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ECONOMIA POLITICA.
Prima lezione
Le scuole dell’economia politica che studieremo sono la neoclassica e la
Keynesiana.
Nel 1936 colla nascita della macroeconomia di Keynes, cambiano i fulcri
dell’indagine economica.
Lui ritiene classici tutti quelli che lo hanno preceduto, dunque dal suo
punto di vista non c’è nessuna differenza tra classici e neoclassici.
Per intenderci la scuola macroeconomica classica è quella di Adamo
Smith.
LA scuola sia classica che neoclassica, sosteneva il liberismo economica
in virtù del fatto che i concorrenti non capaci saranno messi fuori dal
mercato per mezzo della concorrenza, questo però significa che i liberisti
comunque devono chiedere allo Stato di intervenire per la difesa delle
condizioni necessarie per la libera concorrenza, creando uno Stato di
diritto ed amministrando le istituzioni di interesse diffuso, giustizio,
istruzione, polizia, sanità, etc.
Keynes vivendo nel 1900 invece già si trova di fronte uno stato di diritto,
per cui il problema è quello di chiedere un intervento statale a sostegno
dell’economia, in contrasto le scuole in particolare perché i classici
ritengono costi e salari variabili indipendenti e variabili del processo
produttivo, mentre i keynesiani considerano questi, ed in particolare i
salari, rigidi e predeterminati., ci si trova di fronte dunque ai sindacati dei
colletti blu.
Il governo nella politica dei salari entra in gioco non solo quando il lavoro
è svolto dalle PPAA, ma anche con il lavoro privato in quanto il governo è
garante della politica del reddito.
La politica dei redditi è una politica economica che tenta di fare
aumentare i salari per categorie al di sotto dell’aumento della produttività
del lavoro ed al di sopra dell’inflazione dei prezzi.
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Questo ovviamente perché se il costo del lavoro fosse più elevate del
beneficio che questo apporta nel processo produttivo le imprese non
avrebbero profitti, e non reinvestirebbero creando nuova ricchezza,
ricchezza che va divisa tra Stato con le imposte, ai lavoratori diretti
dell’impresa, ai collaterali, ai fornitori, etc.
I classici incentravano lo studio dell’economia sull’accumulazione, i
neoclassici invece sulla distribuzione di ricchezza, e questo caposaldo
della loro teoria ha portato alla crisi del ’29, crisi su cui Keynes ha fondato
le radici delle sue teorie.
Da questo momento in poi Keynes incentrerà lo studio analitico
dell’economia sulla disoccupazione.
Come si nota dunque gli studi macroeconomici sono stati di volta in volta
incentrati su problematiche diverse:
- accumulazione di capitali classici
- distribuzione degli stessi neoclassici
- disoccupazione keynesiani
- inflazione  oggi.
L’importanza degli studi di Keynes, ed allo stesso tempo la difficoltà degli
stessi è che sono avvenuti in un particolare periodo storico in cui si era
spinti a pensare che l’economia collettivista fosse da preferire a quella del
libero mercato.
Tornando ai nostri giorni è evidente che i problemi maggiori
dell’economia sono quelli riguardanti la disoccupazione, anche perché
senza ricchezza dovuta al lavoro è più difficile avviare un buon circolo
economico, eppure la macroeconomia odierna si fonda sullo studio dei
tassi d’inflazione, ed essendo questa una scelta, non un risultato analitico,
non può essere studiata e sostenuta da modelli matematici.
14/10/98
CONTABILITA’ NAZIONALE.
I modelli per la quantificazione della contabilità nazionale sono:
1) metodo del prodotto
2) metodo del reddito
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3) metodo della spesa
METODO DEL PRODOTTO.
Di tutti i modelli le relative rilevazioni sono a cura di istituti quali
l’ISTAT, l’ISCO, la BANCA D’ITALIA.
Il valore di mercato di beni e servizi è uguale al valore della spesa per gli
acquistare gli stessi beni e servizi.
yS  yD
S= supply approvvigioni, offerta globale.
D= domanda globale
Ovviamente se non tutta l’offerta viene domandata i prezzi si
aggiusteranno portando ad un equilibrio tra y s e, y D .
y S =PIL
(prodotto interno lordo)
yS  y  yD
Valore dell’offerta totale = valore dei redditi al prezzo di mercato = spesa
totale
Il Pil è il valore di mercato dei beni e servizi finali e nuovi, dei nuovi
prodotti in un’economia in un paese in un determinato periodo di tempo ,
che solitamente è 1 anno.
Importanti sono i requisiti di nuovo, cioè che ora viene preso in
considerazione nella quantizzazione del PIL, e finali per intendere a
logorio immediato.
IL Pil tiene considerazione dell’inflazione, dunque nella seria storica dei
PIL, per avere i prezzi reali, si adopererà un calcolo relativo ad un anno
campione.
Per quantizzare i valori del Pil ed il suo significato è importante ricordare
che entrano solo i valori economici di diretta imputazione, ed inoltre i
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valori dei servizi sociali entrano in ragione del costo e non dei prezzi di
mercato.
METODO DELLA SPESA.
E’ lo studio di un modello non più basato sull’offerta
di servizi e beni.
yS
ma sulla domanda
Y = C + I + G + Nx
C= domanda di beni di consumo
I= domanda di beni d’investimento
I= beni immobili di privati + beni d’impresa.
G= domanda di beni da parte governativa, che possono essere beni C o
beni I, G= GC  GI
Al G viene pure associata la domanda di beni da parte di istituti di
interesse sociale privati (IsocP)
G= GC  GI +IsocP. IsocP= 1.4% di G
Nx= risultato netto fra import ed export
Nx= X-M
X= export domanda estera di beni nazionali
M=import domanda interna di beni esteri.
Y+M= C+I+G+X
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Alcune definizioni di ECONOMIA Politica.
Secondo Samuelson è l’impiego di particolari prodotti all’uopo degli altri
poiché le risorse sono scarse.
Secondo Robbins è l’allocazione delle risorse scarse tra usi alternativi.
Alcuni concetti chiave.
1. autoproduzione: economia basata sugli scambi, ove c’è un’assoluta
mancanza di specializzazione produttiva.
2. Economia di mercato: un’economia libera e decentralizzata.
3. Economia pianificata: prestabilita e centralizzata
4. Mercato: luogo in cui avvengono scambi di un dato bene; in generale
l’insieme degli scambi di un bene che avvengono allo stesso prezzo
(arbitraggio)
5. Beni: omogenei, i cui mercati facilmente si identificano; differenti di
cui si cerca un compromesso di omogeneità fra teoria ed uso pratico,
(Merceologia).
6. Prezzo: rapporto di scambio fra due beni, se uno dei due beni è la
moneta si ha un prezzo assoluto, se i due beni non sono monete si ha un
prezzo relativo
7. Numerario, la base di riferimento fra i prezzi (pecunia, conchiglie, lire
dollaro, etc.)
8. Domanda: quantità di un bene che si vuole acquistare su un mercato ad
un certo prezzo
9. Offerta : quantità che si vuole vendere ad un dato prezzo.
Diverse scuole di pensiero
In economia politica esistono scuole di pensiero radicalmente diverse fra
loro, sono:
a) neoclassica
b) Keynesiana
c) Marxiana
Il ceppo comune è la scuola classica (Smith, Ricardo, Malthus), tra fine
‘700 inizio ‘800
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SCUOLA CLASSICA
Smith,Ricardo,Malthus
SCUOLA NEOCLASSICA
Jevons,Marshall,Walras
SCUOLA MARXISTA
'800 ad oggi
MONETARISTI
Friedman
KEYNESIANI
Keynes,Modigliani,Tobin
NUOVA
MACROEC. CLASSICA
Luca, Sargent, Barro
NUOVI KEYNESIANI
Blanchard,Diamond, Summers
Domanda e offerta
Domanda: quantità di un bene che un consumatore è disposto ad acquistare
ad un determinato prezzo
Offerta: quantità che l’impresa vende ad un prezzo dato
Scheda di offerta o funzione di offerta.
É una relazione tra quantità prodotta e prezzo: l’offerta del bene aumenta
all’aumentare del prezzo
ESEMPIO:
PREZZO
2
3
4
5
QUANTITA’
10
15
20
25
prezzo
scheda di offerta
6
5
4
3
2
1
0
Linee 1
10
15
20
25
quantità
La curva di offerta dipende non solo dal prezzo, ma anche dai costi di
produzione, cioè dalla tecnologia
6
All’aumentare del prezzo:
- le imprese già operanti in mercato aumenteranno la produzione
- altre imprese entreranno nel mercato.
Scheda o funzione di domanda
E’ la relazione tra quantità domandata e prezzo.
ESEMPIO:
PREZZO
2
3
4
5
QUANTITA’ DOMANDATA
30
15
10
5
All’aumentare del prezzo di un bene la domanda diminuisce.
Graph.2
La domanda non dipende solo dal prezzo, ma anche dai gusti, dal reddito
individuale, e da fattori soggettivi.
Le due curve possono essere rappresentate sullo stesso grafico
.
L’equilibrio è dato dalla combinazione prezzo quantità in cui imprese e
consumatori realizzano simultaneamente le decisioni loro più convenienti.
Esempio numerico:
D=100-20P (domanda)
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S= 40+10P(supply, offerta)
Per equilibrare deve essere D=S,
100-20P=40+10P
P=2,
Con P=2 D=S=60
Graph.3
Esempio algebrico.
D=a-bP
S=c+dP
D=S
a-bP=c+dP
dP+bP=a-c
P(d+b)=a-c
P=(a-c)/d+b
Breve e lungo periodo
Nel breve alcuni fattori produttivi non variano
Nel lungo possono variare tutti i fattori produttivi
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Esempio: Nel breve periodo l’offerta di abitazioni e fissa, nel lungo
possono costruirsene delle nuove.
Graph.4
Offerta è una relazione crescente: se P conviene aumentare la
produzione (nuovi impianti, altre assunzioni)
Domanda è una relazione decrescente: se P
D
Variabili, modelli, relazioni tra variabili.
Gli strumenti utilizzati dagli economisti sono:
fonti statistiche
Variabile
Modello (descrizione semplificata dei fatti)
Variabile esogena
Variabile endogena
Una relazione positiva tra due variabili potrebbe essere la funzione di
offerta
Una relazione negativa tra due variabili potrebbe essere la curva di
domanda
Problema della stazionarietà
L’economia è una scienza che :
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- analizza i processi economici
- formula previsioni
Per fare ciò è necessario che le variabili oggetto di studio devono essere
stazionarie, che ci siano cioè processi ergodici.
Come si sposta la curva di domanda in seguito alla variazione di prezzo di
altri beni?
- Beni sostituti se all’aumentare del prezzo di un altro bene aumenta il
consumo del bene oggetto di studio, quest’ultimo è un bene sostituto
(benzina e gasolio, olio e burro, etc.)
- Beni complementarise all’aumentare del prezzo di un bene
diminuisce il consumo del bene oggetto di studio questi sono
complementari (caffè e zucchero, benzina e auto)
Variazioni della curva di domanda in seguito all’aumento del reddito del
consumatore:
Per i beni normali aumenta la domanda, per i beni poveri diminuisce.
Graph. 6
MOVIMENTI LUNGO CURVA DI DOMANDA E
TRASLAZIONE.
Ci si muove lungo la curva per variazioni del prezzo dei beni
Si trasla la curva per variazioni di reddito, cambio di gusti, variazione del
prezzo di altri beni.
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MOVIMENTI LUNGO CURVA DI OFFERTA E
TRASLAZIONI.
Graph. 7
Lungo la curva variazione prezzo del bene offerto
Trasla la curva quando variano i prezzi dei fattori produttivi.
L’effetto di uno spostamento della curva di domanda dipende dalla
pendenza della curva di offerta.
Se l’ultima è molto inclinata le quantità si muovono poco, e viceversa.
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La teoria dell’impresa.
Supponendo che l’imprenditore agisca in modo da rendere massimo il
profitto, subordinatamente ai vincoli di natura tecnica ed ai prezzi di
mercato dei fattori produttivi e dei beni prodotti.
Il profitto è la differenza tra i ricavi ed i costi (R-C).
Si utilizzerà il metodo dell’analisi marginale per:
- calcolare se i profitti aumentano o diminuiscono producendo un’unità in
più
- calcolare se i costi aumentano o diminuiscono utilizzando un’unità in
più o in meno di un fattore produttivo (lavoro , capitale).
Le tappe dello studio del problema dell’impresa sono:
1) vincoli tecnici all’attività produttiva (funzione di produzione)
2) quali tecnologie adottare
3) vincoli di natura economica (funzione dei costi)
4) quali fattori produttivi utilizzare ed in quale proporzione
5) quale quantità di prodotto deve immettersi nel mercato.
La funzione di produzione.
E’ una funzione di tipo tecnica che mette in relazione i fattori produttivi e
l’ammontare della produzione.
Un metodo di produzione è una combinazione di fattori produttivi
necessari per la produzione di 1 unità di prodotto.
ESEMPIO:
I metodo II metodo III metodo
Unità di lavoro (N)
2
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Unità di capitale(K)
3
2
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Un metodo di produzione si dice efficiente rispetto ad un altro se:
1- utilizza quantità inferiore di un prodotto
2- utilizza la stessa quantità rendendo di più
Isoquanto.
Include tutte le combinazioni produttive efficienti per produrre un’unità di
prodotto.
LA forma convessa dell’isoquanto indica che diventa progressivamente
più difficile sostituire capitale al lavoro.
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