Le principali cultivar da olio tipiche del lago di Garda

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• TECNICA COLTURALE
• Dottore Agronomo Gian Paolo Cipriani
IMPIANTO DI UN OLIVETO
• La buona riuscita di un impianto dipende da:
1. SCELTA DELLE CULTIVAR PIU’ ADATTE
2. SCELTA DELL’AMBIENTE IDEALE
(TERRENO E CLIMA)
3. SCELTA DEL TIPO DI IMPIANTO E DELLA
FORMA DI ALLEVAMENTO PIU’ ADATTI.
• SCELTA DELLA CULTIVAR
La scelta va orientata sulle varietà che meglio si
adattano al clima ed al terreno
Scegliere varietà locali (se disponibili) e resistenti
agli attacchi parassitari
Valutare l’uso di impollinatori per cultivar
autosterili (leccino)
Le principali cultivar da olio tipiche
del lago di Garda
• CASALIVA: Pianta di grandi dimensioni, tipica
del Lago di Garda con i rami a frutto penduli.
Simile come morfologia al frantoio, è molto
produttiva e con produzione costante. Frutto
medio grande, con resa in olio buona (media
19,5%), è sensibile alle avversità, in particolare al
freddo, alla siccità, alla “rogna” ed al cicloconio.
Autofertile si può comunque avvantaggiare dalla
presenza di impollinatori (pendolino, coratina,
Trepp, Rossanel, Grignà)
• LECCINO: originaria della Toscana, molto
diffusa anche in altre zone d’Italia grazie
all’adattabilità a vari ambienti ed alla buona
tolleranza al freddo, al cicloconio ed alla rogna..
Pianta con vigoria elevata e portamento espanso
e pendulo.. Autosterile (impollinatore pendolino,
frantoio, moraiolo). Precoce nell’entrata in
produzione, elevata produttività. Frutto mediogrande contenuto in olio del 15,5%.
• FRANTOIO: Varietà tipica della Toscana,
diffusasi nelle aree del centro-nord. Vigoria
media con portamento tendenzialmente
pendulo, è autofertile si avvantaggia
dell’impollinazione di leccino e pendolino.
Pinata dalla produttività elevata e costante.
Sensibile al freddo ed al cicloconio. Drupe con
contenuto in olio del 19%.
• PENDOLINO: diffusa in Italia centrale, pianta
dalla media vigoria con portamento pendulo e
disordinato. Adattatasi a diversi ambienti e una
cultivar autosterile che viene impollinata da
Leccino, frantoio e moraiolo.Precoce nell’entrata
in produzione, la sua produttività è costante ed
elevata. Contenuto in olio del 12,5%. Tollera il
freddo, ma è sensibile al cicloconio ed alla rogna.
• MORAIOLO: varietà tipica Toscana, di modesta
vigoria con portamento assurgente. Varietà
autosterile è ben impollinata da Pendolino. Entra
abbastanza presto in produzione con
produttività elevata e costante. Contenuto in olio
del 18,5%. Tollera abbastanza bene la siccità, ma
è sensibile alla carie, alla rogna ed al cicloconio.
CARATTERISTICHE BIOLOGICHE
1. AUTOSTERILITA’ – nella maggior parte
delle varietà di olivo il polline dei loro fiori non
è capace di fecondarli
2. ALTERNAZA DI PRODUZIONE –
fenomeno per cui in annate di normale od
elevata produzione segue un anno con
produzione molto scarsa
AUTOSTERILITA’
ACCORGIMENTI.
1. Impollinazione anemofila (tramite vento):
facilitare l’impollinazione incrociata scegliendo
1. VARIETA’ AUTOFERTILI
2. VAIETA’ DIVERSE ma con stessa epoca di
fioritura
3. VENTI DOMINANTI: scelta della disposizione
delle piaate in relazione alla direzione delle brezze
primaverili
ALTERNANZA DI PRODUZIONE
• Di origine genetica viene mitigata con:
1. ACCORTE POTATURE
2. ABBONDANTI IRRIGAZIONI
1.
ALLA RIPRESA VEGETATIVA
2. ALLA PRIMA FASE DI CRESCITA DELLE OLIVE
APPENA ALLEGATE (GRANELLO DI PEPE)
3.
ALL’ACCUMULO DI OLIO
AMBIENTE
Area vocata come terreno
La pianta si adatta anche a terreni poveri e
siccitosi, ma il suo sviluppo e la sua
produttività si esaltano nei terreni fertili ed
irrigui
Al momento dell’impianto il terreno deve essere
lavorato su tutta la superficie (scasso totale)
oppure solo nelle buche cui sono destinati gli
olivi (scasso parziale o a buche), si deve
garantire un franco di coltivazione di 40-50 cm
Messa a dimora in fine inverno inizio primavera
• TERRENO IDEALE:
– CALCAREO
– DI MEDIO IMPASTO
– Ph 7-7,5 (sopporta anche pH leggermente acidi 6,5)
– DRENAGGIO OTTIMO
• DA EVITARE:
1. I terreni argillosi: l’olivo predilige i terreni
di medio-impasto così costituiti: 60%
sabbia, 20%argilla, 20%limo e 1-2% sost.
organica
2. I ristagni idrici: l’olivo mal sopporta la
mancanza di ossigeno nel terreno andando
incontro a rischi di asfissia radicale o
marciumi
Area vocata come clima:
L’olivo è una pianta mediterranea, pertanto l’unico
limite alla sua coltivazione è rappresentato dalle
basse temperature. Per contro risulta molto rustico
e poco esigente, resistendo bene alla siccità.
Tuttavia teme le temperature estive elevate
• BASSE TEMPERATURE:
temperature inferiori a -9, -11° C comportano
l’insorgenza di danni alla pianta che possono
portare alla morte della stessa.
Tale fenomeno è influenzato da:
a)
b)
c)
d)
Caratteristiche genetiche
Nutrizione non equilibrata
Stato vegetativo
Abbassamento delle temperature più o meno
rapido
e) Tipologia di terreno
1. I terreni pesanti aumentano la sensibilità al
freddo
2. Se l’abbassamento della temperatura è graduale
l’olivo può sopportare anche T di -14°C
3. Se l’abbassamento delle temperature è
accompagnato da alti livelli di umidità, sono
sufficienti pochi gradi sotto lo zero per
provocare danni
4. La neve accentua i danni da freddo
5. In primavera i ritorni di freddo sono più
dannosi delle basse temperature invernali
ALTE TEMPERATURE
Temperature superiori ai 25-26° C comportano
una riduzione e successivo blocco della
fotosintesi.
Se si verificano in fioritura abbiamo un aumento
degli aborti fiorali
Alte temperature unite all’insolazione diretta
possono provocare l’ustione delle branche
(forma a globo)
PRECISAZIONI
• DANNI DA FREDDO COLLEGATI ALLA
POTATURA:
se, dopo una potatura, (20 giorni) avviene un
repentino calo di temperatura si aumentano le
probabilità di danno da freddo su rami e/o
branche interessate dai tagli di potatura
• RESISTENZA AL FREDDO
• La si deve intendere come “TOLLERANZA”
alle condizioni medie del clima autunnoinvernale di una determinata zona climatica ed
alle condizioni di vegetazione in cui la cultivar si
trova al sopraggiungere delle basse temperature
(acclimatamento o gelate tardive)
• PIOGGIA
• Piogge persistenti durante la fioritura
compromettono l’impollinazione
• GRANDINE
• Precipitazione pericolosa provoca:
– Danni diretti (caduta foglie, frutti, ferite)
– Danni indiretti (apertura vie di accesso al
batterio responsabile della rogna)
• NEVE
• La neve accumulandosi sulla fronda può causare
la rottura delle branche.
• La neve sulle foglie accentua i danni da freddo
• Qual’ora possibile: scuotere la neve dalle fronde
IMPIANTO
• FASI PRELIMINARI
1. SPIETRAMENTO
2. LIVELLAMENTO
3. DRENAGGIO
4. CONCIMAZIONE DI FONDO
5. SCASSO
6. AFFINAMENTO
7. SQUADRO DEL CAMPO E
POSIZIONAMENTO TUTORI
8. MESSA A DIMORA DELLE PIANTE
• EPOCA DI ESECUZIONE delle lavorazioni,
in particolare dello scasso:
PIENA ESTATE
1. Azione degli agenti atmosferici sull’affinamento
delle particelle (atmosferilli)
2. Profondità (50-60 cm) in funzione dello strato
attivo (aratro da scasso oppure ripper)
CASO PARTICOLARE: SCASSO A BUCHE
1. Tanto più ampia è la buca tanto meglio sarà per
la pianta, in ogni caso 80x80 cm sono le
dimensioni minime in larghezza e lunghezza
2. PROFONDITA’: variano in relazione al
terreno:
1.
2.
TERRENO SCIOLTO: profondità sufficiente per
ricevere la concimazione di fondo
TERRENO COMPATTO: >80 cm disponendo sul
fondo una “fognatura” per il drenaggio
CONCIMAZIONE DI FONDO
• Detta di PRE-IMPIANTO
consiste nell’arricchire il terreno di quegli elementi
nutritivi che difficilmente scendono in
profondità
Fatta in occasione dello SCASSO
Particolare attenzione va data alla
concimazione organica molto importante
per l’olivo
CONCIMAZIONE DI PRE-IMPIANTO IN TERRENI DI MEDIA
FERTILITA'
CONCIMI
KG/MQ
Q.li/Ha
Con scasso totale (tutta la superficie)
LETAME BOVINO
7-8
700-800
SCORIE TOMAS - 16
0,08
8
SOLFATO DI
POTASSIO
0,05
5
Con scasso a buche
LETAME BOVINO
8-10
/
SCORIE TOMAS - 16
0,8
/
SOLFATO DI
POTASSIO
0,5
/
• ACCORGIMENTI:
– SCASSO A BUCHE: rimescolare i fertilizzanti
chimici ed il letame con la terra prima EVITANDO
CHE LETAME E FERITLIZZANTI ENTRINO
IN CONTATTO DIRETTO CON LE RADICI
DELL’OLIVO
EPOCA E DISTANZE DI PIANTAGIONE
• EPOCA
1. Impianto a FINE INVERNO-INIZIO
PRIMAVERA per evitare che allo stress da
trapianto si sommino i danni da freddo 8sia dei
rigori invernali che i ritorni di freddo
primaverili)
• SESTO D’IMPIANTO
• E’ la distanza tra due piante di olivo che si deve
rispettare nella fase di messa a dimora per
assicurare ad ogni singola pianta lo spazio
necessario per sviluppare una adeguata chioma
in larghezza (indispensabile per rendere rapide e
comode le operazioni di potatura e raccolta)
1. Valutazioni preventive:
1. Funzionalità dell’oliveto (pianura, collina)
2. Forma d’allevamento prescelta
3. Luce a disposizione
4. Disponibilità idrica a disposizione
5. Possibilità di meccanizzazione
• 2. Distanze tra e sulle file regolari, scelta tra sesti
rettangolari o quadrati in entrambi i casi scegliere
quello che garantisce la migliore esposizione alla
luce della pianta per tutto l’anno (distanza tra le file
mai inferiore alla carreggiata del trattore)
• IMPORTANTE:
• L’eccessivo ombreggiamento che deriva da sesti
d’impianto troppo ravvicinati provoca lo
sviluppo verso l’alto dei rami in cerca di luce,
spostando verso l’alto la produzione con una
maggiore difficoltà nella raccolta
SCELTA DELLA PINATA DA METTERE A
DIMORA
• L’impianto va fatto con piante di 1-2 anni (fusticino di
80-120 cm) per limitare lo stress da trapianto, perché la
velocità di attecchimento è maggiore e perché il costo è
inferiore. Si può fare sia con piante AUTORADICATE
(TALEE) che con PIANTE INNESTATE
• Piante autoradicate o talee:
1. entrano prima in produzione
2. l’impianto è omogeneo
3. in caso di danni alla chioma possono essere
riprese dal colletto
4. Soffrono la siccità nei primi anni di impianto
• Piante innestate
1. ritardo nell’entrata in produzione,
2. piante eterogenee, si perde la varietà in caso di
morte della parte aerea permette di scambiare
varietà nelle piante adulte
LA DISPOSIZIONE DELLA PIANTA NEL
TERRENO
1. L’apparato radicale deve mantenere la stessa
profondità che aveva nel vaso, al limite deve
risultare di alcuni cm più profondo del livello
medio del terreno
2. Bisogna evitare il rischio di asfissia radicale per
aver piantato troppo in profondità le radici
1.
2.
3.
4.
5.
• ACCORGIMENTI
Mettere a dimora solo piante in vaso
In primavera (per evitare le gelate)
Annaffiare abbondantemente (6-10 l/pianta)
Posizionare il colletto 4-5 cm sotto il terreno
(se innestate il punto d’innesto deve rimanere
fuori terra)
Creare una conca per contenimento acqua
• APPLICAZIONE DI UN SOSTEGNO
1. IL SOSTEGNO VA INFISSO A SUOLO PRIMA
DI PORVI A DIMORA LA PIANTA
2. SE IL SOSTEGNO E’ A CONTATTO CON IL
TRONCO PUO’ IMPEDIRE L’EMISSIONE DI
RAMI
CURE COLTURALI AL PRIMO ANNO
• PORRE PARTICOLARE ATTENZIONE A:
1. DIFESA DAGLI STRESS IDRICI
2. DIFESA DAGLI STRESS NUTRIZIONALI
3. DIFESA FITOSANITARIA (OCCHIO DI
PAVONE E ROGNA)
• PACCIAMATURA
• COPRIRE IL TERRENO LIMITROFO ALLA
PIANTA CON TELI IN POLIETILENE
NERO O IN MATERIALE ORGANICO
1. LIMITA LA CRESCITA DELLE INFESTANTI
2. LIMITA LE PERDITE DI ACQUA PER
EVAPORAZIONE
• IRRIGAZIONE
• Subito dopo l’impianto bisogna procedere ad
abbondanti innaffiature
• Piante giovani (1-2° anno) = 6-10 l/pianta
Turni irrigui di 2-3 giorni con portate di 4
l/ora e durata di 2-4 ore
• Piante adulte (3°anno in poi)= 600/800
mc/Ha/anno con turni di 4-8 ore
1.
2.
3.
4.
5.
METODI DI IRRIGAZIONE
A CONCHE
INFILTRAZIONE LATERALE
SCORRIMENTO
ASPERSIONE SOTTOCHIOMA
MICROIRRIGAZIONE
•
•
•
•
• CONCIMAZIONE
Valutata in funzione dell’andamento stagionale e
delle condizioni fisiologiche della pianta
Da evitare se l’andamento stagionale è siccitoso
e non si può irrigare
In caso di attecchimento stentato: 60-70 g di
Urea distribuiti in tre volte ogni 12-15 giorni
(mai oltre giugno)
Distribuzione a spaglio su un raggio di ca 50 cm
dal tronco della pianta
• ALTRI ACCORGIMENTI PRIMA
DELL’INVERNO
1. Trattamenti a base di rame (solfato di
rame/poltiglia bordolese) dosi 30-40 g ogni 10 l
di acqua (indurimento foglie rigori invernali)
2. Prima dell’inverno avvolgere il tronco della
pianta con polistirolo o parallelepipedi di
plastica contenenti paglia
LA POTATURA DI UN
OLIVETO
• SCOPO: far crescere razionalmente la pianta
trovando il giusto equilibrio tra produzione e
sviluppo vegetativo
• OBIETTIVI:
– Migliorare l’efficienza fotosintetica della chioma
(buona insolazione)
– Mantenere alto il rapporto tra superficie fogliare
e legno
– Controllo dell’alternanza produttiva
• POTARE NON SIGNIFICA SOLO
TAGLIARE
• SI Può POTARE ANCHE CON ALTRI
INTERVENTI QUALI:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
INCLINAZIONI
PIEGATURE
DECORTICAZIONI
CIMATURE
SPUNTATURE
DIRADAMENTO DI RAMI INUTILI
CONSIGLI
• Le piante giovani vanno potate poco eliminando
solo i rami che hanno già fruttificato;
• Potature drastiche solo su olivi vecchi con poca
produzione (da valutare)
• Privilegiare tagli primaverili o estivi a quelli
autunnali (danni da freddo)
• La spollonatura e l’eliminazione dei succhioni
sono due operazioni che vanno ripetute con
frequenza soprattutto in fase giovanile
• Maggiore sarà la potatura maggiore sarà la
risposta vegetativa da parte della pianta
• In oliveti vigorosi o giovani: limitare i tagli di
potatura
• La potatura estiva consente di eliminare i
germogli superflui favorendo lo sviluppo dei
rami a frutto
Tipi di potature
• POTATURA DI ALLEVAMENTO
• POTATURA DI TRAPINATO
• POTATURA DI FORMAZIONE
• POTATURA DI PRODUZIONE
• POTATURA DI ALLEVAMENTO: applicata
in vivaio, si fanno crescere le barbatelle secondo
un asse unico con sviluppo libero, così facendo
si ottengono in un anno piante di 60-80 cm
pronte per essere messe a dimora
• POTATURA DI TRAPIANTO: da effettuare
solo su piante adulte o piante giovani allevate a
terra e consiste ridurre la chioma
riequilibrandola con l’apparato radicale e
favorendo l’attecchimento della pianta
• POTATURA DI FORMAZIONE: serve per
conferire alla pianta la forma di allevamento
desiderata, comprende oltre che ai tagli anche le
curvature, inclinazioni, legature. In questa fase si
devono preferire interventi estivi al fine di
mantenere un corretto equilibrio con le radici
• POTATURA DI PRODUZIONE: regola la
crescita dei rami a frutto, mantiene un corretto
equilibrio rami-foglie per consentire una corretta
illuminazione, si equilibra la produzione evitando
l’alternanza, si evita lo sviluppo di malattie o
prassitosi (Occhio di pavone, Cocciniglia)
• E’ importante saper distinguere i diversi tipi di
ramo e conoscerne l’evoluzione
1. RAMI A LEGNO (POLLONI E
SUCCHIONI)
2. RAMI A FRUTTO
3. RAMI MISTI
PRINCIPALI FORME DI
ALLEVAMENTO
1. VASO POLICONICO
2. MONOCONO
VASO POLICONICO
1. E’ UNA DELLE MIGLIORI FORME DI
ALLEVAMENTO IN VOLUME
2. LA CHIOMA ASSUME UNA FORMA A
CONO ROVESCIATO
3. LA MAGGIOR PARTE DELLA CHIOMA
FRUTTIFICANTE RESTA
RELATIVAMENTE VICINO A TERRA
FACILITANDO POTATURA E RACCOLTA
• LA PINATA ADULTA E’ COSI’
COSTITUITA:
1. TRONCO CON ALTEZZA DI 1-1,5 M
2. DAL TRONCO PARTONO 3-4 BRANCHE
PRIMARIE CON INCLINAZIONE INIZIALE DI
45° E ANGOLI DI 90-120°
3. LE BRANCHE SONO SPOGLIE NELLA
PORZIONE PROSSIMALE AL TRONCO
4. NEL TRATTO PIU’ LUNGO, DIRETTE VERSO
L’ALTO, SONO PROVVISTE DI BRANCHE
SECONDARIE, BRANCHETTE
5. LE BRANCHE SECONDARIE E
BRANCHETTE RIVOLTE VERSO
L’INTERNO DELLA CHIOMA SONO
CORTE E DI LUNGHEZZA SIMILE
6. LE ALTRE BRANCHETTE (QUELLE
ESTERNE ALLA CHIOMA) HANNO UNA
LUNGHEZZA DECRESCENTE DAL
BASSO VERSO L’ALTO
• SESTO D’IMPIANTO IDEALE:
– 5-7 m sulla fila
– 6-7 m tra le file
– 6x6
– 6x5
• PRIMO ANNO: se si parte da un astone di 1820 mesi (80-120 cm) non si fanno interventi di
potatura ma ci si deve assicurare che la cima
cresca diritta e senza competizioni da parte di
germogli secondari. In caso si sviluppassero
vanno prontamente eliminati.
Se si parte da un “piantone” (pinata di 2-3 anni) lo
si deve prendere già spuntato a 100-120 cm
provvisto di 3-4 rami da destinare a branche
primarie
• SECONDO ANNO: se l’asse primario ha già
dimensioni di 90-100 cm di altezza e
circonferenza di 7-10 mm lo si può già spuntare,
altrimenti si rimanderà di un anno. In ogni caso
si asportano i rami inseriti sul tronco ad
un’altezza inferiore di 50 cm da terra e gli
eventuali concorrenti dell’asse primario.
• TERZO-QUARTO ANNO: la pianta va cimata
e si individuano tre-quattro rami robusti
correttamente inseriti sul tronco che andranno a
formare le branche primarie, si spuntano i rami
concorrenti. Potrà essere lasciata la ramaglia
laterale (non i succhioni) in modo da permettere
alla pianta di avere una sufficiente fotosintesi per
irrobustirsi.
• Quando i rami hanno raggiunto un sufficiente
vigore (circonferenza di 10-15 mm) si inclinano
a 45° rispetto alla verticale
• Quindi elimino tutti i succhioni e tutti i rami che
sono cresciuti al di sotto dei 50 cm dal suolo
• CASI PARTICOLARI:
1. nel caso i rami non abbiano raggiunto un sufficiente
vigore non li si inclina aspettando l’anno successivo
2. Nel caso un ramo sia molto più vigoroso di altri lo si
inclina maggiormente per fermarne lo sviluppo, in
alcuni casi lo si cima, in ogni caso lo si tiene controllato
per evitare che la pianta si sviluppi in modo squilibrato
• RICORDARSI: in questa fase è importante
limitare il più possibile i tagli riservandoli solo ai
rami che sono in diretta concorrenza con quelli
destinati a diventare branche, ai succhioni, a rami
che tendono ad affastellarsi. Privilegiando forme
di potatura quali l’inclinazione, la torsione,
piegature. In questa fase, infatti, una potatura
leggera permette alla pianta di avere una
sufficiente parete vegetativa che permette di
anticipare l’entrata in produzione
• ANNI SUCCESSIVI: si controllo lo svluppo
della pianta seguendo sempre gli stessi
accorgimenti:
1.
2.
3.
4.
Elimino i succhioni
Tagliare i rametti cresciuti verticalmente verso il basso
Diradare i rametti nella parte superiore delle branchette
Eventuale cimatura delle brache in caso di eccesso di
vigoria
5. Eventuale decorticazione anulare delle branca in
prossimità del punto in cui si vuole effettuare un taglio
di ritorno
MONOCONO
• E’ la forma di allevamento ideale per gli impianti
specializzati e meccanizzati. Consente una
maggiore produzione /Ha perché si mettono a
dimora più piante e richiede minori interventi di
potatura.
• Si parte da piante di 60-80 cm disposte su un
unico asse centrale, collocate nel terreno con un
tutore di 180 cm
• PRIMO ANNO non si effettuano interventi di
potatura, si deve solo controllare che l’asse
principale si sviluppi ben eretto con cima evidente
in grado di esercitare un forte richiamo di linfa. Si
deve controllare che non si verifichino competizioni
tra l’asse principale ed eventuali ramificazioni
laterali, le quali, se necessario, andranno eliminate
• SECONDO ANNO i tagli saranno contenuti ed
eseguiti con la potatura estiva. Vanno eliminati i
rami basali fino ad un’altezza di 50 cm, ed
evidenziata la cima, sostituendola se risulta debole
od eliminando i rami secondari con diametro
maggiore dell’asse principale
• Il TERZO ANNO la potatura sarà finalizzata alla
correzione della cima, alla soppressione dei
succhioni e dei rami troppo vigorosi
• QUARTO ANNO se la cima risulta appesantita la si
dirada scegliendo il ramo che è meglio inserito sulla
verticale. Sui rami sottostanti ci si limita ad eliminare
succhioni o polloni
• QUINTO ANNO si eliminano i rami esauriti, i succhioni
le branche deboli. La cima deve essere ben evidente e
ricoperta di rami a frutto. Si eliminano le branche fino ad
un’altezza di 80-90 cm e le altre devono essere inserite a
spirale sull’asse principale
• SESTO SETTIMO ANNO: si raggiunge
l’equilibrio tra la fase vegetativa e quella
produttiva e si può iniziare la raccolta meccanica.
La potatura dovrà mantenere la cima e si dovrà
garantire che lo sviluppo della branche laterali
osservi un andamento decrescente dalla cima
fino alla base per mantenere la forma conica ed
evitare ombreggiamenti. La lunghezza di quelle
basali andrà relazionata alla larghezza che
vogliamo dare alla nostra pianta
POTATURA DI PRODUZIONE
• SCOPO: mantenere nelle giuste proporzioni
l’attività vegetativa e quella produttiva
contribuendo a ridurre l’alternanza di
produzione e l’insorgenza di patologie
(cicloconio)
1. Le olive migliori si ottengono sui rami misti
ben sviluppati e ben esposti
2. L’olivo fruttifica sui rami che si sono formati
nell’anno precedente, si deve fare affidamento
quindi sui rami misti nuovi nati e sviluppatisi
alla base di una ramificazione fruttifera.
3. La diponibilità di tali rami è resa possibile dallo
sviluppo dell’olivo che è una pianta
BASITONA (i germogli che si sviluppano alla
base di un ramo cresco maggiormente di quelli
cresciuti all’apice)
Con la potatura di produzione:
1.
2.
3.
4.
Elimino le branchette hanno fruttificato
Lascio svilupparsi i rami cresciuti sulle branchette
fruttifere ben in luce vigorosi. Elimino quelli che sono
eccessivamente vigorosi che potrebbero comportarsi da
succhioni.
Favorisco il comportamento basitono della pianta
Alleggerisco la chioma diradando i rami e branchette
• COME PROCEDO:
1. Elimino succhioni e rami esauriti, deboli, cresciuti
verticali verso il basso, con poche foglie;
2. Alleggerisco la chioma con tagli di ritorno evitando di
formare lunghe branche nude e lo spostamento dei rami
a frutto sulla cima
3. Individuo in ogni branca la cima
4. Nel caso alleggerisco in modo energico la chioma
quando vedo che si sta alzando troppo
5. Controllo lo sviluppo delle branche secondarie per
impedire che si sviluppino più della primaria
6. Nel caso effettuo tagli di ritorno su branche secondarie
o su branchette laterali (dovrò attendere l’emissione di
un nuovo germoglio che diventerà la mia nuova cima)
LA CONCIMAZIONE DI MANTENIMENTO
• OGNI 10 KG DI OLIVE SI DEVONO
RESTITUIRE 270 g AZOTO, 60 g DI
ANIDRIDE FOSFORICA, 300 g DI OSSIDO
DI POTASSIO
• CONCIMAZIONI MINERALI
• FERTILIZZANTI GRANULARI (SUOLO)
• FERTILIZZANTI LIQUIDI (FOGLIARI)
• CONCIMAZIONI ORGANICHE
• Area di copertura:
1.
2.
3.
30-50 cm 1°-2°anno
50-60 cm 3° anno
100-130 cm 4°anno (non in prossimità del tronco)
CONCIMAZIONE DI MANTENIMENTO
PERIODO
DOSI DI FERTILIZZANTE (g/pianta)
Nitrato Ammonico
Perfosfato minerale
Solfato potassio
2° ANNO
270-345
130
100
3° ANNO
480-630
160
200
4° ANNO
670-770
260
300
5° ANNO E SUCC
1000-1150
300-350
600-650
• Concimazione organica: piante adulte
– 40-50 Kg/pianta tutti gli anni
– 80-100 Kg/pianta ad anni alterni
CONCIMAZIONE CON BORO
• Importanza.
1. Facilità la germinabilità del polline e favorisce la
vitalità dell’ovocellula pertanto è molto importante
per la fruttificazione
2. L’eventuale carenza viene sopperita attraverso delle
concimazioni fogliari in fase di mignolatura 8in
alcuni casi seguita da una seconda concimazione
fogliare in post fioritura)
3. Il passaggio da carenza ad eccesso è estremamente
facile (rischio di fitotossicità)
• La carenza di boro la si determina:
1. Analisi fogliari (ricerca specifica)
2. Sintomi: cime dei rami alterate prive di foglie con
formazione di scopazzi e rosette; le foglie si assiste
alla decolorazione della parte opposta al picciolo
che ingiallisce e secca, seguito da disseccamento di
tutta la pagina fogliare.
RACCOLTA E CONSEVAZIONE
• L’obiettivo della raccolta e della conservazione è
quello di arrecare il minor danno possibile alle
olive nel momento della raccolta, trasporto e
conservazione. Infatti l’olio contenuto nell’oliva
sana ancora sulla pinta, presenta tutte le
carattistiche qualitative necessarie per produrre
un olio di alta qualità. Il momento ideale per la
raccolta è il periodo dell’invaiatura (cambio di
colore della buccia) perché si ha il miglio
rapporto tra quantità e qualità dell’olio (fenoli,
clorofilla, perossidi)
• Il successivo aumento in resa non è dovuto ad
un aumento del dell’olio ma ad una perdita di
acqua.
• La buccia deve essere quasi completamente
colorata, la polpa deve cominciare a colorarsi e
risultare morbida. E’ sconsigliato raccogliere
olive troppo mature o gelate in quanto iniziano
processi ossidativi che alterano la struttura
dell’olio, aumentando l’acidità ed il numero di
perossidi, con un calo dei polifenoli,
compromettendo la durata dell’olio.
• E’ da evitare, comunque, anche la raccolta di olive troppo
verdi, perché oltre ad ottenere meno olio Si ha una elevata
presenza di clorofilla che facilita l’ossidazione dell’olio.
• Non vanno raccolte le olive cadute a terra o colpite da
mosca perché in esse sono già in atto dei processi
ossidativi che portano ad un rapido irrancidimento del
prodotto.
RACCOLTA MUALE
• E’ migliore di quella meccanica perché le olive
vengono danneggiate in maniera minore, ma
presenta alti costi di manodopera
1. Brucatura: raccolta manuale direttamente
dall’albero con le sole mai o con piccoli
attrezzi manuali (restrelli, ecc)
2. Raccolta manuale con pettini vibranti, ganci
scuotitori, sferzatori ed abbacchiatori
azionati da motori elettrici o dal un
compressore
RACCOLTA MECCANICA
• Esistono tre metodi di raccolta meccanica:
1. Impiego di scuotitori e vibratori che vanno
applicati direttamente al tronco e/o alle
branche principali
2. Impiego di turboventole il cui effetto è
legato alla creazione di forti correnti d’aria
3. Impiego di apparecchi vibranti disposti su
pannelli o su rulli muniti di aste flessibili che
penetrano nella chioma ed esercitano un
azione vibrante sui rametti
ACCORGIMENTI
• Raccolta all’invaiatura (viraggio colore)
• Rapido trasporto delle olive al frantoio entro 48
ore dalla raccolta,
• Conservare le olive in luogo fresco, asciutto e in
cassette forate dalla capacità di 25 kg. Tale
conservazione, in alcuni casi, può essere
protratta per 4-5 giorni.
• Sono da evitare sia l’utilizzo di sacchi che
l’ammucchiamento delle olive, perché portano
all’ammufimento delle stesse.
• Niente raccattatura da terra
• Defogliazione prima di giungere in frantoio
• La molitura deve avvenire a temperature
inferiori ai 30-35°C, i sistemi di estrazione
devono essere in acciaio.
• L’olio va conservato ad una temperatura di 15-
18°C, temperature superiori facilitano i processi
ossidativi, mentre temperature inferiori portano alla
solidificazione dei trigliceridi. V conservato al buio
perché la luce ne favorisce l’ossidazione e lontano
da odori perché le sostanze grasse li assorbono
• Contenitori: in vetro e acciaio ermetici
AVVERSITA’
• Mosca delle Olive (Bactrocea oleae)
• Insetto. L’adulto è lungo 4-5mm di colore
castano giallastro col capo più chiaro
dell’addome. Sverna come pupa nel terreno,
sfarfalla in primavera e le uova sono deposte
all’indurimento del nocciolo. Temperatura
ottimale di sviluppo tra i 16 ed i 30° C. Danni:
cascola ed alterazione della qualità dell’olio.
•
•
•
•
• Lotta:
Monitoraggio con trappole cromotropiche
Intervento larvicida con dimetoato (idrosolubile)
massimo due in un anno
Cattura massale
Esche proteiche
• Cocciniglia mezzo grano di pepe (Saissetia
oleae): insetto.
• Le femmine adulte hanno il corpo ovale munito
di tre carene a formare una caratteristica H.
Colore dello scudetto da grigio chiaro a scuro in
base all’età. Fattori limitanti: insolazione, bassa
umidità, basse temperature invernali. Danni:
sottrazione di linfa e melata con conseguente
sviluppo di fumaggine.
• Lotta:
1. basse concimazioni azotate,
2. potature adeguate ad arieggiare la chioma.
3. Eliminazione delle parti colpite da cocciniglie
4. Trattamento con olio bianco quando l’80%
delle uova sono schiuse
• Tignola (Prays oleae)
• Insetto farfalla di colore grigio argentato lunga 6 mm.
Colpisce sia i fiori che le foglie che i frutti. Sverna come
larva nelle foglie. Limitata dalle basse temperature, in
Lombardia è controllata dagli antagonisti naturali.
• Danni: cascola.
• Lotta utilizzo del B. thuringiensis.
• Occhio di pavone o cicloconio (Spilocaea
oleaginina)
• Fungo è la principale malattia crittogamica
dell’olivo. Si manifesta con delle macchie brune
di 10-12 mm circondate da zone gialle. Danno:
defogliazione precoce e disseccamenti.
Condizioni di sviluppo ideali: T 18-20 °C alta
umidità relativa piogge frequenti, piante
debilitate.
• Prevenzione: potature razionali, basse
concimazioni azotate.
• Lotta uso di prodotti rameici in primavera
(prima della ripresa vegetativa, ed in prefioritura) ed in autunno
• ROGNA DELL’OLIVO (Pseudomonas siringae pv.
Savastonoi)
• Malattia di origine batterica, attacca rami e rametti,
formando tubercoli globosi di colore verdemarrone. Causa disseccamento dei rami,
rallentamento dell’attività metabolica debilitazione
della pianta. Ci sono varietà più sensibili (Casaliva,
Frantoio) viene favorita da delle grandinate. Lotta:
trattamenti rameici dopo le potature, le grandinate,
la raccolta, prima dell’inverno, disinfettando gli
attrezzi per la potatura con alcool
• Lotta: trattamenti rameici dopo
1.
2.
3.
4.
5.
le potature,
le grandinate,
la raccolta,
prima dell’inverno,
disinfettando gli attrezzi per la potatura con alcool
BIBLIOGRAFIA CONSULTATIVA
G. FONTANAZZA – “OLIVICOLTURA INTENSIA MECCANIZZATA” EDAGRICOLE
A. DEL BONO “L’OLIVICOLTURA” EDITRICE SAN MARCO
AIPOL “COLTIVAZIONE DELL’OLIVO IN LOMBARDIA MANUALE PRATICO”
CONSIGLIO OLIVICOLO NAZIONALE “ENCICLOPEDIA MONDIALE DELL’OLIVO”
G. BORELLI, R. CORTI, G. FONTANAZZA “OLEA LAURIUS” IL LARIO DELL’OLIVO
ARSIA “LA DIFESA FITOSANITARIA DELL’OLIVO”
L’INFORMATORE AGRARIO – Guida Illustrata Coltivazione Olivo_ anno 2010
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