I Bluegrass Stuff venerdì in concerto a Saronno SARONNO, 28 agosto 2013- I Bluegrass Stuff, la più longeva bluegrass band del nostro Paese, venerdì saranno in concerto nel cortile del Teatro di Saronno (entrata di via Varese, ingresso 5 euro. Inizio ore 21.30). Durante la loro lunga carriera, iniziata nel 1977 hanno avuto la possibilità di esibirsi quasi ovunque in Italia e di suonare nei più importanti festival europei di questo genere raccogliendo sempre unanimi consensi ed apprezzamenti. Hanno partecipato a diverse compilation discografiche e nel 1995 hanno inciso “Golden Horn”, il primo cd di bluegrass italiano. propongono uno spettacolo improntato sul bluegrass tradizionale con brani di Flatt & Scrugg, Bill Monroe, Jimmy Martin e Stanley Brothers, includendo anche Gospel che mettono in evidenza l’abilità vocale dei componenti del gruppo. Hanno suonato on stage con alcuni dei migliori artisti americani del genere tra i quali Peter Rowan, Bill Keith, Jim Rooney, Josh Graves, Kenny Baker, Tim O’Brien e Randy Howard. I Bluegrass Stuff sono la band europea più premiata LA’ DOVE L’ERBA E’ PIU’ BLU… BLUEGRASS, SUONI D’AMERICA Kentucky, Tennessee, North Carolina: se volete immergervi nelle atmosfere rurali del SouthWest degli Stati Uniti, il sound da assaporare è il bluegrass. Quando avete sentito l’ultima canzone bluegrass? Forse al cinema, con la colonna sonora di “Fratello dove sei?” dei fratelli Coen. Il viaggio pittoresco di George Clooney, John Turturro e Tim Blake Nelson era infatti una grande epopea in salsa bluegrass, così come i famosissimi “Un tranquillo weekend di paura” e “Bonnie & Clide”… E dunque, per i non cinefili, che cos’è il bluegrass? Partiamo dal nome: “the Bluegrass State” è chiamato lo stato del Kentucky, dove l’erba è così scura che sembra blu e nel Kentucky, a Rosine, per la precisione, è nato Bill Monroe, il creatore di questo genere musicale. Altri luoghi d’elezione del bluegrass sono gli stati americani del Tennessee e del North Carolina. Diversamente dal jazz o dalla musica country, così come dal rock, o dal folk, il bluegrass ha una ben definita data d’inizio: correva l’anno 1939, infatti, quando Bill Monroe fondò una band chiamata the Blue Grass Boys, con il preciso scopo di proporre un nuovo genere musicale. E ci riuscì, dato che vinse il premio più prestigioso per la musica country, il Grand Ole Opry – consegnato dall’omonima trasmissione radiofonica, la più vecchia del mondo – e quella nuova musica divenne nota come “bluegrass” e amata in tutto il mondo. Combinando il blues con il suo mandolino ed il tipico modo di suonare il banjo di Earl Scruggs, Monroe ed i suoi Blue Grass Boys resero popolare uno stile musicale che in precedenza poteva essere trovato solamente nella pianura bluegrass, appunto, allungata fra gli Appalachi (le Great Smoky Mountains) e il Mississippi. Lester Flatt e Earle Scruggs, componenti dei Blue Grass Boys, continuarono a far conoscere questo tipo di musica per tutti gli anni ’60. Oggi, Alison Krauss & Union Station, insieme ad altri artisti, stanno aiutando i loro fans a riscoprire questo unico ed inconfondibile stile. Ben presto altri musicisti eseguirono e composero bluegrass e il nuovo genere influenzò, agli esordi, grandi star del country e del rock come Elvis Presley, Buddy Holly, Jerry Garcia, Marty Stuart e Ricky Skaggs. Per alcuni dire bluegrass è dire country, ma in realtà non è così: il bluegrass è una forma di musica country – il pubblico agli inizi era lo stesso – ed ha qualche relazione anche con la musica folk, ma è certamente diverso da quell’unione commerciale di musica country, cowboy music e western swing dance music che è nota con il nome di “country and western”. Così come è altro dal “Nashville sound”, quella pittoresca combinazione di strumenti elettrici, sezioni di violini e a volte anche cori che trova in Patsy Cline il suo massimo esponente. Lontano cugino delle antiche musiche campestri americane, derivate storicamente dalle radici inglesi, scozzesi e irlandesi, il bluegrass si differenzia per la composizione della band e soprattutto per il fatto che non è una musica tradizionale. A questo punto pare che il bluegrass si possa definire soltato dicendo che cosa non è… ma in realtà c’è un altro modo, molto più efficace, per capire di che si tratta: affidarsi agli strepitosi ensemble che lo eseguono ed ascoltarli con attenzione, oltreché con gran divertimento. Il bluegrass è una musica per strumenti a corda e di solito le band sono composte da cinque elementi: banjo a cinque corde, violino, mandolino, chitarra acustica e contrabbasso. A volte è usata anche quella particolare chitarra chiamata Dobro, suonata con stile “hawaiano”, così come si possono trovare gruppi con più d’un violino o chitarra. Il cuore pulsante della band è il banjo e il mandolino gli fa da spalla e tutti gli strumenti sono “acustici”: questo è uno dei motivi per i quali ascoltare un gruppo bluegrass dal vivo è un’emozione da provare assolutamente. Venerdì 30 agosto – ore 21.30 BLUEGRASS STUFF in CONCERTO Massimo Gatti (mandolino) Ruben Minuto (chitarra) Colm Murphy (violino) Matteo Ringressi (banjo) Icaro Gatti (contrabbasso) Kentucky, Tennessee, North Carolina: se volete immergervi nelle atmosfere rurali del SouthWest degli Stati Uniti, il sound da assaporare è il bluegrass. I Bluegrass Stuff sono la più longeva bluegrass band del nostro paese e durante la loro lunga carriera hanno avuto la possibilità di esibirsi quasi ovunque in Italia e di suonare nei più importanti festival europei di questo genere raccogliendo sempre unanimi consensi ed apprezzamenti. ingresso € 5,00