Redenzione Salvezza individuale e sociale nelle religioni CICLO DI LEZIONI FEBBRAIO - APRILE 2016 martedì 23 febbraio 2016, ore 17.30 Per una cura del mondo Salvezza ed escatologia nella «Laudato si’» Fulvio De Giorgi Professore di Storia dell’educazione - Università di Modena e Reggio Emilia martedì 15 marzo 2016, ore 17.30 Una salvezza senza esclusi L’esperienza della solidarietà nel pensiero contemporaneo Roberto Mancini Professore di Filosofia teoretica - Università di Macerata martedì 22 marzo 2016, ore 17.30 Responsabilità Agire profeticamente nel mondo contemporaneo Paolo Beccegato Vicedirettore vicario - Caritas Italiana, Roma venerdì 1 aprile 2016, ore 17.30 Conversione e deconversione I mutamenti identitari nei movimenti religiosi contemporanei Mario Cardano Professore di Sociologia - Università di Torino mercoledì 13 aprile 2016, ore 17.30 Il volto della misericordia Grazia e salvezza nell’annuncio cristiano del Giubileo Bruno Forte Arcivescovo di Chieti-Vasto Con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri La partecipazione è libera. A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Le lezioni si tengono presso la Fondazione Collegio San Carlo, via San Carlo 5, Modena telefono 059.421237, fax 059.421260, e-mail: [email protected]. Il seminario gode dell’accredito ministeriale per la formazione del personale della scuola (DM 18 luglio 2005). www.fondazionesancarlo.it Fondazione Collegio San Carlo di Modena L ungo i secoli, nelle diverse tradizioni religiose, e in particolare in quella ebraicocristiana, il tempo della redenzione è stato innanzitutto il tempo dell’attesa: l’attesa per la venuta o il ritorno del Messia, della resurrezione dei morti, del giudizio finale, della liberazione dai mali terreni e del risarcimento dei torti subìti. Ciò ha spesso comportato una svalutazione della vita terrena, ritenuta fonte di miseria e corruzione, e un disinteresse più o meno radicale per la vita sociale e politica. La riflessione teologica contemporanea sulla redenzione modifica profondamente questo atteggiamento e, arricchendo ulteriormente il senso di un’esistenza terrena vissuta secondo una prospettiva escatologica, restituisce la necessaria attenzione al modo in cui tale esistenza richiede di essere vissuta, con carità, nel presente. Il mondo che l’essere umano abita è infatti il frutto della creazione divina e gli è stato affidato affinché ne abbia cura, insieme agli esseri viventi che lo popolano. La custodia del creato non può perciò essere considerata come un compito secondario da assolvere in attesa della vita futura: nella relazione che lega l’essere umano al creato si dà la testimonianza della relazione che lega l’essere umano a Dio, la quale troverà il suo compimento nella realizzazione della promessa della redenzione. La custodia del creato deve perciò essere intesa nel suo senso più ampio, non solo come custodia del mondo naturale, ma anche come custodia della presenza dell’alterità e della trascendenza. È questo il senso, per esempio, di due recenti encicliche papali: la Caritas in veritate di Papa Benedetto XVI e la Laudato si’ di Papa Francesco. In entrambe, seppur in modo diverso, viene dato risalto all’impossibilità di considerare la crisi attuale del pianeta secondo paradigmi puramente secolari: la crisi ambientale non può essere affrontata e risolta senza tener conto della crisi sociale ed economica, che corrisponde alla mancanza di misericordia e di giustizia. Con la seconda parte dei lavori sul tema della redenzione, il Centro Studi Religiosi si propone di approfondire la riflessione già avviata con il ciclo di lezioni che si è tenuto tra ottobre 2015 e gennaio 2016. Mentre nella prima parte è stata condotta una discussione su alcuni snodi teorici secondo una prospettiva storica di lungo periodo, ora viene dato maggiore spazio alle questioni aperte nella vita delle società contemporanee. L’intento è quello di comprendere quale ruolo può assumere la riflessione sulla redenzione e sulla salvezza nel guidare le azioni dell’essere umano nella sua vita terrena. Un ruolo la cui importanza non emerge soltanto nell’ambito della tradizione ebraico-cristiana, ma che è possibile rinvenire anche nella ricerca di senso che pervade le altre religioni e i nuovi movimenti religiosi. La riflessione teologica sulla redenzione può infatti contribuire al dibattito pubblico, trovando motivi di dialogo e confronto anche con la riflessione filosofica e politica, ripensando e approfondendo alcuni concetti che, troppo spesso utilizzati con superficialità, rischiano di trasformarsi in vuote etichette, mentre potrebbero in realtà contribuire a riconsiderare profondamente la relazione con l’Altro e con il mondo in vista della redenzione futura. Pensiamo, per esempio, al significato che concetti come quelli di solidarietà e responsabilità possono assumere nel mondo contemporaneo. Il primo trova nuova forza se, dotato di giustizia e carità, è finalmente disgiunto da un suo uso generico che lo assimila anche ad altre forme strumentali di coesione e associazione. Il senso della solidarietà, infatti, non risiede nella mera collaborazione, ma in una compartecipazione che si esplicita nell’amore nei confronti del prossimo e del più debole. Il concetto di responsabilità, di fronte alle trasformazioni che caratterizzano le società contemporanee, pretende di essere ulteriormente precisato e ampliato. In un mondo costituito da sempre più complessi sistemi di relazioni (sociali, produttive, commerciali, finanziarie, ecc.) è ormai riduttivo – oltre che falsamente rassicurante – affermare un punto di vista che prenda in considerazione solamente gli effetti immediati e diretti delle azioni degli individui e delle organizzazioni: ogni azione, anche la più minuta e quotidiana, proprio perché necessariamente parte di un insieme di relazioni più ampio e complesso, comporta effetti a lunga distanza, nello spazio e nel tempo, fino a condizionare la vita di persone che abitano in altri continenti e la vita delle generazioni future. Ogni individuo è dunque responsabile, seppur in forma indiretta, di azioni che producono effetti durevoli: prenderne coscienza e agire di conseguenza è ormai un compito che non possiamo più trascurare, se vogliamo tener fede al significato teologico della redenzione. Fulvio De Giorgi è professore di Storia dell’educazione presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. È inoltre membro del Centro Studi e Ricerche Rosmini (Rovereto), del Centro Studi Gallarati Scotti (Milano) e della Fondazione Micheletti (Brescia). Storico della tarda modernità e dell’età contemporanea, ha dedicato le sue ricerche alla storia dell’educazione come storia culturale, riservando particolare attenzione al ruolo dell’educazione nella storia del cattolicesimo. Membro della redazione delle riviste «Annali di storia dell’educazione e delle istituzioni scolastiche» e «Contemporanea», ha recentemente pubblicato: La storia e i maestri. Storici cattolici italiani e storiografia sociale dell’educazione (Brescia 2005); Laicità europea (Brescia 2007); Il Medioevo dei modernisti. Modelli di comportamento e pedagogia della libertà (Brescia 2009); L’istruzione per tutti. Storia della scuola come bene comune (Brescia 2010); Mons. Montini. Chiesa cattolica e scontri di civiltà nella prima metà del Novecento (Bologna 2012); Paolo VI. Il papa del moderno (Brescia 2015). Roberto Mancini è professore di Filosofia teoretica presso l’Università di Macerata e docente di Economia umana presso l’Università della Svizzera italiana di Mendrisio. È inoltre membro del Direttivo dell’Università per la Pace delle Marche, collaboratore della casa editrice Cittadella di Assisi e della Comunità di Bose. Nei suoi studi ha affrontato il problema filosofico di una fondazione etica dell’economia, approfondendo in particolare i concetti di sostenibilità, solidarietà, responsabilità e sviluppo economico. Ai temi di etica dell’economia ha inoltre accompagnato un’intensa attività di riflessione e insegnamento sui temi della pace e della non violenza. Collaboratore delle riviste «Servitium», «Ermeneutica Letteraria» e «Altreconomia», ha recentemente pubblicato: S come solidarietà (Assisi 2013); Vivere la fede. Nella libertà dell’amore (Cinisello Balsamo 2014); Trasformare l’economia. Fonti culturali, modelli alternativi, prospettive politiche (Milano 2014); La nonviolenza della fede. Umanità del cristianesimo e misericordia di Dio (Brescia 2015). Paolo Beccegato è Vicedirettore vicario della Caritas Italiana, di cui è responsabile dell’Area internazionale, e Vicepresidente della Fondazione Giustizia e Solidarietà della Conferenza Episcopale Italiana. Già responsabile del Settore Mondialità e dell’Area Internazionale della Caritas Ambrosiana, ha coordinato numerosi progetti dedicati alla cooperazione allo sviluppo, agli aiuti umanitari, alla gestione delle emergenze (con riferimento al rapporto tra agenzie umanitarie e agenzie militari), alla promozione della pace e all’educazione all’interculturalità. Ha curato: Guerre alla finestra. Rapporto di ricerca su conflitti dimenticati, guerre infinite, terrorismo internazionale (Bologna 2005); Nell’occhio del ciclone. Rapporto di ricerca su ambiente e povertà, emergenze e conflitti dimenticati (Bologna 2008); L’era della consapevolezza. La responsabilità indiretta (Padova 2010); Mercati di guerra. Rapporto di ricerca su finanza e povertà, ambiente e conflitti dimenticati (Bologna 2012); Cibo di guerra. Quinto rapporto sui conflitti dimenticati (Bologna 2015). Mario Cardano è professore di Sociologia presso il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino. Oltre ad aver approfondito l’epistemologia della ricerca qualitativa, con particolare attenzione all’impiego della teoria dell’argomentazione in ambito sociologico, ha dedicato le sue ricerche ai processi di conversione e deconversione nei nuovi movimenti religiosi e all’analisi del ruolo della disabilità nella formazione di diseguaglianze sociali. Referee per numerose riviste, tra le quali «Polis», «Rassegna italiana di sociologia», «Sociologia e ricerca sociale», «Sociologica», «Nursing Management», «Health» e «Journal of Happiness Studies», ha recentemente pubblicato: Punti di svolta. Analisi del mutamento biografico (a cura di, Bologna 2008); La ricerca qualitativa (Bologna 2011); Ricerche. Un’introduzione alla metodologia delle scienze sociali (et al., Roma 2011); Udire la voce degli dèi. L’esperienza del Gruppo Voci (et al., Milano 2012); Piccole apostasie. Il congedo dai nuovi movimenti religiosi (et al., Bologna 2015). Bruno Forte è Arcivescovo di Chieti-Vasto e membro dei Pontifici Consigli per la Cultura, per l’Unità dei Cristiani e per la Nuova Evangelizzazione. È stato professore di Teologia dogmatica alla Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, presidente della Commissione episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi della CEI ed è stato nominato da papa Francesco segretario speciale della III Assemblea generale straordinaria (2014) e della XIV Assemblea generale ordinaria (2015) del Sinodo dei Vescovi. All’attività pastorale accompagna una riflessione teologica che, attraverso il costante confronto con la filosofia, ha affrontato il rapporto tra fede, divenire storico e mondo contemporaneo. Tra le sue pubblicazioni: Simbolica Ecclesiale. Una teologia come storia (Cinisello Balsamo 1981-1996, 8 voll.); La trasmissione della fede (Brescia 2014); La via della Croce (Brescia 2015); Lettere dalla collina. Sulla fede e l’esperienza di Dio (Milano 2015); La Chiesa di papa Francesco e la famiglia. Con i testi del Sinodo (a cura di, Brescia 2015).