• TECNICA COLTURALE • Dottore Agronomo Gian Paolo Cipriani IMPIANTO DI UN OLIVETO • La buona riuscita di un impianto dipende da: 1. SCELTA DELLE CULTIVAR PIU’ ADATTE 2. SCELTA DELL’AMBIENTE IDEALE (TERRENO E CLIMA) 3. SCELTA DEL TIPO DI IMPIANTO E DELLA FORMA DI ALLEVAMENTO PIU’ ADATTI. • SCELTA DELLA CULTIVAR La scelta va orientata sulle varietà che meglio si adattano al clima ed al terreno Scegliere varietà locali (se disponibili) e resistenti agli attacchi parassitari Valutare l’uso di impollinatori per cultivar autosterili (leccino) Le principali cultivar da olio tipiche del lago di Garda • CASALIVA: Pianta di grandi dimensioni, tipica del Lago di Garda con i rami a frutto penduli. Simile come morfologia al frantoio, è molto produttiva e con produzione costante. Frutto medio grande, con resa in olio buona (media 19,5%), è sensibile alle avversità, in particolare al freddo, alla siccità, alla “rogna” ed al cicloconio. Autofertile si può comunque avvantaggiare dalla presenza di impollinatori (pendolino, coratina, Trepp, Rossanel, Grignà) • LECCINO: originaria della Toscana, molto diffusa anche in altre zone d’Italia grazie all’adattabilità a vari ambienti ed alla buona tolleranza al freddo, al cicloconio ed alla rogna.. Pianta con vigoria elevata e portamento espanso e pendulo.. Autosterile (impollinatore pendolino, frantoio, moraiolo). Precoce nell’entrata in produzione, elevata produttività. Frutto mediogrande contenuto in olio del 15,5%. • FRANTOIO: Varietà tipica della Toscana, diffusasi nelle aree del centro-nord. Vigoria media con portamento tendenzialmente pendulo, è autofertile si avvantaggia dell’impollinazione di leccino e pendolino. Pinata dalla produttività elevata e costante. Sensibile al freddo ed al cicloconio. Drupe con contenuto in olio del 19%. • PENDOLINO: diffusa in Italia centrale, pianta dalla media vigoria con portamento pendulo e disordinato. Adattatasi a diversi ambienti e una cultivar autosterile che viene impollinata da Leccino, frantoio e moraiolo.Precoce nell’entrata in produzione, la sua produttività è costante ed elevata. Contenuto in olio del 12,5%. Tollera il freddo, ma è sensibile al cicloconio ed alla rogna. • MORAIOLO: varietà tipica Toscana, di modesta vigoria con portamento assurgente. Varietà autosterile è ben impollinata da Pendolino. Entra abbastanza presto in produzione con produttività elevata e costante. Contenuto in olio del 18,5%. Tollera abbastanza bene la siccità, ma è sensibile alla carie, alla rogna ed al cicloconio. CARATTERISTICHE BIOLOGICHE 1. AUTOSTERILITA’ – nella maggior parte delle varietà di olivo il polline dei loro fiori non è capace di fecondarli 2. ALTERNAZA DI PRODUZIONE – fenomeno per cui in annate di normale od elevata produzione segue un anno con produzione molto scarsa AUTOSTERILITA’ ACCORGIMENTI. 1. Impollinazione anemofila (tramite vento): facilitare l’impollinazione incrociata scegliendo 1. VARIETA’ AUTOFERTILI 2. VAIETA’ DIVERSE ma con stessa epoca di fioritura 3. VENTI DOMINANTI: scelta della disposizione delle piaate in relazione alla direzione delle brezze primaverili ALTERNANZA DI PRODUZIONE • Di origine genetica viene mitigata con: 1. ACCORTE POTATURE 2. ABBONDANTI IRRIGAZIONI 1. ALLA RIPRESA VEGETATIVA 2. ALLA PRIMA FASE DI CRESCITA DELLE OLIVE APPENA ALLEGATE (GRANELLO DI PEPE) 3. ALL’ACCUMULO DI OLIO AMBIENTE Area vocata come terreno La pianta si adatta anche a terreni poveri e siccitosi, ma il suo sviluppo e la sua produttività si esaltano nei terreni fertili ed irrigui Al momento dell’impianto il terreno deve essere lavorato su tutta la superficie (scasso totale) oppure solo nelle buche cui sono destinati gli olivi (scasso parziale o a buche), si deve garantire un franco di coltivazione di 40-50 cm Messa a dimora in fine inverno inizio primavera • TERRENO IDEALE: – CALCAREO – DI MEDIO IMPASTO – Ph 7-7,5 (sopporta anche pH leggermente acidi 6,5) – DRENAGGIO OTTIMO • DA EVITARE: 1. I terreni argillosi: l’olivo predilige i terreni di medio-impasto così costituiti: 60% sabbia, 20%argilla, 20%limo e 1-2% sost. organica 2. I ristagni idrici: l’olivo mal sopporta la mancanza di ossigeno nel terreno andando incontro a rischi di asfissia radicale o marciumi Area vocata come clima: L’olivo è una pianta mediterranea, pertanto l’unico limite alla sua coltivazione è rappresentato dalle basse temperature. Per contro risulta molto rustico e poco esigente, resistendo bene alla siccità. Tuttavia teme le temperature estive elevate • BASSE TEMPERATURE: temperature inferiori a -9, -11° C comportano l’insorgenza di danni alla pianta che possono portare alla morte della stessa. Tale fenomeno è influenzato da: a) b) c) d) Caratteristiche genetiche Nutrizione non equilibrata Stato vegetativo Abbassamento delle temperature più o meno rapido e) Tipologia di terreno 1. I terreni pesanti aumentano la sensibilità al freddo 2. Se l’abbassamento della temperatura è graduale l’olivo può sopportare anche T di -14°C 3. Se l’abbassamento delle temperature è accompagnato da alti livelli di umidità, sono sufficienti pochi gradi sotto lo zero per provocare danni 4. La neve accentua i danni da freddo 5. In primavera i ritorni di freddo sono più dannosi delle basse temperature invernali ALTE TEMPERATURE Temperature superiori ai 25-26° C comportano una riduzione e successivo blocco della fotosintesi. Se si verificano in fioritura abbiamo un aumento degli aborti fiorali Alte temperature unite all’insolazione diretta possono provocare l’ustione delle branche (forma a globo) PRECISAZIONI • DANNI DA FREDDO COLLEGATI ALLA POTATURA: se, dopo una potatura, (20 giorni) avviene un repentino calo di temperatura si aumentano le probabilità di danno da freddo su rami e/o branche interessate dai tagli di potatura • RESISTENZA AL FREDDO • La si deve intendere come “TOLLERANZA” alle condizioni medie del clima autunnoinvernale di una determinata zona climatica ed alle condizioni di vegetazione in cui la cultivar si trova al sopraggiungere delle basse temperature (acclimatamento o gelate tardive) • PIOGGIA • Piogge persistenti durante la fioritura compromettono l’impollinazione • GRANDINE • Precipitazione pericolosa provoca: – Danni diretti (caduta foglie, frutti, ferite) – Danni indiretti (apertura vie di accesso al batterio responsabile della rogna) • NEVE • La neve accumulandosi sulla fronda può causare la rottura delle branche. • La neve sulle foglie accentua i danni da freddo • Qual’ora possibile: scuotere la neve dalle fronde IMPIANTO • FASI PRELIMINARI 1. SPIETRAMENTO 2. LIVELLAMENTO 3. DRENAGGIO 4. CONCIMAZIONE DI FONDO 5. SCASSO 6. AFFINAMENTO 7. SQUADRO DEL CAMPO E POSIZIONAMENTO TUTORI 8. MESSA A DIMORA DELLE PIANTE • EPOCA DI ESECUZIONE delle lavorazioni, in particolare dello scasso: PIENA ESTATE 1. Azione degli agenti atmosferici sull’affinamento delle particelle (atmosferilli) 2. Profondità (50-60 cm) in funzione dello strato attivo (aratro da scasso oppure ripper) CASO PARTICOLARE: SCASSO A BUCHE 1. Tanto più ampia è la buca tanto meglio sarà per la pianta, in ogni caso 80x80 cm sono le dimensioni minime in larghezza e lunghezza 2. PROFONDITA’: variano in relazione al terreno: 1. 2. TERRENO SCIOLTO: profondità sufficiente per ricevere la concimazione di fondo TERRENO COMPATTO: >80 cm disponendo sul fondo una “fognatura” per il drenaggio CONCIMAZIONE DI FONDO • Detta di PRE-IMPIANTO consiste nell’arricchire il terreno di quegli elementi nutritivi che difficilmente scendono in profondità Fatta in occasione dello SCASSO Particolare attenzione va data alla concimazione organica molto importante per l’olivo CONCIMAZIONE DI PRE-IMPIANTO IN TERRENI DI MEDIA FERTILITA' CONCIMI KG/MQ Q.li/Ha Con scasso totale (tutta la superficie) LETAME BOVINO 7-8 700-800 SCORIE TOMAS - 16 0,08 8 SOLFATO DI POTASSIO 0,05 5 Con scasso a buche LETAME BOVINO 8-10 / SCORIE TOMAS - 16 0,8 / SOLFATO DI POTASSIO 0,5 / • ACCORGIMENTI: – SCASSO A BUCHE: rimescolare i fertilizzanti chimici ed il letame con la terra prima EVITANDO CHE LETAME E FERITLIZZANTI ENTRINO IN CONTATTO DIRETTO CON LE RADICI DELL’OLIVO EPOCA E DISTANZE DI PIANTAGIONE • EPOCA 1. Impianto a FINE INVERNO-INIZIO PRIMAVERA per evitare che allo stress da trapianto si sommino i danni da freddo 8sia dei rigori invernali che i ritorni di freddo primaverili) • SESTO D’IMPIANTO • E’ la distanza tra due piante di olivo che si deve rispettare nella fase di messa a dimora per assicurare ad ogni singola pianta lo spazio necessario per sviluppare una adeguata chioma in larghezza (indispensabile per rendere rapide e comode le operazioni di potatura e raccolta) 1. Valutazioni preventive: 1. Funzionalità dell’oliveto (pianura, collina) 2. Forma d’allevamento prescelta 3. Luce a disposizione 4. Disponibilità idrica a disposizione 5. Possibilità di meccanizzazione • 2. Distanze tra e sulle file regolari, scelta tra sesti rettangolari o quadrati in entrambi i casi scegliere quello che garantisce la migliore esposizione alla luce della pianta per tutto l’anno (distanza tra le file mai inferiore alla carreggiata del trattore) • IMPORTANTE: • L’eccessivo ombreggiamento che deriva da sesti d’impianto troppo ravvicinati provoca lo sviluppo verso l’alto dei rami in cerca di luce, spostando verso l’alto la produzione con una maggiore difficoltà nella raccolta SCELTA DELLA PINATA DA METTERE A DIMORA • L’impianto va fatto con piante di 1-2 anni (fusticino di 80-120 cm) per limitare lo stress da trapianto, perché la velocità di attecchimento è maggiore e perché il costo è inferiore. Si può fare sia con piante AUTORADICATE (TALEE) che con PIANTE INNESTATE • Piante autoradicate o talee: 1. entrano prima in produzione 2. l’impianto è omogeneo 3. in caso di danni alla chioma possono essere riprese dal colletto 4. Soffrono la siccità nei primi anni di impianto • Piante innestate 1. ritardo nell’entrata in produzione, 2. piante eterogenee, si perde la varietà in caso di morte della parte aerea permette di scambiare varietà nelle piante adulte LA DISPOSIZIONE DELLA PIANTA NEL TERRENO 1. L’apparato radicale deve mantenere la stessa profondità che aveva nel vaso, al limite deve risultare di alcuni cm più profondo del livello medio del terreno 2. Bisogna evitare il rischio di asfissia radicale per aver piantato troppo in profondità le radici 1. 2. 3. 4. 5. • ACCORGIMENTI Mettere a dimora solo piante in vaso In primavera (per evitare le gelate) Annaffiare abbondantemente (6-10 l/pianta) Posizionare il colletto 4-5 cm sotto il terreno (se innestate il punto d’innesto deve rimanere fuori terra) Creare una conca per contenimento acqua • APPLICAZIONE DI UN SOSTEGNO 1. IL SOSTEGNO VA INFISSO A SUOLO PRIMA DI PORVI A DIMORA LA PIANTA 2. SE IL SOSTEGNO E’ A CONTATTO CON IL TRONCO PUO’ IMPEDIRE L’EMISSIONE DI RAMI CURE COLTURALI AL PRIMO ANNO • PORRE PARTICOLARE ATTENZIONE A: 1. DIFESA DAGLI STRESS IDRICI 2. DIFESA DAGLI STRESS NUTRIZIONALI 3. DIFESA FITOSANITARIA (OCCHIO DI PAVONE E ROGNA) • PACCIAMATURA • COPRIRE IL TERRENO LIMITROFO ALLA PIANTA CON TELI IN POLIETILENE NERO O IN MATERIALE ORGANICO 1. LIMITA LA CRESCITA DELLE INFESTANTI 2. LIMITA LE PERDITE DI ACQUA PER EVAPORAZIONE • IRRIGAZIONE • Subito dopo l’impianto bisogna procedere ad abbondanti innaffiature • Piante giovani (1-2° anno) = 6-10 l/pianta Turni irrigui di 2-3 giorni con portate di 4 l/ora e durata di 2-4 ore • Piante adulte (3°anno in poi)= 600/800 mc/Ha/anno con turni di 4-8 ore 1. 2. 3. 4. 5. METODI DI IRRIGAZIONE A CONCHE INFILTRAZIONE LATERALE SCORRIMENTO ASPERSIONE SOTTOCHIOMA MICROIRRIGAZIONE • • • • • CONCIMAZIONE Valutata in funzione dell’andamento stagionale e delle condizioni fisiologiche della pianta Da evitare se l’andamento stagionale è siccitoso e non si può irrigare In caso di attecchimento stentato: 60-70 g di Urea distribuiti in tre volte ogni 12-15 giorni (mai oltre giugno) Distribuzione a spaglio su un raggio di ca 50 cm dal tronco della pianta • ALTRI ACCORGIMENTI PRIMA DELL’INVERNO 1. Trattamenti a base di rame (solfato di rame/poltiglia bordolese) dosi 30-40 g ogni 10 l di acqua (indurimento foglie rigori invernali) 2. Prima dell’inverno avvolgere il tronco della pianta con polistirolo o parallelepipedi di plastica contenenti paglia LA POTATURA DI UN OLIVETO • SCOPO: far crescere razionalmente la pianta trovando il giusto equilibrio tra produzione e sviluppo vegetativo • OBIETTIVI: – Migliorare l’efficienza fotosintetica della chioma (buona insolazione) – Mantenere alto il rapporto tra superficie fogliare e legno – Controllo dell’alternanza produttiva • POTARE NON SIGNIFICA SOLO TAGLIARE • SI Può POTARE ANCHE CON ALTRI INTERVENTI QUALI: 1. 2. 3. 4. 5. 6. INCLINAZIONI PIEGATURE DECORTICAZIONI CIMATURE SPUNTATURE DIRADAMENTO DI RAMI INUTILI CONSIGLI • Le piante giovani vanno potate poco eliminando solo i rami che hanno già fruttificato; • Potature drastiche solo su olivi vecchi con poca produzione (da valutare) • Privilegiare tagli primaverili o estivi a quelli autunnali (danni da freddo) • La spollonatura e l’eliminazione dei succhioni sono due operazioni che vanno ripetute con frequenza soprattutto in fase giovanile • Maggiore sarà la potatura maggiore sarà la risposta vegetativa da parte della pianta • In oliveti vigorosi o giovani: limitare i tagli di potatura • La potatura estiva consente di eliminare i germogli superflui favorendo lo sviluppo dei rami a frutto Tipi di potature • POTATURA DI ALLEVAMENTO • POTATURA DI TRAPINATO • POTATURA DI FORMAZIONE • POTATURA DI PRODUZIONE • POTATURA DI ALLEVAMENTO: applicata in vivaio, si fanno crescere le barbatelle secondo un asse unico con sviluppo libero, così facendo si ottengono in un anno piante di 60-80 cm pronte per essere messe a dimora • POTATURA DI TRAPIANTO: da effettuare solo su piante adulte o piante giovani allevate a terra e consiste ridurre la chioma riequilibrandola con l’apparato radicale e favorendo l’attecchimento della pianta • POTATURA DI FORMAZIONE: serve per conferire alla pianta la forma di allevamento desiderata, comprende oltre che ai tagli anche le curvature, inclinazioni, legature. In questa fase si devono preferire interventi estivi al fine di mantenere un corretto equilibrio con le radici • POTATURA DI PRODUZIONE: regola la crescita dei rami a frutto, mantiene un corretto equilibrio rami-foglie per consentire una corretta illuminazione, si equilibra la produzione evitando l’alternanza, si evita lo sviluppo di malattie o prassitosi (Occhio di pavone, Cocciniglia) • E’ importante saper distinguere i diversi tipi di ramo e conoscerne l’evoluzione 1. RAMI A LEGNO (POLLONI E SUCCHIONI) 2. RAMI A FRUTTO 3. RAMI MISTI PRINCIPALI FORME DI ALLEVAMENTO 1. VASO POLICONICO 2. MONOCONO VASO POLICONICO 1. E’ UNA DELLE MIGLIORI FORME DI ALLEVAMENTO IN VOLUME 2. LA CHIOMA ASSUME UNA FORMA A CONO ROVESCIATO 3. LA MAGGIOR PARTE DELLA CHIOMA FRUTTIFICANTE RESTA RELATIVAMENTE VICINO A TERRA FACILITANDO POTATURA E RACCOLTA • LA PINATA ADULTA E’ COSI’ COSTITUITA: 1. TRONCO CON ALTEZZA DI 1-1,5 M 2. DAL TRONCO PARTONO 3-4 BRANCHE PRIMARIE CON INCLINAZIONE INIZIALE DI 45° E ANGOLI DI 90-120° 3. LE BRANCHE SONO SPOGLIE NELLA PORZIONE PROSSIMALE AL TRONCO 4. NEL TRATTO PIU’ LUNGO, DIRETTE VERSO L’ALTO, SONO PROVVISTE DI BRANCHE SECONDARIE, BRANCHETTE 5. LE BRANCHE SECONDARIE E BRANCHETTE RIVOLTE VERSO L’INTERNO DELLA CHIOMA SONO CORTE E DI LUNGHEZZA SIMILE 6. LE ALTRE BRANCHETTE (QUELLE ESTERNE ALLA CHIOMA) HANNO UNA LUNGHEZZA DECRESCENTE DAL BASSO VERSO L’ALTO • SESTO D’IMPIANTO IDEALE: – 5-7 m sulla fila – 6-7 m tra le file – 6x6 – 6x5 • PRIMO ANNO: se si parte da un astone di 1820 mesi (80-120 cm) non si fanno interventi di potatura ma ci si deve assicurare che la cima cresca diritta e senza competizioni da parte di germogli secondari. In caso si sviluppassero vanno prontamente eliminati. Se si parte da un “piantone” (pinata di 2-3 anni) lo si deve prendere già spuntato a 100-120 cm provvisto di 3-4 rami da destinare a branche primarie • SECONDO ANNO: se l’asse primario ha già dimensioni di 90-100 cm di altezza e circonferenza di 7-10 mm lo si può già spuntare, altrimenti si rimanderà di un anno. In ogni caso si asportano i rami inseriti sul tronco ad un’altezza inferiore di 50 cm da terra e gli eventuali concorrenti dell’asse primario. • TERZO-QUARTO ANNO: la pianta va cimata e si individuano tre-quattro rami robusti correttamente inseriti sul tronco che andranno a formare le branche primarie, si spuntano i rami concorrenti. Potrà essere lasciata la ramaglia laterale (non i succhioni) in modo da permettere alla pianta di avere una sufficiente fotosintesi per irrobustirsi. • Quando i rami hanno raggiunto un sufficiente vigore (circonferenza di 10-15 mm) si inclinano a 45° rispetto alla verticale • Quindi elimino tutti i succhioni e tutti i rami che sono cresciuti al di sotto dei 50 cm dal suolo • CASI PARTICOLARI: 1. nel caso i rami non abbiano raggiunto un sufficiente vigore non li si inclina aspettando l’anno successivo 2. Nel caso un ramo sia molto più vigoroso di altri lo si inclina maggiormente per fermarne lo sviluppo, in alcuni casi lo si cima, in ogni caso lo si tiene controllato per evitare che la pianta si sviluppi in modo squilibrato • RICORDARSI: in questa fase è importante limitare il più possibile i tagli riservandoli solo ai rami che sono in diretta concorrenza con quelli destinati a diventare branche, ai succhioni, a rami che tendono ad affastellarsi. Privilegiando forme di potatura quali l’inclinazione, la torsione, piegature. In questa fase, infatti, una potatura leggera permette alla pianta di avere una sufficiente parete vegetativa che permette di anticipare l’entrata in produzione • ANNI SUCCESSIVI: si controllo lo svluppo della pianta seguendo sempre gli stessi accorgimenti: 1. 2. 3. 4. Elimino i succhioni Tagliare i rametti cresciuti verticalmente verso il basso Diradare i rametti nella parte superiore delle branchette Eventuale cimatura delle brache in caso di eccesso di vigoria 5. Eventuale decorticazione anulare delle branca in prossimità del punto in cui si vuole effettuare un taglio di ritorno MONOCONO • E’ la forma di allevamento ideale per gli impianti specializzati e meccanizzati. Consente una maggiore produzione /Ha perché si mettono a dimora più piante e richiede minori interventi di potatura. • Si parte da piante di 60-80 cm disposte su un unico asse centrale, collocate nel terreno con un tutore di 180 cm • PRIMO ANNO non si effettuano interventi di potatura, si deve solo controllare che l’asse principale si sviluppi ben eretto con cima evidente in grado di esercitare un forte richiamo di linfa. Si deve controllare che non si verifichino competizioni tra l’asse principale ed eventuali ramificazioni laterali, le quali, se necessario, andranno eliminate • SECONDO ANNO i tagli saranno contenuti ed eseguiti con la potatura estiva. Vanno eliminati i rami basali fino ad un’altezza di 50 cm, ed evidenziata la cima, sostituendola se risulta debole od eliminando i rami secondari con diametro maggiore dell’asse principale • Il TERZO ANNO la potatura sarà finalizzata alla correzione della cima, alla soppressione dei succhioni e dei rami troppo vigorosi • QUARTO ANNO se la cima risulta appesantita la si dirada scegliendo il ramo che è meglio inserito sulla verticale. Sui rami sottostanti ci si limita ad eliminare succhioni o polloni • QUINTO ANNO si eliminano i rami esauriti, i succhioni le branche deboli. La cima deve essere ben evidente e ricoperta di rami a frutto. Si eliminano le branche fino ad un’altezza di 80-90 cm e le altre devono essere inserite a spirale sull’asse principale • SESTO SETTIMO ANNO: si raggiunge l’equilibrio tra la fase vegetativa e quella produttiva e si può iniziare la raccolta meccanica. La potatura dovrà mantenere la cima e si dovrà garantire che lo sviluppo della branche laterali osservi un andamento decrescente dalla cima fino alla base per mantenere la forma conica ed evitare ombreggiamenti. La lunghezza di quelle basali andrà relazionata alla larghezza che vogliamo dare alla nostra pianta POTATURA DI PRODUZIONE • SCOPO: mantenere nelle giuste proporzioni l’attività vegetativa e quella produttiva contribuendo a ridurre l’alternanza di produzione e l’insorgenza di patologie (cicloconio) 1. Le olive migliori si ottengono sui rami misti ben sviluppati e ben esposti 2. L’olivo fruttifica sui rami che si sono formati nell’anno precedente, si deve fare affidamento quindi sui rami misti nuovi nati e sviluppatisi alla base di una ramificazione fruttifera. 3. La diponibilità di tali rami è resa possibile dallo sviluppo dell’olivo che è una pianta BASITONA (i germogli che si sviluppano alla base di un ramo cresco maggiormente di quelli cresciuti all’apice) Con la potatura di produzione: 1. 2. 3. 4. Elimino le branchette hanno fruttificato Lascio svilupparsi i rami cresciuti sulle branchette fruttifere ben in luce vigorosi. Elimino quelli che sono eccessivamente vigorosi che potrebbero comportarsi da succhioni. Favorisco il comportamento basitono della pianta Alleggerisco la chioma diradando i rami e branchette • COME PROCEDO: 1. Elimino succhioni e rami esauriti, deboli, cresciuti verticali verso il basso, con poche foglie; 2. Alleggerisco la chioma con tagli di ritorno evitando di formare lunghe branche nude e lo spostamento dei rami a frutto sulla cima 3. Individuo in ogni branca la cima 4. Nel caso alleggerisco in modo energico la chioma quando vedo che si sta alzando troppo 5. Controllo lo sviluppo delle branche secondarie per impedire che si sviluppino più della primaria 6. Nel caso effettuo tagli di ritorno su branche secondarie o su branchette laterali (dovrò attendere l’emissione di un nuovo germoglio che diventerà la mia nuova cima) LA CONCIMAZIONE DI MANTENIMENTO • OGNI 10 KG DI OLIVE SI DEVONO RESTITUIRE 270 g AZOTO, 60 g DI ANIDRIDE FOSFORICA, 300 g DI OSSIDO DI POTASSIO • CONCIMAZIONI MINERALI • FERTILIZZANTI GRANULARI (SUOLO) • FERTILIZZANTI LIQUIDI (FOGLIARI) • CONCIMAZIONI ORGANICHE • Area di copertura: 1. 2. 3. 30-50 cm 1°-2°anno 50-60 cm 3° anno 100-130 cm 4°anno (non in prossimità del tronco) CONCIMAZIONE DI MANTENIMENTO PERIODO DOSI DI FERTILIZZANTE (g/pianta) Nitrato Ammonico Perfosfato minerale Solfato potassio 2° ANNO 270-345 130 100 3° ANNO 480-630 160 200 4° ANNO 670-770 260 300 5° ANNO E SUCC 1000-1150 300-350 600-650 • Concimazione organica: piante adulte – 40-50 Kg/pianta tutti gli anni – 80-100 Kg/pianta ad anni alterni CONCIMAZIONE CON BORO • Importanza. 1. Facilità la germinabilità del polline e favorisce la vitalità dell’ovocellula pertanto è molto importante per la fruttificazione 2. L’eventuale carenza viene sopperita attraverso delle concimazioni fogliari in fase di mignolatura 8in alcuni casi seguita da una seconda concimazione fogliare in post fioritura) 3. Il passaggio da carenza ad eccesso è estremamente facile (rischio di fitotossicità) • La carenza di boro la si determina: 1. Analisi fogliari (ricerca specifica) 2. Sintomi: cime dei rami alterate prive di foglie con formazione di scopazzi e rosette; le foglie si assiste alla decolorazione della parte opposta al picciolo che ingiallisce e secca, seguito da disseccamento di tutta la pagina fogliare. RACCOLTA E CONSEVAZIONE • L’obiettivo della raccolta e della conservazione è quello di arrecare il minor danno possibile alle olive nel momento della raccolta, trasporto e conservazione. Infatti l’olio contenuto nell’oliva sana ancora sulla pinta, presenta tutte le carattistiche qualitative necessarie per produrre un olio di alta qualità. Il momento ideale per la raccolta è il periodo dell’invaiatura (cambio di colore della buccia) perché si ha il miglio rapporto tra quantità e qualità dell’olio (fenoli, clorofilla, perossidi) • Il successivo aumento in resa non è dovuto ad un aumento del dell’olio ma ad una perdita di acqua. • La buccia deve essere quasi completamente colorata, la polpa deve cominciare a colorarsi e risultare morbida. E’ sconsigliato raccogliere olive troppo mature o gelate in quanto iniziano processi ossidativi che alterano la struttura dell’olio, aumentando l’acidità ed il numero di perossidi, con un calo dei polifenoli, compromettendo la durata dell’olio. • E’ da evitare, comunque, anche la raccolta di olive troppo verdi, perché oltre ad ottenere meno olio Si ha una elevata presenza di clorofilla che facilita l’ossidazione dell’olio. • Non vanno raccolte le olive cadute a terra o colpite da mosca perché in esse sono già in atto dei processi ossidativi che portano ad un rapido irrancidimento del prodotto. RACCOLTA MUALE • E’ migliore di quella meccanica perché le olive vengono danneggiate in maniera minore, ma presenta alti costi di manodopera 1. Brucatura: raccolta manuale direttamente dall’albero con le sole mai o con piccoli attrezzi manuali (restrelli, ecc) 2. Raccolta manuale con pettini vibranti, ganci scuotitori, sferzatori ed abbacchiatori azionati da motori elettrici o dal un compressore RACCOLTA MECCANICA • Esistono tre metodi di raccolta meccanica: 1. Impiego di scuotitori e vibratori che vanno applicati direttamente al tronco e/o alle branche principali 2. Impiego di turboventole il cui effetto è legato alla creazione di forti correnti d’aria 3. Impiego di apparecchi vibranti disposti su pannelli o su rulli muniti di aste flessibili che penetrano nella chioma ed esercitano un azione vibrante sui rametti ACCORGIMENTI • Raccolta all’invaiatura (viraggio colore) • Rapido trasporto delle olive al frantoio entro 48 ore dalla raccolta, • Conservare le olive in luogo fresco, asciutto e in cassette forate dalla capacità di 25 kg. Tale conservazione, in alcuni casi, può essere protratta per 4-5 giorni. • Sono da evitare sia l’utilizzo di sacchi che l’ammucchiamento delle olive, perché portano all’ammufimento delle stesse. • Niente raccattatura da terra • Defogliazione prima di giungere in frantoio • La molitura deve avvenire a temperature inferiori ai 30-35°C, i sistemi di estrazione devono essere in acciaio. • L’olio va conservato ad una temperatura di 15- 18°C, temperature superiori facilitano i processi ossidativi, mentre temperature inferiori portano alla solidificazione dei trigliceridi. V conservato al buio perché la luce ne favorisce l’ossidazione e lontano da odori perché le sostanze grasse li assorbono • Contenitori: in vetro e acciaio ermetici AVVERSITA’ • Mosca delle Olive (Bactrocea oleae) • Insetto. L’adulto è lungo 4-5mm di colore castano giallastro col capo più chiaro dell’addome. Sverna come pupa nel terreno, sfarfalla in primavera e le uova sono deposte all’indurimento del nocciolo. Temperatura ottimale di sviluppo tra i 16 ed i 30° C. Danni: cascola ed alterazione della qualità dell’olio. • • • • • Lotta: Monitoraggio con trappole cromotropiche Intervento larvicida con dimetoato (idrosolubile) massimo due in un anno Cattura massale Esche proteiche • Cocciniglia mezzo grano di pepe (Saissetia oleae): insetto. • Le femmine adulte hanno il corpo ovale munito di tre carene a formare una caratteristica H. Colore dello scudetto da grigio chiaro a scuro in base all’età. Fattori limitanti: insolazione, bassa umidità, basse temperature invernali. Danni: sottrazione di linfa e melata con conseguente sviluppo di fumaggine. • Lotta: 1. basse concimazioni azotate, 2. potature adeguate ad arieggiare la chioma. 3. Eliminazione delle parti colpite da cocciniglie 4. Trattamento con olio bianco quando l’80% delle uova sono schiuse • Tignola (Prays oleae) • Insetto farfalla di colore grigio argentato lunga 6 mm. Colpisce sia i fiori che le foglie che i frutti. Sverna come larva nelle foglie. Limitata dalle basse temperature, in Lombardia è controllata dagli antagonisti naturali. • Danni: cascola. • Lotta utilizzo del B. thuringiensis. • Occhio di pavone o cicloconio (Spilocaea oleaginina) • Fungo è la principale malattia crittogamica dell’olivo. Si manifesta con delle macchie brune di 10-12 mm circondate da zone gialle. Danno: defogliazione precoce e disseccamenti. Condizioni di sviluppo ideali: T 18-20 °C alta umidità relativa piogge frequenti, piante debilitate. • Prevenzione: potature razionali, basse concimazioni azotate. • Lotta uso di prodotti rameici in primavera (prima della ripresa vegetativa, ed in prefioritura) ed in autunno • ROGNA DELL’OLIVO (Pseudomonas siringae pv. Savastonoi) • Malattia di origine batterica, attacca rami e rametti, formando tubercoli globosi di colore verdemarrone. Causa disseccamento dei rami, rallentamento dell’attività metabolica debilitazione della pianta. Ci sono varietà più sensibili (Casaliva, Frantoio) viene favorita da delle grandinate. Lotta: trattamenti rameici dopo le potature, le grandinate, la raccolta, prima dell’inverno, disinfettando gli attrezzi per la potatura con alcool • Lotta: trattamenti rameici dopo 1. 2. 3. 4. 5. le potature, le grandinate, la raccolta, prima dell’inverno, disinfettando gli attrezzi per la potatura con alcool BIBLIOGRAFIA CONSULTATIVA G. FONTANAZZA – “OLIVICOLTURA INTENSIA MECCANIZZATA” EDAGRICOLE A. DEL BONO “L’OLIVICOLTURA” EDITRICE SAN MARCO AIPOL “COLTIVAZIONE DELL’OLIVO IN LOMBARDIA MANUALE PRATICO” CONSIGLIO OLIVICOLO NAZIONALE “ENCICLOPEDIA MONDIALE DELL’OLIVO” G. BORELLI, R. CORTI, G. FONTANAZZA “OLEA LAURIUS” IL LARIO DELL’OLIVO ARSIA “LA DIFESA FITOSANITARIA DELL’OLIVO” L’INFORMATORE AGRARIO – Guida Illustrata Coltivazione Olivo_ anno 2010