Galileo Galilei Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, tolemaico e copernicano (1632) Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze (1638) Galileo Galilei Ï idealizzazione Ï astrazione Ï matematizzazione La caduta dei gravi Ï Momento deduttivo Ï Momento sperimentale Momento deduttivo Viene formulata la definizione del moto uniformemente accelerato: la velocità è proporzionale al tempo: v = kt, v /t = k Moto equabilmente, ossia uniformemente accelerato, dico quello che, a partire dalla quiete, in tempi uguali acquista eguali momenti di velocità. v 10 20 30 40 t 1 2 3 4 Momento deduttivo Si richiede di accettare un postulato h Assumo che i gradi di velocità, acquistati da un medesimo mobile su piani diversamente inclinati, siano eguali allorché sono eguali le elevazioni di quei piani medesimi Galilei, Discorsi, p. 737 Momento deduttivo Si cerca di “dimostrare” il postulato precedente attraverso l’esperienza del pendolo A Oltre al verisimile, voglio con una esperienza accrescer tanto la probabilità, che poco gli manchi all’uguagliarsi ad una ben necessaria dimostrazione Galilei, Discorsi, p. 738 E H B F D G C Momento deduttivo Si dimostra che gli spazi percorsi da un corpo che cade con moto uniformemente accelerato sono proporzionali al quadrato dei tempi: v = kt (per ipotesi) La velocità è proporzionale al tempo. s = vm t Lo spazio percorso in un tempo t è dato dal prodotto della velocità media (vm ) per t vm = 12 vf La velocità media (vm ) è uguale alla metà della velocità finale (vf ) vm = 12 vf ⇒ s = 21 vf t v = kt ⇒ vf = kt ⇒ s = 12 ktt ⇒ s = 12 kt 2 Ponendo k = g si ha s = 1/2gt 2 (g rappresenta l’accelerazione di gravità: g ≈ 9, 81m/s 2 ) Momento deduttivo vm v0 Teorema I. Proposizione I. t1 t2 t3 Il tempo in cui uno spazio dato è percorso da un mobile con moto uniformemente accelerato a partire dalla quiete, è eguale al tempo in cui quel medesimo spazio sarebbe percorso dal medesimo mobile mosso di moto equabile, il cui grado di velocità sia sudduplo [la metà] del grado di velocità ultimo e massimo [raggiunto dal mobile] nel precedente moto uniformemente accelerato. Galilei, Discorsi, p. 740 vf tf Momento deduttivo Teorema II. Proposizione II. Se un mobile scende, a partire dalla quiete, con moto uniformemente accelerato, gli spazi percorsi da esso in tempi qualsiasi stanno tra di loro in duplicata proporzione dei tempi [. . . ], cioè stanno tra di loro come i quadrati dei tempi. 1 s = kt 2 2 s 1 = k 2 2 t ( 12 k è una costante, essendo prodotto di costanti) Momento deduttivo Corollario I [spazi percorsi in tempi uguali] staranno tra di loro come i numeri impari ab unitate, cioè come 1,3, 5, 7 [. . . ] Galilei, Discorsi, p. 741 t s = kt 2 0 0 1 1 1−0 = 1 2 4 4−1 = 3 3 9 9−4 = 5 4 16 16 − 9 = 7 5 25 25 − 16 = 9 Conferma sperimentale � �� ��� � �� ��� � �� ��� Per la stima dei rapporti tra i tempi Galilei si serve di una clessidra ad acqua. La legge di caduta dei gravi: sintesi 1. Si formula una prima ipotesi v = kt 2. Si formula una seconda ipotesi: la velocità finale di una sfera che rotola su piani inclinati diversi, ma con uguale elevazione, è uguale 3. Si cerca di “dimostrare” la seconda ipotesi attraverso l’esperienza del pendolo 4. Dalla prima ipotesi si deduce che s = 12 kt 2 5. Si sperimenta la legge s = 12 kt 2 su di un piano inclinato 6. Appoggiandosi alla conclusione di 3, si conclude che i corpi cadono in natura con moto uniformemente accelerato 1 v = kt → s = kt 2 2 1 s = kt 2 2 quindi v = kt α→β β α