Contatto MAG #9 il MAGazine del CSS _ marzo / maggio 2006 LA PECORA NERA STORIE DA LEGARE: ASCANIO CELESTINI IN VIAGGIO NELLA REALTÀ MANICOMIALE. PER RACCONTARE VICENDE CHE RISCHIANO SEMPRE DI RIMANERE UNA QUESTIONE PRIVATA O UN PROBLEMA SCIENTIFICO. 01 MISHELLE DI SANT’OLIVA 02 CANZONI POPOLARI Ancora a Contatto la Palermo proletaria e arcaica di Emma Dante: un padre e un figlio, un dialogo musicale e singhiozzante, dove maschile e femminile, materno e filiale, si intrecciano e confondono. Veronica Cruciani dà voce teatrale a “Il mondo salvato dai ragazzini” di Elsa Morante. Poemi e canzoni scritte “per l’unico pubblico che ormai sia forse capace di ascoltare la parola dei poeti”, i ragazzi. 03 SALVIAMO I BAMBINI 04 05 SOLO GOLDBERG IMPROVISATION WELCOME IN MY BACKYARD 06 NELLA TANA Corpo a corpo con l’umanitarismo a buon mercato, nell’ultima commedia nera di Renato Gabrielli. Trentadue variazioni per un match virtuoso: Virgilio Sieni danza le Goldberg di Johann Sebastian Bach. Dopo i successi cinematografici, il nuovo teatro di Luigi Lo Cascio riparte da Franz Kakfa. La compagnia olandese Wunderbaum racconta l’integrazione e la convivenza. Senza la maschera del buonismo. Contatto MAG #9 il MAGazine del CSS _ marzo / maggio 2006 00 01 02 03 PAGINA 03 Editoriale PAGINA 04 Emma Dante Mishelle di Sant’Oliva PAGINA 06 Veronica Cruciani Canzoni Popolari PAGINA 08 Renato Gabrielli Salviamo i bambini 04 05 06 07 PAGINA 10 Virgilio Sieni Solo Goldberg Improvisation PAGINA 12 Wunderbaum Welcome in my backyard PAGINA 14 Luigi Lo Cascio Nella tana PAGINA 16 Ascanio Celestini La pecora nera 08 09 10 PAGINA 19 Calendidonna 2006 Mediterranee. Mille e una storia PAGINA 20 Le nuove produzioni CSS PAGINA 23 Campus: Università e Teatro BIGLIETTERIA DI TEATRO CONTATTO DA MARTEDÌ A SABATO ORE 17–19 UDINE, TEATRO S. GIORGIO VIA QUINTINO SELLA - BORGO GRAZZANO TEL 0432 511861 / 510510 FAX 0432 504448 [email protected] LE SERE DI SPETTACOLO LA BIGLIETTERIA DEL TEATRO DOVE SI SVOLGE LA RAPPRESENTAZIONE APRE UN’ORA PRIMA DELL’INIZIO. PREVENDITA ONLINE SUL CIRCUITO VIVATICKET BY CHARTA 00 EDITORIALE I BUONIE I CATTIVI: ESUBERI E ESUBERANTI FILO ROSSO SULLE “ECCEDENZE UMANE” DEL NOSTRO TEMPO PER LE ULTIME SETTE PROPOSTE DELLA STAGIONE DI CONTATTO. C’è una relazione connessa e inevitabile fra il desiderio di perfezione, di benessere creato dal progresso, fra la ricerca di novità produttive e nuove frontiere del mercato e la creazione di scorie, non solo materiali, ma anche umane. Di esuberi, di “rifiuti umani”, di persone “eccedenti” e “sole” nel mondo globalizzato – come le ha definite il sociologo Zygmunt Bauman nel suo lucido intervento all’incontro organizzato da Contatto lo scorso 13 febbraio. Gli “esuberi umani” sono effetti collaterali della “costruzione di ordine” nel mondo consumistico. Nei secoli, la ricchezza ha necessariamente prodotto diversi isolamenti di tipo sociale. Oggi non ci sono solo i pazzi, i “diversi”, ci sono anche i disoccupati, gli emigrati, i rifugiati, i profughi, i nuovi poveri, le categorie svantaggiate. Ad essi si affiancano tutti coloro che escono dal coro dell’anonima accettazione della disequità nel mondo, coloro che si impegnano a trovare soluzioni alternative ai problemi che si pongono su scala planetaria, che si fanno movimento, social forum, organizzazione non governativa. “Esuberi ed esuberanti” è un filo rosso che annoda e mette in relazione tutti gli spettacoli di questa nostra ultima parte di stagione, che vi invitiamo a seguire con noi e con tutti i suoi formidabili interpreti e compagnie. Sono “esuberi”, senza dubbio, i due protagonisti di Mishelle di Sant’Oliva (7_8 marzo) il nuovo spettacolo della regista siciliana Emma Dante, padre e figlio sottoproletari. Vivono uno (il padre) nell’apatico ricordo della madre, figura mitizzata di prima ballerina dell’Olympia di Parigi, l’altro (il figlio), in una più realistica e “travestita” emulazione in un destino di strada. Al termine dello spettacolo, entrambe le sere, potremo parlarne a caldo direttamente con la Dante, vero talento della nuova scena italiana, rivelata, anche sul palcoscenico di Contatto, da spettacoli come mPalermu, Vita mia, Medea. Canzoni popolari (17 marzo) è la seconda regia di Veronica Cruciani, un’opera in cui la giovane artista mette mano all’incandescente materiale de “Il mondo salvato dai ragazzini” di Elsa Morante, creando quadri emozionanti di parole e musica dal vivo che contagiano di fiducia in uno sguardo capace di cambiare il mondo. In Salviamo i bambini (28_30 marzo) sarà centrale il tema della spettacolarizzazione della beneficenza, il continuo show lavacoscienze che ci arriva dai nostri teleschermi e riempie i giornali di orgoglio benefattore. Il drammaturgo Renato Gabrielli focalizza il dramma dello spettatore testimone mediatico di sofferenze e drammi altrui impossibili da ignorare, e pone il problema della responsabilità etica nel nostro mondo globalizzato, dove la diseguaglianza, il benessere esagerato e la sofferenza più intollerabile sono sempre più faccia a faccia, ravvicinati e quindi non più ignorabili. La danza torna a Contatto il 1 aprile con un formidabile assolo del coreografo Virgilio Sieni, che ne sarà anche l’interprete a Udine. Solo Goldberg Improvisation è un’autentica sfida interpretativa ingaggiata con il monumento del genio di J.S. Bach. Da non perdere, anche per l’esecuzione dal vivo al pianoforte delle celebri 32 variazioni. A proposito di problemi globali risolti efficacemente a livello locale, Welcome in my backyard (6_9 aprile) racconta le diverse reazioni di quattro giovani cittadini di un piccolo centro di provincia olandese dove – contro ogni indicazione dello Stato – le porte delle case, in ogni famiglia, vengono aperte a rifugiati politici in procinto di essere espulsi. Uno spettacolo che affronta il tema dell’emigrazione e della convivenza con sincerità e senza ombra di buonismo. Da una riscrittura di un racconto di Kafka, Nella tana (2_7 maggio) è un viaggio metaforico fra le fobie, smanie e riti di un uomo che cerca nell’isolamento una salvezza impossibile dai rischi insiti nella convivenza sociale. Un punto di vista ribaltato, che ci sentiamo di proporvi per una riflessione sul forte impatto sociale delle nostre più intime paure. Un esperimento di innesti e amplificazioni contemporanee che fra l’altro riporta a Udine un amico, Luigi Lo Cascio, qui sia autore che interprete di questa piéce che lo riavvicina al teatro dopo la sua meritata affermazione come protagonista di tanto cinema italiano di questi anni (I cento passi, Buongiorno, notte, La meglio gioventù). Ed è un viaggio fra memorie, luoghi e vicende di sofferenza il nuovo lavoro di Ascanio Celestini, lo spettacolo di chiusura della stagione, La pecora nera (10 maggio), nato dai laboratori e dagli incontri di “Storie da legare” e destinato a diventare un’antologia teatrale sull’esperienza dei manicomi in Italia. 03 _ Contatto MAG > > 01 I BUONI E I CATTIVI (MA NON SIAMO IN UN FILM DI JOHN WAYNE) ESUBERI E ESUBERANTI 7_8 MARZO, ORE 21 UDINE, TEATRO S.GIORGIO SUD COSTA OCCIDENTALE MISHELLE DI SANT’OLIVA DI EMMA DANTE CON GIORGIO LI BASSI, FRANCESCO GUIDA LUCI IRENE MACCAGNANI SCENE E COSTUMI EMMA DANTE REGIA EMMA DANTE UNA PRODUZIONE SUD COSTA OCCIDENTALE / FESTIVAL DELLE COLLINE TORINESI / ESPACE MALRAUX / SCÈNE NATIONALE DE CHAMBÉRY / DRODESERA–CENTRALE FIES 04 _ Contatto MAG Era una bella donna, la prima ballerina dell’Olympia di Parigi. Alta, bionda, con la pelle liscia ca parìa di sita, che sembrava seta. MISHELLE DI SANT’OLIVA LA STORIA Vicino a Sant’Oliva, la piazza delle buttane, seduti su due seggiole, Gaetano e Salvatore aspettano Mishelle. È un attesa inutile. Lei, la ballerina, la stella dell’Olympia di Parigi, è finita a fare la vita nei vicoli di Palermo e li ha abbandonati da lungo tempo. Da secoli forse, perché qui il tempo non esiste più. E da secoli tutti e due reclamano il ritorno della fata incantatrice che un giorno se ne andò. Gaetano, il marito, batte i pugni chiusi sulle gambe di pietra e si rifiuta di guardare in faccia il figlio. Salvatore, il figlio, se ne sta seduto anche lui, con le cosce aperte, davanti al muro che ha di fronte. Da dieci anni Gaetano gli volta le spalle. Da dieci anni, ogni notte, Salvatore, ‘u figghiu ‘da francisa, il figlio della francese, si veste, si addobba come la madre ed esce dalla piccola stanza che odora di chiuso, lasciando dietro di sé un disperato odore di fiori e di primavera. A testa alta bacia castamente il padre. E malgrado i fianchi tondi e informi, senza vergogna si avvia per passeggiare a Sant’Oliva, d’una punta a n’avutra punta... L’AUTRICE E REGISTA Palermitana, trentasette anni, Emma Dante parte dalla scuola di recitazione di Michele Perriera e dall’Accademia Silvio D’Amico, e diventa attrice con il Gruppo della Rocca, Gabriele Vacis, Davide Iodice, Roberto Guicciardini. Nel 1996, con il progetto Battute d’arresto, scopre la propria vocazione di regista. Nel 1999 fonda la compagnia Sud Costa Occidentale, “un teatro che si allarga e si restringe a seconda dei casi, non trattiene prigionieri ed è sempre aperto ai contagi”. Lo spettacolo mPalermu, scritto e diretto nel 2001, la rivela e le vale il Premio Scenario e il Premio Ubu 2002 per la miglior novità drammaturgica. Il successivo Carnezzeria è di nuovo Premio Ubu 2003. Insieme a Vita mia, spettacolo del 2004, le tre produzioni formano un trittico dedicato alla sua città. “Con Palermo ho un rapporto conflittuale: mi attrae e mi respinge allo stesso tempo. Ciò la rende, ai miei occhi, speciale. Sono stata via per 15 anni, da quattro sono tornata per vivere e lavorare”. Ma la Sicilia non è la sua unica cifra teatrale. Nella sua teatrografia spicca anche il rifacimento della Medea di Euripide (vista anche Udine, insieme a due episodi della trilogia) e il recente La scimia, tratto da un racconto di Landolfi. 05 _ Contatto MAG > Dopo essersi scorticati e messi a nudo, il bacio conclusivo che il figlio posa sulla fronte del padre ha la forza esemplare di un gesto d’amore e di purificazione. > 02 I BUONI E I CATTIVI (MA NON SIAMO IN UN FILM DI JOHN WAYNE) ESUBERI E ESUBERANTI 17 MARZO, ORE 21 UDINE, TEATRO PALAMOSTRE COMPAGNIA VERONICA CRUCIANI CANZONI POPOLARI DA “IL MONDO SALVATO DAI RAGAZZINI” DI ELSA MORANTE REGIA VERONICA CRUCIANI CON LA COLLABORAZIONE DI ANTONELLO COSSIA CON NICOLA PANNELLI, SOLEDAD NICOLAZZI, FEDERICO SABA MUSICHE ORIGINALI DAL VIVO ALESSANDRO FEDERICO, DANIELE MUTINO SCENE E COSTUMI BARBARA BESSI LUCI GIANNI STAROPOLI ASSISTENTE ALLA REGIA CHIARA TOMARELLI 06 _ Contatto MAG Quando succede tutto ciò? Il tempo non è precisato, ma ricorda un po’ la Roma degli anni Cinquanta, quando la felicità sembrava così possibile, e il futuro così a portata di mano. CANZONI POPOLARI Il sale della terra, la musica e l’allegria dell’intelligenza, il respiro della vita: vivi non sanno di esserlo, perché la vita non è altro che la loro natura; belli, la loro bellezza non li riguarda, perché non è di quelle che si sciupino; e diversi da tutti gli altri, credono invece che tutti siano simili. (Cesare Garboli) E io, guardando con attenzione i miei protagonisti, ho potuto leggere nei loro occhi sempre un’unica perpetua domanda, che è la domanda della vita stessa. (Elsa Morante) IL LIBRO, LA DRAMMATURGIA I personaggi vivono sempre in un luogo e da un tempo lontani, in cui la Storia li ha seppelliti vivi. Ma il racconto teatrale li convoca al nostro ascolto e noi possiamo quasi sempre sentire quanto sono vicini ai nostri i loro destini. A volte sono questi destini fatti di piccoli eventi e storie personali che non hanno lasciato traccia nel mondo. ll racconto di questo spettacolo è affidato a tre attori, che in momenti diversi evocano tre personaggi del testo della Morante. C’è Simone che racconta il suo incontro con Gesù Cristo. C’è Rufo, il figlio di Simone, che in una dimensione tra sogno e realtà ci parla del suo incontro con una sposa bambina. C’è infine Carlotta, che ancora quattordicenne vide i nazisti affiggere l’avviso che ordinava a tutti gli ebrei di portare la stella gialla. Hanno attraversato fatti storici importanti – la morte di Cristo, o l’avvento del nazismo – ma vivendoli non ne hanno potuto comprendere la portata. 07 _ Contatto MAG > Il mondo è quello dei ragazzini, la loro poesia leggera e sbarazzina, fatta di malizia ingenua e acuta sensibilità. > 03 I BUONI E I CATTIVI (MA NON SIAMO IN UN FILM DI JOHN WAYNE) ESUBERI E ESUBERANTI 28_29_30 MARZO, ORE 21 UDINE, TEATRO S. GIORGIO SALVIAMO I BAMBINI UNA NOVITÀ DI RENATO GABRIELLI REGIA DI SABRINA SINATTI CON ELENA CALLEGARI, ARAM KIAN, MASSIMILIANO SPEZIANI, SANDRA TOFFOLATTI SCENE E COSTUMI NICOLAS BOVEY DISEGNO LUCI GIANNI STAROPOLI UNA PRODUZIONE CSS TEATRO STABILE DI INNOVAZIONE DEL FVG IN CO-PRODUZIONE CON PRIMA ASSOLUTA 08 _ Contatto MAG Un corpo a corpo con l’umanitarismo a buon mercato. L’esplorazione del nostro desiderio di sentirci buoni. Però a distanza. SALVIAMO I BAMBINI IL TESTO Lo spettacolo della beneficenza, o la beneficenza come spettacolo, è al centro di questa nuova commedia nera di Renato Gabrielli, drammaturgo e sensibile osservatore dei punti nevralgici della nostra contemporaneità. Salviamo i bambini prende a bersaglio l’ipocrisia e i sensi di colpa dell’Occidente (sempre meno) opulento. Idealizzati dall’estetica pubblicitaria e dalla retorica umanitaria, i bambini sono qui oggetto di scambio e di ricatto nella lotta spietata e surreale che contrappone una imprenditrice in crisi di coscienza e un cinico prete da talk-show, su un inquietante sfondo di lacrime e lustrini, tra calciatori e aspiranti veline eque e solidali. L’AUTORE Nato a Milano nel 1966, Renato Gabrielli si è diplomato alla Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi”. Vincitore del Premio Pier Vittorio Tondelli nel 1993, e poi drammaturgo al Centro Teatrale Bresciano, sceneggiatore televisivo, autore rappresentato in Italia e all’estero, ha scritto e pubblicato numerosi testi e tiene laboratori di scrittura per la scena. Tra i suoi lavori, i più recenti sono Giudici (2002), Vendutissimi (2003), Mobile Thriller (2004), A Different Language (2005), recentissimo è Cesso dentro (2005) > Punto di partenza in Salviamo i bambini è uno sguardo. Lo sguardo enigmatico e vuoto di un bambino di un paese lontano. di un’attività intensa e diffusa a livello nazionale che, partendo dalla commissione per la scrittura drammaturgica, comprende anche la produzione e la distribuzione teatrale, sfruttando le risorse degli stessi teatri aderenti, in un moltiplicarsi di iniziative e strumenti messi concretamente a disposizione degli autori teatrali, opportunità di incontro e relazione con compagnie, registi, produttori, la promozione di nuova drammaturgia. Con queste finalità il nuovo ExtraCandoni amplifica le possibilità di intervento delle ultime edizioni del Premio Candoni, favorisce la composizione di nuove opere (per mezzo della commissione economica agli autori) e garantisce la messa in scena (grazie all’impegno co-produttivo degli stessi teatri in rete) e la diffusione di questi lavori (a partire dall’ospitalità nelle stagioni teatrali della rete). Accanto al CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, gli altri patrner dell’iniziativa sono: Teatro Kismet OperA (Teatro stabile di innovazione di Bari), Nuovo Teatro Nuovo (Teatro stabile di innovazione di Napoli), Teatro Litta (Teatro stabile di innovazione di Milano), Teatro Eliseo (Teatro privato di Roma), Arena del Sole – Moline (Teatro stabile di Bologna) e Arca Azzurra Teatro (S. Casciano Val di Pesa – Firenze). 09 _ Contatto MAG EXTRACANDONI Dopo una pausa di due anni, dettata dalla necessità di dotare l’iniziativa di mezzi e modalità più incisive e concrete, il Premio Candoni ha ripreso la sua attività a sostegno della nuova drammaturgia, potenziato da una rinnovata formula artistica e organizzativa. La novità è già nel nome del nuovo Premio, incrementato dal suffisso Extra e da un sottotitolo – teatri in rete per la promozione, la produzione e la diffusione della nuova drammaturgia – che dà evidenza ad un’azione comune e condivisa e alle diverse aree di azione dell’iniziativa. Fra gli obiettivi della innovativa rete teatrale, ci sono infatti l’avvio 10 _ Contatto MAG > 04 I BUONI E I CATTIVI (MA NON SIAMO IN UN FILM DI JOHN WAYNE) ESUBERI E ESUBERANTI 1 APRILE, ORE 21 UDINE, TEATRO PALAMOSTRE COMPAGNIA VIRGILIO SIENI SOLO GOLDBERG IMPROVISATION IDEAZIONE VIRGILIO SIENI MUSICHE: VARIAZIONI GOLDBERG DI J.S.BACH ESEGUITE DAL VIVO DA DIEGO MACCAGNOLA LUCI PAOLO POLLO RODIGHIERO UNA PRODUZIONE COMPAGNIA VIRGILIO SIENI IN COLLABORAZIONE CON FONDAZIONE TEATRO A. PONCHIELLI CREMONA FESTIVAL ORIENTE OCCIDENTE SOLO Ha uno sguardo luciferino e canticchia la musica come per prendere le distanze. Poi riprende fiato, si prepara alla successiva variazione, e dà il via al pianista. Sieni entra ed esce dalla performance ad ogni variazione, quasi fossero round di un match che il danzatore conduce con la musica. Il suo segno gestuale ti cattura, ti ipnotizza, ti trascina in un universo di movimenti angolari acuti, giri rapidissimi, cadute. 11 _ Contatto MAG GOLDBERG IMPROVISATION È una danza che canta e che si svela nelle improvvisazioni di un gesto, quando le mani, i piedi, i muscoli della schiena, gli scatti dello sterno, gli spostamenti del collo si insinuano nello spazio, con brillantezza e sudore. (Danza & Danza) LA COREOGRAFIA Frequentate fin dal 1987, le Variazioni Goldberg di Bach sono un punto di riferimento costante per Virgilio Sieni. Un capitolo mobile del suo lavoro, sensibile ai diversi luoghi, ai diversi pubblici, alle diverse reazioni tra la partitura e le persone. “Penso che le Variazioni – spiega Sieni – non siano un invito alla danza, ma un atto di riflessione e introspezione, dove non appare nulla se non un corpo spellato. Ecco perché questa composizione, a cui mi applico da quasi vent’anni, mi appare come un manifesto. Qualcosa di più di un vocabolario di percorso: piuttosto un atto sulle debolezze, le imperfezioni, le pieghe e le polveri, qualcosa che vuol trapassare il corpo per donarsi alla figura”. IL COREOGRAFO Architetto per formazione, Virgilio Sieni ha studiato danza moderna con Traut Faggioni e danza contemporanea ad Amsterdam e New York, e ha debuttato come danzatore e coreografo con la compagnia teatrale I Magazzini. Dal 1983 al 1991 è stato alla guida Parco Butterfly, per cui ha realizzato Cocci aguzzi di bottiglia (1985), Shangai Neri (1986), Inno al rapace (1988), Il severo calcolo numerico dei babilonesi (1990). Nel 1992 ha fondato la Compagnia Virgilio Sieni ed elaborato numerosi progetti contrassegnati dalla ricerca sul valore semantico della danza e dalla forza metaforica del movimento, spesso basati sulla suggestione simbolica di grandi opere letterarie o cinematografiche. Tra i primi titoli L’eclisse, Cantico, Rosso Cantato. Tra i più recenti, e più raccolti lavori, ci sono invece Cado, Osso, Mi difenderò. > 05 I BUONI E I CATTIVI (MA NON SIAMO IN UN FILM DI JOHN WAYNE) ESUBERI E ESUBERANTI 6_7_8_9 APRILE, ORE 21 UDINE, HANGAR DELL’ISTITUTO TECNICO “MALIGNANI” WUNDERBAUM WELCOME IN MY BACKYARD CON WALTER BART, MARLEEN SCHOLTEN, MAARTJE REMMERS, MATIJS JANSEN E CON LETITIA EN ASHLEY HEIJSTEK, JURMEN HIDALGO, REZA GASHTIL, SILVIA E NADIA MONTEIRO, ULRICH TJON-A-TSIEN, ASTRID VAN DORP, MIRJAM LOOIJ, PEJMAN SALIM, REWAN POCORNI, CARLOS DE PINA, JAN HOEGEN ALL’ACCORDEON OLEG LYSENKO UNA PRODUZIONE PRODUCTIEHAUS ROTTERDAM (ROTTERDAMSE SCHOUWBURG) / NT GENT 12 _ Contatto MAG Uno spettacolo che affronta il tema dell'integrazione e della convivenza. Senza la maschera del buonismo. WELCOME IN MY BACKYARD L’IDEA L’idea per Welcome in my backyard, la compagnia olandese Wunderbaum l’ha trovata tra le colonne di un noto settimanale. In un articolo si documentavano le scelte degli abitanti di un piccolo villaggio dei Paesi Bassi, Witmarsum. Alcune tra le famiglie del paese avevano deciso di dare ospitalità a immigrati clandestini cui non era stato riconosciuto lo status di rifugiato politico. Gli artisti di Wunderbaum hanno deciso di affrontare questa vicenda teatralmente, con quattro ragazzi che decidono di dare asilo nella loro casa ad alcuni disperati che non hanno ottenuto la tutela riconosciuta ai rifugiati politici e sono quindi in attesa di essere espulsi e rimandati ai loro Paesi d’origine. I profughi un po’ alla volta occupano i diversi spazi della casa: dal giardino (backyard), attraverso la cucina, arrivano in soggiorno e si sistemano nelle camere da letto. Le posizioni e reazioni dei quattro ragazzi sono diverse e vanno dalla necessità, politica e umana, di proseguire in questa opera donando tutto di sé, alla diffidenza e alla ripulsa. GLI ARTISTI Wunderbaum è un collettivo di cinque attori (Walter Bart, Wine Dierickx, Marleen Scholten, Maartje Remmers, Matijs Jansen). Dal 2001 si dedicano a un teatro di impegno sociale in contesti non teatrali. “Preferiamo creare spettacoli in location particolari – spiegano – piuttosto che metterli in scena in un teatro, perché ciò ci permette di calare le nostre pièce in un contesto sociale e di mettere in relazione il pubblico con la realtà. L’effetto è destabilizzante: gli spettatori si ritrovano in luoghi che di solito non hanno una dimensione teatrale. Persone che di solito non vanno a teatro vengono a vederci perché sono curiose di vedere quanto accade nei loro quartieri. E poi noi cerchiamo sempre di creare una relazione fra lo spettacolo, l’ambiente circostante e il pubblico”. Dal marzo 2005 Wunderbaum è diventata una compagnia fiammingoolandese, con sede a Rotterdam (Productiehuis Rotterdam – Rotterdamse schouwburg) e Gent (NT Gent). 13 _ Contatto MAG > Lo spettacolo è nato proprio dove doveva nascere: in un edificio vuoto di cui era proprietaria la municipalità di Rotterdam. Mettendo in atto una coreografia di movimento i senzatetto sembrano prendere possesso della casa. Attraverso la cucina penetrano nel soggiorno. Attraverso la televisione cominciano a occupare il bagno e le camere da letto. > 06 I BUONI E I CATTIVI (MA NON SIAMO IN UN FILM DI JOHN WAYNE) ESUBERI E ESUBERANTI 2_3_4_5_6_7 MAGGIO, ORE 21 UDINE, TEATRO S.GIORGIO NELLA TANA DA FRANZ KAFKA DI E CON LUIGI LO CASCIO SCENE NICOLA CONSOLE LUCI ROBERTO INNOCENTI DIRETTORE DELL’ALLESTIMENTO RENZO CECCHINI DISEGNO DEL SUONO MAURO FORTE UNA PRODUZIONE TEATRO METASTASIO STABILE DELLA TOSCANA 14 _ Contatto MAG È un racconto in prima persona, un'ora e dieci minuti di parole. Kafka era scarno e preciso. Io ho ideato invece una sintassi abnorme, tortuosa. Nella tana è una lotta con la sua scrittura. NELLA TANA Qualche anno fa ho letto questo racconto. Volendo adattarlo per una possibile messa in scena ho cominciato a comporne una versione, una visione personale, e mi sono accorto, a scrittura ultimata, che il testo si era trasformato. Non potevo più considerarlo come un’immagine fedele del racconto kafkiano. Era diventato altro. (Luigi Lo Cascio) La cognizione dolorosa di chi si è ridotto a fare soltanto i conti con se stesso, spaventandosi poi di questa stessa solitudine piena di falle e di punti critici. (Il Sole 24 Ore) IL RACCONTO La tana è uno degli ultimi racconti di Franz Kafka. L’autore registra i pensieri di un essere misterioso – uomo? animale? o cosa? – sprofondato in una cavità. Nella sua elucubrazione, immerso nel buio, questo essere racconta le proprie abitudini e la propria vita sotterranea. L’idillio apparente di questa condizione di isolamento mostra ben presto il suo vero volto di segregazione e di paura. Quelle abitudini sono vicissitudini, smanie, ossessioni. L’essere avverte la presenza di una minaccia che può venire da fuori o, al contrario, proprio dall’interno della tana, dal suo nucleo essenziale. Escogita quindi sistemi di sicurezza, e trasforma la tana in un labirinto che solo lui conosce, ma della quale resta, inevitabilmente, prigioniero. Morale del racconto: più impazziamo a blindare il nostro Io – rifugio, tana, o casa che sia – più ci esponiamo all’invasione e alla cattura dell’Altro. L’INTERPRETE Luigi Lo Cascio è nato Palermo il 20 ottobre 1967. Durante gli studi di medicina si appassiona al teatro e supera l’esame di ammissione all’Accademia di Arte Drammatica. Dopo alcuni anni passati sul palcoscenico, prima con piccoli spettacoli di cabaret, poi diretto da registi come Tiezzi, Patroni Griffi, Cecchi o assieme ai suoi compagni di Accademia (con loro realizza per esempio Il labirinto di Orfeo, nel 1994, e Verso Tebe, nel 1995, entrambi prodotti dal CSS di Udine), nel 2000 gli capita l’occasione di provare con il cinema. Viene scelto per interpretare Tonino Impastato nei Cento passi di Marco Tullio Giordana, il ruolo gli vale il David di Donatello come miglior attore protagonista. L’anno successivo vince la Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia per l’interpretazione di Luce dei miei occhi di Giuseppe Piccioni. Da quel momento comincia ad essere apprezzato dal pubblico del cinema di qualità (Buongiorno, notte di Marco Bellocchio, Mio cognato di Alessandro Piva), ma anche da quello televisivo, che lo conosce soprattutto attraverso La meglio gioventù. Un bel autoritratto si legge sul sito non ufficiale http://luigilocascio.20m.com/biografia.htm. 15 _ Contatto MAG > Non faccio distinzione tra teatro e cinema. Come sosteneva Orson Welles, l’importante è recitare. > 07 I BUONI E I CATTIVI (MA NON SIAMO IN UN FILM DI JOHN WAYNE) ESUBERI E ESUBERANTI 10 MAGGIO, ORE 21 UDINE, TEATRO PALAMOSTRE LA PECORA NERA ELOGIO FUNEBRE DEL MANICOMIO ELETTRICO DI E CON ASCANIO CELESTINI UNA PRODUIONE TEATRO STABILE DELL’UMBRIA/FABBRICA 16 _ Contatto MAG Mi interessano le storie personali. Perché attraverso queste storie posso raccontare vicende che rischierebbero invece di rimanere una questione privata, o un problema scientifico. LA PECORA N ELOGIO FUNEBRE DEL MANICOMIO ELETTRICO Tra le canzonette e i miraggi del boom anni Sessanta, la creatura protagonista racconta della sua famiglia, della scuola, del suo ingresso nel manicomio, chiamato sempre e pudicamenete l’istituto. Con lievità inusuale, Ascanio Celestini sbaraglia le sicurezze di chi crede che basti battersi in difesa della legge 180 per diradare la follia dentro e attorno a noi. (Il Manifesto) piene dello sguardo di chi i luoghi li aveva conosciuti attraversandoli. Così io ascolto le storie di chi ha viaggiato attraverso il manicomio non per costruire una storia oggettiva, ma per restituire la freschezza del racconto e l’imprecisione dello sguardo soggettivo, la meraviglia dell’immaginazione e la concretezza delle paure che accompagnano un viaggio”. IL MANICOMIO “Ho raccolto le memorie di chi ha conosciuto il manicomio un po’ come facevano i geografi del passato. Questi antichi scienziati chiedevano ai marinai di raccontargli com’era fatta un’isola, chiedevano a un commerciante di spezie o di tappeti com’era una strada verso l’Oriente o attraverso l’Africa. E dai racconti che ascoltavano cercavano di disegnare delle carte geografiche. Ne venivano fuori carte che spesso erano inesatte, ma erano anche IL NARRATORE Ascanio Celestini è un narratore della recente scena italiana: fabulatore, antropologo, studioso di musica e di storia popolare. Ha cominciato il suo mestiere d’arte orale, prima con gli spettacoli realizzati assieme al Teatro del Montevaso (1998), Baccalà, Il racconto dell’acqua, Vita Morte e Miracoli, poi con Cicoria, Cecafumo, e con La fine del mondo, testo premiato fra i Sette spettacoli per un nuovo teatro italiano per il 2000. Radio Clandestina (2001, sull’eccidio delle Fosse Ardeatine), Saccarina, cinque al soldo! (2002, sul ghetto ebreo di Lodz e quello di Roma) sono spettacoli che ha portato nei teatri di tutta Italia e realizzato anche alla radio, dove ha curato diversi cicli di racconti. Fabbrica (che narra le mitologie dell'industria e l’epopea di un popolo operaio) ha debuttato il primo maggio 2002 a Torino, in uno stabilimento di pneumatici dismesso. Scemo di guerra (frutto dei racconti di suo padre sui giorni della Liberazione di Roma, nel giugno del 1944) era tra i lavori scelti da Massimo Castri per il festival di Teatro della Biennale di Venezia 2004. Entrambi gli spettacoli si sono trasformati in libri (editi rispettivamente da Donzelli e da Einaudi) ed entrambi sono stati ospiti nelle precedenti edizioni di Teatro Contatto. ERA 17 _ Contatto MAG > Nessun metodo sociologico, nessuna denuncia. Celestini si è avvicinato al problema della detenzione per malattia mentale con uno scopo eminentemente poetico: recuperare uno strato di bellezza e di innocenza che la follia quasi custodisce, una sacralità naturale, una circolarità del tempo protetta dal dolore. (Avvenire) 18 _ Contatto MAG 08 CALENDIDONNA 2006: MEDITERRANEE. MILLE E UNA STORIA Uno sguardo sull’altra sponda del Mediterraneo: dall’8 al 12 marzo 2006 Udine apre le porte all’universo femminile dei paesi di cultura araboislamica con il festival Calendidonna: Mediterranee. Mille e una storia, cinque giorni di incontri, convegni, mostre, musica, teatro, danza, cinema. Mediterranee. Mille e una storia è il titolo della terza edizione di Calendidonna, il festival, ideato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Udine che dall’8 al 12 marzo farà della città friulana un polo di incontro e confronto intorno alle specificità e ai saperi delle donne, vero punto di partenza per un dialogo tra società apparentemente lontane ma ricche di contributi in relazione al pensiero della differenza. Anche quest’anno il CSS – Teatro stabile di innovazione del FVG ha contribuito alla realizzazione della manifestazione, come parte attiva del coordinamento artistico e organizzativo del Festival, elaborando idee e proposte soprattutto per quanto riguarda il fulcro di spettacoli dal vivo che animerà Calendidonna. Grande attesa per il dibattito con una delle figure di maggiore levatura della cultura algerina contemporanea: Assia Djebar, scrittrice, storica, cineasta e docente universitaria indagherà il rapporto complesso, spesso problematico, che lega le donne al potere nel corso di una conferenza intitolata Shahrazàd ci ha autorizzate a prendere la parola, ad agire il potere (12 marzo, ore 11, Visionario). Calendidonna riunirà a Udine molte delle personalità che da anni, su più fronti, si battono per la difesa dei diritti delle donne e il sostegno alle pari opportunità. La modella tunisina Afef Jnifen, ora ambasciatrice per la pace della Croce Rossa Italiana porterà la sua testimonianza alla prima tavola rotonda Quali Focus dell’edizione 2006 è l’universo nuove politiche per le donne delle due sponde femminile dei paesi di cultura arabo-islamica del Mediterraneo (9 marzo, ore 18). Temi di che si affacciano sulla costa sud del urgente attualità come le difficoltà e le Mediterraneo. E saranno voci di donne ad discriminazioni vissute dalle donne immigrate animare i cinque giorni di appuntamenti tra sul posto di lavoro o il diritto di famiglia e le politica, letteratura, cinema, spettacolo, riforme in atto nei paesi di area maghrebina musica e danza. L’hanno soprannominata “la saranno al centro delle conversazioni con Edith Piaf mediterranea” per le capacità Souad Sbai (giornalista e ricercatrice vocali con le quali gioca a intrecciare, in un universitaria marocchina), Nacera Benali intrigante metissage, sonorità orientali ed (giornalista algerina autrice del libro Scontro elettroniche: sarà l’affascinante Amina a di inciviltà), Bercem Akkoç (avvocato curda, inaugurare la manifestazione l’8 marzo, con un fondatrice di Ka-Mer, il centro che offre grande concerto d’apertura al Teatro Nuovo sostegno legale e psicologico alle donne Giovanni da Udine (ore 21). vittime di “delitti d’onore”), Manuela Dviri Di origine tunisina e naturalizzata francese, Vitali Norsa (giornalista italo-israeliana Amina ha un innato talento musicale. del Corriere delle Sera). È per questo che cantante maghrebina si esibisce in tutto il mondo, anche al fianco di artisti come Khaled, Goran Bregovic e Lenny Kravitz. In molti la ricorderanno anche sul grande schermo come la bellezza berbera del INFO “Il tè nel deserto” di Bernardo Bertolucci. Assessorato alla Cultura del Comune di Udine tel. 0432.414714 www.comune.udine.it CSS Teatro stabile di innovazione del FVG tel. 0432.504765 www.cssudine.it CEC Centro Espressioni Cinematografiche tel. 0432.299545 www.cecudine.org E per offrire una panoramica a 360 gradi sull’universo arabo al femminile, accanto ai forum Calendidonna ospita una selezione di appuntamenti artistici, che tra i suoi momenti più coinvolgenti vedrà l’esibizione dell’Orquesta de mujeres de Tanger, formazione tutta al femminile che mette in scena un’affascinante ricostruzione simbolica della tradizione millenaria del rito matrimoniale nelle città di Tangeri e Tetuan (10 marzo, ore 21, Teatro Palamostre). Per la conclusione del Festival, sabato 11 marzo, Udine si prepara a vivere la sua prima lunga Notte Mediterranea, con proposte itineranti tra i punti nevralgici della città. Sarà l’attrice Licia Maglietta a dare il via ai festeggiamenti, con lo spettacolo-monologo tratto dal romanzo intenso e appassionato Vasta è la prigione di Assia Djebar. La serata culminerà nella performance della ballerina algerina Djamila Henni-Chebra, una delle più note interpreti di danza del ventre. La vedremo danzare nello spettacolo Le cafè baladi, accompagnata dal suo ensemble di musicisti e danzatori. Mentre al cinema Visionario verrà proposta un’interessante panoramica di pellicole maghrebine, da mezzanotte il ritrovo per tutti i nottambuli è al Teatro S. Giorgio, per l’occasione trasformato in grande pista da ballo animata da un live dj set che mescolerà le atmosfere acustiche della musica berbera, sufi e beduina con i ritmi urbani più sincopati del rai algerino, in un travolgente crescendo di contaminazioni. L’ingresso al Festival sarà libero. 19 _ Contatto MAG > 20 _ Contatto MAG > 09 LE NUOVE PRODUZIONI CSS L’ARTE E LA MANIERA DI ABBORDARE IL PROPRIO CAPUFFICIO PER CHIEDERGLI UN AUMENTO TEATRO INCERTO DI GEORGES PEREC REGIA DI ALESSANDRO MARINUZZI UN MONOLOGO DI RITA MAFFEI UNA PRODUZIONE CSS – TEATRO STABILE DI INNOVAZIONE DEL FVG DI EDOARDO ERBA REGIA DI RITA MAFFEI CON FABIANO FANTINI, CLAUDIO MORETTI E UN’ATTRICE (IN VIA DI DEFINIZIONE) ADATTAMENTO IN LINGUA FRIULANA DEL TEATRO INCERTO UNA PRODUZIONE CSS – TEATRO STABILE DI INNOVAZIONE DEL FVG/TEATRO INCERTO Sono passati quindici anni dalla fortunata messa in scena de L’aumento di Georges Perec, con cui la neonata compagnia del Css debuttò al festival di Asti ’90, e non è affatto strano che, oggi, Rita Maffei abbia sentito il desiderio di proporre all’amico e regista Alessandro Marinuzzi di lavorare nuovamente sul racconto da cui lo scrittore francese fece nascere il testo teatrale L’arte e la maniera di abbordare il proprio capufficio per chiedergli l’aumento. Il testo esplora la casistica della richiesta di aumento, esaurendone matematicamente le probabilità in un gioco ironico e crudele in cui si espongono le mille varianti e si tentano improbabili e divertenti “istruzioni per l’uso”. Rita Maffei esporrà questi folli, demenziali e ostinati consigli guardando dritta negli occhi gli spettatori che avrà invitato ad accomodarsi attorno ad un grande tavolo da Consiglio di Amministrazione. È infatti questo ossessivo rivolgersi all’ascoltatore, immaginandolo nelle mille varianti del caso, a mantenere il testo di Perec sempre in bilico tra il maniacale divertimento matematico e la disperata ricerca di una soluzione, tra le comiche e donchisciottesche vicende del povero impiegato protagonista e la commovente inutilità dei suoi tentativi, rendendo tutta l’opera metafora di un’infinita rincorsa esistenziale. MURADÔRS NUOVE CANZONI DALL’ASSEDIO UN MONOLOGO DI E CON PAOLO MAZZARELLI LIBERAMENTE TRATTO DA OUVERTURE RUSSA DI HEINER MÜLLER E DA FLAUTO DI VERTEBRE DI VLADIMIR MAJAKOVSKIJ UNA PRODUZIONE CSS – TEATRO STABILE DI INNOVAZIONE DEL FVG Nuove canzoni dall’assedio è la quarta produzione che lega il CSS al lavoro di Paolo Mazzarelli come interprete e come regista. Forte dello straordinario successo e dei Con questo nuovo lavoro Mazzarelli torna alla quattro anni di tournée della versione forma monologo per interpretare due friulana di Maratona di New York di Edoardo personaggi che nascono dall’intersezione di Erba, Rita Maffei torna a dirigere l’affiatata due testi: Ouverture russa di Heiner Müller e coppia di attori del Teatro Incerto partendo Flauto di vertebre di Vladimir Majakovskij. Due da un altro testo di Erba. Si tratta di testi immersi nella violenza e nelle lacerazioni Muratori, opera che gli stessi Fabiano Fantini individuali e collettive provocate dalla Seconda e Claudio Moretti hanno tradotto adattando il guerra mondiale. Due personaggi che sono romanesco dell’originale al loro parlato due possibili direzioni di una storia, due parti friulano, valorizzandone la teatralità e di una coscienza in lotta, due forze opposte di modellandolo sulle proprie corde stessa intensità che cercano di annientarsi. interpretative. La pièce di Erba racconta – Ouverture russa è il primo frammento di un con la concretezza del linguaggio quotidiano, testo di Heiner Müller e narra in prima persona l’ironia irresistibile del dialogo serrato e la storia di un comandante dell’esercito russo un’inesauribile inventiva rispetto alle che nel 1941 resiste all’assedio nazista di situazioni – l’improbabile giornata di lavoro Mosca, costretto a condannare a morte un di due muratori assoldati da un fantomatico proprio ufficiale che pur di non combattere è impresario per la costruzione di un muro a arrivato a spararsi alla mano. È proprio tra la chiusura del boccascena di un teatro in responsabilità della scelta e la sua effettiva disuso, il cui palcoscenico verrà dato in messa in atto che, nella coscienza del affitto al supermercato adiacente. comandante e in quella dell’uomo condannato, Nell’incontro tra la concretezza del lavoro scoppia l’inferno e con esso il teatro. In questo (vedremo gli attori impegnati ad innalzare un momento “che sembra durare tutta una vita” vero muro durante lo spettacolo!) e il mondo si innesta il secondo testo, Flauto di vertebre immaginario del teatro, sta la chiave di di Vladimir Majakovskij, poema giovanile in cui questa commedia, che, come sempre nella sono presenti tutti i grandi temi del poeta russo, espressi con dirompente potenza scrittura di Erba, consegna agli attori la espressiva. Il racconto teatrale “entrerà nella possibilità di parlare del presente, delle testa” del sottotenente condannato, e darà difficoltà, delle ansie e delle nevrosi voce alla sua “ultima ora” per esprimere una dell’oggi, attraverso uno sguardo ironico fervente dichiarazione d’amore verso una e fantastico. donna che lo porta a fuggire la guerra, per il bisogno di amarla. BALLETTO CIVILE I SETTE A TEBE ‘CCELERA! LIBERAMENTE TRATTO DA I SETTE CONTRO TEBE DI ESCHILO IDEAZIONE, COREOGRAFIA E CANTI DI MICHELA LUCENTI IN SCENA IL BALLETTO CIVILE UNA PRODUZIONE CSS – TEATRO STABILE DI INNOVAZIONE DEL FVG/BALLETTO CIVILE SCRITTO E INTERPRETATO DA MAURIZIO CAMILLI UNA PRODUZIONE CSS – TEATRO STABILE DI INNOVAZIONE DEL FVG/BALLETTO CIVILE SPETTACOLO VINCITORE DEL PREMIO TUTTOTEATRO.COM ALLE ARTI SCENICHE “DANTE CAPPELLETTI” 2005 Da oltre un anno Michela Lucenti sta studiando e sperimentando scenicamente l’idea di portare in scena I sette contro Tebe di Eschilo, un racconto fra i più spaventosi che l’antichità abbia tramandato, intessuto di elementi tragici non solo per la vicenda in sé, ma anche per gli interrogativi che propone all’eroe – e quindi all’uomo – sul problema della colpa, della responsabilità individuale, della fatalità umana. Michela Lucenti lo farà lavorando su un palco vuoto diviso in sette aree di azione, sette patiboli ciascuno riservato a uno dei Duci e corrispondente ad una Porta della città di Tebe attaccata. In queste sette strisce la coreografa metterà in azione sette interpreti di Balletto Civile, antagonisti in una danza inquieta e plastica di ferro e fuoco, interminabile e sfinente come una battaglia, ineluttabile come un’onda naturale, un lungo lamento. Una macchina da guerra ritmica, adrenalinica, intrisa di dopobarba, cameratismo e paura. A lato, una sciantosa nuova Marylin canta per l’esercito: bellezza gelida lontana e trionfante, in piena connivenza con il potere (novella corifea), inanella questo martirio e allieta le truppe accompagnata da un’orchestrina, e racconta, alla Petrolini, con dolcezza di movenze e di canzoni Anni Trenta, la strage di un giovane popolo voluta dai padri. E non risparmia nessuno nel suo divertito attacco, neanche se stessa… Ccelera! è un elogio, apparentemente incivile, dell’automobile, della velocità e dell’adrenalina. La piccola storia di un pilota “nordestino” vissuto e cresciuto nel mito di Gilles Villeneuve. L’ultima curva di un uomo con la benzina nelle vene. Con questo monologo, si rivela come autore Maurizio Camilli, attore e danzatore di Balletto Civile. Ccelera! è il suo primo impegno con la scrittura teatrale e gli è già valso il Premio Tuttoteatro.com alle arti sceniche “Dante Cappelletti” 2005. In un Nordest profondo e volutamente imprecisato, un giovane operaio vuole diventare un campione dell’automobilismo, un asso del volante, lavora e vive in un mondo grigio e intanto si allena nelle gare clandestine, per realizzare il suo sogno. Investe tutta la sua vita in quest’angolo di terra abituata a correre, che da una parte detiene il record di vittime per incidenti stradali, e dall’altra ha sfornato e sforna tra i migliori piloti d’Italia (razza Piave, la chiamavano anni fa). Quest’ultima curva procede, lenta, lunga, sospesa, in bilico, e ad ogni metro riaffiora un ricordo, un’immagine, una lotta continua di frammenti danzati, parlati, che fanno riemergere, con il cuore in gola, l’amletico dubbio ad ogni nuovo centimetro: accelerare, non accelerare, vivere o morire. SALVIAMO I BAMBINI UNA NOVITÀ DI RENATO GABRIELLI REGIA DI SABRINA SINATTI CON ELENA CALLEGARI, ARAM KIAN, MASSIMILIANO SPEZIANI, SANDRA TOFFOLATTI UNA PRODUZIONE CSS – TEATRO STABILE DI INNOVAZIONE DEL FVG IN CO-PRODUZIONE CON EXTRACANDONI TEATRI IN RETE PER LA PROMOZIONE, LA PRODUZIONE, LA DIFFUSIONE DELLA NUOVA DRAMMATURGIA Salviamo i bambini è la prima novità teatrale prodotta da EXTRACANDONI, la rete costituita da sette teatri italiani – CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, Teatro Kismet OperA di Bari, Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, Teatro Litta di Milano, Teatro Eliseo di Roma, Arena del Sole – Moline di Bologna e Arca Azzurra Teatro di Firenze – che dal 2005 si stanno impegnando assieme nella co-produzione di nuova drammaturgia in Italia. Lo spettacolo della beneficenza, o la beneficenza come spettacolo, è al centro di questa nuova commedia nera di Renato Gabrielli, drammaturgo milanese e sensibile osservatore dei punti nevralgici della nostra contemporaneità con una scrittura capace di condensare e deformare la banalità della cronaca e di offrire al pubblico stralunati rispecchiamenti. Come in Giudici (suo testo del 2002), anche in Salviamo i bambini i personaggi sono maschere stereotipate, il cui nucleo drammatico consiste nell’inadeguatezza al proprio stesso cliché; come in Vendutissimi (2003) e Cesso dentro (2004), è centrale il tema del voyeurismo, insieme alla rischiosa sfida di giocare teatralmente con l’immaginario legato ai media elettronici (lì la televisione, qui Internet). Il punto di partenza dell’azione teatrale in Salviamo i bambini è uno sguardo – lo sguardo enigmatico e vuoto di un bambino di un paese lontano che si fissa sul volto, sul corpo di una donna. Questa donna appartiene al nostro mondo. Forse è una benefattrice di quel bambino... 21 _ Contatto MAG BALLETTO CIVILE 22_ Contatto MAG 10 CAMPUS: UNIVERSITÀ E TEATRO LO SPAZIO DEL CONTATTO Campus continua a raccogliere le opinioni degli studenti universitari sul tema del teatro in rapporto ad altri media. Questa volta si parla di televisione. Se ne occupa Mauro Venturini, studente al primo anno di Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo. Attorno a questo rapporto e alla forte dipendenza che esiste, oggi, tra lo spettacolo dal vivo e i media di massa – tra cui Internet svolge un ruolo sempre più sensibile – si sviluppa anche l’insegnamento appena avviato al DAMS dell’Università di Udine, sede di Gorizia. “Editoria e nuovi media per il teatro” porterà per alcuni mesi gli studenti ad analizzare e praticare la varietà degli strumenti grazie ai quali il teatro, e più in generale lo spettacolo dal vivo, comunicano oltre la scena, aprendosi all’informazione di massa, sfruttando stampa, radio, televisioni, web. Per scrivere su Campus e far sentire a propria opinione, basta inviare una mail a: [email protected] LA GUERRA DEL TEATRO E DELLA TELEVISIONE un contributo di Mauro Venturini Mi piace andare a teatro e certe volte, quando assisto a uno spettacolo, mi si ripresenta alla mente una domanda: nella nostra società il teatro potrebbe scomparire? Mi chiedo se può avere fine questa forma di arte antica di quasi 2500 anni e se è possibile che la nostra civiltà d’ora in poi faccia a meno degli attori, degli autori e delle loro storie. Mi rispondo che è possibile. Il teatro potrebbe finire perché in 2500 anni non ha mai dovuto fronteggiare avversari così forti come quelli di oggi, che sono il cinema e soprattutto la televisione. I compiti che erano del teatro, oggi sono svolti da questi media che sanno bene come si racconta una storia e come si suscitano le emozioni. Ma poi ci ripenso, e cambio idea perché anche i libri e i quadri, anticamente, sono stati avversari del teatro, hanno raccontato le storie dell’uomo e suscitato le più varie emozioni, ma il teatro ha continuato a esistere, assieme alla letteratura e alla pittura. Perciò il teatro continuerà ancora a esistere, anche se è probabile che dovrà combattere molto per (r)esistere. Il dato certo è che contro i suoi nuovi avversari dovrà usare armi strategiche molto diverse dalla forza di fuoco che hanno il cinema e la televisione. I film e le trasmissioni televisive sono seguiti da milioni di persone e questa è la loro potenza; il teatro è molto più debole perché uno spettacolo viene rappresentato per cento, per mille, o per duemila persone, ma anche moltiplicandole per il numero delle repliche si resta lontani dalle cifre a sei zeri. Ma questo punto di debolezza del teatro è anche un punto di forza, perché esso stringe legami più intensi con i suoi spettatori, anche se sono pochi. Le immagini del film e della televisione hanno sempre due dimensioni, sono immagini piatte, le figure sullo schermo sono segni ottici. Quelle del teatro hanno sempre tre dimensioni e la vicinanza con gli spettatori può aggiungere anche una dimensione in più: la dimensione della presenza e della verità che gli schermi del cinema e della televisione non possono dare. Questa dimensione spiega perché non è possibile paragonare un attore sullo schermo con lo stesso attore su un palcoscenico, e anche perché il pubblico è disponibile a pagare molto più caro un biglietto a teatro per vedere dal vivo un attore o un’attrice mentre potrebbe vederli in cassetta VHS o gratis alla televisione. I produttori e i gestori di teatro conoscono bene questa formula di attrazione, invece gli spettatori abituati a vedere soprattutto televisione la sottovalutano perché hanno provato poche volte l’emozione di trovarsi davanti a un attore che recita dal vivo, considerando sufficiente vederlo sullo schermo. L’arma segreta del teatro potrebbe essere sbandierare questa grande differenza, insinuandosi nel territorio del nemico e sfruttando la sua forza di fuoco, cioè la diffusione su milioni di teleschermi e su milioni di copie di giornali. Per questo chi fa teatro non dovrebbe preoccuparsi solo dell’interpretazione e della regia, di essere fedele al testo dell’autore o di stravolgerlo, ma interessarsi anche al pianeta dell’informazione, alle cifre astronomiche dei telespettatori e alla diffusione dei giornali che sta coinvolgendo molti più lettori, anche grazie alla free-press, i quotidiani in distribuzione gratuita. Occuparsi di informazione è la “mossa segreta” del teatro, che in questa maniera potrebbe assicurarsi vita e buona salute per almeno altri mille anni. 23_ Contatto MAG > IL CSS > Produrre MORTE PER ACQUA progetto e regia di Paolo Mazzarelli e con la scrittura fisica di Michela Lucenti, da “La terra desolata” di Thomas Stearns Eliot e da “State of the World 2005” del World Watch Institute. SALVIAMO I BAMBINI, di Renato Gabrielli, regia di Sabrina Sinatti, in coproduzione con Extracandoni. WESTERN WOMAN, ideazione e regia Rita Maffei, creato e interpretato da Mallika Sarabhai e Rita Maffei, una produzione CSS, in collaborazione con Calendidonna 2005 – L’altra metà dell’India, Comune di Udine. SOGNO DI UNA COSA, progetto e regia di Andrea Collavino, una coproduzione Mittelfest 2005/CSS, in collaborazione con Civica Accademia “Nico Pepe” e con Provincia di Pordenone, Teatro Club Udine, Comune di Casarsa, Comune di San Vito al Tagliamento. Teatro Incerto, GARAGE 77, di e con Claudio Moretti, Fabiano Fantini e Elvio Scruzzi. > In repertorio I TOPI, coreografia e canti Michela Lucenti,una produzione CSS e Balletto Civile con il sostegno di Mittelfest 2004, Seas (Intercult, Stoccolma). WOYZECK di Georg Büchner, regia di Giancarlo Cobelli, una coproduzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG – Teatro Stabile Torino. CECITÀ di José Saramago, regia di Gigi Dall’Aglio, una coproduzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG – Fondazione Teatro Due Teatro Stabile Parma e Reggio Emilia. MORTE DI DANTON di Georg Büchner, regia di Aleksandar Popovski, una produzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG con il sostegno di Theorem Associazione sostenuta dal Programma Cultura 2000 dell’Unione Europea, Intercult, Goethe Institut, Fondazione CRUP. COPENAGHEN di Michael Frayn, regia di Mauro Avogadro, con Umberto Orsini, Massimo GIORNI ALL’ANNO Popolizio, Giuliana Lojodice, una coproduzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG – Emilia Romagna Teatro Fondazione. GIULIO CESARE da Shakespeare e dai comunicati dell’EZLN del Subcomandante Marcos, regia di Paolo Mazzarelli, una produzione in collaborazione con Armunia. TRACCE DI UNA SACRIFICIO – IL MITO DI ALCESTI IN UN CAMPO DI STERMINIO di e con Rita Maffei e Fabiano Fantini. Teatro Incerto, MARATONA DI NEW YORK di Edoardo Erba, regia di Rita Maffei. PASOLINI, PASOLINI! di e con Paolo Mazzarelli. LACHRYMAE (SEMPER DOLENS!) di e con Rita Maffei e Fabiano Fantini. > In scena Udine TEATRO CONTATTO 2005_2006 stagione di nuovo teatro del CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, XXIV edizione. Cervignano TEATRO PASOLINI 2005_2006 IX stagione di prosa, in collaborazione con Associazione Culturale Teatro Pasolini. Progetto di TIG TEATRO PER L’INFANZIA E LA GIOVENTÙ IX edizione per il territorio della Bassa friulana orientale e Destra Torre, VIII edizione per Udine e Provincia di Udine. > Attività editoriale X IL TEATRO collana di nuova drammaturgia italiana e in friulano. cd musicali. > Progetti PROGETTO THIERRY SALMON – LA NUOVA ECOLE DES MAÎTRES, corso internazionale di perfezionamento teatrale e di confronto fra i diversi tipi di formazione diretto da Franco Quadri; paesi partner: Italia, Belgio, Francia, Spagna, Portogallo, con il sostegno del Programma Cultura 2000 dell’Unione Europea e in collaborazione con l’Ente Teatrale Italiano. EXTRACANDONI Teatri in rete per la promozione, produzione e diffusione della nuova drammaturgia, in collaborazione con Teatro Litta (Milano), Arena del Sole – Moline (Bologna), Arca Azzurra Teatro (S. Casciano V.P.), Teatro Eliseo (Roma), Nuovo Teatro Nuovo (Napoli), Teatro Kismet OperA (Bari). ADRIATICO, progetto per sviluppare e accrescere la conoscenza e le collaborazioni tra i teatri che si affacciano sul Mare Adriatico. SEAS, piattaforma europea per artisti di confronto sulle pratiche teatrali dell’area del Mar Baltico e dei paesi balcanici, sviluppato da Intercult di Stoccolma con il sostegno della Commissione Europea/Cultura 2000 e in collaborazione con il CSS e altre dieci realtà teatrali europee. LA MEGLIO GIOVENTÙ, progetto di aggregazione culturale e prevenzione al disagio giovanile per il territorio della Bassa friulana orientale e Destra Torre. DIDATTICA DELLA VISIONE, lezioni per insegnanti sul lavoro culturale di fruizione del “vedere dal vivo”, a cura di Giorgio Testa, in collaborazione con il Centro Teatro Educazione. PROGETTO PILOTA IN TEMA DI DISADATTAMENTO DEVIANZA E CRIMINALITÀ, attività socioculturali di animazione e laboratori a favore della popolazione detenuta nelle carceri di Udine, Gorizia, Pordenone e Tolmezzo, con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia. SCUOLA POPOLARE DI TEATRO ideata e diretta da Alessandro Berti e Michela Lucenti e Balletto Civile, in collaborazione con DSM Dipartimento di Salute Mentale di Udine. CSS Teatro stabile di innovazione del FVG 33100 Udine, via Crispi 65 Tel 0432 504765 Fax 0432 504448 www.cssudine.it [email protected] graphics: designwork printing: Grafiche Filacorda 365