ILLUMINISMO L'illuminismo fu un ampio movimento politico, sociale, culturale e filosofico sviluppatosi approssimativamente nel secolo XVIII in Europa. Nacque in Inghilterra ma ebbe il suo massimo sviluppo in Francia. Il termine illuminismo è passato a significare genericamente ogni forma di pensiero che voglia "illuminare" la mente degli uomini, ottenebrata dall'ignoranza e dalla superstizione, servendosi della critica della ragione e dell'apporto della scienza. L'età dei lumi: con questa espressione, che mette in evidenza l'originalità e la caratteristica di rottura consapevole nei confronti del passato, si diffuse in Europa il nuovo movimento di pensiero degli illuministi francesi, che in effetti affondava le sue radici nella cultura inglese. Voltaire, Montesquieu, Fontanelle riconoscevano infatti di essersi ispirati a quella filosofia inglese fondata sulla ragione empirica e sulla conoscenza scientifica, elementi essenziali del pensiero di Locke e di Newton e David Hume. Lo sviluppo della borghesia durante il regno di Luigi XIV fu assicurato dall'assolutismo monarchico e fu fondato sulla distinzione tra l'uomo privato e quello pubblico. Il suddito poteva fare i suoi affari ed esprimere una certa libertà di pensiero ma questa non doveva mai entrare in conflitto con l'autorità del sovrano. Una particolare funzione sociale e politica venne svolta dai salotti letterari. Gli incontri erano organizzati da altolocati membri dell'alta borghesia o dell'aristocrazia riformista francese che erano soliti invitare in casa loro, intellettuali più o meno noti per conversare e dibattere temi d'attualità o argomenti particolarmente graditi all'anfitrione. In genere nei salotti si leggevano opere giudicate politicamente eretiche dall'assolutismo monarchico o si discuteva di cosa stesse accadendo fuori del mondo salottiero. Essendo la Francia il centro propulsore dell’Illuminismo, si moltiplicavano luoghi e strumenti della comunicazione: salotti, cafè, club, accademie con opere, giornali. Nel 1751 la prima opera fu L’Enciclopedia diretta di Diderot e D’Alembert che contribuì potentemente alla diffusione delle nuove idee. Era un dizionario ragionato delle arti, scienze e mestieri suddiviso in 28 volumi. L’idea era di proporre un catalogo selezionato di voci attinenti a ogni ambito del sapere umano. Il sapere deve essere libero privo di censure o limitazioni e che possa istruire al diritto-dovere di ogni persona di pensare con la propria testa. Lo sviluppo del teatro creò un terreno favorevole al dibattito critico del sistema politico assolutistico creando una forte opposizione all’assolutismo di Luigi IV da parte di ugonotti, giansenisti e liberi pensatori (libertini) La rivoluzione scientifica e la critica storica dei testi sacri furono il punto di partenza della sensibilità illuminista già negli ultimi decenni del ‘600 affermando l’antistoricismo. Prima del ‘700 tutto fu visto come un periodo di secoli bui, salvando solo il Rinascimento. Gli aspetti fondamentali dell’Illuminismo si possono riassumere in: Empirismo - idea che la conoscenza umana di fondi sui sensi e sull’esperienza Progresso - la convinzione che il destino dell’umanità se guidato dalla ragione e dallo spirito scientifico porti a un continuo miglioramento. Tolleranza - accettazione di tutti i punti di vista altrui tutelando la libertàpersonale e di parola Cosmopolitismo - convinzione che l’uomo debba considerarsi cittadino del mondo al di là dell’appartenenza etnica. Una ragione senza confini Giurisdizionalismo - rivendicazione da parte dello Stato del potere civile contro il sitema di privilegi e immunità della Chiesa Giusnaturalismo - nella dottrina giuridica l’esistenza di un diritto naturale che precede le norme giuridiche determinate nel corso dei tempi (diritto positivo) 2014 [email protected] In Inghilterra il clima illuminista fu anticipato dalle idee scientifiche di Newton e un ruolo fondamentale lo ebbe il deismo (=concezione della religione aliena al dogmatismo e alle tradizioni storiche. Per i deisti Dio non ha nulla di misterioso, la sua natura si può indagare rezionalmente senza ricorrere alla rivelazione biblica). Gli Illuministi si professavano atei, per loro un essere supremo non terreno ha dato la vita al mondo ma poi se ne è disinteressato. In Francia gli Illuministi si percepivano come membri di un vero e proprio partito filosofico fondato sull’idea che i filosofi non si esprimessero soltanto nella speculazione ma dovessero dirigire la trasformazione sociale. Compito degli intellettuali illuministi, che si autodefinivano philosophes, doveva quindi essere il coraggioso uso della ragione, un compito pedagogico di liberazione dalla metafisica, dall'oscurantismo religioso, dalla tirannia della monarchia assoluta. Questo programma educativo secondo Jean-Jacques Rousseau significava riportare l'uomo al suo iniziale stato di natura trasformandone la spontanea bontà della condizione naturale in una conquista consapevole e definitiva della sua razionalità. Affermò che l’aggressività dell’uomo naque con la nascita della proprietà privata. Naque il mito del "buon selvaggio" un mito basato sulla convinzione che l'uomo in origine fosse un "animale" buono e pacifico, solo successivamente corrotto dalla società e dal progresso. Nella cultura del Primitivismo del XVIII secolo, il "buon selvaggio" era considerato più lodevole, più autenticamente nobile dei prodotti dell'educazione civilizzata. Il concetto di "buon selvaggio" incarnò la convinzione che senza i freni della civilizzazione gli uomini erano essenzialmente buoni, le sue fondamenta risiedono nella dottrina della bontà degli esseri umani. Il mito del buon selvaggio fu alimentato dall'azione missionaria dei Gesuiti. Fu soprattutto Rousseau a propagandare la tesi del buon selvaggio, asserendo nel suo Contratto sociale che «l'uomo è nato libero e tuttavia ovunque è in catene» Nel 1748 Montesquieu, grande ammiratore della monarchia inglese, teorizzò la separazioni dei poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario) nell’opera Spirito delle Leggi, opera destinata a diventare il punto di riferimento di ogni riflessione sulla forma dello Stato e sulla natura delle Leggi. Il più popolare divulgatore dell’Illuminismo francese fu Voltaire. La vasta produzione letteraria di Voltaire si caratterizzò per l'ironia, la chiarezza dello stile, la vivacità dei toni e la polemica contro le ingiustizie e le superstizioni; deista (= cioè seguace della "religione naturale" che vede la divinità come estranea al mondo e alla storia), ma scettico, fortemente anticlericale e laico, fu considerato uno dei principali ispiratori del pensiero razionalista non religioso moderno. Voltaire credeva nel progresso annunciato dall'illuminismo ma non era disposto a farne un dogma: «un giorno tutto andrà meglio ecco la nostra speranza; ogni cosa va bene, ecco la nostra illusione» Le idee e le opere di Voltaire, così come quelle degli altri illuministi, ispirarono e influenzarono moltissimi pensatori, politici e intellettuali contemporanei e successivi e ancora oggi sono molto diffuse; in particolare hanno influenzato protagonisti della Rivoluzione americana, come Benjamin Franklin e Thomas Jefferson, e di quella francese, come Condorcet (anche lui enciclopedista) e, in parte, Robespierre oltre che molti altri filosofi come Cesare Beccaria e Friedrich Nietzsche che collaborò all'Enciclopedia di Diderot e D'Alembert. 2014 [email protected] In Germania gli Illuministi erano rappresentati da Immanuel Kant che analizzò le modalità di coscenza e dell’etica dell’uomo svincolate dai loro presupposti religiosi. Da ricordare le sue tre più grandi opere: la Critica della ragion pura, la Critica della ragion pratica e la Critica del giudizio. Fu l’anticipatore degli elementi fondanti della filosofia idealistica e risentì di questa fase di transizione e, pur collocandosi a pieno titolo nell'illuminismo (di cui è l'ultimo e il massimo esponente), molti aspetti del suo pensiero furono romantici. In Italia le prime proposte riformatrici dell’Illuminismo si ebbero nei principali centri di Napoli e Milano: in entrambe le città gli intellettuali assunsero cariche pubbliche e collaborarono con le amministrazioni borboniche e asburgiche. A Napoli, sotto il tollerante re Carlo di Borbone furono attivi Antonio Genovesi, Ferdinando Galiani e Gaetano Filangeri ma rimase quasi sempre in campo teorico. A Milano, invece, il movimento si sforzò di trovare concrete soluzioni ai problemi. Centro delle discussioni era la rivista Il Caffè (che va di pari passo con il consumo della bevanda, 1762-1764), fondata dai fratelli Pietro e Alessandro Verri (famosi filosofi e scrittori, così come il loro fratello Giovanni). Oltre ai fratelli Verri, vi fu un altro dei più celebri illuministi italiani: Cesare Beccaria. Del Beccaria è la più celebre opera dell'illuminismo italiano: il trattato giuridico Dei delitti e delle pene pubblicato nel 1763, egli propose con logica rigorosa l'abolizione della tortura e della pena di morte. L'opera fu ammirata anche da Voltaire e dagli Enciclopedisti ed ebbe molta influenza su sovrani come Caterina II di Russia, Maria Teresa d'Austria (sorella di Maria Antonietta), ma soprattutto sul il granduca di Toscana Pietro Leopoldo, che nel 1786 abolì la tortura e la pena di morte, seguito poi dal fratello Giuseppe II d'Austria. Da non dimenticare gli scrittori Ugo Foscolo e Carlo Goldoli che si collocano in questo periodo illuminista. Foscolo percepì il desiderio di libertà e di giustizia in sé, che erano ideali propri dell’Illuminismo. Nel 1796 la tragedia “Tieste” e nel 1797 compose i versi in lode a Napoleone “Ode a Napoleone Liberatore”. Mentre nel 1798 compose la sua opera più famosa le “Ultime lettere di Jacopo Ortis” un’opera epistolare autobiografica. Goldoni venziano di nascita fu un grande rinnovatore del teatro italiano. Egli fu conosciuto per il suo illuminismo popolare in dialetto veneziano. Goldoni esaltò il ruolo del genere comico, rivendicò l'onore e la dignità dei comici e critica la banalità delle convenzioni. Tra le opere più famose troviamo Il servitore di due padroni, Il bugiardo e La locandiera. Tra il 1740 e il 1780 l’incontro tra Illuminismo e Monarchie assolute diede vita all’assolutismo illuminato un fenomeno che interessò Spagna, Portogallo, Danimarca, Polonia, Svezia, Russia, Prussia e alcune aree della penisola italiana (Piemonte, Parma, Toscana). La politica di questi monarchi illuminati fu dominata dal tema della riforma di stato al centro della politica dei sovrani si trovarono l’ambiente finanziario, amministrativo, giudiziario. 2014 [email protected] Definizioni Monarchia costituzionale = Nella monarchia costituzionale il sovrano regna, governa, ha poteri limitati e stabiliti da una costituzione Borghesia = è una delle classi sociali nelle quali viene tipicamente suddivisa la società capitalista (colui che possiede un capitale) Antistoricismo = Atteggiamento ideologico che rifiuta di dare importanza alla storia nello studio della civiltà e della società umana, trascurando in particolare le condizioni storiche delle civiltà passate. In senso più specifico, opposizione filosofica allo storicismo inteso come identificazione della realtà con la storia. Rivoluzione copernicana = si intende la nuova visione dell'universo elaborata da Niccolò Copernico, autore della teoria eliocentrica, che pone il Sole al centro del sistema di orbite dei pianeti, opposta a quella geocentrica, che prevedeva invece la Terra al centro del sistema solare. Dispotismo illuminato = è il governo assolutista di una monarchia illuminata (o despota illuminato), in riferimento agli ideali dell'Illuminismo, periodo storico e culturale dell'Occidente del XVIII e inizio del XIX secolo Empirico = Che si basa sull'esperienza, su ciò che può essere dimostrato sperimentalmente (si oppone a teorico) La letteratura dell'Illuminismo riflette i caratteri generali del movimento culturale, muovendo da esigenze di concretezza, razionalità, verità e moralità e servendosi di un linguaggio profondamente rinnovato, basato sulla chiarezza, la semplicità e la forza espressiva. L’esigenza illiministica era di favorire il dibattito delle idee e della divulgazione culturale con un coinvolgimento dello scrittore nella vita e nei problemi della società con una diffusione del sapere. Romanzo filosofico: i filosofi illuministi conducono un’energica battaglia di idee tese al rinnovamento sociale della società (sono le prime avvisaglie delle lotte per i diritti di uguaglianza che verranno poi sanciti dalla rivoluzione francese). Questo settore può essere considerato un filone del romanzo settecentesco che mira a denunciare con l’invenzione fantastica e la satira le contraddizioni, le assurdità e i pregiudizi della nuova società. Simboli di questo sentimento sono sicuramente J. Swift autore de I viaggi di Gulliver (1726), Candido ( 1759) di Voltaire, Robinson Crusoe (1719) di D. Defoe. Romanzo epistolare: questo tipo di romanzo rappresenta sicuramente l’innovazione più originale di questo periodo. Si tratta di romanzi in cui la vicenda è narrata attraverso la finzione di un alcune lettere che il protagonista immagina di inviare ad un suo interlocutore. Primo esempio fu sicuramente il testo scritto da W. Goethe “I dolori del giovane Werther” , storia di un amore infelice di un giovane che costretto ad abbandonare la donna che ama, promessa sposa ad un altro, decide di uccidersi come gesto eroico e supremo di protesta contro la società. Questo romanzo lasciò una profonda traccia nel gusto letterario contemporaneo e soprattutto in un autore come U. Foscolo che ne imitò la struttura e in parte la tematica nelle Ultime lettere di Jacopo Ortis (1798) 2014 [email protected]