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The International Journal
Il giornale globale aperto sul mondo
Si può fare cultura senza politica, ma non politica senza cultura.
Editore: “World Cultural no profit Organization of International Communication”
Direttore Editoriale: Lucia Capretto Campaiola
Direttore Responsabile: S. Sergiacomi de Aicardi
Segretario di Redazione: Jonathan Ciccarelli
Editoriale
Se è vero che la storia è la maestra della vita, che l’uomo
senza storia è come un cieco senza guida, che il passato non
è già bello perché ci offre la sua memoria, ma soprattutto
perché ci aiuta a vivere il presente e a prevedere il futuro.
Infatti si può fare cultura senza politica, ma non politica senza
cultura ed oggi assistiamo sempre più a questa realtà, dove
come affermava George Bernanos, il cittadino schiacciato dal
mostro leviathano di molti stati rapaci, in cui si confonde il
diritto e la legge, con la libertà che è sempre più derubricata a
licenza e dove la democrazia si regge su voti comprati
all’ingrosso ovvero sul falso consenso!
I rappresentanti eletti e delegati dal popolo divengono i
principali corruttori, arrogandosi poteri al di fuori delle leggi
costituzionali.
Le tasse, le imposte ed altro divengono spesso un arbitrio, non
sostenute dal semplice dovere del cittadino di contribuire alle
spese pubbliche, ma facendo “contra legem” assurgere a spese
pubbliche addizionali e disposizioni al solo scopo di ridurre il
libero cittadino-sovrano in un miserabile schiavo, con molteplici
palle al piede, vanificando i proventi del proprio lavoro o della
pensione, a meno della metà fra imposte dirette e indirette.
L’esempio più lampante è la benzina, sovraccaricata di imposte
indirette e accise superiori allo stesso prezzo base del prodotto,
determinando un illegale tasso d’usura!
Cosa ha in concreto il cittadino-sovrano da questi stati, dove si
predica in un vuoto laicismo, contro l’ipotetica evasione fiscale
come fosse un peccato mortale contro la Divinità che comunque
nella sua eticità di precetto religioso, si basa sempre sul
principio del libero arbitrio.
Il cittadino-sovrano dovrebbe essere libero di valutare la
legittimità delle voci raccordate alle spese pubbliche e di
conseguenza libero di contribuire e versare allo stato quanto
dovuto.
Se consideriamo abominevoli, secondo la morale e la legge
penale, coloro che vivono sui proventi della prostituzione,
perché in effetti il prestatore sessuale è ridotto a una macchina
per far soldi, cosa dovremmo dire di quegli stati esosi e
fiscalizzatori, dove l’essere umano è obbligato anche a
corrispondere tasse e imposte senza poterne valutare la
legittimità?
Segue
Sede Redazione: Relazioni Internazionali
dell’ International Journal
Agia Marina, Koropi (12km
Atene)
Le vestigia della storia: il castello di
Carimate (CO, I ).antico feudo Aicardi
Il palazzo dell’ ONU, New York (USA)
L’ignoranza uccide, la cultura fa vivere. - Non si può conciliare il vero con il falso. - La cooperazione fra gli stati è il
fondamento del diritto inernazionale. - l’ONU è il principio di reciprocità fra i vari stati e i cittadini. - Gli stati che non
rispettano i trattati, le convenzioni, il diritto internazionale e diplomatico non sono degni dell’esercizio della sovranità.
– Il turismo internazionale è il vero passaporto della pace.
Anno I-II / 2009 - 2010
Continua dalla pagina 1
I reggitori di quegli stati, anziché comprimere la spesa pubblica aumentano
tasse e tributi, senza comprendere di essere i responsabili dell’inflazione che
è la prima causa della rovina degli stati e dei cittadini. Che dire delle multe
e sanzioni amministrative irorate da varie polizie comunali per ipotetiche
soste vietate come se un comune esercitasse una sovranità territoriale, e non
a termine di legge una semplice circoscrizione amministrativa limitata a un
area parzialmente pubblica. La stessa tassa di occupazione di suolo pubblica
non può essere riscossa in quanto il suolo è territorio sovrano dello stato e
quindi degli stessi cittadini-sovrani. Quando si pretende tale tassa per una
tenda solare, tavolini posti su di un marciapiede, si viene a violare la
proprietà privata in quanto il marciapiede è per consuetudine aperto all’uso
pubblico, ma di proprietà esclusiva dell’immobile che vi si affaccia.
Potremmo continuare ancora come indicando la illegittimità della tassa di
circolazione dei veicoli o il pedeaggio sulle autostrade, tutte aree pubbliche e
costituzionalmente libere di utilizzo da parte dei cittadini.
Il sistema bancario di molti stati ormai, in pieno dissesto finanziario, dove le
loro garanzie non sono più accettate dagli altri stati pretendono ancora
garanzie non solo immobiliari ma anche garanzie di redditualità contro i loro
stessi interessi per concedere mutui o finanziamenti utilizzando monete il cui
valore reale è semplice carta straccia!
Per riassumere il cittadino-sovrano viene arbitrariamente privato dei suoi utili
economici con imposte dirette fra un minimo del 27% a un massimo del 43%
sulle quali vanno aggiunte le imposte indirette prelevate su benzina, acqua,
gas, luce, tasse scolastiche, diritti e obbligazioni, IVA o TVA. Queste ultime
indirette su somme di denaro già ampliamente fiscalizzate.
Il nostro International Journal vuole essere una voce globale aperta sul
mondo per mettere a fuoco i vari aspetti della vita, cultura, costumi, turismo,
diplomazia, perché la globalizzazione non è altro che una palestra di
confronto fra i vari localismi, i valori insostituibili delle proprie radici ed
identità: il mondo è un insieme di popoli e nazioni, riconducibili alle circa
200 entità sovrane che sono gli stati, relazionati dalla diplomazia che è il
buon senso applicato agli affari del mondo.
Le vestigia dei secoli parlano la voce dell’eternità e l’uomo non può che
rispettare convenzioni e trattati internazionali, in un mondo sempre più privo
di eticità e condannato alla “damnatio memoriae”, perché la falsa politica
sociale ed economica, teme la cultura, teme l’uomo che pensa
autonomamente con il proprio cervello, volendolo ridurre a un povero robot,
dove ogni suo atto o movimento deve essere controllato da codici fiscali,
impronte digitali e telecamere.
Vorrei chiedere alle tante piramidi di cartapesta che pretendono di governarci,
come governavano e si reggevano i grandi imperi con monarchi assoluti,
senza tutte queste diavolerie di certi stati cosi detti democratici di oggi, basti
l’epidittico esempio di S.M.C. Carlo V d’Asburgo (che parlava e scriveva in
italiano, francese, fiammingo, ungherese, tedesco, inglese, spagnolo,
portoghese e latino), Sacro Romano imperatore, re apostolico di Ungheria,
Re di Spagna, Re di Portogallo e sovrano del Nuovo Mondo: sul suo Impero
non tramontava mai il Sole, con una limitatissima burocrazia non pagata
nemmeno dallo stato?
Oggi esemplificando solo l’ Unione Europea che non è riconosciuta da
alcuno stato del mondo, ha 44000 funzionari ed impiegati (con un minimo
di stipendio netto per un uscere anziano di 6000 euro), eurodeputati e
commissione europea, batte moneta l’euro attraverso una BCE (banca
centrale europea): istituzione privata che non gode di alcuna prerogativa di
legittimità sovrana!
Al contrario gli antichi stati sovrani battevano moneta reale e non a corso
forzoso, rappresentate da autentiche monete d’oro, argento, rame di valore
equivalente. Non pertanto una semplice carta moneta rappresentativa di un
valore convenzionale che sempre più sfugge al controllo del cittadinosovrano.
Ci permettiamo di scomodare anche Marco Tullio Cicerone per affermare,
nella voce dei secoli: “mala tempora currunt”.
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L’imperatore Carlo V d’Asburgo e il suo stemma.
The International Journal
Cultura-Turismo-Arte-Diplomazia-Cronaca
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Relazioni internazionali: Odos Eirinis 19
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Che cos’è l’elzeviro?
Elzeviro
la Paradossocrazia
Viaviamo in un epoca dove il paradosso regna
sovrano.
Non conta quanto un uomo sia preparato, ma quanti
pezzi di carta tiene dietro la scrivania.
Dove la felicità di un uomo sta nella capacità di non
riflettere per poter vivere più tranquillamente
nell’ignoranza.
Dove un libro non è giudicato in base alla sua
complessiva bellezza ma a quante copie vende.
Dove l’amore e l’amicizia sono pesati non per la forza
del legame tra gli interessati, ma per la quantità di
messagini che essi si scambiano.
Dove il politico non è misurato per il suo lavoro ma
per la quantità di consensi che riesce a ottenere.
Dove la rispettabilità di una persona è proporzionale
al suo conto in banca, non ai suoi trascorsi.
Dove la bravura di un attore sta nella sua bellezza
non nella capacità di emozionare, e dove il musicista
ha probabilità di avere successo se scrive banalità e
non se le sue composizioni sono degne di chiamarsi
tali.
Dove la buona fattura di un capo è seconda al nome
che porta sull’etichetta.
Dove ancora si è costretti a trovare capri espiatori per
potersi sentire liberi dai propri peccati
semplicemente puntando un dito.
Dove le possibilità di raggiungere un buon impiego
sono proporzionali all’importanza dei nomi sulla
propria agenda.
Dove la riuscita di un appalto si deve al numero di
tangenti versate.
Dove i buoni propositi non escono mai dai bar dove
vengono espressi, e molto spesso finiscono per
annegare in un opaco bicchiere di vino invece di
vedere la luce del sole.
Dove apparire è più importante che essere.
Dove la forma viene considerata dieci volte più
importante della sostanza.
E purtroppo potrei continuare per troppe altre
pagine. Da umile cittadino del mondo l’unica arma
che mi è concessa è la penna, ancora convinto che la
stampa, come asseriva nel suo discorso alla Camera
dei Comuni nel XVIII secolo Sir Edmond Burke è il
quarto potere , e sapendo che come la lingua può
ferire più della spada sfrutto questo angolo per
sferrare il mio primo affondo con questo appello:
L’unica cura è un globale esame di coscienza,
facciamo in modo che questo mondo non continui a
essere la tragicomica parodia di se stesso.
Jonathan Ciccarelli
L'elzeviro è un carattere tipografico ideato nel XVI
secolo dalla famiglia di tipografi ed editori olandese
Elzevier.Nella stampa italiana del Novecento, il
termine ha preso ad indicare l'articolo di apertura
della Terza pagina. Solitamente era un pezzo di
critica letteraria o teatrale, oppure una riflessione
erudita su un tema di attualità o di costume.
Apparve per la prima volta sul quotidiano romano Il
Giornale d'Italia di Alberto Bergamini . Bergamini
scelse per l'articolo principale della Terza pagina
del suo quotidiano il carattere tipografico Elzevier
che, avendo un modello triangolare, conferiva più
leggerezza alla pagina e permetteva inoltre di
utilizzare un corpo più ridotto pur mantenendo una
grande leggibilità. Gli elzeviri sono infatti articoli
molto estesi.
Dal 3 gennaio 1905 il Corriere della Sera iniziò a fare
altrettanto e l'elzeviro venne così codificato ed
"istituzionalizzato", passando ad indicare, più che il
carattere, l'articolo scritto con quel carattere. Da
allora tutti gli articoli di apertura delle Terze pagine
dei quotidiani vengono chiamati elzeviri. Negli anni
venti e trenta del secolo XX, l'elzeviro contribuì in
modo decisivo a diffondere in Italia il"prosa d'arte":
la scrittura era caratterizzata dall'uso di figure
retoriche e dalla ricchezza stilistica. Tra i maestri
riconosciuti del genere, il critico Emilio Cecchi.
Anche le grandi recensioni teatrali d'autore
andarono in elzeviro.
Per il prestigio della sua collocazione nella Terza
pagina, gli autori degli elzeviri erano
esclusivamente scrittori affermati: non potevano
scrivere elzeviri i giornalisti. Per questo, l'elzeviro
rappresentò per molte generazioni di scrittori un
punto d'arrivo, la dimostrazione del raggiungimento
di un livello di eccellenza.
Nel dopoguerra l’elzeviro perse il suo carattere di
"vertice della cultura". I direttori dei quotidiani
decisero che l'apertura della Terza pagina doveva
essere interessante anche per un pubblico non
intellettuale e quindi aprirono l'elzeviro ai
giornalisti di professione. Su alcuni quotidiani
l'elzeviro divenne anche una rubrica fissa, affidata a
uno o più giornalisti in rotazione. Non era
infrequente, poi, che alcuni di loro raccogliessero i
propri elzeviri in volume: è il caso ad esempio di
Farfalla di Dinard e Auto da fé, due opere che
raccolgono gli elzeviri composti da Eugenio
Montale, per il Corriere della sera
Ex-libris della famiglia Elzevier, antichi tipografi di Leida(NL)
inventori del carattere a stampa: elzeviro
Storia e Diplomazia
Le Radici cristiane d’Europa nei ventuno secoli delle
Relazioni Internazionali della Santa Sede
(In occasione dell’80° dello Stato Città Vaticano)
La Santa Sede è il più antico stato sovrano del mondo nella sua
fondazione, tradizione e storia attraverso 21 secoli: da S. Pietro
primo romano pontefice e vicario di Cristo fino all’attuale Papa
Benedetto XVI.
La Santa Sede ha sempre esercitato il diritto attivo e passivo di
legazione. Secondo la tradizione, tale diritto risale sia ai legati
pontifici presso i vari concili, sia agli “Apocrisari”, rappresentanti
pontifici permanenti presso l’impero Romano d’Oriente, sia ai vicari
apostolici (nei primi secoli), sia ai nunzi apostolici presso gli Stati dal
XV secolo. Si ricorda papa S. Damaso I (366-384) fra i precursori
dell’esercizio del diritto di incaricare e di inviare rappresentanti
pontifici, cui è intitolato il cortile di S. Damaso in Vaticano, dove
ancora oggi gli ambasciatori presso la Santa Sede ricevono gli onori
da un reparto della Guardia svizzera.
Secondo il principio evangelico Omnis potestas a Deo, il Dictatus
papae di S. Gregorio VII e le varie fonti giuridiche del diritto
canonico, la Santa Sede ha conferito nei secoli la stessa fons della
sovranità a diversi regni ed imperi da Clodoveo I, re dei Franchi;
battezzato a Reims il 25.12.498 dall’arcivescovo San Remigio ed
incoronato per mandato papale, a Carlo Magno, incoronato da San
Leone III “Sacro Romano Imperatore”(Impero durato fino al 1806),
a S. Stefano “Re apostolico” di Ungheria nell’anno mille, la cui
corona ricevuta dal papa Silvestro II divenne il simbolo della
sovranità ungherese, a re Boris I di Bulgaria, a Tomislao I, incoronato
nel IX secolo re di Croazia dal papa Giovanni X; ha concesso anche
titoli specifici, come “maestà cattolica” nel 1492 da papa Alessandro
VI Borgia al sovrano di Spagna, “defensor fidei” al re di Inghilterra,
“maestà fedelissima” da papa Benedetto XIV nel 1748 al re del
Portogallo ecc. Il riconoscimento dell’indipendenza e della sovranità
dell’antica Repubblica di San Marino è fondato sul “Placitum
Feretranum”, promulgato nel IX secolo dal vescovo della “Vetusta
Feretrana Civitas invicta Sancti Leonis” (Montefeltro). La Santa
Sede, sotto il pontificato di Urbano II nominò Ruggero I d’Altavilla
legato pontificio. Nel XII secolo conferì a Ruggero II il titolo di Re di
Sicilia, duca di Puglia e di Calabria.
San Angilberto, abate di San Ricario presso Amiens, nel 795 venne
inviato come ambasciatore dell’imperatore Carlo Magno presso il
papa Leone III.
Nicolò Polo, patrizio di Venezia, il fratello Matteo ed il figlio Marco
vennero ricevuti a San Giovanni d’Acri, oggi Haifa, dal Legato
pontificio l’arcivescovo Tebaldo Visconti, cui presentarono le
credenziali dell’Imperatore del Catai (attuale Cina) della dinastia
mongola Yuan (1299-1368), come ambasciatori presso la Santa
Sede.
Nel 1504 si attribuisce al papa Giulio II della Rovere una lista di
precedenze di re cristiani, secondo le disposizioni redatte da Mons.
Antonio Paris de Grassis, uno dei maestri di cerimonia della Cappella
papale, dove erano indicati gli ambasciatori presso la Santa Sede.
Il trattamento di eccellenza fu proprio degli ambasciatori presso la
Santa Sede dal 1593, nel quale anno il principe Luigi de Gonzaga,
duca di Nevers (1539-1595) generale e diplomatico, ambasciatore di
Francia venne dal papa Clemente VIII Aldobrandini, complimentato
con questo titolo.
Con reale lettera patente del 1596 S.M.C. re Filippo II d’Asburgo
confermava il trattamento di eccellenza per gli ambasciatori.
Gli ambasciatori esistono da quando gli uomini commerciano, si
alleano, si combattono e fanno la pace. Il vocabolo è presente anche
nell’antico accadico e in assiro come “nagiru” in greco è “proxenos”,
per poi giungere alla lingua latina classica “missus” e lo stesso
ordinamento del Sacro Romano Impero prevede i “missi dominici”,
mentre nel latino tardo medioevale dal verbo “ambactiare” (andare
in missione) deriva la denominazione di “ambasciatore”.
Già nel 1200 a.C. in Egitto si delineano le prime istituzioni protettrici
del commercio e della navigazione, e i Fenici hanno a Menfi un
quartiere riservato “fondaco” con templi nei quali possono
osservare le proprie leggi.
Verso il 500 a.C. nello stesso Egitto i Greci usufruiscono di un porto
franco e del diritto di nominare magistrati per giudicare i
connazionali secondo le leggi greche. Il primo esempio storico della
figura del proxenos è rilevabile dall’epigramma sepolcrale di
Menecrate ambasciatore di Corfu a Oiantheia in Locride del 600 a.C.
(monumento a Menecrate)
Tale istituto giuridico di rilevanza internazionale viene posto in
essere dalle varie città-stato. Risale a tale epoca la Convenzione
diplomatica (VI sec. a.C.) tra Elei ed Erei, venuta alla luce ad Olimpia
su una tavola bronzea. Vengono indicati anche i privilegi propri,
l’inviolabilità dei beni, le immunità fiscali e doganali, il diritto di
usare un proprio sigillo ed esporre lo scudo dello stato inviante sulla
residenza. Tale ufficio viene conferito a cittadini di singolare rilievo:
Pindaro rappresenta Atene a Tebe; Tucidide Atene Farsala; Alcibiade
Sparta ad Atene.
Nel Medioevo le Repubbliche marinare nominano rappresentanti
ufficiali come Genova a Caffa, a Costantinopoli Venezia accredita un
rappresentante, seguito al Trattato del 1277 con l’imperatore
romano d’Oriente. Per venire a tempi più recenti… sono conservate
le lettere credenziali di Riccardo III di York re di Inghilterra che invia
rappresentante ufficiale a Firenze il patrizio Lorenzo Strozzi.
La Santa Sede detiene al presente stabili relazioni diplomatiche con
177 stati nei cinque continenti, mantiene anche rappresentanti
pontifici presso le istituzioni europee, riceve due missioni speciali
della Federazione Russa e dell’OLP, nonché come “stato
osservatore” siede presso l’ONU e come membro jure proprio in 7
organizzazioni e agenzie dell’ONU.
Non si possono dimenticare le relazioni internazionali non solo
attraverso i legati, i nunzi, gli internunzi e i delegati apostolici, ma
anche con gli oltre quattromila: patriarcati, arcivescovadi, vescovadi,
prelature territoriali, abbazie territoriali, esarcati apostolici, vicariati
apostolici, prefetture apostoliche, amministrazioni apostoliche,
missioni sui juris, custodia di Terra Santa (Lettera apostolica
21.11.1342), eretti e confermati “gratia Dei et apostolicae sedis”
(C.I.C. can. 377). Nonché la presenza di moltissimi religiosi nel
mondo, dipendenti dai vari istituti di vita consacrata di diritto
pontificio o di diritto diocesano; delle parrocchie e del clero secolare.
“Il romano pontefice ha il diritto nativo e indipendente di nominare
ed inviare suoi legati sia presso le chiese particolari nelle diverse
nazioni, sia presso gli stati e le autorità pubbliche …” (C.I.C. can.
362).
Nei secoli tali relazioni internazionali si sono concretizzate nel senso
più abituale del termine con le ambasciate dei vari stati, con la
partecipazione a leghe di stato, a trattati di pace,accordi
internazionali, arbitrati fra sovrani, come quello fra Spagna e
Portogallo, con la Bolla papale di Alessandro VI Borgia “Inter
cetera…” del 1493 e il conseguente “Trattato di Tordesillas” del
1494, che sanciva la divisione delle aree di influenza nel nuovo
mondo.
Ricordiamo l’ambasciata della Repubblica di San Marco a Palazzo
Venezia, di Spagna, del Sacro Romano Impero, dei sovrani di
Baviera, di Napoli (poi Due Sicilie), a Palazzo Farnese, di Toscana, del
Ducato di Milano (accreditando come ambasciatore presso il papa
Nicolò V nel 1447 e poi presso il successore papa Callisto III Borgia,
il Vescovo di Novara e principe del S.R.I. cardinale Bartolomeo
Aicardi; fra i numerosi ambasciatori veneti ricordiamo i patrizi:
Nicolò Contarini, Francesco Morosini, Lorenzo Tiepolo nel 1712,
Francesco Venier nel 1744; gli ambasciatori di Francia: il cardinale
de Perron nel 1595, il conte Filippo de Mornay, signore du Plessis,
il marchese de Lavardin nel 1687, il conte de Crequy, il maresciallo
di Francia Thessé nel 1709, il conte d’Estrées nel 1812;
gli ambasciatori di Spagna: marchese d’Anguillar nel 1528, Card.
Gaspare de Borja y Velasco, duca di Gandja nel 1753; gli
ambasciatori di Hannover Ompteda nel 1817 e Reden nel 1819; ecc.
Nel 1819 venne a Roma in visita di Stato con un’ampia missione
diplomatica l’imperatore d’Austria Francesco I d’Asburgo,
accompagnato dal principe Clemente di Metternich che furono
ospitati nell’attuale Palazzo della Consulta davanti al Quirinale dal
Papa Pio VII.
Una delle prime missioni diplomatiche permanenti fu quella
accreditata da Francesco Sforza duca di Milano presso la Repubblica
di Genova nel 1455.
Il Cardinale Armand-Charles du Plessis duca de Richelieu primo
ministro di Francia istituì nel 1626 il primo ministero degli Esteri nel
senso moderno.
All’assedio di Casale Monferrato nel 1628 il cardinale de Richelieu
incontra il diplomatico pontificio mons. Giulio Mazzarino da qui la
nomina a nunzio a Parigi, poi il Cardinalato e la successione, alla
morte del cardinale de Richelieu, a primo ministro di Francia al
servizio della reggente Anna d’Austria e poi del re Luigi XIV.
Il latino ha rappresentato durante gli ultimi 2.500 anni la più
autentica espressione della nostra civiltà, dopo la caduta
dell’impero romano d’Occidente è rimasto come lingua principale
della Santa Sede e per secoli anche quella ufficiale di molti paesi, in
Francia come lingua giudiziaria fino a Carlo VIII di Valois, mentre per
gli atti notarili fino a Francesco I (Editto del 10.08.1539). Continuò ad
essere lingua ufficiale fino al 1846 nel Regno di Ungheria, inteso
come insieme degli stati della Sacra Angelica et Apostolica Regni
Ungariae Corona, tra i quali troviamo la Slavonia, la Croazia, la
Bosnia , la Transilvania , la Dalmazia, la Cumania, la Bulgaria, la
Serbia, la Rascia, la Città di Fiume, la Lodomelia, la Galizia, la
Valacchia e la Moldavia. Dal 1714 al 1918 il francese a sua volta
assurge a lingua diplomatica, mentre l’inglese è considerato lingua
commerciale.
Il Trattato di Versailles (1919) è esteso in due lingue, francese ed
inglese, mentre sono redatti in francese i Trattati di Saint-Germain,
Sévres, Losanna (Ouchy) e Neuilly.
L’ultimo trattato internazionale di pace (febbraio 1947) a Parigi
viene compilato in inglese, russo e francese. Il francese viene ancora
utilizzato nella Convenzione d’armistizio in Palestina (1948). Così il
francese, accanto all’inglese, nella Convenzione di Vienna sulle
relazioni diplomatiche del 1961 e sulle relazioni consolari dl 1963.
Dal canto suo l’URSE, Unione Regioni Storiche europee, ha
ufficializzato in latino il proprio inno “Salve Europa, mater
humanitatis”, composto dal M° Enrico Fanciulli e scritto dalla
presidente, Prof.ssa Cristina Amoroso, che si può ascoltare e
scaricare nel sito http://www.urse.org di cui ne ha dato notizia, fra i
molti organi di stampa e on line, l’agenzia internazionale FIDES della
Santa Sede, (19.09.2008).
La sede pontificia venne posta ab origine nel Palazzo del Laterano
(già appartenente alla famiglia patrizia dei Laterani), donato
dall’imperatore Costantino dopo la vittoriosa battaglia di Ponte
Milvio (28.10.312) al sovrano pontefice il papa Melchiade.
Successivamente la sede venne trasferita nel Palazzo apostolico
vaticano e per un periodo nel Palazzo del Quirinale dal 1592 con
papa Clemente VIII al papa Pio IX fino al 1870.
Se è vero che la storia è il seme da cui nasce il futuro, i ventun secoli
della Santa Sede sono un sicuro vademecum anche per le relazioni
internazionali. La pace di Westfalia (1648), il trattato di Utrecht
(1714), il Congresso di Vienna (1815), la Convenzione di Vienna sulle
relazioni diplomatiche (1961), i concordati e le convenzioni con gli
stati, fra i quali il “Trattato del Laterano”(11.02,1929) con l’Italia ,
recepito anche nell’art. 7 della Costituzione italiana (1948),
prevedono nei paesi cattolici che il nunzio apostolico sia de jure
decano del corpo diplomatico.
Le rappresentanze pontificie sono composte da personale
diplomatico di alto profilo culturale, accademico, storico, giuridico,
religioso, disposato ad un’ampia conoscenza di lingue e da una
valida esperienza internazionale.
Dal canto loro, i membri del Corpo diplomatico presso la Santa Sede
necessitano di ottima preparazione internazionale, culturale,
accademica, giuridica, storica, con buona conoscenza della storia
della chiesa e delle relative relazioni internazionali.
La Santa Sede, oltre al diritto attivo di legazione diplomatica,
esercita il diritto passivo, riceve cioè i legati che gli stati inviano o in
missione straordinaria e temporanea o ordinaria e permanente.
I legati degli stati inviati con carattere diplomatico ordinario e
permanente costituiscono, considerati complessivamente, il Corpo
diplomatico presso la Santa Sede. Essi godono sia in tempo di pace
che in tempo di guerra di tutte le prerogative ed immunità anche in
rapporto allo stato italiano nel cui territorio risiedono (art. 11 del
Trattato Lateranense). Alcuni degli agenti diplomatici sono
accreditati con il titolo di “ambasciatori straordinari e
plenipotenziari”, altri con il titolo di “inviati straordinari e ministri
plenipotenziari”.
La Santa Sede è una “forza mondiale con grande influenza … una
portata diplomatica globale e un corpo diplomatico altamente
rispettato … svolge un ruolo centrale nel dibattito intellettuale e
morale e, interessandosi di un’ampia varietà di temi e aree… ci
sono pochi posti migliori in cui svolgere il proprio servizio
diplomatico”, così ha affermato il 10.09.2008 l’ambasciatore del
Regno Unito presso la Santa Sede Francis Campbell, durante il
“Seminario professionale per giornalisti della stampa internazionale”
svoltosi presso la Pontificia Università della Santa Croce in Roma.
Come ha affermato il 28.01.2009 l’ambasciatore USA presso la Santa
Sede, la Prof.ssa Mary Ann Glendon (presidente della Pontificia
Accademia delle Scienze Sociali): “Questa funzione di ambasciatore
ha portato … ogni giorno nuove esperienze e novità per le
preoccupazioni della Santa Sede … in ambito mondiale…la rende
uno straordinario punto d’ascolto…”
“La Santa Sede non si può identificare con la Chiesa Cattolica come
unità di credenti, né con lo Stato della Città del Vaticano. Un vero
status internazionale di tipo pubblico come soggetto sui juris, che
si dà l’organizzazione giuridica e non la riceve dall’esterno, e come
tale entra in relazione con gli altri stati”, come afferma Mons.
Pietro Parolin, sottosegretario per i rapporti con gli stati della
Segreteria di Stato della Santa Sede.
Significative le relazioni diplomatiche con l’impero del Congo
“Manicongo”, dove veniva introdotta nel 1491 la religione cattolica,
tanto che l’antica capitale Mbanza diverrà San Salvador, erigendovi
pure la sede episcopale. Sull’impero del Congo e sulle relazioni con la
Santa Sede sono conservati importanti documenti sia nell’Archivio
segreto vaticano che in quello della S.C. de Propaganda Fide. Vi si
rileva tra l’altro lo scambio di ambasciatori fra don Alvaro,
imperatore del Congo, intorno al 1583 con il romano pontefice, con il
re Filippo II di Spagna e con il re del Portogallo. Data 20.01.1583 la
donazione fatta dall’imperatore congolese di una vasta parte del suo
regno al Santo Padre, cui chiede di porre il suo alto protettorato.
Nella basilica papale di S. Maria Maggiore è stato inumato S.E.
don Diego Duarte, ambasciatore dell’imperatore del Congo presso
il papa Urbano VIII.
Al presente 50 stati africani mantengono regolari relazioni
diplomatiche con la Santa Sede.
Nell’alta missione internazionale la Santa Sede si oppose sempre
con severi documenti alla tratta degli schiavi. Uno dei precursori fu
San Vulstano, vescovo di Worcester (1062), che riuscì a far cessare la
tratta tra Bristol e l’Irlanda. I romani pontefici indirizzarono lettere
apostoliche in tal senso fin dal 1462 con Pio II Piccolomini, poi Papa
Paolo III Farnese nel 1537, papa Urbano VIII Barberini nel 1639, papa
Benedetto XIV Lambertini nel 1741, papa Pio VII nel 1818, Gregorio
XVI nel 1839. Dal canto suo papa Leone XIII Pecci nel 1880 bandì una
crociata, per liberare l’Africa dall’indecorosa e inumana tratta degli
schiavi, sostenendo efficacemente l’opera dei cardinali Massaia e
Lavigerie (arcivescovo di Algeri, fondatore nel 1868 della Società dei
Missionari d’Africa – Padri Bianchi), nonché di padre Biagio Verri,
che si erano votati alla redenzione degli schiavi. Venne istituita pure
dalla Santa Sede la Società Antischiavista con un cardinale
protettore che ebbe dal 1938 al 1959 nel cardinale Federico
Tedeschini un valido e forte sostenitore con un’incisiva azione
internazionale.
Lo stesso Congresso di Vienna del 1815, su raccomandazione del
rappresentante pontificio, il nunzio apostolico cardinale Ercole
Consalvi, abolì formalmente la schiavitù e la tratta in tutti gli stati
del mondo.
La Santa Sede rappresenta anche una forte identità religiosa,
culturale e storica attraverso i suoi Apostoli, padri e dottori, santi e
beati, nonché cento milioni di martiri cristiani di cui 43 milioni nel
solo XX secolo. Epidittico il ricordo del diplomatico francese, il padre
lazzarista, San Jean Le Vacher, console del re Luigi XIV presso il
“Dey” di Algeri (territorio dell’Impero turco) che subì il martirio nel
1683, legato alla bocca di un cannone dove gli imposero l’abiura e il
passaggio all’Islam in cambio della vita. Al rifiuto del diplomatico il
suo corpo venne ridotto a brandelli nella deflagrazione. Questo
episodio, in violazione del diritto internazionale in quanto vigeva
anche in Algeria il Trattato delle “Capitolazioni” stipulato nel 1535
tra il re Francesco I di Valois e il sultano Solimano II, confermante la
piena inviolabilità, immunità e privilegi ai diplomatici europei;
rimasto in atto fino al 24.07.1923 (art. 28) della Pace di Losanna.
Per spunto accademico ricordiamo come la Santa Sede ha propri
consoli “laici” fino al 1873 nei principali stati esteri, che la
rappresentano unitamente al Nunzio Apostolico. Detiene un
.
consolato generale a Cagliari (1852); uno a Genova (1852); uno a
Nizza (1852); un consolato generale a New York (1873); un consolato
generale a Lisbona (1873); un consolato a Filadelfia (1854) ed in
tante altre sedi europee ed extraeuropee, come si evince dal
“Almanach de Gotha” nella parte “Annuaire Diplomatique”.
La diplomazia e il buon senso applicato agli affari del mondo e, come
asseriva il principe Clemente di Metternich, “la diplomazia è
un’arte, la politica è una scienza”. La struttura diplomatica
nazionale tende ad integrarsi nelle strutture diplomatiche degli altri
paesi, ad assimilare i modi, i linguaggi e i comportamenti e a cedere
loro i propri, a costituire insieme ad esse un corpo diplomatico
universale, una comunità elitaria che si ritrova in ogni angolo del
pianeta. Questa opera di interpretazione delle diversità del mondo,
di aggiustamento degli interessi di ciascuno con gli interessi
dell’altro, di ricerca di convergenza, di composizione di contrasti,
quest’opera costante di analisi e di persuasione, talvolta diretta a
cose minime e talvolta a cose massime … capire la storia è il lavoro
dei diplomatici.
La diplomazia un mondo dove ci sono dei principi, delle tradizioni,
dei precisi comportamenti. Una delle norme fondamentali del diritto
internazionale è la legge morale della reciprocità.
Non possiamo dimenticare come il principe di Metternich asserisse:
“L’Europa ha per me il valore di una patria”, infatti fu il
propugnatore di un’Unione Europea, il precursore della Società delle
Nazioni e dell’ONU, secondo anche quanto scrisse l’ambasciatore
Henry Vallotton, presidente della Confederazione elvetica.
La diplomazia è concretezza nella cultura e nella storia. Studiare
infatti nella vita è il più bel dono che si possa avere. Studiare per la
vita è molto importante. La cultura è l’autentica ed immortale
aristocrazia che vince i secoli e dà certezza all’uomo. Questa è la
legge dell’eccellenza.
Il diplomatico può asserire che il mondo è la propria città. “Homo
doctus in se semper divitias habet” (Fedro, IV 22). Diffida di coloro
che non attribuiscono alcun valore al passato, non è a loro che
appartiene il futuro. La memoria infatti è l’unico paradiso dal quale
nessuno ci può scacciare.
Questo excursus sulle relazioni internazionali della Santa Sede
(Il Corpo Diplomatico presso la Santa Sede – 2009)
, con riferimento anche ad altre istituzioni nei secoli, acclara il
fondamento storico, tradizionale, giuridico della diplomazia, come
istituzione indispensabile ad accordare il mondo, oggi articolato in
quasi duecento stati sovrani, per una pace vera che non significa
pacifismo, semplici ed effimere connotazioni politiche, accordi
economici e monetari o blocchi contrapposti, ma una certezza
granitica dove la pace tra i popoli voglia essere rispetto di identità, di
etnie diverse, di costumi e tradizioni, di valori religiosi e morali, tutti
relazionati nello jus gentium, il cui esempio più epidittico sono le
relazioni internazionali super partes della Santa Sede, esercitate da
21 secoli.
di S.Sergiacomi de Aicardi
Ιωάννης Καποδίστριας
Ο Κόμθσ Ιωάννησ Αντώνιοσ Καποδίςτριασ (11 Φεβρουαρίου 1776-9
Οκτωβρίου 1831)
(ςτα Ιταλικά Giovanni Capo d'Istria, Conte Capo d'Istria –ςτα
Ρωςικά граф Иоанн Каподистрия) ιταν Ζλλθνασ διπλωμάτθσ
ςτθν υπθρεςία τθσ Ρωςικισ αυτοκρατορίασ και πρϊτοσ Κυβερνιτθσ
του "υπό εντολι" Ελλθνικοφ "κράτουσ". Δολοφονικθκε ςτο
Ναφπλιο το 1831.
Ο Kαποδίςτριασ γεννικθκε ςτθν Κζρκυρα (Επτάνθςα) επί
Ενετοκρατίασ. Καταγόταν από οικογζνεια ευγενϊν από το
ακρωτιριο Ιςτρία (Capo d'Istria) τθσ Αδριατικισ, το ςθμερινό λιμάνι
του Koper ςτθ ΢λοβενία. Ζνασ από τουσ πρόγονοφσ του είχε λάβει
τον τίτλο του Κόμθ (comte) από τον Δοφκα τθσ ΢αβοΐασ Κάρολο
Εμμανουιλ ΙΙ (Charles Emmanuel II). Ο τίτλοσ ειςιχκθκε ςτθ Χρυςι
Βίβλο (Libro d'Oro) ωσ οικογζνεια ευγενϊν εκ Κερκφρασ το 1679. Θ
οικογζνεια τθσ μθτζρασ του, οι Γονζμοι, ιταν εγγεγραμμζνοι ςτθ
Χρυςι Βίβλο (Libro d'Oro) από το 1606.
΢ποφδαςε ιατρικι, φιλοςοφία και νομικά ςτο Πανεπιςτιμιο τθσ
Πάντοβα τθσ Ιταλίασ. Σο 1797, 21 ετϊν, εγκαταςτάκθκε ςτθν
γενζτειρα του τθν Κζρκυρα ωσ γιατρόσ. Σο 1799, όταν θ Ρωςία
παρζλαβε τα Επτάνθςα από τθν Γαλλία, του ανατζκθκε θ διοίκθςθ
του ςτρατιωτικοφ νοςοκομείου. Σο 1802 φζρεται να ιταν ανάμεςα
ςτουσ ιδρυτζσ δυο ςθμαντικϊν επιςτθμονικϊν και κοινωνικϊν
οργανϊςεων: τθσ «Φιλικισ Εταιρείασ» και τθσ «Εκνικισ Ιατρικισ
Εταιρείασ
Σο 1797 εγκαταςτάκθκε ςτθ γενζτειρά του Κζρκυρα και άςκθςε το
επάγγελμα του ιατροφ - χειροφργου. Δφο χρόνια αργότερα, όταν θ
Ρωςία και θ Σουρκία κατζλαβαν για λίγο τα Επτάνθςα, του
ανατζκθκε θ διοίκθςθ του ςτρατιωτικοφ νοςοκομείου.
Σο 1801 τα Επτάνθςα αυτονομοφνται και ο Ιωάννθσ Καποδίςτριασ
γίνεται ζνασ από τουσ δφο διοικθτζσ τθσ Ιονίου Πολιτείασ, ςε θλικία
25 ετϊν. Χάρθ ςτθν πολιτικι του οξυδζρκεια και πεικϊ απζτρεψε
τθν εξζγερςθ τθσ Κεφαλονιάσ, που κα είχε απρόβλεπτεσ ςτθ ςυνοχι
του νεότευκτθσ πολιτείασ. Ζδειξε ευαιςκθςία και προςοχι ςτισ
ανθςυχίεσ των Επτανθςίων και πιρε πρωτοβουλίεσ για τθ
ανακεϊρθςθ επί το δθμοκρατικότερο του επτανθςιακοφ
ςυντάγματοσ, που είχαν επιβάλει Ρϊςοι και Σοφρκοι υπό τον τίτλο
«Βυηαντινό ΢φνταγμα».
Αποτζλεςμα των προςπακειϊν του Καποδίςτρια ιταν θ ψιφιςθ
ενόσ πιο φιλελεφκερου και δθμοκρατικοφ ςυντάγματοσ το 1803. Οι
μεγάλεσ δυνάμεισ κορυβικθκαν κι ζςτειλαν τον Γεϊργιο
Μοτςενίγο, προκειμζνου να τον επιπλιξει. Όταν, όμωσ, ο
εκπρόςωπόσ τουσ ςυναντικθκε μαηί του, εντυπωςιάςτθκε από τθν
πολιτικι και θκικι ςυγκρότθςθ του ανδρόσ. Ο Καποδίςτριασ
διορίςτθκε ομόφωνα από τθ Γερουςία τθσ Ιονίου Πολιτείασ,
Γραμματζασ τθσ Επικρατείασ. Κατά τθ διάρκεια τθσ κθτείασ του
αναδιοργάνωςε τθ δθμόςια διοίκθςθ, δίνοντασ ιδιαίτερθ ζμφαςθ
ςτθν εκπαίδευςθ.
Σον Μάρτιο του 1807 εςτάλθ ςτθ Λευκάδα, τθν οποία απειλοφςε με
κατάλθψθ ο Αλι Παςάσ. Αναδιοργάνωςε τθν άμυνα του νθςιοφ,
αποτρζποντασ τθν απειλι. Εκεί γνωρίςτθκε με τουσ οπλαρχθγοφσ
Κολοκοτρϊνθ, Νικθταρά, Ανδροφτςο και Μπότςαρθ, που αργότερα
κα πρωτοςτατιςουν ςτθν Επανάςταςθ του '21.
Σον Ιανουάριο 1809 ο Καποδίςτριασ ειςιλκε ςτθ διπλωματικι
υπθρεςία τθσ Ρωςίασ, κατόπιν προςκλιςεωσ του Σςάρου
Αλζξανδρου Α'. Σο 1813, διορίςτθκε εκπρόςωποσ τθσ Ρωςίασ ςτθν
Ελβετία, ςτθν πρϊτθ του μεγάλθ αποςτολι, με ςκοπό να
ςυνειςφζρει ςτθν απαλλαγι τθσ από τθν επιρροι του Ναπολζοντα.
Ζπαιξε ςθμαντικό ρόλο ςτθν ενότθτα, ανεξαρτθςία και τθν
ουδετερότθτα τθσ Ελβετίασ και ςυνειςζφερε τα μζγιςτα ςτο
ελβετικό ςφνταγμα, που προζβλεπε 19 αυτόνομα κρατίδια
(καντόνια) ωσ ςυςτατικά μζλθ τθσ ελβετικισ ομοςπονδίασ.
΢υμμετείχε ςτο ΢υνζδριο τθσ Βιζννθσ, που ζκεςε τθσ βάςεισ τθσ
«Ιεράσ ΢υμμαχίασ», ωσ μζλοσ τθσ ρωςικισ αντιπροςωπίασ,
αποτελϊντασ το φιλελεφκερο αντίβαρο ςτθν αντιδραςτικι πολιτικι
του αυςτριακοφ πρίγκιπα Μζτερνιχ. Πζτυχε τθν εξουδετζρωςθ τθσ
αυςτριακισ επιρροισ, τθν ακεραιότθτα τθσ Γαλλίασ υπό Βουρβόνο
μονάρχθ, μετά τθν πτϊςθ του Ναπολζοντα, κακϊσ και τθ διεκνι
ουδετερότθτα τθσ Ελβετίασ, υπό τθν εγγφθςθ των Μεγάλων
Δυνάμεων.
Μετά τισ μεγάλεσ του διπλωματικζσ επιτυχίεσ, ο Σςάροσ τον ζχριςε
Τπουργό Εξωτερικϊν τθσ Ρωςικισ Αυτοκρατορίασ από το 1816 ζωσ
το 1822. Ο Καποδίςτριασ, όμωσ, δεν ξζχαςε τθ γενζτειρά του και τα
Επτάνθςα, που είχαν περάςει κάτω από τον αςφυκτικό ζλεγχο τθσ
Μεγάλθσ Βρετανίασ. Σο 1819 μετζβθ ςτο Λονδίνο και προςπάκθςε
ματαίωσ να πείςει τθ βρετανικι κυβζρνθςθ να μετριάςει το
αυταρχικό κακεςτϊσ που είχε επιβάλει ςτα Ιόνια Νθςιά.
Με τθν ζναρξθ τθσ Ελλθνικισ Επανάςταςθσ, υποχρεϊκθκε να
εγκαταλείψει το αξίωμά του, κακϊσ είχε διαφωνιςει ανοιχτά με
τον τςάρο Αλζξανδρο, που καταδίκαηε κάκε επαναςτατικι κίνθςθ
ςτθν Ευρϊπθ, πιςτόσ ςτισ αποφάςεισ τθσ Ιεράσ ΢υμμαχίασ. Σο 1822
εγκαταςτάκθκε ςτθ Γενεφθ τθσ Ελβετίασ, όπου ζχαιρε υπόλθψθσ
για τθν προςφορά του ςτθ δθμιουργία τθσ Ελβετικισ Ομοςπονδίασ,
λαμβάνοντασ τον τίτλο του επίτιμου πολίτθ. Παρζμεινε εκεί ζωσ το
1827, βοθκϊντασ ποικιλοτρόπωσ το επαναςτατθμζνο ζκνοσ.
΢τισ 30 Μαρτίου 1827 θ Εκνοςυνζλευςθ τθσ Σροιηινασ τον εξζλεξε
Κυβερνιτθ του νεοςφςτατου Ελλθνικοφ Κράτουσ, ςε μία περίοδο
που θ Επανάςταςθ καρκινοβατοφςε. Ζπειτα από επίπονεσ
διαβουλεφςεισ ςτισ ευρωπαϊκζσ πρωτεφουςεσ για τθν εξαςφάλιςθ
τθσ απαραίτθτθσ υποςτιριξθσ για το ελλθνικό κράτοσ, ζφταςε ςτο
Ναφπλιο ςτισ 7 Ιανουαρίου 1828, γενόμενοσ δεκτόσ με
ηθτωκραυγζσ και ενκουςιϊδεισ εκδθλϊςεισ από τον λαό. Δφο
θμζρεσ αργότερα μετζβθ ςτθν Αίγινα, θ οποία είχε κρικεί
καταλλθλότερα από το Ναφπλιο ωσ προςωρινι ζδρα τθσ
Κυβζρνθςθσ.
Θ πρϊτθ επαφι του με τθν θπειρωτικι Ελλάδα υπιρξε
αποκαρδιωτικι, λόγω τθσ κατάςταςθσ που επικρατοφςε ςτο
πολιτικό ςκθνικό. Οι αντιπαλότθτεσ που είχαν προκφψει μεταξφ των
φατριϊν κατά τθ διάρκεια τθσ επανάςταςθσ δεν είχαν κοπάςει, ενϊ
θ χϊρα είχε καταςτραφεί και θ οικονομία τθσ τελοφςε υπό
πτϊχευςθ.
Ο Καποδίςτριασ εκλικθ να κυβερνιςει με βάςθ το Δθμοκρατικό
΢φνταγμα τθσ Σροιηινασ, αλλά ωσ οπαδόσ τθσ πεφωτιςμζνθσ
δεςποτείασ πίςτευε ότι τα ΢υντάγματα και τα Κοινοβουλευτικά
΢ϊματα ιςαν πρόωρα για το αςφςτατο ακόμα κράτοσ. Πρζςβευε
εισ τθν αρχι του ενόσ ανδρόσ, ζςτω και υπό προκεςμία. ΢τισ 18
Ιανουαρίου 1828 πζτυχε ψιφιςμα τθσ Βουλισ περί αναςτολισ του
΢υντάγματοσ. Ζτςι, κατζςτθ θ μοναδικι πθγι εξουςίασ,
ςυνεπικουροφμενοσ από το Πανελλινιο, ζνα ςυμβουλευτικό ςϊμα
αποτελοφμενο από 27 μζλθ. ΢τθ ςφγκλθςθ μιασ νζασ
Εκνοςυνζλευςθσ ςτο άμεςο μζλλον παραπεμπόταν θ ψιφιςθ του
νζου ΢υντάγματοσ. Ο Καποδίςτριασ εγκαινίαςε τθν περίοδο τθσ
απολυταρχίασ, θ οποία διατθρικθκε μζχρι το ΢φνταγμα του 1843.
Ο νζοσ Κυβερνιτθσ ζκεςε ωσ ςτόχο να βάλει τζλοσ ςτισ εμφφλιεσ
διαμάχεσ και επιδόκθκε αμζςωσ ςτο ζργο τθσ δθμιουργίασ Κράτουσ
εκ του μθδενόσ, επιδεικνφοντασ αξιοηιλευτθ δραςτθριότθτα.
Ίδρυςε τθν Εκνικι Χρθματιςτικι Σράπεηα με τθ βοικεια του φίλου
του Ελβετοφ τραπεηίτθ Ευνάρδου θ οποία δεν ευδοκίμθςε για
πολφ. Ρφκμιςε το νομιςματικό ςφςτθμα, κακότι ακόμθ
κυκλοφοροφςαν τουρκικά και ξζνα νομίςματα εντόσ τθσ
επικράτειασ. ΢τισ 28 Ιουλίου 1828 κακιζρωςε ωσ εκνικι
νομιςματικι μονάδα τον Φοίνικα και ίδρυςε Εκνικό
Νομιςματοκοπείο. ΢τισ 24 ΢επτεμβρίου του ίδιου χρόνου οργάνωςε
και τθν πρϊτθ ταχυδρομικι υπθρεςία.
Ερχόμενοσ ςτο Ναφπλιο, ο Καποδίςτριασ βρικε τθν Ελλάδα χωρίσ
δικαςτικι οργάνωςθ. Γνωρίηοντασ ότι θ απονομι τθσ δικαιοςφνθσ
αποτελεί κεμζλιο για τθ δθμιουργία μιασ ευνομοφμενθσ πολιτείασ,
ενδιαφζρκθκε προςωπικά για τθ δθμιουργία δικαςτθρίων και τθ
ςτελζχωςι τουσ με το κατάλλθλο προςωπικό. Οργάνωςε, ακόμθ, τθ
διοίκθςθ του κράτουσ και ίδρυςε ΢τατιςτικι Τπθρεςία, θ οποία
διενιργθςε τθν πρϊτθ απογραφι.
Αναδιοργάνωςε τισ ζνοπλεσ δυνάμεισ υπό ενιαία διοίκθςθ,
πετυχαίνοντασ αφενόσ να καταπολεμιςει το κατεςτθμζνο των
οπλαρχθγϊν και αφετζρου να παρεμποδίςει τθν Οκωμανικι
προζλαςθ, όπωσ ζδειξε θ Μάχθ τθσ Πζτρασ, όπου ο ελλθνικόσ
ςτρατόσ εμφανίςκθκε πεικαρχθμζνοσ και ςυγκροτθμζνοσ ςτθν
τελευταία μάχθ του Αγϊνα. Ο Καποδίςτριασ αντιμετϊπιςε επιτυχϊσ
τθν πειρατεία, ανακζτοντασ ςτον ναφαρχο Μιαοφλθ τθν καταςτολι
τθσ. Εφάρμοςε τθν πρακτικι τθσ απομόνωςθσ (καραντίνασ) των
κοινοτιτων που πλιττονταν από τισ επιδθμίεσ του τφφου, τθσ
ελονοςίασ και άλλων μολυςματικϊν αςκενειϊν. Προςπάκθςε να
ανοικοδομιςει το κατεςτραμμζνο εκπαιδευτικό ςφςτθμα τθσ
Ελλάδασ, ιδρφοντασ πολλά αλλθλοδιδακτικά ςχολεία, κακϊσ και το
Ορφανοτροφείο τθσ Αίγινασ.
Ο Καποδίςτριασ ενδιαφζρκθκε αποφαςιςτικά για τθ γεωργία, που
αποτελοφςε τον ακρογωνιαίο λίκο τθσ ελλθνικισ οικονομίασ.
Ειςιγαγε πρϊτοσ τθν καλλιζργεια τθσ πατάτασ, με ζνα τρόπο που
ζδειχνε τθ βακιά του γνϊςθ για τον ψυχιςμό του Ζλλθνα εκείνθσ
τθσ εποχισ. Διζταξε, λοιπόν, να αποκζςουν ζνα φορτίο με πατάτεσ
ςτο λιμάνι του Ναυπλίου και προζτρεψε τον κακζνα να πάρει όςεσ
κζλει. ΢υνάντθςε, όμωσ, τθν παγερι αδιαφορία των
πρωτευουςιάνων. ΢τθ ςυνζχεια τοποκζτθςε φρουροφσ ςτο φορτίο
και αμζςωσ ςχεδόν ςτο Ναφπλιο κυκλοφόρθςαν ψίκυροι ότι για να
φυλάςςεται το φορτίο κάτι το πολφτιμο κα περιζχει. Οι άνκρωποι
μαηεφτθκαν ςτο λιμάνι και λοξοκοίταηαν τισ πατάτεσ. Άρχιςαν ςιγάςιγά να τισ κλζβουν κάτω από τθ μφτθ των φρουρϊν και ςτο τζλοσ
ζκαναν όλεσ φτερά. Δεν γνϊριηαν, όμωσ, ότι ο Καποδίςτριασ είχε
διατάξει τουσ φρουροφσ να κάνουν τα ςτραβά μάτια. Με αυτι τθν
ευφυι κίνθςθ, θ πατάτα ζγινε τότε μζροσ τθσ κακθμερινισ
διατροφισ του Ζλλθνα.
Οι πολιτικζσ κινιςεισ του Καποδίςτρια προκάλεςαν τθ
δυςαρζςκεια, τόςο των οπαδϊν του ςυνταγματικοφ πολιτεφματοσ,
όςο και των προκρίτων και των ναυτικϊν. Θ αίγλθ που τον
περιζβαλε άρχιςε να διαλφεται. Θ αδυναμία ικανοποιιςεωσ όλων
των αιτθμάτων, ςε ςυνδυαςμό με τθν κακυςτζρθςθ διεξαγωγισ
των εκλογϊν, ζδωςαν τθν αφορμι για το ςχθματιςμό ιςχυρισ
αντιπολίτευςθσ κατά του Κυβερνιτθ. Ο Καποδίςτριασ
κατθγορικθκε ακόμθ ότι αγνόθςε τθ μακρά κοινοτικι παράδοςθ
τθσ χϊρασ και κζλθςε να μεταφυτεφςει από τθν αλλοδαπι
κεςμοφσ, μθ προςιδιάηοντεσ ςτθν τότε πραγματικότθτα.
Θ πρϊτθ δυναμικι αντιπολιτευτικι ενζργεια ιλκε με τα
ςταςιαςτικά κινιματα τθσ Υδρασ το 1829, που επιδίωκαν τθν
ανατροπι του Καποδίςτρια. Ηιτθςαν από τον Μιαοφλθ να
καταλάβει τον ναφςτακμο του Πόρου, πριν προλάβει ο διοικθτισ
του Κανάρθσ να ζλκει εναντίον τθσ Υδρασ. Ο Καποδίςτριασ
παρακάλεςε τον ναφαρχο Ρίκορντ να επιτεκεί κατά των
ςταςιαςτϊν. Πράγματι, ο ρϊςοσ ναφαρχοσ απζκλειςε το
ναφςτακμο και προ του κινδφνου να ςυλλθφκεί ο Μιαοφλθσ
ανατίναξε τθ φρεγάτα «Ελλάσ» και τθν κορβζτα «Υδρα» (τα δφο πιο
αξιόπλοα πλοία του ελλθνικοφ ςτόλου) και διζφυγε ςτθν Υδρα. Θ
αντίδραςθ κατά του Κυβερνιτθ διογκωνόταν. Οι Μανιάτεσ
αρνοφνταν να πλθρϊςουν τουσ φόρουσ προσ τθν κεντρικι εξουςία
και ςταςίαςαν με τθ ςειρά τουσ.
Μοιραία ςτάκθκε θ αντιπαλότθτα του Καποδίςτρια με τουσ
Μαυρομιχάλθδεσ, τθν ιςχυρότερθ οικογζνεια τθσ Μάνθσ. Ο
Καποδίςτριασ ςυν το χρόνω γινόταν όλο και πιο ευερζκιςτοσ και
δφςπιςτοσ ζναντι όλων. Δεν είχε τθν απαραίτθτθ αυτοςυγκράτθςθ
και ψυχραιμία, με ςυνζπεια τθν αδικαιολόγθτθ όξυνςθ των
προςωπικϊν πακϊν. ΢ε αυτι τθν κατάςταςθ κα πρζπει να
αποδοκεί και ο ςκλθρόσ τρόποσ ςυμπεριφοράσ του κατά του
γθραιοφ Πετρόμπεθ Μαυρομιχάλθ. Ο Καποδίςτριασ διζταξε τθ
ςφλλθψι του και τον εγκλειςμό του ςτθ φυλακι. Σον αδελφό του
Κωνςταντίνο και τον υιό του Γεϊργιο τουσ κρατοφςε ςτο Ναφπλιο,
όπου είχε μεταφερκεί θ πρωτεφουςα του νεοελλθνικοφ κράτουσ.
Σο γεγονόσ αυτό εξζκρεψε το μίςοσ και τθν ανάγκθ εκδίκθςθ από
τθν πλευρά των Μαυρομιχαλαίων.
΢τισ 5:35 το πρωί τθσ 27θσ ΢επτεμβρίου 1831 ο Ιωάννθσ
Καποδίςτριασ δζχκθκε δολοφονικι επίκεςθ από τον Κωνςταντίνο
και τον Γεϊργιο Μαυρομιχάλθ ζξω από τθν εκκλθςία του Αγίου
΢πυρίδωνα, όπου μετζβαινε για να εκκλθςιαςκεί και ζπεςε νεκρόσ.
Ο μόνοσ που τον ςυνόδευε ιταν ο μονόχειρασ ςωματοφφλακάσ
του, ονόματι Κοκκϊνθσ.
Ο Κωνςταντίνοσ Μαυρομιχάλθσ εφονεφκθ επί τόπου από τουσ
προςτρζξαντεσ, οι οποίοι κυριολεκτικϊσ τον λυντςάριςαν. Ο
Γεϊργιοσ Μαυρομιχάλθσ ηιτθςε προςταςία ςτθ Γαλλικι Πρεςβεία.
Κατόπιν επιμόνου απαιτιςεωσ του ςυγκεντρωμζνου πλικουσ, που
απείλθςε ότι κα κάψει τθν πρεςβεία, ο αντιπρεςβευτισ βαρόνοσ
Ρουάν τον παρζδωςε ςτισ αρχζσ. Ο Γεϊργιοσ Μαυρομιχάλθσ
καταδικάςκθκε ςε κάνατο από ςτρατοδικείο και εκανατϊκθ δια
τυφεκιςμοφ το πρωί τθσ 10θσ Οκτωβρίου 1831.
΢τθ κζςθ του δολοφονθμζνου Ιωάννθ Καποδίςτρια διορίςτθκε για
μικρό διάςτθμα ο αδερφόσ του Αυγουςτίνοσ. Θ χϊρα είχε βυκιςτεί
ςτο χάοσ και τθν αναρχία και οι Προςτάτιδεσ Δυνάμεισ βρικαν τθν
ευκαιρία να εγκακιδρφςουν βαςιλεία, φοβοφμενεσ τθν επικράτθςθ
ενόσ φιλελεφκερου κινιματοσ.
Θ ελλθνικι πολιτεία τίμθςε τον Κυβερνιτθ, δίνοντασ το όνομά του
ςε δθμόςιουσ χϊρουσ και ιδρφματα, όπωσ ςτο Πανεπιςτιμιο
Ακθνϊν, ο επίςθμοσ τίτλοσ του οποίου είναι Εκνικό και
Καποδιςτριακό Πανεπιςτιμιο Ακθνϊν. Ακόμθ, ο Ιωάννθσ
Καποδίςτριασ απεικονίηεται ςτο κζρματων 20 λεπτϊν τθσ ελλθνικισ
ζκδοςθσ του ευρϊ, ενϊ το ςχζδιο διοικθτικισ αναδιοργάνωςθσ τθσ
χϊρασ που ειςθγικθκε θ κυβζρνθςθ ΢θμίτθ ζλαβε το όνομά του
(«Πρόγραμμα Ι. Καποδίςτριασ»).
Η δολοθονική επίθεζη από ηον Κωνζηανηίνο και ηον Γεώπγιο
Μαυπομιχάλη έξω από ηην εκκληζία ηου Αγίου Σπυπίδωνα
Christos Dimovasilis
Profili
Il Direttore editoriale:
Lucia Capretto Campaiola
Il Direttore responsabile:
Sergio
Sergiacomi
deAicardi
Profilo biografico tratto da “Forum
International” (anno X, 2009. Roma),
del quale il nostro Direttore è
Presidente del Comitato di Redazione.
Dall’ampia biografia si evince una
lunga attività culturale svolta in mezzo
secolo, come scrittore, giornalista,
diplomatico, docente universitario, ora
posta anche a sostegno e promozione
trasnazionale del nostro giornale.
Donna Lucia Capretto Campaiola, ricopre prestigiosi
incarichi internazionali,nel quadro del no-profit:
International no-profit Institute Natural Future
Therapy, World Cultural no-profit organization of
International Comunication (editore del nostro The
International Journal ), World Institute of Historical
Regions. La sua sensibilità, la sua dedizione verso il
prossimo, la sua profonda psicologia e socialità la
rendono una figura di primo piano nei diversi
continenti, quale ambasciatrice di cooperazione e
apertura verso popoli e civiltà diverse, antropologa e
studiosa di ogni forma e contenuto identitario ed etico
in una concreta conoscenza di costumi diversi.
Gli incarichi internazionali ricoperti consentono a Lucia
Capretto Campaiola di attualizzare e di rendere
concretamente positiva la sua alta preparazione in
diverse discipline orientali: relative a tecniche
olistiche, bionaturali e ayurvediche, tematiche naturali
del benessere della persona, pranoterapia, shatzu,
watsu, musicoterapia, yoga, reiki, aromaterapia,
tecnica respiratoria, filosofia del pensare positivo,
filosofia e psicologia dell'alimentazione, autostima,
arte del modo di fare: educazione,sensibilità verso gli
altri e finalità motivazionali. Mentre nelle scienze
umane attiva proiezioni e prospettive personali e
transnazionali, previsioni a breve e lungo termine,
analisi gnoseologiche, filosofiche e psicologiche consulenza di immagine.
L’ampia competenza e disponibilità umana consente di
praticarle sia beneficio delle persone, con pertinenti
applicazioni che attraverso lezioni e stage proiettate
nel tempo a venire, affinchè la “Future Therapy” possa
costituire una filosofia ed un messaggio naturale al
servizio dell’umanità con tecniche ancestrali
esperimentate in più millenni. Ha ricevuto, fra l’altro, il
prestigioso master internazionale in “Sciences
naturelles humaines et psychologiques comparèes”
dal CIR-IIA (ONG-ONU).
La Redazione relazioni internazionali e diplomatiche
Il conte cav.gr.cr. prof.
Sergio Sergiacomi de
Aicardi è una figura di
primo piano in campo
culturale.avendo ricevuto
già nel 1967 il Premio
della
Cultura
della
Presidenza del Consiglio dei Ministri e facendo parte di numerose
istituzioni italiane e internazionali, fra le quali presiede l’INARS
(Istituto Nazionale Regioni Storiche); l’IIA (Institut International
pour l’Afrique – ONG-ONU); il CIR ( Centre Internationale de
Recherches sur le Développement et le Marketing); La FIPT
(Federation Internationale Presse Touristique); il WOIPA (World
Institute of International Professional Advisers); l’AIPDUA
(Asociacion Internacional Para el Desarollo UE-ACP); il CNEC
(Centro Nazionale di Educazione Civica); UIJ (Unìon Internationale
Journalistes); WIHR (World Institute of Historical Regions); seniormember della “Federazione Inter-americana degli Avvocati”
(Washington); membro ordinario della “Ligue Internationale contre
la Concurrence deloyale” (Paris); honorary-member del “British
Institute” (London); membre honoraire del “Cèntre Francais
d’Etudes et Information” (Paris); membro ordinario dell’ “Academia
Colombiana de Estudios de Politica Internacional de Diplomacia”
(Bogotà); membro ordinario dell’ONAS (ordine nazionale autori e
scrittori); membro ordinario del “Instituto Internazionale Studi
Giuridici” (ente diritto pubblico sotto il patronato del Presidente della
Repubblica) Roma; membro ordinario del “Comitato Internazionale
per l’Unità e l’Universalità della Cultura presso l’università la
Sapienza”, Roma; membro ordinario del centro nazionale
d’informazioni bibliografiche del ministero P.I. ; ecc.
Il prof. Sergiacomi de Aicardi ha al suo attivo molte esperienze in
campo internazionale, come “ international professional adviser”
sulla Legislazione Costituzionale Parlamentare, Amministrativa,
Fiscale comparata di oltre 60 paesi, e sul Diritto Internazionale e
Diplomatico Consolare; ha rivestito la dignità di Console
Capomissione (già dal 1963), per più lustri nel Servizio Diplomatico
del Costarica (anche in qualita di rappresentante diplomatico presso
la FAO), del Gabon, del Perù, del Centrafrica, di Haiti, dell’ Ecuador
( ambasciatore, decreto presidencial PRE 487/12/99); (attualmente
senza incarichi diplomatici). Il prof. Sergiacomi de Aicardi,
apprezzato giornalista, giurista internazionale e “cross-cultural
expert”,è titolare di numerose onorificenze e riconoscimenti, fra i
quali: l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme (Santa
Sede), l’Ordine della Stella Equatoriale del Gabon, l’Ordine della
Stella di Etiopia, S.M. Ordine Costantiniano di S.Giorgio, R. Ordine
di S.Michele (Francia), Pontificia Croce d’Oro di Terrasanta,
Pontificia Croce d’Oro Lateranense, Ordine al Merito della
Repubblica Italiana, Accademico e Consultore Pontificio,
Consigliere Nazionale Ordine dei Giornalisti, Cittadino Onorario di
San Leo ( antica capitale d’Italia), Ispettore Onorario Ministero P.I e
Beni Culturali, Dott.h.c. in Diritto Internazionale della Lincoln
University (15/01/1974) NA (USA).
Il prof. Sergiacomi de Aicardi è iscritto all’Albo dei Giornalisti (16/
03/1962); conferenziere, elzevirista e scrittore da oltre 50 anni di
libri, saggi , studi, articoli, nella sua bibliografia si contano più di
4000 titoli. Ha svolto altresì una lunga attività accademica come
professore universitario in Italia e all’estero, fra cui è stato docente
presso la LUISS di Roma, presso l’”Institut des Hautes Etudes
Economique et Sociales” di Bruxcelles, presso l’ “ Universidad
Internacional Indigenista Moctezuma” di Ciudad de Mexico (pro
Rettore e Preside “Facultad de Periodismo”) ; Direttore dei corsi
universitari sulle regioni storiche (INARS , D.M. del Ministero P.I);
Preside del “Cours Universitaire pour les Sciences Africaines” (IIAUNESCO); Direttore dei corsi di cultura universitaria dell’Istituto
Italiano per l’Africa (fondato nel 1906- ente di diritto pubblico del
Ministero Affari Esteri- Roma) ed altre Istituzioni di alta cultura.
La Redazione di Forum International
Organizzazioni Internazionali
International Air Transport Association
Σϑμφωνα με την ΙΑΤΑ, προβλϋπεται αϑξηςη ςτισ ζημύεσ των
αερογραμμών κατϊ 47% το 2010, ςτα 5,6 δις. δολϊρια απϐ 3,8 δις.
δολϊρια.. Η IATA ςημειώνει επιπλϋον, ϐτι η διεϑρυνςη των
ζημιών το 2010, θα αφορϊ τισ ευρωπαώκϋσ αεροπορικϋσ
εταιρεύεσ κατϊ 2,5 δις. δολϊρια, τισ αεροπορικϋσ τησ περιφϋρειασ
Αςύασ - Ειρηνικοϑ κατϊ 700 εκατ. δολϊρια, τησ Μϋςησ Ανατολόσ
κατϊ 300 εκατ. δολϊρια και των Αφρικανικών αερογραμμών κατϊ
100 εκατ.δολϊρια, ενώ για τισ αερογραμμϋσ τησ Λατινικόσ
Αμερικόσ προβλϋπει κϋρδη περύπου 100 εκατ. Δολαρύων. Ποια
εύναι ϐμωσ η ΙΑΤΑ;
Η Διεθνόσ Ένωςη Αερομεταφορών (International Air Transport
Association) εύναι ϋνασ διεθνόσ οργανιςμϐσ αερομεταφορϋων, με
ϋδρα το Μοντρεϊλ του Κεμπϋκ, ςτον Καναδϊ. Ιδρϑθηκε ςτο τϋλοσ
του Β΄ Παγκοςμύου Πολϋμου, τον Απρύλιο του 1945, ςτην Αβϊνα
τησ Κοϑβασ. Εύναι ςτην ουςύα ο ςυνεχιςτόσ τησ International Air
Traffic Association που ιδρϑθηκε ςτην Χϊγη το 1919, την χρονιϊ
που ξεκύνηςαν οι πρώτεσ διεθνεύσ επιβατικϋσ τακτικϋσ πτόςεισ. Ο
λϐγοσ δημιουργύασ τησ εύναι να υπϊρχει ομοιομορφύα ςτισ τιμϋσ
των ειςιτηρύων ςτισ αεροπορικϋσ εταιρεύεσ, αλλϊ και ο ϋλεγχοσ
του ανταγωνιςμοϑ που αναπτϑςςεται μεταξϑ τουσ. Σόμερα, η
αποςτολό τησ IATA εύναι να εκπροςωπεί, να ηγείται και να
εξυπηρετεί την αεροπορική βιομηχανία.
Το 1945 τα μϋλη του ανϋρχονταν ςε 57, απϐ 31 κρϊτη, κυρύωσ απϐ
την Ευρώπη και την Βϐρεια Αμερικό. Σόμερα, τα μϋλη τησ
ανϋρχονται ςτα 230, απϐ 126 κρϊτη και απϐ τισ πϋντε ηπεύρουσ,
και αντιπροςωπεϑει το 93% τησ διεθνοϑσ επιβατικόσ κύνηςησ.
Η -μετϊ το 1945- IATA ϋπρεπε αμϋςωσ να χειριςτεύ ϋνα τερϊςτιο
πεδύο ευθϑνησ με ςυςτηματικϐτερη οργϊνωςη και μεγαλϑτερη
υποδομό, πρϊγμα το οπούο αντανακλϊται ςτο Καταςτατικϐ τησ
Ίδρυςόσ τησ μαζύ με τον πολϑ πιο ακριβό –ςε ςϑγκριςη με αυτοϑσ
που εύχαν τεθεύ πριν το 1939- καθοριςμϐ των ςτϐχων τησ:
1. Η προώθηςη αςφαλοϑσ, προγραμματιςμϋνησ και φθηνόσ
αεροπορικόσ μεταφορϊσ προσ ϐφελοσ ϐλων των λαών του
κϐςμου, ώςτε να ςυμβϊλει ςτο αεροπορικϐ εμπϐριο και να
κατανοόςει και να επιλϑςει τα τυχϐν προβλόματα που
προκαλοϑνται ςτο πεδύο αυτϐ.
2. Να προςδώςει ϐλα τα μϋςα που θα ςυμβϊλλουν ςτην ςωςτό
ςυνεργαςύα αερομεταφορϋων που ςχετύζονται, ϊμεςα ό ϋμμεςα,
με τισ διεθνεύσ αερομεταφορϋσ.
3. Να ςυνεργϊζεται με τον Διεθνό Οργανιςμϐ Πολιτικόσ
Αεροπορύασ (International Civil Aviation Organization, ICAO).
Ανϊμεςα ςτο τϋλοσ τησ δεκαετύασ του `40 και τισ αρχϋσ τησ
δεκαετύασ του `70, θα μποροϑςαμε να ποϑμε ϐτι η αεροπορικό
πτόςη μετατρϊπηκε απϐ "επιςτημονικϐ φαινϐμενο ςε κοινό
ωφϋλεια που όταν πλϋον ςτη διϊθεςη ϐλων".
Επακϐλουθα, η IATA αναδιοργανώθηκε ςε δυαδικό βϊςη τον
Οκτώβριο του 1979:


Ένωςη Εμπορύου (τεχνικϋσ, νομικϋσ, οικονομικϋσ,
υπηρεςύεσ και υπηρεςύεσ μεταφορών, καθώσ και
θϋματα που αφοροϑν την πρακτϐρευςη),
Συντονιςτικϐ Όργανο Δαςμολογύων (ναϑλοι επιβατών,
ναϑλοι φορτύων και ςυναφεύσ ϐρουσ και επιβαρϑνςεισ).
Στην παροϑςα φϊςη, περύπου 100 Μϋλη, ςυμπεριλαμβανομϋνων
και των μεγαλϑτερων εταιρειών παγκοςμύωσ, εξακολουθοϑν να
ςυμμετϋχουν ςτον Συντονιςτικϐ Όργανο Δαςμολογύων.
Το 1994, η ΙΑΤΑ επαναπροςδιϐριςε την αποςτολό και τουσ
ςτϐχουσ τησ δύνοντασ πλϋον ϋμφαςη ςτην αςφϊλεια και την
προςταςύα, ςτην προβολό τησ ςημαςύασ τησ οικονομικόσ και
κοινωνικόσ ανϊπτυξησ των αερομεταφορών παγκοςμύωσ, ςτην
οικονομικό βιωςιμϐτητα, ςε υψηλόσ ποιϐτητασ προώϐντα και
υπηρεςύεσ, ςε αποτελεςματικϊ και φιλικϊ προσ το περιβϊλλον
πρϐτυπα και διαδικαςύεσ
Ενώ κατϊ τη διϊρκεια του 20ου αιώνα γεννόθηκε και γιγαντώθηκε
η βιομηχανύα των αερομεταφορών, η αρχό του 21 ου αιώνα εύναι
περύοδοσ πρϐκληςησ για τη βιωςιμϐτητα τησ αεροπλοϏασ, και μια
περύοδοσ ςημαντικών αλλαγών.
Τα φοβερϊ γεγονϐτα τησ 11/9 απϋδειξαν πϐςο ευϊλωτεσ
οικονομικϊ εύναι μεγϊλοσ αριθμϐσ μεγϊλων αεροπορικών
εταιρειών.
Οι παροϑςεσ ςυνθόκεσ καθιςτοϑν το ρϐλο τησ ΙΑΤΑ ωσ ϋνωςησ
εμπορύου πιο κρύςιμο απϐ ποτϋ. Ο Διευθϑνων Σϑμβουλοσ τησ
ΙΑΤΑ απϐ το 2002, Giovanni Bisignani, αναδιϊρθρωςε πλόρωσ την
Ένωςη για να προχωρόςει ταχϑτερα ςε ευρεύα γκϊμα αλλαγών
τησ βιομηχανύασ.
Απϐ το 2002 η ΙΑΤΑ ϋχει ξεκινόςει μια προςπϊθεια ενύςχυςησ τησ
αςφϊλειασ και βελτύωςη τησ αποτελεςματικϐτητασ.
Η ΙΑΤΑ λϊνςαρε δϑο βαςικϋσ πρωτοβουλύεσ, ςτα πλαύςια τησ
αναμϐρφωςησ ςημαντικών μερών τησ βιομηχανύασ:

Ο Επιχειρηςιακϐσ Έλεγχοσ Αςφϊλειασ τησ ΙΑΤΑ (IOSA),
το πρώτο παγκϐςμιο πρϐτυπο για την αεροπορικό
επιχειρηςιακό διαχεύριςη αςφϊλειασ.

Το πρϐγραμμα Απλοϑςτευςη των Διαδικαςιών,
χρηςιμοποιώντασ τεχνολογύα για τη βελτύωςη τησ
εξυπηρϋτηςησ των πελατών με παρϊλληλη μεύωςη του
κϐςτουσ ςε πϋντε περιοχϋσ εςτύαςησ: E-ticketing, Bar
Coded Boarding Passes (BCBP), E-freight, Common Use
Self-Service (CUSS) και Radio Frequency ID (RFID).
Για καλϑτερουσ ναϑλουσ η ΙΑΤΑ ϋχει χωρύςει την υδρϐγειο ςε 3
ζώνεσ:
1. Βϐρεια και Νϐτια Αμερικό
2. Ευρώπη, Μϋςη Ανατολό και Αφρικό. Η ΙΑΤΑ Europe
ςυμπεριλαμβϊνει την Ευρώπη, Αλγερύα, Μαρϐκο και Τυνηςύα.
3. Αςύα, Αυςτραλύα, Νϋα Ζηλανδύα και τα νηςιωτικϊ ςυμπλϋγματα
του Ειρηνικοϑ Ωκεανοϑ.
Ένα ϊλλο μϋλημα τησ ΙΑΤΑ εύναι να ελαχιςτοποιηθεύ ο αντύκτυποσ
των αερομεταφορών ςτο περιβϊλλον. Σϑμφωνα με τη
Διακυβερνητικό Επιτροπό για την Αλλαγό του Κλύματοσ των
Ηνωμϋνων Εθνών (IPCC) η ςυμβολό των αερομεταφορών ςτισ
παγκϐςμιεσ εκπομπϋσ διοξειδύου του ϊνθρακα θα αυξηθοϑν μϐνο
κατϊ 1% ωσ το 2050. Όμωσ, η ΙΑΤΑ ϋχει θϋςει ωσ απώτερο ςτϐχο
την απεξϊρτηςη απϐ τον ϊνθρακα.
Η IATA παραμϋνει ο βαςικϐτεροσ παρϊγων ςτο να παραμεύνουν οι
αερομεταφορϋσ οι πιο δυναμικϋσ βιομηχανύεσ. Η αγορϊ των
αερομεταφορών ϋχει αλλϊξει ϊρδην απϐ τϐτε που ιδρϑθηκε η
IATA. Η βιομηχανύα εξακολουθεύ να αλλϊζει και η IATA ηγεύται
αυτόσ για να μπορϋςει να ανταποκριθεύ ςτισ νϋεσ ανϊγκεσ.
Εντοϑτοισ, ϋνα πρϊγμα δεν ϋχει αλλϊξει: η αναγκαιϐτητα για
παροχό υπηρεςιών. Η IATA βοηθϊ τισ αεροπορικϋσ εταιρεύεσ να
επιτϑχουν αυτϐν το ςτϐχο ανταποκρινϐμενοι ςτισ απαιτόςεισ του
21ου αιώνα.
Ελένη Παπαδοπούλου
Δικηγϐροσ Αθηνών
Μϋλοσ του Δικηγορικοϑ
Συλλϐγου Αθηνών
(Maitre Eleni Papadopoulou
Tel +30/6974648912
e-mail: [email protected])
Storia della Musica e del Teatro
Gilberto Govi: un uomo, una maschera.
Amerigo Armando Gilberto Govi. Ecco il nome completo di un grande attore,
Nato il 22 ottobre 1885 in via Sant'Ugo, al numero 13 a Genova. Forse pochi se lo
ricorderanno, è considerato l'inventore del teatro dialettale Genovese, che esportò
anche all'estero (ricordiamo per esempio le turnèè in Sud America e a Parigi). Ma
andiamo con ordine: Govi nasce da una coppia di emiliani trasferiti a Genova per
lavoro, suo padre Anselmo aveva sempre sognato per lui una carriera nelle ferrovie
come lui, ma durante una vacanza dai parenti a Modena Gilberto ancora bambino
conosce un suo zio, che faceva l'attore per diletto e da lì fu un crescendo. Nelle sue
memorie ricorda la prima volta che recitò proprio a casa di suo zio, come pubblico
aveva una sua amica di giochi e come attori aveva dei burattini, naturalmente recitò
in genovese. Crescendo iniziò a recitare in una piccola filodrammatica, e intanto
proseguiva gli sudi all'accademia delle belle arti, che gli servì moltissimo nella sua
carriera, poichè lui amava disegnarsi e farsi da solo i propri trucchi, le maschere e
fu anche un eccezionale caricaturista. A 16 anni entrò a far parte dell'accademia
Filodrammatica Italiana dove conosce Rina Gajoni, che diventerà sua moglie e compagna non solo di vita ma anche di
scena, (memorabile rimane infatti la sua interpretazione della "Giggia" in "Maneggi per maritare una figlia") e viene assunto
alle Officine Elettriche Genovesi come disegnatore. Lui stesso ammetterà che sulla sua scrivania più che i fogli di lavoro si
accumulavano i copioni... Nel 1913 fonda una sua compagnia teatrale, che recitava però in lingua Genovese, al contrario
delle regole prescritte dalla Filodrammatica, per questo si staccherà e fonderà la sua compagnia dialettale e da lì fu un
crescendo. Molti furono gli ingaggi e le turnèe in giro per il mondo e la sua popolarità crebbe fino ad avere la concessione
da Mussolini in persona a poter recitare in lingua, poichè il regime lo proibiva. Durante la guerra la compagnia si sciolse
momentaneamente, e in quel periodo Govi cominciò pure a recitare qualche film tratto dalle sue commedie (colpi di
timone 1942, successivamente che tempi! 1947 e altri ne seguirono). La popolarità crebbe in tutta Italia, e le sue
commedie iniziarono ad essere riprese dalla televisione. nel 1960 diede l'addio ai palcoscenici: "Il teatro è come una bella
donna, bisogna lasciarla prima che lei lasci te." disse. Recitò ancora una volta nel '61 in un carosello e morì nel 1966 a 81
anni. Ma la sua fama non finì con la sua vita. Le sue commedie continuarono ad
essere mandate in onda fino al 1975 ma dagli anni ottanta in poi vi fu un calo di
popolarità, qualcuno se lo ricorda ancora e cita frasi e battute rimaste immortali
(come gassetta e pomello da Maneggi). Tutti si ricordano delle sue fantastiche
espressioni, riusciva a far ridere anche solo con uno sguardo. Ma allora perchè la
sua città lo ricorda così poco? Eppure al padre del teatro dialettale genovese, a
colui che ha esportato fuori dalle colline liguri la "genovasità", portandola
addirittura oltreoceano, a colui che fa parlare ancora di "gassette e pomelli", di
mugugni un parco, un piccolo teatro non bastano... Purtroppo però si sa, Genova
non restituisce mai tutto quello che le viene dato, ma speriamo per il futuro.
Mattia Solari
Ma Se Ghe Pensu - Gilberto Govi
« O l'ëa partîo sensa 'na palanca,
l'ëa zà trent'anni, forse anche ciû.
Ô l'aiva lottòu pe mette i dinæ a-a banca
e poèisene ancon ûn giorno turnâ in zû
e fâse a palassinn-a e a giardinetta,
co-o rampicante, co-a cantinn-a e o vin,
a branda attaccâa a-i ærboi, a ûso letto,
pe dâghe 'na schenâa seja e mattin.
Ma o figgio ô ghe dixeiva: "No ghe pensâ
a Zena cöse ti ghe vêu tornâ?!"
Ma se ghe penso allôa mi veddo o mâ,
veddo i mæ monti e a ciassa da Nûnsiâ,
riveddo o Righi e me s'astrenze o chêu,
veddo a lanterna, a cava, lazû o mêu...
Riveddo a-a seja Zena inlûminâa,
veddo là a Fôxe e sento franze o mâ
e allôa mi penso ancon de ritornâ
a pösâ e össe dove'hò mæ madonnâa.
O l'ëa passòu do tempo, forse tróppo,
o figgio o l'inscisteiva:
"Stemmo ben,dove ti vêu anâ, papà?.. pensiemmo dóppo,
o viaggio, o mâ, t'é vëgio, no conven!"
"Oh no, oh no! mi me sento ancon in gamba,
son stûffo e no ne pòsso pròppio ciû,
son stanco de sentî señor, caramba,
mi vêuggio ritornâmene ancon in zû...
Ti t'é nasciûo e t'hæ parlòu spagnòllo,
mi son nasciûo zeneise e... no ghe mòllo!"
Ma se ghe penso allôa mi veddo o mâ,
veddo i mæ monti e a ciassa da Nûnsiâ,
riveddo o Righi e me s'astrenze o chêu,
veddo a lanterna, a cava, lazû o mêu...
Riveddo a-a seja Zena inlûminâa,
veddo là a Fôxe e sento franze o mâ
e allôa mi penso ancon de ritornâ
a pösâ e osse dove'hò mæ madonnâa.
E sensa tante cöse o l'è partîo
Zena o g'ha formòu torna o sêu nîo. »
La Lanterna e lo stemma dell’ antica Repubblica di Genova
« Era partito senza un soldo,
erano già trent'anni, forse anche più.
Aveva lottato per risparmiare
e potersene un giorno tornare giù
e farsi la palazzina e il giardinetto,
con il rampicante, con la cantina e il vino,
la branda attaccata agli alberi a uso letto,
per coricarcisi sera e mattina.
ma il figlio gli diceva: "Non ci pensare
a Genova cosa ci vuoi tornare?!"
Ma se ci penso allora io vedo il mare,
vedo i miei monti e piazza della Nunziata,
rivedo il Righi e mi si stringe il cuore,
vedo la lanterna, la cava, laggiù il molo...
Rivedo la sera Genova illuminata,
vedo là la Foce e sento frangere il mare
e allora io penso ancora di ritornare
a posare le ossa dov'è mia nonna.
Ed era passato del tempo, forse troppo,
il figlio insisteva: "Stiamo bene,
dove vuoi andare, papà?.. penseremo dopo,
il viaggio, il mare, sei vecchio, non conviene!"
"Oh no, oh no! mi sento ancora in gamba,
sono stufo e non ne posso proprio più,
sono stanco di sentire señor carramba,
io voglio ritornarmene ancora in giù...
Tu sei nato e hai parlato spagnolo,
io sono nato genovese e... non ci mollo!"
Ma se ci penso allora io vedo il mare,
vedo i miei monti e piazza della Nunziata,
rivedo Righi e mi si stringe il cuore,
vedo la lanterna, la cava, laggiù il molo...
Rivedo la sera Genova illuminata,
vedo là la Foce e sento frangere il mare,
e allora io penso ancora di ritornare
a posare le ossa dov'è la mia nonna.
E senza tante cose è partito
e a Genova ha formato di nuovo il suo nido. »
Città d’Arte
Una notte in Città Alta: tra passato e realtà, sotto lo sguardo di Bartolomeo Colleoni
Nevica e Città Alta, così ammantata in un suggestivo e fascinoso candore, sembra ancora più bella agli occhi di chi
percorre a piedi le sue mura veneziane.
Il Campanone suona i cento rintocchi delle 22, gli stessi che in passato annunciavano la chiusura notturna delle porte
di questa splendida città medioevale. Ogni vicolo percorso ti trascina in un tempo passato, scomparso, i tuoi passi
riecheggiano di una curiosa risonanza, le luci delle boutiques ammaliano e seducono i tuoi occhi e tu, immerso nella
folla, ti senti quasi un flâneur benjaminiano.
Qui ciò che è stato si intreccia al presente creando una trama da sogno.
Passo dopo passo, tra vetrine, bancarelle ed addobbi di Natale, ci si ritrova in Piazza Vecchia, il luogo più conosciuto e
frequentato di Bergamo Alta: subito lo sguardo viene attratto dalla fontana
del Contarini, dal Palazzo della Ragione, dalla torre Civica e dal bianco ed
imponente Palazzo Nuovo che, sull’altro lato della strada, ospita la
Biblioteca Angelo Maj. In lontananza, dietro il leone di San Marco, si
scorgono poi il Duomo, il Battistero e la basilica di Santa Maria Maggiore,
scrigno dei preziosi intarsi disegnati da Lorenzo Lotto e custode della tomba
del musicista Gaetano Donizetti.
Nel cuore dello spazio cittadino, però, spicca su tutto la Cappella Colleoni, il
mausoleo voluto dal famoso principe Bartolomeo, condottiero al soldo della
Serenissima e Capitano Generale dell’esercito veneto.
Realizzata dall’Amedeo, la Cappella racchiude al suo interno i monumenti
funebri dedicati al valoroso capitano di ventura ed alla figlia Medea, nonché
una statua equestre e dorata del Colleoni realizzata da Sisto e Siry da
Norimberga. Proprio quest’ultima sembra metterti in contatto con il genius
loci che anima l’edificio, con quell’uomo che andava sì a cavallo, ma che si è
inventato i carri armati e le navi corazzate e al quale i soldati del tempo
avevano dato il soprannome di “invincibile”.
Bartolomeo Colleoni, con il suo bastone da comando e la spada, si erge
impavido e spavaldo, forte dei suoi successi ed ambizioso di gloria e celebrità, immortalato in tutto il suo fascino e la
sua fierezza e ti accompagna lungo la via a lui intitolata, la principale della città, verso la sua antica abitazione.
Quest’ultima, sede ancora oggi dell’Istituzione Luogo Pio della Pietà da lui fondata nel XV sec., è anche il luogo in cui si
conserva il suo celebre ritratto eseguito da Gian Battista Moroni.
E’ ormai notte, il freddo si fa pungente sulla pelle. Si lascia Città Alta, ma i suoi
segreti no: quelli si portano con sé.
Samantha Filippone
Un affresco storico su Bergamo Alta, con la statua del Principe Bartolomeo
Colleoni, omaggio al Conte cav.gr.cr. prof Aldo Colleoni, Console Generale
della Mongolia, illustre studioso e docente universitario.
Storia della Medicina
“La medicina sottosopra:
e se Hamer avesse ragione? ”
Da questa pubblicazione estesa da Giorgio Mambretti e Jean Séraphin,
edizioni Amrita, traiamo testualmente alcune parti che denotano il
pensiero del dott. Ryke Geerd Hamer: “Quando fai qualche cosa hai
contro tutti quelli che fanno la stessa cosa, hai contro tutti quelli che
fanno il contrario, hai contro tutti quelli che non fanno niente”. Il
dott.Hamer nascie nel 1935, in Renania: il Padre è un pastore Luterano
e la madre è di origini fiorentine. Si laurea in teologia, fisica e medicina
specializzandosi poi in psichiatria, neurologia e medicina interna, con
una tesi sui tumori celebrali.
“Le 5 leggi fondamentali ovvero la medicina sottosopra si basano:
-
sulla sua esperienza diretta di malato di cancro
sull’osservazione di più di ventimila casi di patologie diverse (dalla verruca all’ AIDS, dalla psicosi alla leucemia,
dalla sclerosi a placche al diabete) cercando ogni volta il denominatore comune, il trauma causale.
Sullo studio dell’evoluzione della prima cellula destinata a diventare un individuo complesso.
È da migliaia di anni che l’umanità ha sperimentato che in definitiva tutte le malattie hanno un origine psichica, e ciò è ormai un
assunto scientifico solidamente inscritto nel patrimonio della conoscenza universale; solo la medicina moderna fa di noi esseri
animati, un sacco pieno di formule chimiche. Che non sia venuto in mente a nessuno che il cervello è la centrale operativa del
nostro organismo possa essere responsabile di tutte le malattie e quanto meno strano nell’era dell’informatica.”
“Ciò che tormenta gli uomini non è la realtà ma l’idea che essi se ne fanno” (Epiteto). Siamo i soli padroni di noi stessi e i soli
artefici della nostra religione…Medicina più umana: ama il tuo prossimo (te incluso), rispettalo nella sua globalità, nel suo
vissuto, nel suo unico modo di essere.”
“Osannato dai malati, osteggiato dall’Ordine dei medici, il dott.
Hamer colleziona lauree ad honorem in medicina in certi paesi, e
processi in altri, oltre a riempire periodicamente le cronache dei
quotidiani di mezza Europa con le sue vicende. Oncologo e
ricercatore, basta il suo nome perché nel mondo della sanità si
assista a una levata di scudi…ma le sue casistiche di guarigione
delle malattie degenerative cono impressionanti, tali da far
vacillare l’edificio della medicina ufficiale…Urta gli interessi delle
Holding farmaceutiche… Come può essere che una grave malattia
come il cancro sia il tentativo del cervello di riparare e quindi di
guarire un trauma subito? E che basti individuare il trauma e
disfarlo perché il cervello receda dalla sua azione riparatrice,
arrestando quindi la proliferazione delle cellule cancerose? come
possiamo individuare rapidamente questo trauma?”
Le opera del dott. Hamer
possono essere richieste al
seguente indirizzo: Amici di
Dirk - Sonnhaldenweg, 18
CH – 9100 Herisau –Svizzera.
Potete trovare ulteriori
informazioni visitando il sito
www.care2.com
Summaries/Resumés/Riassunti:
Editorial:
Critic on the politic and economic situation of the European states that have forgotten the ancient ideals, on the
beat drum of the progress and the tax empire.
“Elzeviro” : Paradoxocraty
the author, wants to recall the liability of the man with aphorisms and thoughts, he wants to rebuilt the occidental
culture, through the glorious “Elzeviro” .
The roots of the European Christianity in the 21 centuries of the international relations of the roman church:
This article the author tell us about the diplomatic traditions of more than thousand year of the roman church
Ioannis Kapodistrias:
Count Ioannis Antonios Kapodistrias (Greek: Κόμθσ Ιωάννθσ Αντϊνιοσ Καποδίςτριασ – Komis Ioannis Antonios
Kapodistrias, in Italian: Giovanni Capo d'Istria, Conte Capo d'Istria, and in Russian: граф Иоанн Каподистрия – Graf
Ioann Kapodistriya) (February 11, 1776 – October 9, 1831) was a Greek diplomat of the Russian Empire and later first
head of state of independent Greece.
Profiles of the newspaper editor and managing director
They confirm us the importance of the publication, where the global takes his base in the “localism” and in the
identity of the nations.
I.A.T.A:
L’Association internationale du transport aérien (ou IATA, en anglais International Air Transport Association ou
IATA) est une organisation commerciale internationale de sociétés de transport aérien. Ces entreprises sont
spécialement autorisées à consulter les prix entre elles par l’intermédiaire de cet organisme. Cette association, a été
fondée à La Havane à Cuba en avril 1945. Son siège social est situé à Montréal, dans la tour de la Bourse.
Elle regroupe 230 compagnies qui représentent 95 % du trafic mondial de passagers. Son directeur général depuis
2002 est l’italien Giovanni Bisignani.
L'activité principale de l'IATA est la simplification des facturations entre les compagnies aériennes et les agents de
voyages.
Aujourd’hui, la mission d’ IATA est représenter, mener et server l’industrie du transport aérien.
Gilberto Govi: a man, a mask
Amerigo Armando Gilberto Govi (1885-1966) was an Italian actor and playwright who had made famous the
Genoese dialectal theatre with his stage shows and his television performances.
The medicine upside-down – and if Hamer has right?
Ryke Geerd Hamer doctor in physics, theology and medicine. With the specialization in: psychiatry, neurology and
internal medicine.
He bases his medical thinking on the conviction that the brain (the head office of our body) is the responsible of all
the diseases (from the flu to the cancer). He studied more than 20.000 of sick people confirming his theory.
A night in Città Alta: between past and reality under the glance of Bartolomeo Colleoni
A historic and artistic picture on the prince Bartolomeo Colleoni and his city. The article is dedicated to the earl Aldo
Colleoni, Mongolian General Consul his noble descending.
The flags of the world:
The flags want to confirm the internationality of our newspaper that believes in the need of the relations between
the states for a human social and economic cooperation.
Enti patrocinanti:
International no profit Institute Natural Future Therapy
è un'istituzione internazionale, culturale, apolitica, senza scopo di lucro ha per finalità la valorizzazione della
civiltà nelle regioni storiche del mondo, per obiettivo generale l'attivazione di sinergie atte a riscoprire e
promuovere, soprattutto tra i giovani le radici storiche e culturali delle Civiltà nella sua storia ultra millenaria,
ricca di passati principi e di radicamento, forti radici da non cancellare impresse nei valori, nei saperi, nei
sapori legati alla Terra, perchè l'uomo sempre più spogliato della propria identità possa trasmettere alle future
generazione, i segni, i simboli e le testimonianze delle loro radici, secondo il principio torniamo all'antico e sarà
un progresso.
L'Associazione realizza i compiti statutari, anche in collaborazione con Associazioni Internazionali senza
scopo di lucro, mediante incontri, studi, lezioni, corsi di formazione, di aggiornamento propedeutico, di Master,
conferenze, tavolo rotonde, congressi, mostre, pubblicazioni di libri, periodici, articoli di stampa, laboratori di
oggettualità materiale, musica e tradizioni folcloriche, trekking ecologici, corsi di cucina, guida alle sementi e
alle erbe officinali, studio del territorio per sperimentare nuove colture salutistiche, per realizzare una bancasemi dei vegetali locali per tutelare tipiche produzioni originarie e primordiali, proteggendo con ogni mezzo le
specie vegetali in estinzione. Allo scopo saranno attivate sinergie locali, regionali, nazionali e trasnazionali,
vocate al precipuo sviluppo sostenibile dell'uomo e del territorio.
L'Associazione inoltre promuove "liberi corsi propedeutici internazionali" (ex art. 33 Costituzione Repubblica Italiana) relativi a tecniche olistiche,
bionaturali e ayurvediche, tematiche naturali del benessere della persona, pranoterapia, shatzu, watsu, musicoterapia, yoga, reiki, aromaterapia,
tecnica respiratoria, filosofia del pensare positivo, filosofia e psicologia dell'alimentazione, autostima, arte del modo di fare: educazione,sensibilità
verso gli altri e finalità motivazionali. Mentre nelle scienze umane attiva proiezioni e prospettive personali e transnazionali, previsioni a breve e
lungo termine, analisi gnoseologiche, filosofiche e psicologiche.
L'Associazione aderisce inoltre con provvedimento del Presidente ad organizazzioni, istituzioni, associazioni senza scopo di lucro ed enti pubblici e
privati, sottoforma di adesione, patrocinio, partenariato, purchè compatibili con le finalità statutarie.
Head office: (executive secretary Mr. Angelo Capretto)
Permanent representation:
Salita dei fiordalisi 2 – 16035 Rapallo (GE)
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Tel. +306977726389
WORLD CULTURAL NO PROFIT ORGANIZATION OF INTERNATIONAL COMMUNICATION
ha per finalità la valorizzazione della civilità nelle regioni storiche nel mondo per obbiettivo generale
l'attivazione di sinergie atte a riscoprire e promuovere, soprattutto tra i giovani le radici storiche e culturali
della civiltà nella sua storia ultramillenaria ricca di passati, principi e di radicamento, forti radici da non
cancellare impresse nei valori, nei saperi e nei sapori legati alla Terra, perchè l'uomo sempre più spogliato
della propria identità possa trasmette alle future generazioni i segni, i simboli e la testimonianza delle loro
radici. L’associazione gode del patrocinio dell’INARS ”premio cultura Presidenza Consiglio Ministri”.
L'Associazione realizza i compiti statutari, in partenariato anche con altre associazioni no profit, mediante
incontri, studi, lezioni, corsi di formazione, di aggiornamento, di master, conferenze, tavole rotonde,
congressi, mostre, pubblicazione di libri, periodici, articoli di stampa, laboratori di oggettualità materiale
legate alla culture più ancestrali, alla musica e alle tradizioni folcloriche, trekking ecologici, corsi di
gastronomina, studio del territorio per sperimentare nuove culture e proteggere con ogni mezzo la liberta dei
cittadini. Allo scopo saranno attivate sinergie nazionali e trasnazionali vocate al precipuo sviluppo sostenibile
dell'uomo e del territorio.
L'Associazione per meglio attendere gli scopi sociali e culturali è proprietaria ed editore del giornale "The
International Journal" debitamente registrato nel registro stampa del tribunale di Chiavari - Ge (I), nella
piena convinzione che la stampa e libera e non soggetta ad autorizzazioni o censure (art.21 della
Costituzione Repubblica italiana).
Si può infatti fare cultura senza politica ma non politica senza cultura. La diplomazia internazionale ed
aziendale come le norme comportamentali e di protocollo sono elementi essenziali dell'attività
dell'Associazione.
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Le CIR/IIA est répertorie dans la « Liste des Instituts, Centres et
écoles d’enseignement sur les questions internationales »
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Le CIR-IIA est reconnu comme: «Organisation internationale
destinée à donner une impulsion transnationale à la coopération
entre les états» (OMPI, 1973)
La siège administratif est a Lima (Pérou),
Le siège de la Présidence Internationale est à S. Mateo, CA (USA)
et il y a d’autres sièges,
représentations permanentes et délégations dans le monde entier.
« Annuaire des Organisations internationales ONU » B/4054
European liaison rapresentation office:
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International Master du CIR – IIA
World Institute of Historical Regions
Istituzione transnazionale, culturale, apolitica no-profit che ha per finalità la tutela e la valorizzazione delle regioni storiche appartenenti ai
circa duecento stati sovrani del mondo,in difesa delle loro radici e della loro identità. Atteso che si può fare cultura senza politica ma non
politica senza cultura. Un richiamo pressante per attivare sinergie atte a riscoprire e promuovere, soprattutto tra i giovani le radici storiche e
culturali nella civiltà della loro storia ricca di passati principi e di radicamento, forti radici da non cancellare, inpresse nei valori, nei saperi,
nei sapori legati alla terra, perché l’uomo sempre più spogliato della propria identità possa trasmettere alle future generazioni i segni, i
simboli e le testimonianze delle loro radici, secondo il principio: torniamo all’antico e sarà un progresso.
L’istituzione culturale é la filiazione diretta dell’INARS – Istituto Nazionale Regioni Storiche ( “premio cultura della Presidenza Consiglio
Ministri”) fondato nel MCMLXX e la cui sede storica è al Castello di S.Leo (già capitale d’Italia nel IX secolo, nell’antica regione del Montefeltro).
L’istituzione deriva dalla considerazione che molte Regioni Storiche del mondo hanno subito processi di
disconoscimento della loro identità storica e culturale e di ripartizione in base a criteri di carattere politico e
strategico-militare prima, economico-organizzativo successivamente, contro i principi del diritto internazionale
ed umanitario.
L’istituzione realizza i compiti statutari, in partenariato anche con altre associazioni no profit, mediante incontri,
studi, lezioni, corsi di formazione, di aggiornamento, di master, conferenze, tavole rotonde, congressi, mostre,
pubblicazione di libri, periodici, articoli di stampa, laboratori di oggettualità materiale legate alla culture più
ancestrali, alla musica e alle tradizioni folcloriche, trekking ecologici, corsi di gastronomina, studio del territorio
per sperimentare nuove culture e proteggere con ogni mezzo la liberta dei cittadini. Allo scopo saranno attivate
sinergie nazionali e trasnazionali vocate al principio dello sviluppo sostenibile dell'uomo e del territorio.
L’Istituzione per meglio attendere gli scopi sociali, culturali e internazionali ha stabilito perpetuo partenariato con
il WORLD CULTURAL NO PROFIT ORGANIZATION OF INTERNATIONAL COMMUNICATION (proprietario ed editore
del giornale "The International Journal").
Nella tutela e valorizzazione delle Regioni Storiche del mondo in una rete internazionale di coesione e sussidiarietà intendiamo difendere la memoria
storica e l’identità culturale nelle comuni radici, linguistiche, artistiche, poetiche, popolari, culturali contro ogni tentativo di omologazione in nome di
una globalizzazione selvaggia.
Per cominciare, l’istituzione illustra ed elenca le regioni storiche appartenenti al presente alla Grecia.
REGIONI STORICHE DEllA GRECIA
REGIONI STORICHE
POSIZIONE
UBICAZIONE
DIVISIONI PRE / POST
ATTICA
ATTICA
Stemma civico di
Atene
ATTICA
Capoluogo: Atene
L’Attica del V secolo a.C.
Stemma dei duchi La
Roche
REGIONI STORICHE DELLA GRECIA
CENTRALE
LE 5 REGIONI STORICHE
DELLA GRECIA CENTRALE
GRECIA CENTRALE
Capoluogo: Lamia
1. BEOZIA (giallo)
2. EUBEA (rosa)
3. EURITANIA (celeste)
4. FOCIDE (viola)
5. FTIOTIDE (verde)
Regione storica la cui storia si identifica con Atene,
massima città della Grecia classica, fondata dal
mitico Cecrope, passò dal regime monarchico
(Codro), a quello aristocratico (Eupatridi), , ebbe
quindi un governo democratico con le istituzioni di
Dracone e Solone (594 a.C.) e, dopo Pisistrato,
Clistene. Centro culturale nell’età di Pericle, fu
fiorente dalle Guerre Persiane alla Guerra del
Peloponneso. Decaduta e assoggettata alla
Macedonia nel 338 a.C.,fu poi sottomessa a Roma
nel 146. Decadde nell’età bizantina, risorse come
Ducato di Atene (1205-1456), dopo la IV Cociata, il
cui primo duca fu Ottone de La Roche e nel 1342
Gualtiero di Brienne, signore di Firenze. Conquistata
da Maometto II nel 1456, rimase sotto il dominio
turco fino al 1834, quando divenne capitale della
Grecia indipendente.
4 Prefetture (NOMOI) corrispondenti:
BEOZIA Capoluogo: Livadeia
EUBEA Capoluogo: Calcide
EURITANIA Capoluogo: Karpenisi
FOCIDE Capoluogo: Amfissa
FTIOTIDE Capoluogo: Lamia
Stemma della
Repubblica di San
Marco
Stemma del Regno di
Grecia
Antichissima regione storica dalla forte identità, la
BEOZIA, ebbe centri importanti come Tebe ed
Orcomeno dove fiorì la civiltà micenea; la sua storia
si identifica con Tebe, che in età classica non fu
sottomessa da Atene; fece parte del dominio
macedone e poi provincia romana come le altre
regioni della Grecia centrale e nel XIII secolo
divenne capitale del Ducato di Atene, seguendone le
sorti. Fu patria di Esiodo, di Pindaro e di Plutarco.
L’EUBEA ebbe come centri notevoli Calcide ed
Eretria che ebbero un ruolo importante nella
colonizzazione dell’Egeo nord-occidentale,
dell’Italia e della Sicilia; sotto il dominio di Atene
nel VI secolo, passò nel 338 a.C. sotto il dominio
macedone, e dal 146 a.C. sotto quello romano-latino.
Conquistata da Bonifacio I del Monferrato nel 1205,
fu dominio di Venezia con il nome di
NEGROPONTE dal 1211 al 1470, quando dopo un
lungo assedio cadde nelle mani dei Turchi che la
tennero fino al 1830, quando entrò a far parte del
Regno di Grecia.
LE QUATTRO REGIONI STORICHE DELLA
GRECIA OCCIDENTALE
LE 4 REGIONI STORICHE
DELLA GRECIA
OCCIDENTALE
1. ACARNANIA (rosso)
2. ETOLIA (blu)
3. ACAIA (giallo)
4. ELIDE (verde)
Stemma dell’Impero
turco-ottomano
GRECIA OCCIDENTALE
Capoluogo: Patrasso
3 Prefetture (NOMOI) corrispondenti:
ETOLIA-ACARNANIA
Capoluogo: Missolungi
ACAIA Capoluogo: Patrasso
ELIDE Capoluogo: Pirgo
Stemma della città di
Patrasso, capoluogo
dell’Acaia
ACARNANIA: fondata da Acarnan figlio di
Almeone, dedita alla pirateria; al crollo dell’Impero
bizantino (1204) divenne parte del Despotato di
Epiro e nel 1480 passò all’Impero Ottomano, per
tornare alla Grecia nel 1832.
ETOLIA: antica regione storica, a lungo ai margini
della civiltà greca, alla fine del IV secolo a.C. si
costituì nella Lega etolica, per fronteggiare la
Macedonia, arrivando a controllare nel 290 quasi
tutta la Grecia centrale. Passata con Antioco III di
Siria, fu battuta dai Romani nel 189 e infine sciolta
nel 146.a.C. Seguì poi le sorti dell’Acarnania,
divenendo parte del Despotato di Epiro e poi
dell’Impero Ottomano.
ACAIA e ELIDE: Abitate in epoca protostorica dagli
Achei la prima, dai Cauconi e dagli Etoli la seconda,
parteciparono alla colonizzazione dell’Italia
meridionale (secc. VIII-VII a.C.). Soggette
all’influenza di Atene, Sparta, Tebe, passarono poi
sotto il dominio macedone. Caduta sotto la
dominazione romana (146 a.C.), divennero parte
della provincia romana di Acaia che comprendeva
tutta la Grecia. Nel 1210 divennero parte del
Principato di Acaia insieme alle altre regioni del
Peloponneso.
TESSAGLIA
TESSAGLIA
Subregioni: MAGNESIA e ISOLE
SPORADI
Stemma dell’Impero
Bizantino
La Tessaglia del V sec. a.C.
TESSAGLIA
Capoluogo: Larissa
4 Prefetture (NOMOI) corrispondenti:
KARDITSA Capoluogo: Karditsa
LARISSA Capoluogo: Larissa
MAGNESIA Capoluogo: Volos
TRIKALA Capoluogo:Trikala
Bandiera dell’Impero
Turco-Ottomano
Walacchia-Tessaglia nel 1265
EPIRO
L’Epiro nel V secolo a.C.
Alla civiltà tessala del neolitico seguì quella
micenea, (reperti di Larissa, Iolco, Sesklo).
L’aristocratica famiglia degli Aleuadi arrivò a
controllare il territorio nonché la potente Lega
Anfizioniaca della Grecia settentrionale. Partecipò
alle Guerre persiane e agli inizi del IV secolo a.C.
divenne tagus (re) Giasone di Fere, che grazie alla
potente cavalleria tessala trasformò in breve il paese
in uno stato potente che controllava anche territori
confinanti; era suo intento portare guerra al re di
Persia quando fu assassinato (379 a.C.). Nel IV
secolo a.C. divenne vassallo della Macedonia,
provincia indipendente nel 300 con capitale Larissa
Formalmente divenne parte della provincia di
Macedonia dopo la conquista romana (146 a.C.) e
fino al XIII secolo fu sotto il dominio dell’Impero
romano d’Oriente, quando grandi porzioni del
territorio caddero .sotto il controllo di tribù Vlach (la
Valacchia tessala). Dopo un breve periodo di
dipendenza dal Regno latino di Tessalonica, fu
conquistata da Theodore Komnenos Doukas
divenendo stato indipendente governato da questa
famiglia. Alla fine della dinastia segurono periodi di
dominazione bizantina, serba fino alla conquista nel
1394 dei Turchi Ottomani. Nel 1881 l’Impero
Ottomano cedette alla Grecia la maggio parte della
Tessaglia.
EPIRO
EPIRO
Capoluogo: Giannina
4 Prefetture (NOMOI) corrispondenti:
ARTA Capoluogo: Arta
GIANNINA Capoluogo: Giannina
PREVESA Capoluogo: Prevesa
TESPROZIA Capoluogo: Igoumenitsa
Stemma della famiglia
Orsini
Le tribù dei Molossi, Thesproti, Bardei e Caoni si
insediarono nella regione storica tra il XX e il XVI
secolo a.C. I Corinzi vi fondarono le prime colonie
attorno al IX secolo a.C. Nel V secolo avviene
l’unificazione dei regni come confederazione con
Tharipas. Seguì un periodo di disordini tra le varie
tribù confederate, che si concluse con l’ascesa di
Pirro, che dal 297 a.C. era re della sua gente, i
Molossi, tribù preponderante che dichiarava
discendere da Achille.Abile generale, lodato da
Annibale ed acerrimo antagonista di Roma , contro
cui organizzò una campagna militare (280-275 a.c.)
per creare un suo regno in Italia. La spedizione fallì
dopo un avvio fortunato per Pirro. Sottomessa dai
Romani nel 168 a.C fu incorporata nella provincia
romana di Macedonia. Nel IV secolo d.C. fu invasa
dai Goti di Alarico. Nel 1204, allo smembramento
dello Stato Bizantino, si formò grazie a Michael I
Komnenos Doukas il Despotato di Epiro dal 12041466, quando passò sotto il dominio ottomano e poi
tornò alla Grecia nel corso delle Guerre Balcaniche.
Il Despotato, che ebbe il massimo punto di
espansione dal 1205 al 1230, fu governato dalla
dinastia dei Ducas, poi dalla famiglia italiana degli
Orsini dal 1318 1l 1359.
Il Despotato d’Epiro
MACEDONIA (greca)
Subregioni:
1. CALCIDICA
2. MONTE ATHOS
MACEDONIA
L’intera regione storica copre
territori appartenente a 5 stati:
Grecia, Repubblica di Macedonia,
Bulgaria, Albania e Serbia
La Macedonia nel V secolo a.C.
L’Impero di Alessandro Magno
Monte Athos “Entità teocratica
indipendente”
TRACIA
Come Regione Storica oggi è
politicamente divisa tra la Grecia,
la Bulgaria e la Turchia
La Tracia storica si estendeva
verso est dalla Macedonia al Mar
Nero e al Mar di Marmara, verso
sud dal Danubio al Mar Egeo.
MACEDONIA OCCIDENTALE
Capoluogo: Kozani
MACEDONIA CENTRALE
Capoluogo: Salonicco (Tessalonica)
MACEDONIA ORIENTALE E
TRACIA
Capoluogo: Komotini
REGIONE AUTONOMA DI MONTE
ATHOS
Si trova nella "lingua" più orientale
della Penisola Calcidica ed è abitata da
circa 1500 monaci ortodossi distribuiti
in 20 monasteri principali o laure, oltre
a 12 Skiti (comunità di monaci singoli
sorte intorno a chiese) e a circa 250
Celle, o eremi isolati . Tutte le Skiti o
le Celle sono autonome per quel che
riguarda la loro vita interna, ma
ricadono sotto la giurisdizione di uno
dei 20 monasteri principali per quel che
riguarda i problemi generali della vita
monastica e i problemi amministrativi.
Repubblica teocratica riconosciuta
indipendente nel 1913. Dal 1920 sotto
l’alta sovranità greca, con il Trattato
del 16.09.1926, amministrata dalla
Santa Comunità Monastica,
rappresentante i 20 conventi ortodossi
Simbolo della
Macedonia “Il Sole di
Vergina”
Associato al Regno
degli Argeadi
Stemma della
Macedonia
Stemma della
Repubblica teocratica
di Monte Athos
L’aquila bicipite
coronata e con globo e
croce negli artigli è
anche quello della
Chiesa ortodossa;
analogo allo stemma
dell’Impero bizantino
il cui imperatore era
“isapostolo”, tradizione
araldica ripresa dallo
zar di tutte le Russie.
E’ una regione storica, i cui confini sono stati
ridefiniti agli inizi del XX secolo. L’intera regione
copre parti della Grecia, della Repubblica di
Macedonia, della Bulgaria e parti minori
dell’Albania e della Serbia.
Viene costituito il Regno di Macedonia tra l’VIII e il
VI secolo a.C. con il re Perdicca I della dinastia degli
Argeadi che costruirono la capitale ad Aigai (la
moderna Vergina); alla stessa dinastia appartiene
Alessandro Magno.
Con Filippo II (339- 336 a.C9 iniziò l’espansione
della Macedonia in Grecia, sui Paioni, Traci ed
Illirici, e su territori dell’attuale Repubblica di
Macedonia (Pelagonia e Pavonia). Il figlio di Filippo
II, Alessandro Magno, allargò il regno creando un
impero che abbracciava teritori della Grecia,
dell’Impero persiano, dell’India e dell’Egitto. I
romani sottomisero i greci della Macedonia nel 168
a.C. facendone una provincia romana; seicento anni
più tardi, con la scissione dell'impero, la regione
divenne parte dell'impero romano d'Oriente retto da
Costantinopoli. Nel VII secolo si stabilirono qui tribù
slave, modificando così l'assetto etnico del territorio.
Nel IX secolo la regione fu conquistata dallo zar
bulgaro Simeone e più tardi, durante il regno dello
zar Samuele, la Macedonia divenne il centro di un
potente stato bulgaro. La sconfitta di Samuele da
parte di Bisanzio nel 1014 diede inizio a un lungo
periodo di instabilità, durante il quale Bisanzio, la
Bulgaria e la Serbia si contesero a fasi alterne
l'egemonia sulla regione. In seguito alla rovinosa
disfatta della Serbia a opera dei turchi nel 1389, la
penisola balcanica fu annessa all'impero ottomano, il
che produsse un'ulteriore trasformazione nella
fisionomia culturale della Macedonia.
Nel 1878 la Russia sconfisse la Turchia e da allora è
iniziato lo smembramento della Macedonia.
TRACIA
MACEDONIA ORIENTALE E
TRACIA
Capoluogo: Komotini
TRACIA
3 Prefetture (NOMOI) corrispondenti:
EVROS Capoluogo: Alessandropoli
XANTHI Capoluogo: Xanthi
RODOPI Capoluogo: Komotini
Stemma della Tracia
Bizantina
Stemma dell’Impero
Latino (Stati Crociati)
Stemma della Tracia
ottomana
Abitata da Traci e Illiri, la Tracia subì con Dario
l'occupazione persiana (492 a. C.), dalla quale si
liberò dopo la battaglia di Platea (479 a. C.). Si
delineò allora un notevole progresso civile,
soprattutto nella Tracia orientale, dove la tribù degli
Odrisi ottenne la supremazia. Il regno degli Odrisi fu
abbattuto da Filippo il Macedone (342-341). Alla
morte di Alessandro la regione venne a lungo
contesa tra Macedonia, Egitto e Siria, sino
all'intervento dei Romani che, in seguito (46 d. C.),
la trasformarono in provincia.
Terra di conquista delle migrazioni barbare dei secc.
IV-VI, nel VII sec. venne stabilmente occupata da
popolazioni slave, cadute ben presto sotto l'egemonia
bizantina. Caduta interamente sotto il dominio
ottomano nel 1360, vi rimase sino al 1878 quando,
col trattato di Berlino, la parte settentrionale della
provincia di Rumelia fu posta sotto amministrazione
autonoma e successivamente (1885) incorporata
dalla Bulgaria che, dopo le guerre balcaniche, assorbì
(1913) anche la Tracia occidentale. Dopo la prima
guerra mondiale parte della Tracia occidentale passò
alla Grecia.
PELOPONNESO
PELOPONNESO
REGIONI STORICHE
DELL’ANTICO
PELOPONNESO
PELOPONNESO
Capoluogo: Tripoli
Attualmente appartenenti alla
Periferes della Grecia occidentale:
1. ACAIA
2. ELIDE
Attualmente appartenenti alla
Periferes del Peloponneso:
1. ARCADIA
2. ARGOLIDE
3. CORINZIA
4. LACONIA
5. MESSENIA
7 Prefetture (NOMOI) corrispondenti:
ACAIA ( Prefettura della Grecia
Occidentale)
ELIDE
(Prefettura della Grecia Occidentale)
ARCADIA Capoluogo: Tripoli
ARGOLIDE Capoluogo: Nauplia
CORINZIA Capoluogo: Corinto
LACONIA Capoluogo: Sparta
MESSENIA Capoluogo: Calamata
Stemma del Principato
di Morea o di Acaia
Stemma del Principato
di Morea sotto
Guillaime de
Champlitte (12051209)
Stemma di Ottone I di
Baviera
CRETA - CANDIA
Mappa dell’Isola di Candia di
Giorgio Sideri (1562)
Abitato fin dal neolitico, ha subito varie invasioni di
popoli, prima di essere dominato da Sparta tra il X e
l’VIII secolo a.C.; poi dai Macedoni e infine dai
Romani (146 a.C.), che la istituirono in provincia
insieme alla Macedonia.
Con la IV Crociata e la caduta di Costantinopoli ad
opera dell’armata latina, il Peloponneso fu assegnato
al marchese Bonifacio I di Monferrato. Il compito
della conquista fu dato a Guillaime de Champlitte
che prese il titolo di principe d’Acaia; a lui si
aggiunse come vassallo Geoffroy de Villehardouin,
che gli successe il 1209. Seguì nel principato la Casa
d’Angiò e nel 1306 il titolo passò per matrimonio
alla Casa Savoia. Seguì un periodo di conflitti tra
vari pretendenti finché il Principato di Acaia-Morea
fu assorbito completamente nel 1432 dal Despotato
di Morea, provincia dell’Impero bizantino che
formatosi nel 1308 durò circa 150 anni fino al 1460,
quando l’ultimo lembo dell’Impero bizantino cadde
sotto il dominio turco.
Dal 1685 al 1715 il Peloponneso fu sotto la
dominazione della Repubblica di Venezia come
Regno di Morea, grazie alla conquista di Francesco
Morosini. Seguì nel 1715 un secondo dominio dei
Turchi che ebbe termine nel 1821, quando i Greci si
ribellarono e dichiararono la loro indipendenza, cui
in realtà si arrivò nel 1829.
Si formò il Regno di Grecia il 3 febbraio 1830 con il
Trattato di Londra e il primo re fu Ottone I di
Baviera, cui successe nel 1863 Giorgio I, principe
reale di Danimarca.
CRETA
4 Prefetture (NOMOI) corrispondenti:
IRAKLIO Capoluogo: Iraklio
RETHYMNO Capoluogo: Rèthymno
LASSITHI Capoluogo: H.Nikolaos
CHANIA Capoluogo: Chania
Il Toro di Creta
simbolo del Minotauro
Bandiera della
Repubblica di Venezia
(la Serenissima)
I possedimenti della Repubblica di
Venezia nel Mediterraneo
orientale (in verde) nel 1450
CICLADI
Il neolitico, testimoniato dal 6.000 a.C. si evolve
nella cultura del bronzo o minoica, termine derivato
da Minosse, il mitico re dell’isola. Alla civiltà
minoica (3.000-1450 a.C.) subentrò la civiltà
micenea. Conquistata poi dai Dori nel sec. XI a.C.
Creta rimase estranea alle vicende continentali, fino
al 67 a.C. quando i Romani l’annessero alla
Pirenaica costituendola poi in provincia. (287 d.C.).
Rimasta all’Impero bizantino cadde poi sotto il
dominio arabo (823-961). Tornata ai Bizantini fu
assegnata nel 1204 con la IV crociata al Marchese
del Monferrato. Nel 1204 venne venduta a Venezia,
la Serenissima, che la difese dagli Ottomani fino al
1669. Dominata dai Turchi, l’isola si ribellò fino al
ritorno alla Grecia nel 1913 con il Trattato di Londra
CICLADI
PREFETTURA DELLE CICLADI
REGIONE AMMINISTRATIVA
EGEO MERIDIONALE
Capoluogo: Ermoupoli
Bandiera dell’Impero
Turco Ottomano
DODECANESO
Arcipelago di circa 220 isole poste in forma circolare
intorno all’Isola di Delo. Regione storica famosa
nell’antichità per la civiltà cicladica (3000-1100
a.C.). Dopo la supremazia di Atene e della
Macedonia, le Cicladi caddero sotto il dominio dei
Tolomei d’Egitto, poi provincia dei Romani.
Dominio veneziano dal 1204 al 1537 quando caddero
in mano ai Turchi con conseguente spopolamento
delle isole
DODECANESO
PREFETTURA DEL DODECANESO
REGIONE AMMINISTRATIVA
EGEO MERIDIONALE
Capoluogo: Rodi
Stemma dell’Ordine di
S. Giovanni detto dei
Cavalieri di Rodi
La Regione storica trae il nome dalle 12 isole più
importanti dell’arcipelago, formato in realtà da più di
160 isole e isolotti, di cui 26 abitate. La sua storia è
legata a quella di Rodi, l’isola più importante
dell’arcipelago, fin dall’epoca greca quando
rappresentava un importante scambio tra oriente e
occidente. Nel Medioevo divenne sede per secoli dei
Cavalieri di Rodi che la fortificarono resistendo agli
attacchi turchi fino al XVI secolo, quando
negoziarono la loro uscita dalle isole che cedettero al
sultano dell’Impero Turco Ottomano.
Durante la Guerra italo-turca il Dodecaneso fu
occupato dall’Italia che la tenne fino al 1943, come
Colonia delle Isole Italiane nell’Egeo.
EPTANESO
La Repubblica delle Sette isole
(Eptaneso) a ovest della Rumelia,
nome usato dal XV secolo per
indicare la Regione dell’Impero
Ottomano dei Balcani meridionali.
EPTANESO
REGIONE AMMINISTRATIVA
ISOLE IONIE
(con eccezione dell’isola di Cerigo)
4 Prefetture (NOMOI) corrispondenti:
CORFU’ Capoluogo: Corfù
CEFALONIA Capoluogo: Argostoli
ZACINTO Capoluogo: Zante
LEUCADE Capoluogo: S. Maura
La Bandiera
dell’Eptaneso durante
il protettorato
britannico
Arcipelago nel Mar Ionio costituito da sette isole
maggiori (più alcuni isolotti) per cui è detto
Eptaneso: Cefalonia, Itaca, Zante-Zacinto, Corfù,
Leucade, Cerigo e Passo.
Le isole già veneziane fino alla caduta della
Serenissima,costituirono dal 1800 al 1817, escluso il
periodo dell’occupazione francese (1807-15), una
repubblica indipendente. Nel 1817 fu esteso
sull’Eptaneso il protettorato britannico fino al 1864,
quando le isole furono unite alla Grecia. Il 2 maggio
1817 venne formalizzato il protettorato britannico in realtà già operante dal 1815 - e fu aggiunto
l'Union Jack sulla bandiera al leone della
Serenissima. La bandiera fu abolita con l'annessione
alla Grecia (2 gennaio 1864).
Il leone di San Marco sulla bandiera ricordava il
lungo periodo di appartenenza a Venezia.
L’oroscopo attraverso i secoli
di Lucia Capretto Campaiola *
Fin dai tempi più remoti l’uomo ha sentito il bisogno di comprendere i segni astrali, sia per il fascino da essi
esercitato che per la necessità pratica di poter prevedere i fenomeni sociali. Dalla Metafisica di Aristotele è
tratto il principio secundum lunam, da cui deriva l’inflenza astrale su alcuni uomini metereopatici, per non
ricordare la stessa influenza fisica esercitata sulle maree, bastano le esemplificazioni correlate all’acqua alta a
Venezia e al celebre monte di Saint Michel in Francia.
Astra inclinant, non necessitant (“gli astri influenzano ma non costringono” il Dottore della Chiesa San
Tommaso d’Aquino). Nell’anno 1930 a Londra venne pubblicato sul Times il quadro astrale della principessa
Margaret, sorella dell’attuale regina Elisabetta II. Millenni prima di finire sui rotocalchi e i teleschermi, l’arte
astrologica nacque tra gli Egizi dall’ VIII secolo a.C. essi pensavano che il corpo fosse diviso in dodici parti
ognuno sotto l’infuenza astrale di un differente segno, altri precursori furono i Babilonesi (che divisero il cielo
in 15 costellazioni e iniziarono a registrare ogni eclisse),i Maya e gli Aztechi (che idearono un calendario di
260 giorni costituito da cicli di 20 nomi e di numeri dall’1 al 13), la stessa tradizione vedica o indiana (con il
Jyotish, una delle 6 discipline tratte dal Vedanga, che si pone come obbiettivo la dissipazione delle tenebre
dell’ignoranza) e l’antica tradizione astrologica cinese (che pone l’influenza dei propri segni con cadenza
annuale).
Dal canto suo Marco Tullio Cicerone faceva parte dei detrattori dell’arte divinatoria, mentre invece l’illustre
scrittore e poeta Orazio affermava experamur aves (“confidiamo nel volo degli uccelli”) un significato
propiziatorio. Non possiamo dimenticare il cosidetto fegato eugubino dell’epoca etrusca, che in base alle
Fegato etrusco di Gubbio
filamentazioni si traevano pronostici, ripreso poi dalla cultura romana.
Dopo le conquiste, Alessandro Magno entrò in contatto e diffuse la cultura greca. I greci collegano i miti alle costellazioni, e riempiono il cielo
di storie eccezionali, come ad esempio quella della ninfa Callisto trasformata in orsa da Era, consorte di Zeus. Gli oracoli vanno spesso
interpretati: Ibis redibis non morieris in bello risponde la Sibilla Cumana al guerriero. Che però a secondo della virgola, si può interpretare in
due modi: “ andrai ritornerai, e non morirai in guerra”, “andrai non ritornerai, e morirai in guerra”. A diffonndere l’astrologia in Europa invece ci
pensarono primariamente gli Arabi, che diffusero l’arte divinatoria di pari passo con le proprie conoscenze matematiche (grazie anche alla figura
di Albumasar), questi insegnamenti vennero presto recepiti dai dotti italiani che furono chiamati nelle corti di tutt’Europa. Emblematico fu il
comportamento della regina di Francia Caterina de Medici (consorte di Enrico II di Valois) e figlia di
Lorenzo il Magnifico che al contrario affermava:”Chi vuol esser lieto sia, del domani non v’è certezza”. La
regina aprì nel palazzo del Louvre centri studi vocati all’astrologia.
L’astrolabio da noi riportato è riprodotto nello studiolo di Federico Carpegna di Montefeltro duca di Urbino,
che come il celebre Giovanni Pico Marchese della Mirandola era studioso anche di Astrologia.
Questo breve excursus vuole richiamare l’attenzione del lettore sull’arte divinatoria, che non può essere
derubricata a strane magie o maghi ciarlatani, perché fa parte di una cultura che ha radici in quasi XXX
secoli di storia che vuol significare anche la necessità di uomini importanti a studiare le proiezioni del
futuro. La stessa scienza diplomatica si basa anche sulla grande dote di percepire il futuro prevedibile
proprio nelle relazioni internazionali con i diversi stati del mondo.
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Email: sedecentrale enit.it Presidente: Matteo Marzotto