Mercoledì 26 febbraio ore 9.30 lingua inglese - ore 1 1 .00 lingua italiana VISITA GUIDATA DEL TEATRO DELLA PERGOLA Spettacolo n° 12 8 Un percorso all'interno del più antico teatro all'italiana ancora in attività, che svela non solo la storia di un edificio ma anche quella dell'arte teatrale stessa. Dalle Operette Morali Prezzi: intero 8 € - ridotto 6 € prima parte Giovedì 27 febbraio - ore 1 8:00 Gli attori di Operette Morali incontrano il pubblico STORIA DEL GENERE UMANO Ingresso libero Paolo Graziosi (Giove) DIALOGO D’ERCOLE E DI ATLANTE Giovanni Ludeno (Ercole) , Renato Carpentieri (Atlante) , Totò Onnis (Orazio) 25 febbraio - 8 marzo Mostra IL TEATRO ITALIANO DI COMMEDIA IN COMMEDIA NELLE MASCHERE DI GIANCARLO SANTELLI a cura di Giancarlo Santelli e Maria Bellini DIALOGO DELLA TERRA E DELLA LUNA Barbara Valmorin (la terra) , Iaia Forte (la luna) DIALOGO DI TIMANDRO E DI ELEANDRO Una mostra dedicata alla preziosa arte della maschera e ad uno dei suoi indiscussi maestri: Giancarlo Santelli, ultimo vero artista che si dedica alla costruzione di maschere in cuoio per il teatro. Paolo Musio (Timandro) , Roberto De Francesco (Eleandro) DIALOGO DI TORQUATO TASSO E DEL SUO GENIO FAMILIARE Renato Carpentieri (Tasso) , Giovanni Ludeno (il genio) Ingresso libero. La mostra è visitabile in concomitanza con le aperture del Teatro. DIALOGO DELLA NATURA E DI UN ISLANDESE Paolo Graziosi (Giove) , Iaia Forte (la natura) , Roberto De Francesco (l’islandese) DIALOGO DI FEDERICO RUYSCH E DELLE SUE MUMMIE Totò Onnis (Federico Ruysch) , Paolo Musio, Renato Carpentieri, Roberto De Francesco, Iaia Forte, Paolo Graziosi, Giovanni Ludeno, Victor Capello (le mummie) Durata dello spettacolo: 2 h intervallo compreso seconda parte LA SCOMMESSA DI PROMETEO Paolo Graziosi (Giove) , Renato Carpentieri (Prometeo) , Giovanni Ludeno (Momo) , Totò Onnis (selvaggio) , Paolo Musio (famiglio) , Roberto De Francesco, Iaia Forte, Victor Capello DIALOGO DELLA MODA E DELLA MORTE Barbara Valmorin (la morte) , Iaia Forte (la moda) CANTICO DEL GALLO SILVESTRE chiuso in tipogfrafia il 1 9/02/201 4 Paolo Musio Domenica 2 marzo - ore 1 0.00/1 1 .00/1 2.00 VISITA GUIDATA DEL TEATRO DELLA PERGOLA Un percorso all'interno del più antico teatro all'italiana ancora in attività, che svela non solo la storia di un edificio ma anche quella dell'arte teatrale stessa. Prezzi: intero 8€ - ridotto 6€ Programma di sala Testi di Angela Consagra Impaginazione grafica Chiara Zilioli Hanno collaborato a questo numero Stefania Avila, Elena Capaccioli, Clara Bianucci, Elisabetta De Fazio, Gabriele Guagni, Orsola Lejeune, Alice Nidito DIALOGO DI UN VENDITORE D’ALMANACCHI E DI UN PASSEGGERE Giovanni Ludeno (venditore) , Totò Onnis (passeggere) DIALOGO DI PLOTINO E DI PORFIRIO Paolo Graziosi (Giove) , Barbara Valmorin (Porfirio) , Renato Carpentieri (Plotino) DIALOGO DI TRISTANO E DI UN AMICO Roberto De Francesco (Tristano) , Giovanni Ludeno, Paolo Musio, Totò Onnis, Iaia Forte (gli amici) DIALOGO DI CRISTOFORO COLOMBO E DI PIETRO GUTIERREZ Paolo Graziosi (Colombo) , Renato Carpentieri (Gutierrez) Durata dello spettacolo: 2 h e 1 0' intervallo compreso I poeti sono meno poeti quando fungono anche da itale glorie, ed è più facile scordarli. Di Giacomo Leopardi conosciamo assai poco, quel che basta per salire l’ermo colle o percorrere la piazzetta del sabato del villaggio. Ci sfuggono diverse sottigliezze, come quelle insite nelle Operette morali: siamo poco abituati a questo livello di divertissement, alle tecniche paratestuali, agli infiniti rimandi classici, all’imitazione/ammirazione per il virtuosissimo degli antichi, al sorriso amaro che si allarga dalla loro composizione. Sono come un farmaco, le Operette, un antidoto ai guasti del pensiero, un medicamento che lenisce i dolori dell’animo. Cura l’assenza di risposte a domande come a chi piace e a chi giova questa infelicissima vita dell’universo? La Natura ha come scopo quello di conservare gli esseri in vita, non di farli felici: perché nella Materia non c’è segno di inizio, e di fine, o di qualcosa che per necessità l’abbia generata. Pure, non è sicuramente questo il peggiore degli universi possibili, perché chi può conoscere i limiti della possibilità? E allora si attenua il pessimismo apparente là dove si riconosce che quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Risposta non c’è, o forse, chi lo sa. di Riccardo Ventrella C Renato Carpentieri Intervista a Mario Martone ’è un collegamento che unisce due spettacoli complessi come La serata a Colono, in scena la scorsa stagione, e le Operette morali? quando era molto giovane, nella fase più adulta ha smesso… Eppure, secondo me, mantiene una segreta vocazione teatrale, in grado di conferire una straordinaria vitalità ai personaggi descritti. Il testo di Leopardi è fatto di dialoghi tra personaggi ingessati in una vecchia cosmogonia: folletti, spiriti, figure storiche, pianeti, e così via. Emerge la straordinaria capacità mimetica di Leopardi. Un collegamento forte è dato dal fatto che i due spettacoli sono stati pensati e realizzati dallo Stabile di Torino. Entrambi sono marcati da una scelta rischiosa. La proposta di mettere in scena le Operette morali è stata accolta come un azzardo: l’idea di uno spettacolo tratto da quel testo leopardiano poteva apparire faticosa, forse troppo letteraria. Per ragioni inverse lo stesso si può dire per La serata a Colono perché è un testo di Elsa Morante estremamente difficile da mettere in scena, mai rappresentato prima. Tutto ciò marca una scelta di politica culturale dello Stabile che dirigo. In tempi difficili e di crisi come quelli che ci troviamo a vivere si è portati inevitabilmente a semplificare le scelte, a non compiere passi falsi e questo stato delle cose può condurre anche ad una specie di autocensura. Penso che si debba avere il coraggio di diffidare dalle censure, di qualsiasi tipo, cercando di fare delle scelte libere, per ribadire il senso del teatro. La scrittura di Leopardi ci arriva ancora viva e piena di interesse, forse adesso più che mai. Pensiamo al rapporto tra l’uomo e la natura, il suo coinvolgimento con la storia. Sono temi che passano attraverso la creazione di un universo fantastico che, secondo me, si presta molto alla messa in scena. In genere Leopardi è percepito ed analizzato secondo un’inclinazione triste, laddove invece una visione, certamente anche disperata di Leopardi, è comunque strettamente legata alla vita in tutti i suoi molteplici aspetti. In Leopardi è presente anche una straordinaria ironia, addirittura per alcune pagine si può parlare di comicità. Come si arriva alla scelta di trasportare sulla scena uno degli autori più importanti della tradizione letteraria italiana? Mimmo Paladino «La scrittura di Leopardi ci arriva ancora viva e piena di interesse, forse adesso più che mai» È una scelta di politica culturale. È un autore che non ha a che fare direttamente con il teatro: Leopardi ha scritto alcuni drammi solo Le parole di Leopardi riescono ancora a comunicare con un pubblico contemporaneo? Mario Martone ci conosciamo “ Con da tempo, è stato uno dei miei pri- mi incontri teatrali. All’inizio ero titubante ad accettare di lavorare alla messinscena delle Operette morali perché Leopardi mi sembrava un autore estraneo alla mia concezione figurativa, invece con Mario l’affiatamento è tale che non ho potuto rifiutare. Grazie a lui sono riuscito a comprendere l’aspetto estremamente visionario di Leopardi: anche se si tratta di uno scrittore concettuale, molto ‘di pensiero’, ecco che in scena ci sono le mummie, il venditore di almanacchi, il dialogo tra terra e luna, tutte immagini fantastiche e fortemente evocative. ” Sono rim asti solo “ Ca ssi era :rpa gliati in platea posti spa Sp ettato re: Ah ... e quan t'è il uno degli interpreti costo dello sparpagliam en to? L o spettacolo Operette morali si riferisce ad un testo di Giacomo Leopardi fuori dai canoni della letteratura teatrale… Non si può dire che questo testo di Giacomo Leopardi non abbia un carattere teatrale, dalla lettura emergono diverse immagini: è come entrare nella testa di questo autore, è Leopardi stesso a mettere in scena le sue idee. I dialoghi che compongono l’opera e che si susseguono uno dietro l’altro, hanno una loro rappresentazione: i personaggi appaiono e scompaiono. Le varie figure delle Operette si alternano, in una scena estremamente curata ma molto semplice entriamo nel mondo interiore di Leopardi. Alcuni momenti sono più comici o satirici, altri appaiono seri e pieni di invettive. Il regista Mario Martone ritrae tutte le miserie umane, i vizi dei grandi e allo stesso tempo la leggerezza del mondo, tipica del secolo. E questo vale sia per l’epoca di Leopardi sia per la nostra. Pensiamo, per esempio, alla società che è affidata ai giovani, che vogliono fare tutto in fretta… Comunque la vera difficoltà, per noi attori, è stata quella di impadronirsi delle parole espresse da Leopardi, tentando di rendere fruibile quel particolare linguaggio, estremamente lontano dal nostro quotidiano. Per Martone e per noi attori questi dialoghi di Leopardi contengono certi elementi di teatralità, alcuni aspetti che hanno permesso di trovare una forma drammaturgica a questa struttura linguistica. E, in particolare, che cosa ha trovato affascinante del pensiero di Leopardi? In questo spettacolo c’è un quadro generale del pensiero di Giacomo Leopardi, forse il nostro più grande filosofo. Si tratta di una scrittura attuale: pensare che il mondo che ci circonda sia superficiale ed auspicare una riflessione più approfondita sulle cose, esprimendo la necessità di uno studio, indagando bene su cosa fare e come farlo… E poi l’aspetto più affascinante sono le riflessioni che appartengono a Leopardi e che abbiamo imparato, come i suoi temi esistenziali: l’idea della natura indifferente, una natura che non si preoccupa degli uomini e che non pensa al benessere del genere umano. di Angela Consagra . ” foto Filippo Manzini Dei poeti ci si ricorda raramente: troppo spesso servono solo a riempire facilmente interstizi di senso. I poeti, che brutte creature, sono ricordi di scuola e di versi mandati a mente. RAPPRESENTANDO LEOPARDI foto Giorgio Sottile dal palco 25 I PUBBLICO IN BIGLIETTERIA... LA DOMANDA AL PUBBLICO “ Qual è il tuo primo ricordo legato al TEATRO? Il mio primo ricordo del teatro è ‘da protagonista’: gli spettacoli di fine anno nel teatrino della scuola. Ero in quinta elementare e mettevamo in scena l ’Arca di Noè. Quello che ricordo è che ero molto sciolta: stavo insieme agli altri e cantavo. Il primo spettacolo che invece sono andata a vedere è Il gabbiano di Cechov, con la regia di Nekrosius: un debutto da spettatrice davvero impegnativo! ” Sara, consulente aziendale con l’hobby del musical C'era una volta... ton e al Tea tro dell a Pergol a Il prim o spettacolo firm ato da Mario Mar dal 1 9 al 24 marzo 201 3. è stato La serata a Colono, rappresenlotato ttacolo aveva com e protaUni co testo teatrale di Elsa Morante, spe Carlo gon ista Cecchi, interprete di un Edipo cieco e feri to, imm obi lizzato in un letto di ospeda le e amorevolmente cura to dall a figl ia Antigone, l’attrice Antoni a Tru ppo.