Abstract dell'attività di ricerca L'attività di ricerca è finalizzata alla definizione delle migliori tecniche di approntamento di piante esca e alla valutazione del periodo ottimale della loro esposizione in campo per il contenimento delle popolazioni di Tomicus destruens. Le piante esca sono costituite da pini, anche in buone condizioni vegetative, opportunamente abbattuti, sfrondati e pezzati per ottenere porzioni di fusto o di grosse branche che, collocate verticalmente con la base infissa nel terreno, risultano un substrato attrattivo per le femmine di T destruens ovideponenti. Prove di campo condotte in Sardegna indicano tuttavia che anche l'intera pianta abbattuta, lasciata a terra non sfrondata e non pezzata, richiama lo scolitide e potrebbe rappresentare un'esca che richiede un minor costo nel suo approntamento. La valutazione dell'efficacia dei due sistemi di preparazione della pianta esca sarà realizzata confrontando nella stessa stazione la densità di colonizzazione in tre fusti pezzati posizionati verticalmente e in tre piante abbattute non pezzate. La densità di colonizzazione può essere valutata dopo 2-3 mesi di allestimento delle esche, prelevando porzioni di tronco e conteggiando, previo scortecciando in laboratorio, il numero di sistemi riproduttivi per unità di superficie esposta agli attacchi. La sperimentazione verrà condotta in pinete localizzate a Is Arenas (Narbolia) e aRena Majore (Agientu), dove su 3 stazioni si procederà all'abbattimento di 4 pini (diametro alla base di 20-30 cm), di cui 3 rimarranno a terra non pezzati mentre con l'altro verranno formati 3 totem alti circa 2 metri. Dopo tre mesi si procederà alla rimozione delle piante esca e dei totem e alla loro sostituzione con 3 nuove piante abbattute e 3 nuovi totem. Le vecchie piante esca saranno eliminate (allontanate dal sito, cippate o bruciate). Prima di tale operazione, dalla parte centrale di ciascuna pianta esca e da ciascun totem sarà prelevata una porzione di tronco alta circa 50 cm da destinare alle osservazioni di laboratorio presso il Dipartimento di Agraria dell'Università di Sassari. Per definire il periodo ottimale di esposizione in campo delle piante esca si confronterà l'andamento degli attacchi dello scolitide in stazioni difese con una diversa tempistica di esposizione delle piante esca. Parte delle stazioni sarà gestita con la consueta tecnica di difesa (ritiro delle esche dopo tre mesi di esposizione) mentre nelle altre si procederà al taglio delle piante a cadenza mensile e all'eliminazione delle esche dopo 30 giorni. Per verificare l'andamento della densità d'infestazione nei diversi periodi dell'anno, dalla parte centrale di ciascuna delle piante esca all'atto della rimozione sarà prelevata una porzione di tronco (alto 40-50 cm e con diametro di circa 15-20 cm) che sarà portata in laboratorio per il conteggio dei sistemi riproduttivi e degli adulti di Tomicus destruens ancora presenti nelle gallerie. Dal confronto tra la densità di attacco nelle parcelle difese con i due diversi sistemi sarà possibile capire quale periodo di esposizione delle esche è più efficace per ridurre l'infestazione di T destruens.