Le Ciampate del Diavolo - Asfodelo

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ASFODELO
Associazione di volontariato per l’educazione ambientale
Da Roccamonfina a Tora e Piccilli : “le Ciampate del Diavolo”
Visita al sito paleontologico con le impronte umane più antiche al mondo.
Da Taverna S.Antonio, uscendo dalla caldera del Vulcano di Roccamonfina ,
attraverso le frazioni di Orchi, Caranci e Tuoro fino a località Foresta in un
sito di straordinario interesse.
Breve visita a Tora : la torre civica del XII secolo
Tel. 0817145681 – 3490692869
E-mail: [email protected]
homepage: http://it.geocities.com/associazioneasfodelo
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Il sito paleontologico delle Ciampate del Diavolo, inaugurato il 6 ottobre 2007, ospita
le impronte umane fossili più antiche al mondo, le prime riferibili ad esemplari del
genere Homo.
La leggenda delle Ciampate nasce qualche secolo fa per dare un significato a delle
orme misteriose che si pensava fossero rimaste impresse in una colata lavica sulla
quale avrebbe potuto camminare solo Lucifero.
Lo studio scientifico ha dimostrato che le tracce appartengono ai progenitori
dell’uomo di Neanderthal, i quali non erano in fuga da un’eruzione vulcanica come
qualcuno ha immaginato ma camminavano ad un’andatura normale su di una
fanghiglia tiepida. Il sito infatti, testimonia l’esecuzione della perfetta camminata
bipede dell’Homo medio pleistocenico che utilizza tutto il corpo per bilanciarsi ed
appoggia le mani solo nel momento in cui rischia di scivolare su di una pendenza più
ripida. Inoltre documenta un processo mentale dei nostri antenati nel percorrere i
dislivelli. Tutto ciò consentirà importanti studi di natura antropometrica.
Ogni orma misura circa 25 cm, appartiene cioè ad un piede che oggi indosserebbe
una scarpa numero 35-36 e ad un ominide alto circa 1,60 m. In alcune delle impronte
sono riconoscibili i dettagli anatomici del piede umano, il tallone, l’arco plantare e
alcune delle dita.
Il materiale su cui sono state impresse le Ciampate consiste nel Tufo Leucitico
Bruno, datato tra i 385.000 e i 325.000 anni fa che al momento della messa in posto
doveva avere una temperatura di circa 400°C. Con l’abbassarsi della temperatura ed
in seguito alla circolazione di fluidi caldi, parte del deposito, costituito da cenere
vulcanica, lapilli e pomice si è fortemente alterato innescando un processo di
mineralizzazione. Durante questa fase sarebbe avvenuto il passaggio degli ominidi,
con una temperatura del materiale vulcanico tra i 60 e i 40°C. Sarebbe poi avvenuto il
definitivo consolidamento del deposito permettendo alle orme di giungere sino a noi.
Ricerche d’archivio e dati biometrici hanno dimostrato che le orme di Foresta sono
conosciute dagli anni 20 del 1800, quando piogge torrenziali e azione umana hanno
determinato l’alterazione del terreno.
Nell’agosto del 2001, il dottor Adolfo Panarello e il dott. Marco De Angelis
avviano le ricerche sul sito con metodo scientifico. Gli studiosi coinvolgono il prof.
Paolo Mietto, docente dell’Università degli Studi di Padova, primo divulgatore di
impronte fossili di dinosauri in Italia. Si uniscono poi al gruppo di ricerca altri esperti
e il 13 marzo del 2003, la rivista Nature pubblica il primo risultato degli studi, i quali
dimostrano che quelle di Foresta sono le più antiche orme umane al mondo.
Nella prima fase di studio furono portate alla luce 56 orme organizzate in tre
successioni di passi ed impronte di animali. I lavori di pulizia del 2005 hanno portato
a oltre 100 il numero delle impronte e a 7 quello delle piste fossili ancora visibili.
Ancora nel 2005 sono state rinvenute nuove importanti tracce, consistenti in antichi
percorsi calpestati ripetutamente dagli ominidi. La cosa fa pensare ad una comunità
che abitasse il territorio.
Questi tracciati preistorici oggi appaiono trasformati in canalette di deflusso delle
acque o in scalinate, frutto del lavoro dei nostri avi.
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Il sito paleontologico di Tora e Piccilli è di interesse mondiale in quanto presenta
caratteristiche senza uguali: il paleostrato perfettamente databile, la presenza di
numerose impronte disposte in piste e in buono stato di conservazione, le piste
ubicate all’aria aperta e non in grotta, su un pendìo e non su una superficie
pianeggiante. Oltre alle impronte dei piedi sono presenti quelle delle mani (in un
contesto non rituale!), di altre parti del corpo ed inoltre sono associate ad impronte
riferibili a paleofauna.
Il sito di Foresta offre un insieme di grande valore ambientale, oltre alle Ciampate,
ospita i resti del mulino ad acqua settecentesco nei pressi del Fosso rionale e un
vecchio lavatoio, inoltre è possibile prolungare la passeggiata sino al Bosco degli
Zingari e per altri interessanti sentieri naturalistici.
Mariateresa Savastano
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