SUPPLEMENTO ONLINE DI AUDIOPHILE SOUND GRATIS A S EXTRA supplemento del numero AS numero 141 cover story RUDY VAN GLEDER consigli: AJ van den Hul - nastri Barclay Crocker - super test IsoMike - Karajan Edition Roberto Ottaviano - La correzione acustica - I diodi nelle rete elettriche non lineari da evitare: Symphonica/Joe Lovano/Blue Note - 6 dischi ‘da isola desert a’ CD 141 di Audiophile sound: Guida con brani in streaming - The V inyl Collection AS EXTRA consigli e altri articoli sull fate click per andare direttamente all’articolo Cover Story / AS EXTRA 141 Rudy van Gelder > 15 click Una straordinaria intervista con l’uomo leggenda della registrazione AS numero 141 in edicola! Editoriale click Pierre Bolduc sulle fiere dell’hi fi italiane > 12 Nastri click Pierre Bolduc parla dei nastri DG Barclay Crocker, parte 2 > 34 Super Test CD click > 42 Il sistema di registrazione IsoMike: parlano Pierre Bolduc e Ray Kimber > 36 ASCOLTO STREAMING Guida all’ascolto del CD allegato al n. 141 di ‘Audiophile sound’ con esempi musicali da ascoltare in streaming... > 62 click a nostra rivista online > sommario... Consigli pratici click Giradischi: AJ van den Hul risponde alle domande degli audiofili > 33 I Dischi per un’ isola deserta Consigli pratici click Metodo di correzione acustica: Storia e dispositivi specifici per le sale di ascolto, parte 2 > 39 Dischi / Eidtions click La ‘Karajan Edition’ della Warner Classics: questo mese, il box ‘Karajan e i suoi solisti’ > 40 > 27 Toivo Tulev Pixies Junior Wells Lloyd, Farantouri Da evitare click Symphonica’ di Joe Lovano su Blue Note > 43 Dischi / Artisti click Roberto Ottaviano parla con noi in occasione della pubblicazione del suo disco ‘Forgotten Matches’ > 44 Angolo tecnico click I diodi nelle rete elettriche non lineari > 47 Registrazioni click Il tecnico John Tchicai parla delle registrazioni che ha fatto con Rudy van Gelder > 60 Vinili click ‘The Vinyl Collection’ > 64 DISCHI PER UN’ISOLA DESERTA SACD classico click Toivo Tulev: Songs > 49 SACD non classico click Pixies: Surfer Rosa > 51 LP 45 non classico click Junior Wells: Hoodoo Man Blues > 52 CD non classico click Charles Lloyd, Maria Farantouri: Athens Concert > 55 > 53 CD classico click Rimsky-Korsakov: Sheherazade e altri brani > 57 55 LP 45 non classico click Patricia Barber: Café Blue > 59 Rimsky-Korsakov Patricia Barber DISCHI PER UN’ISOLA DESERTA La tua lunga sofferente moglie ti ha abbandonato su un'isola deserta. Ma ha avuto pietà di te: ti ha lasciato una copia dell'Inferno di Dante e un lusso... l'impianto hi fi che non vuol più vedere in casa. Per tenerti compagnia: 500 incisioni che i critici di AS ti spediranno regolarmente. 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E' FA CILE LEGGERE AS EXTRA: LE PAROLE/C OMMANDO>>> - CLICK : un ‘click’ nel ‘sommario’vi porterà all’articolo desiderato CLICK : un click’ negli articoli vi farà accedere ai contenuti multimediali - > SOMMARIO in fondo ad ogni pagina: cliccandoci sopra ritornerai automaticamente al sommario. pagina attiva - extra in alto della pagina indica che ci sono dei contenuti multimediale sulla pagina: per accedere ai contenuti multimediale basta cliccare sul link interattivo che si trova nel box grigio nella parte sinistra inferiore della pagina e indicato con la parole CLICCA QUI - me ssaggio pr omo zionale: le pagine con sfondo verde sono messaggi promozionali; CLICCA QUI indica che la pagina è interattiva indica che una pagina publicitaria è interattiva: basta cliccare sopra per accedere alle informazioni multimediali Audiophile sound n. 141 per anteprima AS 141 & CD allegato CLICK BENVENUTI A EXTRA ! in fo p age > SOMMARIO Stiamo facendo le spedizioni dei primi 2 titoli della collana... 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Il ‘Top Audio e V ideo Show’ di Milano era sicuramente una fiera nazionale, ma il 90% dei visitatori erano dai dintorni; era la varietà e il numero di espositori che dava allo Show di Milano il suo peso e la sua identità nazionale. Da quando il ‘T op Audio’ ha chiuso battente, le fiere locali si sono moltiplicate come il prezzemolo; ma quasi sempre l’una è più povera dell'altra. Popolate da troppi pochi espositori di rilievo, il vuoto sembra essere colmato da dischi ed accessori da terzo mondo. Un audiofilo visita le fiere per scoprire nuovi prodotti, per visitare sale ben suonanti e anche per comprare sul posto CD, LP , SACD e altri supporti; purtroppo, le fiere stanno diventando dei bazar e dei mercatini solo per quest'ultimi. P iù questo trend persisterà e meno audiofili seri saranno interessati a comprare impianti hifi di qualità. Questo spiega perché troviamo sempre meno distributori di rilievo e sempre più autodidatti che credono di aver scoperto l'acqua calda. Poi c'è la musica suonata nelle sale... My God!!! Tutti sanno che a me non piace un gran ché la musica pop. È vero. Ma anche se fosse innamorato di quel genere musicale non ne farei mai uso per valutare impianti hifi perché il 99% di questi dischi sono incisi male: compressi, colorati, piatti. Forse ho capito niente, ma anche dopo ore di riflessione (!) non riesco a capire come uno potrebbe arrivare a conclu- BENVENUTI A EXTRA ! 12 extra > SOMMARIO rivis t a supplemen t ar e se v ole t e legger e sioni seri relative alla qualità di un componente usando fonti di una povertà tecnica agghiacciante. Anche con quei brani incisi meglio non vedo come un elicottero riuscirebbe a farmi capire bene l'estensione dinamica e l’estensione di frequenze di un diffusore. Cadere nella facilità più banale sembra diventare la regola fissa. In tre sale ho chiesto se avevano archi da sentire: in tutte tre la risposte fu un ‘no’molto secco. Musica banale, spiegazioni dagli espositori che ti fanno capire che non sanno la differenza timbrica tra un contrabbasso e un pianoforte… ecco un altro trend. Capisco che le fiere sono luoghi per promuovere componenti audio, ma con una qualità media così bassa si capisce i commenti negativi che appaiono sui siti dopo l'evento: e questi NON sono pilotati dai concorrenti come ai distributori piace credere quando leggono commenti critici su i loro adorati bambini. ...E non scrivo tutto questo perché penso che ho fatto le mie demo nella miglior sala suonante; perché non lo era, e di gran lunga. Chiaramente, ci sono sale dove gli impianti suonano bene: ne ho sentito a Milano e, mi dicono, anche nelle fiere di Giulio Cesare Ricci. Il problema è che la media è troppo povera e questo inquina tutto il settore nonché lo spirito degli audiofili seri. Pierre Bolduc online anc ora qualc osa di più!! BENVENUTI A EXTRA ! > SOMMARIO extra 13 DISTRIBUZIONE PER L’ITALIA DML AUDIO web: www.dmlaudio.it mail: [email protected] tel: 0541 626761 extra cover story RUDY VAN GELDER Intervista con il leggendario ingegnere del suono Presentiamo una straordinaria intervista con il tecnico del suono specializzato in incisioni di musica jazz: Rudy Van Gelder. Oggi novantenne, ha concesso un raro sguardo alla sua carriera in questa intervista del 2004. SASHA ZAND evitato la maggior parte delle interviste durante i suoi 50 e più anni nel mondo della registrazione. Non ha mai parlato delle sue tecniche, e anche in questa intervista non ha divulgato i dettagli. Van Gelder è meglio conosciuto per i dischi che ha registrato negli anni '50 e '60 per le etichette di jazz Blue Note e Prestige. Da giovane si costruì uno studio di registrazione a casa dei suoi genitori, dove registrò Miles Davis e molti altri. Quando divenne troppo ristretto il primo studio domestico, egli costruì il proprio complesso/studio di registrazione/abitazione a Englewood Cliffs nel New Jersey, che tuttora esiste. La portata del lavoro di Van Gelder è sconosciuta, ma egli ha rudy van gelder L a leggenda di Rudy Van Gelder è immensa, eppure egli ha costruito le fondamenta per le direzioni, le leggende e le storie, della musica di John Coltrane, Dizzy Gillespie, Herbie Hancock, Wayne Shorter e altri. Il lavoro di Van Gelder è allo stesso tempo intimo e sconvolgente, ed egli può essere considerato a buon diritto il più grande tecnico di registrazione nella storia del jazz. SZ: Come venne fuori l'idea che volevi registrare della musica? RvG: Non fu previsto, successe e basta. M'interessavo di musica, ma in parallelo a quella, quand'ero adolescente, ero interessato anche al mondo dei radioamatori. La parte tecnica di quest'ultimo è il costruire trasmettitori, ricevitori e amplificatori audio. Fu il mio interesse nella musica, nonché gli aspetti tecnici della radio, a portarmi verso la registrazione del suono. Quindi il trastullarti con gli apparecchi dei radioamatori ti portò diritto alla registrazione? Esattamente. Di solito andavo nel centro di New York e acquistavo degli apparecchi. Mi costruivo delle cose da me... mixer, amplificatori e così via. Il primo mixer che usai per la registrazione in realtà me l'ero costruito io. Andavi a Chinatown e trovavi dei componenti lì? A Cortland Street, non a Chinatown. Non si trovavano le consol- > SOMMARIO extra 15 cover story “...Quando i miei genitori costruirono la casa su Prospect Avenue a Hackensack, la sala di controllo fu incorporata nel progetto della casa. Sapevano quanto io ero coinvolto e inclusero quella, nella casa che avevano progettato...” E così venivano a casa tua e tu li registravi. Sì, spesso. E i vicini si lamentavano in estate perché le finestre erano aperte. Non potevano mai immaginare cosa stavano testimoniando. Esatto. Una volta venne da me il famoso attore bambino Jackie Cooper. Era già grandicello e amava suonare la batteria. Così registrai la sua piccola band. I musicisti lo chiamavano Skippy. Quando le complete per la registrazione audio. Ciò che dovevi fare a quel tempo - e da quello che ho sentito non fui il solo - era modificare i banchi di mixaggio radio. Essi venivano prodotti per realizzare le trasmissioni radiofoniche, e si doveva modificarli per registrare musica. Non esisteva un'azienda produttrice di consolle come ci sono oggi. si vere sessioni per le case discografiche. Quando iniziarono ad arrivare musicisti seri, per incidere con te? Un mio amico aveva iniziato a lavorare con dei gruppi e aveva amici che erano musicisti, anche jazzisti, e loro venivano a casa dei miei genitori e facevano delle sessioni, improvvisavano un po' e io pro- Nell'insieme, per un mixer dovevi pensare esattamente a quali fossero i tuoi bisogni, fin dal primo giorno. Giusto. vavo a registrarle. Da quanto ho capito, mentre tutto ciò si stava costruendo, tu avevi effettivamente chiesto ai tuoi genitori, preso accordi con loro, per E ciò accadeva durante le scuole superiori? Già. permettere molte più registrazioni in casa? Quello si sviluppò nel corso del tempo. Quando diventai più occupato a registrare musicisti del quartiere e poi jazzisti, divenne Caspita. E quindi quando ti sei costruito quel banco, usavi semplicemente un normale registratore a bobine disponibile a quel tempo? Quando iniziai a registrare fu poco prima dell'avvento del nastro. Così le mie prime registrazioni che facevo per hobby furono fatte su rudy van gelder disco. un'imposizione, ma loro erano molto tolleranti al riguardo. Prima che i miei genitori costruissero la casa a Hackensack, io praticavo dei fori nelle pareti della nostra vecchia casa per far passare i cavi. Ma quando costruirono la casa su Prospect Avenue a Hackensack, la sala di controllo fu incorporata nel progetto della casa. Sapevano quanto io ero coinvolto e inclusero quella, nella casa che avevano progettato. Caspita. Acetato? Acetato, esattamente. Dovevi comprarti i dischi. E la macchina che avevo a quel tempo si chiamava ‘Presto disc recorder’. Andavo giù a Cortlandt Street, New York, a comprare i componenti per costruire un mixer da collegare a quella macchina. Quello fu il mio primo banco di registrazione. Non lo chiameresti così, se lo vedessi. Registravi i musicisti della scuola superiore? I miei amici. Compagni di classe. Suonavi uno strumento anche tu? All'inizio delle superiori - all’incirca nello stesso tempo in cui mi interessai alla registrazione - suonavo la tromba nella banda del liceo. Quant'era grande quello studio? Era un salone piuttosto grande. Era il salotto della loro casa. Il soffitto era piuttosto alto e c'era una nicchia in una parete, e un corridoio che andava verso le camere da letto e altre stanze. Si rivelò che i musicisti si trovavano molto bene a suonare lì. Ancora oggi quando incontro qualcuno che aveva suonato lì, dice di avere ottimi ricordi di quello. C'era una vera sala di controllo? Nella casa Hackensack i miei mi permisero di avere una sala di controllo con una grande finestra a doppio vetro tra le due stanze. Oltre a questi due locali, c'erano poi altre stanze? Certo, aree private naturalmente - cucina, sala da pranzo, camera Meraviglioso. Veramente era orribile (ride). Ho imparato più velocemente a registrare che a suonare musica. Eri nella big band del liceo? No, no, la banda che suonava le marce. Finii per staccare i biglietti alle partite di football invece che suonare nella banda. Gli insegnanti dovevano darmi qualcosa da fare. Quindi non suonavi nei gruppi estemporanei che di solito fanno i ragazzi? No. Tutti i miei amici lo facevano, però. Io ero concentrato nella registrazione. 16 extra ci ripenso era stato incredibile. Questo avvenne prima che io faces- > SOMMARIO da letto, ecc. C'era un patio esterno. Una delle copertine della Blue Note ha una foto di Francis Wolff con Elmo Hope e il mio cane fuori. Elmo è quello che scriveva la musica (ride). Certo è incredibile come i tuoi genitori siano stati così comprensivi. Continuo anch'io a pensare che fosse incredibile. Erano molto tolleranti e comprensivi. Avevano capito che questo era così importante per te. Chiaramente devi aver mostrato loro di essere molto promettente. Beh, a loro, credo di sì. cover story Veramente. Quindi, portavi in questa casa dei veri professionisti, Ti ricordi quante sessioni alla settimana facevi nella casa di personaggi noti? Hackensack, quando le cose andavano davvero bene? Oh, certo. Beh, ci fu un tempo in cui facevo pratica di optometria, quindi potevo registrare veramente solo due giorni alla settimana. Se dovessi Come avvenne tutto questo? guardare nel mio diario di quei giorni, effettuavo regolarmente due Fu difficile, perché è quello che veramente mi spinse a costruire il sessioni al giorno. Quindi, se non facevo altro, il massimo che pote- mio proprio studio. Alfred Lion della Blue Note (creatore dell'etichet- vo fare sarebbe stato quattro sessioni a settimana. Ma ricordati che ta, ndt) voleva registrare di notte. Ciò non funzionava troppo bene, una sessione durava circa tre ore. ma c'era una certa spinta a fare questo. La maggior parte delle ses- E dicevi che capisti che avevi bisogno di registrare alla sera e vole- sioni professionali che feci ad Hackensack furono fatte durante il vi più spazio. giorno. In realtà non ricordo alcuna sessione di notte. Avrò magari Per gruppi più grandi. Quello esercitava una grossa pressione su di fatto alcune demo di notte nei primi tempi, ma questo è tutto. me. Quindi concludevi il lavoro alle cinque o le sei? Volevano che tu registrassi gruppi con 22-24 componenti? Sì. A quel tempo le sessioni non erano lunghe come ora. I requisiti Sì. Alcune delle sessioni dei periodi successivi furono ad esempio per la quantità di musica che doveva essere registrata non erano con dieci componenti, e già quello era un po' troppo per neanche lontanamente esigenti come lo sono ora. Quando si tratta- Hackensack. Lì era venuto Gil Evans, che vorrei proprio aver avuto va di un appuntamento commerciale, per un'etichetta, si dovevano qui. Tale era la pressione. E naturalmente dovetti formulare nella registrare solo 15 o 20 minuti di musica per ogni sessione. mia mente quale tipo di studio volevo costruire. Era proprio il conparte accessoria dell'edificio, perché in primo luogo era una residen- Ero al college prima che fu completato l'edificio Hackensack. Nel za. Ora stavo progettando un edificio che era primariamente uno periodo in cui ero lì, la casa di Hackensack era in costruzione. studio, con una residenza accessoria. Era esattamente il contrario. Quando fu terminata io mi ero già laureato al college. Quando tu decidesti per la casa/studio di registrazione a Englewood Quanti dischi pensi di aver realizzato in quello studio? Cliffs, cosa avevi in mente per la sua estetica e la funzionalità com- Troppi da poterli contare. Confrontando gli anni che trascorsi lì al plessiva? tempo che trascorro in studio qui ora, fu un tempo relativamente Vi fu una fortunata serie di eventi. Mi ero anche sposato a quel breve. Vi fu molto meno tempo trascorso a registrare ad tempo, e con mia moglie Elva stavamo progettando la vita per noi Hackensack che qui. due. Quella sarebbe stata la nostra casa. Faceva parte del piano anche quello. E, naturalmente, dovevo fare i conti anche con i fondi Quindi credi un periodo che comprenda da 2 a 4 anni? limitati per quello che potevo costruire, in rapporto a quello che Un po' di più. Probabilmente otto o nove anni. avrei voluto costruire. Così mia moglie lesse un articolo sul New > SOMMARIO extra 17 rudy van gelder trario di Hackensack. In quest'ultimo la sala di controllo era una Nello studio Hackensack, che età avevi a quel tempo? cover story York Times riguardo a una mostra di Frank Lloyd Wright (famoso chilometri di distanza. architetto, ndt) a New York City, in uno di quei musei dove riprodu- A meno di 100 metri da qui c'è un'autostrada, ma l'edificio è circon- cevano una delle sue case. Guardammo le foto sul giornale e lei dato da molti piccoli alberi. Sono ottimi per assorbire il suono. Gli andò a incontrare le persone che l'avevano costruita per loro. aerei sono a volte un problema, ma non troppo, per fortuna. Non C'erano molti principi wrightiani - i suoi concetti su ciò che dev'es- volevo espandere lo studio in un grande complesso che richiedes- sere l'architettura - che erano in sintonia con il nostro modo di pen- se un ampio staff. Non volevo davvero farlo. Volevo restare picco- sare. Sembravano definire quello che stavamo cercando. Senza lo, il che naturalmente è intrinsecamente limitante per quello che entrare in molti dettagli, fu grazie a una costruzione in muratura potevo fare. Volevo avere uno studio e una sala di controllo, e dello studio, alla forma dello stesso, e anche al fatto di poter rispet- anche un operatore. È così per molti anni - un solo ingegnere. Ma tare i suoi concetti senza utilizzare Wright come designer - rivolgen- ora ho una assistente e lei è l'unica che io abbia mai fatto interve- domi invece a uno dei suoi apprendisti - che potei permettermi di nire a delle sessioni di registrazione. È con me dal 1989. Il suo farlo e completarlo. Altrimenti avrei ottenuto solo dei disegni, che nome è Maureen Sickler. Dapprima ha lavorato con me al film della erano opere d'arte, ma che non potevo permettermi di costruire. CTI su Dizzy Gillespie, Rhythm Stick. Ora lavoriamo insieme. È Quindi questo era ciò che avevo in mente in quel momento, ed è sopravvissuta a molti assoli di basso… (ride). I suoi appunti di ses- quello che ho fatto. Ci sono alcuni aspetti del progetto che potrei sione sono opere d'arte, e sto chiedendo di farle avere il titolo di evidenziarti. miglior operatrice al nastro del mondo. Chi fu la persona che progettò l'edificio? In tutti questi anni hai realizzato tecnicamente e prodotto tutti i David Henken. Non è più vivo e nemmeno lo è Mr. Wright. Visitando dischi da solo? dei luoghi durante quel periodo - studi di registrazione, sale da con- Realizzato tecnicamente sì, prodotto no. Le etichette facevano il certo, luoghi del genere - avevo formulato ciò che volevo per il mio lavoro di produzione. Io non ho mai assunto i musicisti. Sono un studio. Anche mia moglie conveniva che l'aspetto generale dell'edi- tecnico del suono, non un produttore. Non ho mai assunto un musi- ficio dovesse essere rappresentato dalle opere di Mr. Wright. Così cista nella mia vita. Sono le etichette discografiche che producono. uno dei concetti di base, per esempio, era che se hai pareti in Io realizzo anche i master, tra l'altro. Questa è un'altra parte del mio muratura e le rifinisci in modo che abbiano un aspetto piacevole, lavoro. puoi usare la stessa sia per la parete interna che esterna allo stes- rudy van gelder so tempo. Non avresti dovuto rifinirla in un modo all'interno e poi (Cosa ti ha portato a) aggiungere la masterizzazione come servizio? finirla, o trattarla in altro modo all'esterno. Questo è ciò che vede- Beh, tempo fa capii che per raggiungere quello che tu e i tuoi clien- te qui. Sembra così semplice adesso, ma avreste dovuto provare a ti desiderate dal mixaggio, devi fare anche il mastering, altrimenti spiegarlo al consiglio cittadino per l'approvazione nel 1960 (ride). le cose possono divenire confuse. Parlo solo per me ora. Questo è ciò che funziona a mio parere. Qui è così tranquillo, eppure c'è sicuramente un'autostrada a pochi Hai dovuto progettare alcune delle attrezzature per questo? Credo HI Fi Spectacular! su Reference Recordings (AUD 018) in formato ‘liquido’ DI NUOVO DISPONIBILE! IL NOSTRO MITICO BESTSELLER! 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Mi ricordo di come inviare una lacca master ad un'ex piscina nel Bronx per la galvaniz- pensavo prima che ci fossero i CD, ‘Come possiamo farlo?’ In real- zazione, e poi avere qualcuno che ci fa cadere un cacciavite su di tà mi costruii un piccolo trasmettitore RF. Avremmo trasmesso la esso. musica sulla banda AM verso l'auto e la sentivamo in questo modo. C'era sempre una pressione per farlo. Immagino. Tuttavia io non ritengo proprio giusto star qui a fare la parte diffici- I tuoi tempi da radioamatori erano ritornati. le del lavoro che sono le sessioni, la registrazione, il mixaggio, l'edi- Sembra strano, non è vero? ting e quant'altro è coinvolto, e poi affidare tutto quanto a qualcun altro perché faccia i master. Semplicemente non ha senso per me. Il mastering è un passaggio critico. Puoi nominare alcune delle etichette per le quali registravi? Certo. Tutte di quante… (Risate). No, seriamente, la maggior parte delle etichette jazz che c'erano allora: Blue Note, Prestige, Savoy, Quali erano i tuoi principi per il mastering? Atlantic, un paio di cose della Riverside e della Vox Classical. Beh, avevo le stesse considerazioni allora come oggi. Che non sono Qualsiasi etichetta. Non le major. Nessuna major. tempi (forse non lo ricordi) tutto era mono. Il termine usato era Io avrei preteso te: “Prendiamo quel ragazzo lì”. “suona come la radio AM (onde medie)”. Hai mai sentito que- Dubito che qualcuno nelle grandi aziende fosse a conoscenza di st'espressione? quello che stava accadendo. Non c'era nessuno lì a dire ‘Oh, che bel Oh, certo. tu firmavi il contratto con una grande azienda, ti registravano i loro Bene, quella è pittoresca e antiquata ora, in realtà. Ma questo è ciò propri ingegneri. Questa cosa andò avanti per molti anni. Anche nei che i musicisti ascoltavano fino agli anni '60. E i produttori, è tutto primi tempi alla Columbia, RCA e Decca i sindacati avevano in mano ciò che loro sapevano. Così, quando registravano e giudicavano, la situazione. Non solo essi si costruivano le proprie attrezzature, mixavano il bilanciamento e il suono complessivo, ascoltavano tutta ma dettavano anche quanti tecnici del suono dovevano esserci nella la loro musica in mono. A molti dei musicisti non importava nulla di sala di controllo. Se la direzione voleva registrare altrove, essi richie- come andava a finire la registrazione, comunque. Loro suonavano devano che fosse presente almeno uno degli ingegneri del sindaca- semplicemente la musica e lasciavano che qualcun altro ci pensas- to. Si doveva avere una persona in più come operatore al nastro, se suono, andiamo da quel ragazzo’. Non era così che funzionava. Se > SOMMARIO extra 21 rudy van gelder cambiate. Come suonerà alla radio questo disco? Nei primissimi #%''&$&'%& & $$%!&&'%!''!#'"&&'"&&$&'' cover story mi perdonate l'espressione. produttore, né un promoter. Molte persone cominciano come tecnici del suono e finiscono a fare i produttori. Tom Dowd ha fatto più Certo (Risate) produzioni che lavoro di studio alla fine. Io sono molto contento di L'altro ragazzo era colui che mixava. essere rimasto ingegnere. È così buffo... è talmente evidente come siano audiofile e piacevoli Nell'era jazz ad un certo punto fare il musicista era considerato, se le tue registrazioni. Strano che anche in quei giorni, nessuno lo rico- vogliamo, una sorta di professione pericolosa. Mi riferisco allo stile noscesse. di vita dei musicisti. No. Nei primi tempi non indicavano nemmeno il nome del tecnico su Io non sono mai stato parte di questo. Mi isolavo dalla loro vita per- un disco. La prima volta che successe in assoluto fu quando avevo sonale. Il loro modo di vivere non era di mio interesse; a me basta- registrato alcune cose per il pianista Lenny Tristano. Fu lui a mette- va che erano ‘OK’ quando venivano qui in studio. re il mio nome sull'etichetta come tecnico del suono, e non credo che ciò fosse mai successo prima. Bob Thiele (produttore musicale Come hai conosciuto Bob Thiele e Alfred Lion? della Impulse! Records, ndt) mi prendeva in giro a tale proposito e Con Alfred Lion iniziò la mia collaborazione continuativa con una diceva: ‘Rudy, tu sai che in Europa i tecnici del suono indossano il casa discografica, piuttosto che fare una sessione qua e là. Avevo camice bianco’. registrato un gruppo, per una piccola etichetta che apparteneva a Gus Stateris (produttore locale, ndt). Lui aveva registrato un suona- Davvero. Questo accadeva negli anni '50? tore di sax baritono e arrangiatore di nome Gil Melle. Io non ero pre- Sì. Anche negli anni Sessanta feci alcune cose che non riportavano sente quando ciò accadde, ma Alfred Lion acquistò il long playing da il mio nome su di esse. L'album di Ray Charles, Genius + Soul = Jazz 10" di quel gruppo e lo pubblicò su etichetta Blue Note. Ebbe suc- che feci per Creed Taylor, non aveva alcun accenno ai tecnici del cesso. Dunque ad un certo punto Alfred voleva registrare un'altra suono. sessione. Fino a quel momento Alfred aveva registrato presso una dio di registrazione commerciale, oltre alla stazione. Alfred andò dal ricerca di talenti per le case discografiche? tecnico del suono che aveva lavorato per lui e realizzato tutti gli Nel corso degli anni ho ricevuto un sacco di telefonate da persone album Blue Note fino a quel momento, e gli disse: “Ci piacerebbe che credevano che io avessi una certa influenza in questo modo. No, farne un altro, ecco l'LP. Abbiamo bisogno di fare un'altra sessione mi piace stare alla larga da tutto quel genere di attività. Questa è e vogliamo che suoni come questa”. Così lo fece sentire all'ingegne- l'ultima cosa al mondo che le etichette vogliono sentire da me: i sug- re. L'ingegnere lo ascolta e gli dice, “Mah! non credo di poter otte- gerimenti su chi registrare. Io sono un tecnico del suono. Non un nere quel suono. È meglio che tu vada dalla persona che lo ha fatto”. > SOMMARIO extra 23 rudy van gelder stazione radio a New York City. La radio WOR manteneva uno stuQuando poi avevi il tuo studio e l'attrezzatura, facesti mai qualche cover story “...Duke Ellington e Count Basie erano dei giganti. Solo il fatto di averli nel mio studio mi dette i brividi. Me lo ricordo ancora chiaramente. Non come tecnico del suono, ma il sentire la loro musica da bambino e poi averlì a registrare qui...” “Non abbassarmi il volume dietro l'assolo di tromba”. Io gli dissi: “Va bene”. Continuarono a provare il pezzo. A quanto pare, dopo che Monk mi aveva chiesto di non abbassarlo durante l'assolo di tromba, Miles gli aveva detto di non suonare per niente durante quel suo assolo. Ero pronto a fare ciò che Monk mi aveva chiesto, ma Miles gli aveva detto di estraniarsi del tutto. Io non sapevo questo. Così iniziarono la registrazione. Io feci partire il nastro. Miles stava suonando con quella sordina che era solito usare, ed era E questo è esattamente ciò che fece. Lui venne da me. Mi disse ciò che voleva fare e da lì iniziò tutto. Registrai per lui proprio fino alla fine. Alfred fu il primo, poi seguì la Prestige. La Savoy. Non posso davvero ricordarmele tutte al momento. Molti dischi. Le etichette sembrano andare e venire. Parliamo un po' dei musicisti e delle loro cose. Quali situazioni di persone e registrazione spiccano fra tutte? Parlando di persone, direi che furono Duke Ellington e Count Basie. Nella mia giovinezza loro erano dei giganti. Solo il fatto di averli nel mio studio mi dette i brividi. Me lo ricordo ancora chiaramente. Non come tecnico del suono, ma il sentire la loro musica da bambino e poi averlì a registrare qui. Parlando di registrazione, naturalmente, furono Alfred Lion e Francis Wolff, con Art Blakey, Horace Silver, Wynton Kelly, Lou Donaldson, Lee Morgan, Herbie Hancock, Jimmy Smith, Elmo Hope. Quelli sono singoli musicisti tra decine di quel tempo. Quella era la scena della Blue Note. E poi gli artisti Prestige fra cui Miles Davis, Red Garland, Gene Ammons, Arthur Taylor, e le produzioni fatte da Esmond Edwards di Coleman Hawkins, Kenny rudy van gelder Burrell, King Curtis, Sonny Rollins e Eric Dolphy. Possono letteralmente riempire un libro. Gli album di Miles Davis e Red Garland che feci per la Prestige furono realizzati a Hackensack. E naturalmente John Coltrane a Hackensack e Englewood Cliffs, Duke Ellington prodotto da Bob Thiele, Count Basie, il disco di Quincy Jones Walkin' In Space prodotto da Creed Taylor, Wes Montgomery, l'album di Stan Getz e Astrud Gilberto Getz Au Go Go. Inoltre Summer Samba di Walter Wanderly, Wave di Antonio Carlos Jobim, Bill Evans with Symphony Orchestra, l'album di Gil Evans Out Of The Cool, 2001 (Prelude) di Deodato, Mister Magic di Grover Washington, Jr., One Mint Julep e Outskirts Of Town di Ray Charles, Paul Desmond, e She Was Too Good For Me di Chet Baker. Hai da raccontare qualche aneddoto o storia divertente che accadde? Beh, non si tratta proprio di una storia divertente, ma ce n'è una che fa capire un po' della personalità di Monk. Ci fu la scena famosa tra Monk e Miles a Hackensack. Sono state raccontate versioni incomplete di questa. Io cercherò di darti maggiori dettagli su di essa. Sei a conoscenza della tensione che c'era tra Monk e Miles? il pavimento. Durante l'assolo di tromba, Monk si alzò. Era grande e grosso, molto alto. Quindi si alzò e abbassò lo sguardo su Miles. Si era levato in piedi, aveva lasciato il piano, e dominava dall'alto Miles mentre lui stava suonando. Io ero pronto a non abbassarlo durante l'assolo di Miles,ma eccolo lì in piedi che non suonava più. Dopo il take, Miles chiese a Monk cosa stesse facendo. E Monk disse: “Non ho bisogno di sedermi per escludermi” (ride). E questo è ciò che accadde. Monk aveva fatto quello che Miles gli aveva chiesto di fare. Aveva smesso di suonare dietro al suo assolo, ma l'aveva fatto a modo suo, aggressivamente. Credo che Monk stesse progettando qualcosa che voleva suonare durante l'assolo, e Miles aveva cortocircuitato il suo piano. Questa è la prima volta che sono stato in grado di raccontare questa storia nella sua intierezza. Conoscevi qualcuno dei tuoi contemporanei come Tom Dowd (produttore di successo, scomparso nel 2002, ndt)? Conoscevo Tom. Era una grande persona, mi piaceva. Non ricordo in quale, ma ci furono due progetti realizzati per la Atlantic Records a Hackensack, prodotti da Ahmet Ertegun. Uno era un pianista di nome Cy Walter, l'altro era Phineas Newborn. Ahmet mi presentò a Tom Dowd. Durante quel periodo il mono dominava. Non avevo ancora ricevuto il mio Ampex a 2 tracce, quindi ciò che fece Tom mentre io registravo in mono, fu di registrarlo in stereo su un Magnacord. Il Magnacord era uno dei primi registratori a 2 piste disponibili, e fu così che Tom prese l'iniziativa e realizzò la versione stereo, e io feci quella mono. Questo nella stessa sessione? Sì. Lo faceva andare in parallelo. Affascinante, perché di solito non lavori con altri. No, ma questa fu un'eccezione. Con Tom è una storia diversa. Averlo lì era un vero divertimento. Il mio ricordo di quella sessione è che eravamo come in due luoghi diversi. L'unica cosa in comune era la musica che stava accadendo. Lui faceva la sua cosa e io la mia. Non c'era interazione tra di noi. Quello che ho sentito dire di lui era che fu sempre all'avanguardia del multi-traccia. Sì, lui ebbe una delle prime macchine a 8 tracce della Ampex. Sì. Non fu davvero un'esplosione di rabbia, solo un semplice incidente. Cominciarono a provare il brano e io ero nella sala di controllo a verificare il tutto. Mentre stavano ancora provando, mi spostai nello studio per fare alcune regolazioni. Monk si avvicinò a me e mi disse, 24 extra ricurvo in basso seduto su una sedia, puntando la sua tromba verso > SOMMARIO Hai parlato con Les Paul? Sì. Ero sul palco con lui proprio il mese scorso in una convention a New York, ma l'ambiente non si prestava molto alla conversazione. rudy van gelder cover story > SOMMARIO extra 25 cover story “...Mi piace utilizzare gli attuali apparecchi di registrazione implementati professionalmente. Non voglio tornare al nastro. Non voglio andare indietro alle valvole. Non voglio il montaggio a lama di rasoio. Mi piace una consolle analogica per il monitoraggio, ma se tu riesci a metterti ai controlli di una consolle digitale ben progettata puoi portare la miscelazione a nuovi livelli, e io preferisco fare ciò...” Oh sì. Cosa pensi della transizione brevemente dalle valvole allo stato solido, fino all'attuale digitale e alla registrazione su computer? Beh, ho vissuto da vicino tutto questo. Fa parte del mio piacere e divertimento, l'essere in grado di utilizzare ognuno di queste differenti migliorie. Non trovo nulla di negativo su qualsiasi di tali avanzamenti tecnologici. Mi piace utilizzare gli attuali apparecchi di registrazione implementati professionalmente. Non voglio tornare al nastro. Non voglio andare indietro alle valvole. Non voglio il montaggio a lama di rasoio. Mi piace una consolle analogica per il monitoraggio, ma se tu riesci a metterti ai controlli di una consolle digitale ben progettata puoi portare la miscelazione a nuovi livelli, e io banco per lui nel suo studio di registrazione a 8 tracce, e la stessa persona ne costruì uno per me. Il terzo andò a uno studio di New York. Era la mia prima console su misura prodotta da qualcun altro. Chi aveva progettato questo banco? Non era stata un'azienda, era un individuo dal nome di Rein Narma. Aveva costruito tre banchi di regia nella sua casa a Bergenfield, nel preferisco fare ciò. Per il mastering utilizzavi il Sony PCM? Certo, ce l'ho ancora lì fuori. Nessuno lo vuole più. È un 1630. Ho realizzato molti CD con quello. L'ho abbandonato qualche tempo fa. Ci sono stati dei convertitori digitali realizzati su misura per te? No, arrivati a quel tempo la costruzione su misura era diventata New Jersey. In seguito era diventato un direttore della Ampex. impossibile. Dovevo semplicemente fare pressione sui rappresen- Su quanti canali potevi lavorare, con quello? stava succedendo, e cosa era disponibile. Ed è ciò che faccio ades- Non ricordo, ma devono essere stati almeno otto perché Les Paul aveva un otto canali. La caratteristica che spiccava su di esso, oltre all'enorme mobile in legno, era che i controlli di livello erano rotan- tanti (delle attrezzature) per mettermi al corrente di quello che so. Hai mai sentito la necessità di modificare qualsiasi tua attrezzatura? ti. Questo avveniva prima dell'era dei cursori scorrevoli. No, piuttosto le persone che fanno quel lavoro. Mi piacerebbe modi- Questo nei primi anni '60? cosa in particolare, è quello che mi piacerebbe fare. Sì, primissimi anni Sessanta. 1960. E avevi fatto configurare il mixer per le tue esigenze, cioè stereo a quell'epoca? No, non all'inizio. Era stato progettato per lo stereo. Aveva altri difetti, il che mi dispiace davvero. Certe caratteristiche erano insite ficare le persone che scrivono codici imprecisi. Se potessi fare una (Ride) Quello che volevo dire era: hai mai dovuto modificare uno qualsiasi dei componenti per renderlo più audiofilo di come te lo avevano consegnato? Di solito i miei bisogni e desideri non sono legati all'area audiofila. Mi sono concentrato in tutti questi anni sul musicista. Io mi occupo nella consolle. Non credo che dovrei andare nei dettagli. delle richieste dei musicisti. Non sono produzioni effettuate come Les Paul l'aveva, e tu anche. Ti ricordi chi fu il terzo a cui andò? Le mie esigenze sono dettate da ciò che i musicisti vogliono fare. C'era uno studio a New York, credo si chiamasse Gotham. Non sono dei cicli a ripetizione. Per fortuna non ho avuto a che fare con esse. Loro sono interessati al proprio suono. Io seleziono i componenti sicuro. che facilitano tale scopo. Questo è ciò che accade. Immagino che tu debba aver commissionato altri banchi di regia Oggigiorno è quasi un'impresa riunire delle persone a suonare in dopo quello. Dopo quello, sono passato a uno commercialmente disponibile, che si è rivelato essere il migliore al mondo. Ma non sono sicuro che questa sia la sede opportuna per me per parlare in dettaglio di produttori. Fu il primo di due banchi. La prima versione di quello che ho adesso. Quindi hai la stessa consolle. E se tu volessi tornare indietro? No, non ho più quella consolle. Ho un banco regia dello stesso produttore. Ma quella è una consolle analogica. Ne ho anche una digi- una stanza tutti insieme. Circa dieci anni fa c'erano ancora dei musicisti che volevano farlo, ma chiedevano comunque le cuffie. Quindi hai tutti i musicisti nella stanza? All'inizio, nei primi tempi, sì. Oggi gli stessi musicisti vogliono essere in grado di correggere tutto ciò che suonano. Questo sembra essere il risultato di come si sono evolute le tecniche. Vogliono le cuffie. I musicisti vogliono avere una seconda possibilità, o una tale. Le ho entrambe qui. terza, o quarta, o quinta di suonare un assolo, per esempio. Il Quindi ce l'hai il digitale? ni negli anni '70, quando c'era un sacco di gente nello studio tutti mixaggio in cuffia predomina. È anche giusto. Ricordo delle sessio- > SOMMARIO extra 27 rudy van gelder Sai, io e lui abbiamo in comune delle console. Qualcuno costruì un cover story “... Il problema di Birdland quando registravo lì, per quanto riguardava i proprietari, era che a loro non piaceva l'idea che io stessi seduto al tavolo portando via un po' del loro incasso.Ogni volta che andavo in un club c'era qualche sorta di lieve conflitto. La prima volta che mi recai al Vanguard volevano farmi mettere in cucina....” una sola cabina, poi venne il bisogno di un'altra, e un'altra ancora, e adesso ne abbiamo cinque. Per quanto riguarda i tuoi progetti, chiedevi aiuto a uno specialista di acustica? No. Decidevo io, e avevo un'idea di come avrebbero dovuto essere la dimensione e la forma dell'edificio. Sapevo quello che volevo. Sentivo di avere una buona padronanza di acustica, senza ridurla a matematica, e sapevo quello che suonava corretto. Poi, poiché stavo controllando tutto, alla fine ho capito che avrei potuto farlo. Costruire un nuovo edificio, non una sala in un edificio esistente con i materiali che ritenevo dovessero essere utilizzati. E se poi devo trattarlo acusticamente all'interno, posso farlo in seguito come insieme. Ci sarebbe stata una coda di musicisti davanti alla porta passo successivo. Avevo una riserva di memoria nella mia mente, in della sala di controllo, in attesa di fare la loro piccola sovraincisione modo che, se non avesse funzionato dal punto di vista del suono, per modificare qualcosa. avrei potevo fare qualcosa al riguardo. Ma volevo davvero una certa forma e una certa dimensione. Tu riuscisti a ottenere molto isolamento, anche nelle tue prime registrazioni. Hai insonorizzato la sala? Beh, l'isolamento era quello che mi serviva in quel momento. Quello No, non l'ho fatto. Ero un po' rilassato a tale proposito. È piuttosto che cercavo di realizzare a quel tempo era legato a com'era la musi- valida, e potrebbe essere meglio. Ma c'è un limite alla dimensione ca. Registrare ciò che resta della musica acustica si è evoluto in che potevo permettermi. È facile insonorizzare una sala piccola, ma qualcosa di diverso dal suonare in ensemble. Quando il multi-trac- insonorizzare una grande stanza comporta alcuni seri compromes- cia è divenuto disponibile all'inizio pensai “Wow, questo è semplice- si. Non ne ho fatto un grande problema. Non c'è nessuno dei soliti mente fantastico”. Non dovevo fare un mix perfetto su una sessio- metodi utilizzati per l'isolamento acustico. Io ero più interessato a ne: avrei potuto farlo in seguito. Ma quello che accadde, fu che i come il luogo suonava. Se avessi bisogno di fare un isolamento acu- musicisti rapidamente capirono questo. Nei primi tempi essi suona- stico, potrei farlo. rudy van gelder vano per l'istante. Presto capirono che non dovevano cercare la perfezione nella sessione. Potevano rifarlo, ed è così che siamo diven- Ti recasti in luoghi come la Carnegie Hall per fare le tue esperienze tati adesso. Le prime registrazioni non avevano niente di tutto que- su come le cose dovevano suonare? sto. Facevano un paio di riprese e sceglievano quella buona più La Symphony Hall a Boston fu un posto nel quale avevo registrato. tardi. Questo non significa che vorrei tornare indietro a quei giorni. Nella città di New York andavo in sale di cui nessuno ha sentito par- Oggi, chiamare una sessione di registrazione un ‘tracking date’ lare. Ho fatto un paio di registrazioni ‘remote’ (fuori studio) a New (appuntamento di tracking) dice tutto. È la musica acustica di cui York. Mi piace essere in luoghi che suonano bene per me. Anche se sto parlando. Non sto parlando di qualsiasi altra forma. non sto registrando, i piccoli rumori suonano benissimo nelle buone sale. Sai cosa intendo per ‘remote location recording?’ Tornando all'isolamento... L'isolamento necessitava di un po' di miglioramento mentre lavora- Sì. vo con la CTI nei primi anni '70. Creed Taylor creò la motivazione C'erano alcune sale a New York che mi piacevano molto. Ho fatto per una maggiore isolamento. Era iniziato ai tempi della Bethlehem, molti dischi in questo modo. Durante il tempo della transizione da un'etichetta chiamata Bethlehem. Questo fu quando iniziai a lavo- Hackensack a qui divenne necessario registrare a New York di notte rare per Creed. Poi, naturalmente, sulla Impulse, e quindi alla MGM e farle fuori studio. / Verve. E quell'altra in California, la A&M. Quando Creed andò all'etichetta A&M, fece Wes Montgomery, Jimmy Smith e altri. Per questi ‘remote’ facevi semplicemente spostare parti dell'attrez- A quel tempo non c'erano cabine nello studio, era solo un grande zatura? spazio, una sala dal bel suono. Ma poi i requisiti di poter sovrainci- A quello scopo dovetti far costruire da qualcuno qualcosa di specia- dere delle parti diventarono essenziali. Un pezzetto veniva prima e le. Questo accadeva prima dell'era dei camion con studi mobili. Se poi un'altro, quindi vi fu la necessità per le cuffie. Una volta adotta- era solo un gruppo di cinque elementi, non avevo bisogno di un te le cuffie, diventò possibile cambiare qualsiasi cosa, isolando i sin- camion. Inoltre non c'erano camion. Non volevo entrare in quel lato goli musicisti dal resto del gruppo. Io provai lo stesso con delle del business. Quindi avevo solo un piccolo mixer portatile costruito pareti, ma non funzionò mai veramente. Così dissi a me stesso, mi da me, e mi sedevo proprio nella sala dove stava il pubblico; facen- arrendo, costruiamo solo una stanza. Così iniziai con una stanza. do il monitoraggio con un paio di cuffie, registravo il gruppo che Stavamo registrando Astrud Gilberto. Lei aveva una voce veramen- suonava nel locale. Questo è il modo in cui facevo le ‘remote’. te molto fioca in mezzo alla musica. Dovettimo isolarla dal resto del gruppo, così costruii una stanza per una cabina vocale. Prima era 28 extra > SOMMARIO Era al Birdland, per esempio? cover story Oh, certo. Il problema di quel locale, per quanto riguardava i pro- hai realizzato. Ce ne sono tanti e suonano proprio benissimo. Non prietari, era che a loro non piaceva l'idea che io stessi seduto al sento alcun fruscio. tavolo portando via un po' del loro incasso. Io dissi loro: “Per poter Negli anni Cinquanta, comprai un registratore Ampex 300. Mi registrare qui, ho bisogno di stare a questo tavolo”. Ogni volta che lamentavo del fruscio. Mi mandarono un ragazzo dalla Altec Service andavo in un club c'era qualche sorta di lieve conflitto. La prima Company, che era una azienda nata da una scissione nella Western volta che mi recai al Vanguard volevano farmi mettere in cucina. Al Electric. Facevano assistenza nei cinema in tutto il paese. Ampex li Vanguard sono finito sul lato destro della sala come chiunque altro utilizzava per il supporto tecnico. Il tecnico continuava a riferirsi al a guardare lo spettacolo - era davvero bello. In altri posti come nastro con la parola ‘film’ e io ero un po' sospettoso. Mi disse: Birdland era praticamente la stessa cosa. “Hanno appena fatto uscire un nuovo progetto di testine”. Io gli dissi Quanti canali riuscivi a registrare in un'incisione furoi studio? sostituì con un'altra macchina nuova. La usai per anni. Ho realizza- Se parli di canali in ingresso, iniziai con quattro e finii con 24. Ho un to alcuni dei dischi ai quali ti stai riferendo. Anni dopo, la Western mixer a 24 tracce che posso prendere con me e portare nella scena Electric divenne Westrex e progettò la prima testina di incisione ste- del concerto. Ho registrato Tommy Flanagan al Vanguard con 24 reo in questo paese, per realizzare gli LP stereofonici. “Ma io ho appena appena comprato questo”.Così la Ampex me lo canali di ingresso. Ho ancora quella consolLe. Stavi proprio utilizzando attrezzature eccellenti, e ottimi microfoni. E quella era stata fatta su misura per te? I microfoni migliorarono di un enorme e veloce passo con l'avvento Modificata partendo da una consolle inglese. Sicuramente non uti- dell'U47. È ancora difficile da battere. lizzata com'era. Era inutilizzabile così per le registrazioni a distanza, fuori studio. L'ho cambiata. Cosa ne pensi del progresso verificatosi nei microfoni? In realtà non credo ci sia stato molto progresso dai tempi dei model- L'hai portata con te? È piccola quindi. li U47 e Shure 545. Cos'è successo? de. Devi avere qualcuno che la porta per te. Adesso sono senza trasformatore e sono accoppiati in corrente continua. Sono più rimossi dalla catena del segnale, in realtà. O devi correre in cucina e chiedere aiuto a qualcuno. Più rimossi? No. Ma una volta feci assumere qualcuno, quando andai a Newark per registrare la band di Charlie Earland, l'organista. Uno dei brani Ci sono meno componenti internamente, credo. È quello che sto era Black Talk. Le sessioni di organo furono popolari per lungo cercando di dire. Se non altro è progresso. tempo. Era sempre difficile registrare l'organo in una registrazione a Forse. Quando uscì l'U47 all'inizio era quasi impossibile da usare. Era distanza. davvero tremendo. Principalmente perché i preamplificatori che avevamo in questo paese erano stati progettati per i microfoni come gli Tutte le tue registrazioni hanno resistito bene al tempo. RCA 44 e 77. In Europa, dove l'U47 era stato progettato, i preampli- Beh, grazie, molto gentile. In realtà il merito è della musica... ficatori erano costruiti dalla stessa azienda che costruiva i microfoni. Quindi cosa abbiamo fatto? Abbiamo cercato di modificare il Trovo che esse abbiano una migliore fedeltà delle registrazioni microfono. Ma non era una buona idea. moderne. Devi averlo intuito presto questo, ma come approcciavi il Quelli erano tentativi, poi falliti, di far suonare meglio il microfono. problema del rumore di fondo (fruscio)? Come lo risolvevi? Il problema non era quest'ultimo, ma gli amplificatori che seguiva- Vuoi dire il pavimento (floor = pavimento - gioco di parole con noise no nella catena. Aveva un livello di uscita più elevato rispetto a qual- floor = rumore di fondo, ndt) dove il gruppo stava suonando? siasi altro microfono, e i preamplificatori americani di quel tempo non riuscivano a sopportarlo. Anche il carico era critico. Qualcosa Parlo delle macchine, delle attrezzature. doveva cambiare. Vi fu un buon numero di quei microfoni dove tol- Bene… (Ride), stavo scherzando un po'. Se ripenso a quell'aspetto sero la valvola VF14 e sostituirono un Nuvistor. Questo doveva atte- in realtà non mi comportavo molto bene agli inizi. I primi anni della nuare la salita delle alte frequenze. Fu un'altra cattiva idea. La mag- registrazione a nastro furono davvero pietosi rispetto al rumore. gior parte della questione è nota oramai, ma allora costituiva un Dovevo fare dei sacrifici e scegliere tra un difetto o un altro. Durante grande mistero. Io ebbi il secondo modello U47 negli Stati Uniti. Era quel periodo di tempo lavorai anche per un'azienda di classica chia- importato da un tizio che lavorava per la Radio delle Forze Armate mata Vox Records. Quella cultura era completamente diversa dalla in Europa, prima che Gotham Audio ne prendesse il controllo. Non musica jazz. Lì bisognava davvero fare qualcosa per il rumore. ricordo il suo nome. Il primo andò alla Reeves Sound, uno studio Questo è ciò che fornì la motivazione per il sistema della riduzione cinematografico a New York. Ecco dove lo vidi la prima volta. del rumore Dolby. Se guardo indietro a quel tempo e ascolto alcuni Quindi in pratica prendevano la roba dall'Europa e la portavano negli lavori di quei giorni, suonano piuttosto bene se sono correttamente Stati Uniti? masterizzati. Naturalmente, con l'avvento del digitale tutta la que- Questo è ciò che facevano. Non c'era nessuno che capiva l'impor- stione del fruscio è scomparsa. tanza del momento. Eh si. Nella mia mente sto pensando ad alcuni dei dischi storici che Alla fine la situazione si sarà per forza dovuta appianare. > SOMMARIO extra 29 rudy van gelder Beh, non proprio. Ventiquattro cursori, puoi capire quanto sia gran- cover story Sì, beh, credo che sia stato così. Steve Temmer della Gotham era ma come ho descritto, cinque diffusori full-range tutt'intorno, quello che sostenne tutto quello sforzo per renderlo migliore. dovrebbe suonare molto meglio di qualsiasi impianto stereo. Ad Iniziando dal modificare il microfono stesso e poi cercando di ven- esempio, quando la musica è molto densa, molto ricca, un sacco di dere i preamplificatori. Sai, dipende sulla musica che desideri regi- cose che accadono allo stesso tempo, ci sono alcuni strumenti nella strare. Se stai registrando un'orchestra classica, un paio di stessa gamma come il pianoforte, e gli accordi di chitarra con il Neumann M50 appesi in alto davanti ad essa sono ancora i micro- basso che si coprono a vicenda. Se tu puoi miscelare ciò in modo foni definitivi. Il fatto che hai difficoltà a definire i miglioramenti, tale che ogni suonatore abbia la propria posizione nello spazio, è indica che nulla è chiaro come il sole. Ci sono microfoni che ho bello e in realtà più facile da mixare. È un modo naturale per ascol- avuto per anni e anni. Li uso ancora. Non credo ci sia uno svantag- tare la musica jazz. Sto parlando di gruppi di cinque musicisti, forse gio a usare tali microfoni se ancora funzionano. sei, anche quartetti. In realtà ho appena finito una nuova riedizione di Joe Henderson chiamata Lush Life, ed è la prima che ho fatto, Sei stato estremamente influente, in particolare nel rock'n'roll. che ha aperto questo nuovo mondo per me. Davvero? Anche qualcun altro aveva detto questo. Sembra che tu sia molto entusiasta. Sono molto curioso di chiederti qual'è il tuo approccio alla registra- Sì, e lo sono stato negli ultimi sei o otto mesi. zione della batteria. È diventato così complicato con 27 microfoni su una serie di piedistalli. Immagino che significhi che ne farai molti di essi? Oh, certo. Qualcun altro ne stava parlando su una rivista: 70 micro- Vorrei poterlo fare. Io non scelgo ciò che viene registrato. Non foni sulla batteria. Se ascolti solo ciò che dice il batterista rischi di prendo queste decisioni. Non faccio neanche parte di esse. Non perderti (Ride). Sono passato attraverso varie fasi di essa. Durante credo che farà la differenza in quello che registro. Questa è solo la gli anni '70 andavo a senso unico. Non mi piaceva per niente cosa mia reazione alle poche cose che ho fatto. Mi piacerebbe che aves- stava accadendo, e così mi tirai fuori da quel fenomeno e poi le se successo il multi-traccia, e quindi dimenticare lo stereo se regi- cose migliorarono. Non voglio essere troppo specifico, ma è quello strassimo quel tipo di musica. Non so quale sia il futuro per il jazz che realmente accadde riguardo alla batteria. C'erano cose negli acustico. Non sembra essere proprio roseo. Non parlo commercial- anni '70 che non mi piacevano. Le richieste dei clienti, il modo in mente adesso, sto parlando di come sento la tecnologia attuale. cui i batteristi suonavano, e il tipo di batteria che avrebbero porta- rudy van gelder to in studio. Diventava fuori controllo. Io mi sono allontanato, per Hanno fatto un microfono audio surround, lo sai. così dire, da essa. Certo. A quali progetti stai lavorando adesso (nel 2004, ndt)? L'hai provato? Alla serie RVG (= Rudy Van Gelder, ndt). Ultimamente sono stato Sì, sono a conoscenza di questo progetto. Dovrebbe essere super- impegnato nel rimasterizzare tutti gli album che feci per Alfred Lion bo per la musica classica. alla Blue Note Records, con nuovi trasferimenti a 24 bit. Nel 1998 Mr. Hiroshi Namekata, capo della Toshiba-EMI giapponese, sapen- Hai una preferenza per il Super Audio CD o il DVD riguardo al suono do che ero stato l'ingegnere sulle sessioni originali Blue Note, mi ha surround per il tuo proprio ascolto? richiesto di masterizzarle su CD per la prima volta. Le avrebbero Sono stato coinvolto principalmente nel SACD, ossia la registrazio- pubblicate come edizioni limitate. Ho completato 250 album con ne DSD, e mi piace molto. Suona in modo eccellente. Non si può nuovi trasferimenti a 24 bit, e sono stati pubblicati in Giappone. Allo criticare questo, il supporto di registrazione in sé. Vi sono altri pro- stesso tempo, alcuni titoli scelti sono stati editi anche negli Stati blemi diversi da come suona. Uniti. Nel 2003 ho fatto altri 100 album per il Giappone, in memoria di Alfred Lion, come edizioni limitate. Alcuni titoli selezionati Quindi sei a conoscenza del DSD? sono stati pubblicati negli USA. Oggi nel 2004, Michael Cuscuna si Certo. Ho il più recente registratore DSD con il software più nuovo. prepara a pubblicare più titoli nella serie americana RVG. Ho anche lavorato ad alcune sessioni. Ho realizzato alcuni mixaggi Penso che ci sarà una nuova era in cui questo diventerà più dispo- surround e penso che i risultati siano incredibili. Il surround confe- nibile. La maggior parte delle persone non sanno nulla su di esso. risce un coinvolgimento musicale che non si può ottenere dallo ste- L'ho avuto qui per un po' di tempo. Posso registrare e mixare su di reo. Non sto parlando dei mixaggi di film. Sto parlando del costrui- esso. L'ho usato da un po' e suona proprio bene. Ma non è solo il re un sistema di riproduzione surround con diffusori a gamma com- SACD, è l'idea di fare il surround. Non importa come lo fai, dovreb- pleta tutt'intorno per la musica. Cinque diffusori a gamma comple- be finire in surround. Se lo riproduci su un sistema del tipo che ho ta. E poi un mixaggio apposta per questo. Non sto parlando dei descritto, non riuscirai ad essere felice con nessun'altra cosa. cosiddetti diffusori satelliti con un subwoofer, o qualsiasi altra cosa Intervista di Sasha Zand che si usa ora nei sistemi surround per la casa. Vorreste che il vostro impianto stereo avesse un grande altoparlante per i bassi a Quest’intervista è stata pubblicata originaramente sulla rivista sinistra e un piccolo altoparlante per le alte frequenze a destra? Se TapeOP, n. 43: www.tapeop.com (abbonamenti disponibili a costo zero). ascolti il tipo di musica nel quale sono stato coinvolto con un siste- 30 extra > SOMMARIO consigli pratici AJ VAN DEN HUL risponde alle domande degli audiofili... ‘Che tipo di testina dovrei comprare?’ (per leggere le domande già pubblicate, rivolgetevi ad sempre online sul nostro sito) omanda: Ho un braccio unipivot dagli S tati Uniti. D VDH 1, ad esempio. Che tipo di testina dovrei comprare? E non lasciate che il vostro overhang vi faccia perdere la testa... VdH: Una testina con cedevolezza più bassa, per evitare il ben C'è una differenza fondamentale tra testine con cedevolezza noto 'gioco olimpico': il salto del solco! Quando ordinate una inferiore rispetto a quelle con una superiore? testina prodotta dalla nostra azienda, informate il rivenditore che VdH: Sì, c'è. Una testina con cedevolezza superiore ha bisogno avete bisogno di una adatta a questo tipo di braccio. Aiuterà a di una forza di tracciamento inferiore. Qualcosa fra 1,0 e 1,5 ridurre tutta una serie di problemi. grammi. Una testina con minore cedevolezza lavora bene a partire da 1,5 grammi fino anche a 3,5. Alcuni rifacimenti di modelli Quando non riesco a ottenere il corretto overhang, cosa originali hanno bisogno di questi 3,5 grammi; è una forza di trac- posso fare? king che può davvero danneggiare i solchi, specialmente dove si VdH: Alcuni produttori di bracci regolano l'overhang usando una utilizza anche uno stilo sferico originale. Una testina a cedevo- mascherina in più. La disposizione della mascherina assume lezza superiore accoppiata ad un braccio di massa inferiore è il che i punti di zero distorsione siano a 66 millimetri e 121 millime- mio consiglio per mantenere i vostri dischi in buone condizioni, tri. Ma c'è anche un produttore di bracci unipivot che ha un anche dopo molti ascolti ripetuti. approccio diverso: il punto di distorsione zero è - secondo la sua opinione - il migliore nei solchi interni. Questo funziona bene con L'applicazione di olio come ammortizzatore di un braccio è testine dotate di puntina sferica. Con questo approccio si deve una manna per l'audiofilo? accettare che la distorsione nei solchi esterni sia superiore alla VdH: Non sempre, perché in un certo qual modo esso ritarda normale. l'adattamento del braccio ai movimenti laterali della testina. Con altre forme di puntina come il Quindi applica una forza aggiuntiva di carico meccanico sul cavo Van den Hul tipo VDH 1 è meglio avere i due della sospensione e modula anche la diafonia della musica punti che si annullano ai suddetti basata sullo stesso effetto. Il cantilever deve prima uscire dal Distributore per l’Italia dei prodotti Van den Hul 66 mm e 121 mm. Così l'overhang centro prima che il braccio possa seguire. è anche diverso. Nel caso in cui il Questi movimenti fuori centro sono causati da una posizione proprietario del braccio unipivot decentrata del foro in mezzo al disco. Con l'olio ci vuole più forza siate voi, usate semplicemente (moto) prima che il braccio si muova, e così i movimenti decen- MPI Italia www.mpielectronic.com CLICK un'altra mascherina e l'overhang trati del cantilever saranno più grandi. Specialmente quando il sarà corretto in combinazione con valore di viscosità dell'olio è di oltre 500 centistokes. una testina ed un tipo di puntina AJ van den Hul / www.vandenhul.com > SOMMARIO extra 33 consigli pratici: aj van den hul AS EXTRA nn. 136, 137, 139, 140, nastri a bobina NASTRI A BOBINA Nastri Barclay Crocker PARTE 2 (PARTE 1 SU AS EXTRA 140, SEMPRE ONLINE) “Fra il ‘77 e l’86 l’azienda americana immette sul mercato ben 350 titoli...” nastri a bobina PIERRE BOLDUC (qui e in basso): dei titoli Barclay Crocker N Beethoven che proviene dal cofanetto uscito nel 1977 come anche Grammophon, non sempre con risultati tecnici esultanti come Ma non c'è solo Karajan. La BC rese disponibile anche la famosissi- quelli artistici. Infatti, su vinile ma anche su CD, il suono dei DG si è ma incisione della Quinta di Beethoven di Carlos Kleiber. Incisa con rivelato spesso esile e piatto, privato di corpo e sul supporto digitale quattro microfoni direzionali. Anche se non si tratta di un'incisione che timbricamente aggressivo. Tuttavia, le stesse incisioni rilasciati su può competere con quelle dell'Età d'oro del disco, scoprirete su nastro nastri Barclay Crocker (BC) sono tutt'un'altra storia. una Filarmonica di Vienna con un reparto ‘archi bassi’ di grande con- egli anni Settanta Karajan e i Berliner Philharmoniker registraranno centinaia di opere orchestrale per la Deutsche quelle dell'Ottava e della Nona: sembrano altre incisioni! Tutti i BC presentono una fotografia sonora assai migliorata di quella trovata su i vinili e i CD. Che si tratta di incisioni Argo, Philips o qualsiasi altra casa discografica, i miglioramenti in termine di dinamica, scena, dettaglio e timbrica sono molto importanti. Ma nel caso delle registrazioni DG i miglioramenti possono essere drammaticamente superiori: gli assoli di legni hanno più corpo, i bassi più presenza, gli archi sono più virili senza essere più aggressivi e, soprattutto, le micro e macro dinamiche sembrano provenire dia un'altra casa discografica. Basta ascoltare i colpi del timpano nel secondo movimento della Nona di Beethoven o nello climax del primo per capire che gli LP e CD non sono stati trasferiti con grande successo. La Nona di Mahler sembra essere quasi un'incisone audiofila e lo stesso potrei dirlo dalla Sinfonia delle Alpe, forse la più grande interpretazione mai registrata di questa opera di Richard Strauss. Molto interessante l'incisione della Terza Sinfonia 34 extra di > SOMMARIO sistenza a confronto del suono povero e magro dei vinili, corni che fanno capire che sono quelli dei Wiener con il loro suono più metallico, legni che interagiscono con più lucidità con archi e ottoni, e soprattutto una macro dinamica più ampia che su entrambe i supporti vinile e compact disc sembra essere assai compressa. nastri a bobina Un'occhiata alla discografia sotto elencata rivela anche titoli da non mancare come le tre sinfonie di Schubert dirette da Carlo Maria Giulini e la cantata Alexander Nevski diretta da Abbado, quest'ultima la versione di riferimento con la brillante esecuzione di Fritz Reiner con la Chicago Symphony Orchestra su RCA Living Stereo (abbiamo il master disponibile per duplicazione della versione Reiner). Anche da non perdere la lettura di Karajan di Morte e Trasfigurazione e dei Quattro Ultimi DGR 2707 109 358 Beethoven: Symphony n.8 and Symphony n.9 Berlin Philharmonic Orchestra / Herbert Von Karajan DGR 2707 125 422 Mahler: Symphony n.9 Berlin Philharmonic Orchestra / Herbert Von Karajan Lieder di Strauss con l'incredibile voce della Gundula Janowitz: un classico. Vi ricordo che per riprodurre correttamente questi nastri della Barclay Crocker è necessario un decoder Dolby B. Pierre Bolduc DISCOGRAFIA DGG/BARCLAY DGG/BARCLAY CROCKER (NASTRI DOLBY B 19CM/S, 4 TRACCE) DGR 2530 368 224 R. Strauss: Death & Transfiguration (Four Last Songs) Gundula Janowitz / Berlin Philharmonic Orchestra / Herbert Von Karajan Per coloro interessati all’acquisto di nastri, ricordiamo che è possibile comprare bobine reel.to-reel della Audiophile Reel-to-Reel Publications Per info sui titoli disponibili e sui prezzi: non esitate a contattare Pierre Bolduc: cell: 392.8506715 oppure tel: 089 72.64.43 Alcuni dei nostri titoli su nastri della ‘Audiophile Reel-to-Reel Publications’ nastri a bobina DGR 2530 516 445 Beethoven: Symphony n.5 Vienna Symphonic Orchestra / Carlos Kleiber DGR 2530 882 333 Schubert: Symphony n.9 Chicago Symphony Orchestra / Carlo Maria Giulini DGR 2531 046 394 Dvorak: Symphony n.8 Chicago Symphony Orchestra / Carlo Maria Giulini DGR 2531 047 216 Schubert: Symphonies n.4 "Tragic" and n.8 "Unfinished" Chicago Symphony Orchestra / Carlo Maria Giulini DGR 2531 103 186 Beethoven: Symphony n.3 Berlin Philharmonic Orchestra / Herbert Von Karajan DGR 2531 110 110 204 Stravinsky: Concerto in D / Berg: Violin Concerto Itzhak Perlman, Boston Symphony Orchestra / Seiji Ozawa DGR 2531 202 302 Prokofiev: Alexander Nevsky Elena Obraztsova, London Symphony Chorus & Orchestra / Claudio Abbado DGR 2531 310 Beethoven, Symphony n. 3 "Eroica" Wiener Philharmoniker, Leonard Bernstein DGR 2532 015 304 Strauss: Alpine Symphony Berlin Philharmonic Orchestra / Herbert Von Karajan DGR 2532 029 276 Nielsen: Symphony n.4 Op. 29 "The Inextinguishable" Berlin Philharmonic Orchestra / Herbert Von Karajan > SOMMARIO extra 35 da conoscere extra Il sistema di registrazione ISOMIKE di Ray Kimber SUPER TEST CD 10 allegato ad Audiophile sound n. 77 da conoscere: isomike ui numeri 77 e 79 di Audiophile sound avevamo abbinato S Di seguito, potete leggere la descrizione del due dischi della ISOMIKE dal titolo “SUPER TEST CD 10 sistema ISOMIKE, descritto dallo stesso Ray - La dinamica su etichetta IsoMike”. Il primo disco era un Kimber. Pierre Bolduc do che è leggibile entrambi su lettore CD e lettore SACD.‘ IsoMike significa 'Microfoni Isolati' (Isolated Recentemente, Ray Kimber, l'uomo dietro l'etichette Isomike, Mike) ed è un sistema di schermatura acustica ha siglato un accordo con il più importante distributore di file sperimentale teso ad affrontare il problema DSD in Europa, www.nativedsd.com. Come il vostro Bolduc delle interferenze inter-canale che compromet- conosce bene il proprietario di questo download shop, tono la fedeltà delle registrazioni. Per queste Audiophile sound ha fatto un accordo con lui che prevede la registrazioni a quattro canali, i microfoni sono recensione di file in DSD di nuove uscite di una ventina di eti- stati sospesi su quattro bracci, separati da compact disc normale e l'altro un Super Audio CD (SACD) ibri- chette. Molte di queste incisioni sono in DSD Native con spes- schermi IsoMike (le tracce sul “SUPER TEST so due e tre volte la risoluzione normale di un SACD. A breve CD 10” sono tutte versioni a due canali delle su questo sito olandese registrazioni originali a quattro canali; il loro ISOMIKE saranno disponibili i file pieno impatto sarà palpabile nei nostri SACD Per il momento sono disponibili come riviste cartacee + CD fisici i seguenti numeri al costo di 10,50 Euro cada uno (per ordinare: [email protected]): AS 77: CD Super Test CD n. 10/Soundstage e dinamica AS 79: SACD: Super Test SACD IsoMike AS 89: CD Beethoven Quartets, Fry Streeet Quartet Il numero AS 136 (con CD abbinato (Mozart Piano Sonate suonate da Robert Silverman) è disponibile sia come su supporto fisico sia in file download (pdf + cd in risoluzione compact disc). della Isomike che com- IsoMike). prende musica jazz, blues Il più grande schermo a forma di cuore separa Per ordinare le copie dal nostro online shop CLICCA QUI 36 extra e classica. l'acustica left/right dei microfoni frontali, gli Senza entrare qui nei det- schermi a forma di uovo separano i canali fron- tagli, vi invito a cliccare in tali da quelli posteriori e lo schermo più picco- basso per leggere il mio lo a forma di cuore separa i microfoni posterio- articolo su Isomike; per chi ri left e right. Sotto il guscio di è interessato a sentire que- stoffa di ciascuno schermo c'è un complesso sti incredibili dischi potete disegno meccanico che richiede più di cento andare direttamente sul ore per la realizzazione. Principalmente gli nostro SHOP schermi assorbono il suono dalla gamma (vedi il box qui accanto) e ONLINE media a quella alta, le frequenze più basse ordinare le poche copie dei sono più difficili da assorbire. In questo caso, le vari numeri ai quali sono particolari sagome degli schermi IsoMike sono stato abbinato CD Isomike vantaggiose. Mentre le frequenze più basse e che abbiamo ancora in fluiscono attorno agli schermi a forma di cuore magazzino. o di uovo, vengono disperse, dissipando in > SOMMARIO pagina attiva CLICCA QUI per leggere l’articolo di Pierrre Bolduc su Isomike da conoscere effetti la loro energia. Di conseguenza, i microfoni sono molto più sensibili - colgono dettagli acustici estremi. Facciamo grande attenzione, dunque, per ridurre il livello di rumore nell'auditorium durante le registrazioni. In altre parole, l'eliminazione della linea visiva diretta tra i microfoni pare cancellare alcune cancellazioni dannose alla fedeltà e ciò rivela uno strato di dettagli estremi ed una sensazione di aumentata sensibilità. Come Pierre ha già accennato, tutte le registrazioni sono state effettuate ad un livello sufficientemente basso da garantire che mai si verifichi il clipping, per cui potreste sentire il bisogno di alzare il volume del vostro amplificatore rispetto a quando ascoltate CD commerciali in cui il livello è stato 'normalizzato' e/o compresso. Dato che non c'è ALCUNA limitazione, la dinamica potrà sorprendere voi, il vostro impianto o i vostri animali domestici. Per cui fate MOLTA attenzione quando ascoltate questo disco la prima volta, per non danneggiare l'amplificatore o i diffusori. Ray da conoscere: isomike Kimber/IsoMike > SOMMARIO extra 37 consigli pratici METODO DI CORREZIONE ACUSTICA Storia e dispositivi specifici per le sale d'ascolto HiFi PARTE 2 (6 PARTI IN TUTTO) LEGGETE LA PARTE 1 IN AS EXTRA 140, l posizionamento dei diffusori e del punto di ascolto è il primo I suono. passo verso un buon interfacciamento acustico fra sistema di ripro- Questa metodologia ‘anni '70’ non permette inoltre un intelligente trat- duzione e l'ambiente. La sua ricerca è mirata essenzialmente al più tamento delle riflessioni precoci mentre riduce l'efficacia delle rifles- equilibrato compromesso tonale e può essere efficacemente perse- sioni non precoci ottenendo una contrazione del campo riverberato guita attraverso opportuni rilievi strumentali usando le metodologie di ‘buono’ e cioè della sensazione di spazio e di ambienza in assenza di misura oggi disponibili. un concreto incremento dell'ampiezza, della profondità e della focaliz- Ascoltando in stereofonia (o i suoi derivati) è indispensabile tenere in zazione dell'immagine sonora. considerazione che essa ha bisogno della collocazione simmetrica L'adozione di questo criterio comporta un intervento ‘rigido’ sull'acu- dei diffusori all'interno del fronte sonoro ovvero di quella parte della stica ambientale, scarsamente modificabile e adattabile alle diverse stanza che l'ascoltatore può vedere ai lati e davanti a sé e dell'equidi- esigenze che via via l'audiofilo può incontrare nel corso dello svilup- stanza dei diffusori dalle rispettive pareti laterali, dalla parete di testa parsi della sua passione. e, ovviamente, dall'ascoltatore. Tuttavia, negli anni '70, in un periodo nel quale, ispirandosi alle sale Trovata la corretta posizione dei diffusori e del punto d'ascolto è da concerto, si riteneva che il fattore determinante la bontà della necessario affrontare il problema dell'acustica e cioè la ricerca di ade- risposta acustica di un locale dedicato all'ascolto di musica riprodotta guate performance ambientali in grado di preservare le caratteristiche fosse il tempo di riverbero generale, esso rappresentò un tentativo del messaggio sonoro originale soprattutto in termini di micro e macro importante di soluzione del problema che una rivista audio americana dinamica, di immagine sonora e di bilanciamento tonale. come The Absolute Sound (n.8/ 1976) non mancò di rendere noto al Dai primi anni Settanta giunge fino a noi un modo di correzione del- pubblico più sofisticato degli appassionati dell'audio. l'acustica dei piccoli ambienti non professionali attraverso l'utilizzazio- Già dagli anni '60, gli ingegneri del suono di alcune etichette discogra- ne di materiali come tappeti, tende, lastre di materiale fonoassorben- fiche si erano resi conto che il controllo del materiale registrato in pic- te, scaffalature, divani e poltrone disposti in modo che ciascuna delle coli ambienti come la stanza attigua a un luogo di registrazione (la tre direzioni ortogonali di una stanza avesse un simile coefficiente di control room di un piccolo studio domestico, la sala-regia audio in un assorbimento. Il coefficiente di assorbimento sonoro (definito come la camper), veniva reso difficile dal fatto che l'acustica del locale di con- quantità totale di assorbimento su qualsiasi coppia di superfici oppo- trollo soverchiava quella del luogo di registrazione apportando ele- ste, diviso per l'area totale di quelle due superfici) doveva essere menti di distorsione così forti da rendere veramente complicate tutte approssimativamente lo stesso per ciascuna delle tre coppie di super- le operazioni successive alla prima ripresa sonora. fici opposte. Così iniziarono a sperimentare soluzioni: pannelli fonoassorbenti in Questo tipo di approccio, ancora in voga, presenta alcuni pro e gommapiuma profilata o in fibra di vetro e risonatori ebbero largo uso. pesanti contro. Fra le soluzioni, molte ancora d'attualità, vanno anche ricordati i Pro: viene messo in atto con materiali di uso comune e può conside- Moduli BBC, gli Assorbitori ad alette, i Poly. rarsi economico; è assai efficace per il trattamento dell'eco fluttuante Nella prossima parte vedremo un po' nel dettaglio le caratteristiche a frequenze medie e alte. dei vari sistemi. Fabio LIberatore Contro: il trattamento delle basse frequenze è assai problematico (di fatto non si ottiene). Uno ‘strumento’ utilizzabile a questo scopo sono Leggete la PRIMA PARTE in AS EXTRA n. 140, sempre disponibile spessi tendaggi a trama larga se collocati in modo correttamente online. distanziato dalle pareti in base a complessi calcoli in funzione delle frequenze risonanti da trattare, operazione questa molto difficile e assolutamente non priva del rischio di introdurre peggioramenti del > SOMMARIO extra 39 correzione acustica - 2 SEMPRE ONLINE editions KARAJAN EDITION edita dalla Warner Classics: Box dedicato a “KARAJAN E I SUOI SOLISTI” karajan edition arajan fu sempre un eccellente accompagnatore, capace di K senza respiro. Nel Concerto n. 4, la sensazione di un mare di luce in intuire sfumature e respiri cogliendoli quasi dal subconscio del progressiva espansione, il canto a fior di labbra del secondo tema e suo solista. Negli ultimi anni la sua intransigenza lo portò a poi, via via, la scena del contrasto tra solista e orchestra nel Secondo dominare il partner concertistico di turno (clamorosa la lite con Movimento (un'eco massonica che viene dal Flauto Magico mozartia- Pogorelich a proposito di un Ciaikovski che poi passò a Kissin) ma nel no) e lo stacco sospirato del Finale: tutto, qui, vive di quell'aura parti- periodo londinese l'esperienza in buca ad Ulm, e poi ad Acquisgrana, colare che fa gridare al capolavoro. Inevitabile un confronto tra si tradusse in una simbiosi quasi, per così dire, ‘diaframmatica’ con i Gieseking e Lipatti, nel Concerto op. 54 di Schumann: il primo, meno solisti proposti da Walter Legge: mentore, ma anche Wotan contro cui ombroso e malinconico, rassoda la sdrucita Forma con un intervento levare una occasionale rivolta sigfridica. Di questi solisti, dunque, alcu- al laser assai gradito al suo ‘primario’: Herbert von Karajan. Nelle ni sono sosia di Karajan (Gieseking, Brain); altri lo attendono sul crina- Variazioni Sinfoniche di Franck - un brano dove il trascendere è capo- le del dirupo, trattenendosi a stento (Lipatti) e altri ancora, semplice- volto, perché si va dalla preghiera alla festa di paese - Gieseking lavo- mente, non sono in grado di capirlo appieno (Walton, Richter-Haaser). ra di sottrazione, spingendo in avanti il tempo fino all'orgia finale; e In realtà, il Lipatti di Lucerna, a poche settimane dalla morte, riceve il Karajan, quando si tratta di seguire il sottile filo rosso di una Struttura suono ultraterreno di Karajan con trasfigurata estasi mozartiana; lo disarticolata, non è secondo a nessuno. Nel Concerto op. 16 di Grieg Schumann, invece, vive di due visioni piuttosto diverse, con il diretto- - omaggio del norvegese a Liszt, se costui fosse diventato abate un re pronto a rincalzare i tempi al solista, e scattare non appena costui paio di decenni prima - i due interpreti scelgono la strada della coesio- dà segni di scavare tra le crepe dello Schumann più rapsodico possi- ne ritmica e dell'articolazione dei temi attraverso il ripetersi delle loro bile. Tant'è vero che Lipatti aveva in animo di registrare di nuovo il figure secondarie. Detto in altro modo: il Concerto è come una pietra brano, questa volta con Wilhelm Furtwängler, se la morte non glielo focaia dalla cui percussione si sprigionino tante scintille: le idee melo- avesse impedito. Il Karajan londinese si è ormai affrancato dalla tradi- diche, piccoline e secondarie, che mettono insieme i temi principali; zione vetero-tedesca, e vede in Toscanini un efficace chirurgo contro ebbene, mai come qui questo gioco di eterno divenire dell'identico è le ferite del Reich; Lipatti, lui, ne fa uno scandaglio sugli abissi del apparso così ben risolto. dolore umano. Il Mozart del KV. 467, immune al gioco d'ombre di uno Il Concerto per pianoforte di Kurt Leimer, figlio del venerato maestro di Schumann perso sulle mani di Clara: il suo ‘strumento’, vive qui di una Gieseking, è un lavoro post-romantico quale l'avrebbe scritto sospensione al di fuori del mondo che ne fa un sogno di purezza per- Hindemith in America se gli americani avessero capito che Hindemith duta. Lipatti, molto malato, entra nel suono dell'orchestra come l'arpa era post-romantico… La Meditazione di Massenet che completa il CD di Salomone, con qualcosa di angelico e già osservato dall'aldilà. fa capire come Parikian, primo violino della Philharmonia, fosse un Karajan, con una sorta di timore reverenziale, tesse il filo dei suoni in solista troppo innamorato della musica per fare il solista… In Mozart, una luminosità trascendentale. Gieseking e Karajan raggiungono forse i loro esiti massimi. Il KV. 491, Il rapporto del Maestro con Gieseking è meno dialettico. Teorico della soprattutto, con loro fa capire perché Beethoven lo avesse scelto assimilazione mnemonica della partitura, colorista formidabile e musi- come brano per il proprio debutto viennese come pianista. Inesorabile cista sommo nel fare del corpo, prima che dello strumento, il proprio il ‘recitativo’ iniziale, a contrasto con l'esitante entrata del solista, quasi ‘strumento’, Gieseking è molto vicino alla concezione Zen che Karajan spaventato di fronte all'abisso. Nel Finale, la struttura a ragnatela, con ebbe della musica. Qui lo troviamo in un Imperatore di Beethoven gio- quel ritmo invasivo e inevitabile, che tutto travolge, sdogana Mozart da coso, antiretorico, tutto cantato e pieno di quella sorta di infantilismo ogni etichetta del ‘divin fanciullo’. Siamo già in piena ‘civiltà della notte’ geniale che spiana talvolta le rughe frontali all'orso di Bonn. Il movi- romantica. Anche il KV. 488 è corrusco e cupo, soprattutto nel celebre mento lento del Concerto trova qui l'esito più alto nella sua sterminata movimento centrale: una Siciliana dove si odono già i sospiri e l'aritmia discografia: il controllo del pianissimo fino ad un ‘soffio etesio’ (per dirla cardiaca di uno Schumann o un Chopin. Il movimento iniziale, nono- con Shakespeare) che pervade il movimento lascia letteralmente stante l'apparente svagatezza, mette in scena una commedia della 40 extra > SOMMARIO editions maschere galanti inquietante, da critica pre-rivoluzionaria delle ‘buone spazialità ben risolta. L'equilibrio tonale è semplicemente ideale, con maniere’ aristocratiche. Pare di sentire Couperin. Tutti questi aspetti gli strumenti collocati ognuno nella sua giusta posizione. Il dettaglio ha così sfaccettati emergono dai nostri due interpreti in una maniera poi una ricchezza di sfumature eguagliata, poi, ben di rado. La ripresa live eguagliata forse solo da Serkin con Abbado. da Lucerna è, al confronto, piuttosto opaca e confusa. Anche la ripre- Un Mozart assurto al rango di mito è quello dei Concerti per corno con sa berlinese non è all'altezza di quelle londinesi. Alessandro Zignani piuttosto che un ‘ottone’; prediletto da Britten, figlio e nipote di cornisti, Discografia Brain esegue un Mozart dove gli influssi del Belcantismo e, di contro, “KARAJAN AND HIS SOLOISTS” SCHUMANN, Concerto per pianoforte e orchestra op. 54 MOZART, Concerti per pianoforte e orchestra nn. 21-23-24 KV. 467-488-491. Concerto per clarinetto KV. 466. Sinfonia Concertante KV. 497b. Concerti per corno nn. 1-4 KV. 412-417447-495 BEETHOVEN, Concerti per pianoforte e orchestra nn. 4-5 "Imperatore" opp. 58-73 GRIEG, Concerto per pianoforte e orchestra op. 16 FRANCK, Variazioni Sinfoniche per pianoforte e orchestra LEIMER, Concerto per pianoforte in do minore. Concerto per pianoforte "per la sola mano sinistra" e orchestr MASSENET, "Meditation" da Thais BRAHMS, Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 op.83 CD Warner Classics 825646336258 (8 CD) www.warnerclassics.com le derive della musica di danza del Barocco salisburghese emergono nel loro furibondo contrasto. Gli armonici nelle note acute, il legato sovrannaturale, lo staccato, sulla carta, impossibile con quella certosina minuzia: ogni elemento artistico di questo CD che fu storia già alla sua prima pubblicazione resta testimonianza di un solista la cui morte precoce fu vissuta dalla Philharmonia come un trauma non rimarginabile. Per rimarginare, invece, il suono opaco e lo scarso lirismo di un Concerto per clarinetto mozartiano in parte compromesso da Bernard Walton - di certo non all'altezza di Karl Leister, solista nel remake berlinese di Karajan - per rimarginarlo, dicevamo, occorre una Sinfonia Concertante per fiati dove Mozart ripensa alla propria infanzia alla corte dell'Arcivescovo salisburghese; e i solisti, divertiti e impertinenti, lo assecondano con meravigliosa giocosità. Abbiamo lasciato per ultimo il Brahms; infatti, sarà per l'intesa ancora non perfetta tra Karajan e la sua nuova orchestra, i Berliner; sarà per la teutonica tetragona visione che Richter-Haaser ha del brano, questa edizione non scalfisce affatto la regina della discografia: Richter Pianoforte Dinu Lipatti; Walter Gieseking; Kurt Leimer; Hans Richter- (Svjatoslav)/Leinsdorf/RCA. In tutto questo procedere traendo le Haaser. Oboe Sidney Sutcliffe. Clarinetto Bernard Walton. Corno somme alla fine di ogni sezione, insomma, nel pianista, c'è un ‘Haaser’ Dennis Brain. Fagotto Cecil James. Violino Manoug Parikian. Berliner di troppo. Karajan, in fase di perlustrazione sotto il cielo di Berlino, Philarmoniker; Lucerne Festival Orchestra; Philharmonia Orchestra, subisce un po' le tirate di piedi del solista, e naviga a vista, evitando sì direttore Herbert von Karajan. gli scogli, ma a prezzo di vele sempre un po' abbassate. Le perle di questa prima raccolta, dunque, sono Gieseking e Brain, Stereo/Mono. Studio/Live. Londra, Abbey Road Studio, 9-10 Aprile con, in più, il Lipatti lucernese, sulle soglie dell'Eterno. Un ultimo rilie- 1948; 10 Giugno 1951; 25-26 Agosto e 7-18 Novembre 1953; 9-10 vo: confrontando il suono della Philharmonia con quello dei Berliner Giugno 1955. Londra, Kingsway Hall, 9-11 e 8-9 Giugno 1951; 6-11 e ancora in ‘viaggio di nozze’ con Karajan, si può apprezzare l'enorme 7-4 Novembre 1951; 24-25 Agosto 1953; 12-13 Novembre 1953; 11-12 lavoro successivo del Maestro sulla timbrica, il respiro e il fraseggio di e 22 Settembre 1954. Berlino, Grünewaldkirke, 30 Settembre 1958. quella destinata a divenire la ‘sua’ orchestra della vita. Lucerna, Kunsthaus, 23 Agosto 1950. Dal punto di vista tecnico, il giudizio di ‘OTTIMO’ vale per sei degli otto Prod: Walter Legge, Walter Jellinek CD: tipiche riprese EMI dell'era Legge. Dinamica pastosa, naturale e Davidson, Francis Dillnut, Christopher Parker, Neville Boyling, Horst con effetto complessivo luminoso. Palcoscenico sonoro vasto, e dalla Linder, Robert Beckett Eng: Douglas Larter, Harold Lucerne Festival Orchestra FOTO Priska Ketterer > SOMMARIO extra 41 karajan edition Dennis Brain: un solista capace di rendere il suo strumento un ‘legno’, dischi da evitare Dischi da evitare & dischi sopravalutati... Joe Lovano: Symphonica su CD Blue Note appiamo bene che Joe Lovano ha registrato diversi S ne: i brani Eternal Joy e Alexander the Great. Per questo moti- album con sezioni d'archi, in particolar modo ricordiamo vo, rimpiangiamo i suoi album col Paul Motian Trio oppure i ai nostri lettori Classic Ellington con la Birmingham suoi primi titoli su Blue Note, dove eleganza, passione e speri- Symphony Orchestra diretta da Simon Ratte. Non di meno, il mentazione la facevano da padroni. presente lavoro è il primo a presentare composizioni originali di Le note di copertina della copia promozionale, in mio posses- questo sassofonista con degli archi. Il risultato - lo diciamo so, sono troppo avere per capire le reali dimensioni della sala subito - non è fra i più emozionanti, e ci saremmo aspettati da concerto dove è stato inciso questo lavoro. Ci pare di coglie- qualcosa di più coinvolgente. Specialmente da parte della re la risposta di una sala di grandi dimensioni, ma il missaggio WDR Big Band and Rundfunk Orchestra diretta da Michael non è chiaro in tal senso. In effetti, il sax di Lovano è molto in Abene, che in altre occasioni avanti nel palcoscenico sonoro, mentre gli archi ci sembrano aveva saputo stupirci. muoversi su di uno sfondo lontano. In mezzo, senza troppo I toni vellutati delle composi- dettaglio, si affannano batteria, pianoforte, contrabbasso e tal- zioni, i tappeti setosi d'archi, volta chitarra, ma senza troppa chiarezza. Il sassofono, inoltre, gli arrangiamenti troppo for- non beneficia di un dettaglio tanto analitico da permetterci un mali trasportano il sax di ascolto avvincente. Lovano in atmosfere più vicine Intendiamoci. Non si tratta di un profilo d'ascolto tanto disastro- alla musica d'intrattenimento, so, ma certamente non questo Symphonica non sarà una di che al jazz ruspante. Seppure quelle registrazioni destinate ad appassionare gli audiofili, con qualche notevole eccezio- anche i meno intransigenti. Simone Bardazzi Discografia JOE LOVANO. LOVANO. SYMPHONICA CD Blue Note 50999 2 26 225-25 www.universalmusic.it > SOMMARIO extra 43 da evitare: slovano su blue note Ogni mese, vi indichiamo i dischi di cui vi potete tranquillamente SCORDARE.... angolo del disco Parla Roberto OTTAVIANO Alcune riflessioni di Roberto Ottaviano su Steve Lacy in occasione del suo nuovo disco “Forgotten Matches” su etichetta Dodicilune DISCO DEL MESE nel numero 141 di Audiophile sound JAZZ ROBERTO OTTAVIANO. FORGOTTEN MATCHES. THE WORLDS OF STEVE LACY (1934-2004). CD Dodicilune ED 334. (2 CD). Digital. Stereo, Studio. Reg: Artesuono, Cavalicco (Udine), agosto 2014. Prod: Gabriele Rampino. Eng: Stefano Amerio. Mastering: Stefano Amerio. www.dodicilune.it giudizio artistico: ECCEZIONALE roberto ottaviano F orse settembre 2001. Andai a trovarlo a Matera in occasione di alcuni suoi concerti dedicati a Monk, Ellington, ed una sonorizzazione dal vivo. Eravamo seduti fuori di un bar a prendere un caffè, quando mi chiese come andassero le mie cose. Gli dissi che, sebbene il suo insegnamento fosse sempre presente in me, cercavo di seguire un pensiero mio, una visione che tenesse conto anche di altri mondi. Gli dissi che però nonostante questo, critici e musicisti parlando di me non La capitale importanza della figura di Steve Lacy nel jazz e soprattutto nel milieu europeo (sebbene egli fosse americano), è fuori discussione. Ottaviano sin dal 2004, anno della scomparsa, ha cercato di raccoglierne l'eredità, con coraggio e determinazione. Nel solco di una ricerca sonora e armonica, che non disconosce la tradizione, ma la ingloba fino a plasmarla, Ottaviano rilegge Lacy e apre i suoi spartiti a nuove direzioni. Forgotten Matches, quindi, non è un semplice opus di riletture, ma di vere e proprie rielaborazioni... (Simone Bardazzi) Potete leggere la recensione completa in Audiophile sound n. 141. riuscivano a evitare un riferimento alla sua ‘paternità’. Non che la cosa mi infastidisse, per carità, ma credevo di aver assimilato la lezione ed elaborato i contenuti, e quindi mi sarebbe piaciuto che questo fosse, almeno in parte, riconosciuto. simo già nelle incisioni degli anni ’50. Con quell’articolazione netta, dall’attacco deciso e dal fluire liquido. Un suono unico e irripetibile come Sorridendo Steve mi disse letteralmente: “Fuck Steve Lacy, man, play your own thing and listen to your internal voice. Nothing more”. Ci sentimmo per l’ultima volta al telefono nel dicembre del 2003. Avremmo dovuto fare dei concerti insieme in occasione del suo settan- quello della tromba sordinata del dark Magus Miles, o della voce di Lady Day Holiday. Un suono che ha ‘piegato’ ogni contesto musicale alla sua identità invece di diventare succube di uno stile o di una moda. Un sax soprano regale nel senso che ogni cosa, dal timbro, alle idee melodiche, tesimo compleanno, ma non poteva fare progetti per via del male che di al groove ritmico, all’estensione irraggiungibile tanto nell’acuto quanto lì a pochi mesi se lo portò via. nel grave (dove si è inventato dei suoni che fisicamente nello strumen- In realtà, oggi capisco davvero cosa voglia dire ‘un ritorno di fiamma’. to non esistono…), ci mette al cospetto del più alto livello conosciuto di Più cerco di distaccarmi dal suo potere musicale artistico, e più mi rendo virtuosismo. conto di quanto Lacy sia davvero un gigante ancora misconosciuto. Tuttavia, anche se di molto sottovalutato, anche lo spirito formale e la Tutte le volte che da musicista, da pensatore, da esteta e da ricercato- sua scrittura, hanno enormemente contribuito a coniugare un passato re, mi pongo dei quesiti esplorando in direzioni diverse, inevitabilmente formidabile insieme alla contemporaneità. Come Igor Stravinsky, Lacy è trovo nella sua produzione e nel suo modus operandi, le risposte che stato un maestro dell’affresco e i suoi sketchbook sono pregni non solo cerco. Sono le soluzioni di un uomo che ha vissuto il jazz delle sue ori- di notazione musicale, ma di immagini, citazioni, riflessioni, che interfe- gini, così incantato e favolistico, così artigianale e poetico, così scevro riscono positivamente e si giustappongono in grande ricchezza al suo dai dogmi e profondamente interrazziale, soluzioni che hanno varcato i ascolto. La sua musica così rivela una personalità cinetica e costruttivi- confini della sua stessa Storia, dall’oggettivismo monkiano all’astratti- sta, multidimensionale. smo di Cecil Taylor, dall’impressionismo dinamico di Gil Evans fino allo Quasi a volermi rendere autonomo dal fantasma bonario che ha aleg- spazio aperto del vecchio continente incontrando M.E.V., Enrico Rava e giato sul mio percorso di tutti questi anni credevo fosse sufficiente pro- Giorgio Gaslini, la Globe Unity, Andrea Centazzo, la Company di Derek vare a lavorare con alcuni dei musicisti che sono stati tra i suoi più degni Bailey ecc. Questo patchwork di tessuto pregiato, questo puzzle all’ap- collaboratori: i compianti Oliver Johnson, Jean Jacques Avenel, Mal parenza strampalato, Steve lo ha cucito in modo esemplare, prima di Waldron (che merita una storia a sé); e ancora John Betsch e lo stesso tutto con il suo strumento. Un suono totalmente re-inventato e attualis- Glenn Ferris. In realtà, occasioni troppo rare, però, per potermi sentire 44 extra > SOMMARIO angolo del disco extra pagina attiva affrancato e libero dal mondo di Steve. Oggi a dieci anni dalla sua scomparsa, ho deciso di affrontare la questione da una diversa prospettiva, rendergli un tributo, affondando a piene mani nella sua opera, nelle sue strategie, nei suoi meccanismi musicali, quelle partite spesso dimenticate che sono state per me la chiave di volta per guardare nel presente e oltre. Oggi più studio il suo repertorio, più mi cimento con la trascrizione delle sue composizioni (ne ha scritte più di 500 tra cui circa 200 songs), più ascolto le decine di registrazioni inedite, più mi concentro sul suo linguaggio e cerco di collegare i fili delle sue ispirazioni e delle sue sonografìe, e più mi sento piccolo, minuscolo. Avrei potuto viverla come una sfida, ma tale non è. E’ invece una rinascita, è come una ‘muta’, uno spogliarsi e affrontare, con tutta la gioia e l’energia che mi offre la visione contenuta nella sua musica, la mia nudità che potrebbe essere un magnifico punto zero. Delle composizioni qui contenute non potrei certamente dire molto di più, in termini letterari, che non sia stato già detto in modo sublime da Jason Weiss, Art Lange, Geràrd Rouy, solo per citarne alcuni. Dirò solo che alcune sono qui documentate in modo eccezionalmente raro, visto che Steve stesso le ha registrate solo una o due volte, roberto ottaviano come ad esempio Hemline (dedicato a Janis Joplin e registrato in solitudine a Milano per l’album Straws della Cramps nel 1977); We Don’t , Agenda (che vidi personalmente ultimare a casa sua in Rue du Temple a Parigi, e che documentai per il film dal titolo omonimo nel 1981), Gay Paree Bop. Mi è sembrato inoltre giusto rappresentare una legame importante, quello con Waldron (altro straordinario esiliato americano) attraverso What It Is e The Seagulls of Kristiansund, e quella con il mondo africano che appartenne al suo periodo di comunanza con Johnny Djani e Louis Moholo nella metà degli anni ’60, con la composizione di Harry Miller Orange Grove. Infine, il ricordo di due straordinari amici personali che ci hanno lasciato troppo presto: JJ (Avenel), colui che diede un sostegno straordinario e una propulsione di grande spessore alla musica di Steve dai primi anni ’80 e fino alla fine; Gilles Laheurte, sostenitore, biografo, ammiratore incondizionato, come me, del mondo di Lacy. Una volta Steve ha scritto: “The idea is to arrive at a certain cohesion, and eventually to a new freedom, through discipline…” (L’idea è di arrivare a una certa coesione, ed eventualmente a una nuova libertà, attraverso la disciplina...). Spero di aver ben compreso e restituito qui per voi. Un mio ringraziamento particolare, una stima profonda e una ammirazione sincera per la loro arte va ad Alexander, Glenn, Giovanni e Cristiano per aver creduto in questa idea e soprattutto per averla resa ‘propria’ fin dal primo istante. Voglio poi ringraziare Gabriele Rampino e Maurizio Bizzochetti che hanno reso possibile tutto questo e che con competenza e passione svolgono l’arduo compito di mediare tra il noto e l’ignoto di una progettazione discografica. Giorgio Vendola ed Enzo Lanzo che condividono con me questa avventura nei territori Lacyani, Stefano Amerio che ha colto da maestro il suono di questo taccuino di viaggio e mia sorella Rossella, per l’occhio speciale con cui rende la memoria una cosa viva. Roberto Ottaviano, ottobre 2014 pagina attiva CLICCA QUI per vedere il ‘preview’ del disco ‘Forgotten Matches’ su video > SOMMARIO extra 45 Modello GX 250MG finalmente in Italia! Per informazioni sulla linea di diffusori Fostex: tel+39 i n d i r i z z o via Dal Lino, 23/2 - 40134 Bologna 347 2532215 [email protected] webartofmusic.it angolo tecnico I DIODI NELLE RETI ELETTRICHE NON LINEARI PARTE 1 quando il diodo è polarizzato direttamente, la tensione ai suoi capi è nulla (come si evince dalla caratteristica in fig. 3). Il dispositivo polarizzato direttamente presenta il suo punto di funzionamento sulla semiretta s posizionata nel primo quadrante. Quando il diodo è polarizzato inversamente (il potenziale all'anodo è inferiore del potenziale al catodo) si comporta come un circuito aperto e non è attraversato da corrente. In questo caso il punto di lavoro si trova sulla semiretta p. Il diodo, associato al modello ideale, I l diodo è il più semplice dei dispositivi elettronici non lineari. influenza la linearità del segnale soltanto quando si verifica il pas- Sino a quando sarà possibile verrà adottato, per il diodo, un saggio da una semiretta all'altra, mentre quando il punto di lavo- modello matematico ideale, altrimenti si ricorrerà a uno più ro giace su una delle due semirette il funzionamento è da considerarsi lineare. Continua. Antonio Sese / Horn Audio Amplifiers completo e/o complesso. Per capire come la rete evidenzia le sue caratteristiche non lineari utilizzeremo, come segnale da applicare all'ingresso della rete stessa, un segnale sinusoidale perché questa forma d'onda può essere alterata solo dalla non linearità. diodi non lineari - 1 È doveroso esplicare brevemente cosa si intende per rete lineare. Una rete, o sistema fisico, si dice lineare, se tra i segnali di ingresso x e i segnali di uscita y esistono le relazioni: per l'ingresso x1, l'uscita y1: y1=f(x1) e per l'ingresso x2, l'uscita y2: y2=f(x2) dopodiché, se il segnale d'ingresso x assume la forma x=Ax1+ Bx2 dove A e B sono costanti, allora l'uscita assume la forma y=Af(x1)+ Bf(x2) Se questa ultima relazione non è verificata allora il sistema si dice non lineare. I parametri di un sistema lineare sono invarianti nel Antonio Sese Ingegnere e fondatore: Horn Audio Amplifiers www.hornamplifiers.com CLICK tempo e concentrati, pertanto, lo stesso viene descritto secondo un modello matematico costituito da equazioni lineari. La relazione esistente tra la tensione applicata a una resistenza e la corrente che l'attraversa si esprime attraverso una retta che passa per l'origine (fig.1). La relazione che descrive il comportamento ideale del diodo (fig.2) è invece costituita da una spezzata (fig.3). È chiaramente visibile che il dispositivo tende a comportarsi diversamente qual ora la corrente scorra in un verso oppure in un altro. Questa osservazione ci permette di definire il dispositivo un dispositive non lineare. Il diodo conduce (permette il passaggio di corrente) quando è polarizzato direttamente, ossia, quando all'anodo (uno degli elettrodi del diodo) è applicato un potenziale positivo rispetto al catodo (l'altro elettrodo del diodo). In questo caso la corrente avrà il verso dall'anodo verso il catodo. Nel modello matematico che descrive il diodo ideale, > SOMMARIO extra 47 SACD CLASSICO 1 dischi per un’isola deserta Toivo Tulev SONGS HARMONIA MUNDI 5 TITOLI OGNI MESE: 5 dalle seguenti categorie: LP 33 classico / LP 33 non classico / LP 45 classico / LP 45 non classico / SACD classico / SACD non classico / CD classico / CD non classico / HI RES classico / HI RES non classico Il nostro target: ben 500 titoli !!! re il silenzio, il canto gregoriano e la musica, quella davvero antichis- U taquattro minuti di tempo, magari un profumo a voi caro, e... questoSACD: il trasporto in una dimensione al di là dello spa- zio e del tempo sarà garantito. Una sorta di trance è infatti il risulta- to dell'ascolto di questo incredibile disco che qualche mese fa è stato rilasciato da Harmonia Mundi. Credo, e spero..., che tutti voi già conosciate il nome di Arvo Pärt e il suo rigoroso e originale stile tintinnabuli, a metà fra monodia e polifonia, ma dubito che altrettanto conosciate Toivo Tulev che, con Pärt e Tormis, è una delle principali figure della musica estone di oggi. E quando, parlando di musica, si cita l'Estonia, si... drizzano le orecchie! Parlare di musica è sempre difficile. La musica la si deve ascoltare! Tanto più in circostanze come questa dove è quasi impossibile descrivere quel che si prova nell'immergersi in questo extraordinario cosmo di frequenze, dinamiche, timbri inconsueti, colori e immagini evocate. Ciò che mi colpisce, e che mi fa riflettere, di questo compositore, così come di Pärt, è che la sua musica ha il potere grandissimo di far rivivere delle emozioni davvero extra-ordinarie raccogliendo un'energia che durante l'ascolto si manifesta come riconosciuta, come appartenuta a noi da sempre, ancestrale. Non credo sia un caso che Tulev e i suoi simili abbiano concepito i loro suoni dopo un tempo lunghissimo dedicato a studiare e ascolta- Discografia TOIVO TULEV. SONGS. SACD Harmonia mundi HMU 807452. Estonian Philharmonic Chamber Choir, Tallinn Chamber Orchestra, Paul Hillier, direttore Multichannel SACD DSD. Reg. St. Nicholas Church, Tallinn, Estonia. Novembre 2006. Eng: Brad Michel, Chris Barret. www.ducalemusic.it CLICK sima, alla ricerca del suo segreto, del suo messaggio. Sappiamo che il corpo sente in particolar modo i suoni gravi, sia per la maggior forza e stabilità degli armonici inferiori sia a causa della loro lunghezza d'onda entrando in risonanza così come fanno i risonatori di Helmholtz. Credo che lo stato di trance, di distensione e incantamento che si prova nell'ascoltare questi lavori compositivi sia dovuto alla profonda conoscenza di Tulev dei segreti del suono e della sua capacità di intervenire, trasformare, plasmare e appagare l'essenza dell'uomo. Ascoltando questo disco il corpo e la mente risuona come una corda investita dalla frequenza ad essa fondamentale.Segreti che in primis di certo sono stati colti anche da questi interpreti superlativi che hanno saputo con mirabolante tecnica e spirito destreggiarsi tra le estreme difficoltà esecutive di queste pagine. Il solo nome di Paul Hillier vale per tutti. Più che mai mi sento di usare un'espressione di Wackenroder: "... poiché la musica parla una lingua che noi non conosciamo nella vita ordinaria, l'abbiamo imparata non sappiamo dove e come, e solo si potrebbe credere che sia la lingua degli angeli". Assolutamente consigliato! La registrazione è stata fatta presso San Nicholas a Tallinn in Estonia, bella, spaziosa, luminosa chiesa medievale spesso utilizzata come sala da concerti per la sua eccellente acustica. Interessante il fatto che, per l'esecuzione della partitura, il coro e gli strumenti si devono disporre all'interno di questo spazio tracciando una croce e restituendo, dunque, un effetto spaziale assai particolare che ben si coglie da questa ripresa. Ottimo disco per valutare la capacità dell'impianto di restituire una scena sonora davvero tridimensionale. Non oso pensare quale possa essere l'effetto dal vivo di una simile esperienza acustica...! Le voci sono sempre trasparenti ed equilibratissime sia nella gamma dinamica, sia nel colore. Così come gli strumenti, il cui intervento si incastona perfettamente nella sottile trama sonora il cui dettaglio ci è rivelato come un cesello gotico. Rimarrete totalmente avvolti dagli evocativi riverberi, dagli spazi traslucidi, dalle bellissime sonorità di questo disco. Chiedo scusa per il continuo utilizzo dei superlativi assoluti ma... non se ne può fare a meno! Ivano Scavino > SOMMARIO extra 49 1. SACD CLASSICO: toivo tulev na sedia comoda, pochissima luce, silenzio assoluto, sessan- SACD NON CLASSICO 2 dischi per un’isola deserta Pixies SURFER ROSA MOBILE FIDELITY 5 TITOLI OGNI MESE: 5 dalle seguenti categorie: LP 33 classico / LP 33 non classico / LP 45 classico / LP 45 non classico / SACD classico / SACD non classico / CD classico / CD non classico / HI RES classico / HI RES non classico Il nostro target: ben 500 titoli !!! vista squisitamente artistico. Per quanto riguarda la parte tecnica, finalmente il Mobile Fidelity Sound Lab di Tim De Paravicini ha deciso di confrontarsi con la riedi- S sto Surfer Rosa dei Pixies, appunto. Si tratta di una delle più conosciu- e fu uno dei maggiori successi di pubblico e di critica di questa te produzioni di Steve Albini, realizzata prima del suo lavoro con i storica band dell'indie rock. L'etichetta che lo stampò fu l'inglese Nirvana. Per chi non conoscesse Steve Albini è sufficiente ricordare 4AD, conosciuta per le sue produzioni dei Cocteau Twins. che è ritenuto uno dei migliori produttori di musica indie rock al mondo. Da una simile etichetta nessuno si sarebbe aspettato nel 1988 un Persino Page e Plant si sono piegati ai suoi voleri, ricoprendolo d'oro disco così sporco, crudo e genuino, ma allo stesso tempo ben registra- per ottenere i suoi servigi. Ironia della sorta il presente album non è to. La band, composta dai chitarristi Black Francis e Joey Santiago, mai piaciuto allo stesso Albini, che ebbe più di un momento di scontro dalla bassista Kin Deal e dal batterista David Lovering in pochi giorni - con la band. L'album tuttavia ebbe un incredibile successo di vendite e e non senza qualche grosso litigio con il produttore Steve Albini - riu- di critica imponendo i Pixies e Albini come degli autentici innovatori del scì a buttare su nastro uno dei capolavori musicali degli anni Novanta. rock moderno. Surfer Rosa, infatti, è un acquisto obbligato per qualsiasi appassiona- Fra i nostri lettori vi sono numerosi fan delle opere di remastering del to di indie rock. È inoltre un team di Paravicini (come dar loro torto?), molti di loro considerano le disco fondamentale per capire ristampe dei Pink Floyd dei piccoli gioielli da cui non si separerebbero che i Nirvana di Cobain erano mai. Ebbene, questo lavoro è migliore e ancora più completo. Il sound soltanto degli epigoni di un creato da Albini è un mix di ruvidezza e realismo che non nasconde le genere musicale e che mastica- asprezze del punk e dell'indie rock, ma che rivela - ad un ascolto atten- vano idee già superate. Le to - una incredibile padronanza del mezzo tecnico. L'album registrato melodie dei Pixies, le hit come in studio è stato inciso praticamente dal vivo, dal momento che Albini Gigantic, le chitarre abrasive, i ha sempre detestato gli overdub e prediletto la spontaneità degli ese- ritmi incalzanti e gli impasti cutori. Si ascolti la dinamica e il bilanciamento per farsi un idea della vocali fanno di questo album straordinaria naturalezza del profilo d'ascolto di questo SACD. Simone una pietra miliare dal punto di Bardazzi Discografia PIXIES. SURFER ROSA. SACD 4AD/Mobile Fidelity Sound UDSSACD. Digital. Stereo. Studio recording: 2Division, Boston, Prod. & Eng: Steve Albini. Mastering: Mobile Fidelity. www.soundandmusic.com CLICK > SOMMARIO extra 51 2. SACD NON CLASSICO: PIXIES zione di un album capolavoro dell'indie rock degli anni Novanta: queurfer Rosa è il primo full-length album dei Pixies, bostoniani DOC dischi per un’isola deserta LP 45 GIRI NON CLASSICO 3 Junior Wells Chicago Band HOODOO MAN BLUES ANALOGUE PROD 5 TITOLI OGNI MESE: 5 dalle seguenti categorie: LP 33 classico / LP 33 non classico / LP 45 classico / LP 45 non classico / SACD classico / SACD non classico / CD classico / CD non classico / HI RES classico / HI RES non classico Il nostro target: ben 500 titoli !!! 3. LP 45 NON CLASSICO: junior wells ra il 1965 e Junior Wells non era più l'adolescente precoce che E sull'armonica, talvolta enfatizzando le note gravi, talvolta gemendo era era stato, accompagnato da gente del calibro di Muddy con piccoli, penetranti lamenti. Waters, Elmore James e Otis Spann nei suoi successi del 1953 Ci sono stati tanti grandi cantanti blues. Pochi hanno lavorato con un e del 1954. Ormai trentenne, era ormai stabilmente parte di quella gruppo così affiatato. Hoodoo Man Blues è tanto l'album di Buddy generazione di bluesmen elettrici di Chicago. Andava in tour e lavo- Guy quanto quello di Wells; la maggior parte dei miei amici lo defini- rava regolarmente presso Theresa's, nel South Side. E stava per va “l'album di Buddy Guy e Junior Wells”. Non aveva bisogno di un produrre un album che è rimasto a lungo un must di qualunque col- titolo, gli è stato dato questo (anche se avrebbero potuto dargliene lezione moderna. altri, alcuni davvero perfetti). Nella metà degli anni '60, Guy aveva Gli album non erano ancora una parte importante della scena blues. perfezionato il suo stile blues elettrico, suonando linee di singole La maggior parte erano compilation di successi, spesso di vecchi note pungenti e piccoli pezzi di accordi che emergevano senza sfor- artisti 'riscoperti'. Il blues era musica da 78 giri e 45 giri, venduta nelle zo dall'accompagnamento a Wells per contrastarlo nella guida del botteghe di barbiere e nei negozietti all'angolo. Ma il blues si stava brano. Il duo chitarra/armonica è una venerabile tradizione blues, tal- guadagnando un gran pubblico nel 1965 e gli album in generale sta- volta suonato da una persona (Jimmy Reed), talvolta da due, come vano diventando via via più convenienti per ascoltatori di tutti i generi musicali popolari. E fu così che Bob Koester portò Junior Wells nei Sound Studios con la sua Chicago Blues Band, composta da Buddy Guy Discografia (chitarra), JUNIOR WELLS CHICAGO BAND. HOODOO MAN BLUES LP 180g 45 giri Analogue Productions APB 034-45 (2 LP) Prod: Robert G. Koester. Eng: Stu Black. Mixing: Stu Black. Mastering: Kevin Gray, AcousTech. www.soundandmusic.com CLICK Jack Myers (basso) e Billy Warren (batteria) per registrare il Delmark DS-612, Hoodoo Man Blues. La voce roca e solida di Wells, sottolineata dall'armonica, è incantevole. Più delicato di Howlin' Wolf, altrettanto sensuale di Muddy nel suo primo periodo, egli si pavoneggia, tuba, ride spaventa e in generale pretende la vostra più completa attenzione. In un brano come quello di apertura, Snatch it back and hold it, è controllato per quanto il blues lo permetta. Se non sapeste chi state Sonny Terry e Brownie McGhee. È un accoppiamento interessante talvolta l'armonica è come una tromba, talvolta come un piccolo organo. Il chitarrista ha molte scelte - accordi, note, unirsi al ritmo, contrastare il ritmo. Wells non è forse l'armonicista più versatile, ma Buddy Guy fa così tante cose brillanti attorno a lui che i due mantengono un clima fresco ed eccitante. Nella title track, per esempio, egli usa il suo tremolo per suonare come un organo di chiesa. Aggiungete a questo mix Jack Myers al basso. Myers non è un bassista ordinario. Tra lui e Guy c'è un'ottima intesa, ciascuno dei due occasionalmente imita l'altro, oppure i due si scambiano brevemente le parti. L'effetto complessivo di Wells, Guy e Myers, insieme all'elegante batterista Warren, è tale da dare l'idea che stia succedendo sempre qualcosa di nuovo. Si tratta sempre di asciugare il brano, renderlo incredibilmente funky o spigoloso o triste. Questo album segna uno dei momenti migliori del blues di Chicago. Wells ha fatto alcuni altri buoni album dopo questo, tra questi Southside Blues Jam, ma non ho mai sentito niente di meglio di Hoodoo Man Blues. Ci sono quelli che preferiscono il suo sound dei primi anni '50, ma io ascoltando, probabilmente vi chiedereste quando James Brown non sono tra questi. Se riuscite a trovare Blues Hit Big Town, la abbia inciso un album di blues. Abbottonato, teso e motivato, egli si ristampa Delmark del 1977 (DL-640) di quei vecchi dischi degli anni carica. In un blues lento come In the Wee Wee Hours, egli rumina '50, potete sentire la differenza. Wells sta ancora assimilando le sue influenze. La sua armonica sembra molto quella di Jimmy Reed ed 52 extra > SOMMARIO anche, probabilmente, quella di Sonny Boy Williamson (il primo). Neanche la ristampa Analogue Productions mi ha deluso. Il vinile Anche con la maggior parte della band di Muddy alle sue spalle, la stampato alla RTI è ben fatto e molto silenzioso - non ho notato click musica richiama tanto il boogie delle paludi del sud che Chicago. La o pop su tutte e quattro le facciate. L'ingegnere masterizzatore Kevin versione del '53 di Hoodoo Man è più lenta, più scura. La versione Gray ha scelto di mantenere il mix originale di Stu Black, con la bat- del 1965 è molto più lesta e più sinistra: infatti, con l'eccezione di teria al centro-sinistra, il basso a sinistra sullo sfondo, la voce di Live at the Regal di B.B.King, non riesco a pensare a un migliore Wells un pelo a sinistra, l'armonica al centro e Guy principalmente album di blues dell'inizio o della metà degli anni '60 suonato con sul canale destro. Non è un'immagine classica ma per me è perfet- musicisti del periodo. Questi sono bluesmen al massimo della loro ta. espressività. Il loro pubblico non è più composto da soli neri e anno- Rispetto alle mie due vecchie copie a 33 giri, la stampa AcousTech vera parecchi bianchi, ma forse loro non se ne sono ancora accorti è senz'altro più pulita e più presente. Il basso ha più articolazione, la e suonano ancora il vero blues. batteria più vita. La cosa che mi ha fatto fermare nel mio giudizio è Anche la registrazione è di grande rilievo. Infatti, è stato proprio que- che Guy sembra un pelo più prominente e quindi Wells leggermen- sto disco che mi ha fatto nascere la passione per il collezionismo di te più arretrato. Il 45 giri da più la sensazione dell'ensemble, l'origi- dischi. Circa sei anni fa, mi trovavo a Chicago per lavoro e ho sco- nale da più l'impressione di un cantante davanti a un gruppo di perto Jazz Record Mart, il negozio del fondatore della Delmark, Bob accompagnamento. Non è una differenza pazzesca - la sto esage- Koester. Avendo notato che l'LP che mia moglie aveva acquistato rando per rendere l'idea - ma qualcuno potrebbe cavillare sulla cosa all'inizio del nostro matrimonio, nella fine degli anni '60, era parec- definendo la ristampa troppo pulita. A me piace di più, principalmen- chio consumato, ho deciso di acquistare il CD in quel negozio. Il CD te perché Guy è dannatamente in gamba. Seriamente, si tratta di e la ristampa su vinile erano entrambi in vendita per 10 Dollari e ne una delle più grandiose performance per chitarra mai ritratte su ho approfittato per comprarli entrambi. Il contrasto era notevole. disco. Wells sembrava cantare in un'altra stanza, nel CD. Quelle malvagie La confezione è fedele, ma non aggiunge alcunché di nuovo. Come risate? Erano semplici cinguettii. Quella chitarra pungente? Non così ho detto per parecchie altre ristampe a 45 giri, per così tanti euro pungente. È stato allora che ho deciso che, quando possibile, avrei potreste desiderare una copertina un po' più robusta. Ma è un detta- acquistato le versioni in vinile, per lo meno di musica prodotta origi- glio. Questo album è DINAMITE e questa stampa è gradevole. nariamente per essere pubblicata su LP, specialmente di grandi can- Davvero un grande album, fatto veramente bene. Ora, se qualcuno tanti. potesse fare lo stesso a Live at the Regal e al grande West Side E raramente sono stato deluso alla mia fedeltà a questa logica. Soul di Magic Sam, un altro classico Delmark…Michael Fremer / > SOMMARIO extra 53 3. LP 45 GIRI NON CLASSICO: junior wells dischi per un’isola deserta 4 dischi per un’isola deserta CD NON CLASSICO extra Charles Lloyd Maria Farantouri ATHENS CONCERT ECM uesto doppio CD mi ha lasciato senza parole. La capacità Q o nella tenera Prayer, impreziosita dalla lira di Sinopoulos, o ancora della musica di fare da ponte tra culture diverse è talvolta nell'ancestrale, incalzante Hymnos stin Ayia Triada. spiazzante. Lloyd, ex-sodale di Keith Jarrett, è chiaramente La band è mozzafiato, soprattutto i due pianisti Farazis e Moran: una uno dei migliori sassofonisti jazz viventi, uno degli eredi di John sensibilità rara nel cogliere le infinite sfumature stilistiche e concet- Coltrane. La ‘Joan Baez del Mediterraneo’, Maria Farantouri non è tuali, e nel restituirle con intelligenza. Non mi stupisce che il gran da meno: la sua magica voce da contralto, che evoca Marian capo della ECM, Manfred Eicher, si sia ‘scomodato’ di persona per Anderson e la prima Nina Simone, tocca gli abissi dell'anima - ed è la produzione, atipica per l'etichetta, di questa gemma - e spero che, l'incontestabile regina della musica greca da almeno quattro decen- in questo senso, si ‘disturbi’ ancora. ni quando, già giovanissima, dava voce con Mikis Theodorakis alla Anche il livello qualitativo della registrazione è eccelso. protesta antidittatoriale. Infiniti colori, sapori, immagini e sensazioni sono finemente cesellati Il loro incontro, però, supera le aspettative. in intarsi sontuosi, e ritraggono paesaggi di una bellezza devastante. Un filo unisce storia e letteratura, folklore e innovazione, e il duo Le generose dinamiche ne torniscono il profilo emotivo, mai mancan- salta tranquillamente da un inno bizantino a un originale di Lloyd, da do di esaltare ogni significato ed emozione, mentre il preciso soun- Theodorakis a antichi canti dell'Epiro o del Dodecanneso, dalla tra- dstage li colloca spazialmente, dando all'ascoltatore coordinate tan- dizione del Mar Nero a Eleni Karaindrou o Nikos Kypourgos fino alle gibili che riconducono a una vitale plasticità sonora. Georges Senso di respiro, energia che pulsa, tra un dettaglio esaltante e le Seferis, annullando le timbriche dense, calde, rigogliose - non dimentichiamo la presenza distanze e armonizzando di strumenti inconsueti come la lira cretese e il tarogato ungherese, le differenze. ricchi di espressività e fascino - animano la scena. Ma un ingredien- Ciò è particolarmente te speciale fa la differenza: una magia sottile, eppure potente, che evidente nelle tre Greek impregna ogni singolo suono, ogni respiro, ogni istante, una magia Suites, che subdolamente avvolge e imprigiona, e indugia sulla pelle liriche Discografia CHARLES LLOYD / MARIA FARANTOURI. ATHENS CONCERT. CD 2011 ECM Records ECM 2205/06. (2 CD) Charles Lloyd (tenor sax, flute, tarogato), Maria Farantouri (vocals), Jason Moran (piano), Reuben Rogers (double-bass), Eric Harland (drums), Socratis Sinopoulos (lyra), Takis Farazis (piano on the Greek Suites). Stereo. Recorded live. Herod Atticus Odeon, Athens (Greece), 2010. . Prod: Manfred Eicher, Dorothy Darr. Eng: Nicos Espialidis. Mixing: Manfred Eicher, Jan Erik Kongshaug, Rainbow Studio, Oslo. www.ducalemusic.it CLICK di animate dal viscerale pianoforte di lasciando un'impronta profonda. Farazis: non medley di Più che un disco, questa è una vera e propria esperienza. Pierluigi temi Avorio eterogenei, ma sfaccettature e moods di una stessa sostanza. I ritmi sono svariati, dal lamento al swing alle danze, ma accomunati dall'elemento mistico, enigmatico, molto evidente nella fascinosa Kratissa ti zoi mou, dove il sax tenore e la voce emergono dalle nebbie come luci di fari lontani, pagina attiva CLICCA QUI per ascoltare ascoltare - su video - un brano del ‘Athens Concert’ > SOMMARIO extra 55 4. CD NON CLASSICO: athtens concert 5 TITOLI OGNI MESE: 5 dalle seguenti categorie: LP 33 classico / LP 33 non classico / LP 45 classico / LP 45 non classico / SACD classico / SACD non classico / CD classico / CD non classico / HI RES classico / HI RES non classico Il nostro target: ben 500 titoli !!! 5 dischi per un’isola deserta SCHEHERAZADE E ALTRI BRANI EMI 5 TITOLI OGNI MESE: 5 dalle seguenti categorie: LP 33 classico / LP 33 non classico / LP 45 classico / LP 45 non classico / SACD classico / SACD non classico / CD classico / CD non classico / HI RES classico / HI RES non classico Il nostro target: ben 500 titoli !!! Rimsky-Korsakov evo dire che generalmente non amo in particolar modo le compi- D lo stesso Khachaturian. Il risultato è veramente spettacolare, questo è lation di musiche diverse perché le trovo spesso banali e artistica- l'unico commento possibile. In questo caso la London Philharmonic è mente discontinue. Onore al merito, in questa occasione, a chi ha entrata in contatto telepatico con il direttore e sembrano una cosa sola… saputo accostare così bene le musiche contenute in questo CD. la musica scorre libera e l'interpretazione è al massimo livello. In definiti- Parlo subito di cosa mi è piaciuto di meno: le Danze polovesiane di va per me un disco imperdibile! Borodin non mi hanno fatto impazzire perché le ho trovate un po' ‘gros- Dal punto di vista sonoro, trattandosi di registrazioni diverse, non c'è l'as- solane’ e poco raffinate così come Il volo del calabrone l'ho trovato trop- soluta continuità dei suoni. Le tre incisioni di questo disco che vanno dal po scandito ritmicamente e poco fluido nell'esecuzione. Fortunatamente, 1964 (il Valzer di Masquerade) al 1977 (le altre due di Khachaturian) anche se assolutamente da sono state rimasterizzate ma chiaramente suonano in maniera diversa le Dischi per un’isola deserta non disprezzare, questi pezzi une dalle altre così come anche le altre, essendo state registrate in luo- occupano una parte minima ghi e tempi diversi hanno caratteristiche diverse. Tuttavia il risultato è (13.36) dei 77.09 minuti del CD eccezionalmente buono, il remastering è stato fatto benissimo e comun- DISCOGRAFIA e sono praticamente ininfluenti que tutte le incisioni qui presenti hanno caratteristiche di standard quali- RIMSKYKORSAKOV: SCHEHERAZADE, SYMPHONIC SUITE OP. 35 / THE FLIGHT OF THE BUMBLE BEE FROM TSAR SALTAN / KHACHATURIAN. WALTZ FROM MASQUERADE / ADAGIO OF SPARTACUS AND PHRYGIA FROM SPARTACUS. SABRE DANCE FROM GAYANEH. BORODIN: DANZE POLOVESIANE sul risultato finale. Il resto è tativo elevatissimo. solo puro piacere di ascolto per Vi segnalo anche di fare attenzione alla messa in fase perché cui il CD si merita senz'altro un Scheherazade, per esempio, suona in controfase e questo cambia in giudizio artistico elevatissimo! maniera significativa il risultato finale dell'ascolto. Più che bellissima l'interpreta- Purtroppo il libretto del CD è praticamente vuoto , privo di informazioni né zione data da Takuo Yuasa di sui luoghi delle registrazioni né su chi le ha fatte. Veramente un peccato Scheherazade: sognante,lan- perché questo livello qualitativo è molto difficile da trovare in giro, oltre- guido ma al contempo estre- tutto con una qualità artistica così alta! Livio Malpighi CD Stereo EMI Classics for pleasure 50999 2 28280 2 rendere,grazie al supporto di Stephen Bryant violin, London Philharmonic Orchestra, Takuo Yuasa / Academy of St. Martininthe-fields, Sir Neville Marriner / Beecham Choral Society (chorus Master Danis Vaughan), Philharmonia Orchestra, Sir Thomas Beecham / Philharmonia Orchestra, Efrem Kurtz / London Symphony Orchestra, Aram Khachaturian. www.emimusic.it giudizio artistico: ECCEZIONALE www.amazon.com CLICK mamente presente ed espressivo. Qui il direttore riesce a Leon Bakst, Sheherazade una grandissima orchestra, con affascinante sinuosità e dolcezza ma anche vigore e ardore i vari temi del celebre brano di Korsakov. Molto molto bello anche il Valzer da Masquerade eseguito con ardore e grande trasporto. Ciliegina finale l'esecuzione dell'Adagio di Spartacus e Phrygia e la famosissima Danza delle Spade dove dirige > SOMMARIO extra 57 5. CD CLASSICO: rimsky CD CLASSICO Rimsky-Korsakov IL GRANDE TANGO ARGENTINO VOCE CHITARRA E PIANOFORTE DAL VIVO CELEBerrime COLONNE SONORE Morricone mancini williamns silvestri Il pianoforte neoromantico di Gerardo Felisatti www.velutluna.it www.hdtracks.com AD_4_013.indd 2 04/04/13 11:36 6 dischi per un’isola deserta LP NON CLASSICO extra Patricia Barber CAFÉ BLUE PREMONITION 5 TITOLI OGNI MESE: 5 dalle seguenti categorie: LP 33 classico / LP 33 non classico / LP 45 classico / LP 45 non classico / SACD classico / SACD non classico / CD classico / presso i pregevoli CRC di Chicago, Studios con acustica ed apparecCD non classico / HI RES classico / HI RES non classico chiature allo Stato dell'Arte. Lo stesso Jim Anderson (prof. Jim Il nostro target: ben 500 titoli !!! Anderson) è considerato un Top Recording Engineer nell'ambito del V sonico: matericità del soundstage, precisione millimetrica nell'equili- ralmente in ambito jazz, Cafè Blue di Patricia Barber è uno dei brio timbrico ed un equilibrio tra suono diretto e riverberato che tende dischi più celebrati nel panorama musicale degli ultimi 15 anni. all'asciutto. Non asettico, certo, ma sicuramente nulla da elargire In esso, siamo nel 1994, è per la prima volta espressa la delicata e nella componente ambientale del suono. sofisticata poetica della singer (in alcuni brani pure autrice) america- Nel 2011 nasce l'idea, riascoltando alcune registrazioni effettuate nei na. La tecnica non è mai sfacciata, le parti sono apparentemente Capitol Studios di Hollywood: perché non remixare il tutto riversando semplici: in realtà sono essenziali, di un'essenza fatta di un lungo in analogico e caratterizzando il suono con gli splendidi banchi capa- lavoro di pulizia ed eliminazione del superfluo. Lo stile della Barber ci di donare quel timbro pieno e maestoso delle registrazioni di Frank non è mai dirompente, urlato. E' però sussurrato con una energia Sinatra? Tra l'altro i Capitol Studios hanno le più belle camere di prodigiosa, una sensualità androgina di cui è carico lo splendido timbro. riverbero al mondo! Detto, fatto. I due si trasferiscono ad Hollywood, Café Blue è un lavoro che può trarre in inganno, ad un primo ascol- remixano nei Capitol e per il Mastering si affidano al guru: Bob to: rischia di sembrare Ludwing (già Masterdisk, ora Gateway Mastering di Portland). inconsistente. Niente di più Inoltre, il cutting è affidato a Doug Sax (The Mastering Lab, ovvero. falso. Vi verrà voglia di Mister Sheffield) e la stampa alla RTI di Camarillo. Il risultato? ascoltarlo, e riascoltarlo, e Straordinario. Il lavoro, che prima era già eccellente, ora è semplice- riascoltarlo ancora. Ed ogni mente sublime. Ha acquistato un corpo inusitato, pur senza perdere volta sorriderete nel rilevare in trasparenza; il soundstage si è allargato e la resa del dettaglio è qualche particolare inter- capace di una precisione micrometrica. pretativo, sonico, vocale o Con tante parole, tuttavia, nulla si riesce a spiegare di quanto suoni strumentale che prima vi bene, ma bene bene bene! Ci sono veramente poche parole per era sfuggito. E vi scoprirete spiegare una tale sensazione di verità sonica che, con la pressoché a sorridere nel dover ricono- totale assenza di difetti del vinile, assegnano a Café Blue uno dei scere come persone dotate punteggi massimi tra i lavori pubblicati nel 2011 da me ascoltati. di un simile talento non deb- Naturalmente tra quelli passati per il mio impianto. Enzo Carlucci Discografia PATRICIA BARBER. CAFE' BLUE. LP Premonition Records 90760-1. (2 LP). LP 180gr. Stereo. Reg: CRC Studios, Chicago, USA, 1994. Prod: Patricia Barber, Michael Friedman. Eng: Jim Anderson. Remixing: Jim Anderson, Capitol Studios, Hollywood, CA, USA, 2011. Mastering: Bob Ludwg, Gateway Mastering, Portland, Maine, USA. Mastering for Vinyl: Doug Sax, The Mastering Lab, CA, USA, 2011. www.soundandmusic.com CLICK bano far nulla di eclatante per mostrarlo. Semplicemente, vien fuori da sé. Per chi, ovviamente, sia dotato di un minimo di sensibilità per catturarlo. E non sia così invidioso dal riconoscere come siano belli e alti gli aspetti artistici della vita e come sia sublime quando le vette vengano raggiunte in questo modo: sussurrando. Tornando l’attenzione all’aspetto tecnico, Café Blue è un lavoro che, in questo re-mixing/reprinting, riesce a raccogliere tutto il gotha tecnico audio, l'eccellenza mondiale. Che si trattasse, già in origine, di un eccellente lavoro lo si sapeva, prova ne è il fatto che i trasferimenti 'nobili' già si sprecavano (HDCD, MFSL, etc.). Tuttavia in questo doppio LP si è voluto realmente raggiungere il top. Ma andiamo in sequenza. Nel 1994 Jim Anderson registra il lavoro pagina attiva CLICCA QUI per ascoltare ascoltare Il track 11, 11, “Nardis” > SOMMARIO extra 59 6.LP NON CLASSICO: patricia barber Jazz e generi strettamente correlati. Anderson ha un proprio stile incitore di una serie impressionante di premi della critica, natu- registrazioni John TCHICAI ‘Le mie registrazioni con Rudy e Trane’ Sassofonista e compositore di origini danesi, scomparso nel 2012, visse e suonò in USA per alcuni anni. L'intervista è del 2004 ... JOHN BACCIGALUPPI John Tchicai ncontrai John Tchicai la prima volta quando registrai il suo I Copenhagen, dove lui viveva quando Coltrane suonava là. album del 1995, Love Is Touching. Stavo lavorando già da Quando più tardi si trasferì a New York nel 1962, egli continuò il diversi giorni al suo progetto quando appresi che lui aveva suo rapporto con Coltrane. Suonarono spesso insieme, e furono suonato, tra gli altri, con John Lennon, Albert Ayler e John entrambi coinvolti nella nascita del Jazz Composers Guild (una Coltrane, partecipando con quest'ultimo alla sua registrazione di sorta di sindacato di jazzisti all'avanguardia, ndt). In quel momen- riferimento, Ascension. A quel tempo mi ero già quasi completa- to Archie Shepp faceva parte del loro gruppo, e Coltrane fece mente ritirato dal lavoro in studio e lavoravo per alcune riviste, assicurare ad Archie un contratto discografico con la Impulse. A sulla strada che poi mi avrebbe portato a diventare l'editore di Tchicai fu chiesto di suonare in quel disco, Four For Trane, che fu Tape Op. registrato da Van Gelder e prodotto da Bob Thiele presso lo stu- Avevo accettato l'incarico di Tchicai principalmente perché affa- dio di Englewood Cliffs. scinato dal comportamento di John, e mi ritrovai a prendere in Più tardi John realizzò un suo disco, Mohawk, con il New York Art carico io stesso le sessioni, sebbene avessi molti validi tecnici del Quartet da Van Gelder, per l'etichetta Fontana. Il successivo suono che lavoravano nel mio studio a quel tempo. Chiamai mia disco che John registrò con Rudy Van Gelder fu Ascension di moglie Maria per farle sapere che lei avrebbe mangiato da sola Coltrane. Osserva Tchicai: “Tutte furono esperienze molto belle, nei giovedì sera per le successive due settimane... ma suonare con Coltrane in quella grande formazione fu fantasti- La mia decisione istintiva di lavorare con John si rivelò giusta, co. Tutti quei musicisti... Bellissimo essere dentro quella grande poiché il tempo che ho passato con lui a registrare Love Is rivoluzione della musica all'avanguardia.” Touching ha costituito una delle vette più alte del mio lavoro come tecnico del suono. JB: Dunque, com'era lavorare con Rudy Van Gelder? Da allora, John, insieme alla moglie Margriet e al figlio Yolo, si JT: Era un uomo molto gentile. Molto amichevole, aperto, e inte- sono trasferiti in Francia, ma sono di recente tornati qui in visita ressato ad ascoltare quello che avevi da dire. Ma anche molto e per suonare dal vivo. Ho approfittato dell'occasione per intervi- silenzioso, molto impegnato nella musica, e a fare il suo lavoro. starlo sul suo periodo passato a lavorare con Rudy Van Gelder. In una bella mattina ci siamo incontrati al Tower Café di Bob Thiele ha lavorato in tutti e tre i dischi che hai fatto con Rudy, Sacramento (California) sorseggiando tè e caffè. giusto? Come ti sembrava il rapporto fra loro due? Tchicai aveva incontrato John Coltrane per la prima volta a Si conoscevano molto bene e avevano realizzato molti dischi 60 extra > SOMMARIO registrazioni insieme. La loro era una collaborazione ben collaudata. Thiele iniziammo a provarla. Mi pare che la provammo interamente una stava più nel retroscena ad ascoltare quello che stava succedendo. sola volta e poi fu fatta la registrazione. Dopo ci prendemmo una pausa, e successivamente facemmo Nella registrazione di Ascension c'era molto isolamento oppure un'altra registrazione con gli assoli in ordine diverso. eravate tutti insieme, vicini l'uno all'altro? (Entrambe queste riprese furono poi pubblicate come Ascension No, eravamo tutti insieme. Potrà magari esserci stato qualche Edition I & II). Alle 4 o 5 del pomeriggio avevamo finito, credo. pannello isolante fra noi e la batteria, ma eravamo tutti molto vicini in quella grande stanza. Quest'ultima dava una sensazione Quindi piuttosto veloci, senza perdere tempo in chiacchiere? molto simile a una chiesa, con i soffitti alti. Sì, sì (ride). Era un bel posto dove suonare. L'acustica era ottima e non indossavamo cuffie. Ogni musicista aveva il proprio microfono? Sì. Si dice che a molti musicisti di allora piacesse registrare da Rudy, perché era fuori dalla città, oltre il fiume, e lontano dalle etichette C'era per caso qualche tipo di microfono d'ambiente in alto sopra discografiche. le vostre teste? Questo è vero, sì. Era un bel posto, quasi in una foresta, ma con Credo di sì... ma parliamo di tanto tempo fa... (ride) una bella vista del profilo di Manhattan, di fronte al fiume Hudson. Beh, se non riesci a ricordarti i microfoni esatti, possiamo finire Quindi nessun colletto bianco delle etichette discografiche? adesso quest'intervista (risate)! E il pianoforte era nella stessa Suppongo che, considerato quello che voi ragazzi stavate suo- stanza con voi o era nella cabina isolata? nando allora, alcune delle etichette non lo capissero? No, no, era nella stessa stanza. Pianoforte e batteria erano da un Sì, sì, è vero (ride). No, niente di tutto questo. Il posto di Rudy era lato in disparte, e noi (fiati) eravamo più al centro della stanza. Il lontano da tutto ciò. Credo sia stato quello il motivo per cui a Coltrane piaceva registrare lì, quel tipo di feeling più distaccato. C'era piena libertà. Intervista di John Baccigaluppi Quanto tempo ci volle per registrare Ascension? Iniziammo alle 11 di mattina circa, o giù di lì. Arrivò Coltrane e si Questa intervista è stata pubblicata originaramente sulla rivista mise in ginocchio sul pavimento a scrivere gli arrangiamenti, TapeOP, n.43, www.tapeop.com (abbonamenti a costo zero dopodiché iniziò a spiegarci come sarebbe stata la musica. Poi disponibili). IN AUDIOPHILE sound, n.141 leggete la nostra COVER STORY “THE BEATLES IN MONO” > SOMMARIO extra 61 John Tchicai basso era insieme alla batteria. CD allegato AS 141 nuova rubrica!! guida all’ascolto ‘musicale’ CD ALLEGATO AD AS 141 MENDELSSOHN: SINFONIA n.2 su Realsound CD allegato: mendelssohn Per conoscere meglio questo disco, in questa nuova rubrica potete leggere la guida all’a sc olt o e ascoltare degli esempi musicali, che sono stati segnalati con l’icona sq Per la versione dell’articolo con gli esempi musicali CLICCATE QUI: Questo link vi porterà alla pagina interattiva con testo ed esempi musicali da ascoltare... sq dispetto della numerazione sinfonica adottata, la vera crono- di quest'ultima, dove la parte corale costituisce il culmine di un logia di composizione delle opere sinfoniche di Felix ampio monologo orchestrale esteso per tre lunghi movimenti, qui la A Mendelssohn-Bartholdy prevede in successione la Prima Sinfonia, la Scozzese, poi la Riforma, successivamente l'Italiana e, da ultima, il Lobgesang, certamente la più ambiziosa composizione orchestrale del musicista di Amburgo. La Seconda Sinfonia fu composta per commemorare, nel 1840, il 400° anniversario dell'invenzione della stampa da parte di Johannes Gutenberg. Ma tale circostanza contingente nulla spiega del carattere di tale partitura, così come, d'altronde, per molte altre composizioni di Mendelssohn. La sua musica, in effetti, è aliena dal raffigurare situazioni ed emozioni troppo decifrabili: è ‘semplicemente’ musica assoluta. parte orchestrale si ‘limita’ a una durata pari a circa un terzo dell'intera opera, costituendo quasi una sorta di articolato preludio alle parti cantate. La forma è quella ciclica e ciò potrebbe a ragione farla ‘classificare’ in ambito e stile romantico: la cellula più appariscente impiegata è quella del tema in due misure dei tromboni, ricavata dall'introduzione s q00.00.01 - 00.00.06. Essa viene sfruttata infatti nell'Allegro che segue [basti ascoltare lo sviluppo fugato, enunciato soprattutto dagli archi, con la presenza ieratica dei timpani (s q00.00.10 - s q00.15.22 s q00.24.29 - 00.02.42 N.d.R.) e nella parte centrale dell'Allegretto - 00.16.40, ma anche nella prima parte per coro 00.24.56 e da ultimo, alla fine della Sinfonia, abbinata ai versi La prima esecuzione ebbe luogo nella Chiesa di San Tommaso a “Alles, was Odern hat, lobe den Herrn” (Tutto ciò che ha respiro lodi Lipsia; la seconda avvenne invece in Inghilterra a Birmingham, il Signore!) dove venne eseguita nel locale festival con la traduzione in inglese Sinfonia in si bemolle maggiore op. 52 “Lobgesang” fa anche riaf- dei versi scelti e tratti dalla Bibbia ad opera dello stesso composito- fiorare imperiosa la disputa sul Mendelssohn classico o romantico. re. In origine Mendelssohn denominò questa sua composizione In tal senso è tutt'altro che di aiuto il celebre aforisma di Alfred "cantata sinfonica". In effetti, la composizione è composta da una Einstein: “il Romanticismo odia il Classico”. Si consideri, ad esem- Sinfonia introduttiva in tre movimenti: il Maestoso con moto - Allegro pio, il meraviglioso, classico, impiego del contrappunto, stilistica- in Si bemolle maggiore, l'Allegretto un poco agitato in sol minore e mente e tecnicamente ineccepibile l'Adagio religioso in re maggiore) alla quale fanno seguito nove non si dimentichino neppure le splendide pagine orchestrali "numeri" in cui si alternano e si affiancano il coro (a volte impiegato s q00.04.45 a sezioni) e i tre solisti, due soprani e un tenore. Tale struttura 00.24.16 e gli interventi cantati densi di un lirismo che ha pochi potrebbe immediatamente richiamare alla memoria quella della paragoni in tutto il periodo romantico [si pensi all'intervento del celebre Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven. Ma, a differenza soprano, sostenuto dal coro femminile, che intona “Lobe den Herrn, 6 extra > SOMMARIO s q01.03.03 - 00.06.30 - 01.03.15. D'altra parte, la Seconda s q01.00.35 s q00.12.23 - 00.13.41 - 01.02.05: ma s q00.22.33 - CD allegato AS 141 meine Seele” (Loda il Signore, tu, anima mia s q00.29.11 - 00.31.19) e all'intenso solo del tenore “Stricke des Todes hatten uns umfangen” (I lacci della morte ci avevano avvinti s q00.41.31 00.43.10) Taluni - N.d.R.]. momenti in particolare sono intrisi di una drammaticità assolutamente Felix Mendelssohn senza pari: il n. 6 farà recitare al “Huter, ist die Nacht bald hin?” (La notte è create e donate) può far pensare a un programma ‘ideologico’ tal- s q00.43.27 - 00.43.35: appare sin troppo superficiale mente elaborato da far dimenticare al compositore le più immedia- giustificare tale mirabile episodio con l'aneddoto che racconta te esigenze musicali. Forse proprio per tale motivo la sinfonia, come il nostro compositore abbia aggiunto tale toccante pagina dopo un iniziale successo motivato soprattutto dall'impiego del dopo una nottata insonne e solamente in una seconda stesura. coro, ha conosciuto un prevenuto giudizio e un abbandono pres- Certamente, la citazione luterana apposta sul frontespizio dell'ope- soché totale sia nella vita concertistica che nell'attività discografi- ra: “Sondern ich wollt alle kunste, sonderlich die Musica, gern ca. Il risultato è invece, a nostro avviso, una delle più convinte pro- sehen im dienst des der sie geben und geschaffen hat” fessioni di fede nella vita, nella religione e nella musica che ci sia (Desidererei veramente però che tutte le arti, e in particolare la stato dato ascoltare. Thomas Elwell passata?) musica, lavorassero con dedizione da far dimenticare per chi le ha numero 137 con CD allegato ‘MARIA CALLAS’ ancora dispobibile ONLINE > SOMMARIO extra 63 CD allegato: mendelssohn tenore, più volte, la frase: angolo del vinile “The VINYL COLLECTION” Pierre Bolduc parla della scelta dei titoli e i file in alta risoluzione... vinile: the vinyl collection “Ho già ricevuto dagli Abbey Road Studios di Londra tutti i master in alta risoluzione impiegati per il trasferimento su lacche per gli LP della nuova “The Vinyl Collection”. Curerò l’intera collana... qui, volevo spiegare le ragioni dietro la scelta dei primi 6 titoli...” quando la EMI aveva appena iniziato a registrare in stereofonia e non tutte le incisioni della Casa si sono rivelati particolarmente eccezionali in quell'epoca… E' vero che l'originale in mio possesso suona molto PIERRE BOLDUC bene, ma non dobbiamo dimenticarci che quel disco fu masterizzato a partire da nastri appena incisi, nuovi…. Quasi 60 anni dopo sareb- A bbiamo ricevuto l'OK finale per il progetto "The Vinyl bero ancora in ottime condizioni? Passo subito al secondo movimen- Collection" venerdi 19 dicembre alle 19.30, sei giorni prima di to del Concerto di Ravel dove il pianismo di Michelangeli ti trasporta Natale! Un'ora dopo… sì avete capite bene!!... un'ora dopo in un altro mondo. Sono rimasto a bocca aperta: il tocco magico era Abbey Road Studios iniziava a fare l'upload sul nostro FTP dei file ancora più magico. La presenza dei toni bassi, molto assenti sull'ori- master!!! Questa, ragazzi, è efficienza! ginale, aggiungeva un corpo che l'LP originale non possiede. La pre- Il giorno dopo parlo con Allan Ramsey, la persona ad Abbey Road che senza del pianista era semplicemente straordinaria. Ma anche le per- fece gli upload. Mi spiega che aveva inserito in ogni cartella un cussioni, importante in questa opera, respiravano di nuova vita ma 'Checkfile', un programma che verifica che i dati siano tutti arrivati e anche di maggior eleganza: veramente un altro mondo a confronto che non siano stati corrotti durante il trasferimento al mittente. "Non del ASD originale. dimenticare di dirlo alla Pallas", mi dico ripetutamente. Potete imma- Non è difficile capire perché gli LP della EMI sono stati troppo spes- ginare il mio battimento cardiaco quando ho scaricato i file sul mio so ignorati dal mercato audiophile. Una delle ragioni ha a che fare con computer (la Pallas farà il download direttamente dal nostro FTP) e il mercato americano, dove i vinili del gruppo EMI venivano venduti corro subito alla poltrona dopo aver cliccato su 'play!' Ero emoziona- con etichetta Angel: purtroppo in confronto alle stampe inglese, gli to non solo perché stavo per ascoltare i master di alcuni dei più gran- Angel si sono quasi sempre rivelati inferiori, e non da poco. Basta di LP EMI mai realizzati, LP mitici con artisti mitici realizzati da produ- comprare un Angel sulla rete: quelli degli anni Settanta possono esse- cer mitici, ma anche perché... dovevo assicurarmi che non avevo fatto re quasi piegati in due perché sono talmente sottili. E poi c'è stato l'in- scelte sbagliate!!! Perché il vostro direttore si sbaglia anche lui… fluenza di Harry Pearson di The Absolute Sound che non ha mai L'unico LP della collana che mi preoccupava un pochino era il famo- messo un disco EMI nella 'Super TAS list' (tutti gli LP 'top'). Il diretto- so disco di Arturo Benedetti Michelangeli. Era stato inciso nel 1957 re di The Absolute Sound, che Dio benedica la sua anima, a mio pare- 6 extra > SOMMARIO angolo del vinile re non conosceva in profondità il catalogo EMI. Anche lui fu vittima degli Angel e così mise l'accento editoriale prima di tutto sui Mercury e i Living Stereo e un po' meno sui Decca. Ci sono due idee centrali dietro la mia scelta dei primi 6 titoli della "The Vinyl Collection". La prima è di natura artistica. Tutti i titoli rappresentato interpretazioni al vertice della discografia. Il disco di Arturo Benedetti Michelangeli non è mai stato superato per quanto riguarda i concerti di Ravel e Rachmaninov; questo vale anche per la Seconda Sinfonia di Rachmaninov Con i mezzi a disposizione negli anni Settanta i cosìdetti Mendelssohn diretta da Otto Klemperer che è un miracolo di 'sole' Christophers', ovvero il producer Christopher Bishop (producer) e 'two italiano, una delle più grandi letture del direttore tedesco. Poi ci Christopher Parker (ingegnere del suono), fecero incisioni con sono i tre LP di Karajan: i primi due eseguiti con la Philharmonia André Previn e la London Symphony Orchestra che sono davvero Orchestra e l'ultimo con i Berliner Philharmoniker: tutti e tre presen- eccezionali. Il disco della Seconda Sinfonia di Rachmaninov è una tano musica gioiosa, leggera, piccante, suonata con una verve irre- di quelli. Un'altra caratteristica del ‘suono EMI’ è la ricchezza armo- sistibile; musica leggera del repertorio classico. nica della gamma media e alta: violini setosi e ottoni che raspano e La seconda ragione per cui ho scelto questi 6 titoli è di natura audio- che, contrariamente a tanti dischi della Deutsche Grammophon, fila. Ogni LP riflette una fase importante nella creazione del ‘suono possiedono corpo e presenza nella gamma media bassa. EMI’. I due dischi di Karajan e di Klemperer con la Philharmonia L'ascolto dei master digitali non mi ha deluso. Con i mezzi che Orchestra rappresentano molto bene il tipo di fotografia sonora che abbiamo oggi a disposizione (tutti nuovi master digitali realizzati nei è alla base dei favolosi EMI degli anni Settanta. Prodotti dal leggen- scorsi mesi) e il fatto che i file digitali, saranno trasferiti direttamen- dario producer inglese Walter Legge, gli LP con la Philharmonia te sulle lacche, gli LP della “Collection” goderanno di una risoluzio- proiettano un'immagine stereofonica molto simile all'esperienza live ne dinamica decisamente più grande che quello degli LP originali e dove il pubblico in teatro riesce a sentire la fisicità dell'orchestra in una definizione e trasparenza delle gamme medio basse e basse un ambiente che permette, inoltre, il suono di espandersi nell'am- molto più elevate. Questo chiarirà la gamma media e aiuterà a darci biente. Le migliori produzioni di Legge hanno raggiunto questo ver- un top di gamma cristallino. tice anche con i mezzi tecnici primitive dell'alba della stereofonia. Credetemi, la "Collection" non vi deluderà… Pierre Bolduc Fate i vostri ordini per telefono IL MODO PIU’ FACILE!! telefonate: 089 72 64 43 oppure 392 85 06 715 MEGLIO PER telefono prenderemo il vostro ordine per telefono e potete chiedere qualsiasi chiarimento e vi spiegheremo come pagare. UNA BREVE TELEFONATA E SARA’ TUTTO FATTO!! > SOMMARIO extra 6 vinile: the vinyl collection diretta da André Previn; per non parlare della Quarta Sinfonia di I primi 6 titoli provengono dai cataloghi EMI Columbia, adesso di proprietà Warner Classics 1. PHILHARMONIA PROMENADE CONCERT numero d’ordine: LP TVC 001 Waldteufel: Les Patineurs Johann Strauss II: Tritsch-Tratsch Polka, Unter Donner und Blitz (Polka schnell) Johann Strauss I: Radetsky Marsch Chabrier: Espana, Joyeuse marche Suppé: Cavalleria leggera Weinberger: Polka da Schwanda il suonatore di cornamusa 2. RAVEL & RACHMANINOV numero d’ordine: LP TVC 002 Ravel: Concerto per pianoforte e orchestra in Sol maggiore Rachmaninov: Concerto per pianoforte e orchestra N. 4 in Sol minore 3. BALLET MUSIC FROM THE OPERAS numero d’ordine: LP TVC 003 Verdi: Aida - Balletti dell Atto 2° Mussorgsky: Khovanshchina - Danza degli schiavi persiani Borodin: Prince Igor - Danza delle fanciulle polovesiane (Atto 2, n. 8) e Danze polovesiane (Atto 2, n. 17) Ponchielli: La Giaconda - Danza delle Ore Wagner: Tannhauser - Musica del Monte Venere 4. MENDELSSOHN & SCHUMANN numero d’ordine: LP TVC 004 Mendelssohn: Sinfonia n. 4 “L’italiana”, Op. 90; Schumann: Sinfonia n. 4, Op. 120 5. KARAJAN IN PARIS numero d’ordine: LP TVC 005 Bizet: L’Arlésienne, Suite No. 2 Chabrier: Espana Gounod: Musica per balletto da Faust Berlioz: Marcia ungherese dalla Damnation de Faust 6. ANDRE’ PREVIN CONDUCTS RACHMANINOV numero d’ordine: LP TVC 006 Rachmaninov: Sinfonia n. 2, Op. 27 !! ! !! ! 2'(,22 $;$,;%2(#%2#+; "="%";#2; :9;647;'97:&4;.;;;;;..;1;'9539*&95478;6:;,8/959;, ;1;2(#%;1; 347+;;0;.0;1;41/9:7+;:586/79)6:8":3;1;-4!+ ---"6/79)6:8":3