M5P 20 ottobre 2009 Ragni, api e formiche, scimmie e pantere: temi e problemi di storia della scienza Giulio Peruzzi [email protected] Copyright, 2009-2010 © Giulio Peruzzi La storia della scienza e della tecnica costituisce uno strumento prezioso per capire il mondo in cui viviamo Quando tutti gli accessi e, per così dire, gli ingressi di tutte le menti sono come assediati e ostruiti dai più oscuri idoli che nelle menti sono radicati profondamente e come impressi a fuoco [la storia della scienza] può permettere alla luce genuina e originaria delle cose di trovare uno spazio schietto e pulito nel quale rispecchiarsi […] Perché tu possa farti un’idea precisa di come il presente è un essere bifronte che guarda insieme al passato e all’avvenire, ho stabilito di offrirti un quadro di tutti e due i tempi, un quadro che abbracci non solo il corso e il progresso della scienza del passato ma anche la anticipazioni del futuro. [Francesco Bacone nel Temporis Partum Masculus, < 1603, pp.106 e 115] C’è però anche un’altra cruciale funzione della storia della scienza e della tecnica Qualunque cosa possa essere detta circa l’importanza di mirare alla profondità piuttosto che alla vastità nei nostri studi, e per quanto possa essere forte nell’epoca presente la domanda di persone specializzate, ci sarà sempre lavoro non solo per coloro che costruiscono scienze particolari e su di esse scrivono monografie, ma anche per coloro che dischiudono le comunicazioni tra gruppi diversi di costruttori in modo da facilitare una salutare interazione tra questi. E in un’università siamo particolarmente tenuti a riconoscere non solo l’unità della scienza stessa, ma anche la comunione di coloro che lavorano nella scienza. Siamo troppo inclini a supporre di essere qui raccolti soltanto per avere alla nostra portata certi strumenti di studio, come musei e laboratori, biblioteche e professori, cosicché ognuno di noi possa studiare ciò che preferisce. Io suppongo che quando le api si affollano intorno ai fiori fanno così perché sono interessate al miele, inconsapevoli del fatto che è il polline che portano da un fiore all’altro che permette di rendere possibile una più splendida fioritura e un più affaccendato affollarsi di api negli anni a venire. Non possiamo perciò far niente di meglio che rendere ancora migliore il tempo dello splendore operando in favore della fertilizzazione incrociata della scienza. [J. Clerk Maxwell, The Telephone, Cambridge 1878] Le fonti dello storico della scienza sono essenzialmente quelle dello storico generale: – scritti (libri, articoli, diari e note di laboratorio, minute di articoli, lettere, annotazioni su libri consultati), – illustrazioni, – strumenti e macchine in generale, – collezioni naturalistiche, – materiale d’archivio (protocolli e registri di istituzioni scientifiche, loro rendiconti e libri contabili), – edifici (case, università, laboratori), ecc. Nei primi decenni del Novecento lo scenario della storia della scienza va incontro a profondi riorientamenti. Lo sviluppo di correnti neo positiviste (empirismo logico) determina un allontanamento della filosofia della scienza dalla storia della scienza. La prima tende a concentrarsi sulla definizione della struttura della spiegazione scientifica e sullo statuto logico formale delle leggi scientifiche, anche in funzione di una unificazione di tutte le scienze. Anche la successione delle teorie dovrebbe essere “logicizzata”. [Tra i nomi di riferimento: Russell, Whitehead, Carnap, il primo Wittgenstein, Neurath e Hempel] In polemica con l’empirismo logico, cresce l’attenzione agli aspetti di mutamento e di rivoluzione nello sviluppo della scienza. Si sottolinea, con sensibilità e accenti diversi, la non tenibilità di una concezione della storia della scienza come racconto del trionfale e continuo progresso della scienza verso la verità. Un’attenzione per gli aspetti sociali, economici e culturali, una più sottile analisi del rapporto tra fatti e teorie, una variabilità dei criteri di razionalità nel corso della storia umana, in breve l’attenzione a fattori considerati extra-scientifici deve far parte della comprensione dell’impresa scientifica. [Tra i nomi di riferimento: Brunschwicg, Koyré, Meyerson e poi Merton, Bachelard e Kuhn] La natura sarebbe una funzione della civiltà. Le civiltà sarebbero l’ultima realtà a noi raggiungibile. Lo scetticismo della nostra ultima fase sarebbe storico. Ma perché la leva al tempo d'Archimede e i cunei nel paleolitico funzionavano esattamente come oggi? Perché perfino una scimmia è in grado di usare una leva o una pietra come se fosse a conoscenza della statica e della resistenza dei materiali, e una pantera di dedurre dalle orme la presenza della preda come se fosse a conoscenza della causalità? Ove non si voglia supporre che una civiltà comune leghi anche scimmie, uomini dell’età della pietra, Archimede e pantere, non resta proprio altro che supporre un regolatore comune situato al di fuori dei soggetti, un’esperienza obiettiva che sia quindi capace di ampliarsi e affinarsi, la possibilità di una conoscenza, una qualsivoglia concezione di verità, di progresso e di ascesa, in breve proprio quel miscuglio di fattori teoretici soggettivi ed oggettivi, la separazione dei quali costituisce il gravoso lavoro di cernita della teoria della conoscenza [...] Esistono farfalle giallo limone ed esistono cinesi giallo limone; in un certo senso si può allora dire: la farfalla è il cinese nano alato mitteleuropeo. Tanto le farfalle quanto i cinesi sono noti come simboli di voluttà. Per la prima volta prende forma il pensiero di una corrispondenza, mai considerata finora, tra l’antichità della fauna lepidottera e quella della civiltà cinese. Che la farfalla abbia le ali e il cinese no è un mero fenomeno di superficie. [Robert Musil, Spirito ed esperienza, osservazioni per i lettori scampati al tramonto dell'occidente (1921)] (1921)] I cambiamenti nelle nostre attitudini da me descritti [a proposito della elaborazione del modello Standard] non possono essere spiegati nei termini classici della deduzione o induzione, piuttosto essere compresi come risultato di qualcosa che assomiglia alla selezione naturale. Questo può dare l’impressione che le nostre teorie non siano molto più di costrutti sociali, come supposto da alcuni radicali commentatori della scienza, come Pickering, l’autore di un libro intitolato Constructing Quarks. Nessuno di noi che abbiamo vissuto nel mezzo di questi cambiamenti la pensa in questo modo. Pensiamo ovviamente che la scienza sia un’attività sociale. Come Latour e Woolgar commentavano dopo aver osservato la ricerca biochimica: la negoziazione riguardo a ciò che viene considerato una prova o riguardo a ciò che costituisce un buon tentativo non è né più né meno disordinata di una qualunque argomentazione tra avvocati e politici. Ma la stessa cosa si potrebbe dire dell’arrampicata in montagna. Chi scala le montagne, come il biochimico o l’avvocato, può discutere su quale sia il migliore cammino alla vetta, e naturalmente questa argomentazione sarà influenzata dalle tradizioni dell'arrampicata in montagna e dalla storia e dalla struttura sociale della spedizione. Ma alla fine gli scalatori potranno raggiungere la vetta o non raggiungerla, e se vi arriveranno lo sapranno. Nessun montanaro scriverebbe mai un libro sull'arrampica in montagna con il titolo Constructing Everest. [Steven Weinberg in L. Hoddeson et al., The Rise of the Standard Model, Model, Cambridge University Press, Cambridge UK 1997, pp.42-3] pp.42-3] La nascita della SCIENZA NOVA Quando avviene? Qual è il contesto da cui prende le mosse? Sia Platone sia Aristotele avevano disprezzato l’arte meccanica e il lavoro manuale, e la distinzione tra schiavi e liberi era diventata nei secoli la divisione tra tecnica e scienza - tra conoscenza rivolta alla pratica e all’uso e conoscenza rivolta alla contemplazione della verità (non a caso si parla delle sette arti liberali: grammatica, retorica e dialettica; e aritmetica, geometria, musica e astronomia). Un primo significativo cambiamento si ha nell’Italia del XV secolo con l’incontro tra artisti (Brunelleschi, Verrocchio, Mantegna, Leonardo da Vinci, Dürer) e studiosi (Paolo dal Pozzo Toscanelli, Luca Pacioli, Cardano, Tartaglia, Regiomontano). Argano centrale del cantiere brunelleschiano per la cupola del Duomo di Firenze, a tre velocità e inversione di rotazione per lavorare a ciclo continuo (disegno di Leonardo, Codice Atlantico, 1420 ca.) Terracotta invetriata di Andrea Della Robbia - collocati nel 1487 - per la decorazione del Loggiato dello Spedale degli Innocenti, costruito su progetto di Brunelleschi Da questi contatti nasce lentamente una nuova immagine dello scienziato e una progressiva rivalutazione della tecnica e dei manufatti come strumenti funzionali al progresso della conoscenza. Queste esperienze seminali del Quattrocento sono in parte alla base della rivalutazione cinquecentesca delle arti meccaniche e della difesa sempre più decisa della loro dignità nell’ambito della cultura. Solo alla luce di questa faticosa riaffermazione delle arti meccaniche, acquista particolare significato l’atteggiamento di Galilei, che nel 1609 punta verso il cielo il suo cannocchiale: la fiducia in uno strumento nato negli ambienti meccanici, disprezzato dalla scienza, funzionale non a deformare ma a potenziare la vista, fonte di nuova conoscenza contro l’assolutezza del guardare “naturale” degli occhi umani. SALV. Largo campo di filosofare a gl’intelletti specolativi parmi che porga la frequente pratica del famoso arsenale di voi, Signori Veneziani, ed in particolare in quella parte che mecanica si domanda; atteso che quivi ogni sorte di strumento e di machina vien continuamente posta in opera da numero grande d’artefici, tra i quali, e per l’osservazioni fatte da i loro antecessori, e per quelle che di propria avvertenza vanno continuamente per sé stessi facendo, è forza che ve ne siano de i peritissimi e di finissimo discorso. SAGR. V.S. non s’inganna punto: ed io, come per natura curioso, frequento per mio diporto la visita di questo luogo e la pratica di questi che noi, per certa preminenza che tengono sopra ’l resto della maestranza, domandiamo proti; la conferenza de i quali mi ha più volte aiutato nell'investigazione della ragione di effetti non solo maravigliosi, ma reconditi ancora e quasi inopinabili. [G. Galilei, Discorsi e Dimostrazioni Matematiche intorno à due nuove scienze, scienze, 1638, Opere, vol. VIII, p. 49.] Gli uomini sperimentali sono simili alle formiche, accumulano e consumano. I ragionatori assomigliano ai ragni, che fanno delle ragnatele traendole dalla loro sostanza. Le api invece prendono una via intermedia; raccolgono materiale dai fiori dei giardini e dei campi, e lo trasformano e lo digeriscono in virtù di una loro propria capacità. Non dissimile da questo è il lavoro della vera filosofia che ricava la materia prima dalla storia naturale e dagli esperimenti meccanici, e non la conserva intatta nella memoria ma la trasforma e la lavora con l’intelletto. [...] Perciò molto si può sperare da una più stretta e pura lega fra queste due facoltà, quella sperimentale e quella razionale. [Francis Bacon, Cogitata et Visa: Visa: de interpretatione naturae sive scientia operativa, 1607-1609 (in Rossi, pp. pp. 52-54) 52-54)] Il calcolo vettoriale: dalla matematica alla fisica ! William Rowan Hamilton (1805-1865) introduce nel 1843 il calcolo dei quaternioni; ! Peter Guthrie Tait (1831-1901); ! William Thomson (futuro Lord Kelvin; 1824-1907); ! James Clerk Maxwell (1831-1879) (che introduce i termini attualmente in uso per designare gli operatori vettoriali ! e !x con i nomi di gradiente e di rotore, rispettivamente, mentre l'operatore !•, oggi noto come divergenza, è da lui chiamato convergenza). ! Enfasi posta sul ruolo concettuale dei vettori come mezzo per rappresentare le grandezze fisiche in modo geometrico, un modo “più originario e naturale” del metodo delle coordinate cartesiane. I grafi in chimica (e fisica) e lo sviluppo della teoria chimico algebrica: dalle scienze empiriche alla matematica Ai primordi (1858-1861) - C2H5OH (alcol etilico) Crum Brown (1864) e gli “isomeri” isomeri”: sostanze con stessa composizione chimica ma proprietà proprietà fisiche diverse (in fig. alcol propilico e di Friedel, o isopropilico, C3H7OH) Sviluppi algebrici: Cayley, Clifford, Sylvester, Pólya. Pólya. “Problemi combinatori generali sui gruppi di permutazione per il calcolo del numero di isomeri” isomeri”. Qual è l’impatto delle considerazioni fisiche (gravitazione e termodinamica) sull’evoluzionismo e sulla geologia? • Lord Kelvin e la datazione dell’età del Sole su basi termodinamiche. • Alcuni attori: John Phillips, William Thomson (Lord Kelvin), H.C. Fleeming Jenkins, James Croll • Come farsi un’idea di un milione di anni? 83 ft 4in (=2500 cm) rappresentino 1 milone di anni, allora 100 anni sono appena 1/10in (circa 2,5 mm) [Joe D. Burchfield, “Darwin and the Dilemma of Geological Time”, Isis, 65 (1974), pp. 300-321] Qual è l’impatto dell’evoluzionismo darwiniano sulle altre scienze? • La chimica e gli elementi primordiali (chimica evolutiva). • La scoperta dell’elettrone e la nascita della fisica moderna. Scriveva J.J. Thomson nel 1894: Penso che gli esperimenti precedenti [sulle scariche di elettricità attraverso i gas] siano sufficienti a mostrare le strette analogie esistenti tra i fenomeni della combinazione chimica e quelli della scarica elettrica, e fanno sperare che lo studio del passaggio dell'elettricità attraverso i gas possa essere il mezzo per far luce sul meccanismo della combinazione chimica. Il lavoro dei chimici e dei fisici può essere paragonato a quello di due gruppi di ingegneri che scavano una galleria da due estremi opposti. Non si sono ancora incontrati, ma sono arrivati così vicini da poter sentire il rumore degli avanzamenti gli uni degli altri. La tavola periodica degli elementi: una conquista recente Dimitrij Mendeleev - 1869 La tavola periodica degli elementi Tavola che compare in un trattato di Ostwald di fine Ottocento (permane il riferimento al peso atomico e non al numero atomico, definitivamente usato dopo i risultati di Moseley del 1913) La tavola periodica degli elementi Tavola oggi: lantanidi (Bohr, 1923), transuranici (Seaborg, McMillan, 1940) Corpo nero: formiche, ragni e api a lavoro Wien - 1896 Paschen - 1897 Lummer e Pringsheim 18991900 Planck - 1900 Rayleigh e Jeans - 1905 Copisaldi della scienza nuova • Libertà e assenza di auctoritas - educazione al senso critico Or qui, prima ch’io passi più oltre, vi dico che, nelle cose naturali, l’autorità d’uomini non val nulla; ma voi, come legista, mostrate farne gran capitale: ma la natura, Signor mio, si burla delle costituzioni e decreti de i principi, degl’imperatori e de i monarchi, a richiesta de i quali ella non muterebbe un iota delle leggi e statuti suoi. Aristotele fu un uomo, vedde con gli occhi, ascoltò con gli orecchi, discorse col cervello. Io son uomo, veggo con gli occhi, e assai più che non vedde lui: quanto al discorrere, credo che discorresse intorno a più cose di me; ma se più o meglio di me, intorno a quelle che abbiamo discorso ambedue, lo mostreranno le nostre ragioni, e non le nostre autorità. [Galileo Galilei, Lettera a Francesco Ingoli in risposta alla Disputatio de situ et quiete Terrae, Terrae, (1624) in Le Opere, Opere, Vol. VI, p. 538. Copisaldi della scienza nuova – Libertà e assenza di auctoritas - educazione al senso critico (lettera a Ingoli e polemica con i “filosofi in libris”) – Comunicazione e libera circolazione delle idee – Intersoggettività come forma di oggettività – Rapporto con l’esperienza: non c’è spazio - almeno sul lungo periodo - per “Imposture intellettuali” (Sokal e Bricmont in Social Text vs. Jacques Lacan, Julia Kristeva, Luce Irigaray, Bruno Latour, Jean Baudrillard, Gilles Deleuze, Félix Guattari) – Non c’è distinzione tra naturale e artificiale – La natura è matrigna, indifferente La conoscenza scientifica è programmaticamente incompleta Estrema temerità mi è parsa sempre quella di coloro che vogliono far la capacità umana misura di quanto possa e sappia operar la natura, dove che, all’incontro, e’ non è effetto alcuno in natura, per minimo che e’ sia, all’intera cognizion del quale possano arrivare i più specolativi ingegni. [Galileo Galilei, Dialogo, Einaudi, Torino 1970, p. 125.] Ma allora: come agire affinché la coppia natura matrigna - scienza programmaticamente incompleta non generi il consenso popolare su descrizioni sostanzialmente inquietanti del rapporto che intercorre tra gli esseri umani, le indifferenti cose del mondo esterno e gli sviluppi tecnologici più imprevedibili? Dando spazio agli insegnamenti che da Galilei in poi rivendicano a gran voce il primato della ragione, la pazienza e la tenacia della ricerca “da bancone”, l’importanza di tenere vivo lo spirito critico, il dialogo aperto e tollerante, il senso di responsabilità dell’uomo che solo può basarsi sulla conoscenza e sulla cultura, la solidarietà leopardiana del genere umano tutto. Tutti appelli che trovano orecchie pronte ovunque fuorché nello “stupidissimo e stolidissimo volgo” e nella folla accademica dei “filosofi in libris”. Nel corso di alcuni recenti interventi, Freeman Dyson ha affermato, in tono semiserio, che gli scienziati possono essere divisi in due gruppi, da un lato gli uccelli e dall’altro le rane. Gli uccelli volano alto nell’aria e scrutano le vaste distese della scienza spingendo lo sguardo lontano, fino all’orizzonte. Prediligono i concetti che unificano i nostri modi di pensare e partendo da punti diversi del paesaggio riuniscono una molteplicità di problemi. Le rane invece vivono nel fango della terra e vedono solo i fiori che crescono nei pressi. Ebbene, utilizzando la tassonomia di Dyson, uno scienziato deve essere al tempo stesso una rana e un uccello. BIBLIOGRAFIA • P. Rossi (a cura di), Storia della Scienza Moderna e Contemporanea, UTET, Torino 1988. • N. Biggs, E. K. Lloyd, R. Wilson, Graph Theory, Oxford University Press, Oxford 1986. • T. Regge, G. P., Spazio, tempo e universo. Passato, presente e futuro della teoria della relatività, UTET, Torino 2003. • A. Pais, Inward Bound, of matter and forces in the Physical word, Oxford University Press, Oxford 1986. • L. Hoddeson, E. Braun, J. Teichmann, S. Weart, Out of the Crystal Maze. Chapters from the History of Solid-State Physics, Oxford University Press, Oxford 1992. • G. Peruzzi, S. Talas, Bagliori nel vuoto. Dall’Uovo elettrico ai raggi X: un percorso tra elettricità e pneumatica dal Seicento a oggi, Canova, Treviso 2004.