conoscere milano - Associazione Interessi Metropolitani

CONOSCERE
MILANO
QUARTIERE TORTONA
Il distretto della
produzione creativa
1
Con il progetto “Conoscere Milano” AIM e Urban Center hanno voluto diffondere la
conoscenza del territorio metropolitano Milanese raccontando in 14 anni i cambiamenti
e le trasformazioni in atto. Questo progetto propone per il 2016 l’attuale tema delle
trasformazioni urbane dei quartieri milanesi, affrontando il caso del quartiere Tortona. Già
nel 2003 con “Conoscere Milano 2003 - I luoghi della trasformazione. Via Savona, via
Tortona e dintorni”, AIM aveva indagato ed analizzato i cambiamenti dell’area che, simbolo
dell’industria italiana del dopoguerra, si è affermata dagli anni novanta in poi come polo
artistico e creativo capace di attrarre capitale culturale e innovazione sinergica fra artisti,
creatività ed impresa.
L’edizione del 2016 di “Conoscere Milano - Quartiere Tortona: Il distretto della produzione
creativa” rientra nella collana AIM e Urban Center, con la collaborazione dell’Associazione
Tortona AreaLab e Zona 6 di Milano.
Comitato Scientifico
Carlo Berizzi - AIM
Uberto Cajrati Crivelli - Ass. Tortona Area Lab
Alfredo Spaggiari - Urban Center
Gruppo di coordinamento e operativo
Lorenza Torrani - AIM
Federica Mameli - AIM
Testi, ricerche, progetto grafico e fotografie
Federico Aili
Impaginazione e stampa
Servoffset new srls
AIM- Associazione Interessi Metropolitani
Via San Vincenzo, 13 - Milano
tel. 02 48 19 30 88
email: [email protected]
www.aim.milano.it
Urban Center del Comune di Milano
Galleria Vittorio Emanuele 11/12 - Milano
tel. 02 88 45 65 55
email: [email protected]
www.comune.milano.it/urban_center
Associazione Tortona Area Lab
Via Tortona 37
tel. 3913216430
Crediti fotografici: immagine di copertina e immagine a pag. 24 in basso a destra - Oskar Da Riz
Nella parte “Da campagna a distretto creativo” si è fatto riferimento alle ricerche e ai testi curati da Giovanni Di
Leo nell’edizione “Conoscere Milano 2003 - I luoghi della trasformazione. Via Savona, via Tortona e dintorni”
CONOSCERE MILANO
QUARTIERE TORTONA
Il distretto della
produzione creativa
Introduzione
Milano sta attraversando un momento
da tutti riconosciuto come particolarmente
felice. Non è solo l’effetto di Expo: è la
città italiana che più di tutte ha regito in
modo dinamico ai cambiamenti, a volte
traumatici, indotti dalla globalizzazione.
La città si è trasformata rapidamente
in relazione ai mutamenti del sistema
produttivo, sociale e culturale. Negli
ultimi 30 anni Milano è passata da uno
dei più importanti poli industriali europei
ad un’efficiente città dei servizi e, negli
ultimi anni, a capitale della moda, della
cultura e del sapere. Accanto a grandi
progetti di trasformazione urbana,
come Bicocca, Porta Nuova e CityLife,
altri episodi legati al tema attuale del
riuso dell’esistente hanno consentito
alla città di assumere una dimensione
metropolitana, connettendo locale e
globale, e aumentando la qualità urbana.
Tra le trasformazioni esemplari vi
sono il quartiere Isola e Lambrate, ma
soprattutto il distretto Tortona, in cui sono
ancora leggibili le tracce del passato
industriale recuperate per funzioni
eccellenti, in continuità con la rinata area
della Darsena.
Alessandro Balducci
Assessore all’Urbanistica, edilizia privata e
agricoltura del Comune di Milano
Con il progetto “Conoscere Milano”
AIM e Urban Center hanno diffuso
per più di 14 anni la conoscenza delle
trasformazioni in atto nel territorio
metropolitano milanese. Nel 2016 AIM
intende investigare il tema del riuso
urbano raccontando la trasformazione
del distretto Tortona, già oggetto di studi
nell’edizione di Conoscere Milano del
2003, che ha avuto nel 2015, anno di
Expo, l’apertura di due luoghi eccellenti
per la cultura milanese, i musei MUDEC
e Armani/Silos, presentandosi come
nuovo polo della produzione creativa.
La trasformazione fatta per episodi
nell’arco di trent’anni nell’area tra le vie
Savona e Tortona ha anticipato il tema,
ormai sull’agenda politica di tutti i paesi
europei, del consumo zero di suolo
mostrando tutte le potenzialità del riuso
dell’esistente. Ne deriva un insieme
complesso che comprende grandi
società di servizi e spazi di coworking,
colossi della moda e piccoli artigiani,
nuovi insediamenti residenziali in spazi
industriali con il recupero delle case
operaie, in un insieme di grande vitalità e
qualità abitativa.
Carlo Berizzi
Presidente AIM
5
Il distretto Tortona rappresenta, nelle
dinamiche di rigenerazione urbana della
città metropolitana milanese, un caso
virtuoso di come il passato e la vocazione
industriale si siano riadattate a nuovi usi
legati alla cultura, all’innovazione e alla
creatività. La sinergia tra gli investimenti
pubblici e quelli privati ha consentito al
quartiere di trasformarsi secondo una
intuizione: quella di trasformare l’intera
zona in nuovo polo creativo capace di
attrarre nuova imprenditoria e produzione
culturale. Oggi l’area ha ritrovato la
sua identità con nuovi incubatori, start
up, giovani talenti, grazie anche alla
presenza di realtà eccellenti del mondo
della produzione creativa come Armani
con Teatro e Silos, lo spazio Base e
il MUDEC all’interno delle acciaierie
ex Ansaldo, o la Fondazione Ferrè. Il
distretto Tortona è poi uno dei cuori
pulsanti del Salone Internazionale del
Mobile con la Tortona Design Week
che rappresenta un evento di grande
energia creativa e partecipazione: solo
nell’edizione 2015 ha coinvolto 115.000
visitatori, 180 eventi con oltre 20 paesi
rappresentati.
Uberto Cajrati Crivelli
Presidente Associazione Tortona Area Lab
1
Magna Pars Event Space
2
Forcella 5
3
Hotel Magna Pars Suites
Milano
4
Superstudio 13
5
Galvanotecnica Bugatti
6
Tortona 25 - Sede Deloitte
7
Armani / Teatro
8
Armani / Silos
9
Ex Ansaldo
10
MUDEC
11
Superstudio Più
12
Opificio 31
13
MADA Building - Gfk
14
nhow Hotel
15
Tortona 37 Fondazione Gianfranco Ferrè
16
Ermenegildo Zegna
Headquarters
17
Savona 97
r
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7
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Porta
Genova
Magna Pars Event
1
ex fabbrica di profumi,
riconvertita nel 1992 in un
prestigioso polo espositivo
unico nel suo genere
Armani / Teatro
7
2
3
Forcella 5
complesso mutlifunzionale
che ospita uffici, laboratori e
showroom legati al mondo
dell’alta moda
Hotel Magna Pars
Suites Milano
primo Hotel à Parfum italiano,
sorge nella ex fabbrica di
profumi della famiglia Martone
Superstudio 13
4
6
9
nuova sede di Deloitte nel
vecchio complesso delle Poste,
realizzata dall’architetto Mario
Cucinella
spazio espositivo che
raccoglie una selezione
ragionata degli abiti disegnati
nei quarant’anni di carriera
dello stilista
ex complesso industriale che
accoglie oggi i laboratori del
Teatro alla Scala, il nuovo
spazio BASE, oltre al MUDEC
MUDEC
10
ex fabbrica Barattini & C., il cui
recupero conservativo è stato
realizzato con la consulenza
dell’architetto Luigi Caccia
Dominioni
Tortona 25 - Sede Deloitte
Armani / Silos
Ex Ansaldo
primo edificio di studi flessibili
per la moda e la pubblicità,
aperto nel 1983 da Flavio
Lucchini e Fabrizio Ferri
Galvanotecnica Bugatti
5
8
teatro realizzato nel 2001
dall’architetto giapponese
Tadao Ando
Museo delle Culture e
importante spazio espositivo
all’interno dell’ex Ansaldo
Superstudio Più
11
aperto dopo il successo di
Superstudio è uno degli spazi
clou delle location milanesi e
del Fuorisalone
9
Opificio 31
12
13
antica corte di un opificio che
ospita oggi attività artigianali
tradizionali e nuovi spazi
espositivi
Mada Building - GfK
inaugurata nel mese di marzo
del 2015, è la nuova sede
italiana del gruppo GfK
nhow Hotel
14
vecchia fabbrica convertita a
hotel e spazio multifunzionale
ed espositivo
Tortona 37
15
16
complesso multifunzionale che
ospita al suo interno anche la
Fondazione Gianfranco Ferrè
Ermenegildo Zegna
Headquarters
nuova sede di Ermenegildo
Zegna all’interno dell’ex Riva
Calzoni con affaccio su Via
Savona
Savona 97
17
ex complesso industriale che
ospita eccellenze del mondo
della creatività, della moda e
del design
1875: avvio del processo di urbanizzazione dell’area, nel tratto compreso tra la ferrovia e la Darsena, con la
realizzazione di via Vigevano e viale Gorizia.
1903: espansione della città oltre la ferrovia e conversione dei lotti agricoli in nuovi isolati; i sentieri rurali
diventano strade.
1965: tutti gli spazi adiacenti alla ferrovia vengono occupati da nuove costruzioni e via Solari diventa
un’importante arteria urbana.
Da campagna a distretto creativo
Fino alla seconda metà dell’Ottocento,
l’area si presentava come un pezzo
di campagna a ridosso della città
urbanizzata. Era attraversata dai corsi
d’acqua del Naviglio Grande e dell’Olona
ed era caratterizzata dalla lottizzazione
agricola, con canali di irrigazione,
percorsi e recinti dei campi. Con la
costruzione della ferrovia per Vigevano
e con la localizzazione della stazione di
Porta Genova nel 1865, inizia ad avviarsi
un processo di industrializzazione che
si protrae fino agli anni Sessanta. La
morfologia che si è sviluppata intorno
alla ferrovia è caratterizzata da grandi
isolati, di forma regolare, che si sono
adattati all’urbanizzazione già esistente
in prossimità dei bastioni spagnoli. Gli
elementi preesistenti del paesaggio
agrario, come cascine, rogge e confini dei
campi, sono stati inglobati nella maglia
delle strade ed ancora oggi è possibile
ritrovare e leggere antiche giaciture e
stratificazioni. Successivamente, con
l’industrializzazione, si sono insediate
nell’area di Savona - Tortona importanti
industrie tra cui l’Ansaldo, la Ferro China
Bisleri, la Riva Calzoni, la Richard Ginori,
la General Electric, l’Osram, la Loro
Parisini e la Nestlè. Alla diffusione delle
industrie, caratterizzate tipologicamente
da una corte intorno alla quale si
organizzavano gli edifici e lo spazio libero
centrale, si è accompagnata quella delle
case operaie, con la creazione di un
tessuto urbano fortemente caratterizzato,
con isolati molto compatti, costruiti per
fasi successive, e numerose “case di
ringhiera”. Dalla fine degli anni Sessanta,
in conseguenza alle trasformazioni del
sistema produttivo ed in particolare dopo
le crisi energetiche, le fabbriche delle
aree vengono dismesse, lasciando vuoti
immensi padiglioni e cortili. In pochi anni,
molte industrie lasciano la zona, che
assume l’aspetto di un angolo di città
in fase di abbandono, con aree fino ad
allora occupate che rimangono libere
e senza nuove destinazioni. L’episodio
che può essere considerato come l’avvio
di una nuova fase storica per l’intera
riqualificazione dell’area è l’ideazione
di Superstudio, una struttura con spazi
dedicati sia alla moda che alla fotografia,
nota a livello internazionale, realizzato da
Flavio Lucchini e Fabrizio Ferri nel 1983,
recuperando le rimesse delle locomotive
di Porta Genova, un capannone della
11
13
fabbrica di impianti galvanici Barattini
& C. e i locali di un officina dismessa di
biciclette. Dopo un paio d’anni Carlo Orsi,
celebre fotografo, apre il suo atelier in
via Tortona, nell’area precedentemente
occupata da un sistema di officine che
conserva ancora oggi una forte vocazione
industriale grazie a un originale mix di
funzioni legate al mondo dell’immagine
e della produzione artigianale. Nel 1985,
tra le vie Savona e Solari, il restauratore
Luciano Formica trasforma una parte
della fabbrica Bisleri in laboratorio per
la sua attività. Da lì curerà, tra gli altri,
il restauro dell’Arco di Trionfo e dell’ala
Richelieu del Louvre di Parigi, della
chiesa di Sant’Eustorgio, dell’Arco della
Pace, delle Colonne di San Lorenzo,
dell’Arengario a Milano e della Cappella
Colleoni di Bergamo. Nel 1987 un
altro grande nome della fotografia di
moda, Giovanni Gastel, trasferisce il
suo studio da via degli Olivetani in via
Tortona, convertendo a nuovo uso un
deposito di imballaggi. Il processo di
riconversione dell’area prosegue con i
Brancato che tasferiscono nella Bisleri
la sartoria teatrale che ancora oggi
realizza i più importanti abiti di scena per
le rappresentazioni del Teatro alla Scala,
dell’Opera di Parigi, del Opernhaus di
Zurigo e del Colon di Buenos Aires.
Le industrie vengono così ora riqualificate
con nuovi usi di carattere culturale e
creativo: si sono diffusi atelier, laboratori
e incubatori d’arte attorno a cui si
riuniscono numerosi artisti. Oggi musei
come la Fondazione Ferrè, l’Armani /
Silos, il MUDEC e gli spazi destinati agli
allestimenti della Scala hanno scelto
il quartiere per stabilirsi, sottolineando
ancora una volta la sua vocazione
culturale e artistica. L’evoluzione del
quartiere, tuttora in corso, rappresenta
quindi un caso originale di trasformazione
urbana all’interno del contesto milanese.
La presenza di vaste aree industriali
abbandonate, unita a un’efficace
promozione territoriale, ha infatti favorito
un processo di trasformazione che si è
sviluppato non tanto attraverso interventi
istituzionali quanto piuttosto grazie a
iniziative spontanee e pioneristiche (gli
esempi più evidenti sono l’esperienza di
Superstudio e le iniziative imprenditoriali
della famiglia Cajrati Crivelli). Il
carattere incrementale del processo
di cambiamento, la costruzione di una
forte identità territoriale e l’impiego di
strategie di marketing urbano legate ai
grandi eventi costituiscono gli aspetti più
interessanti di questa evoluzione verso
un distretto creativo riconosciuto in tutto il
mondo come tale.
Magna Pars Event Space
Lo spazio per eventi Magna Pars Event
Space in via Tortona 15 si sviluppa
al piano terreno di una palazzina dei
primi del Novecento. Sede in origine
della fabbrica di profumi di proprietà
della famiglia Martone, il complesso è
stato completamente ristrutturato nel
1992, mantenendo le caratteristiche
dell’edificio originale e reinterpretandole
in chiave contemporanea. Grazie alle
sue capacità ricettive, Magna Pars Event
Space è una sorta di “cuore pulsante” di
un quartiere che accosta la presenza di
società innovative ad attività artigianali.
La varietà dei materiali utilizzati come
il cristallo, l’acciaio, il legno e il marmo,
accostati in modo creativo e suggestivo,
rendono lo spazio eventi unico nel suo
genere e ancora oggi una delle più
prestigiose location di Milano. Ogni
ambiente è concepito in modo da essere
polivalente e indipendente dal punto di
vista funzionale e tecnologico. Magna
Pars Event Space offre il meglio di sé
quando gli ambienti vengono utilizzati
sinergicamente, sfruttando il potenziale
della struttura e dei servizi messi a
disposizione dei clienti. Oggi, grazie al
Magna Pars Suites Milano, si rinnova
e amplia la propria offerta di prestigio
internazionale.
FOTO
FOTO
Forcella 5
Una delle prime trasformazioni all’interno
del quartiere Tortona è rapprensentata
dall’intervento di via Forcella 5. Il
progetto, affidato all’architetto Antonio
Citterio, preserva le strutture industriali
esistenti, un tempo costituite da una
torrefazione di caffè, ora trasformate in
uffici, laboratori e showroom destinati
ai grandi nomi della moda, tra cui Stella
McCartney e Alexander McQueen. I
volumi sono stati demoliti e ricostruiti sulle
tracce di quelli esistenti, mantendendo
la ciminiera orginaria, mentre il
sistema dei percorsi, caratterizzato da
passerelle e scale in acciaio zincato che
attraversano gli spazi, è stato totalmente
riconfigurato. La sobrietà dell’intervento
si manifesta nell’uso dei vetri senza
infissi e nell’assenza di cromatismo nelle
parti esterne a cui ai profilati metallici si
alternano l’intonaco grigio e il cemento.
I sei edifici, che ospitano sedi di società
legate alla moda e alla comunicazione,
sono collegati da due corti a cui si
alternano aree verdi. L’idea cardine di
tutto il progetto di riqualificazione è stata
quella di preservare il più possibile le
caratteristiche dei fronti che si affacciano
su strada e di creare, invece, all’interno
spazi inattesi, originali e sofisticati.
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Hotel Magna Pars Suites Milano
L’Hotel cinque stelle Magna Pars
Suites Milano, situato in via Forcella
6, rappresenta il primo caso di Hotel
à Parfum nel mondo. La sua storia
è unica: nel 1975 Roberto Martone
trasforma la ditta farmaceutica di famiglia
in un’azienda per la produzione di
profumi legata alla moda italiana; nel
1987 traferisce lo stabilimento a Lodi
e trasforma gli spazi tra Via Forcella e
via Tortona reinvestendo in altre attività.
Nasce così nel 1991 il Magna Pars Event
Space, prestigiosa location milanese,
mentre nel 2013 la restante parte del
complesso viene convertita in un hotel
di lusso con trentanove suites che, in
linea con la storia del profumo, si ispirano
e prendono il nome da specifiche note
olfattive. Gli elementi industriali sono stati
valorizzati, la facciata in cristallo introietta
i vecchi edifici che lo circondano, mentre
gli ambienti interni sono stati progettati
con cura e sobrietà, lasciando all’olfatto
il ruolo da protagonista. Un elegante
giardino interno conferisce un’atmosfera
fatta di luce, silenzio e tranquillità.
Fanno parte del complesso anche
il Ristorante Da Noi In e il Perfume
Laboratory LabSolue, situato all’interno
dell’Hotel.
Superstudio 13
All’interno dell’area cortilizia dei
capannoni compresi tra il numero
civico 7 e il numero 13 di via Forcella
sorge Superstudio. Fino agli anni ‘50, i
capannoni erano adibiti alla produzione
di macchinari e componenti elettriche
della CGE per poi essere utilizzati come
deposito e vendita all’ingrosso di frutta
secca. All’inizio degli anni ‘80, con
l’allontanarsi delle attività industriali, i
capannoni furono messi in vendita e inziò
il cambiamento. Flavio Lucchini, editore e
art director, pensò che i capannoni di via
Forcella fossero il posto ideale per creare
studi attrezzati flessibili e innovativi al
servizio dell’ immagine della moda che si
stava affermando di pari passo al Made
in Italy. All’idea si associò Fabrizio Ferri,
fotografo che collaborava alle testate di
Lucchini, e insieme decisero di tentare
l’avventura di Superstudio, come risposta
alle nuove esigenze della moda e della
fotografia. Nel 1990 i due soci sciolsero la
società e crearono negli spazi adiacenti
due società indipendenti: Superstudio
13 e Industria Superstudio. Oggi l’area è
un riferimento per tutti i creativi, un luogo
di eccellenza e modello per iniziative
analoghe in altre capitali internazionali
della moda.
17
Galvanotecnica Bugatti
Dietro lo scalo ferroviario, nell’affascinante
percorso tra gli stabilimenti recuperati,
si trovano gli spazi che portano il nome
di Galvanotecnica Bugatti, in memoria di
un passato di famiglia nell’imprenditoria
galvanica. In uno stabile del primo
’900, in via Bugatti 5 e 7, si era infatti
insediata la fabbrica Barattini & C., che
realizzava impianti per la cromatura,
nichelatura e zincatura richiesti
dall’industria automobilistica dell’epoca
e dalla produzione di mobili in metallo.
Le sale dell’ex complesso industriale,
oggi palcoscenico ideale per arte, moda
e design, si snodano intorno al cortile
dominato dagli inconfondi­bili silos: la
Sala con le colonne in ghisa, le Sale
del carroponte e del­la bilancia, i vecchi
laboratori di chimica e la Sala da ballo,
ex magazzi­no, che ha visto danzare per
anni l’étoile Alessandra Ferri, infine il Bar
Bugatti, oasi di pace nella città frenetica.
Lo spirito conservativo nel recupero
architettonico, voluto da Bru­nella Barattini
nel 1996 e realizzato con la consulen­
za artistica dell’architetto Luigi Caccia
Dominioni, ha permesso di tramandare
l’anima industriale del quadrilatero di via
Bu­gatti e di farne un sito tra i più poliedrici
della scena urbana milanese.
Tortona 25 - Sede Deloitte
Situata nel vecchio edificio delle Poste,
all’angolo tra via Bergognone e via
Tortona, la sede di Deloitte è tra i primi
progetti realizzati a Milano da Hines
Italia, la società che ha successivamente
sostenuto la trasformazione dell’area
di Porta Nuova. Il progetto, sviluppato
dall’architetto Cucinella tra il 2001 e il
2004, ha riguardato la riqualificazione
di quattro stabili per uffici degli anni
‘60 e un cortile interno, per un’area
complessiva di 25.000 mq. La scelta
progettuale caratterizzante è stata
il trattamento degli edifici come un
unico blocco urbano.Più nel dettaglio, i
principali elementi della trasformazione
sono stati: la realizzazione di un nuovo
ingresso a tutta altezza con accesso
diretto dalla strada, la riprogettazione
del cortile con l’aggiunta di una grande
copertura in vetro, la ristrutturazione delle
facciate esistenti e la realizzazione di
una nuova superficie vetrata per l’edificio
a nove piani che dà su via Bergognone.
Nel 2015 Deloitte ha inaugurato al suo
interno anche la Greenhouse, la nuova
realtà multifunzionale che nasce come
ambiente finalizzato a stimolare nuove
idee, animare incontri e condividere
nuove soluzioni grazie alla tecnologia.
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Armani / Teatro
Il complesso di via Bergognone 59 è il
vasto spazio dove, nel 2001, lo stilista ha
trasferito show-room, uffici commerciali
e il teatro per le sfilate. La struttura, a
due piani, occupa una superficie di 3.400
mq ed era in precedenza occupato dalla
storica fabbrica della Nestlé, dismessa
da anni. Il progetto rappresenta il primo
esempio, a Milano, di architettura
industriale riqualificata ad uso di
carattere culturale e artistico. La scelta
progettuale è stata quella di preservare
l’originario involucro edilizio, tanto che il
grande ingresso è l’unica testimonianza
del lavoro di riqualificazione visibile
dall’esterno. L’intervento più prestigioso
in quest’area è stato affidato a Tadao
Ando ed è il luogo dove periodicamente
lo stilista presenta il suo lavoro: il teatro,
ossia lo spazio, destinato alle sfilate
o a proiezioni speciali. Il gusto per
la semplicità e la purezza nel design
emerge dalla combinazione sapiente di
cemento, pietra, acqua e luce, elementi
ricorrenti nelle opere dell’architetto
giapponese. Il risultato è la creazione di
uno spazio sospeso e scenografico, a
cominciare dal lungo corridoio, ritmato da
una serie di pilastri centrali, e illuminato
a filo del pavimento e da luci puntuali
posizionate sulla sommità delle colonne.
21
Il corridoio conduce all’ampio foyer,
definito da una ‘vela’ di cemento aerea e
inclinata che accompagna all’interno del
teatro, nascondendo gli spazi di servizio.
A lato della sala, una dining room di
450 mq e destinata anche a mostre e
presentazioni si affaccia su un suggestivo
specchio d’acqua, visibile attraverso
l’ampia vetrata del corridoio che lascia
penetrare la luce naturale. Nonostante la
presenza di diverse funzioni, il complesso
mantiene l’uniformità dell’insieme grazie
a interventi che donano continuità tra
gli ambienti. Gli spazi sono visitabili dal
pubblico solo in occasione degli eventi
organizzati dalla Maison.
Armani / Silos
Inaugurato in occasione dei 40 anni di
carriera di Giorgio Armani, e in concomitanza con Expo 2015, l’Armani / Silos
sorge in via Bergognone 40, di fronte al
già esistente Armani / Teatro.
Costruito nel 1950 per la conservazione
dei cereali, l’edificio – a seguito dell’intervento di ristrutturazione – si sviluppa su
quattro livelli per una superficie di circa
4.500 mq. Proprio il suo precedente uso
ha suggerito a Giorgio Armani l’idea di
chiamarlo “Silos”.
Il complesso ospita oggi una selezione
delle creazioni dello stilista, organizzata
non in ordine cronologico ma seguendo
alcuni temi specifici che ispirano il suo
lavoro e che ne raccontano la storia e
l’estetica. Lo spazio espositivo permanente è organizzato su quattro piani e ad
ognuno di essi corrisponde un diverso
tema: il primo piano è riservato al tema
“daywear”, il secondo al tema “esotismi”, il terzo e il quarto rispettivamente a
“cromatismi” e “luce”. La collezione vanta
600 abiti e 200 accessori delle collezioni Giorgio Armani dal 1980 ad oggi. Lo
stilista stesso ha immaginato e seguito
direttamente il progetto.
La ricerca di semplicità, la predilezione
FOTO
23
per le forme geometriche regolari e il
desiderio di uniformità hanno dato vita
a un’architettura sobria e monumentale
allo stesso tempo. Ordine e rigore sono
le parole chiave dell’intervento di ristrutturazione, rafforzando l’identificazione tra
il nuovo spazio espositivo e la filosofia
estetica di Armani, che si contraddistingue per la ricerca dell’essenzialità.
Il progetto ha conservato l’involucro originale a forma di alveare, con una caratteristica finestra a nastro che ne disegna il
perimetro e ne definisce la massa compatta. All’interno gli spazi si articolano
attorno a una corte aperta a tripla altezza,
sulla quale si affacciano due livelli laterali.
Una scala centrale collega i quattro piani
e lascia percepire l’altezza dell’edificio
e le dimensioni della struttura. I soffitti
dipinti di nero contrastano con i pavimenti
in cemento grigio e le pareti intonacate
con toni neutri.
L’Armani / Silos propone, oltre all’esposizione, un gift shop, una caffetteria e
l’archivio digitale che si avvale di un
sistema di catalogazione unico ed è consultabile gratuitamente. Diventa dunque
non solo un museo che illustra l’esperienza professionale dello stilista, ma anche
uno spazio vivo e aperto, vetrina di nuovi
orientamenti e stili.
Ex Ansaldo
Situato tra le vie Bergognone, Tortona e
Stendhal, questo enorme spazio industriale di 70.000 mq viene occupato dalle
acciaierie Ansaldo a partire dagli anni ‘60
per la produzione di locomotive, carrozze
ferroviarie e tramvie. Dopo la progressiva ma totale dismissione avvenuta negli
anni ‘80, il Comune di Milano decide di
comprare l’area nel 1989 con il vincolo
di utilizzo a servizi culturali. L’obiettivo
era quello di creare un polo alternativo al
centro in un’area con un forte potenziale da riqualificare. Nel 2000 l’architetto
David Chipperfield vince il concorso
internazionale per la Città delle Culture,
mantenendo esternamente l’immagine
consolidata della struttura e inserendo
due nuovi volumi al centro del complesso. Gli interventi prevedevano la ristrutturazione di alcuni corpi di fabbrica, la
creazione di nuovi collegamenti verticali
e orizzontali e la costruzione di due nuovi
edifici: il primo è destinato al Museo delle
Culture (MUDEC), che oltre agli spazi
espositivi ospita anche gli eventi organizzati dal Forum delle Culture, espressione
delle associazioni delle comunità migranti
della città, mentre il secondo è dedicato
al Museo del Teatro delle marionette, che
conserva ed espone la collezione di ma-
25
rionette di proprietà della Civica Scuola
“Paolo Grassi” in cui si trovano pezzi unici
realizzati nel XVIII secolo.
Nell’area dell’ex Ansaldo si trovano anche
altre realtà, legate al mondo della cultura
e dell’arte. Nel 2001 infatti il Teatro alla
Scala trasferisce da Bovisa i suoi laboratori di sartoria, scenografia e falegnameria, occupando un’area di 20.000 mq.
suddiviso in tre padiglioni. Questo spazio
ospita la maggior parte delle lavorazioni
artigianali degli allestimenti scenici, la
sala prove per il coro e uno spazio scenico per le prove di regia.
Altri 14.000 mq delle ex acciaierie sono
stati riservati a laboratori, spazi creativi
ed eventi. Nell’ ex stecca delle acciaierie
trovano spazio “Mudec Academy”, accademia di alta Formazione nei settori della
cultura, alta moda, design, food turismo
e digitale, e il progetto “BASE”, lo spazio
ibrido pensato per la cultura e la creatività a Milano che si sviluppa su 2.000 mq
destinati a coworking, piccole produzioni,
piattaforme, eventi, concerti e incontri letterari. Inoltre la presenza di un ostello, un
ristorante e spazi di interazione per i più
giovani rendono BASE un luogo dove si
lavora, si impara e ci si diverte allo stesso
tempo.
MUDEC
Il MUDEC si trova all’interno di alcuni
spazi un tempo occupati dalle acciaierie Ansaldo ed è parte fondante del suo
processo di riqualificazione. Nel 1999
l’amministrazione comunale ha indetto un
concorso per un campus museale, la “Città delle Culture”, da realizzare all’interno
della ex complesso industriale. Il progetto
dell’architetto Chipperfield, vincitore del
concorso, mantiene inalterato il fronte
esterno della fabbrica e sviluppa un nuovo
edificio, dedicato alle Raccolte Civiche Extraeuropee, situato nella corte centrale e il
cui cuore è l’ Agora, uno spazio con pareti
vetrate opalescenti che rappresenta una
piazza interna a cui si accede attraverso
una lunga e scenografica scala. Al volume
luminoso si contrappongono le scatole
stereometriche opache che ospitano gli
spazi espositivi. Il MUDEC offre al visitatore e alla città una molteplicità di proposte
culturali e servizi, distribuiti su 17.000 mq,
offerti grazie all’inedita collaborazione tra
Comune di Milano e “Sole 24Ore Cultura”.
L’area espositiva al primo piano ospita la
“Collezione permanente” e mostre temporanee; l’Auditorium, i depositi visitabili
contenenti le Raccolte Extraeuropee del
Comune di Milano e la Sala delle Culture
“Khaled al-Assad” completano l’offerta.
Superstudio Più
Superstudio Più nasce nel 2000 come
centro aperto alle esigenze della creatività, dando il via alla riqualificazione
dell’area oltre via Bergognone. Ancora
una volta è stato Lucchini, con la moglie
Gisella Borioli, a intuire che lo spazio di
fronte all’Ansaldo poteva diventare un
altro polo al servizio della città. Il complesso presentava la tipica struttura della
fabbrica, con capannoni a shed appoggiati su lunghe file di pilastri. La ristrutturazione è avvenuta per zone: dapprima
è stato il grande capannone centrale ad
essere abbattuto nel mezzo e ricostruito senza pilastri, con solo quattro sottili
colonne di ferro in grado di sostenere un
nuovo tetto piano a 11 metri di altezza,
creando una superficie libera sottostante
di circa 2500 mq. In seguito sono stati ricostruiti o ristrutturati tutti gli altri padiglioni. Superstudio Più è un grande contenitore multifunzionale e flessibile che ospita
grandi eventi, mostre, convention, fiere,
sfilate, in un mix cultural-commerciale. Gli
spazi sono infatti ideali anche come teatri
di posa per foto, video e ogni tipo di esigenza creativa. Ancora oggi Superstudio
Più rappresenta il punto di riferimento per
eccellenza per le manifestazioni legate al
Fuorisalone e alla Fashion Week.
27
Opificio 31
In via Tortona 31, proprio di fronte al
MUDEC, si trova un ex opificio inserito
in una corte che accoglie oggi diverse
funzioni e attività. Il complesso ha sempre
avuto una vocazione manifatturiera
a supporto dei grandi stabilimenti
industriali presenti nell’area, in particolare
l’Ansaldo. Tuttavia a partire dagli anni
‘70 alcune importanti trasformazioni
hanno radicalmente mutato i caratteri
del complesso, in continuità con i
cambiamenti che stavano interessando
la zona. Con la progressiva dismissione
industriale alcuni spazi del complesso
vengono infatti occupati da piccole
attività artigianali, legate soprattutto
alla riparazione di automobili, e
successivamente da alcuni fotografi che
vi trasferiscono i propri laboratori. Oggi il
complesso conta in tutto una trentina di
spazi, divisi tra attività artigianali ancora
presenti, negozi di moda, showroom
e spazi espostivi legati alla moda e al
design; circa una decina di essi sono
in affitto temporaneo e durante il Fuori
Salone costituiscuno un piccolo villaggio
espositivo. L’Opificio 31 rappresenta
quindi un chiaro esempio delle dinamiche
di trasformazione del quartiere Tortona e
dei nuovi caratteri che sta assumendo.
nhow Hotel
Il nhow Hotel Milano si trova nel polo
milanese della creatività, in via Tortona
35. Progettato dall’architetto Daniele
Beretta e arredato dall’interior designer
Matteo Thun, l’hotel sorge dalla
vecchia fabbrica della General Electric,
ristrutturata e riconvertita come spazio
multifunzionale. Lo stile è eclettico e gli
spazi ospitano anche pezzi d’arte e di
design. Il pavimento in cemento richiama
e omaggia la precedente funzione
industriale dell’edificio. In particolare,
nella zona ascensori della hall, la
porzione di pavimento a vetro consente
di vedere le fondamenta originali della
fabbrica. L’uso del colore è una costante
di tutto l’intervento, al punto che ogni
piano dell’hotel è associato ad un
colore differente. Suggestivo è anche il
layout funzionale di ogni camera che,
prendendo spunto dal loft americano,
non ha ambienti rigidamente divisi.
Le strutture portanti in ferro del vecchio
edificio industriale sono state lasciate
intatte, creando un piacevole contrasto
con il bianco delle pareti e i vetri colorati
delle finestre. Durante l’anno l’hotel
ospita, per tutti i quattro piani della sua
struttura, due mostre di arte e design
della durata di cinque mesi ciascuna.
29
MADA Building - GfK
Situato al numero 33 di via Tortona,
il MADA Building è tra le novità
architettoniche più recenti nel quartiere.
Inaugurato a marzo 2015, l’edificio è di
proprietà di BNP Paribas REIM SGR
e ospita l’headquarter italiano di GfK,
gruppo leader a livello globale nelle
ricerche di mercato, sui consumatori e
sulla distribuzione. L’edificio, frutto di un
complesso intervento di ristrutturazione,
rappresenta un’opera all’avanguardia
sotto il profilo architettonico e tecnologico,
con alte prestazioni in termini di comfort
e di consumi energetici. Lo studio di
architettura milanese Il Prisma, incaricato
dell’intervento di riqualificazione, dal
concept fino alla gestione delle opere di
costruzione, ha lavorato con approccio
multidisciplinare e multifunzionale,
puntando sull’innovazione e la
sostenibilità e consentendo all’edificio
di ottenere la prestigiosa certificazione
LEED Platinum.
Innovativa è anche la concezione degli
spazi interni, progettati in ottica “Smart
Working”, ovvero tenendo conto sia della
filosofia e dei valori dell’azienda che dei
desideri dei dipendenti e del benessere
dei collaboratori.
Tortona 37 - Fondazione Gianfranco Ferrè
Il complesso di via Tortona 37 è composto da cinque edifici realizzati dall’architetto Matteo Thun tra il 2003 e il 2009, ed
è situato all’interno di una vecchia area
industriale di 25.000 mq, da anni dismessa e in seguito bonificata.
Gli edifici, disposti a corte su un giardino
dal cuore alberato, si sviluppano su sei
livelli e presentano una pianta rettangolare aperta, permettendo così la doppia
esposizione a tutte le unità interne. In
facciata un reticolo bianco aggettante,
intervallato da grandi bow-window con
doghe di legno, incornicia le ampie vetrate dell’intero complesso e collega tra loro
gli edifici. In copertura terrazze panoramiche offrono un’inedita vista sul quartiere
Tortona. All’interno ogni unità presenta un
mezzanino che offre la massima versatilità, con una flessibilità degli spazi che
diventa sostenibilità d’uso nel tempo.
Oltre a recuperare un’area dismessa e
a favorire il mix di usi differenti, Tortona 37 Multi-Purpose Complex è anche
estremamente virtuoso dal punto di vista
energetico, grazie all’impiego di tecnologie innovative (su tutte il geotermico) e di
un’architettura attentamente coordinata
con il sistema degli impianti.
All’interno del complesso si trova anche
31
la Fondazione Gianfranco Ferré. Organizzata su due livelli, un piano terra e due
soppalchi, si caratterizza per uno stile
razionale, ma allo stesso tempo raffinato
ed elegante. La configurazione degli spazi e la loro definizione estetica rendono
la Fondazione un luogo “autenticamente
Ferré”, grazie sia ai volumi nitidi che alle
altezze imponenti e alle scelte cromatiche. Al suo interno presenta un alto grado
di multifunzionalità, con aree di lavoro
e spazi dedicati a incontri, conferenze,
esposizioni e alla conservazione della
documentazione storica.
La luce che entra dalle vetrate a tutta
altezza insieme agli oggetti lasciati da
Ferré connotano e arricchiscono lo spazio, e consentono al visitatore di ritrovare
appieno il suo stile. Tra gli oggetti, i pezzi
da lui stesso disegnati, come il grande
tavolo in lamiera di ferro su cui lavorava
e pezzi delle sue numerose collezioni,
testimoniando così la sua complessa personalità e una formazione culturale che
ha spaziato dall’architettura alla moda e
al design.
Il progetto della Fondazione è stato
affidato a Franco Raggi, il compagno di
università, l’amico architetto, a cui in passato Ferrè aveva affidato la realizzazione
di altri uffici e del suo headquarter.
Savona 97
Situato all’interno dell’ ex azienda
Schlumberger, il complesso è stato
recuperato a partire dagli anni ‘90 da
un gruppo di immobiliaristi, che hanno
trasformato la vecchia fabbrica di 25.000
mq in un centro creativo che riunisce al
suo interno il mondo del design, della
moda, dell’arte, della fotografia e della
pubblicità. Il complesso è composto da
diversi shed che, oltre ad accogliere gli
spazi di numerose eccellenze nazionali
e internazionali, ospitano anche alcune
abitazioni e showroom. Sul confine sud
si trova anche un edificio multifunzionale,
realizzato dal gruppo Dordoni Architetti
e visibile dalla vicina piazza Berlinguer.
La struttura è volutamente semplice ma
estremamente razionale, conformandosi
all’eleganza non ostentata degli
edifici destinati al mondo della moda
milanese. Pur rifuggendo da soluzioni
architettoniche spettacolari, la struttura
si caratterizza per l’essenzialità nella
forma e la funzionalità nella distribuzione
degli ambienti. L’uso dei materiali
di rivestimento (pannelli di cemento
grigio, lamiera piegata forata scura e
vetrate riflettenti) mostra le sue qualità
architettoniche.
33
Ermenegildo Zegna Headquarters
Gli Headquarters Ermenegildo Zegna occupano una parte della ex fabbrica della
Riva Calzoni, riconvertita in spazi della
produzione creativa. Il nuovo complesso
ospita gli uffici dell’azienda, gli showroom
e un teatro. Le condizioni della struttura
esistente hanno portato gli architetti Citterio e Viel, con Beretta Associati, a sostituire il vecchio edificio con uno completamente nuovo, di 8.000 mq, che evoca la
precedente fabbrica: viene infatti ripreso
l’andamento della copertura a shed mentre la composizione architettonica rispecchia l’identità del nucleo di cui fa parte.
L’ingresso su via Savona è concepito
come cornice che svela un giardino interno, la cui funzione è quella di illuminare
gli ambienti interni. Sempre per ragioni
di illuminazione la struttura dell’edificio è
stata realizzata in acciaio e vetro. Il corpo
di collegamento dopo l’ingresso, a tripla
altezza, funge da spazio di distribuzione
grazie a rampe e passerelle che collegano il blocco showroom con gli uffici, e
che richiamano le passerelle volute negli
anni Trenta dal fondatore del lanificio per
la visita dei reparti. Negli anni gli Headquarters si sono arricchiti di opere d’arte
contemporanea legate ai diversi progetti
promossi dal Gruppo Zegna.
35
AIM è un’associazione culturale privata nata nel 1987 grazie all’impegno di un gruppo di
imprese e banche milanesi con l’obiettivo di sostenere Milano nel suo sviluppo culturale,
sociale ed economico. Ciò avviene attraverso pubblicazioni, attuazione di progetti e iniziative
per il pubblico. Le linee di azione di AIM sono principalmente lo studio e la ricerca sulla realtà
milanese e le sue peculiarità ed esigenze, oltre alla realizzazione di progetti concreti nel campo
della cultura, della società, del territorio e dell’arte. Nel 2016 i soci di AIM sono: A2A, Intesa
Sanpaolo, Gruppo Bancario Credito Valtellinese, Fondazione 3M e Scenari Immobiliari.
Urban Center del Comune di Milano è stato inaugurato nel 2001 e ha
l’obiettivo primario di comunicare ai cittadini le grandi trasformazioni che interessano il loro
territorio ed illustrare le politiche urbanistiche e le forme attuative che l’Amministrazione
comunale mette in atto per realizzarle. Urban Center è centro di confronto, dibattito e
approfondimento per le tematiche dell’architettura, della sociologia, dell’economia e delle
scienze ambientali. L’attività di Urban Center si svolge attraverso esposizioni di progetti e
realizzazioni, conferenze, workshop negli spazi in Galleria Vittorio Emanuele.
L’Associazione Tortona Area Lab ha come missione la valorizzazione e promozione della
zona Tortona, cuore pulsante del circuito del design e della moda a Milano, che si è
arricchito recentemente con la presenza di prestigiose realtà museali e culturali quali il Mudec,
il Museo Armani e il nuovo progetto Base Milano.
Da molti anni l’Associazione promuove la valorizzazione della zona attraverso l’organizzazione
di attività di carattere artistico nell’ambito del design e della moda, così come di iniziative sociali
di grande partecipazione di pubblico. Tra queste la Tortona Design Week, punto di riferimento
immancabile del Fuorisalone, e altre manifestazioni culturali in collaborazione con il Politecnico
di Milano e le scuole di design.
copia omaggio
Copyright: AIM, MIlano 2016
CONOSCERE MILANO
QUARTIERE TORTONA
Il distretto della
produzione creativa
Con la collaborazione di
Con la partecipazione di