Università degli Studi di Macerata Corso di Elementi di Fisica - A.A. 2015/16 Prof. Manlio Bellesi NOTE SUL MOTO PARABOLICO 1) Generalità Il moto parabolico può ottenersi combinando, in direzioni perpendicolari l’uno all’altro, un moto rettilineo uniforme e un moto rettilineo uniformemente accelerato. Una delle sue applicazioni più importanti in fisica è lo studio del moto dei proiettili (ammesso che rimangano vicini alla superficie terrestre): in tal caso il moto uniformemente accelerato è quello in verticale, e la causa dell’accelerazione (che è g ≅ 9,81 m/s2) è la forza di gravità terrestre. Se trascuriamo la resistenza dell’aria, in direzione orizzontale non vi sarà nessuna forza e dunque l’accelerazione (orizzontale) è nulla. Le equazioni generali del moto si possono scrivere come: per la direzione orizzontale x(t ) = x0 + v0 x t (1) 1 2 per la direzione verticale y (t ) = y0 + v0 y t - 2 g t In questa scrittura l’asse y si considera diretto verso l’alto; la posizione iniziale del corpo è (x0 ,y0) e le componenti del vettore velocità iniziale v 0 lungo i due assi sono indicate con v0x e v0y. Il teorema di Pitagora dà subito: v0y v0 2 2 v 0 = v 0x + v 0y v0x Per le velocità lungo i due assi, si può dire che la componente x resterà la stessa in ogni istante, perché in tale direzione il moto è rettilineo uniforme. Lungo l’altro asse varrà invece la formula del moto uniformemente accelerato, che già conosciamo. Otteniamo così: vx (t) = v0x (sempre costante) (2) vy (t) = v0y - gt Quesiti : - Che forma assumono le (1) se l’asse y inverte la sua direzione? E se si scambia l’asse x con l’asse y? - Che cosa succede se i moti rettilineo uniforme e uniformemente accelerato non sono più perpendicolari? E se sono paralleli? - Che cosa si ottiene combinando due moti rettilinei uniformi lungo assi perpendicolari? - Che cosa si ottiene combinando due moti uniformemente accelerati lungo assi perpendicolari? - Come si potrebbe far vedere che il moto descritto dalle (1) è proprio quello di una parabola? 2) Caratteristiche del moto parabolico: massima altezza, tempo di volo, gittata Iniziamo la discussione supponendo che le quote di partenza e arrivo per il corpo siano le stesse. In questo caso particolare è possibile ricavare alcune formule abbastanza utili (non sempre valide, però, per moti parabolici più generali). Intanto, ponendo l’origine degli assi nel punto di partenza del corpo, è possibile eliminare x0 e y0 dalle equazioni (1). - Massima altezza La condizione che caratterizza la massima altezza è - com’è ovvio - quella che impone al corpo di non salire 1 Università degli Studi di Macerata Corso di Elementi di Fisica - A.A. 2015/16 Prof. Manlio Bellesi ulteriormente: questo significa che, nell’istante corrispondente tmax, la componente y della velocità deve annullarsi (per poi cambiare segno all’istante successivo). Imponendo allora vy (t) = 0 nella seconda delle (2) si ricava l’equazione 0 = v0y − gtmax , che dà tmax = v0y /g. Sostituendo il valore di tmax trovato nella seconda delle equazioni (1), ricaviamo per la massima altezza il valore: H= v02 y 2g un valore che ricorda l’analoga formula per un corpo in caduta libera, con la differenza che stavolta v0y non è tutta la velocità, ma solo la sua componente verticale. La validità dell’espressione trovata si può considerare generale se con H si esprime la differenza tra la quota di massima altezza e il punto di partenza del corpo (che potrebbe anche non trovarsi al livello del suolo). - Tempo di volo Con tale termine si intende il tempo tV trascorso in aria, dall’inizio alla fine della parabola. Esso può essere determinato imponendo nella seconda delle (1) che y(tV) = 0. Si trova così un’equazione di 2° grado: 1 2 − gtV2 + v0 y tV = 0 le cui soluzioni sono tV = 0 (corrispondente all’istante iniziale, con il corpo a quota zero come ipotizzato in partenza) e tV = 2v0y /g, che rappresenta il vero tempo di volo. Si nota subito che tV è esattamente il doppio del tempo tmax ricavato in precedenza: se infatti le quote di partenza e di arrivo sono identiche la parabola è simmetrica rispetto al punto di massima altezza (che in termini matematici chiameremmo vertice). Questa simmetria non è valida quando le quote sono diverse. In tal caso, per trovare tV non bisogna porre y(tV) = 0, ma y(tV) = yF, dove yF rappresenta la quota finale. Il suo valore dipenderà naturalmente da dove si è posta l’origine degli assi del sistema di riferimento scelto: in generale potrà essere anche negativo. L’equazione y(tV) = yF non ha più lo zero come soluzione, proprio per la presenza di yF : una delle soluzioni sarà certamente positiva, ma può anche capitare che siano positive entrambe. Quesiti : - Quando l’equazione y(tV) = yF ha due soluzioni positive, qual è il valore giusto per il tempo di volo? - A che cosa corrisponde fisicamente l’altro (eventuale) valore? - Che significato può avere, secondo voi, un tempo negativo? - È possibile talvolta che entrambe le soluzioni dell’equazione y(tV) = yF siano negative? Che cosa rappresenterebbe un caso del genere dal punto di vista fisico? - Gittata Rappresenta la distanza percorsa - in orizzontale - dall’inizio alla fine del moto. Se le quote di partenza e di arrivo sono le stesse è sufficiente sostituire tV = 2v0y /g nella prima equazione (1), ottenendo: gittata = x(tV ) = v 0 x tV = 2v 0 x v 0 y g Quando le quote di partenza e arrivo non sono le stesse, la formula che abbiamo appena scritto non vale: è necessario infatti inserire nella prima equazione delle (1) il tempo di volo ricavato dall’equazione y(tV) = yF . Voler utilizzare a tutti i costi la formula mnemonica è... il classico errore da polli. Quesiti : - Siete in grado di individuare una qualche simmetria per la velocità del corpo in salita e in discesa? - Supponendo di avere a disposizione una velocità iniziale v0 fissa, come scegliereste v0x e v0y in modo da avere la gittata più lunga possibile? - Quali modifiche pensate subirebbe un moto parabolico sulla Luna, sugli altri pianeti o sul Sole? 2