Soluzioni del giornalino n. 19 http://olimpiadi.ing.unipi.it Soluzione del problema 1 Soluzioni corrette ci sono pervenute da Leone Cimetta, Mattia Galeotti, Giuseppe Porcelluzzi Prendendo i 4 guanti blu, Alessandra è sicura di aver preso una coppia ben formata. Prendendo solo 3 guanti, comunque li scelga, rischia che siano tutti quanti destri. Quindi il minimo necessario è 4. Soluzione del problema 2 Soluzioni corrette ci sono pervenute da Leone Cimetta, Angelo De Marco, Mattia Galeotti, Giuseppe Porcelluzzi, Elia Santi. \ = Sia H il piede dell’altezza da A su BC; per costruzione si ha AHC ◦ \ AHB = 90 e dunque H è la seconda intersezione delle due circonferenze date e giace su BC. Si noti che l’ipotesi che il triangolo sia rettangolo è completamente inutile. Soluzione del problema 3 Soluzioni corrette ci sono pervenute da Leone Cimetta, Mattia Galeotti, Denis Nardin, Giuseppe Porcelluzzi. Applichiamo la formula detta in-and-out rule per i coefficienti binomiali: n n n−1 = , k k k−1 che è semplice dimostrare sostituendo ai coefficienti binomiali la loro definizione. Usando tale formula con n = 2m + 1, k = m + 1 si ha 2m + 1 2m + 1 2m = . m+1 m+1 m Poiché il lato di sinistra è intero, m + 1 deve dividere (2m + 1) 2m m . Ma m + 1 e 2m + 1 sono primi tra loro (perché il resto della loro divisione è −1), quindi m + 1 | 2m m , come era da dimostrare. Soluzione del problema 4 Soluzioni corrette ci sono pervenute da Leone Cimetta, Mattia Galeotti, Giuseppe Porcelluzzi. L’equazione di partenza può essere scritta come (x + y)2 − (xy)2 = (x + y + xy)(x + y − xy) = 1. 1 Gli unici divisori di 1 sono però 1 e −1. Quindi, siccome i fattori trovati sopra sono anch’essi interi,devono essere entrambi 1 o entrambi −1. Tuttavia,essendo x, y interi positivi,si ha x + y + xy ≥ 3; dunque,non esiste alcuna coppia di interi positivi (x, y) con queste caratteristiche. Soluzione del problema 5 Non ci sono pervenute soluzioni. Suddividiamo il cubo in 27 cubetti di lato 1/3 tagliandolo con piani paralleli alle facce (come in un cubo di Rubik). Per il principio dei cassetti, esiste (almeno) uno di questi cubetti contiene (almeno) tre dei punti assegnati, nell’interno o sul suo bordo. Intendiamo dimostrare che il triangolo formato da questi tre punti ha area minore di 7/72. Quindi riduciamoci a considerare solo questi punti e il cubetto di lato 1/3 che li contiene. Notiamo che, fissati due dei punti, se spostiamo il terzo in un punto che sia più lontano dal lato formato dai due punti fissati, l’area del triangolo racchiuso aumenta (perché la base resta costante e l’altezza aumenta). Si può verificare che, qualunque sia il lato fissato, il massimo della distanza dal lato si raggiunge mettendo il terzo punto in uno dei vertici del cubetto (segue, se vogliamo, dalla convessità della funzione distanza). Se ripetiamo questo procedimento sugli altri due punti, possiamo fare in modo che tutti e tre i punti vengano spostati sui vertici del cubetto. Quindi abbiamo dimostrato che, per ogni triangolo contenuto interamente nel cubetto, ne esiste uno che ha i suoi vertici sui vertici del cubetto e ha area maggiore. Ci basta allora verificare che tutti i triangoli che hanno i loro vertici sui vertici del cubo hanno area minore di 7/72 otteniamo la tesi. Tali triangoli possono essere solo di tre tipi, a meno di rotazioni e riflessioni, e si può calcolarne esplicitamente l’area e verificare che in tutti e tre i casi 7 essa è minore di 72 . Soluzione del problema 6 Non ci sono pervenute soluzioni. Supponiamo che le caselle della scacchiera abbiano lato unitario, e sia S la figura formata dall’unione di tutte le case ammalate ad un dato tempo; vogliamo dimostrare che il perimetro dell’insieme S non può mai aumentare lungo il tempo. Controlliamo cosa succede intorno a una nuova casa che si ammala: almeno due case confinanti sono già ammalate, e queste case possono essere disposte lungo due lati opposti o adiacenti. Esaminando entrambi questi casi, possiamo notare che vengono eliminati dal contorno di S due segmenti di lunghezza unitaria e ne vengono aggiunti due nuovi, quindi il suo perimetro resta invariato. Se invece una casa sana si ammala perché confina con tre o quattro case ammalate, si verifica nello stesso modo che il perimetro dell’insieme diminuisce strettamente. Se le case ammalate inizialmente sono 7, il loro perimetro misura al più 7 · 4 = 28. Se per assurdo fosse possibile arrivare alla situazione finale in cui tutte le case sono ammalate, il perimetro di S misurerebbe invece 32. Ma 2 abbiamo appena dimostrato che tale perimetro non può aumentare, quindi è impossibile raggiungere tale configurazione finale. Soluzione del problema 7 Una soluzione corretta ci è pervenuta da Mattia Galeotti. Una soluzione sostanzialmente corretta ci è pervenuta da Leone Cimetta. Notiamo subito che HP JB è ciclico in quanto ha due angoli opposti retti \=P \ e dunque si ha HJP BH = 60◦ − P[ BJ; similmente, poichè KP JC è \ \ ciclico (per lo stesso motivo), si ha P JK = P CK = 60◦ − P[ CJ. ◦ ◦ \ [ [ \ Sommando, HJK = 120 − P BJ − P CJ = BP C − 60 . Dunque la condi\ = 90◦ è verificata se e solo se lo è la condizione BP \ zione HJK C = 150◦ ; quindi il luogo richiesto è l’arco di circonferenza, interno ad ABC che vede BC sotto un angolo di 150◦ . Soluzione del problema 8 Non ci sono pervenute soluzioni corrette. Sia p(n) il numero delle permutazioni di 1, 2, . . . , n tali che l’1 resta fisso e ogni numero differisca dai suoi vicini al più di 2. Il primo numero deve essere l’1, quindi il secondo deve essere 2 o 3. Se il secondo numero è 2 allora il numero di permutazioni di 2, 3, . . . , n in cui il 2 è fissato e ogni numero differisce dai suoi vicini di al più 2 è p(n − 1). Se il secondo numero è 3, allora il terzo numero è 2, 4 o 5. Se è 2, allora il quarto deve essere 4. In questo caso il numero di permutazioni di 4, 5, . . . , n in cui il 4 è fissato e ogni numero differisce dai suoi vicini di al più 2 è p(n − 3). Supponiamo allora che il terzo numero non sia 2. Allora il 2 non sta vicino né all’1 né al 3; poiche gli unici numeri che differiscono di al più 2 dal 2 sono 1,3,4, il 2 dovrà essere collocato in ultima posizione, preceduto dal 4. Quindi il 3 sarà seguito dal 5, e il 4 sarà preceduto dal 6 ecc. Si ottiene quindi la seguente permutazione: 1, 3, 5, 7, . . . , 2003, 2005, 2004, 2002, . . . , 6, 4, 2. Quindi si ha p(n) = p(n − 1) + p(n − 3) + 1. Inoltre si ha p(1) = 1, p(2) = 1, p(3) = 2. Quindi si calcolano i successivi valori di p(n) modulo 3 (in quanto è richiesto solo il valore di p(2005) modulo 3), finché non si trova un periodo (cioè finché non si trova k tale che p(k) = p(1) mod 3, e p(k + 2) = p(3) mod 3). Si hanno (modulo 3) i seguenti valori: 1 1 2 1 3 2 4 1 5 0 6 0 7 2 8 0 9 1 10 1 11 2 12 1 Come si vede dalla tabella si trova k = 9. Quindi il periodo dei valori di p(n) modulo 3 ha lunghezza 9 − 1 = 8. Dato che 2005 = 5 mod 8, si ha p(2005) = p(5) = 0 mod 3. Quindi 3 divide p(2005). Soluzione del problema 9 Non ci sono pervenute soluzioni. 3 Siano d1 e d2 le diagonali di Q. Consideriamo la famiglia delle rette perpendicolari a d1 che intersecano Q; ciascuna di queste rette deve incontrare (almeno) un li e quindi l’unione delle proiezioni dei segmenti sulla diagonale la ricopre completamente. Indicata con π√ 1 (li ) la lunghezza della proiezione P di l su d , abbiamo allora π (l ) ≥ 2. Nello stesso modo si ottiene 1 √ i 1 i P i 2. i π2 (li ) ≥ Di conseguenza √ √ X X 2X 2 √ √ 2 2 1/2 li = (π1 (li ) +π2 (li ) ) ≥ (π1 (li )+π2 (li )) = ( 2+ 2) = 2. 2 2 i i i Soluzione del problema 10 Non ci è pervenuta alcuna soluzione. Suddividiamo ogni esagono in 6 triangoli equilateri congruenti. Cosı̀ facendo si ottiene una tassellatura del piano in triangoli equilateri tutti a due a due congruenti. Dimostreremo più in generale che non è possibile costruire un quadrato che abbia tutti i vertici coincidenti con i vertici dei triangoli (In pratica abbiamo ammesso l’ulteriore possibilità che il quadrato abbia un vertice nel centro di un esagono). Supponiamo inoltre che i triangoli abbiano lato unitario. Procediamo per assurdo: supponiamo esista un quadrato ABCD che abbia come vertici i vertici dei triangoli. Sia s la lunghezza di AB. Lemma 1. Esiste un triangolo AXB esterno al quadrato ABCD, dove AX e XB sono unioni di lati di triangoli della tasselatura. Dimostrazione. Prendiamo due coppie di rette parallele, non coincidenti, della tasselatura, due passanti per A, due passanti per B; queste linee determinano un parallelogramma AQBX, dove X si prende esterno ad ABCD. Esistono analogamente i triangoli BY C, CZD e DW A ognuno esterno ad ABCD. Lemma 2. Il quadrato ABCD ha area intera. Dimostrazione. Siano k la lunghezza di AX, e m la lunghezza di XB; k ed m sono interi per il lemma precedente. Dal momento che AX̂B è un angolo di 60 o di 120 gradi, si ottiene facilmente che s2 = k 2 + m2 − km oppure che s2 = k 2 + m2 + km. In ciascuno dei due casi s2 , che è l’area di ABCD, risulta essere un intero. √ Si può facilmente calcolare l’area di AXB, che vale km 3 4 . √ L’area della regione R = AXBY CZW A vale quindi s2 + n 43 , dove n è la somma dei contributi dei quattro triangoli esterni al quadrato, e s2 è l’area 4 del quadrato. Si noti che n è intero in quanto somma di quattro termini del tipo km, con k e m interi. Tuttavia la regione R contiene al suo interno un numero intero N di triangoli della tasselatura, perciò la sua area deve essere √ N 43 . Eguagliando le due espressioni dell’area di R si ottiene: √ 3 2 s = (N − n) 4 Se fosse N = n si avrebbe s = 0 assurdo, quindi N 6= n.√ Quindi abbiamo che s2 , che è intero, è uguale a (N − n) 43 , che è irrazionale. Assurdo. Soluzione del problema 11 Non ci sono pervenute soluzioni corrette. Disegniamo sul piano una griglia di lato 1/2 in modo che il vertice in basso a sinistra di R sia sulla griglia e che i lati di R siano paralleli alle rette della griglia, e coloriamone le caselle alternativamente di bianco e nero come in una scacchiera. È facile vedere che se un rettangolo con i lati paralleli alle rette della griglia è disprezzabile, allora la porzione della sua superficie colorata di bianco è uguale a quella colorata di nero (e diciamo che è equicolorato). Infatti supponiamo per esempio che sia la base ad avere lunghezza intera: se il lato sinistro e quello destro del rettangolo sono sulla griglia (il rettangolo è “centrato”) l’asserzione è evidente (il rettangolo si suddivide in colonne di base 1 ciascuna delle quali è equicolorata); se invece il rettangolo è sfasato rispetto alla griglia, si può trasformarlo in un rettangolo disprezzabile centrato aggiungendo e togliendo ai lati due colonnine uguali. Abbiamo dunque dimostrato che disprezzabile ⇒ equicolorato. Ora anche R, che è piastrellato con rettangoli equicolorati, sarà equicolorato: vogliamo mostrare che è disprezzabile. Supponiamo per assurdo che né la sua base né la sua altezza siano numeri interi. A meno di sottrarre da R dei rettangoli disprezzabili (cosa che non ne cambia la disprezzabilità), possiamo supporre che la sua base e la sua altezza siano dei numeri x e y strettamente compresi fra 0 e 1. Semplici calcoli mostrano che ciò è in contraddizione con l’ipotesi che R sia equicolorato: supponiamo per esempio che il primo rettangolino 1/2 × 1/2 in basso a sinistra sia bianco, e analizziamo i quattro casi: • x ≤ 1/2, y ≤ 1/2: allora R è tutto bianco; • x ≤ 1/2, y > 1/2: la parte bianca ha area x/2, la parte nera ha area x y− 21 2 , che è minore di x/2; • x > 1/2, y ≤ 1/2: analogo a sopra; • x > 1/2, y > 1/2: la parte bianca ha area 41 + (x − 12 )(y − 12 ), la parte nera ha area 12 (x − 12 ) + 12 (y − 12 ): provare che la prima è maggiore della seconda si riduce a verificare che (x − 1)(y − 1) > 0. 5 Soluzione del problema 12 Una soluzione corretta (mancante della Bonus Question) ci è pervenuta da Sisifo. Risolviamo direttamente il quesito nel caso più generale della Bonus Question. Utilizziamo la notazione vettoriale e poniamo l’origine in D; chiamiamo ~a, ~b, ~c i vettori che individuano i punti A, B, C. Allora possiamo scrivere il punto D0 come p~a + q~b + r~c con p + q + r = 1 e p, q, r > 0. Quindi, un punto della parallela a DD0 per A è della forma ~a +s(p~a +q~b+r~c); q r se poi imponiamo s = −1/p, il punto − ~b − ~c sta nel piano DBC e dunque p p è A0 . r p q p Similmente B0 è dato da − ~a − ~c e C0 è − ~a − ~b. q q r r Ricordiamo che un tetraedro che ha come vertici i punti individuati dai vettori ~x, ~y , ~z e l’origine, ha volume V = 16 |(~x ∧ ~y ) · ~z|: dunque, il volume di ABCD è V = 16 |(~a ∧ ~b) · ~c| e il volume di A0 B0 C0 D0 è 1 q ~ r p r ~ V0 = p~a + q + b+ r+ ~c ∧ p+ ~a + q b + r + ~c · 6 p p q q p q ~ · p+ ~a + q + b + r~c r r Ora basta sviluppare l’espressione qui sopra ricordando le seguenti proprietà del prodotto vettoriale, che valgono per tutti i vettori ~u, ~v , w: ~ 1. ~u ∧ ~u = 0 2. (~u ∧ ~v ) · w ~ = (~v ∧ w) ~ · ~u = (w ~ ∧ ~u) · ~v 3. (~u ∧ ~v ) · ~u = (~u ∧ ~v ) · ~v = 0 Si ottiene dopo un po’ di lavoro V0 = (2 + p + q + r) (~a ∧ ~b) · ~c e dunque il rapporto tra i volumi è V /V0 = 3 per ogni punti D0 all’interno del triangolo ABC. 6