VII Simposio Internazionale sul Suino Mediterraneo 14-16 Ottobre 2010 Cordoba, Andalusia, Spagna Il 7° Simposio Internazionale sul Suino Mediterraneo si è tenuto a Córdoba (Spagna) il 14-16 ottobre 2010. Precedenti incontri si sono svolti ad Ajaccio (Francia, 1987), Badajoz (Spagna, 1992), Benevento (Italia, 1995), Évora (Portogallo, 1998), Tarbes (Francia, 2004) e Capo d'Orlando (Italia, 2007). La prossima edizione si terrà nel 2013 in Slovenia. Al convegno hanno partecipato relatori afferenti ad Università, Istituti ed Aziende, pubbliche e private provenienti dalla Spagna, Italia, Francia, Portogallo, Slovenia e Croazia. Il programma scientifico era articolato in sette aree tematiche: genetica, allevamento, alimentazione, igiene, qualità della carne e dei suoi prodotti, assicurazione qualità e tracciabilità, aspetti socio economici. 1.GENETICA La sezione è stata coordinata dal Dr. Manuel Serradilla J. Università di Cordoba, Spagna. Programma scientifico della sessione: Sequenziamento del genoma del suino Iberico. Relatore: Dr. Pérez Enciso M. Università di Barcellona, Spagna. Analisi del gene KIT in una popolazione suina siciliana e identificazione dell’allele ID al locus Dominat White Relatore: Dr. Fontanesi L. Università di Bologna, Italia. Caratterizzazione genetica delle razze suine autoctone dalla Spagna con marcatori microsatelliti Relatore: Dr. Martínez A. Università di Cordoba, Spagna. Effetto di una dieta arricchita in acido oleico sull‟espressione genica della Δ9desaturasi (SCD) e sulla composizione in acidi grassi del grasso intramuscolare e sottocutaneo del suino Iberico Relatore: Dr.ssa Óvilo C. INIA, Spagna. Associazione fra polimorfismo della Δ9-desaturasi e profilo degli acidi grassi prosciutti italiani DOP 1 Relatore: Dr. Renaville B. Università di Udine, Italia. Nuovi test genetici per la selezione dei suini di razza Iberica. Dr. Rodríguez C., Benítez R., Alves E., Fernández A. I., Óvilo C., Silió L. INIA, Spagna La composizione in acidi grassi del tessuto adiposo è importante per le proprietà tecnologiche della coscia e per le proprietà dietetiche e sensoriali del prosciutto stagionato. La Dr.ssa Óvilo C. ha presentato gli effetti dei una dieta ricca in acido oleico sulla composizione in acidi grassi del grasso intramuscolare e sottocutaneo e sull‟espressione genica dell‟enzima Δ9desaturasi (SCD) deputato al controllo della biosintesi degli acidi grassi moninsaturi. Due gruppi di 13 suini di razza Iberica sono stati alimentati, da 28 a 110 kg di peso vivo, con due diete isocalorica a diverso contenuto in olio di girasole alto oleico (0 vs 6%). Alla macellazione sono state riscontrate differenze tra i due gruppi di suini nel profilo degli acidi grassi del grasso sottocutaneo, ma non nella quantità e composizione del grasso intramuscolare. Nel tessuto adiposo è stata riscontrata poca variabilità di espressione del gene SCD mentre i risultati ottenuti per il muscolo indicano un maggiore espressione del gene SCD (2x) in animali nutriti con una dieta priva di acido oleico. Questi risultati suggeriscono l‟esistenza, nei due tessuti esaminati, di un diverso controllo nel metabolismo del grasso. Il Dr. Renaville ha studiato l‟associazione fra polimorfismo SCD e composizione in acidi grassi del grasso sottocutaneo di prosciutti italiani. Nel sequenziamento del promotore della SCD è stato individuato uno SNP. Per questa mutazione sono stati genotipizzati 48 suini “tradizionali” (Landrace Italiana × Large White Italiana) e 32 ibridi Goland. Sugli stessi suini è stata determinata la composizione in acidi grassi del grasso di copertura delle cosce. La frequenza genotipica del promotore della SCD è risultata diversa nei due ibridi di suino pesante. Indipendentemente dal tipo genetico, sono state evidenziate delle associazioni significative tra il polimorfismo nel promotore della SCD e i rapporti acido palmitoleico/acido palmitico, acido oleico/acido stearico nonché, in generale, fra MUFA e SFA. Questi risultati suggeriscono che il polimorfismo del promotore della SCD è associato alla qualità del grasso dei prosciutti italiani DOP. 2. ALLEVAMENTO Sessione coordinata dal Dr. Macedo Neves J.A. Università di Evora, Portogallo. 2 Programma scientifico della sessione: Sistema di produzione e gestione sostenibili per i suini dell‟area mediterranea Relatore: Dr. Santos Silva J. DRAP. Guimarães. Portogallo. Il ruolo del tasso di ovulazione e delle perdite di embrioni sulla prolificità delle scrofe di razza Iberica Gonzalez-Bulnes A.1, Encinas T.2, Gomez-Izquierdo E.3, Gonzalez-Añover P.4, Pallares P.1, Pérez-Solana M.L.1, Sanchez-Sanchez R.1, Torres-Rovira L.1 1INIA, Spagna; 2Facoltà di Veterinaria, UCM; 3Centro de Pruebas de Porcino, ITACyL; 4NUTEGA. L‟allevamento delle principali razze suine autoctone in Europa Relatore: Dr. Bonanzinga M. ARSIA. Italia. Composizione del colostro e del latte delle scrofe Alentejano e di un incrocio (Large White x Landrace) e acquisizione di immunità passiva dei suinetti. Charneca R.1, Tirapicos J.1, Le Dividich J.2 1ICAAM. Università di Évora, Portogallo; 2INRA, Francia Il legame tra razza, territorio e qualità dei prodotti: il caso della Cinta Senese. Relatore: Dr. Crovetti A. Università di Firenze, Italia. Il Dr. Bonanzinga ha riportato i risultati dell‟indagine condotta sull‟allevamento di 7 razze suine autoctone in Europa: Nero Siciliano nel territorio dei Monti Nebrodi (Sicilia, Italia), Cinta Senese in Toscana (Italia), Mora Romagnola e Nero di Parma in Emilia Romagna (Italia), Suino “Nustrale” in Corsica (Francia), Suino locale in Grecia, Suino Iberico nella Municipalità di Cordoba (Spagna). Il lavoro ha riportato statistiche sui principali aspetti tecnico-gestionali delle aziende quali: dimensione aziendale, uso del suolo, parametri produttivi e riproduttivi, tecniche di marketing. Dalla comparazione è emersa una sostanziale omogeneità di utilizzo del suolo e uno stretto legame con il territorio anche se sono presenti diversi livelli di estensivizzazione. Per quasi tutte le realtà la riproduzione rappresenta l‟elemento di maggiore criticità, così come critica risulta l‟elevata variabilità dei pesi e delle età di macellazione presente all‟interno di quasi tutte le aree oggetto di studio. Difficilmente comparabile risulta la situazione mercantile caratterizzata da livelli molto diversi di autoconsumo. La produzione di nicchia e di qualità rappresenta l‟unico elemento comune a tutte le realtà indagate. 3 Il Dr. Crovetti ha riportato i risultati di un‟indagine sulle tipologie di allevamento di Cinta Senese di un campione rappresentativo di aziende presenti nel territorio toscano. Il lavoro ha riportato statistiche relative ai principali aspetti tecnico-gestionali delle aziende quali: dimensione aziendale, uso del suolo, tecniche di alimentazione, parametri produttivi e riproduttivi, gestione sanitaria, tecniche di marketing. Le informazioni scaturite sono state poi analizzate al fine di individuare i punti di forza e di debolezza del sistema, indicando al contempo le reali opportunità di sviluppo della razza. Sempre grazie ai risultati dell‟indagine il lavoro ha descritto le principali tipologie di salumi prodotte con la Cinta Senese indicando, anche in questo caso, i punti di forza e di debolezza del sistema, in special modo per ciò che attiene alle tecniche di lavorazione e commercializzazione 3. ALIMENTAZIONE Sessione coordinata dal Dr. Pierre Sans. Università di Tolosa. Francia Programma scientifico della sessione: Proteine, metabolismo energetico e nutrizione del suino Iberico: una panoramica Relatore: Dr. Nieto M. CSIC, Spagna. L‟accrescimento nel suino krškopolje Planinc M., Malovrh S., Kovač M. Università di Lubiana, Slovenia. Caratteristiche della carcassa e sviluppo degli organi in suinetti iberici alimentati con diete diverso rapporto proteine e energia Conde-Aguilera J.A., Arantzazu M., Lara L. Aguilera J.F., Nieto R. IFNA, CSIC, Spagna. Effetti dei lipidi nella dieta e della restrizione alimentare sulla qualità della carcassa e della carne di suini Iberici Viguera J.1, Cortés M.1, Peinado J.1, Señorón M.2, Ruiz J.3. 1Imasde Agroalimentaria, S.L., 2 SAT Villa Vieja, 3 Università di Estremadura, Spagna. La Dr.ssa Nieto ha illustrato le peculiarità metaboliche del suino Iberico e la difficoltà di estrapolazione delle esigenze nutrizionali ed energetiche dei suini di questa razza da quelle di suini di altri genotipi. In particolare è stata evidenziata il diverso fabbisogno di proteine e di energia, durante la fase di crescita e ingrasso e la ridotta capacità di accrescere la massa magra. Le 4 informazioni emerse da questi studi trovano applicazione nello sfruttamento commerciale dei suini di questa razza autoctona. Per esempio sono emerse raccomandazioni verso una riduzione, rispetto a quella utilizzata nella pratica, della quantità di proteine nella dieta; questa riduzione si traduce in duplice vantaggio: a) in termini economici, con un risparmio significativo perché la proteina è il più costoso degli ingredienti del mix di mangimi, e per un uso più efficiente di questa sostanza nutritiva da parte dei suini; b) per quanto riguarda l'ambiente, una riduzione nell'uso della quantità proteina di solito si traduce in una concomitante riduzione dell'azoto escreto, una delle principali fonti di inquinamento ambientale causato dall‟allevamento animale. 4. IGIENE La sessione è stata coordinate dal Dr. Karolyi D. Università di Zagabria, Croazia. Programma scientifico della sessione: Salute dell‟animale e sicurezza alimentare nel suino Iberico Relatore: Dr. Astorga Márquez R. J. Università di Cordoba,Spagna. Studio sierologico di potenziali agenti patogeni zoonotici in suini di razza Iberica Gómez J.1, Hernández M.1, García-Valverde R.1, Huerta B.2, Astorga R. J.2 1CICAP, Spagna, 2Università di Cordoba, Spagna. Numerosità della nidiata e gestione della salute come fattori limitanti per la conservazione del suino turopolje Salajpal K.1, Dikic M.1, Karolyi D.1, Klisanic V.2, Mahnet Z.2, Spicic S.3,Cvetnic Z.3 1Università di Zagabria, Croazia; 2Croatian Agricultural Agency, Zagabria, Croazia; 3Croatian Veterinary Institute, Zagabria, Croazia. 5: QUALITA‟ DELLA CARNE E DEI SUOI PRODOTTI La sezione è stata coordinata dal Dr. Franci O. Università di Firenze, Italia. Programma scientifico della sessione: La qualità della carne e dei prodotti stagionati di suini autoctoni dell‟area mediterranea Relatore: Dr. Pugliese C. Università di Firenze, Italia. 5 Effetto del contenuto di grasso e del tempo di conservazione sul colore del prosciutto crudo affettato confezionato sottovuoto Relatore: Dr. Ventanas J. Università di Extremadura. Spagna Caratteristiche chimiche, fisiche e microbiologiche del salame Slavonian Kulen. Relatore: Dr. Karolyi D. Università di Zagabria. Croazia Effetto di alcune variabili di macellazione del suino pesante sul comportamento, sui parametri ematici, sulla qualità della carne e sui difetti nel prosciutto stagionato. Relatore: Dr. Tassone F. Università di Bologna, Italia. Effetto di una alimentazione base di castagne nella fase di finissaggio del suino di razza Celta, sul profilo in acidi grassi Relatore: Dr. Franco I. Università di Vigo, Spagna. Antiossidanti naturali nell‟alimentazione del suino: effetti sulla qualità della e del salame stagionato Relatore: Dr. Pastorelli G. Università di Milano, Italia. La Dr.ssa Pugliese ha presentato una relazione sulle principali caratteristiche qualitative della carne e dei prodotti stagionati di suini autoctoni dell‟area mediterranea (Spagna, Francia, Italia, Portogallo, Grecia e Croazia), sottolineando le interessanti qualità della carne e del grasso di questi animali. Il Dr. Karolyi ha presentato i risultati della caratterizzazione fisico, chimica, microbiologica e organolettica del salame stagionato Slavonian Kulen prodotto nella regione della Slavonia orientale, in Croazia, da trito di maiale, lardo, spezie, sale e insaccato in budello naturale (cieco di maiale). Sono stati analizzati 12 campioni salame di diversi piccoli produttori. Le caratteristiche chimico fisiche ottenute sono le seguenti: umidità 38,2% ± 3,6; proteine 35,0% ± 3,1; grassi 23,7% ± 4,6; umidità/proteine 1,1 ± 0,1; pH 5,37 ± 0,23 e attività dell'acqua 0,82 ± 0,02. Riguardo le proprietà organolettiche (valutate sul scala a cinque punti) sono stati ottenuti i seguenti risultati: 3,7 ± 0,6 per l'aspetto superficiale; 3,4 ± 0,6 per l'odore rilevato all‟esterno; 3,8 ± 0,5 per la consistenza; 3.2 ± 0.4 per l'odore rilevato al taglio; 3,0 ± 0,7 per l‟aspetto al taglio; 3,3 ± 0,5 per consistenza ; 3,1 ± 0,4 per il sapore e aroma; 3,0 ± 0,5 per il il retrogusto e 3,2 ± 0,4 per la qualità complessiva. Per quanto riguarda la 6 sicurezza dei prodotti, sono stati ottenuti i seguenti risultati (per kg): istamina 330,8 ± 126,3 mg; tiramina 233,9 ± 124,7 mg; nitrito di 6,55 mg ± 3,88 e benzo(a) pirene 0,05 ± 0,03 µg. Salmonella spp. e L. monocytogenes non sono stati trovati in campioni, mentre il numero di S. aureus, enterobatteri e clostridi solfito-riduttori sono risultati in conformità con i parametri. Il Dr. Tassone F ha presentato uno studio sugli effetti di alcune variabili di macellazione sul comportamento animale, sui alcuni parametri ematici, sulla qualità della carne e sui difetti del prosciutto stagionato. Per lo studio sono stati impiegati 120 suini pesanti italiani allevati in un‟unica azienda e inviati, in tre gruppi da 40 capi, a tre diversi macelli. Ove le difficoltà di movimentazione hanno causato un aumento degli eventi comportamentali, a causa della differente abilità del personale coinvolto, sono emerse differenze nella capacità di conduzione degli animali al carico e allo scarico. L‟analisi sui parametri ematici ha evidenziato che i diversi tempi di sosta applicati nei macelli non riducono lo stress fisico causato dalle operazioni di trasporto, il quale sembra legato al carico, al viaggio e allo scarico. La velocità e l‟intensità dell‟acidificazione post mortem è risultata influenzata dall‟impianto di macellazione mentre il colore dei muscoli della coscia non ha mostrato analoga variazione. La presenza e la gravità del difetto di venosità del prosciutto sono risultate diverse tra i tre impianti, non così il difetto della cotenna rossa. I risultati dello studio mostrano che l‟impianto di macellazione, ossia come gli animali sono gestiti prima e dopo la morte, ha un‟indubbia responsabilità sulla qualità della coscia destinata alla stagionatura. La Dr. ssa Franco ha studiato gli effetto di una alimentazione a base di castagne nella fase di finissaggio del suino di razza Celta (una razza autoctona dalla nord-ovest della Spagna) sul profilo degli acidi grassi del muscolo e del fegato. Trentasei suini sono stati separati in tre gruppi, di 12 animali ciascuno. Ciascun gruppo, durante il periodo di fine-ingrasso (tre mesi) è stato alimentato in modo diverso: con un mangime a formulazione commerciale, con una miscela costituita da castagne e mangime commerciale e con solo castagne. Dopo la macellazione è stata analizzata la composizione in acidi grassi (lipidi neutri e polari) del grasso intramuscolare (muscoli Longissimus dorsi e Psoas) e del grasso epatico. Nei suini alimentati esclusivamente con le castagne è risultato il più elevato il contenuto di acido oleico dei lipidi neutri dei muscoli. Nei muscoli è risultata influenzata dalla dieta anche la quantità di acido linolenico e arachidonico dei lipidi polari. L'inclusione di castagne influenza significativamente anche la composizione in acidi grassi come palmitico, oleico, linoleico, linolenico, cis 11, 14 eicosadienoico e lignocerico dei lipidi polari del grasso epatico. 7 La Dr.ssa Pastorelli ha studiato l‟influenza di antiossidanti naturali, somministrati al suino pesante con la dieta nell‟ultimo mese di ingrasso, sulla stabilità ossidativa e sulla composizione chimica della carne e del salame. Alla macellazione 36 campioni di muscolo Biceps Femoris sono stati prelevati da suini alimentati con una dieta controllo (n=18) e da una dieta addizionata (n=18) con un estratto naturali di Verbenacee (AjuteTM). Da ciascun gruppo sperimentale sono stati prodotti salami Cremona (IGP). Nel muscolo e nel salame non è stata riscontrata nessuna differenza significativa nella composizione chimica; l‟ossidazione lipidica (TBARS Test) è risultata inferiore nel muscolo (P = 0.04) e nei salami (P > 0.05) del gruppo trattati. L‟utilizzo degli estratti naturali ha determinato una più lunga shelf life dovuta alla minore ossidazione nel muscolo e una maggiore stabilità del colore del salame rilevata dopo tre mesi di stagionatura. Nell’ambito di questa sessione sono stati presentati i seguenti lavori di ricercatori SSICA. Effetto del materiale di confezionamento sul colore e sui composti organici volatili (VOCS) di prosciutti stagionati italiani e spagnoli. Latorre M. A.1, Pinna A.2, A. Montanari A.2 e Virgili R.2 1Università 2Stazione di Zaragoza (Spagna), Sperimentale per l‟Industria delle Conserve Alimentari, Parma (Italia) Il prosciutto stagionato è un prodotto distintivo tra i salumi ed il confezionamento in MAP deve preservarne la qualità. Il confronto mediante misure oggettive (indici colorimetrici e composti organici volatili), tra prosciutti diversi e tra affettati freschi e confezionati (PET e biopolimero PLA), ha permesso di valutarne la qualità in termini di colore e aroma. Materiale e Metodi. 12 prosciutti stagionati 17-18 mesi (4 prosciutti di Parma, 4 prosciutti di Teruel, 4 prosciutti da suino pesante italiano con parziale sostituzione di NaCl con KCl), sono stati disossati, sezionati, refrigerati, affettati (1,5 mm spessore), collocati in vaschette (85-90 g / confezione) di PET (film di chiusura PET//EVOH/PE) e di PLA (film di chiusura PLA barriera) e conservati al buio a 24°C fino a 25 giorni. Gli affettati sono stati analizzati per composizione, indici colorimetrici e VOCs mediante tecnica HS-SPME-GC-MS. Risultati e conclusioni. Gli indici colorimetrici e di composizione presentano differenze per tipo di prosciutto. Nei prosciutti in PLA a*, b* e h* variano con diminuzione del rosso. I VOCs presentano più aldeidi ramificate nei prosciutti spagnoli, ma più esteri, alcoli, aldeidi lineari negli italiani. Il confezionamento comporta la riduzione di qualche composto molto volatile; il prosciutto in PLA aumenta alcoli, aldeidi lineari e ramificate, chetoni, acidi organici (per ossidazione, 8 fermentazione e catabolismo di amminoacidi), quello in PET più idrocarburi alifatici e aromatici (probabile contaminazione del materiale di confezionamento). Effetto della temperatura di fermentazione e dell‟eliminazione di nitrato/nitrito sui parametri fisico chimici e microbiologici del salame. Schivazappa C., Grisenti M.S., Frustoli M.A., Barbuti S. Stazione Sperimentale per l‟Industria delle Conserve Alimentari, Parma (Italia) L'uso del nitrito nella preparazione dei salami è considerato importante per le sue proprietà antibatteriche e antiossidanti, per la formazione del colore e dell‟aroma, ma le riserve sulla tossicità del nitrito e dei nitrosocomposti hanno determinato la ricerca di metodi di produzione di salami senza aggiunta di NO2-/NO3 - e con caratteristiche confrontabili ai salami convenzionali. I salami, provenienti dallo stesso trito e prodotti con e senza NO2-/NO3-, sono stati fermentati a 21°C (RH 69 – 74%) o a 8°C (RH 75 – 85%). I salami sono stati asciugati sino a un calo peso del 42–43%. Analisi chimico-fisiche e microbiologiche sono state effettuate durante la stagionatura. Nelle condizioni adottate nel presente studio l‟eliminazione del NO2-/NO3 - aumenta l‟ossidazione lipidica (TBARS) specialmente a più alte temperature. L‟importanza del nitrito nella formazione del colore rosso brillante è evidente fin dalle prime fasi della lavorazione; la sua eliminazione, indipendentemente dalle temperature di fermentazione, determina la formazione di un colore rosso meno brillante e meno stabile. L‟eliminazione dei NO2-/NO3 - non ha influito sul microbiota tipico (LAB e Stafilococchi NCP) mentre differenze si sono osservate a carico di B. thermosphacta, enterococchi ed enterobatteri. La bassa temperatura (8°C) durante la fase di acidificazione ha consentito un maggiore controllo dei Gram-negativi e degli enterococchi. 9 10 11 6. ASSSICURAZIONE QUALITA‟ E TRACCIABILITA‟ La sezione è stata coordinata dal Dr. Ventanas J. Università di Estremadura, Spagna. Programma scientifico della sessione: Qualità del prosciutto crudo: metodi per l‟autenticazione dell‟origine geografica, sistema di allevamento e tecnologia di produzione. Relatore: Dr. Gandemer. INRA, Francia. Analisi della composizione chimica del prosciutto “kraški pršut” con la spettroscopia NIR Relatore: Dr. Prevolnik M. Agricultural Institute of Slovenia, Lubiana. Slovenia Applicabilità di uno spettrometro NIR portatile alla classificazione dei suini iberici in relazione al regime alimentare Zamora-Rojas E., Garrido-Varo A., De Pedro-Sanz E., Guerrero-Ginel J. E., Pérez-Marín D. C. Università di Cordoba, Spagna. Espressione differenziale di proteine sarcoplasmatiche in carni di TGAA Casertana, Calabrese e ibrido commerciale Pen Ar Lan Relatore: Dr.ssa Romagnuolo F. ConSDABI – Sub-National Focal Point Italiano FAO (Biodiversità Mediterranea), Benevento, Italia. "E 'possibile tracciare l‟origine dei suini di razza Iberica? Relatore: Alves E., Fernández A.I., García-Cortés L. A., López A., Benítez R., Rodríguez C., Silió L. INIA, Spagna. La tracciabilità e l‟autenticazione dei prodotti a base di carne è argomento di grande interesse per i produttori e per i consumatori. In Europa sono prodotti, secondo condizioni rigorosamente definite, numerosi prosciutti stagionati di alta qualità; per proteggere il prodotto da contraffazioni occorre avere la disponibilità di efficienti metodi di controllo. Il Dr. Gandemer ha presentato una rassegna delle analisi utilizzabili per l‟autenticazione dell‟origine geografica, del sistema di allevamento e di trasformazione dei prodotti di carne stagionati. Purtroppo fino ad oggi, la maggior parte di queste determinazioni non sono ancora applicabili nei controlli di routine. Per valutare l'origine geografica le analisi si basano sulla determinazione quantitativa di isotopi stabili (18O/16O, 2H/1H, 15N/14N, 13C/12C, 34S/32S) e di tracce di alcuni minerali (Se, Fe, Sr, Cu, Zn….). Il genotipo dei suini può essere verificato con analisi del DNA (RFLP, microsatelliti). Per il sistema di 12 alimentazione le analisi si basano sulla determinazione degli isotopi stabili o sulla quantificazione, nei muscoli e nei tessuti adiposi, di composti organici (idrocarburi, polifenoli, acidi grassi, vitamine) specifici di alcune fonti alimentari (ghiande, castagne, erba). Poche determinazioni sono disponibili per l‟autenticazione delle specifiche condizioni di trasformazione. E‟ stato sottolineato come l‟autenticità di un prodotto possa richiede la combinazione di diverse determinazioni. Una delle sfide principali per il futuro è quello di raccogliere tutti i dati disponibili sulle caratteristiche tipiche della zona di produzione, materie prime e prodotto trasformato, in un data base consultabile. Il prosciutto stagionato “KRAŠKI PRŠUT” è un prodotto tradizionale sloveno con denominazione geografica protetta soggetto al rispetto di alcuni vincoli produttivi e al controllo di alcuni parametri di composizione. Il Dr. Prevolnik ha riportato uno studio sulla possibilità di impiego della spettroscopia NIR, nel controllo dei parametri di composizione del prosciutto “KRAŠKI PRŠUT”. E‟ stata eseguita l'analisi di umidità, NaCl, proteine, azoto non proteico, grasso intramuscolare, amminoacidi liberi dei muscoli Bicipite Femorale e Semimembranoso di 135 prosciutti stagionati. Una buona capacità di previsione della tecnologia NIR sono stati ottenuti per umidità, proteine e sale (R2CV> 0,90; RPD> 3.0). Per il grasso intramuscolare, gli aminoacidi liberi e l‟azoto non proteico sono stati ottenuti modelli meno predittivi (R2 tra 0,62 e 0,87; RPD tra 1,6 e 2,8). La buona capacità di previsione e la semplicità di utilizzo della spettroscopia NIR rappresentano una valida alternativa ai metodi di laboratorio più costosi e/o pericolosi e impegnativi in termini di tempo. L‟applicabilità del sistema NIR al controllo dei prodotti è stato affrontato anche nella relazione „‟Applicabilità di uno spettrometro NIR portatile alla classificazione delle carcasse di suini iberici in base al regime alimentare‟‟. In questa relazione è stata riportata la ricerca condotta su capacità di poter distinguere 60 suini Iberici alimentati a Bellota, Recebo o Cebo (20 per tipo di alimentazione) nella fase di ingrasso in base alla composizione del grasso sottocutanei. L‟Analisi delle Componenti Principali (PCA) dei dati ottenuti dall‟analisi del grasso con spettroscopia NIRS, ha permesso di distinguere i suini alimentati Cebo da quelli Bellota e Recebo, ma non quelli Bellota da Recebo. 7. ASPETTI SOCIO-ECONOMICI La sezione è stata coordinata dal Dr. Caldentey P. Università di Cordoba, Spagna. 13 Programma scientifico della sessione: Il Prosciutto di Parma nella catena di produzione del suino e nella economia di Parma Relatore Dr. Bonazzi G. Università di Parma, Italia. Il suino Nero dei Nebrodi: analisi socio -economica e prospettive di sviluppo Aronica V.1, Di Rosa A.2 , Spartà G.3, Pruiti V.3, Lazzara A.3, Russo M.1, Zumbo A.2 , Di Marco V.1 1Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia, Italia; 2 Assessorato Agricoltura e Foreste, Regione Sicilia; 3Università di Messina, Italia. Gli allevatori con sistemi estensivi di razze suine locali. I „‟pali‟‟ del loro inserimento nello sviluppo del territorio Relatore: Dr. Casabianca F. INRA, Francia. 14