CONOSCERE MILANO QUARTIERE TORTONA Il distretto della produzione creativa 1 Con il progetto “Conoscere Milano” AIM e Urban Center hanno voluto diffondere la conoscenza del territorio metropolitano Milanese raccontando in 14 anni i cambiamenti e le trasformazioni in atto. Questo progetto propone per il 2016 l’attuale tema delle trasformazioni urbane dei quartieri milanesi, affrontando il caso del quartiere Tortona. Già nel 2003 con “Conoscere Milano 2003 - I luoghi della trasformazione. Via Savona, via Tortona e dintorni”, AIM aveva indagato ed analizzato i cambiamenti dell’area che, simbolo dell’industria italiana del dopoguerra, si è affermata dagli anni novanta in poi come polo artistico e creativo capace di attrarre capitale culturale e innovazione sinergica fra artisti, creatività ed impresa. L’edizione del 2016 di “Conoscere Milano - Quartiere Tortona: Il distretto della produzione creativa” rientra nella collana AIM e Urban Center, con la collaborazione dell’Associazione Tortona AreaLab e Zona 6 di Milano. Comitato Scientifico Carlo Berizzi - AIM Uberto Cajrati Crivelli - Ass. Tortona Area Lab Alfredo Spaggiari - Urban Center Gruppo di coordinamento e operativo Lorenza Torrani - AIM Federica Mameli - AIM Testi, ricerche, progetto grafico e fotografie Federico Aili Impaginazione e stampa Servoffset new srls AIM- Associazione Interessi Metropolitani Via San Vincenzo, 13 - Milano tel. 02 48 19 30 88 email: [email protected] www.aim.milano.it Urban Center del Comune di Milano Galleria Vittorio Emanuele 11/12 - Milano tel. 02 88 45 65 55 email: [email protected] www.comune.milano.it/urban_center Associazione Tortona Area Lab Via Tortona 37 tel. 3913216430 Crediti fotografici: immagine di copertina e immagine a pag. 24 in basso a destra - Oskar Da Riz Nella parte “Da campagna a distretto creativo” si è fatto riferimento alle ricerche e ai testi curati da Giovanni Di Leo nell’edizione “Conoscere Milano 2003 - I luoghi della trasformazione. Via Savona, via Tortona e dintorni” CONOSCERE MILANO QUARTIERE TORTONA Il distretto della produzione creativa Introduzione Milano sta attraversando un momento da tutti riconosciuto come particolarmente felice. Non è solo l’effetto di Expo: è la città italiana che più di tutte ha regito in modo dinamico ai cambiamenti, a volte traumatici, indotti dalla globalizzazione. La città si è trasformata rapidamente in relazione ai mutamenti del sistema produttivo, sociale e culturale. Negli ultimi 30 anni Milano è passata da uno dei più importanti poli industriali europei ad un’efficiente città dei servizi e, negli ultimi anni, a capitale della moda, della cultura e del sapere. Accanto a grandi progetti di trasformazione urbana, come Bicocca, Porta Nuova e CityLife, altri episodi legati al tema attuale del riuso dell’esistente hanno consentito alla città di assumere una dimensione metropolitana, connettendo locale e globale, e aumentando la qualità urbana. Tra le trasformazioni esemplari vi sono il quartiere Isola e Lambrate, ma soprattutto il distretto Tortona, in cui sono ancora leggibili le tracce del passato industriale recuperate per funzioni eccellenti, in continuità con la rinata area della Darsena. Alessandro Balducci Assessore all’Urbanistica, edilizia privata e agricoltura del Comune di Milano Con il progetto “Conoscere Milano” AIM e Urban Center hanno diffuso per più di 14 anni la conoscenza delle trasformazioni in atto nel territorio metropolitano milanese. Nel 2016 AIM intende investigare il tema del riuso urbano raccontando la trasformazione del distretto Tortona, già oggetto di studi nell’edizione di Conoscere Milano del 2003, che ha avuto nel 2015, anno di Expo, l’apertura di due luoghi eccellenti per la cultura milanese, i musei MUDEC e Armani/Silos, presentandosi come nuovo polo della produzione creativa. La trasformazione fatta per episodi nell’arco di trent’anni nell’area tra le vie Savona e Tortona ha anticipato il tema, ormai sull’agenda politica di tutti i paesi europei, del consumo zero di suolo mostrando tutte le potenzialità del riuso dell’esistente. Ne deriva un insieme complesso che comprende grandi società di servizi e spazi di coworking, colossi della moda e piccoli artigiani, nuovi insediamenti residenziali in spazi industriali con il recupero delle case operaie, in un insieme di grande vitalità e qualità abitativa. Carlo Berizzi Presidente AIM 5 Il distretto Tortona rappresenta, nelle dinamiche di rigenerazione urbana della città metropolitana milanese, un caso virtuoso di come il passato e la vocazione industriale si siano riadattate a nuovi usi legati alla cultura, all’innovazione e alla creatività. La sinergia tra gli investimenti pubblici e quelli privati ha consentito al quartiere di trasformarsi secondo una intuizione: quella di trasformare l’intera zona in nuovo polo creativo capace di attrarre nuova imprenditoria e produzione culturale. Oggi l’area ha ritrovato la sua identità con nuovi incubatori, start up, giovani talenti, grazie anche alla presenza di realtà eccellenti del mondo della produzione creativa come Armani con Teatro e Silos, lo spazio Base e il MUDEC all’interno delle acciaierie ex Ansaldo, o la Fondazione Ferrè. Il distretto Tortona è poi uno dei cuori pulsanti del Salone Internazionale del Mobile con la Tortona Design Week che rappresenta un evento di grande energia creativa e partecipazione: solo nell’edizione 2015 ha coinvolto 115.000 visitatori, 180 eventi con oltre 20 paesi rappresentati. Uberto Cajrati Crivelli Presidente Associazione Tortona Area Lab 1 Magna Pars Event Space 2 Forcella 5 3 Hotel Magna Pars Suites Milano 4 Superstudio 13 5 Galvanotecnica Bugatti 6 Tortona 25 - Sede Deloitte 7 Armani / Teatro 8 Armani / Silos 9 Ex Ansaldo 10 MUDEC 11 Superstudio Più 12 Opificio 31 13 MADA Building - Gfk 14 nhow Hotel 15 Tortona 37 Fondazione Gianfranco Ferrè 16 Ermenegildo Zegna Headquarters 17 Savona 97 r ola S via ona av ia S v Na e rand io G vigl 7 ri ola S via via ona v ogn rg Be av ia S one ri a orton via T a on vi ort aT Porta Genova Magna Pars Event 1 ex fabbrica di profumi, riconvertita nel 1992 in un prestigioso polo espositivo unico nel suo genere Armani / Teatro 7 2 3 Forcella 5 complesso mutlifunzionale che ospita uffici, laboratori e showroom legati al mondo dell’alta moda Hotel Magna Pars Suites Milano primo Hotel à Parfum italiano, sorge nella ex fabbrica di profumi della famiglia Martone Superstudio 13 4 6 9 nuova sede di Deloitte nel vecchio complesso delle Poste, realizzata dall’architetto Mario Cucinella spazio espositivo che raccoglie una selezione ragionata degli abiti disegnati nei quarant’anni di carriera dello stilista ex complesso industriale che accoglie oggi i laboratori del Teatro alla Scala, il nuovo spazio BASE, oltre al MUDEC MUDEC 10 ex fabbrica Barattini & C., il cui recupero conservativo è stato realizzato con la consulenza dell’architetto Luigi Caccia Dominioni Tortona 25 - Sede Deloitte Armani / Silos Ex Ansaldo primo edificio di studi flessibili per la moda e la pubblicità, aperto nel 1983 da Flavio Lucchini e Fabrizio Ferri Galvanotecnica Bugatti 5 8 teatro realizzato nel 2001 dall’architetto giapponese Tadao Ando Museo delle Culture e importante spazio espositivo all’interno dell’ex Ansaldo Superstudio Più 11 aperto dopo il successo di Superstudio è uno degli spazi clou delle location milanesi e del Fuorisalone 9 Opificio 31 12 13 antica corte di un opificio che ospita oggi attività artigianali tradizionali e nuovi spazi espositivi Mada Building - GfK inaugurata nel mese di marzo del 2015, è la nuova sede italiana del gruppo GfK nhow Hotel 14 vecchia fabbrica convertita a hotel e spazio multifunzionale ed espositivo Tortona 37 15 16 complesso multifunzionale che ospita al suo interno anche la Fondazione Gianfranco Ferrè Ermenegildo Zegna Headquarters nuova sede di Ermenegildo Zegna all’interno dell’ex Riva Calzoni con affaccio su Via Savona Savona 97 17 ex complesso industriale che ospita eccellenze del mondo della creatività, della moda e del design 1875: avvio del processo di urbanizzazione dell’area, nel tratto compreso tra la ferrovia e la Darsena, con la realizzazione di via Vigevano e viale Gorizia. 1903: espansione della città oltre la ferrovia e conversione dei lotti agricoli in nuovi isolati; i sentieri rurali diventano strade. 1965: tutti gli spazi adiacenti alla ferrovia vengono occupati da nuove costruzioni e via Solari diventa un’importante arteria urbana. Da campagna a distretto creativo Fino alla seconda metà dell’Ottocento, l’area si presentava come un pezzo di campagna a ridosso della città urbanizzata. Era attraversata dai corsi d’acqua del Naviglio Grande e dell’Olona ed era caratterizzata dalla lottizzazione agricola, con canali di irrigazione, percorsi e recinti dei campi. Con la costruzione della ferrovia per Vigevano e con la localizzazione della stazione di Porta Genova nel 1865, inizia ad avviarsi un processo di industrializzazione che si protrae fino agli anni Sessanta. La morfologia che si è sviluppata intorno alla ferrovia è caratterizzata da grandi isolati, di forma regolare, che si sono adattati all’urbanizzazione già esistente in prossimità dei bastioni spagnoli. Gli elementi preesistenti del paesaggio agrario, come cascine, rogge e confini dei campi, sono stati inglobati nella maglia delle strade ed ancora oggi è possibile ritrovare e leggere antiche giaciture e stratificazioni. Successivamente, con l’industrializzazione, si sono insediate nell’area di Savona - Tortona importanti industrie tra cui l’Ansaldo, la Ferro China Bisleri, la Riva Calzoni, la Richard Ginori, la General Electric, l’Osram, la Loro Parisini e la Nestlè. Alla diffusione delle industrie, caratterizzate tipologicamente da una corte intorno alla quale si organizzavano gli edifici e lo spazio libero centrale, si è accompagnata quella delle case operaie, con la creazione di un tessuto urbano fortemente caratterizzato, con isolati molto compatti, costruiti per fasi successive, e numerose “case di ringhiera”. Dalla fine degli anni Sessanta, in conseguenza alle trasformazioni del sistema produttivo ed in particolare dopo le crisi energetiche, le fabbriche delle aree vengono dismesse, lasciando vuoti immensi padiglioni e cortili. In pochi anni, molte industrie lasciano la zona, che assume l’aspetto di un angolo di città in fase di abbandono, con aree fino ad allora occupate che rimangono libere e senza nuove destinazioni. L’episodio che può essere considerato come l’avvio di una nuova fase storica per l’intera riqualificazione dell’area è l’ideazione di Superstudio, una struttura con spazi dedicati sia alla moda che alla fotografia, nota a livello internazionale, realizzato da Flavio Lucchini e Fabrizio Ferri nel 1983, recuperando le rimesse delle locomotive di Porta Genova, un capannone della 11 13 fabbrica di impianti galvanici Barattini & C. e i locali di un officina dismessa di biciclette. Dopo un paio d’anni Carlo Orsi, celebre fotografo, apre il suo atelier in via Tortona, nell’area precedentemente occupata da un sistema di officine che conserva ancora oggi una forte vocazione industriale grazie a un originale mix di funzioni legate al mondo dell’immagine e della produzione artigianale. Nel 1985, tra le vie Savona e Solari, il restauratore Luciano Formica trasforma una parte della fabbrica Bisleri in laboratorio per la sua attività. Da lì curerà, tra gli altri, il restauro dell’Arco di Trionfo e dell’ala Richelieu del Louvre di Parigi, della chiesa di Sant’Eustorgio, dell’Arco della Pace, delle Colonne di San Lorenzo, dell’Arengario a Milano e della Cappella Colleoni di Bergamo. Nel 1987 un altro grande nome della fotografia di moda, Giovanni Gastel, trasferisce il suo studio da via degli Olivetani in via Tortona, convertendo a nuovo uso un deposito di imballaggi. Il processo di riconversione dell’area prosegue con i Brancato che tasferiscono nella Bisleri la sartoria teatrale che ancora oggi realizza i più importanti abiti di scena per le rappresentazioni del Teatro alla Scala, dell’Opera di Parigi, del Opernhaus di Zurigo e del Colon di Buenos Aires. Le industrie vengono così ora riqualificate con nuovi usi di carattere culturale e creativo: si sono diffusi atelier, laboratori e incubatori d’arte attorno a cui si riuniscono numerosi artisti. Oggi musei come la Fondazione Ferrè, l’Armani / Silos, il MUDEC e gli spazi destinati agli allestimenti della Scala hanno scelto il quartiere per stabilirsi, sottolineando ancora una volta la sua vocazione culturale e artistica. L’evoluzione del quartiere, tuttora in corso, rappresenta quindi un caso originale di trasformazione urbana all’interno del contesto milanese. La presenza di vaste aree industriali abbandonate, unita a un’efficace promozione territoriale, ha infatti favorito un processo di trasformazione che si è sviluppato non tanto attraverso interventi istituzionali quanto piuttosto grazie a iniziative spontanee e pioneristiche (gli esempi più evidenti sono l’esperienza di Superstudio e le iniziative imprenditoriali della famiglia Cajrati Crivelli). Il carattere incrementale del processo di cambiamento, la costruzione di una forte identità territoriale e l’impiego di strategie di marketing urbano legate ai grandi eventi costituiscono gli aspetti più interessanti di questa evoluzione verso un distretto creativo riconosciuto in tutto il mondo come tale. Magna Pars Event Space Lo spazio per eventi Magna Pars Event Space in via Tortona 15 si sviluppa al piano terreno di una palazzina dei primi del Novecento. Sede in origine della fabbrica di profumi di proprietà della famiglia Martone, il complesso è stato completamente ristrutturato nel 1992, mantenendo le caratteristiche dell’edificio originale e reinterpretandole in chiave contemporanea. Grazie alle sue capacità ricettive, Magna Pars Event Space è una sorta di “cuore pulsante” di un quartiere che accosta la presenza di società innovative ad attività artigianali. La varietà dei materiali utilizzati come il cristallo, l’acciaio, il legno e il marmo, accostati in modo creativo e suggestivo, rendono lo spazio eventi unico nel suo genere e ancora oggi una delle più prestigiose location di Milano. Ogni ambiente è concepito in modo da essere polivalente e indipendente dal punto di vista funzionale e tecnologico. Magna Pars Event Space offre il meglio di sé quando gli ambienti vengono utilizzati sinergicamente, sfruttando il potenziale della struttura e dei servizi messi a disposizione dei clienti. Oggi, grazie al Magna Pars Suites Milano, si rinnova e amplia la propria offerta di prestigio internazionale. FOTO FOTO Forcella 5 Una delle prime trasformazioni all’interno del quartiere Tortona è rapprensentata dall’intervento di via Forcella 5. Il progetto, affidato all’architetto Antonio Citterio, preserva le strutture industriali esistenti, un tempo costituite da una torrefazione di caffè, ora trasformate in uffici, laboratori e showroom destinati ai grandi nomi della moda, tra cui Stella McCartney e Alexander McQueen. I volumi sono stati demoliti e ricostruiti sulle tracce di quelli esistenti, mantendendo la ciminiera orginaria, mentre il sistema dei percorsi, caratterizzato da passerelle e scale in acciaio zincato che attraversano gli spazi, è stato totalmente riconfigurato. La sobrietà dell’intervento si manifesta nell’uso dei vetri senza infissi e nell’assenza di cromatismo nelle parti esterne a cui ai profilati metallici si alternano l’intonaco grigio e il cemento. I sei edifici, che ospitano sedi di società legate alla moda e alla comunicazione, sono collegati da due corti a cui si alternano aree verdi. L’idea cardine di tutto il progetto di riqualificazione è stata quella di preservare il più possibile le caratteristiche dei fronti che si affacciano su strada e di creare, invece, all’interno spazi inattesi, originali e sofisticati. 15 Hotel Magna Pars Suites Milano L’Hotel cinque stelle Magna Pars Suites Milano, situato in via Forcella 6, rappresenta il primo caso di Hotel à Parfum nel mondo. La sua storia è unica: nel 1975 Roberto Martone trasforma la ditta farmaceutica di famiglia in un’azienda per la produzione di profumi legata alla moda italiana; nel 1987 traferisce lo stabilimento a Lodi e trasforma gli spazi tra Via Forcella e via Tortona reinvestendo in altre attività. Nasce così nel 1991 il Magna Pars Event Space, prestigiosa location milanese, mentre nel 2013 la restante parte del complesso viene convertita in un hotel di lusso con trentanove suites che, in linea con la storia del profumo, si ispirano e prendono il nome da specifiche note olfattive. Gli elementi industriali sono stati valorizzati, la facciata in cristallo introietta i vecchi edifici che lo circondano, mentre gli ambienti interni sono stati progettati con cura e sobrietà, lasciando all’olfatto il ruolo da protagonista. Un elegante giardino interno conferisce un’atmosfera fatta di luce, silenzio e tranquillità. Fanno parte del complesso anche il Ristorante Da Noi In e il Perfume Laboratory LabSolue, situato all’interno dell’Hotel. Superstudio 13 All’interno dell’area cortilizia dei capannoni compresi tra il numero civico 7 e il numero 13 di via Forcella sorge Superstudio. Fino agli anni ‘50, i capannoni erano adibiti alla produzione di macchinari e componenti elettriche della CGE per poi essere utilizzati come deposito e vendita all’ingrosso di frutta secca. All’inizio degli anni ‘80, con l’allontanarsi delle attività industriali, i capannoni furono messi in vendita e inziò il cambiamento. Flavio Lucchini, editore e art director, pensò che i capannoni di via Forcella fossero il posto ideale per creare studi attrezzati flessibili e innovativi al servizio dell’ immagine della moda che si stava affermando di pari passo al Made in Italy. All’idea si associò Fabrizio Ferri, fotografo che collaborava alle testate di Lucchini, e insieme decisero di tentare l’avventura di Superstudio, come risposta alle nuove esigenze della moda e della fotografia. Nel 1990 i due soci sciolsero la società e crearono negli spazi adiacenti due società indipendenti: Superstudio 13 e Industria Superstudio. Oggi l’area è un riferimento per tutti i creativi, un luogo di eccellenza e modello per iniziative analoghe in altre capitali internazionali della moda. 17 Galvanotecnica Bugatti Dietro lo scalo ferroviario, nell’affascinante percorso tra gli stabilimenti recuperati, si trovano gli spazi che portano il nome di Galvanotecnica Bugatti, in memoria di un passato di famiglia nell’imprenditoria galvanica. In uno stabile del primo ’900, in via Bugatti 5 e 7, si era infatti insediata la fabbrica Barattini & C., che realizzava impianti per la cromatura, nichelatura e zincatura richiesti dall’industria automobilistica dell’epoca e dalla produzione di mobili in metallo. Le sale dell’ex complesso industriale, oggi palcoscenico ideale per arte, moda e design, si snodano intorno al cortile dominato dagli inconfondi­bili silos: la Sala con le colonne in ghisa, le Sale del carroponte e del­la bilancia, i vecchi laboratori di chimica e la Sala da ballo, ex magazzi­no, che ha visto danzare per anni l’étoile Alessandra Ferri, infine il Bar Bugatti, oasi di pace nella città frenetica. Lo spirito conservativo nel recupero architettonico, voluto da Bru­nella Barattini nel 1996 e realizzato con la consulen­ za artistica dell’architetto Luigi Caccia Dominioni, ha permesso di tramandare l’anima industriale del quadrilatero di via Bu­gatti e di farne un sito tra i più poliedrici della scena urbana milanese. Tortona 25 - Sede Deloitte Situata nel vecchio edificio delle Poste, all’angolo tra via Bergognone e via Tortona, la sede di Deloitte è tra i primi progetti realizzati a Milano da Hines Italia, la società che ha successivamente sostenuto la trasformazione dell’area di Porta Nuova. Il progetto, sviluppato dall’architetto Cucinella tra il 2001 e il 2004, ha riguardato la riqualificazione di quattro stabili per uffici degli anni ‘60 e un cortile interno, per un’area complessiva di 25.000 mq. La scelta progettuale caratterizzante è stata il trattamento degli edifici come un unico blocco urbano.Più nel dettaglio, i principali elementi della trasformazione sono stati: la realizzazione di un nuovo ingresso a tutta altezza con accesso diretto dalla strada, la riprogettazione del cortile con l’aggiunta di una grande copertura in vetro, la ristrutturazione delle facciate esistenti e la realizzazione di una nuova superficie vetrata per l’edificio a nove piani che dà su via Bergognone. Nel 2015 Deloitte ha inaugurato al suo interno anche la Greenhouse, la nuova realtà multifunzionale che nasce come ambiente finalizzato a stimolare nuove idee, animare incontri e condividere nuove soluzioni grazie alla tecnologia. 19 Armani / Teatro Il complesso di via Bergognone 59 è il vasto spazio dove, nel 2001, lo stilista ha trasferito show-room, uffici commerciali e il teatro per le sfilate. La struttura, a due piani, occupa una superficie di 3.400 mq ed era in precedenza occupato dalla storica fabbrica della Nestlé, dismessa da anni. Il progetto rappresenta il primo esempio, a Milano, di architettura industriale riqualificata ad uso di carattere culturale e artistico. La scelta progettuale è stata quella di preservare l’originario involucro edilizio, tanto che il grande ingresso è l’unica testimonianza del lavoro di riqualificazione visibile dall’esterno. L’intervento più prestigioso in quest’area è stato affidato a Tadao Ando ed è il luogo dove periodicamente lo stilista presenta il suo lavoro: il teatro, ossia lo spazio, destinato alle sfilate o a proiezioni speciali. Il gusto per la semplicità e la purezza nel design emerge dalla combinazione sapiente di cemento, pietra, acqua e luce, elementi ricorrenti nelle opere dell’architetto giapponese. Il risultato è la creazione di uno spazio sospeso e scenografico, a cominciare dal lungo corridoio, ritmato da una serie di pilastri centrali, e illuminato a filo del pavimento e da luci puntuali posizionate sulla sommità delle colonne. 21 Il corridoio conduce all’ampio foyer, definito da una ‘vela’ di cemento aerea e inclinata che accompagna all’interno del teatro, nascondendo gli spazi di servizio. A lato della sala, una dining room di 450 mq e destinata anche a mostre e presentazioni si affaccia su un suggestivo specchio d’acqua, visibile attraverso l’ampia vetrata del corridoio che lascia penetrare la luce naturale. Nonostante la presenza di diverse funzioni, il complesso mantiene l’uniformità dell’insieme grazie a interventi che donano continuità tra gli ambienti. Gli spazi sono visitabili dal pubblico solo in occasione degli eventi organizzati dalla Maison. Armani / Silos Inaugurato in occasione dei 40 anni di carriera di Giorgio Armani, e in concomitanza con Expo 2015, l’Armani / Silos sorge in via Bergognone 40, di fronte al già esistente Armani / Teatro. Costruito nel 1950 per la conservazione dei cereali, l’edificio – a seguito dell’intervento di ristrutturazione – si sviluppa su quattro livelli per una superficie di circa 4.500 mq. Proprio il suo precedente uso ha suggerito a Giorgio Armani l’idea di chiamarlo “Silos”. Il complesso ospita oggi una selezione delle creazioni dello stilista, organizzata non in ordine cronologico ma seguendo alcuni temi specifici che ispirano il suo lavoro e che ne raccontano la storia e l’estetica. Lo spazio espositivo permanente è organizzato su quattro piani e ad ognuno di essi corrisponde un diverso tema: il primo piano è riservato al tema “daywear”, il secondo al tema “esotismi”, il terzo e il quarto rispettivamente a “cromatismi” e “luce”. La collezione vanta 600 abiti e 200 accessori delle collezioni Giorgio Armani dal 1980 ad oggi. Lo stilista stesso ha immaginato e seguito direttamente il progetto. La ricerca di semplicità, la predilezione FOTO 23 per le forme geometriche regolari e il desiderio di uniformità hanno dato vita a un’architettura sobria e monumentale allo stesso tempo. Ordine e rigore sono le parole chiave dell’intervento di ristrutturazione, rafforzando l’identificazione tra il nuovo spazio espositivo e la filosofia estetica di Armani, che si contraddistingue per la ricerca dell’essenzialità. Il progetto ha conservato l’involucro originale a forma di alveare, con una caratteristica finestra a nastro che ne disegna il perimetro e ne definisce la massa compatta. All’interno gli spazi si articolano attorno a una corte aperta a tripla altezza, sulla quale si affacciano due livelli laterali. Una scala centrale collega i quattro piani e lascia percepire l’altezza dell’edificio e le dimensioni della struttura. I soffitti dipinti di nero contrastano con i pavimenti in cemento grigio e le pareti intonacate con toni neutri. L’Armani / Silos propone, oltre all’esposizione, un gift shop, una caffetteria e l’archivio digitale che si avvale di un sistema di catalogazione unico ed è consultabile gratuitamente. Diventa dunque non solo un museo che illustra l’esperienza professionale dello stilista, ma anche uno spazio vivo e aperto, vetrina di nuovi orientamenti e stili. Ex Ansaldo Situato tra le vie Bergognone, Tortona e Stendhal, questo enorme spazio industriale di 70.000 mq viene occupato dalle acciaierie Ansaldo a partire dagli anni ‘60 per la produzione di locomotive, carrozze ferroviarie e tramvie. Dopo la progressiva ma totale dismissione avvenuta negli anni ‘80, il Comune di Milano decide di comprare l’area nel 1989 con il vincolo di utilizzo a servizi culturali. L’obiettivo era quello di creare un polo alternativo al centro in un’area con un forte potenziale da riqualificare. Nel 2000 l’architetto David Chipperfield vince il concorso internazionale per la Città delle Culture, mantenendo esternamente l’immagine consolidata della struttura e inserendo due nuovi volumi al centro del complesso. Gli interventi prevedevano la ristrutturazione di alcuni corpi di fabbrica, la creazione di nuovi collegamenti verticali e orizzontali e la costruzione di due nuovi edifici: il primo è destinato al Museo delle Culture (MUDEC), che oltre agli spazi espositivi ospita anche gli eventi organizzati dal Forum delle Culture, espressione delle associazioni delle comunità migranti della città, mentre il secondo è dedicato al Museo del Teatro delle marionette, che conserva ed espone la collezione di ma- 25 rionette di proprietà della Civica Scuola “Paolo Grassi” in cui si trovano pezzi unici realizzati nel XVIII secolo. Nell’area dell’ex Ansaldo si trovano anche altre realtà, legate al mondo della cultura e dell’arte. Nel 2001 infatti il Teatro alla Scala trasferisce da Bovisa i suoi laboratori di sartoria, scenografia e falegnameria, occupando un’area di 20.000 mq. suddiviso in tre padiglioni. Questo spazio ospita la maggior parte delle lavorazioni artigianali degli allestimenti scenici, la sala prove per il coro e uno spazio scenico per le prove di regia. Altri 14.000 mq delle ex acciaierie sono stati riservati a laboratori, spazi creativi ed eventi. Nell’ ex stecca delle acciaierie trovano spazio “Mudec Academy”, accademia di alta Formazione nei settori della cultura, alta moda, design, food turismo e digitale, e il progetto “BASE”, lo spazio ibrido pensato per la cultura e la creatività a Milano che si sviluppa su 2.000 mq destinati a coworking, piccole produzioni, piattaforme, eventi, concerti e incontri letterari. Inoltre la presenza di un ostello, un ristorante e spazi di interazione per i più giovani rendono BASE un luogo dove si lavora, si impara e ci si diverte allo stesso tempo. MUDEC Il MUDEC si trova all’interno di alcuni spazi un tempo occupati dalle acciaierie Ansaldo ed è parte fondante del suo processo di riqualificazione. Nel 1999 l’amministrazione comunale ha indetto un concorso per un campus museale, la “Città delle Culture”, da realizzare all’interno della ex complesso industriale. Il progetto dell’architetto Chipperfield, vincitore del concorso, mantiene inalterato il fronte esterno della fabbrica e sviluppa un nuovo edificio, dedicato alle Raccolte Civiche Extraeuropee, situato nella corte centrale e il cui cuore è l’ Agora, uno spazio con pareti vetrate opalescenti che rappresenta una piazza interna a cui si accede attraverso una lunga e scenografica scala. Al volume luminoso si contrappongono le scatole stereometriche opache che ospitano gli spazi espositivi. Il MUDEC offre al visitatore e alla città una molteplicità di proposte culturali e servizi, distribuiti su 17.000 mq, offerti grazie all’inedita collaborazione tra Comune di Milano e “Sole 24Ore Cultura”. L’area espositiva al primo piano ospita la “Collezione permanente” e mostre temporanee; l’Auditorium, i depositi visitabili contenenti le Raccolte Extraeuropee del Comune di Milano e la Sala delle Culture “Khaled al-Assad” completano l’offerta. Superstudio Più Superstudio Più nasce nel 2000 come centro aperto alle esigenze della creatività, dando il via alla riqualificazione dell’area oltre via Bergognone. Ancora una volta è stato Lucchini, con la moglie Gisella Borioli, a intuire che lo spazio di fronte all’Ansaldo poteva diventare un altro polo al servizio della città. Il complesso presentava la tipica struttura della fabbrica, con capannoni a shed appoggiati su lunghe file di pilastri. La ristrutturazione è avvenuta per zone: dapprima è stato il grande capannone centrale ad essere abbattuto nel mezzo e ricostruito senza pilastri, con solo quattro sottili colonne di ferro in grado di sostenere un nuovo tetto piano a 11 metri di altezza, creando una superficie libera sottostante di circa 2500 mq. In seguito sono stati ricostruiti o ristrutturati tutti gli altri padiglioni. Superstudio Più è un grande contenitore multifunzionale e flessibile che ospita grandi eventi, mostre, convention, fiere, sfilate, in un mix cultural-commerciale. Gli spazi sono infatti ideali anche come teatri di posa per foto, video e ogni tipo di esigenza creativa. Ancora oggi Superstudio Più rappresenta il punto di riferimento per eccellenza per le manifestazioni legate al Fuorisalone e alla Fashion Week. 27 Opificio 31 In via Tortona 31, proprio di fronte al MUDEC, si trova un ex opificio inserito in una corte che accoglie oggi diverse funzioni e attività. Il complesso ha sempre avuto una vocazione manifatturiera a supporto dei grandi stabilimenti industriali presenti nell’area, in particolare l’Ansaldo. Tuttavia a partire dagli anni ‘70 alcune importanti trasformazioni hanno radicalmente mutato i caratteri del complesso, in continuità con i cambiamenti che stavano interessando la zona. Con la progressiva dismissione industriale alcuni spazi del complesso vengono infatti occupati da piccole attività artigianali, legate soprattutto alla riparazione di automobili, e successivamente da alcuni fotografi che vi trasferiscono i propri laboratori. Oggi il complesso conta in tutto una trentina di spazi, divisi tra attività artigianali ancora presenti, negozi di moda, showroom e spazi espostivi legati alla moda e al design; circa una decina di essi sono in affitto temporaneo e durante il Fuori Salone costituiscuno un piccolo villaggio espositivo. L’Opificio 31 rappresenta quindi un chiaro esempio delle dinamiche di trasformazione del quartiere Tortona e dei nuovi caratteri che sta assumendo. nhow Hotel Il nhow Hotel Milano si trova nel polo milanese della creatività, in via Tortona 35. Progettato dall’architetto Daniele Beretta e arredato dall’interior designer Matteo Thun, l’hotel sorge dalla vecchia fabbrica della General Electric, ristrutturata e riconvertita come spazio multifunzionale. Lo stile è eclettico e gli spazi ospitano anche pezzi d’arte e di design. Il pavimento in cemento richiama e omaggia la precedente funzione industriale dell’edificio. In particolare, nella zona ascensori della hall, la porzione di pavimento a vetro consente di vedere le fondamenta originali della fabbrica. L’uso del colore è una costante di tutto l’intervento, al punto che ogni piano dell’hotel è associato ad un colore differente. Suggestivo è anche il layout funzionale di ogni camera che, prendendo spunto dal loft americano, non ha ambienti rigidamente divisi. Le strutture portanti in ferro del vecchio edificio industriale sono state lasciate intatte, creando un piacevole contrasto con il bianco delle pareti e i vetri colorati delle finestre. Durante l’anno l’hotel ospita, per tutti i quattro piani della sua struttura, due mostre di arte e design della durata di cinque mesi ciascuna. 29 MADA Building - GfK Situato al numero 33 di via Tortona, il MADA Building è tra le novità architettoniche più recenti nel quartiere. Inaugurato a marzo 2015, l’edificio è di proprietà di BNP Paribas REIM SGR e ospita l’headquarter italiano di GfK, gruppo leader a livello globale nelle ricerche di mercato, sui consumatori e sulla distribuzione. L’edificio, frutto di un complesso intervento di ristrutturazione, rappresenta un’opera all’avanguardia sotto il profilo architettonico e tecnologico, con alte prestazioni in termini di comfort e di consumi energetici. Lo studio di architettura milanese Il Prisma, incaricato dell’intervento di riqualificazione, dal concept fino alla gestione delle opere di costruzione, ha lavorato con approccio multidisciplinare e multifunzionale, puntando sull’innovazione e la sostenibilità e consentendo all’edificio di ottenere la prestigiosa certificazione LEED Platinum. Innovativa è anche la concezione degli spazi interni, progettati in ottica “Smart Working”, ovvero tenendo conto sia della filosofia e dei valori dell’azienda che dei desideri dei dipendenti e del benessere dei collaboratori. Tortona 37 - Fondazione Gianfranco Ferrè Il complesso di via Tortona 37 è composto da cinque edifici realizzati dall’architetto Matteo Thun tra il 2003 e il 2009, ed è situato all’interno di una vecchia area industriale di 25.000 mq, da anni dismessa e in seguito bonificata. Gli edifici, disposti a corte su un giardino dal cuore alberato, si sviluppano su sei livelli e presentano una pianta rettangolare aperta, permettendo così la doppia esposizione a tutte le unità interne. In facciata un reticolo bianco aggettante, intervallato da grandi bow-window con doghe di legno, incornicia le ampie vetrate dell’intero complesso e collega tra loro gli edifici. In copertura terrazze panoramiche offrono un’inedita vista sul quartiere Tortona. All’interno ogni unità presenta un mezzanino che offre la massima versatilità, con una flessibilità degli spazi che diventa sostenibilità d’uso nel tempo. Oltre a recuperare un’area dismessa e a favorire il mix di usi differenti, Tortona 37 Multi-Purpose Complex è anche estremamente virtuoso dal punto di vista energetico, grazie all’impiego di tecnologie innovative (su tutte il geotermico) e di un’architettura attentamente coordinata con il sistema degli impianti. All’interno del complesso si trova anche 31 la Fondazione Gianfranco Ferré. Organizzata su due livelli, un piano terra e due soppalchi, si caratterizza per uno stile razionale, ma allo stesso tempo raffinato ed elegante. La configurazione degli spazi e la loro definizione estetica rendono la Fondazione un luogo “autenticamente Ferré”, grazie sia ai volumi nitidi che alle altezze imponenti e alle scelte cromatiche. Al suo interno presenta un alto grado di multifunzionalità, con aree di lavoro e spazi dedicati a incontri, conferenze, esposizioni e alla conservazione della documentazione storica. La luce che entra dalle vetrate a tutta altezza insieme agli oggetti lasciati da Ferré connotano e arricchiscono lo spazio, e consentono al visitatore di ritrovare appieno il suo stile. Tra gli oggetti, i pezzi da lui stesso disegnati, come il grande tavolo in lamiera di ferro su cui lavorava e pezzi delle sue numerose collezioni, testimoniando così la sua complessa personalità e una formazione culturale che ha spaziato dall’architettura alla moda e al design. Il progetto della Fondazione è stato affidato a Franco Raggi, il compagno di università, l’amico architetto, a cui in passato Ferrè aveva affidato la realizzazione di altri uffici e del suo headquarter. Savona 97 Situato all’interno dell’ ex azienda Schlumberger, il complesso è stato recuperato a partire dagli anni ‘90 da un gruppo di immobiliaristi, che hanno trasformato la vecchia fabbrica di 25.000 mq in un centro creativo che riunisce al suo interno il mondo del design, della moda, dell’arte, della fotografia e della pubblicità. Il complesso è composto da diversi shed che, oltre ad accogliere gli spazi di numerose eccellenze nazionali e internazionali, ospitano anche alcune abitazioni e showroom. Sul confine sud si trova anche un edificio multifunzionale, realizzato dal gruppo Dordoni Architetti e visibile dalla vicina piazza Berlinguer. La struttura è volutamente semplice ma estremamente razionale, conformandosi all’eleganza non ostentata degli edifici destinati al mondo della moda milanese. Pur rifuggendo da soluzioni architettoniche spettacolari, la struttura si caratterizza per l’essenzialità nella forma e la funzionalità nella distribuzione degli ambienti. L’uso dei materiali di rivestimento (pannelli di cemento grigio, lamiera piegata forata scura e vetrate riflettenti) mostra le sue qualità architettoniche. 33 Ermenegildo Zegna Headquarters Gli Headquarters Ermenegildo Zegna occupano una parte della ex fabbrica della Riva Calzoni, riconvertita in spazi della produzione creativa. Il nuovo complesso ospita gli uffici dell’azienda, gli showroom e un teatro. Le condizioni della struttura esistente hanno portato gli architetti Citterio e Viel, con Beretta Associati, a sostituire il vecchio edificio con uno completamente nuovo, di 8.000 mq, che evoca la precedente fabbrica: viene infatti ripreso l’andamento della copertura a shed mentre la composizione architettonica rispecchia l’identità del nucleo di cui fa parte. L’ingresso su via Savona è concepito come cornice che svela un giardino interno, la cui funzione è quella di illuminare gli ambienti interni. Sempre per ragioni di illuminazione la struttura dell’edificio è stata realizzata in acciaio e vetro. Il corpo di collegamento dopo l’ingresso, a tripla altezza, funge da spazio di distribuzione grazie a rampe e passerelle che collegano il blocco showroom con gli uffici, e che richiamano le passerelle volute negli anni Trenta dal fondatore del lanificio per la visita dei reparti. Negli anni gli Headquarters si sono arricchiti di opere d’arte contemporanea legate ai diversi progetti promossi dal Gruppo Zegna. 35 AIM è un’associazione culturale privata nata nel 1987 grazie all’impegno di un gruppo di imprese e banche milanesi con l’obiettivo di sostenere Milano nel suo sviluppo culturale, sociale ed economico. Ciò avviene attraverso pubblicazioni, attuazione di progetti e iniziative per il pubblico. Le linee di azione di AIM sono principalmente lo studio e la ricerca sulla realtà milanese e le sue peculiarità ed esigenze, oltre alla realizzazione di progetti concreti nel campo della cultura, della società, del territorio e dell’arte. Nel 2016 i soci di AIM sono: A2A, Intesa Sanpaolo, Gruppo Bancario Credito Valtellinese, Fondazione 3M e Scenari Immobiliari. Urban Center del Comune di Milano è stato inaugurato nel 2001 e ha l’obiettivo primario di comunicare ai cittadini le grandi trasformazioni che interessano il loro territorio ed illustrare le politiche urbanistiche e le forme attuative che l’Amministrazione comunale mette in atto per realizzarle. Urban Center è centro di confronto, dibattito e approfondimento per le tematiche dell’architettura, della sociologia, dell’economia e delle scienze ambientali. L’attività di Urban Center si svolge attraverso esposizioni di progetti e realizzazioni, conferenze, workshop negli spazi in Galleria Vittorio Emanuele. L’Associazione Tortona Area Lab ha come missione la valorizzazione e promozione della zona Tortona, cuore pulsante del circuito del design e della moda a Milano, che si è arricchito recentemente con la presenza di prestigiose realtà museali e culturali quali il Mudec, il Museo Armani e il nuovo progetto Base Milano. Da molti anni l’Associazione promuove la valorizzazione della zona attraverso l’organizzazione di attività di carattere artistico nell’ambito del design e della moda, così come di iniziative sociali di grande partecipazione di pubblico. Tra queste la Tortona Design Week, punto di riferimento immancabile del Fuorisalone, e altre manifestazioni culturali in collaborazione con il Politecnico di Milano e le scuole di design. copia omaggio Copyright: AIM, MIlano 2016 CONOSCERE MILANO QUARTIERE TORTONA Il distretto della produzione creativa Con la collaborazione di Con la partecipazione di