Vitamine del Complesso B • Svolgono tutte funzioni di coenzimi e devono essere introdotte giornalmente con la dieta, in quanto non possono essere immagazzinate. • La loro carenza porta ad uno stato di avitaminosi che si identifica inizialmente con disfunzioni a livello dell’epidermide. Soglia di tossicità Poco tossica Tiamina o Vit B1 • E’ stata una delle prime vitamine conosciute • La sua carenza porta ad una malattia conosciuta come “beri-beri”. • La malattia è caratterizzata da debolezza, perdita di peso, anoressia e disturbi a carico del sistema nervoso, del sistema cardiocircolatorio. • Se uno stato di avitaminosi non viene curato, si ha la morte per deperimento generale dell’organismo. Caratteristiche • E’ stabile agli acidi, alla luce e all’aria, mentre è instabile al calore. Con la cottura si perde l’80%. • Essendo idrosolubile passa dagli alimenti all’acqua con perdite notevoli. Alimenti e Fabbisogno • Si trova in tutti gli alimenti, animali e vegetali! • La fonte più abbondante è la carne di maiale, i legumi e i cereali. • Il fabbisogno giornaliero consigliato è di: • 0,4 mg/ per 1000Kcal Assorbimento • Viene assorbita dall’intestino e portata al fegato che trasforma la vitamina in: • Tiamina Tiamina Pirofosfato (TPP) • Coenzima, che viene poi immesso nel sangue e portato a tutte le cellule. • Non esistono riserve, una piccola quota proviene dalla flora batterica intestinale. Funzione biologica • La sua funzione è quella di partecipare come Coenzima (TPP) in reazioni di decarbossilazione (eliminazione del gruppo - COOH) • Agisce nel catabolismo del glucosio e in particolare permette di trasformare il piruvato ad acetil – CoA Riboflavina o Vit B2 • E’ una vitamina molto diffusa in natura, le fonti principali sono il: – Lievito di birra – Il germe dei cereali – Il latte – Le uova – La carne (in particolare il fegato) – Il pesce Fabbisogno giornaliero • Il latte costituisce una delle fonti principali, la vitamina resiste bene ai processi di riscaldamento. • Il fabbisogno giornaliero è di: • 0,6 mg/per 1000 Kcal • E’ assorbita nell’intestino e inviata al fegato, le riserve sono scarne, l’escrezione avviene a livello urinario dopo aver subito delle trasformazioni metaboliche. Funzione biologiche • Costituisce due importanti coenzimi: • FAD e FMN • Fanno parte di numerosi sistemi enzimatici che intervengono nel metabolismo e nei processi ossido-riduttivi cellulari. In particolare nel catabolismo degli acidi grassi. Carenza • Nonostante l’importanza a livello del metabolismo cellulare, non si manifestano gravi sintomi clinici. • L’avitaminosi si manifesta con alterazioni della pelle, erosione agli angoli della bocca, lesioni alla lingua e stati più gravi sono accompagnate da disfunzioni nervose. Niacina o Vitamina PP • E’ la vitamina che previene la malattia conosciuta come pellagra. Era molto diffusa alla fine del 1800 in molti paesi tra cui l’Italia (Lombardia) ove prevaleva una alimentazione molto povera di vitamine e proteine nobili, basata soprattutto sulla polenta di mais. In questo alimento è molto basso oltre al contenuto di niacina, anche quello delle proteine ad alto valore biologico (manca di triptofano). Alimenti e vitamina • E’ molto diffusa negli alimenti di origine animale, le fonti principali sono: – Carni (fegato e frattaglie) – Pesce – Legumi – Lievito di birra • Scarseggia nella frutta e negli ortaggi • Latte e uova ne contengono poca Assorbimento • L’assorbimento ha luogo nel duodeno, viene immagazzinata nel fegato e viene eliminata sotto forma di metaboliti inattivi a livello urinario. • Può venir sintetizzata in minima parte dall’organismo a partire dall’amino acido triptofano, circa metà della niacina viene sintetizzata in tale modo. Fabbisogno giornaliero • Il fabbisogno giornaliero si aggira intorno a: • 6,6 mg/per 1000 Kcal • L’importanza biologica della niacina è quella di formare due importanti coenzimi delle reazioni ossido riduttive, il: • NAD e NADP Carenza • Non si registrano più nei paesi occidentali carenze di Vit PP, si possono avere manifestazioni di avitaminosi in paesi del terzo mondo. • I sintomi classici della pellagra sono: – dermatite, edemi, desquamazioni della pelle – distrubi digestivi – nelle forme più gravi alterazioni psichiche. Piridossina o Vit B6 • La vitamina B6 deriva chimicamente dal piridossolo, un composto stabile al calore ma molto sensibile alle radiazioni luminose in particolare ai raggi UV, ed è la vitamina più danneggiata dai trattamenti tecnologici. • Il piridossolo è particolarmente presente negli alimenti vegetali. Alimenti • E’ molto diffusa negli alimenti ed in particolare: – Nel lievito – Nel germe dei cereali – Nelle carni (fegato e frattaglie) – Nel pesce – Nei legumi – Nelle uova – Nella frutta e verdura Fabbisogno Giornaliero • Il fabbisogno giornaliero è di: • 1,0 – 1,4 mg/die • Ne servono quantità relativamente più basse rispetto ad altre vitamine idrosolubili, perché la flora batterica intestinale ne produce una certa quantità. Assorbimento • Viene rapidamente assorbita dall’intestino e distribuita a tutti i tessuti in particolare al tessuto nervoso e al fegato. • Nei tessuti viene trasformata in Coenzima (PALP): • Piridossolo Piridosammina PALP Funzione biologica • E’ un coenzima coinvolto in alcune reazioni generali a carico degli aminoacidi. • Partecipa alle reazioni di transaminazione che trasformano gli aminoacidi in derivati per il catabolismo del glucosio. • Partecipa alla sintesi di emoglobina • Partecipa alla produzione di anticorpi. Carenze • Le carenze nutrizionali sono rare. • Più frequenti le malnutrizioni secondarie dovute: – a cattivo assorbimento intestinale – all’uso di farmaci – all’alcolismo • Le manifestazioni patologiche più frequenti sono, debolezza, apatia, dermatiti, anemia ipocromica (Globuli rossi più chiari per mancanza di emoglobina). Acido pantotenico • E’ una vitamina stabile al calore, ma si distrugge per il 50% per cottura. • E’ presente in tutti gli alimenti, ed in particolare: – Nel rosso d’uovo – Nel fegato – Nei vegetali freschi – Viene sintetizzato intestinale dalla flora batterica Fabbisogno • Chimicamente è formato dall’unione tra la ßalanina con l’acido pantoico. • Il fabbisogno giornaliero è di: • 3 – 12 mg/die • Viene facilmente assorbito a livello intestinale, viaggia nel sangue legato ad una proteina di trasporto e si deposita in tutti i tessuti, in particolare nel fegato, nei reni e nel cervello. • L’escrezione avviene a livello urinario Funzione biologica • Riveste un ruolo di primaria importanza come costituente del Coenzima A, che serve come attivatore del gruppo acetilico (Acetil CoA) o degli acidi grassi (Acil CoA). • Grazie alla sua grande distribuzione malattie e carenze sono rare. Biotina o Vit H • E’ una vitamina stabile al calore, ma viene distrutta dai raggi UV. • Nell’uovo, o meglio nell’albume è contenuta una proteina l’avidina che si lega con la vitamina e ne impedisce l’assorbimento a livello intestinale. • Dal punto di vista chimico si tratta di una molecola formata da due anelli uno contenente l’azoto (anello imidazolico) e uno contenente lo zolfo (anello tiofenico) Alimenti • Le fonti alimentari più ricche sono le frutta secca (nocciola, mandorle), il cioccolato, il rosso d’uovo, il latte alcuni vagatali (cavoli, piselli) e frutti (banana, pompelmi, fragole). • I batteri intestinali forniscono una quota rilevante. • La vitamina viene assorbita facilmente e depositata in tutti i tessuti ed particolare nella pelle, nel fegato e nel cervello. Funzione biologica • Costituisce il coenzima di alcuni reazioni catalizzate dall’enzima Carbossilasi. • Partecipa pertanto alla sintesi del glucosio (via gluconeogenesi), degli acidi grassi (sintesi ex-novo) e delle basi puriniche. • Non si conoscono sindromi da carenza spontanea di vitamina. Acido Folico • Il nome deriva dal fatto che è presente a livello delle foglie dei vegetali. • Comprende un gruppo di sostanze note con il nome di Folati. • La carenza di questa vitamina provoca anemia. • Chimicamente è fatto di tre parti: dalla pteridina (eterociclo a due anelli), dall’acido para – amminobenzoico e dall’acido glutammico. Alimenti • E’ largamente diffuso con gli alimenti: – Nei vegetali a foglia larga (es. spinaci, cavolo verde, broccoli, bietole) – Nel fegato, nel lievito di birra in quantità minore. • Viene sintetizzato anche dalla flora batterica intestinale • E’ instabile al calore e all’aria ed è inattivato dai raggi UV. Fabbisogno giornaliero • Il fabbisogno si aggira intorno a: • 100 – 200 µg/die • Le necessità aumentano nella crescita, gravidanza, allattamento o in stati patologici (anemie e tumori). • Viene assordito a livello intestinale con un meccanismo attivo (consumo ATP), si distribuisce ai vari tessuti, dove viene trasformato in coenzima attivo. Funzioni biologiche • La sua attivazione consiste nel: • F DFH2 TFH4 NADPH2 NADP NADPH2 NADP • E’ sotto la forma di tetraidrofolato TFH4 che svolge la sua funzione che è quella di donatore di gruppi contenenti un solo atomo di Carbonio. Funzione dell’acido folico • Serina TFH4 TFH4 – CH2-OH Glicina TFH4-CH2-OH • Omocisteina TFH4 Metionina Vitamina B12 Implicazioni Metaboliche • Interviene pertanto: • Nel metabolismo degli acidi Nucleici (DNA) • Nel metabolismo di alcuni aminoacidi • Nella produzione di neurotrasmettitori • Ma in particolare nella trasformazione dell’amino acido omocisteina in metionina. Omocisteina • E’ stato osservato che in alcune patologie, quali le malattie cardiovascolari e alcune malattie degenerative del sistema nervose centrale si osserva un aumento nel sangue di: • Omocisteina • Si tratta di un aminoacido solforato, e sono ormai molti i ricercatori che considerano un eccesso di questa molecola, un fattore di rischio cardiaco ben superiore a quello svolto dal colesterolo. • La metionina oltre che essere un aminoacido essenziale serve all’organismo per formare la S -adenosilmetionina (SAM): • Metionina + ATP S AM + 3 H3PO4 che viene usata nella sintesi del DNA. La metionina si ritrasforma il omocisteina, e il ciclo continua. Carenza • Per cui una carenza di Acido folico blocca o comunque non consente la trasformazione di tutta l’omocisteina in metionina, l’eccesso viene liberato nel sangue. • E’ stato dimostrato che un deficit di folato in animali da laboratorio causa un aumento della rottura degli acidi nucleici e quindi la possibilità di creare errori nella sintesi del DNA. • Questo potrebbe essere una delle cause di rischio di tumori. Acido folico e Cancro • Studi epidemiologici eseguiti nel 1998 negli USA hanno segnalato che un supplemento di folati nella dieta riduce il rischio di tumori al colon del 75%. • E’ stato inoltre segnalato che esiste una correlazione inversa tra cancro alla mammella e folati, cioè meno folati più tumori. Carenza • Risultano indispensabili in quelle cellule che si riproducono velocemente, come quelle del sangue, della pelle. • Soprattutto risultano importanti i folati per lo sviluppo delle cellule nervose del feto, consigliato pertanto un supplemento durante la gravidanza. Vitamina B12 o Cobalamina • E’ una vitamina che presenta una struttura chimica complessa (un anello tetra pirrolico) con al centro un atomo di Cobalto. • E’ instabile all’ossigeno e alla luce, mentre resiste molto bene al calore, è distrutta dalla presenza di metalli pesanti • E’ presente in tutti gli alimenti di origine animale, in particolare: • nel fegato e le carni in genere Fabbisogno giornaliero • Il fabbisogno giornaliero è di: • 1 – 2 µg/die • largamente coperto dalla dieta, aumenta nel periodo della crescita e durante la gravidanza. Assorbimento • La Vit-B12 è ingerita con gli alimenti, sotto forma di complessi proteici, viene liberata dall’azione dell’acidità gastrica e si lega ad una glicoproteina prodotta dallo stomaco detta Fattore Instrinseco Vit B12 Assorbimento • E’ solo sotto questa forma, di complesso con il fattore intrinseco che può venir assorbita a livello intestinale. • Viene poi travasata nel sangue, trasportata legata ad una proteina e depositata nel fegato Enterocita Recettore Fegato Funzione biologica • La funzione è quella di partecipare ad alcune reazioni del metabolismo degli acidi nucleici; • Nella trasformazione della omocisteina in metionina. • In alcune reazioni di isomerizzazione. • Nel metabolismo di alcuni amino acidi. • Interagisce spesso con l’acido folico in questi meccanismi. Carenza • La carenza dovuta ad insufficiente introduzione alimentare è rara, e può avvenire soltanto in individui che seguono regimi dietetici strettamente vegetariani. • Molto più grave è invece l’avitaminosi per carenza del fattore intrinseco. • La sindrome per tale carenza è conosciuta come anemia perniciosa e caratterizzata da alterazioni del tessuto emopoietico e del sangue. CONCETTI GENERALI PER UN PROGRAMMA ALIMENTARE SPECIFICO • Per la definizione di un programma alimentare specifico in primo luogo bisogna conoscere le caratteristiche antropometriche del nostro atleta, e calcolare il: • PESO IDEALE Peso forma • Oltre alla definizione di “peso ideale” che rappresenta solo un dato teorico a cui fare riferimento, esiste un altro valore più importante fisicamente e definibile come: • PESO FORMA • che è specifico per ogni atleta e variabile in ragione dell’attività sportiva svolta Un caso specifico • Prendiamo come esempio un giovane di 23 anni, alto 1,75 m (costituzione fisica media CF=2) e del peso di 68,5 Kg, il suo peso ideale è (secondo la formula di Romeo): • Peso ideale maschi= • statura in cm x 0,72 + (CF x 4,3) – 66 = 126 + 8,6 –66 = 68,6 Confronto • Ipotizziamo, per questo soggetto, due differenti attività sportive, ad es. il basket e la maratona • Il suo “peso forma” sarà identico per ciascuna delle attività? • o potrà essere differente e dipendere quindi dall’attività svolta? • Per il Basket si devono prevedere: • doti di fondo • potenza muscolare • (sia per gli arti inferiori che superiori) • con conseguente aumento delle masse muscolari e quindi un aumento del peso quindi: • il suo peso ideale dovrà aumentare ed arrivare ad almeno • 70-72 Kg (aumentare del 5%) • per raggiungere il peso forma • Invece se dovesse svolgere un’attività come la: • maratona • si devono invece prevedere: • doti metaboliche di resistenza • (senza necessariamente disporre di grosse masse muscolari) • un buon fisico • quindi: se ben allenato, potrebbe ridurre ancora di più la massa grassa e portare il peso forma a 63-65 Kg (grazie al quale correrebbe più velocemente). Conclusione • Il “peso forma” è quindi strettamente legato al rendimento dell’atleta: • è il peso al quale l’atleta è in grado di svolgere al meglio l’attività sportiva a cui si dedica. Determinazione del peso forma • Per calcolare il peso forma in un atleta il metodo migliore è quello di fare: • - verifiche sul campo con test. • - misurare la massa magra e la massa grassa • - determinare la loro variazione durante il lavoro muscolare • - determinare il rapporto tra massa magra e massa grassa • - confrontare i dati ottenuti, con i valori medi della popolazione dedita allo sport specifico scelto dall’atleta (ammesso che siano disponibili) Composizione corporea dell’uomo e della donna di riferimento standard Misure di composizione corporea • Sono state proposte differenti tecniche per la determinazione indiretta della massa corporea, le più seguite sono: – Metodo della densitometria o idrostatico – Metodo di misurazione pliche cutanee – Metodo di misurazione circonferenza segmenti corporei – Metodo dell’impedenziometria cutanea – Metodo dell’ultrasonometria (Ecografia) – Metodo della tomografia assiale computerizzata (TAC) – Metodo della risonanza magnetica nucleare (RMN) Metodo della densitometria o idrostatico • E’ l’applicazione del principio di Archimede e viene usata per misurare il volume corporeo. • Si fa una pesata normale (pesata all’aria) e poi si fa la pesata in acqua. • Se si pesa un corpo immerso in acqua si ottiene un valore inferiore rispetto alla pesata in aria, ciò perché in acqua viene misurata la risultante tra la forza peso e la spinta del liquido sul corpo. • Il volume corporeo è semplicemente dato dalla differenza tra il peso misurato in aria e quello misurato in acqua. • Conoscendo la massa (cioè il peso) e ricavando il volume si può determinare la densità corporea. • d = Massa = (peso in aria x densità acqua) Volume (peso in aria – peso in acqua) Grasso corporeo • La percentuale di grasso corporeo si calcola mediante l’Equazione di Siri: • % grasso corporeo = 495 - 450 • Densità corporea • Conoscendo il % di grasso corporeo si può facilmente calcolare il peso corrispondente. Esempio • Un soggetto pesa Kg 73 con pesata in aria • La pesata in acqua dà 72 Kg pari 70,5 litri di acqua spostata. • Pertanto la: • d = peso in aria x densità acqua • volume acqua spostata • = 73 x 1 / 70,5 = 1,0354 Esempio • Conoscendo la densità posso ricavare il % di grasso: • % grasso = (495/densità) – 450 • = (495/1,0354) – 450 • = 478, 08 – 450 • = 28,08 % • Pesa 73 Kg, per cui i Kg di grasso sono: • 73 x 28,08 /100 = 20,50 Kg di grasso Determinazione del fat-free • Conoscendo la massa grassa si può ricavare il fat-free • Il fat free comprende: i muscoli, le ossa, i minerali e l’acqua. • Si ricava sottraendo al peso totale la massa grassa: • Fat free = 73 – 20,9 = 52,1 Kg METODO DELLA PLICOMETRIA CUTANEA • Misurazione della massa grassa può essere fatta mediante rilevazioni plicometriche. • Si tratta di una misurazione empirica che si basa sul fatto che esiste una stretta relazione tra grasso di deposito sottocutaneo e grasso totale. • Le zone maggiormente analizzate sono : • la zona posteriore del braccio • (plica tricipitale) • la zona sottoscapolare • la zona sopra iliaca • la zona addominale • la parte alta della coscia • La misurazione di spessore delle pliche forniscono un quadro abbastanza preciso della distribuzione del grasso corporeo Le pliche sono afferrate in verticale in tutti i siti, tranne nei punti sottoscapolare e soprailiaco dove vengono prese diagonalmente • Vi sono due modi per servirsi della plicometria: - il primo è quello di sommare i vari spessori • (la somma che ne deriva è un indice della massa grassa). Le variazioni possono essere espresse anche in percentuale - il secondo modo è quello di servirsi di alcune determinazioni plicometriche e applicare delle equazioni che permettono di calcolare la densità corporea e poi la percentuale di massa grassa. • Usando questa seconda valutazione l’errore di stima non supera il 3-5%, si può misurare lo spessore di solo due pliche: • il tricipitale e il sottoscapolare • e applicando la seguente equazione, si può ricavare il % di grasso corporeo: • Maschi (età compresa tra 17-26) • % grasso corporeo = • (0,55 x spessore pl.tricipidale) + (0,31 x spessore pl.sottoscapolare) + 6,13 Determinazione • Femmine (età compresa tra 16-26): • % grasso corporeo = • • (0,43 x spessore pl.tricipidale) + (0,58 x spessore pl.sottoscapolare) + 1,47 Esempio • Applichiamo l’equazione: • una ragazza di 22 anni, altezza 165 cm e peso di 57,5 Kg (corporatura media e P.I.= 57,65), utilizzando le misurazioni delle pliche, otteniamo: • % Grasso = • ( 0,43 x 22,5) + (0,58 x 19)= 9,675 +11,02 • • = 20,69 % di grasso Massa grassa e massa magra • Pertanto la massa grassa sarà uguale: • • Massa grassa = peso x % di grasso • = 57,5 x 20,69/100 • = 11,9 Kg La massa magra sarà: • • • Massa magra = peso- massa grassa = 57,5 – 11,9 = 45,62 Kg Il soggetto presenta le seguenti caratteristiche: Età Peso Peso Ideale 22 anni 57,5 Kg 57,65 Kg Altezza Massa grassa 165 cm 11,9 Kg Massa magra 45,62 Kg Massa magra/ Massa grassa 3,83 Metodo di misurazione della circonferenza • Viene misurata la circonferenza in alcuni siti anatomici (la misura va ripetuta tre volte). • Siti anatomici da misurare: – – – – – – Addome (1 cm sopra l’ombellico) Anche (nel punto di maggior dimensione) Coscia destra (alla radice dell’arto) Braccio destro (all’altezza del muscolo) Avambraccio destro (sotto l’articolazione) Polpaccio destro (a metà strada tra caviglia e ginocchio) Calcolo • Poiché le misurazioni delle circonferenze possono variare sia per il sesso che per l’età, si possono usare determinazioni empiriche che si basano: Età Sesso Zona corporea A B C 18 -26 M F Braccio Dx Addome Addome Coscia dx Avanbr. dx Avanbr. dx 27 50 M F Circ. Glutei Addome Addome Coscia dx Avanbr. dx Polpaccio dx • Riportando i dati ottenuti su apposite tabelle è possibile determinare il % di grasso. • Soggetti giovani maschi: • % grasso = Costante A + Costante B - Costante C – 10,2 • Soggetti giovani femmine: • % grasso = Costante A + Costante B - Costante C – 19,6 • Soggetti anziani maschi: • % grasso = Costante A + Costante B • Soggetti anziani femmine: • - Costante C – 19,6 % grasso = Costante A + Costante B - Costante C – 18,4 = 49,04 + 43,96 – 63,80 = 29,2 – 10,2 = 19% Errori di valutazione • Non viene presa in considerazione l’altezza • Con soggetti con corporatura molto esile o eccessivamente grassi • Con soggetti che praticano o hanno praticato sport di resistenza o di potenza. • Per correggere alcuni errori si può ricorrere a sistemi alternativi, ad esempio inserendo nel calcolo l’altezza del soggetto. Metodo alternativo per il Calcolo % di grasso per le donne • Circonferenza media delle anche Cost. A • Circonferenza Media dell’addome Cost. B • Altezza Cost.C • Utilizzando delle tabelle si ricavano le costanti: • Risultato: • % grasso = Cost.A + Cost. B – Cost C Tabelle di conversione donne = 44,65 + 17,24 – 38,4 = 23,49% Metodo alternativo per il Calcolo % grasso uomini • Nel caso degli uomini si può semplicemente ricorrere alla misura: • Circonferenza media vita (all’altezza dell’ombellico). • Misurare la circonferenza del polso • Si sottrae la misura della vita a quella del polso, il valore ottenuto si inserisce in una tabella, che in corrispondenza del proprio peso dà la % di grasso. cm vita – cm polso = 76,2 Tabella conversione uomini Metodo dell’impedenziometria • Il principio di questa tecnica si basa sul concetto che la conducibilità elettrica è maggiore nei tessuti magri rispetto a quelli ricchi di grasso. • L’impedenza aumenta con l’aumentare della massa grassa. • Il metodo consiste nell’applicare: un elettrodo alla superficie dorsale del piede, un altro al polso, un altro tra radio e ulna e l’ultimo alla parte anteriore della caviglia Determinazione • Viene fatta passare corrente tra le due coppie di elettrodi, l’impedenza elettrica che si determina con l’apparecchio viene espressa come densità corporea. • Applicando la formula di Siri: • 495 • % grasso corporeo = - 450 • Densità corporea Errori • Livello di idratazione dei tessuti • Livello di concentrazione degli elettroliti • Una condizione di disidratazione diminuisce l’impedenza • La temperatura della pelle • Non tiene conto della massa e dell’altezza • E’ un metodo meno accurato della plicometria o della determinazione della circonferenza Metodo dell’ultrasonometria (Ecografia) • Questa tecnica viene ampiamente usata per la valutazione della composizione corporea e la morfologia degli organi interni. • Il principio su cui si basa la tecnica è quello di inviare ai tessuti un fascio di ultrasuoni e valutare mediante un rivelatore la quota riflessa dalle varie strutture al di sotto della pelle. Determinazione • Il percorso degli ultrasuoni è quello di incontrare strutture a diversa capacità riflettente (grasso, muscolo, osso). • Il tempo necessario agli ultrasuoni per colpire le strutture profonde e ritornare al rilevatore viene convertito in distanza, fornendo lo spessore dello strato grasso sottocutaneo o della massa muscolare. Tomografia assiale compiuterizzata (TAC) • Questa tecnica fornisce immagini radiografiche di vari segmenti corporei. • Si possono fare delle scansioni a livello delle cosce in sezione trasversale e antero posteriore. • In figura viene riportata una immagine che si riferisce alla scansione di un muscolo della coscia di un maratoneta.