EpistemologiaPedagogicaedelleScienzedell’Educazione - Prof.G.Bertagnaa.a.2016/2017 EPISTEME MODERNA La svolta epistemologica SEPARAZIONE TRA SCIENZA E FILOSOFIA CARATTERI 1. Nuova idea di natura 2. Matematizzazione della realtà empirica 3. Nuova concezione del principio classico di causalità. La «Rivoluzione scientifica» di Galileo Inizio 1543, Le rivoluzioni degli astri celesti di Copernico 1610, Sidereus Nuncius di Galileo Galilei Fine 1687, I principi matematici di filosofia naturale di Newton La svolta galileana • Galileo preferisce accontentarsi di sapere cose certe sulle «affezioni» (proprietà empiriche) delle sostanze, che sono gli aspetti misurabili ed osservabili delle cose, al posto di cose incerte e controverse sulle sostanze stesse • Anche per Galileo, come per i Greci, la scienza è sinonimo di sapere certo e affidabile, ma deve limitare il proprio raggio d’azione alle proprietà empiriche delle sostanze se vuole ottenere risultati intersoggettivi ed evidenti «Io stimo più il trovare un vero, benchè di cosa leggiera, che ‘l disputar lungamente delle massime questioni senza conseguir verità niuna» G. Galilei, Nota autografa al p(adre) Campanella, 1610 40 UniversitàdegliStudidiBergamo Parte2 1 EpistemologiaPedagogicaedelleScienzedell’Educazione - Prof.G.Bertagnaa.a.2016/2017 Galileo: il metodo ipotetico-deduttivo-sperimentale I Nelle dispute sui problemi dell’essere dell’esperienza si deve fare riferimento alle «sensate esperienze» e alle «dimostrazioni necessarie». Attraverso: 1. Dimostrazioni logicomatematiche il cui modello è fornito dalla geometria 2. Proposizioni che si rifanno all’esperienza, ma “assediata” con l’esperimento che ne permette la matematizzazione L’unione di queste due tipologie porta al METODO IPOTETICO-DEDUTTIVO-SPERIMENTALE 41 LA RAZIONALITÀ SCIENTIFICA MODERNA Scopi GALILEO GALILEI Metodo ipoteticodeduttivosperimentale Materia La natura è matematizzabile Servono a rendere possibile (esperimenti, la verifica delle ipotesi con matematica) adeguati artifici tecnici Mezzi Verifica UniversitàdegliStudidiBergamo Formulazione delle ipotesi al fine di spiegare la realtà empirica (la natura) Attraverso l’esperimento e la matematica si verificano e si escludono le ipotesi iniziali e si costruiscono 42 “le teorie” Parte2 2 EpistemologiaPedagogicaedelleScienzedell’Educazione - Prof.G.Bertagnaa.a.2016/2017 Nella modernità si sviluppa la convinzione che la scienza abbia “oggetti regionali” La scienza non è più un’indagine sull’Intero dell’esperienza e sull’Intero dell’Essere, ma comincia ad occuparsi di campi d'indagine particolari, con metodi e linguaggi particolari, al fine di studiare oggetti particolari. AL CONTRARIO… La filosofia classica ci ha insegnato che per comprendere la parte (il particolare) occorre il tutto (l’universale). Infatti, nemmeno la conoscenza empirica più elementare consiste in una sensazione isolata o in una molteplicità disordinata di sensazioni: essa è sempre una unità organizzata di molteplicità. Un tutto, appunto. 43 È la riflessione intenzionale che cerca di conoscere con verità intersoggettiva Che cosa è la natura? La Razionalità Teoretica «moderna»: Distinzione fra Scienza e Filosofia La natura è una realtà oggettiva La realtà con caratteristiche osservabili e misurabili (peso, velocità, tempo, spazio, ecc…), che non dipendono dalla percezione sensoriale del soggetto (odori, colori, suoni…) Solo il sapere fornito da dati Com’è? Matematizzabile quantificabili in cronos e/o schema è “scientifico”. L’aspetto sorprendente è che la natura si legge con quanto di più lontano da essa in apparenza esista: la matematica Le cose sono legate fra loro da causePerché? La causa efficiente effetti e dagli effetti si può risalire Elimina la causa formale e finale, alle cause con l’interrogativo relativo La Verità intersoggettiva moderna all’essenza delle • Deriva da ciò che si può osservare e misurare (le sensate esperienze) cose • Deriva da ciò che si può verificare (le necessarie dimostrazioni) 44 UniversitàdegliStudidiBergamo Parte2 3 EpistemologiaPedagogicaedelleScienzedell’Educazione - Prof.G.Bertagnaa.a.2016/2017 Le forme del determinismo e il riduzionismo scientista LE FORME DEL DETERMINISMO MODERNO RIDUZIONISMO SCIENTISTA Rischi FORME ONTOLOGICHE • Ogni causa ha un solo e ben determinato effetto • Ogni causa ha un solo e ben determinato effetto e viceversa FORMA GNOSEOLOGICA (CONOSCITIVA) La conoscenza delle cause consente la previsione esatta dei loro effetti Il determinismo cade nel riduzionismo scientista quando: • gli si attribuisce una validità anche metafisica, cioè quando la scienza non solo resta nell’empirico, nel cronologicoschematico, ma pretende anche di estendersi al metafisico (al cairotico). • Estende a tutta la realtà (all’Intero), i principi validi per un solo campo di ricerca empirico o anche per l’Intero dell’esperienza. • Secondo i canoni dell’epistéme moderna, l’uomo viene considerato solo rispetto alla sua componente misurabile • L’uomo non padroneggia perfettamente il determinismo: non può conoscere con precisione lo stato iniziale delle cose su cui poi applicare la deduzione matematica 45 deterministica ESEMPIO: V POSTULATO DELLA RETTA DI EUCLIDE Se in un piano una retta, intersecando altre due, forma con esse, da una medesima parte, angoli interni la cui somma è minore di due angoli retti, allora queste due rette indefinitamente prolungate finiscono con l'incontrarsi dalla parte detta. α β I POSTULATI SONO VERITÀ LOGICHE INDIMOSTRABILI: INTUITE INTELLETTUALMENTE α+β< 180° Sono proposizioni che • si assumono come vere • si assumono alla base dei processi dimostrativi 46 UniversitàdegliStudidiBergamo Parte2 4 EpistemologiaPedagogicaedelleScienzedell’Educazione - Prof.G.Bertagnaa.a.2016/2017 INSUFFICIENZA DELL’ASSIOMATICA (DELLA LOGICA MATEMATICA) ESEMPIO: IL QUINTO POSTULATO DI EUCLIDE Se in un piano una retta, intersecando altre due, forma con esse, da una medesima parte, angoli interni la cui somma è minore di due angoli retti (<180°), allora queste due rette indefinitamente prolungate finiscono con l'incontrarsi dalla parte detta. 181° 179° NELLA STORIA DELLA MATEMATICA SORSERO ALCUNI PROBLEMI 1. 2. Il postulato coinvolge implicitamente il concetto di infinito (su cui non si possono fare ipotesi dimostrabili) Il postulato è stato considerato più come un teorema che come una asserzione pura inferita. Cioè è stato considerato come la base dimostrativa perfino di altri teoremi 47 3. Essendo utilizzato come teorema, è sorta la necessità di dimostrarlo Nella Geometria Euclidea sussiste una differenza intrinseca tra a. VERITÀ LOGICA È la possibilità di dimostrare "per assurdo”. Cioè a partire da concetti intuibili col pensiero b. VERITÀ EMPIRICOMISURABILE ciò che si vede e si misura di fatto. Nella scienza, il massimo risultato si raggiunge quando verità logica ed empirico-misurabile coincidono (adaequatio rei et intellectus o rei ad intellectum) a. VERITÀ LOGICA b. VERITÀ EMPIRICO-MISURABILE Per garantire la verità dei postulati dovremmo aver sviluppato l'intera geometria senza incappare in contraddizioni È impossibile controllare empiricamente che davvero le due rette del 5° postulato si incontrino all'infinito. Teorema Dell’Incompletezza di Gödel UniversitàdegliStudidiBergamo à è impossibile costruire un sistema assiomatico completo à dal metodo dimostrativo non deriva un sapere logicamente perfetto. 48 Parte2 5 EpistemologiaPedagogicaedelleScienzedell’Educazione - Prof.G.Bertagnaa.a.2016/2017 EPISTEME CONTEMPORANEA La Naturalizzazione dell’uomo 1. Tutto ciò che riguarda l’uomo deve essere spiegato con i metodi d’indagine delle scienze naturali, in particolare della fisica. 2. L’uomo è considerato come un “oggetto” di studio da spiegare attraverso leggi legate tra loro da nessi di tipo causali. 3. Tali metodi sono gli unici che producono conoscenza certa e affidabile, ovvero leggi scientifiche generalizzabili. àLa complessità dell’uomo è ridotta nei termini della spiegazione e comprensione della fisica, chimica, neurologia, fisiologia, ecc. 49 LA RIFORMULAZIONE DEL DETERMINISMO NELLA FORMA DELL’INDETERMINISMO • INDETERMINISMO (variabile del determinismo) • • Nega il carattere necessario della causalità efficiente, così come era stata pensata dal determinismo (ogni evento ha una causa a cui segue un effetto, e viceversa) La causa non determina necessariamente l’effetto ma indica l’esistenza di una probabilità che esso si verifichi. L’uomo non è in grado di conoscere con la precisione necessaria lo stato iniziale di tutte le cose, appunto (es. BIG BANG) Questa concezione non nega totalmente il determinismo. Infatti, non è la disconferma del presupposto ontologico deterministico (ogni effetto ha una causa, e viceversa) L’obiezione indeterministica esprime soltanto il nostro limite gnoseologicoà L’uomo non riesce a conoscere quali sono tutte le condizioni che ci permetterebbero 50 di giungere alla padronanza del determinismo UniversitàdegliStudidiBergamo Parte2 6 EpistemologiaPedagogicaedelleScienzedell’Educazione - Prof.G.Bertagnaa.a.2016/2017 TRA NEOPOSITIVISMO ED ERMENEUTICA NEOPOSITIVISMO 1.La filosofia è un’estensione delle scienze naturali 2. Il soggetto-persona è una «cosa» da spiegare naturalisticamente. 3. La conoscenza deriva soprattutto dai METODI NOMOTETICIà stabiliscono leggi generali per spiegare e prevedere i fenomeni LA MATRICE ERMENEUTICA 1. Si parla di Scienze dello Spirito 2. Riportano l’attenzione sul soggetto-persona 3. È caratterizzata dalla nozione di comprensione 4. La conoscenza deriva soprattutto dai METODI IDIOGRAFICIà I fenomeni sono unici e irripetibili. Le azioni degli individui possono essere comprese solo a partire dallo storico-“personale” e dal letterario-espressivo “personale”. LA PROSPETTIVA DI WITTGENSTEIN È l’indagine sull’intenzionalità del soggetto-persona (ermeneutica) e sui rapporti che quest’ultima insataura con le azioni osservabili (analisi neopositivistica) 51 CRONOLOGICO E CAIROTICO Cronos (zemán ebraico) e Schema (figura) Kairos (‘êth ebraico) «Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo (cronos), come mai questo tempo (kairos) non sapete giudicarlo?» Lc 12, 54 52 UniversitàdegliStudidiBergamo Parte2 7 EpistemologiaPedagogicaedelleScienzedell’Educazione - Prof.G.Bertagnaa.a.2016/2017 CRONOS e SCHEMA • La prima coppia rimanda a ciò che noi definiremmo dominio della “scientia”che si “confronta con” e “si ricava da” il particolare, l’empirico, lo spaziotemporale e che, perciò, porta ad elementi conoscitivi intersoggettivamente misurabili, osservabili, verificabili da chiunque, con appositi strumenti condivisi, nel tempo e nello spazio. • Rimanda, diremmo, all’In saecula ovvero al sapere del mondo dell’esperienza e della storia, dove vige il mutamento, la successione, la connessione tra le fasi del mutare e del succedere. 53 KAIROS I • Non si riferisce né ad un tempo cronologico misurabile nell’empirico storico-naturale con gli orologi o clessidre o altro (documenti ecc.), né ad un rapporto tempo/spazio di natura fisico-matematica alla Euclide, Newton o Einstein. • Rimanda invece al logos, ad un filo unitario di senso del proprio vissuto nel rapporto tra sé, le cose, il mondo e la storia, percepito (con il nous) in maniera cosciente . 54 UniversitàdegliStudidiBergamo Parte2 8 EpistemologiaPedagogicaedelleScienzedell’Educazione - Prof.G.Bertagnaa.a.2016/2017 KAIROS II • In tale unità di senso, prima e dopo si fondono, il qua e là si riuniscono, l’alto e il basso, il breve e il lungo si confondono in un nesso che non lascia fuori nulla di ciò che conta per me, della mia vita nel mondo (si provano le esperienze intellettuali, psicologiche, fisiche dell’integralità, della pienezza, della complexio esistenziale, della preziosità e della compiutezza). • In questi momenti, si fa la scoperta di ciò che l’antica giaculatoria chiamava l’In saecula saeculorum di ciascuno perché, se tale scoperta si manifesta nel tempo e nello spazio, allo stesso tempo li supera e va oltre essi, quasi toccando, sentendo una dimensione metafisica. 55 CRONOS/SCHEMA E KAIROS DIFFERENZE COMPARATIVE CIÒ CHE È DI CRONOS/SCHEMA CIÒ CHE È DI KAIROS HA UN INIZIO HA UN’ORIGINE HA UNA MUTAZIONE/TRASLAZIONE SI MANTIENE SEMPRE COME ARCHÈ (FONDAMENTO INCONCUSSO DI OGNI MUTAZIONE) HA UNA FINE (à REGNO DEL SEGNO) È «IL» FINE CHE NON HA UNA FINE (ESCATON) O, CHE, ALMENO, SENTIAMO O VOGLIAMO CHE NON L’ABBIAà REGNO DEL SIMBOLO 56 UniversitàdegliStudidiBergamo Parte2 9 EpistemologiaPedagogicaedelleScienzedell’Educazione - Prof.G.Bertagnaa.a.2016/2017 CRONOS/SCHEMA E KAIROS NELL’ESPERIENZA UMANA: IL CASO DEL MATRIMONIO DI EMILIO L’INNAMORAMENTO SECONDO CRONOS/SCHEMA STORIA 1 L’INNAMORAMENTO SECONDO AGAPE/KAIROS • INIZIO • SVILUPPO/VIAGGIO • CONCLUSIONE (“Vissero felici”, con figli) FALLIMENTO STORIA 2 • ORIGINE METAFISICA • SI MANTIENE PER SEMPRE (NON PIÙ DUE MA UNO) • È IL FINE DEL PROPRIO STESSO ORIGINARSI E MANTENERSI: PIENA BEATITUDINE DI UN’UNICA STORIA • INIZIO • SVILUPPO/VIAGGIO • CONCLUSIONE FALLIMENTO STORIA 3. 4. 5. 6… v Se le due dimensioni coincidono sempre = Stato di Grazia. v Se non coincidono sempre e si sperimenta la friabilità dell’affetto e l’insinuarsi, pur non volendolo, dei risentimenti e dei rancori, delle rivendicazioni reciproche, si ha la ricerca 57 dello Stato di Grazia Obiettivo 2 Analogie e differenze esistenti a livello epistemologico tra il punto di vista della pedagogia e delle scienze dell’educazione moderne (psicologia, sociologia, antropologia, neurofisiobiologia). UniversitàdegliStudidiBergamo Parte2 10 EpistemologiaPedagogicaedelleScienzedell’Educazione - Prof.G.Bertagnaa.a.2016/2017 EPISTEMOLOGIA PEDAGOGICA E DELLE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE Dal pragmatismo di Dewey (Le fonti di una scienza dell’educazione, 1929) e di James in avanti, anche in Italia, è diventato consueto sostituire o adoperare come sinonimi il vocabolo «pedagogia» e l’espressione «scienze dell’educazione» Questa sinonimia è esaustiva? 59 TRE EPISTEMOLOGIE DIFFERENTI PER LA PEDAGOGIA 1. NEOPOSITIVISMO LOGICO 2. MATRICE ERMENEUTICA AUTORI: (da Carnap a Ayer a Quine) AUTORI: (Dilthey, Weber, Husserl, Schutz, Heidegger, Gadamer, von Wright) La pedagogia è identificata con le Il termine pedagogia è utilizzato come scienze dell’educazione (psicologia, eccedente rispetto a “scienze sociologia, antropologia, neuroscienze, dell’educazione”: mira alla comprensione etnologia, biologia, genetica, ecc.): il dell’unicità del soggetto persona, usando il soggetto-persona è una «cosa» da contributo di metodo e di contenuto delle spiegare naturalisticamente, attraverso i cosiddette “scienze dello spirito” (arte, metodi delle scienze della natura letteratura, filosofia, storia, filologia, ermeneutica…). 3. WITTGENSTEIN La Pedagogia come sintesi di un’impostazione analitico-oggettualistica (scientifica) e sintetico-comprensiva (ermeneutica) UniversitàdegliStudidiBergamo 60 Parte2 11 EpistemologiaPedagogicaedelleScienzedell’Educazione - Prof.G.Bertagnaa.a.2016/2017 • La prospettiva di Wittgenstein permette il rilancio della prima e della seconda impostazione, ammettendole come complementari anziché alternative • Entrambe le impostazioni hanno bisogno di rivedere il problema della certezza e affidabilità del sapere scientifico ammettendo due principi: - che la caratteristica della scientificità è sempre analoga, mai univoca - che le scienze dell’educazione, anche quando siano fatte interagire tutte tra loro (massimo dell’interdisciplinarità) per “dare ragione” dell’educazione del soggetto persona nella storia e nel mondo (che sono “empiriche”), hanno comunque bisogno di una «meta-fisica» (meta-empirica) per “darla”, e viceversa Dal punto di vista epistemologico In questo senso, la pedagogia non è riducibile alle «scienze dell’educazione» perché deve tener conto non soltanto dell’Intero esperibile del e dal soggetto persona, ma anche del problema dell’Intero (che non è riducibile all’Intero dell’esperienza) che il 61 soggetto persona pone e si pone. LA PEDAGOGIA COME «SCIENZA» DI SINTESI L’Oggetto della Pedagogia 1) 2) È il soggetto-persona con i suoi caratteri di individualità (individuo), unicità, inesauribilità ironica, relazionalità e integralità (mano, mente, cuore, spirito; corpo e istinti biologici, passioni psichiche, ragione logica e coscienza personale; intero dell’esperienza e intero) È il soggetto persona che educa e si educa, cioè «chiamato ad agire» nell’esperienza storica concreta (in cronos/schema) al fine di compiersi pienamente (in kairos) attraverso atti educativi (cioè contraddistinti dall’intenzionalità, logos, libertà e responsabilità). LA PEDAGOGIA perciò •Non solo deve tener conto delle azioni educative che ci sono già state, con le loro forme, ragioni, intenzioni, regole, significati, valori, fini, nei contesti e nei luoghi in cui si sono realizzate… •… ma deve mettere in campo anche quelle che ci «devono essere», momento dopo momento, da adesso, per «quel» nuovo, determinato contesto sociale e ambientale, con la storia e i problemi che hanno avuto e che avranno, affinché i soggetti-persone possano «salvarsi» e non «dis-perdersi», per scoprire la «pienezza» (integralità) e non la «mancanza» (la non integralità o parzialità) di sé in rapporto agli altri e al mondo (ritrovare il proprio kairos in cronos/schema). 62 UniversitàdegliStudidiBergamo Parte2 12 EpistemologiaPedagogicaedelleScienzedell’Educazione - Prof.G.Bertagnaa.a.2016/2017 Esercitazione • Provate a verificare su di voi se condividete o meno i caratteri appena attribuiti al soggetto persona • Provate a riconoscere nei comportamenti che avete assunto nelle ultime ore quelli nei quali riconoscete atti che avete esercitato con intenzionalità, piena consapevolezza razionale, in modo libero e di cui potete quindi essere chiamati a “rendere conto” delle loro conseguenze sul piano morale (responsabilità). LA PEDAGOGIA TRA EMPIRICI (“PRATICONI”) E TEORETICI (“SAPIENTI”) «Ai fini dell’attività ordinaria gli empirici riescono anche meglio di coloro che posseggono la teoria senza l’esperienza (…) se uno possiede la teoria senza l’esperienza e conosce l’universale ma non conosce il particolare che vi è contenuto, più volte sbaglierà la cura, perchè ciò cui è diretta la cura è, appunto l’individuo particolare. E tuttavia noi (…) giudichiamo coloro che posseggono l’arte più sapienti di coloro che possegono la sola esperienza, in quanto siamo convinti che la sapienza, in ciascuno degli uomini, corrisponda al loro grado di conoscere. (E poichè) I primi sanno la causa, mentre gli altri non lo sanno, (noi) consideramo i primi come più sapienti, non perchè più capaci di fare, ma perchè conoscono le cause (che consentono loro di non agirge mai come) esseri inanimati (e) per routine» . Aristotele, Metafisica 64 UniversitàdegliStudidiBergamo Parte2 13 EpistemologiaPedagogicaedelleScienzedell’Educazione - Prof.G.Bertagnaa.a.2016/2017 Esercitazione Riflettete su questo proverbio: “ gli agrumi sono d’oro al mattino, argento al pomeriggio e bronzo la sera” Dite come e perché riconoscete se chi lo pronuncia è un “ praticone ” o un “sapiente” QUALE IMPLICAZIONE PER LA PROSPETTIVA PEDAGOGICA? Si è “sapienti” non tanto quando si è stati educati, si educa e si sta educando bene (cioè «come si deve»), ma quando si “danno le ragioni” di questi risultati e di queste azioni (il logos non accerta, ma trova i “perchè” di quanto è già dato per certo all’esperienza o è agito dinnanzi a ciò che «av-viene»). 66 UniversitàdegliStudidiBergamo Parte2 14 EpistemologiaPedagogicaedelleScienzedell’Educazione - Prof.G.Bertagnaa.a.2016/2017 DIVENTA ALLORA IMPORTANTE SAPERE PERCHÈ AFFRONTARE UN TEMA (UN CASO) DAL PUNTO DI VISTA PSICOLOGICO, BIOLOGICO, SOCIOLOGICO ... È≠ DALL’AFFRONTARE UN TEMA (UN CASO) DAL PUNTO DI VISTA PEDAGOGICO 67 QUALI ANALOGIE E QUALI DIFFERENZE TRA LE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE E LA PEDAGOGIA? 68 UniversitàdegliStudidiBergamo Parte2 15 EpistemologiaPedagogicaedelleScienzedell’Educazione - Prof.G.Bertagnaa.a.2016/2017 LE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE NEUROFISIOLOGIA PSICOLOGIA BIOLOGIA ANATOMIA QUALI GLI ELEMENTI ANALOGHI? PALEONTOLOGIA SOCIOLOGIA ANTROPOLOGIA PSICHIATRIA…… 69 CHE COSA HANNO DI ANALOGO? • Tutte le scienze dell’educazione partono dall’esperienza umana che è “già accaduta così come è accaduta (si rivolgono al “passato”, al “perfetto”: sguardo retro-spettivo). Partono cioè dall’esperienza perfetta per formalizzarla oppure trovano nell’esperienza perfetta la certezza e l’affidabilità della formalizzazione ipotizzata 70 UniversitàdegliStudidiBergamo Parte2 16 EpistemologiaPedagogicaedelleScienzedell’Educazione - Prof.G.Bertagnaa.a.2016/2017 L’ ex-perienza: - la può avere solo chi è vivo e “supera il”, “viene fuori ogni momento dal” pericolo umano di morire, cioè di non avere più ex-perienza; - è data al soggetto nel modo con cui gli si dà, si manifesta, appare a mano a mano che gli viene incontro («av-viene») e si svolge, fino a concludersi, per poi non cambiare più. Il lògos delle scienze dell’educazione, mediante la formulazione di ipotesi e il metodo della loro verifica, va alla ricerca di ciò che non si dà nell’esperienza ma che, mediandola razionalmente, spiega perché è accaduta nel modo in cui è accaduta (ricerca delle “cause”) e perché, se restasse uguale o almeno analoga a quella già accaduta, potrebbe mantenere le stesse spiegazioni (ricerca «L’OperatoreEducativoel’Autismo» della “pre-dizione” o “pre-visione”). Esercitazione 6 Riflettete sulla slide precedente e trovate alcuni esempi (personali o mutuati dalle esperienze di altre persone) con i quali condividerla oppure contestarla. UniversitàdegliStudidiBergamo Parte2 17 EpistemologiaPedagogicaedelleScienzedell’Educazione - Prof.G.Bertagnaa.a.2016/2017 CHE COSA HANNO DI ANALOGO/2 • Se l’esperienza è sempre “particolare” (essa è sempre “individua” e “singola”: ciascuna è unica e non esiste un’esperienza uguale a un’altra); • le scienze dell’educazione intendono assicurarci, con il loro lógos e con i loro metodi (e tecniche) di studio, qualcosa di “generale” cioè di valido per “norma” (affidabile e certo) a partire da tutte le esperienze “particolari” già accadute, così da da poter fare “pre-visioni” su quelle analoghe che accadranno. 73 Per questo tutte le teorie elaborate dalle scienze dell’educazione (come dalle scienze fisico-matematiche in generale) possono essere sempre smentite nel caso “individuo” e “singolo” che “av-viene” nell’individuale contingente, attuale o potenziale che sia; da qui anche il significato evolutivo del sapere elaborato da ogni scienza e da ogni scienza dell’educazione, perché cambiano le «spiegazioni» che esse danno dell’esperienza perfetta e le «previsioni» di quella ancora imperfetta o futura. UniversitàdegliStudidiBergamo Parte2 18 EpistemologiaPedagogicaedelleScienzedell’Educazione - Prof.G.Bertagnaa.a.2016/2017 CHE COSA HANNO DI ANALOGO? Ogni scienza dell’educazione è caratterizzata da: • un oggetto di studio, cioè vede le «cose» o i soggetti persona che sono sempre un tutto unico (un’unità organizzata e complessa) dal punto di vista di parziali proprietà manipolabili ed esperibili • Un metodo e strumenti di indagine coerenti con l’esplorazione dell’oggetto caratterizzato dalle parziali proprietà assegnate • Un linguaggio specifico (per es., il termine «autismo» è nato in psichiatria, e perciò nel linguaggio comune o in un’altra disciplina non referenzia le stesse proprietà; ogni termine, ad es. cervello, mente, scheletro, sviluppo, dislessico ecc., varia di significato a seconda delle diverse 75 scienze) Esercitazione •Riflettere sulla distinzione tra “cosa” e “oggetto di studio”, tra “soggetto-persona” e (intesa come) “oggetto di studio” di varie scienze, assumendo come esempio voi stessi o altri. Che cosa significa, nello specifico, studiare una totalità organizzata, unica e complessa dal punto di vista di una scienza dell’educazione che lo assume come oggetto di studio secondo parziali proprietà fenomeniche? UniversitàdegliStudidiBergamo Parte2 19 EpistemologiaPedagogicaedelleScienzedell’Educazione - Prof.G.Bertagnaa.a.2016/2017 LE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE E L’ESPERIENZA PERFETTA Cristallizzano Tutte cristallizzano, ossificano l’esperienza che si è già realizzata, la restringono al suo passato, al suo perfetto. Studiano l’esperienza umana che è “già accaduta così come è accaduta” per «spiegarne» le ragioni e “pre-vederne” la possibile evoluzione. Tutte guardano verso l’esperienza già data ma, attraverso la mediazione del lògos, ricavano ciò che non è dato nell’esperienza stessa. In altre parole, ogni spiegazione causale o ogni teoria previsionale, trascende l’esperienza stessa, non si trova nell’esperienza ma è frutto di «teoria», ovvero di formalizzazioni. Sguardo retrospettivo Il carattere prospettivo (prospettico) è dato dalla formulazione di leggi generali che, non solo spiegano le dinamiche e i processi delle esperienze educative che ci sono già state, ma forniscono previsioni più o meno deterministiche anche di quelle che «av-verranno». Sguardo prospettivo (prospettico) 77 QUALE IDENTITA’ PER LA PEDAGOGIA? DEFINIZIONE ETIMOLOGICA PEDAGOGIA (da pais, figlio, figlia; o da paidos, soggetto umano in crescita; più agogé, da agein, condurre, guidare; in musica l’agogica indica le temporanee modificazioni che l’interprete, durante l’esecuzione, apporta al movimento prestabilito dal compositore: interpretazione dell’educatore e volontà di chi scrive, cioè dell’educando, sono intrecciate e indivisibili in ogni momento nell’agogica pedagogica, per cercare di far coincidere intenzionalità, libertà, logos e responsabilità di chi educa e di chi è educato) PERCHÈ NON PARLARE DI PEDO (O PEDA)- LOGIA? UniversitàdegliStudidiBergamo Fin dal nome, dunque, dice di una disciplina che intende andare oltre le – logie teoretiche (i saperi epistemici) sull’esperienza fornite dalle diverse scienze 78 dell’educazione Parte2 20 EpistemologiaPedagogicaedelleScienzedell’Educazione - Prof.G.Bertagnaa.a.2016/2017 • Per “dare ragione” delle esperienze educative relative al soggetto-persona in crescita evolutiva in un tempo, nel mondo e nella società, essa mobilita le scienze dell’educazione, con i loro oggetti di studio, i loro metodi e linguaggi. • Anche la pedagogia, dunque, in questo senso, parte dal passato, dal perfetto, dall’accaduto, dall’avvenuto nell’esperienza (sguardo retrospettivo) dei soggetti-persona intesi come oggetto di studio, per scoprirne il lógos generale anche antespettivo. • Essa, tuttavia, trova il proprio cuore disciplinare nell’attrezzarsi in vista del futuro educativo protagonistico del singolo soggetto e dell’imperfetto educativo che lo riguarda (ovvero di quanto gli sta per accadere, “av-venendo” oppure che gli a-verrà” nel suo modo unico e irripetibile) al fine di portarlo alla scoperta del proprio kairos, accompagnandolo in questo percorso in maniera agogica. 79 Gli occhi della pedagogia, dunque, pur sempre ri-voltandosi indietro nel cronos/schema dell’esperienza e pur cercando sempre la maggiore e realistica consapevolezza possibile di ciò che c’è e come è a riguardo delle esperienze educative sia dell’educatore sia dell’educando nei loro contesti, sono sempre rivolti in maniera vigile attorno e avanti al soggetto persona, alla ricerca della «pienezza» possibile del suo kairos, considerando lui il compositore e il “maestro” l’interprete della sua maturazione (l’agogica pedagogica). «L’OperatoreEducativoel’Autismo» UniversitàdegliStudidiBergamo Parte2 21 EpistemologiaPedagogicaedelleScienzedell’Educazione - Prof.G.Bertagnaa.a.2016/2017 La pedagogia è chiamata quindi ad attrezzarsi Per intervenire sull’educazione del soggetto-persona non ancora avvenuta, ma che sta per accadere, avviene, avverrà nel suo modo unico e irripetibile che si darà per ciascuno Per accompagnare il soggetto-persona ad essere sempre più capace, nel presente e nel futuro prossimo o remoto di quell’intenzionalità, lógos, libertà/responsabilità che lo porti al riconoscimento delle dimensioni del kairos possibile per sé e alla consapevolezza che la perfezione non è umana, pur essendo il motore dell’umano (perfettibilità) Il carattere imperfetto dell’evento educativo non ancora resosi esperienza perfetta del soggetto persona implica il dovere della pedagogia di essere attenta e aperta alle novità educative che si affacciano nel presente dal futuro. La sua cifra distintiva è il futuro che “viene verso”, incrocia il presente, al fine di trasformarlo, per il soggetto persona, in un passato (“perfetto”) educativamente migliore (cioè per lui più «salvato», più «pieno») di quelli finora accertati (rendere meno pericolosa e mancante l’ex-perienza educativa di ciascuno) Il futuro che avviene nei casi singoli, ricordavano i Greci, ha due caratteristiche fondamentali: 81 L’ineluttabilità ontologica Accade anche a non volerlo: in questo senso è pre-determinato, necessario) L’imperscrutabilità o imprevedibilità gnoseologica L’evento futuro che arriva nell’esperienza non Gli eventi del futuro non si conosce proprio perché ancora non è accaduto possiamo inferirli dai presenti. e, quindi, non può ancora essere stato oggetto di La credenza nel nesso esperienza da mediare con il nostro lógos tipico causale è superstizione. Wittgenstein, Tractatus 5.1361 delle scienze dell’educazione La circostanza è ancora più importante quando il “caso singolo” è l’unica vita di ogni uomo che matura: si possono “dare le ragioni” del suo passato (perfetto), ma è impossibile “dare le ragioni” di un’esperienza singola che ancora non c’è, non è data, non è stata data (imperfetta)à (Esempio: l’insegnamento delle tragedie greche: il caso topico di Edipo o di Ecuba). 82 UniversitàdegliStudidiBergamo Parte2 22