Il Binocolo

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Il Binocolo
La scelta del binocolo giusto
Queste splendide luci, queste finestre dell'anima". Per Guillaume de Salluste, poeta del 16° secolo, gli occhi erano lo specchio dell'anima. Noi, che guardiamo nelle pupille degli occhi e vediamo solo un'oscurità impenetrabile, ma attraverso loro osserviamo il mondo in tutta la sua gloria e miseria. Un astronomo le vede come parti di uno strumento ottico che necessitano di essere accoppiate perfettamente a qualsiasi strumento impiegato, sia esso un binocolo o un telescopio. Cosa significa la scritta che si nota immediatamente 6x30 oppure 7x50 ecc.? La prima cifra indica il numero degli ingrandimenti. Un binocolo 6x consente di vedere un oggetto sei volte più grande del normale, oppure, se preferiamo, ravvicina quell'oggetto ad 1/6 della distanza reale
Ed il 30 o il 50? Rappresenta semplicemente il diametro dell'obiettivo, cioè della lente di uscita, espresso in millimetri. Il diametro di questa lente determina la luminosità del binocolo. Più è grande e più è luminoso.
Un'altra espressione che spesso ricorre parlando di binocoli è la "pupilla d'uscita". Con tale termine si intende il diametro dei raggi che raggiungono l'occhio attraverso l'oculare. Si determina dividendo il diametro dell'obiettivo per il numero degli ingrandimenti. Un binocolo 7x50, per esempio, ha una pupilla d'uscita di 7,1 mm.
La pupilla d'uscita ha la sua importanza nella scelta di un binocolo luminoso che riproduca una buona immagine anche con luce debole, con nebbia o foschia. Più grande è la pupilla d'uscita, più il binocolo è luminoso.
La dimensione della pupilla di uscita è fondamentale perché deve "riempire" quella del vostro occhio. Questo semplice fatto governa la scelta del sistema ottico. In pratica, non è così semplice come sembra. Partiamo dalla considerazione che le pupille si restringono con la luce diurna e si espandono al buio. "La pupilla umana si dilata sino ad un massimo di 7 mm". Si suppone pertanto, che 7 mm siano la pupilla di uscita ideale di un binocolo. E' questa la ragione che sta dietro al successo dei binocoli 7 x 50. Dividete l'apertura di 50­mm per i 7 ingrandimenti ed ottenete una pupilla di uscita di 7,1 mm, proprio quella giusta. Ma non deve necessariamente essere così. E questo perché ciascuno di noi è diverso dagli altri. Alcuni hanno pupille da gufo, che si dilatano nel buio sino a 9 mm, altri non raggiungono i 4 mm. Dopo la gioventù c'è un graduale declino della sua elasticità, lento all'inizio poi più rapido da 30 a 60 anni, poi nuovamente lento. Persino tra persone della stesa età ci possono essere differenze dell'ordine di 3 mm, alcuni settantenni quindi, possono vedere come alcuni adolescenti. Il problema è che se la pupilla di uscita di un binocolo o di un telescopio è troppo larga rispetto alla vostra, parte della luce proveniente dallo strumento andrà perduta. Se siete di mezza età ed avete una pupilla che al massimo arriva a 5 mm, il vostro binocolo 7 x 50 funzionerà come un 7 x 35. Quel grande 10 x 70 che avevate deciso di comprare, si comporterà bene quanto un 10 x 50. L'altro termine, infine, è l'angolo di campo o copertura di un binocolo. Viene espresso in gradi e l'indicazione è incisa sul binocolo con la dizione "Fiel 11,0°", per esempio.
Ad ogni grado corrispondono 52,2 feet a 1000 yards di distanza. Ogni feet corrisponde a circa 30 cm., e 1000 yards corrispondono a poco più di 900 metri. Quindi un binocolo che ha un campo di 11° (Field 11,0°) vuol dire che a 900 m. di distanza copre una visuale di circa 170 metri.
L'angolo di campo acquista la sua importanza quando si tratta di dover seguire degli oggetti in movimento. Ora che abbiamo acquistato il binocolo che fa per noi, cerchiamo di capire qual è il miglior modo per usarlo.
Ci sono due tipi di binocoli prismatici: quelli comuni, con la messa a fuoco mediante una rotellina centrale, e quelli cosiddetti di tipo militare, con regolazione separata mediante i due oculari.
Il metodo base per usare un binocolo a movimento centrale consiste nel cominciare a chiudere l'occhio destro, usando la rotella centrale per mettere perfettamente a fuoco l'elemento di sinistra dello strumento. Quindi, senza cambiare la messa a fuoco, si chiude l'occhio sinistro, e si mette a fuoco ruotando l'oculare di destra, dopodichè ogni operazione di ulteriore messa a fuoco viene portata a termine solamente con il meccanismo centrale. Gli esperti adottano diversi accorgimenti per sfruttare al massimo la resa del binocolo a regolazione centrale.
Per ottenere la massima differenza possibile tra immagini nitide e sfocate, si ruota il meccanismo centrale e l'oculare di destra a fine corsa, verso sinistra (senso antiorario). Questa operazione introduce la massima correzione diottrica possibile per un binocolo, ed è contemporaneamente la minima distanza di messa a fuoco di cui il binocolo stesso sia capace.
Fissato al muro un foglio di giornale, si cerca con l'occhio sinistro la distanza ottimale di messa a fuoco, e quindi si ripete l'operazione con l'occhio destro, ruotando il solo oculare verso il punto "O" o verso i valori negativi.
La correzione trovata sarà valida quindi per la messa a fuoco a qualsiasi distanza.
Per evitare la tendenza naturale dell'occhio "all'adattamento", cioè la capacità dell'occhio di correggere da sé la cattiva regolazione dello strumento, entrambe le operazioni, regolazione della distanza e messa a fuoco con l'oculare, devono essere compiute con la massima celerità possibile.
La regolazione deve essere arrestata non appena si comincia a vedere distintamente, evitando le piccole correzioni di "aggiustamento fine" che in realtà non comportano altro che un aumento dell'errore.
Per evitare che gli occhi si stanchino mentre si regolano la parte destra o quella sinistra del binocolo, e per evitare di diventare strabici, è bene evitare di chiudere l'occhio che non viene adoperato. E' preferibile coprire il lato "cieco" del binocolo col palmo della mano.
COME VALUTARE UN BINOCOLO
Ecco delle prove pratiche che potremo facilmente effettuare per conto nostro e che ci permettono di giudicare la qualità di un binocolo e la presenza di eventuali difetti.
Distorsioni: inquadrare e mettere a fuoco un edificio con linee verticali e orizzontali ben marcate e rettilinee. Se le linee ai bordi hanno un andamento ricurvo verso l'interno, vuol dire che il binocolo distorce.
Aberrazioni cromatiche: inquadrando un edificio non si dovranno notare frange colorate attorno ai bordi che si stagliano contro il cielo. Questo difetto è sinonimo di scarsa qualità.
Curvatura di campo: quando è presente questo difetto non si riesce a mettere correttamente a fuoco la facciata del palazzo, perchè quando l'immagine è nitida al centro, appare sfocata ai bordi.
Nitidezza: osservate un cartellone pubblicitario e comparate la visione ottenuta con due binocoli diversi: il binocolo che consente di distinguere i particolari più minuti (a parità di fattore di ingrandimento) è quello più nitido.
Allineamento: appoggiate il binocolo in modo da non doverlo sorreggere con le mani, regolate la messa a fuoco e la larghezza degli oculari; ora chiudendo alternativamente gli occhi osservate se il soggetto inquadrato rimane perfettamente immobile (perfetto allineamento) oppure tende a saltellare passando da un occhio all'altro (allineamento non perfetto).
La mancanza di allineamento dei due elementi ottici porta alla formazione di doppie immagini con conseguente difficoltà di visione e affaticamento della vista. 
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