Romanino a Montichiari visite guidate ai luoghi romaniniani Montichiari - domenica 26 maggio 2013 partenza dal Museo Lechi via Martiri della Libertà 33 - Montichiari per informazioni: tel. 030 96 50 455 [email protected] www.montichiarimusei.it Programma della giornata: ore 14.50 Museo Lechi, raccolta visitatori e pagamento quota di partecipazione ore 15 Museo Lechi Visita guidata: Il Cinquecento lombardo al Museo Lechi ore 16.30 Duomo di Santa Maria Assunta Visita guidata: L'Ultima Cena di Girolamo Romanino ore 17.30 Pieve di San Pancrazio Visita guidata: La sacra conversazione di Callisto Piazza allievo di Romanino I luoghi: - Il Museo Lechi (via Martiri della Libertà) Il museo espone la prestigiosa quadreria dei conti Luigi e Piero Lechi, discendenti da una famiglia di generali napoleonici e collezionisti illuminati, che nel maggio 2005 decidevano di legare il proprio nome a un’istituzione museale in grado di valorizzare le circa 350 opere d’arte tra dipinti, disegni, stampe e porcellane di provenienza famigliare o acquisite in anni di ricerche antiquarie. Le 14 sale del percorso espositivo, ricche di testi descrittivi, si concentrano su opere pittoriche dal Quattrocento al Settecento con importanti esempi di scuola lombarda da Alessandro Bonvicino detto Moretto a Giacomo Ceruti detto Pitocchetto, e notevoli episodi di pittura seicentesca romana, napoletana e genovese o di pittura di genere (ritratti, battaglie, pitocchi). Per l'occasione potremmo esporre la Madonna romaniniana replica della versione di Brera con testi descrittivi e fotografie del restauro e delle indagini all'infrarosso. - Il Duomo di Santa Maria Assunta (piazza Santa Maria) Edificato nel XVIII secolo il di Duomo di Montichiari conserva sull'altare del Santissimo Sacramento (secondo a sinistra) "l'Ultima Cena" (tela, cm 293x190) capolavoro di Gerolamo Romanino databile ai primi anni Quaranta del Cinquecento e presumibilmente commissionato dalla locale Scuola del Santissimo Sacramento per la precedente parrocchiale, in origine arricchita da altre opere di Romanino purtroppo distrutte da un disastroso incendio. La ricostruzione settecentesca del Duomo comportò la perdita dell'originaria cornice della grande pala d'altare oggi incastonata a tre metri di altezza in una solida modanatura marmorea. L'opera si contraddistingue per una straorinaria quanto inaspettata qualità prospettica e naturalistica della tavola imbandita, attorno alla quale siedono gli apostoli. L'iconografia del fatto evangelico ha inoltre singolari difformità rispetto ad altre rappresentazioni tradizionali. - La pieve di San Pancrazio (via G. Matteotti, Colle di San Pancrazio) Documentata dall'inizio dell'XII secolo la Pieve romanica di San Pancrazio è tra le più grandi e meglio conservate in Lombardia. Sorge sull'omonimo colle e domina la pianura sottostante con un'imponente facciata composta, come il resto dell'edificio, da regolari e squadrati conci di medolo. Al suo interno persiste un'atmosfera di grande fascino nella semplicità degli spazi, le preesistenze romane e il silezio del luogo. A parlare è la suggestione degli affreschi votivi che datano dal Trecento al tardo Cinquecento, ovvero fino a quando la chiesa venne abbandonata a favore del Duomo a valle. Tra questi si riconosce ancora, nonostante i danni subiti, un "San Pancrazio a cavallo" dipinto da Girolamo Romanino negli anni venti del secolo XVI che si accompagna ad una splendida e coeva "Sacra Conversazione" realizzata da Callisto Piazza allievo del maestro bresciano. La manifestazione rientra negli eventi del festival: I volti di Romanino. Rabbia e fede a cura dell'Associazione Cielivibranti www.festivalromanino.it