Associazione Gruppo Abele ONLUS
Titolo
“GENITORI SI CRESCE!”
Servizi di riferimento
1. Comunità mamma-bimbo San Mauro Torinese (TO)
La comunità mamma-bimbo, con una capacità ricettiva di 6 donne con figli.
La comunità si pone come momento di accoglienza della donna proveniente da un contesto di
disagio, violenza e/o abuso e si colloca come un intervento all'interno di una strategia di rete più
complessa e articolata che vede coinvolti anche partners esterni (Tribunale per i Minorenni, Servizi
Sociali territoriali, l’Ospedale Ostetrico-ginecologico Sant’Anna e l’Ospedale Infantile Regina
Margherita di Torino, scuole d’infanzia e scuole primarie).
All'intervento educativo rivolto alle mamme si affianca un progetto che permette ai bambini di
continuare il processo di sviluppo nel modo più idoneo alle proprie caratteristiche personali.
Target
Donne italiane o straniere in situazione di disagio, con i loro bambini o in gravidanza.
Numero posti disponibili: 2
2. Comunità per coppie Cascina Abele di Murisengo (AL)
La comunità per coppie Cascina Abele è situata sulle colline del Monferrato, a Murisengo (Al), a 45
km da Torino e la sua capacità ricettiva è di 10 coppie con figli.
La comunità interviene proponendo un percorso terapeutico di uscita dalla tossicodipendenza,
tenendo insieme il nucleo familiare e lavorando sulle dinamiche relazionali della coppia
tossicodipendente, sulla relazione genitoriale, sull’auto-aiuto tra famiglie, attivando procedure di
progettazione/valutazione comune tra comunità e servizi territoriali.
L’intervento sulla tossicodipendenza consiste nel contenimento dell’uso e abuso di sostanze, nel
lavoro con la persona rispetto alle sue abitudini, ai suoi bisogni, alle sue modalità di rapportarsi con
gli altri e nell’attivazione di capacità e risorse personali. In comunità ci si sperimenta senza la
sostanza e si rielabora la propria identità personale, viene ripresa la propria storia come persona e
come figlio/a, si acquisisce consapevolezza di sé, del proprio corpo e della propria identità.
Viene, inoltre, realizzato il Progetto genitorialità consapevole finalizzato a supportare e valorizzare
le capacità genitoriali delle coppie: partendo da una valutazione del legame di attaccamento
reciproco tra padre-madre-bambino, gli operatori lavorano con la coppia genitoriale, affiancandola
nella gestione quotidiana dei figli, per sostenerla e aiutarla nell’accudimento, nell’educazione e
nella costruzione di un legame affettivo stabile.
Target
Coppie di persone con problemi di dipendenza con e senza figli
Numero posti disponibili: 2
3.Casa Mirabel di Murisengo (AL)
Nel 2014 Cascina Abele ha avviato un progetto dedicato all’accoglienza di madri rifugiate con
bimbi in Convenzione con la Prefettura di Alessandria, che ha dato vita ad una vera e propria
comunità d’accoglienza. Tale progetto è nato dall’urgenza di dare ospitalità ai numerosissimi
profughi che, soprattutto negli ultimi tempi e in seguito alle sanguinose guerre civili, stanno
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arrivando e sbarcando in Italia. All’inizio si è pensato di curare in particolare l’accoglienza di
coppie e famiglie di rifugiati, soprattutto di origine somala. Sono state accolte anche persone
eritree, siriane e ivoriane.
Da un confronto con la Prefettura e le associazioni del territorio, in ascolto dei bisogni più
pressanti, si è definito di accogliere donne e bimbi con una capienza di 12 adulti. Attualmente la
nazionalità prevalente è quella nigeriana: persone che vengono percepite dai servizi come
particolarmente vulnerabili e bisognose di una sensibilizzazione e tutela specifica riguardi al
rischio di prostituzione e tratta. La struttura è dedicata a una donna che ha lasciato un segno
nel nostro cuore a causa della sua travagliata storia e si chiama Casa Mirabel.
Numero posti disponibili: 1
Target
Donne migranti
L’intervento svolto nelle tre comunità si pone l’obiettivo di costruire per ogni persona accolta un
progetto educativo individualizzato che ha come obiettivo il reinserimento sociale, la
sperimentazione dell’autonomia e dell’ attivazione delle reti sul territorio. Il reinserimento finale è
il momento più delicato e viene facilitato con l’inserimento in alloggi di semiautonomia,
consentendo alla madre/genitori di misurare le proprie capacità di gestione economica e
relazionale. Il progetto delle tre comunità ha come finalità la riacquisizione della piena dignità di
persone e cittadini per coloro che spesso sono vittime della discriminazione e
dell’emarginazione. In questo senso si pone come un percorso che cerca di costruire insieme
alle persone accolte pari opportunità di vita, di relazione e di lavoro.
Orario di servizio
30 ore settimanali
Metodologia
Il metodo adottato dagli educatori fa riferimento:
1) alla Teoria dell’approccio sistemico relazionale. Gli strumenti utilizzati sono soprattutto la
condivisione del quotidiano, l’osservazione della dinamica relazionale (all’interno della coppia,
con i figli, con il gruppo pari, con gli operatori, con i volontari), l’ascolto attivo e l’osservazione
partecipata, la progettazione individualizzata;
2) alla Metodologia del lavoro di rete che attraverso la promozione e l’organizzazione di legami
tra i diversi attori coinvolti permette di affrontare le complesse problematiche dell’utenza in
maniera integrata, di individuare pratiche di lavoro condivise e di attivare risposte adeguate,
flessibili, personalizzate.
Posti disponibili
Comunità mamma-bimbo: 2 volontari/e
Comunità per coppie Cascina Abele di Murisengo: 2 volontari/e
Casa Mirabel: 1 volontario
CRITERI DI SELEZIONE
I criteri fondamentali di selezione applicati sono quelli richiamati dalla determinazione del
Direttore Generale del 11/06/2009. Tuttavia, per garantire una selezione più mirata allo specifico
progetto di servizio civile, si appronta il seguente sistema di selezione.
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Risorse Umane
a. La responsabile della Selezione è in possesso dei titoli e requisiti richiesti, nonché di
esperienza pluriennale nell’ambito della selezione e gestione delle risorse umane.
b. L’Operatore Locale di Progetto partecipa alla selezione, è in possesso dei titoli e requisiti
richiesti, nonché di un’esperienza pluriennale sui contenuti del progetto e nella gestione dei
volontari.
La Commissione di selezione: costituita dalla Responsabile del Servizio civile presso l’Ente,
dalla Responsabile della Selezione e dall’Operatore Locale di Progetto.
Obiettivi del progetto
Il progetto di Servizio Civile ha come obiettivi:
Obiettivi generali
1) Miglioramento delle competenze pre-lavorative;
2) Attivazione delle persone accolte e apprendimento di competenze del quotidiano;
3) Potenziamento e miglioramento della qualità della relazione genitore-bambino e delle
competenze relazionali dei genitori in generale;
4) Miglioramento delle capacità motorie, espressive e creative del bambino;
5) Promozione della cittadinanza attiva attraverso iniziative con le reti territoriali e di una cultura
della partecipazione e della legalità;
6) Maggior sensibilizzazione della cittadinanza ai temi del disagio sociale e della genitorialità.
7) Integrazione e formazione culturale delle donne rifugiate.
Obiettivi specifici
Migliorata rappresentazione di sé e rappresentazione da parte dei genitori;
Recupero della consapevolezza di sé e della femminilità come donna e come madre;
Accresciuti scambi relazionali tra bambini e genitori;
Miglioramento della conoscenza di gruppo;
Aumento di occasioni per sperimentarsi nel rapporto con il proprio partner;
Migliorata capacità di partecipazione dei momenti ludici dei bambini da parte dei
genitori;
Aumento della qualità e quantità delle attività – stimolo rivolte ai minori;
Incremento delle iniziative di sensibilizzazione del territorio e di coinvolgimento dei
cittadini;
Aumento delle opportunità per gli utenti di conoscenza del territorio e di scambio.
Il progetto si articola in diversi interventi:
a. Laboratorio di falegnameria (Cascina Abele)
• Riprogettazione del laboratorio, delle attività, degli spazi, dei materiali necessari: analisi dei
problemi che si sono presentati nell’anno precedente e proposte di miglioramento;
• Individuazione dell’educatore responsabile del laboratorio;
• Ricerca della materia prima: raccolta di pallet usati; tale attività prevede azioni di promozione
del laboratorio sul territorio ed in particolare nei confronti di ditte e imprese private che
possiedono pallet e che dovrebbero smaltirli;
• Trasporto e immagazzinamento della materia prima;
• Progettazione e ampliamento dei prodotti: design e stile; sedie, tavolini, piccoli mobili da
esterno;
• Progettazione della linea di promozione dei prodotti e delle sagre o feste del territorio nella
quale presentarla;
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•
•
•
•
•
Calendarizzazione del laboratorio; iscrizione dei partecipanti; verifica degli strumenti necessari
e dei locali;
Realizzazione del laboratorio;
Partecipazione alle sagre e alle feste del territorio per l’offerta dei prodotti;
Incontri di auto-valutazione sull’andamento del laboratorio;
Report finale da sottoporre all’équipe degli educatori.
b. Laboratorio di orticultura e giardinaggio (Cascina Abele)
• Riprogettazione del laboratorio, delle attività, degli spazi, dei materiali necessari: analisi dei
problemi che si sono presentati nell’anno precedente e proposte di miglioramento;
• Individuazione dell’educatore responsabile del laboratorio;
• Programmazione e realizzazione di incontri di semplice formazione sugli strumenti da
utilizzare; i semi selezionati; le tecniche di coltivazione, annaffiatura, potatura e raccolta;
• Calendarizzazione del laboratorio; iscrizione dei partecipanti; verifica degli strumenti necessari
e dei locali;
• Realizzazione del laboratorio;
• Incontri di auto-valutazione sull’andamento del laboratorio;
• Report finale da sottoporre all’équipe degli educatori.
c . Laboratorio per la confezione di candele artistiche (Cascina Abele)
• Progettazione del laboratorio, delle attività, degli spazi, dei materiali necessari;
• Individuazione dell’educatore responsabile del laboratorio;
• Calendarizzazione del laboratorio; iscrizione dei partecipanti; verifica degli strumenti necessari
e dei locali;
• Realizzazione del laboratorio;
• Progettazione della linea di promozione dei prodotti e delle sagre o feste del territorio nella
quale presentarla;
• Partecipazione alle sagre e feste del territorio per l’offerta dei prodotti;
• Incontri di auto-valutazione sull’andamento del laboratorio;
• Report finale da sottoporre all’équipe degli educatori.
d. Corso di alfabetizzazione e di italiano (Casa Mirabel)
• Progettazione del corso, degli spazi, dei materiali necessari;
• Individuazione dell’educatore responsabile del corso;
• Analisi dei bisogni: differenziazione dei percorsi di alfabetizzazione e insegnamento base
dell’italiano;
• Calendarizzazione del corso; iscrizione dei partecipanti; verifica degli strumenti necessari e dei
locali;
• Realizzazione del corso;
• Incontri di valutazione sull’andamento del corso;
• Report finale da sottoporre all’équipe degli educatori.
e. Laboratorio di cucina (Casa Mirabel)
• Progettazione del laboratorio, delle attività, degli spazi, dei materiali necessari;
• Individuazione dell’educatore responsabile del laboratorio;
• Programmazione e realizzazione di incontri di educazione alimentare e di salute alimentare;
nozioni di HCCP;
• Incontri di raccolta delle abitudini alimentari, delle ricette conosciute dalle donne;
• Calendarizzazione del laboratorio; iscrizione dei partecipanti; verifica degli strumenti necessari
e dei locali;
• Costruzione comune di un menu secondo i criteri dettati dall’Asl per i minori;
• Realizzazione del laboratorio: particolare attenzione sarà dedicata al “menu di base”, al “menu
bimbi”; all’utilizzo dei prodotti a KM derivanti dall’orto comunitario;
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•
•
•
Incontri di auto-valutazione sull’andamento del laboratorio;
Scrittura di un librettino di ricette provenienti dalla cultura d’origine delle donne;
Report finale da sottoporre all’équipe degli educatori.
f. Programmazione e realizzazione dello spazio di psicomotricità (Villa Ulrich)
All’interno della comunità Villa Ulrich verrà attivato l’intervento di psicomotricità relazionale, utile a
favorire non solo lo sviluppo psicomotorio del bambino, ma anche ad affrontarne le difficoltà
relazionali di cui è portatore. E’ previsto l’intervento di una psicomotricista, a cadenza settimanale
che, coinvolgendo il bambino (ed eventualmente anche la mamma) gli consentirà di mettersi in
gioco attraverso l’azione e l’interazione, utilizzando lo spazio e gli oggetti, l’interazione con l’altro
per acquisire la capacità di rappresentarsi agli altri attraverso il movimento, la parola e il gioco.
Gli obiettivi per i bambini, raggiungibili attraverso la psicomotricità sono:
rafforzare la relazione affettiva con la mamma;
sviluppare la conoscenza e la consapevolezza del sé corporeo e quindi un uso corretto del
proprio corpo;
imparare ad accettare la frustrazione, le regole, le norme nel percorso di crescita;
sperimentare e scoprire le proprie potenzialità e quindi rafforzare la fiducia in sé stessi;
imparare a rappresentare la realtà attraverso i simboli.
Gli obiettivi per la mamma sono:
sostenere e rafforzare il legame di attaccamento mamma-bambino;
aiutarla a comprendere l’importanza del gioco per lo sviluppo del proprio bambino e scoprire
quali modalità migliori per giocare con lui;
fornire spunti e idee per la creazione di materiali di gioco “sensati e creativi”.
La figura della psicomotricista sarà parte integrante dell’èquipe di lavoro e fornirà il proprio apporto
anche durante le supervisioni, in cui sarà possibile confrontarsi circa gli sviluppi e i cambiamenti
che avvengono nel corso dei mesi circa i minori e la relazione con le mamme.
Il percorso si articolerà secondo le seguenti fasi:
Individuazione di un’operatrice di riferimento per l’attività;
Riunioni di progettazione con il coinvolgimento dei/le volontari/e e degli ospiti;
Programmazione e calendarizzazione del laboratorio;
Preparazione degli spazi e acquisto o predisposizione del materiale e degli strumenti
necessari;
Valutazione dell’esperienza attraverso momenti di discussione nel gruppo équipe
g. Progettazione e realizzazione di uno spazio per la stesura del curriculum vitae e della
ricerca lavorativa (Villa Ulrich)
Questo momento è dedicato alle donne in cerca di un’occupazione lavorativa, premessa
importante per l’avviamento all’autonomia dell’intero nucleo. In molti casi, le mamme sono molto
giovani e di conseguenza non hanno un’esperienza lavorativa pregressa e/o significativa. Insieme
agli educatori si cercherà di individuare attitudini, passioni, capacità, risorse, in modo tale da
potersi focalizzare su una ricerca lavorativa mirata, attraverso le agenzie interinali presenti sul
territorio o l’attivazione di stage, tirocini e/o borse lavoro. L’intervento si colloca nell’ambito del
rinforzo dell’autostima delle donne attraverso la ricerca dei punti di forza e realizzazione di
strategie efficaci per una buona realizzazione personale. Spesso le donne che incontriamo non
hanno alcuna consapevolezza delle loro capacità personali che possono essere coltivate e
incrementate per una fruttuosa ricerca lavorativa.
Molto importante diviene poi il supporto e l’accompagnamento, una volta trovato il lavoro, in
termini di gestione del denaro percepito, attraverso il monitoraggio delle spese insieme alla
mamma, ma anche in termini di rapporti sociali attraverso il monitoraggio delle relazioni instaurate
con colleghi, responsabili, clienti, etc…
Il percorso si articolerà secondo le seguenti fasi:
Individuazione di un’operatrice di riferimento per l’attività;
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Riunioni di progettazione con il coinvolgimento dei/le volontari/e e degli ospiti;
Programmazione e calendarizzazione del laboratorio;
Realizzazione con la mamma di un buon curriculum vitae secondo lo standard europeo;
Utilizzo del pc e navigazione internet per la ricerca del lavoro;
Iscrizione ai Centri per l’impiego;
Preparazione e simulazione del colloquio di lavoro;
Accompagnamento e supporto nella fase di ricerca e attivazione della fonte;
Valutazione dell’esperienza attraverso momenti di discussione nel gruppo équipe.
h. Progettazione e realizzazione di uno spazio ludico per i bambini, con il coinvolgimento
delle mamme (Villa Ulrich)
La comunità promuove l’inserimento di tutti i bambini ospiti presso le scuole di infanzia e le
primarie del territorio per favorire un’adeguata socializzazione al di fuori del contesto comunitario.
Vorremmo attivare e costruire uno spazio durante i periodi festivi nei quali le scuole sono chiuse
e i bambini restano in comunità. Verranno organizzate attività strutturate tenendo conto dell’età dei
piccoli: attività di manipolazione, pittura, disegno, ballo, canto ecc. Viene richiesta la
partecipazione e il coinvolgimento delle mamme nell’organizzazione dei diversi momenti e
dell’attività stessa. L’équipe di operatori, al termine del periodo di attività, coinvolge le mamme per
offrire loro l’occasione di condivisione del proprio vissuto all’interno di questo spazio, delle
eventuali competenze acquisite e difficoltà riscontrate.
Il percorso si articolerà secondo le seguenti fasi:
Individuazione di un’operatrice di riferimento per l’attività;
Riunioni di progettazione con il coinvolgimento dei/le volontari/e e degli ospiti;
Programmazione e calendarizzazione del laboratorio;
Preparazione degli spazi e acquisto o predisposizione del materiale e degli strumenti
necessari;
Valutazione dell’esperienza attraverso momenti di discussione nel gruppo équipe.
i. Supporto all’educativa territoriale (Villa Ulrich)
L’intervento di educativa territoriale rappresenta la seconda fase del percorso individuale: una
volta dimesse dalla comunità, alcune mamme, secondo quanto concordato con i Servizi titolari,
vengono coinvolte in un percorso di supporto domiciliare per l’accompagnamento alla totale
autonomia. La progettazione richiede una prima fase di discussione e accettazione di obiettivi,
bisogni e priorità del percorso. Tale intervento si articola in diversi momenti e attività e vede la
presa in carico globale del nucleo sul territorio. Nello specifico prevede un’attenzione particolare
alla mamma individuando momenti in cui l’educatrice sta con la mamma da sola per offrirle un
supporto come donna, senza mai perdere di vista aspetti di attenzione e cura, cercando di
sollevarla anche se solo per poco tempo dalle incombenze dell’essere mamma sola.
L’educativa prevede, inoltre, delle ore di osservazione dei bambini in contesti ludici, o il supporto
alla mamma nell’educazione e cura dei figli, il rapporto con il papà, nonché la verifica del loro stato
di salute psicofisica. È molto importante l’organizzazione degli spazi; la pulizia; il rispetto della casa
e delle regole imposte dall’abitazione facilitata; il rispetto del vicinato. Coinvolgiamo la mamma già
nella preparazione e organizzazione degli spazi e personalizzazione della stessa prima del
trasferimento effettivo. La partecipazione attiva della mamma fin dalle primissime fasi ha come
finalità quella di responsabilizzare e rendere maggiormente consapevole la donna nel suo progetto
di autonomia supportata.
Il percorso si articolerà secondo le seguenti fasi:
Individuazione di un’operatrice di riferimento per l’attività;
Riunioni di progettazione con il coinvolgimento dei/le volontari/e e degli ospiti;
Programmazione e calendarizzazione dei passaggi;
Coinvolgimento della mamma, o di entrambi i genitori se concordato, fin dalle prime fasi del
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progetto;
Supporto e accompagnamento nell’organizzazione e pulizia della casa;
Supporto ed accompagnamento nell’organizzazione quotidiana: spesa, spostamenti,
accompagnamenti e organizzazione dei figli, lavoro, etc…
Ricerca del lavoro, iscrizione ai Centri per l’impiego, preparazione e simulazione del colloquio
di lavoro;
Attenzione e sostegno nella gestione economica;
Attenzione e cura per l’alimentazione;
Inserimento dei figli presso istituti scolastici, rapporto con le insegnanti;
Partecipazione attiva alle riunioni con gli operatori per la programmazione e l’organizzazione
delle attività;
Valutazione dell’esperienza attraverso momenti di discussione nel gruppo équipe;
Compilazione dopo ogni incontro del “Diario di bordo” e delle schede attività;
Valutazione dell’esperienza attraverso momenti di confronto con la mamma e ridefinizione di
nuovi obiettivi.
l. Collaborazione con la rete esterna: “la cultura del territorio”
Saranno programmati e realizzati eventi e proposte, in collaborazione con le realtà del territorio,
che permettano alle associazioni, agli enti e agli abitanti dei territori di San Mauro e Murisengo di
incontrare gli/le ospiti e gli educatori e di costruire percorsi e momenti ricreativi, culturali e di
sensibilizzazione condivisi. Nello specifico:
1. Programmazione e realizzazione di un percorso di sensibilizzazione in collaborazione
con il territorio di San Mauro.
Nel 2015-2016 il Tavolo della solidarietà, in continuazione con le attività proposte l’anno
precedente ha pensato di organizzare dei nuovi momenti formativi e divulgativi legati all’
“l’immigrazione”. La stringente attualità ha così spinto i partecipanti al Tavolo della Solidarietà a
confermare l’obiettivo di stimolare il confronto tra gli enti pubblici, privati e la cittadinanza sulle
nuove politiche sociali e la risposta alle situazioni di disagio e violenza;
Tale organizzazione prevederà alcuni passaggi:
Individuazione di un operatore referente dell’attività;
Incontri di progettazione e promozione in coordinamento con il tavolo della solidarietà
associazioni e altri enti del territorio;
Affissione del programma nei luoghi di ritrovo dei territori interessati;
Realizzazione dell’iniziativa:preparazione dei gazebo; del materiale informativo; dei prodotti dei
laboratori di comunità; riordino;
Incontro di valutazione dell’esperienza.
2. Programmazione della Messa di Natale a Villa Ulrich, evento che si colloca ormai da anni
come esperienza di alto significato aggregativo – sociale – spirituale per tutto il territorio di San
Mauro e dintorni.
• Individuazione di un operatore referente per la realizzazione dell’organizzazione in vista della
S. Messa;
• Incontri di progettazione che vedano ospiti, volontari e operatori protagonisti dell'evento;
• Promozione dell'iniziativa attraverso la spedizione di inviti alle associazioni, istituzioni, enti del
territorio;
• Affissione del programma nei luoghi di ritrovo del comune di San Mauro e dintorni;
• Preparazione del luogo in cui si realizza l'evento, degli strumenti necessari, della riflessione
che rappresenta il tema – guida dell'evento, di ciò che occorre per realizzare la festa di Natale
a fine Messa; preparazione e confezionamento del piccolo “ricordo” da lasciare a tutti i
partecipanti; preparazione di un banchetto con i prodotti dei laboratori degli utenti per fare una
piccola raccolta fondi di autofinanziamento (da utilizzare per i futuri laboratori);
• Realizzazione dell'iniziativa;
• Incontro di valutazione dell'esperienza.
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3. Programmazione della Messa di Natale in Cascina, evento che si colloca ormai da anni
come esperienza di alto significato aggregativo – sociale – spirituale per tutto il territorio di
Murisengo e dintorni.
− Individuazione di un operatore referente per la realizzazione dell’organizzazione in vista
della S. Messa;
− Incontri di progettazione che vedano ospiti, volontari e operatori protagonisti dell'evento;
− Promozione dell'iniziativa attraverso la spedizione di inviti alle associazioni, istituzioni, enti del
territorio;
− Affissione del programma nei luoghi di ritrovo del Comune di Murisengo e dintorni;
− Preparazione del luogo in cui si realizza l'evento, degli strumenti necessari, della riflessione
che rappresenta il tema – guida dell'evento, di ciò che occorre per realizzare la festa di Natale
a fine Messa; preparazione e confezionamento del piccolo “ricordo” da lasciare a tutti i
partecipanti; preparazione di un banchetto con i prodotti dei laboratori degli utenti per fare una
piccola raccolta fondi di autofinanziamento (da utilizzare per i futuri laboratori);
− Realizzazione dell'iniziativa;
− Incontro di valutazione dell'esperienza.
4. Festa della Cascina: ogni anno la Cascina organizza una festa di incontro e scambio con il
territorio, collocata a 4-5 mesi dalla Messa di Natale; anche questo è un momento di
sensibilizzazione dei cittadini del territorio ai temi della diversità, del disagio sociale, ma anche alla
promozione dei temi di impegno, legalità, rispetto dell’ambiente, agricoltura biologica, ecc.
− Individuazione di un operatore referente per la realizzazione della Festa;
− Incontri di progettazione che vedano ospiti, volontari e operatori protagonisti dell'evento;
− promozione dell'iniziativa attraverso la spedizione di inviti alle associazioni, istituzioni, enti del
territorio;
− Affissione del programma nei luoghi di ritrovo del comune di Murisengo e dintorni;
− Preparazione del luogo in cui si realizza l'evento, degli strumenti necessari, della riflessione
che rappresenta il tema – guida dell'evento, di ciò che occorre per realizzare la festa.
Preparazione e confezionamento del piccolo “ricordo” da lasciare a tutti i partecipanti;
preparazione di un banchetto con i prodotti dei laboratori degli utenti per fare una piccola
raccolta fondi di autofinanziamento (da utilizzare per i futuri laboratori);
− realizzazione dell'iniziativa;
− incontro di valutazione dell'esperienza.
Mansioni dei volontari
I/le volontari/e affiancheranno gli operatori delle strutture nella programmazione e gestione delle
attività previste dal progetto di servizio civile oltre che negli interventi diretti con l’utenza e nel
lavoro di back office.
- Supporto educativo e riabilitativo,
- Gestione della quotidianità;
- Gestione di laboratori creativi e ludici per i bimbi;
- Gestione di laboratori per gli adulti;
- Gestione del nido;
- Accompagnamento presso i servizi socio-assistenziali e sanitari;
- Organizzazione del tempo libero e di attività socializzanti;
- Sostegno alla riattivazione della rete familiare e sociale;
- Interventi di sensibilizzazione sul territorio in collaborazione con singoli, associazioni, scuole e
altre realtà del territorio di riferimento;
- Programmazione, organizzazione e gestione di eventi (feste, mercatini etc.)
Competenze e professionalità acquisibili
Durante lo svolgimento del servizio i volontari acquisiranno conoscenze e competenze educative
nei confronti dei minori e di persone con problematiche legate alla tossicodipendenza.
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In particolare avranno la possibilità di sviluppare un saper agire attraverso tre aree:
Area formativa (sapere):
• Maggior conoscenza dei temi della violenza intrafamiliare e della tossicodipendenza;
• Approfondimento del tema della genitorialità associato a quello della tossicodipendenza;
• Approfondimento del tema della ricaduta sullo sviluppo psicofisico dei minori di vissuti
traumatici
• Conoscenza e applicazione professionale di tecniche educative;
• Conoscenza dei metodi di osservazione e di intervento con minori;
• Sviluppo di una coscienza critica sulle tematiche sociali, ecologiche e civiche.
Area sperimentale (saper essere)
• Sperimentazione della vita comunitaria e capacità di affrontare la complessità di una simile
esperienza;
• sviluppo della capacità di lavorare in un’équipe multiprofessionale;
• capacità di essere parte attiva nell’organizzazione e nelle riunioni e supervisioni dell’équipe.
Area riferita al ruolo (saper fare)
• acquisizione di competenze nella gestione delle attività di gruppo, dell’attività di psicomotricità
con i bimbi, sperimentazione di tecniche di animazione con le donne, laboratori espressivi;
• competenze relazionali significative con le ospiti delle comunità all’interno di un contesto
educativo;
• capacità di definire un proprio ruolo all’interno di un’équipe di lavoro;
• conoscenza del lavoro di rete con i Servizi Sociali e i Servizi per donne maltrattate.
FORMAZIONE
I/le volontari/e parteciperanno al Corso di formazione generale della durata di 42 ore.
Il progetto formativo prevede un primo modulo di formazione iniziale finalizzato a consolidare la
motivazione dei/delle volontari/e, ad approfondire il senso del servizio reso alla collettività, a far
conoscere la storia e il senso dell’esperienza civile e volontaria, a favorire la realizzazione dei
principi costituzionali di solidarietà sociale e a riflettere sull’importante azione della difesa civile non
armata e non violenta. Il percorso formativo iniziale avrà anche l’obiettivo di facilitare l’inserimento
dei/delle volontari/e nell’Associazione attraverso la conoscenza delle sue finalità, della sua
organizzazione e delle metodologie operative.
I/le volontari/e parteciperanno al Corso di formazione specifica della durata di 72 ore:
I contenuti della formazione specifica riguarderanno tematiche inerenti il lavoro sociale più in
generale, nonché le problematiche e le situazioni di lavoro affrontate quotidianamente nel settore
di impiego:
La genitorialità difficile (la dipendenza, il disagio psichico, la violenza, l’abuso…)
La violenza di genere: analisi del fenomeno
Genitorialità e violenza domestica. Quando la famiglia non è una base sicura
Tossicodipendenza e genitorialità
La relazione d’aiuto e la presa in carico
Verifica in itinere della formazione
Violenza di genere. Il quadro legislativo: norme e applicazioni
Il lavoro in équipe
Il lavoro di rete tra Servizi Pubblici e privato Sociale
Valutazione finale della formazione specifica
MONITORAGGIO
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E’ previsto un piano di monitoraggio costante, che prevede anche due colloqui individuali
semestrali, due focus-group semestrali con tutti i/le volontarie, la compilazione di 2 questionari di
valutazione dell’esperienza.
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