tappeti com’era una strada verso l’Oriente o
attraverso l’Africa. E dai racconti che
ascoltavano cercavano di disegnare delle
carte geografiche. Ne venivano fuori carte
che spesso erano inesatte, ma erano anche
IL NARRATORE
Ascanio Celestini è un narratore della
recente scena italiana: fabulatore,
antropologo, studioso di musica e di storia
popolare. Ha cominciato il suo mestiere
d’arte orale, prima con gli spettacoli
realizzati assieme al Teatro del Montevaso
(1998), Baccalà, Il racconto dell’acqua, Vita
Morte e Miracoli, poi con Cicoria, Cecafumo,
e con La fine del mondo, testo premiato fra
i Sette spettacoli per un nuovo teatro
italiano per il 2000. Radio Clandestina
(2001, sull’eccidio delle Fosse Ardeatine),
Saccarina, cinque al soldo! (2002, sul ghetto
ebreo di Lodz e quello di Roma) sono
spettacoli che ha portato nei teatri di tutta
Italia e realizzato anche alla radio, dove ha
curato diversi cicli di racconti. Fabbrica
(che narra le mitologie dell'industria e
l’epopea di un popolo operaio) ha debuttato il
primo maggio 2002 a Torino, in uno
stabilimento di pneumatici dismesso.
Scemo di guerra (frutto dei racconti di suo
padre sui giorni della Liberazione di Roma,
nel giugno del 1944) era tra i lavori scelti da
Massimo Castri per il festival di Teatro della
Biennale di Venezia 2004. Entrambi gli
spettacoli si sono trasformati in libri (editi
rispettivamente da Donzelli e da Einaudi) ed
entrambi sono stati ospiti nelle precedenti
edizioni di Teatro Contatto.
ERA
17 _ Contatto MAG
> Nessun metodo sociologico, nessuna denuncia. Celestini si è
avvicinato al problema della detenzione per malattia mentale con
uno scopo eminentemente poetico: recuperare uno strato di bellezza
e di innocenza che la follia quasi custodisce, una sacralità naturale,
una circolarità del tempo protetta dal dolore.
(Avvenire)
18 _ Contatto MAG
08
CALENDIDONNA 2006:
MEDITERRANEE. MILLE E UNA STORIA
Uno sguardo sull’altra sponda del Mediterraneo:
dall’8 al 12 marzo 2006 Udine apre le porte
all’universo femminile dei paesi di cultura araboislamica con il festival Calendidonna: Mediterranee.
Mille e una storia, cinque giorni di incontri,
convegni, mostre, musica, teatro, danza, cinema.
Mediterranee. Mille e una storia è il titolo della
terza edizione di Calendidonna, il festival,
ideato dall’Assessorato alla Cultura del
Comune di Udine che dall’8 al 12 marzo farà
della città friulana un polo di incontro e
confronto intorno alle specificità e ai saperi
delle donne, vero punto di partenza per un
dialogo tra società apparentemente lontane
ma ricche di contributi in relazione al pensiero
della differenza. Anche quest’anno il CSS –
Teatro stabile di innovazione del FVG ha
contribuito alla realizzazione della
manifestazione, come parte attiva del
coordinamento artistico e organizzativo del
Festival, elaborando idee e proposte
soprattutto per quanto riguarda il fulcro di
spettacoli dal vivo che animerà Calendidonna.
Grande attesa per il dibattito con una delle
figure di maggiore levatura della cultura
algerina contemporanea: Assia Djebar,
scrittrice, storica, cineasta e docente
universitaria indagherà il rapporto complesso,
spesso problematico, che lega le donne al
potere nel corso di una conferenza intitolata
Shahrazàd ci ha autorizzate a prendere la
parola, ad agire il potere (12 marzo, ore 11,
Visionario).
Calendidonna riunirà a Udine molte delle
personalità che da anni, su più fronti, si
battono per la difesa dei diritti delle donne e il
sostegno alle pari opportunità. La modella
tunisina Afef Jnifen, ora ambasciatrice per la
pace della Croce Rossa Italiana porterà la sua
testimonianza alla prima tavola rotonda Quali
Focus dell’edizione 2006 è l’universo
nuove politiche per le donne delle due sponde
femminile dei paesi di cultura arabo-islamica
del Mediterraneo (9 marzo, ore 18). Temi di
che si affacciano sulla costa sud del
urgente attualità come le difficoltà e le
Mediterraneo. E saranno voci di donne ad
discriminazioni vissute dalle donne immigrate
animare i cinque giorni di appuntamenti tra
sul posto di lavoro o il diritto di famiglia e le
politica, letteratura, cinema, spettacolo,
riforme in atto nei paesi di area maghrebina
musica e danza. L’hanno soprannominata “la
saranno al centro delle conversazioni con
Edith Piaf mediterranea” per le capacità
Souad Sbai (giornalista e ricercatrice
vocali con le quali gioca a intrecciare, in un
universitaria marocchina), Nacera Benali
intrigante metissage, sonorità orientali ed
(giornalista algerina autrice del libro Scontro
elettroniche: sarà l’affascinante Amina a
di inciviltà), Bercem Akkoç (avvocato curda,
inaugurare la manifestazione l’8 marzo, con un fondatrice di Ka-Mer, il centro che offre
grande concerto d’apertura al Teatro Nuovo
sostegno legale e psicologico alle donne
Giovanni da Udine (ore 21).
vittime di “delitti d’onore”), Manuela Dviri
Di origine tunisina e naturalizzata francese,
Vitali Norsa (giornalista italo-israeliana
Amina ha un innato talento musicale.
del Corriere delle Sera).
È per questo che cantante maghrebina si
esibisce in tutto il mondo, anche al fianco di
artisti come Khaled, Goran Bregovic e Lenny
Kravitz. In molti la ricorderanno anche sul
grande schermo come la bellezza berbera del INFO
“Il tè nel deserto” di Bernardo Bertolucci.
Assessorato alla Cultura del Comune di Udine
tel. 0432.414714 www.comune.udine.it
CSS Teatro stabile di innovazione del FVG
tel. 0432.504765 www.cssudine.it
CEC Centro Espressioni Cinematografiche
tel. 0432.299545 www.cecudine.org
E per offrire una panoramica a 360 gradi
sull’universo arabo al femminile, accanto ai
forum Calendidonna ospita una selezione di
appuntamenti artistici, che tra i suoi
momenti più coinvolgenti vedrà l’esibizione
dell’Orquesta de mujeres de Tanger,
formazione tutta al femminile che mette
in scena un’affascinante ricostruzione
simbolica della tradizione millenaria del rito
matrimoniale nelle città di Tangeri e Tetuan
(10 marzo, ore 21, Teatro Palamostre).
Per la conclusione del Festival, sabato 11
marzo, Udine si prepara a vivere la sua prima
lunga Notte Mediterranea, con proposte
itineranti tra i punti nevralgici della città.
Sarà l’attrice Licia Maglietta a dare il via ai
festeggiamenti, con lo spettacolo-monologo
tratto dal romanzo intenso e appassionato
Vasta è la prigione di Assia Djebar. La serata
culminerà nella performance della ballerina
algerina Djamila Henni-Chebra, una delle più
note interpreti di danza del ventre. La vedremo
danzare nello spettacolo Le cafè baladi,
accompagnata dal suo ensemble di musicisti
e danzatori. Mentre al cinema Visionario verrà
proposta un’interessante panoramica di
pellicole maghrebine, da mezzanotte il ritrovo
per tutti i nottambuli è al Teatro S. Giorgio,
per l’occasione trasformato in grande pista
da ballo animata da un live dj set che
mescolerà le atmosfere acustiche della
musica berbera, sufi e beduina con i ritmi
urbani più sincopati del rai algerino, in un
travolgente crescendo di contaminazioni.
L’ingresso al Festival sarà libero.
19 _ Contatto MAG
>
20 _ Contatto MAG
>
09
LE NUOVE PRODUZIONI CSS
L’ARTE E LA MANIERA
DI ABBORDARE IL
PROPRIO CAPUFFICIO
PER CHIEDERGLI UN
AUMENTO
TEATRO INCERTO
DI GEORGES PEREC
REGIA DI ALESSANDRO MARINUZZI
UN MONOLOGO DI RITA MAFFEI
UNA PRODUZIONE CSS – TEATRO
STABILE DI INNOVAZIONE DEL FVG
DI EDOARDO ERBA
REGIA DI RITA MAFFEI
CON FABIANO FANTINI, CLAUDIO MORETTI
E UN’ATTRICE (IN VIA DI DEFINIZIONE)
ADATTAMENTO IN LINGUA FRIULANA
DEL TEATRO INCERTO
UNA PRODUZIONE CSS – TEATRO
STABILE DI INNOVAZIONE DEL
FVG/TEATRO INCERTO
Sono passati quindici anni dalla fortunata
messa in scena de L’aumento di Georges
Perec, con cui la neonata compagnia del Css
debuttò al festival di Asti ’90, e non è affatto
strano che, oggi, Rita Maffei abbia sentito il
desiderio di proporre all’amico e regista
Alessandro Marinuzzi di lavorare nuovamente
sul racconto da cui lo scrittore francese fece
nascere il testo teatrale L’arte e la maniera
di abbordare il proprio capufficio per
chiedergli l’aumento.
Il testo esplora la casistica della richiesta di
aumento, esaurendone matematicamente le
probabilità in un gioco ironico e crudele in
cui si espongono le mille varianti e si tentano
improbabili e divertenti “istruzioni per
l’uso”. Rita Maffei esporrà questi folli,
demenziali e ostinati consigli guardando
dritta negli occhi gli spettatori che avrà
invitato ad accomodarsi attorno ad
un grande tavolo da Consiglio di
Amministrazione. È infatti questo ossessivo
rivolgersi all’ascoltatore, immaginandolo
nelle mille varianti del caso, a mantenere
il testo di Perec sempre in bilico tra il
maniacale divertimento matematico e la
disperata ricerca di una soluzione, tra le
comiche e donchisciottesche vicende del
povero impiegato protagonista e la
commovente inutilità dei suoi tentativi,
rendendo tutta l’opera metafora di un’infinita
rincorsa esistenziale.
MURADÔRS
NUOVE CANZONI
DALL’ASSEDIO
UN MONOLOGO DI E CON
PAOLO MAZZARELLI
LIBERAMENTE TRATTO DA OUVERTURE
RUSSA DI HEINER MÜLLER E DA FLAUTO
DI VERTEBRE DI VLADIMIR MAJAKOVSKIJ
UNA PRODUZIONE CSS – TEATRO
STABILE DI INNOVAZIONE DEL FVG
Nuove canzoni dall’assedio è la quarta
produzione che lega il CSS al lavoro di Paolo
Mazzarelli come interprete e come regista.
Forte dello straordinario successo e dei
Con questo nuovo lavoro Mazzarelli torna alla
quattro anni di tournée della versione
forma monologo per interpretare due
friulana di Maratona di New York di Edoardo
personaggi che nascono dall’intersezione di
Erba, Rita Maffei torna a dirigere l’affiatata
due testi: Ouverture russa di Heiner Müller e
coppia di attori del Teatro Incerto partendo
Flauto di vertebre di Vladimir Majakovskij. Due
da un altro testo di Erba. Si tratta di
testi immersi nella violenza e nelle lacerazioni
Muratori, opera che gli stessi Fabiano Fantini individuali e collettive provocate dalla Seconda
e Claudio Moretti hanno tradotto adattando il guerra mondiale. Due personaggi che sono
romanesco dell’originale al loro parlato
due possibili direzioni di una storia, due parti
friulano, valorizzandone la teatralità e
di una coscienza in lotta, due forze opposte di
modellandolo sulle proprie corde
stessa intensità che cercano di annientarsi.
interpretative. La pièce di Erba racconta –
Ouverture russa è il primo frammento di un
con la concretezza del linguaggio quotidiano, testo di Heiner Müller e narra in prima persona
l’ironia irresistibile del dialogo serrato e
la storia di un comandante dell’esercito russo
un’inesauribile inventiva rispetto alle
che nel 1941 resiste all’assedio nazista di
situazioni – l’improbabile giornata di lavoro
Mosca, costretto a condannare a morte un
di due muratori assoldati da un fantomatico
proprio ufficiale che pur di non combattere è
impresario per la costruzione di un muro a
arrivato a spararsi alla mano. È proprio tra la
chiusura del boccascena di un teatro in
responsabilità della scelta e la sua effettiva
disuso, il cui palcoscenico verrà dato in
messa in atto che, nella coscienza del
affitto al supermercato adiacente.
comandante e in quella dell’uomo condannato,
Nell’incontro tra la concretezza del lavoro
scoppia l’inferno e con esso il teatro. In questo
(vedremo gli attori impegnati ad innalzare un momento “che sembra durare tutta una vita”
vero muro durante lo spettacolo!) e il mondo si innesta il secondo testo, Flauto di vertebre
immaginario del teatro, sta la chiave di
di Vladimir Majakovskij, poema giovanile in cui
questa commedia, che, come sempre nella
sono presenti tutti i grandi temi del poeta
russo, espressi con dirompente potenza
scrittura di Erba, consegna agli attori la
espressiva. Il racconto teatrale “entrerà nella
possibilità di parlare del presente, delle
testa” del sottotenente condannato, e darà
difficoltà, delle ansie e delle nevrosi
voce alla sua “ultima ora” per esprimere una
dell’oggi, attraverso uno sguardo ironico
fervente dichiarazione d’amore verso una
e fantastico.
donna che lo porta a fuggire la guerra, per il
bisogno di amarla.
BALLETTO CIVILE
I SETTE A TEBE
‘CCELERA!
LIBERAMENTE TRATTO DA I SETTE
CONTRO TEBE DI ESCHILO
IDEAZIONE, COREOGRAFIA E CANTI
DI MICHELA LUCENTI
IN SCENA IL BALLETTO CIVILE
UNA PRODUZIONE CSS – TEATRO
STABILE DI INNOVAZIONE DEL
FVG/BALLETTO CIVILE
SCRITTO E INTERPRETATO
DA MAURIZIO CAMILLI
UNA PRODUZIONE CSS – TEATRO
STABILE DI INNOVAZIONE
DEL FVG/BALLETTO CIVILE
SPETTACOLO VINCITORE DEL PREMIO
TUTTOTEATRO.COM ALLE ARTI SCENICHE
“DANTE CAPPELLETTI” 2005
Da oltre un anno Michela Lucenti sta
studiando e sperimentando scenicamente
l’idea di portare in scena I sette contro Tebe
di Eschilo, un racconto fra i più spaventosi
che l’antichità abbia tramandato, intessuto di
elementi tragici non solo per la vicenda in
sé, ma anche per gli interrogativi che
propone all’eroe – e quindi all’uomo – sul
problema della colpa, della responsabilità
individuale, della fatalità umana.
Michela Lucenti lo farà lavorando su un palco
vuoto diviso in sette aree di azione, sette
patiboli ciascuno riservato a uno dei Duci e
corrispondente ad una Porta della città di
Tebe attaccata.
In queste sette strisce la coreografa
metterà in azione sette interpreti di Balletto
Civile, antagonisti in una danza inquieta
e plastica di ferro e fuoco, interminabile
e sfinente come una battaglia, ineluttabile
come un’onda naturale, un lungo lamento.
Una macchina da guerra ritmica,
adrenalinica, intrisa di dopobarba,
cameratismo e paura. A lato, una sciantosa
nuova Marylin canta per l’esercito:
bellezza gelida lontana e trionfante, in piena
connivenza con il potere (novella corifea),
inanella questo martirio e allieta le truppe
accompagnata da un’orchestrina, e
racconta, alla Petrolini, con dolcezza di
movenze e di canzoni Anni Trenta, la strage
di un giovane popolo voluta dai padri. E non
risparmia nessuno nel suo divertito attacco,
neanche se stessa…
Ccelera! è un elogio, apparentemente
incivile, dell’automobile, della velocità e
dell’adrenalina. La piccola storia di un pilota
“nordestino” vissuto e cresciuto nel mito di
Gilles Villeneuve. L’ultima curva di un uomo
con la benzina nelle vene.
Con questo monologo, si rivela come autore
Maurizio Camilli, attore e danzatore di
Balletto Civile. Ccelera! è il suo primo
impegno con la scrittura teatrale e gli è già
valso il Premio Tuttoteatro.com alle arti
sceniche “Dante Cappelletti” 2005.
In un Nordest profondo e volutamente
imprecisato, un giovane operaio vuole
diventare un campione dell’automobilismo,
un asso del volante, lavora e vive in un
mondo grigio e intanto si allena nelle gare
clandestine, per realizzare il suo sogno.
Investe tutta la sua vita in quest’angolo di
terra abituata a correre, che da una parte
detiene il record di vittime per incidenti
stradali, e dall’altra ha sfornato e sforna
tra i migliori piloti d’Italia (razza Piave, la
chiamavano anni fa). Quest’ultima curva
procede, lenta, lunga, sospesa, in bilico,
e ad ogni metro riaffiora un ricordo,
un’immagine, una lotta continua di
frammenti danzati, parlati, che fanno
riemergere, con il cuore in gola, l’amletico
dubbio ad ogni nuovo centimetro:
accelerare, non accelerare, vivere o morire.
SALVIAMO I BAMBINI
UNA NOVITÀ DI RENATO GABRIELLI
REGIA DI SABRINA SINATTI
CON ELENA CALLEGARI, ARAM KIAN,
MASSIMILIANO SPEZIANI, SANDRA TOFFOLATTI
UNA PRODUZIONE CSS – TEATRO STABILE
DI INNOVAZIONE DEL FVG IN CO-PRODUZIONE
CON EXTRACANDONI TEATRI IN RETE PER LA
PROMOZIONE, LA PRODUZIONE, LA
DIFFUSIONE DELLA NUOVA DRAMMATURGIA
Salviamo i bambini è la prima novità teatrale
prodotta da EXTRACANDONI, la rete costituita
da sette teatri italiani – CSS Teatro stabile di
innovazione del FVG, Teatro Kismet OperA di
Bari, Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, Teatro Litta
di Milano, Teatro Eliseo di Roma, Arena del Sole
– Moline di Bologna e Arca Azzurra Teatro di
Firenze – che dal 2005 si stanno impegnando
assieme nella co-produzione di nuova
drammaturgia in Italia. Lo spettacolo della
beneficenza, o la beneficenza come spettacolo,
è al centro di questa nuova commedia nera di
Renato Gabrielli, drammaturgo milanese e
sensibile osservatore dei punti nevralgici della
nostra contemporaneità con una scrittura
capace di condensare e deformare la banalità
della cronaca e di offrire al pubblico stralunati
rispecchiamenti. Come in Giudici (suo testo
del 2002), anche in Salviamo i bambini
i personaggi sono maschere stereotipate, il cui
nucleo drammatico consiste nell’inadeguatezza
al proprio stesso cliché; come in Vendutissimi
(2003) e Cesso dentro (2004), è centrale il
tema del voyeurismo, insieme alla rischiosa
sfida di giocare teatralmente con l’immaginario
legato ai media elettronici (lì la televisione, qui
Internet). Il punto di partenza dell’azione
teatrale in Salviamo i bambini è uno sguardo –
lo sguardo enigmatico e vuoto di un bambino
di un paese lontano che si fissa sul volto, sul
corpo di una donna. Questa donna appartiene
al nostro mondo. Forse è una benefattrice di
quel bambino...
21 _ Contatto MAG
BALLETTO CIVILE
22_ Contatto MAG
10
CAMPUS: UNIVERSITÀ E TEATRO
LO SPAZIO DEL CONTATTO
Campus continua a raccogliere le opinioni degli studenti universitari sul tema del teatro in
rapporto ad altri media. Questa volta si parla di televisione. Se ne occupa Mauro Venturini,
studente al primo anno di Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo. Attorno a questo
rapporto e alla forte dipendenza che esiste, oggi, tra lo spettacolo dal vivo e i media di massa –
tra cui Internet svolge un ruolo sempre più sensibile – si sviluppa anche l’insegnamento appena
avviato al DAMS dell’Università di Udine, sede di Gorizia. “Editoria e nuovi media per il teatro”
porterà per alcuni mesi gli studenti ad analizzare e praticare la varietà degli strumenti grazie ai
quali il teatro, e più in generale lo spettacolo dal vivo, comunicano oltre la scena, aprendosi
all’informazione di massa, sfruttando stampa, radio, televisioni, web. Per scrivere su Campus e
far sentire a propria opinione, basta inviare una mail a: [email protected]
LA GUERRA DEL TEATRO E DELLA TELEVISIONE
un contributo di Mauro Venturini
Mi piace andare a teatro e certe volte, quando
assisto a uno spettacolo, mi si ripresenta alla
mente una domanda: nella nostra società il teatro
potrebbe scomparire? Mi chiedo se può avere
fine questa forma di arte antica di quasi 2500
anni e se è possibile che la nostra civiltà d’ora in
poi faccia a meno degli attori, degli autori e delle
loro storie. Mi rispondo che è possibile. Il teatro
potrebbe finire perché in 2500 anni non ha mai
dovuto fronteggiare avversari così forti come
quelli di oggi, che sono il cinema e soprattutto la
televisione. I compiti che erano del teatro, oggi
sono svolti da questi media che sanno bene come
si racconta una storia e come si suscitano le
emozioni. Ma poi ci ripenso, e cambio idea
perché anche i libri e i quadri, anticamente, sono
stati avversari del teatro, hanno raccontato le
storie dell’uomo e suscitato le più varie emozioni,
ma il teatro ha continuato a esistere, assieme
alla letteratura e alla pittura. Perciò il teatro
continuerà ancora a esistere, anche se è
probabile che dovrà combattere molto per
(r)esistere. Il dato certo è che contro i suoi nuovi
avversari dovrà usare armi strategiche molto
diverse dalla forza di fuoco che hanno il cinema
e la televisione. I film e le trasmissioni televisive
sono seguiti da milioni di persone e questa è la
loro potenza; il teatro è molto più debole perché
uno spettacolo viene rappresentato per cento,
per mille, o per duemila persone, ma anche
moltiplicandole per il numero delle repliche si
resta lontani dalle cifre a sei zeri. Ma questo
punto di debolezza del teatro è anche un punto di
forza, perché esso stringe legami più intensi con
i suoi spettatori, anche se sono pochi.
Le immagini del film e della televisione hanno
sempre due dimensioni, sono immagini piatte,
le figure sullo schermo sono segni ottici.
Quelle del teatro hanno sempre tre dimensioni e
la vicinanza con gli spettatori può aggiungere
anche una dimensione in più: la dimensione della
presenza e della verità che gli schermi del
cinema e della televisione non possono dare.
Questa dimensione spiega perché non è possibile
paragonare un attore sullo schermo con lo stesso
attore su un palcoscenico, e anche perché il
pubblico è disponibile a pagare molto più caro un
biglietto a teatro per vedere dal vivo un attore o
un’attrice mentre potrebbe vederli in cassetta
VHS o gratis alla televisione.
I produttori e i gestori di teatro conoscono bene
questa formula di attrazione, invece gli spettatori
abituati a vedere soprattutto televisione la
sottovalutano perché hanno provato poche volte
l’emozione di trovarsi davanti a un attore che
recita dal vivo, considerando sufficiente vederlo
sullo schermo. L’arma segreta del teatro
potrebbe essere sbandierare questa grande
differenza, insinuandosi nel territorio del nemico
e sfruttando la sua forza di fuoco, cioè la
diffusione su milioni di teleschermi e su milioni di
copie di giornali. Per questo chi fa teatro non
dovrebbe preoccuparsi solo dell’interpretazione e
della regia, di essere fedele al testo dell’autore o
di stravolgerlo, ma interessarsi anche al pianeta
dell’informazione, alle cifre astronomiche dei
telespettatori e alla diffusione dei giornali che sta
coinvolgendo molti più lettori, anche grazie alla
free-press, i quotidiani in distribuzione gratuita.
Occuparsi di informazione è la “mossa segreta”
del teatro, che in questa maniera potrebbe
assicurarsi vita e buona salute per almeno altri
mille anni.
23_ Contatto MAG
>
IL CSS
> Produrre
MORTE PER ACQUA progetto e regia di Paolo
Mazzarelli e con la scrittura fisica di Michela
Lucenti, da “La terra desolata” di Thomas
Stearns Eliot e da “State of the World 2005”
del World Watch Institute.
SALVIAMO I BAMBINI, di Renato Gabrielli,
regia di Sabrina Sinatti, in coproduzione
con Extracandoni.
WESTERN WOMAN, ideazione e regia Rita
Maffei, creato e interpretato da Mallika
Sarabhai e Rita Maffei, una produzione CSS,
in collaborazione con Calendidonna 2005 –
L’altra metà dell’India, Comune di Udine.
SOGNO DI UNA COSA, progetto e regia di Andrea
Collavino, una coproduzione Mittelfest
2005/CSS, in collaborazione con Civica
Accademia “Nico Pepe” e con Provincia di
Pordenone, Teatro Club Udine, Comune di
Casarsa, Comune di San Vito al Tagliamento.
Teatro Incerto, GARAGE 77, di e con Claudio
Moretti, Fabiano Fantini e Elvio Scruzzi.
> In repertorio
I TOPI, coreografia e canti Michela Lucenti,una
produzione CSS e Balletto Civile con il sostegno
di Mittelfest 2004, Seas (Intercult, Stoccolma).
WOYZECK di Georg Büchner, regia di Giancarlo
Cobelli, una coproduzione CSS Teatro stabile
di innovazione del FVG – Teatro Stabile Torino.
CECITÀ di José Saramago, regia di Gigi
Dall’Aglio, una coproduzione CSS Teatro stabile
di innovazione del FVG – Fondazione Teatro
Due Teatro Stabile Parma e Reggio Emilia.
MORTE DI DANTON di Georg Büchner, regia di
Aleksandar Popovski, una produzione CSS
Teatro stabile di innovazione del FVG con il
sostegno di Theorem Associazione sostenuta
dal Programma Cultura 2000 dell’Unione Europea,
Intercult, Goethe Institut, Fondazione CRUP.
COPENAGHEN di Michael Frayn, regia di Mauro
Avogadro, con Umberto Orsini, Massimo
GIORNI ALL’ANNO
Popolizio, Giuliana Lojodice, una coproduzione
CSS Teatro stabile di innovazione del FVG –
Emilia Romagna Teatro Fondazione.
GIULIO CESARE da Shakespeare e dai
comunicati dell’EZLN del Subcomandante
Marcos, regia di Paolo Mazzarelli, una
produzione in collaborazione con Armunia.
TRACCE DI UNA SACRIFICIO – IL MITO DI
ALCESTI IN UN CAMPO DI STERMINIO di e
con Rita Maffei e Fabiano Fantini.
Teatro Incerto, MARATONA DI NEW YORK di
Edoardo Erba, regia di Rita Maffei.
PASOLINI, PASOLINI! di e con Paolo Mazzarelli.
LACHRYMAE (SEMPER DOLENS!) di e con Rita
Maffei e Fabiano Fantini.
> In scena
Udine TEATRO CONTATTO 2005_2006 stagione
di nuovo teatro del CSS Teatro stabile di
innovazione del FVG, XXIV edizione.
Cervignano TEATRO PASOLINI 2005_2006 IX
stagione di prosa, in collaborazione con
Associazione Culturale Teatro Pasolini.
Progetto di TIG TEATRO PER L’INFANZIA E LA
GIOVENTÙ IX edizione per il territorio della
Bassa friulana orientale e Destra Torre, VIII
edizione per Udine e Provincia di Udine.
> Attività editoriale
X IL TEATRO collana di nuova
drammaturgia italiana e in friulano.
cd musicali.
> Progetti
PROGETTO THIERRY SALMON – LA NUOVA ECOLE
DES MAÎTRES, corso internazionale di
perfezionamento teatrale e di confronto fra i
diversi tipi di formazione diretto da Franco
Quadri; paesi partner: Italia, Belgio, Francia,
Spagna, Portogallo, con il sostegno del
Programma Cultura 2000 dell’Unione Europea
e in collaborazione con l’Ente Teatrale Italiano.
EXTRACANDONI Teatri in rete per la
promozione, produzione e diffusione della
nuova drammaturgia, in collaborazione con
Teatro Litta (Milano), Arena del Sole – Moline
(Bologna), Arca Azzurra Teatro (S. Casciano
V.P.), Teatro Eliseo (Roma), Nuovo Teatro Nuovo
(Napoli), Teatro Kismet OperA (Bari).
ADRIATICO, progetto per sviluppare e
accrescere la conoscenza e le collaborazioni
tra i teatri che si affacciano sul Mare Adriatico.
SEAS, piattaforma europea per artisti di
confronto sulle pratiche teatrali dell’area del
Mar Baltico e dei paesi balcanici, sviluppato
da Intercult di Stoccolma con il sostegno della
Commissione Europea/Cultura 2000 e in
collaborazione con il CSS e altre dieci realtà
teatrali europee.
LA MEGLIO GIOVENTÙ, progetto di aggregazione
culturale e prevenzione al disagio giovanile per
il territorio della Bassa friulana orientale e
Destra Torre.
DIDATTICA DELLA VISIONE, lezioni per
insegnanti sul lavoro culturale di fruizione
del “vedere dal vivo”, a cura di Giorgio Testa,
in collaborazione con il Centro Teatro
Educazione.
PROGETTO PILOTA IN TEMA DI DISADATTAMENTO
DEVIANZA E CRIMINALITÀ, attività socioculturali di animazione e laboratori a favore
della popolazione detenuta nelle carceri di
Udine, Gorizia, Pordenone e Tolmezzo, con il
sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia.
SCUOLA POPOLARE DI TEATRO ideata e diretta
da Alessandro Berti e Michela Lucenti e
Balletto Civile, in collaborazione con DSM
Dipartimento di Salute Mentale di Udine.
CSS Teatro stabile di innovazione del FVG
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