I Druidi erano i n d i f f e r e n t e m e n t e U o m i n i o Do n n e . * * Gli uomini vestivano una lunga tunica e tenevano barba e capelli incolti. * Le donne officiavano nude e dipinte a grandi disegni blu o neri. I Druidi Religione dei Druidi La religione celtica fu una delle prime a proporre una dottrina dell’immortalità. Essa insegnava che la morte non era altro che un cambiamento di luogo, e che la vita continuava in tutte le sue forme con tutti i suoi beni i un altro mondo. Quando tuttavia qualcuno moriva nell’aldilà, l’anima rinasceva in questo mondo; così aveva luogo uno scambio costante tra i due mondi : la morte in questo mondo portava un anima nell’altro mondo; la morte in quel mondo portava un anima in questo mondo. La religione Celta, appare a prima vista poco comprensibile all’uomo moderno. In essa non si è ancora operato il taglio netto tra Spirito e materia e tra io e non io che è tipico della cultura moderna. Per entrare nel mondo spirituale dei Celti bisogna abbandonare i nostri pregiudizi ed acquisire una nuova sensibilità verso il Divino : tutto è espressione divina, ogni atto materiale per quanto umile o strano ha in sé una scintilla di Dio (Dispater) che lo rende trascendente e spiritualmente elevato. Nessuna separazione tra il mondo degli Dei e quello della materia : Dei, uomini, animali, vegetali convivono sullo stesso piano ed interagiscono gli uni con gli altri continuamente. * Questa idea religiosa è il perno della società celta e ligure ; ogni atto umano e tribale è sacro, ma l’uomo comune, oberato dai suoi doveri quotidiani non ha la conoscenza per dagli la giusta interpretazione, ha bisogno di un intermediario, di un sacerdote : il Druida. Druida (in irlandese Druì, in gallese Dryw, in latino Druides) è parola che secondo alcuni significa “albero ” o “quercia”, secondo altri “sapere” ed è il nome che i Celti davano alla casta sacerdotale. Per alcuni studiosi erano antichi mistici patriarcali, generalmente ritratti con barba e vesti bianche, che adoravano la natura, soprattutto gli alberi, e che si radunavano presso i cromlech per celebrare i loro riti religiosi in corrispondenza dei solstizi. Ancora oggi, durante il solstizio d’estate, vengono Stonehenge e in luoghi come Parliament Hill o Tower Hill di Londra. officiate cerimonie presso il famoso cromlech di Vera èlite intellettuale, eredi dei sacerdoti megalitici, versati come loro in astronomia, matematica e nelle scienze esoteriche, essi hanno aggiunto l’amore della poesia e la conoscenza dei vegetali tipica dell’anima celtica. Rito druidico a Stonehenge Nell'antico sito di Stonehenge, nel Wiltshire, in Inghilterra, il 21 giugno, giorno del solstizio d'estate, Druidi si ritrovano per compiere i loro riti all'interno dei tre cerchi di monoliti . I Drudi erano i sacerdoti della religione degli antichi Celti che abitarono Gaul e le Isole britanniche i dal II secolo a.C. al II secolo d.C. La loro religione è praticata ancora oggi, ed è una delle forme di paganesimo più conosciute. I Druidi appartenevano ad una civiltà molto più antica, e solo in seguito assorbita dalla cultura celtica. Erano necessari dai DODICI ai VENTI anni di studio per raggiungere il più alto livello di conoscenza tra i Druidi. Avevano molti privilegi : non pagavano tasse, non obbedivano a nessuno, non solo erano al di sopra della legge tribale, ma erano essi stessi i depositari di tale legge. Potevano anche decretare la morte del Re. Officiavano le cerimonie religiose, interpretavano i sogli e auguri. Solo essi avevano accesso al mondo segreto ultraterreno. Questi privilegi erano il compenso dei lunghi anni di studio intenso e di apprendistato. Oltre al lungo periodo di studio, gli aspiranti sacerdoti, venivano affidati sin da bambini a Druidi anziani e durante la loro adolescenza dovevano superare molte prove di iniziazione, dure e a volte dolorose prima di raggiungere il culmine del “Sapere”. La casta non comprendeva solo coloro che avevano compiti religiosi, ma anche filosofi, giudici, insegnanti, storici, musicisti, medici, profeti e consiglieri politici. I Druidi, potevano essere talvolta essere eletti come Re o capi, come Diviziaco del popolo degli Edui, ma non tutti i Re erano necessariamente Druidi. I Druidi hanno esercitato l’influenza spirituale più illuminata e civilizzatrice di tutta l’Europa preistorica. Secondo alcuni dei più importanti etimologi delle lingue celtiche, hanno interpretato la parola Druido come derivante della radice linguistica dru – wid “conoscenza della quercia”. Il significato di Druido , in senso NON letterale equivale a “quello la cui conoscenza è grande”, “completa conoscenza ”. L’albero preferito dai Druidi, comunque, era indubbiamente il sorbo selvatico, ed era sui rami di questo albero che i praticanti irlandesi dormivano allo scopo di avere visioni profetiche. Alberi di Sorbo Selvatico Frutti di albero del Sorbo * Anche l’albero del nocciolo era importante, come dimostrano il nome druidico Mac Cuill ( “figlio del nocciolo” ) e anche le tradizioni riguardanti nove alberi di nocciolo presso la fonte del fiume Boye ne, i frutti dei quali avevano un nucleo di sapienza. * Gli alberi di tasso, nocciolo e del sorbo selvatico, vengono spesso citati nella mitologia irlandese con riferimento ai Druidi d’Irlanda. * I Celti e le querce. L’origine della casta dei Druidi è radicata nell’era della “raccolta del cibo”, quando estese foreste di querce coprivano l’Europa. Parliamo di un epoca precedente il 4.000 a.C. , quando i primitivi procacciatori di cibo vedevano nella quercia un simbolo di abbondanza, e raccoglievano le ghiande come risorsa alimentare, considerandole facili da accumulare per i giorni più difficili. La ghianda veniva macinata e cotta in modo da ricavarne una sorta di pane. Gli antichi europei, vedevano nella quercia l’albero più degno di venerazione della foresta, il più robusto, il più utile. La conoscenza degli alberi, permetteva di acquisire tecniche di sopravvivenza e quindi di sapienza. Quando i Celti intrapresero la propria espansione, tutti gli uomini e le donne colte della loro società venivano definiti come detentori della “conoscenza della quercia”. Nella stessa religione celtica, inoltre, la quercia continuò ad essere venerata come il grande simbolo della crescita della vegetazione. Con lo sviluppo del sistema sociale celtico, nel corso di parecchi secoli, gli uomini e le donne colti delle tribù mantennero semplicemente il titolo di “quelli che hanno la conoscenza della quercia”. A Sèguret, in Provenza, sopravvive la rappresentazione pittorica di un “padre degli dei” celtico affianc ato da una quercia. Circa 150 monumenti di pietra in onore del “padre degli dei” sono stati ritrovati in Gallia, come quello di Hausen – an – der – Zaber. Ognuno rappresenta un albero adornato con foglie e ghiande di quercia. La quercia fu scelta per le costruzioni funebri in legno, si dalla cultura di Hallstatt sia da quella di La Tène dell’antica società celtica. Rami di quercia furono recuperati da una sepoltura celtica in una bara di legno di quercia presso Gristhorpe, nello Yorkshire. L’antica cultura celtica è interamente pervasa dal simbolismo della quercia. * Come la maggior parte delle religioni del mondo, anche quella dei Celti all’inizio aveva il concetto di una “dea – madre”. Nel caso specifico dei Celti , questa dea – madre era Danu ( “acqua dai cieli ” ) ed è significativo il fatto che il grande fiume Danubio da lei prenda il nome; significativo perché proprio alle sorgenti del Danubio si ritiene si sia evoluta la civiltà dei Celti. Si può ipotizzare che l’acqua simboleggiasse l’elemento femminile, mentre la quercia divenne simbolo maschile, e come simbolo della crescita della vegetazione è più ragionevole supporre che l’acqua fosse un simbolo di fertilità, quindi un simbolo femminile. Acqua e Alberi due elementi della natura ai quali i Druidi ponevano particolari cure ed attenzioni. L’acqua, zampillante, vitale, ma che può essere anche distruttrice. Il suo suono può essere il bisbiglio misterioso della sorgente o il canto di una cascata. Dato che senza di lei non vi è vita essa merita di essere venerata con amore. I bambini appena nati erano portati al fiume Sacro della tribù perché potesse vederli, benedirli e purificarli dalle scorie delle vite precedenti. Quando fiume, lago, sorgente erano particolarmente Sacri erano detti “Sid Nechtain” ; i romani non ci capirono molto di questo concetto, ma il nome piacque loro e divenne Nettuno, Dio del mare. * Il secondo elemento di venerazione erano gli alberi , perché nel loro ciclo vitale annuale sta il segreto del vivere eterno : il loro morire in inverno e il rifiorire in primavera è la prova della forza della natura. Tassi e agrifogli sono sempreverdi, esempio di potente energia vitale. Il culto degli alberi aveva i suoi beniamini in ordine d’importanza magica nell’agrifoglio, il tasso, la quercia e il sorbo. I Druidi visti dai cronisti romani. Marco Tullio Cicerone (106 – 43 a.C. ) ci dice che i Druidi erano grandi scienziati e che conoscevano in modo approfondito la fisica e l’astronomia, che essi applicavano all’elaborazione dei calendari. Il più antico calendario celtico che si conosca è il Calendario di Coligny, che risale al I secolo a.C. (che è conservato al Palais des Arts di Lione, in Francia). Esso è molto più elaborato del rudimentale calendario Giuliano, e prevede un sofisticatissimo sistema di sincronizzazione delle lunazioni con l’anno solare. Consiste in una grande piastra di bronzo, su cui è inciso un calendario di 62 mesi lunari consecutivi. La lingua è il gallico, ma le lettere e i numeri sono latini. Toponimi, nomi di persona e iscrizioni testimoniano un buon livello di alfabetizzazione in lingua celtica. Cesare spiega : “Essi computano i periodo di tempo in base a quello delle notti; e nello stabilire i compleanni, le nuove lune e i nuovi anni la loro unità di calcolo è la notte seguita dal giorno”. Strabone ci parla della classe intellettuale della Gallia: “ fra tutte le tribù, vi sono grosso modo tre classi di uomini tenuti in particolare considerazione : i Bardi, (bard =” poeti” ) i Vati ( fàith / fàid o filì = “profeti” ) e i Druidi ( druì =” maghi” ), in lingua irlandese medioevale . I Bardi sono cantori e poeti; i Vati interpreti di olocausti e fisici; i Druidi invece studiano, oltre alle scienze naturali, la filosofia morale. Essi sono considerati i più retti fra gli uomini, e quindi ad essi sono affidate le decisioni riguardanti i casi che affliggono o gli individui o la collettività; anzi, anticamente essi erano arbitri in guerra e fermavano le schiere opposte quando queste già serravano le fila per la battaglia; a loro, la maggior parte delle volte, spettava anche la decisione in caso di assassinio… Questi uomini, così come altri eruditi, hanno affermato che le Anime degli uomini e l’universo sono indistruttibili, nonostante in alcune occasioni l’acqua ed il fuoco possano (temporaneamente) prevalere”. Giulio Cesare Gaio ci racconta in che modo erano organizzati : “ Tutti i Druidi hanno un capo, che gode fra loro di immenso rispetto. Alla morte di lui, il suo post viene preso o da colui che tra loro eccellerà in dignità, oppure, se vi sono parecchi di pari autorità, viene eletto dal suffragio dei Druidi. Si ritiene che la loro dottrina sia stata trovata in Britannia e poi da li portata in Gallia; e in effetti, quelli che vogliono approfondirla, vanno generalmente a studiarla colà. I Druidi non prendono parte alle guerre e non sono gravati da tributi come gli altri; oltre all’esenzione dal servizio militare, godono l’immunità da ogni obbligo. Attratti da così grandi privilegi, molti entrano spontaneamente nel ordine, mentre altri vi sono inviati dai genitori e dai parenti. Si dice che imparino una grande quantità di versi a memoria, per cui molti rimangono a scuola anche vent’anni. I Druidi non stimano affidare alla scrittura i loro insegnamenti, mentre per qualsiasi altra cosa pubblica e privata, usano l’alfabeto greco. Essi sono dell’opinione che, coloro che fanno troppo affidamento sugli scritti, generalmente accade, che data l’abitudine a scrivere le cose, non ci si sforzi più di esercitare la memoria per imparare e memorizzare. Si occupano e insegnano ai giovani molte altre cose in relazione agli astri e al loro moto, alla grandezza del mondo e delle terre, all’origine delle cose e ai poteri e alle facoltà degli Dei immortali”. Da Plinio abbiamo le prime citazioni concernenti i boschi di querce e il vischio : “ I Druidi – così essi chiamano i loro “magi” – non hanno nulla di più Sacro del vischio e dell’albero su cui cresce, purché sia una quercia. Essi costruiscono boschi di querce, e non celebrano riti religiosi senza il loro fogliame, così che risulta evidente che i Druides sono chiamati così con riferimento al mondo greco. Essi considerano tutto ciò che cresce su questi alberi come mandato dal cielo, e segno del fatto che questo albero è stato scelto dagli Dei stessi. Il vischio, comunque, è di assai difficile reperibilità; quando viene trovato, lo si coglie con grande cerimonia,, specialmente nel sesto giorno di luna…. Essi preparano un sacrificio rituale e un banchetto ai piedi dell’albero, e fanno avanzare due tori bianchi le cui corna vengono legate per la prima volta durante questa occasione. Un sacerdote abbigliato con veste bianca sale sull’albero e con un gancio di potatura dorato taglia il vischio, che viene raccolto in una tela bianca. Essi credono che, se dato come bevanda, il vischio renda fertile qualsiasi animale sterile, e che sia predominante contro tutti i veleni”. F I B U L A d’oro I Celti raccontano …… Quando i Celti iniziarono ad affidare alla forma scritta il loro favoloso patrimonio di conoscenze, la loro mitologia, la loro storia e filosofia, non soltanto erano notevolmente ridotti di numero, ma molti di loro erano divenuti cristiani. Poesia attribuita a Taliesin Nel VI secolo d.C., di cui la seguente è una sezione comparativa : * Sono stato un salmone triste sono stato un cane feroce sono stato un cauto cervo sono stato un daino sulla montagna e il ceppo di un albero su una pala. Sono stato un’ascia nella mano uno spillo in una tenaglia uno stallone nella scuderia un toro in collera un chicco in crescita. Sono stato un morto, sono stato vivo sono un compositore di canzoni perché sono Taliesin. *** Questi Druidi si chiamavano Fios , Eolas, Fochmarc : tutti e TRE questi nomi significano “ CONOSCENZA” Secondo alcune fonti fu un Druido dei Nemediani ad accendere il primo fuoco druidico presso Uisneach (Ràthconrath, Contea di Westmeath ) : Si diceva che quel luogo fosse esattamente il punto centrale del Paese. Il primo fuoco arse per SETTE anni, e si supponeva che ogni fuoco in Irlanda fosse stato acceso a partire da questo fuoco Sacro. Da allora in avanti, i Druidi iniziarono a riunirsi ogni anno per accendere il famoso Fuoco di Bel ( Belatine, il primo giorno di maggio ) presso Uisneach, dove si ergeva la Pietra delle Divisioni ( Aill na Mirenn ). Il culto di Bel era diffuso nel mondo celtico; la divinità era imparentata con Belnus, Beli e Bilè, divinità solare che compare su molte monete galliche, tra i cui doveri, vi erano quelli di radunare le Anime e di accompagnarle nell’aldilà. Per quanto riguarda i Druidi maschi, secondo fonti irlandesi, essi avevano una tonsura. Pare ovvio che tra i Druidi di Britannia dovesse essere diffusa una simile forma di taglio di capelli, nonostante non compaiano in questo senso affermazioni specifiche. Il concetto di tonsura è proprio di molte culture e religioni. Quindi non è sorprendente il fatto di ritrovare una tonsura druidica nell’antica società celtica. Inoltre, bisogna considerare che in molte parti del mondo, la tonsura costituiva un segno distintivo della casta dei guerrieri quanto quella degli intellettuali e dei sacerdoti. I Druidi nella storia, erano tanto uomini quanto donne, si sposavano e avevano figli. Anzi, ai riferimenti ai figli dei Druidi nelle antiche saghe irlandesi sono numerosi, e gli antichi testi confermerebbero che quella dei Druidi era una casta ereditaria. I Druidi indossavano sandali, e l’Arcidruido generalmente portava sul capo una ghirlanda di quercia sormontata da un diadema d’oro in cui erano inserite “ pietre di serpente “ (le uova dei Druidi, citate da Plinio ). Quando andava a celebrare un rito, egli indossava un mantello bianco chiuso da un fermaglio d’oro. Nonostante che i Druidi non ci abbiano lasciato alcun monumento certo e visibile della loro religione, hanno comunque lasciato segni durevoli nelle menti degli uomini. * Le Druide Alcune fonti latine e greche parlano di Dryades o Druide, e l’esistenza di donne tra i Druidi è indubbiamente confermata dalle fonti celtiche. Bisogna tenere ben presente l’affascinante ruolo delle donne all’interno della società celtica, opposto a quello che esse avevano nelle altre culture europee. I diritti e la posizione delle donne celtiche superavano di molto quelli delle donne greche e romane. I Celti non si opponevano nell’essere guidati da una donna, in Britannia non vi erano norme distintive che escludevano le donne dal trono o dalla guida degli eserciti. I greci e i romani erano quanto mai stupiti nell’osservare la relativa libertà, individualità e il notevole coraggio delle donne celtiche. Si potevano trovare donne in molti ambiti professionali, anche tra i giudici e gli avvocati : è il caso di Brigh, una famosa donna giudice d’Irlanda. Le donne godevano dei diritti di successione e potevano giungere ai massimi gradi di autorità, benché nel corso della storia il potere regale si configurò come prettamente maschile. Una donna poteva ereditare una proprietà e conservava come propria qualsiasi proprietà portasse all’interno di un matrimonio. Se il matrimonio falliva, non soltanto ella si riprendeva le sue proprietà, ma anche quelle che il marito le aveva donato durante il matrimonio. Naturalmente il divorzio era consentito, e una donna poteva divorziare dal marito così come un uomo dalla moglie. Una donna era responsabile dei propri debiti e non quelli del marito. I romani, invece, consideravano le donne come allevatrici di bambini e oggetti di piacere. I Druidi, includevano le donne nella loro vita politica e religiosa. I greci e i romani, non erano in grado di comprendere la libertà delle donne celtiche, ne l’atteggiamento più aperto nei confronti delle relazioni sessuali. Con l’introduzione, da parte dei romani, del cristianesimo nel mondo celtico, diedero l’ultimo calcio a ciò che era sempre stata l’uguaglianza tra uomo e donna nella società celtica. La tradizione irlandese, ci parla non soltanto di donne guerriere, ma anche di Profetesse , Druide, Barde , dottoresse ed anche donne dedite alla satira. È interessante, constatare come nelle saghe norvegesi si siano mantenute le tradizioni concernenti profetesse e sacerdotesse residenti nell’isola della Manica. Strabone, probabilmente rifacendosi a Posidonio, sottolinea il fatto che le sacerdotesse galliche erano assai indipendenti dai mariti, confermando così anche la diffusione del matrimonio nella casta sacerdotale. La tradizione celtica è piuttosto esplicita riguardo all’esistenza di donne dedite al druidismo. Compaiono riferimenti alle bandruaid, donne Druide, e più spesso a banfhlaith o banfhilid, secondo cui le vergini custodi dei fuochi Sacri (fuochi di Bel ) occupavano questa carica in Irlanda e le loro funzioni vennero poi assunte dalle religiose cristiane. Molti nomi di Druide , reali o mitici, sono conservati nella letteratura irlandese antica. La Druida Bodmall fu colei che allevò Fionn Mac Cumhail. Un’altra giovane Druida è Fidelma che ci viene così descritta : “ Aveva i capelli biondi. Era avvolta in un mantello screziato fermato da uno spillo d’oro, e indossava una tunica rossa ricamata e munita di cappuccio, e sandali con fermagli dorati. Aveva un’ampia fronte, un mento minuto, l’arco delle sopraciglia era nero ed aveva delicate ciglia nere che gettavano ombre fin giù in mezzo alle guance. Guardandola avresti pensato che le sue labbra fossero insetti di scarlatto parto. I suoi denti erano simili ad una schiera di gioielli in mezzo alle labbra. I suoi capelli erano raccolti in tre trecce; due di queste le cingevano il capo, mentre la terza gli scendeva lungo la schiena e le accarezzava i polpacci. In mano reggeva una leggera bacchetta intrecciata, con un intarsio d’oro. I suoi occhi erano triplici iridi. Il suo carro era trainato da due cavalli neri, ed ella era armata.” * In molte storie sono menzionate potenti “fate” o “streghe”, e il riferimento è indubbiamente a donne passate ad assumere questo ruolo a quello originale di Druide ad opera degli scrittori cristiani. Il concetto di Druide relegate al ruolo di streghe forse diede origine alle tre “streghe “ più famose del mondo. “Tuoni e lampi. Entrano tre streghe” : questa è la semplice indicazione di scena che apre la famosa tragedia di William Shakespeare, Macbeth (1606). Con l’avvento del cristianesimo romano, nella società celtica iniziarono i primi cambiamenti. Nonostante ciò, nei primi anni di quella che chiamiamo Chiesa Celtica, le donne avevano ancora un ruolo fondamentale, come dimostra l’alto numero di Sante celtiche paragonato a quello di altre Sante delle altre società. Quando però Roma iniziò ad estendere sempre più la sua influenza riguardo alle questioni ecclesiastiche, il ruolo delle donne iniziò a perdere importanza. Le donne a capo di chiese inizialmente venivano considerate uguali ai loro equivalenti maschili, come era avvenuto nel periodo della religione celtica precristiana. Inizialmente, le donne, in armonia con la filosofia celtica, potevano celebrare “il divino sacrificio della Messa” così come i sacerdoti maschi. Questo irritò la sensibilità della Chiesa Romana, la cui lunga battaglia tesa a dominare la Chiesa Celtica è ampiamente documentata. La condizione di inferiorità per la donna iniziava a farsi strada nella nuova società patriarcale cristiana. Il ruolo delle donne celtiche stava subendo dei mutamenti. Nella saga della “Debolezza degli uomini dell’Ulster “ possiamo cogliere le parole di Macha Mong Ruadh , la settantaseiesima monarca d’Irlanda al re dell’Ulster cristianizzato : “ Per quanto voi possiate sviluppare sofisticate dottrine sulla rinascita; per quanto abbiate avocato a voi stessi il diritto di vita o di morte; per quanto i vostri sforzi possano sembrare logici e plausibili alla luce di una cultura patriarcale, essi non possono che essere destinati al fallimento finché saranno basati sulla subordinazione delle donne. Da una parte parlate la lingua della pace e del bene comune, dall’altra chiamate a raccolta le truppe perché facciano guerra alla donna e alla terra.” La mitologia irlandese dimostra l’originaria preminenza delle Dee. Poiché l’agricoltura e molte arti erano inizialmente nelle mani delle donne, le Dee della fertilità e della cultura, prevalevano rispetto agli Dei, e continuarono ad occupare il loro ruo lo quando gli dei si furono evoluti. Persino le Dee della guerra, occuparono in Irlanda una posizione di preminenza. I re scozzesi, e in qualche misura quelli irlandesi, pretendono di identificarsi come successori di una donna di nome : Scota Da Scota, discese Eber Scot, che era il “Padre degli Scoti “ connesso alla moderna Scozia. Al nome di Scotti , così come fu registrato dai romani, venne collegato il significato di “razziatori”. Scota, comunque, in un certo periodo, si erse come simbolo della sovranità della Scozia. Lo stesso nome dell’Irlanda, Èire , è il nome di una delle Dee trine, le cui sorelle si chiamano Banba e Fotla. Ognuna delle Dee chiese ai Milesians che il proprio nome fosse dato alla terra d’Irlanda. I nomi Banba e Fotla furono spesso usati come sinonimi di Irlanda, soprattutto in poesia. Il Druido Amairgen, tuttavia, promise alla Dea Éire che i figli dei Gaelici avrebbero adottato il suo nome come nome principale del Paese. * Bibliografia di Peter Berresford Ellis Il SEGRETO DEI DRUIDI La vera storia dei potenti sciamani itineranti nell’Europa pre – cristiana EDIZIONI : PIEMME Spa Peter Berresford Ellis, storico e autore di rilievo sulla storia e sulla cultura dei Celti. Ha ricevuto un premio Irish Post, come riconoscimento della sua opera sulla storia dei Celti. Nel 1987 è stato nominato “Bardo del Gorsedd di Cornovaglia” È stato presidente del primo Scrif – Celt, la fiera del libro in lingua celtica, e presidente della Lega Celtica tra il 1988 ed il 1990.