MAPPA CONOSCITIVA 8 Sviluppo e personalità Quando si parla di «sviluppo psicologico» ci si riferisce ai cambiamenti che si verificano nel comportamento e nelle capacità dell’individuo durante l’intero ciclo di vita, i più significativi però riguardano l’infanzia, la fanciullezza e l’adolescenza. Questi periodi sono pertanto i più studiati dagli psicologi dello sviluppo. Nel corso del capitolo saranno presi in considerazione diversi approcci e teorie dello sviluppo. Sviluppo Quando si parla di «sviluppo psicologico» ci si riferisce ai cambiamenti che si verificano nel comportamento e nelle capacità dell’individuo durante l’intero ciclo di vita, i più significativi però riguardano l’infanzia, la fanciullezza e l’adolescenza (Camaioni e Di Blasio, 2007). Ogni teoria dello sviluppo cerca di rispondere a tre quesiti di base: 1. Qual è la natura del cambiamento che caratterizza lo sviluppo? 2. Quali processi causano questo cambiamento? 3. Si tratta di un cambiamento continuo e graduale, o viceversa discontinuo e improvviso? Tre approcci teorici: comportamentismo, teorie organismiche, approccio psicanalitico In tabella 8.1 sono indicate le risposte che tre approcci teorici (comportamentismo, teorie organismiche, approccio psicanalitico) danno ai tre quesiti di base appena indicati. Sono inoltre riportate le metodologie di riferimento di ognuno dei tre approcci e i principali autori. SVILUPPO E PERSONALITÀ > TABELLA 8.1 Lo sviluppo psicologico secondo comportamentismo, teorie organismiche e approccio psicanalitico Teorie organismiche Approccio psicanalitico Domanda Natura quantitativa: graduale accumulo di 1 cambiamenti nel tempo, bambino come organismo plasmato dalle esperienze e dall’apprendimento Comportamentismo Natura qualitativa: il bambino è un attivo costruttore delle proprie capacità: influenze interne Considera l’individuo come un organismo simbolico, capace di attribuire significati a se stesso e al mondo; ricostruisce la storia personale degli individui e cerca i nessi significativi Domanda Compor tamento del bambino modellato 2 da influenze ambientali Lo sviluppo è determinato dall’interazione tra condizioni ambientali e doti naturali proprie Il cambiamento è visto come l’esito dei conflitti interni, ad esempio tra amore e odio, unione e separazione Domanda Sviluppo come pro- Sviluppo discontinuo che cesso continuo e avviene per stadi 3 (vedi Piaget e compresenza graduale di continuo e discontinuo) Lo sviluppo procede secondo stadi ben precisi e distinti (ad es. gli stadi psicosessuali di Freud). Metodo L’osservazione con il massimo controllo e l’esperimento di laboratorio rappresentano il metodo ottimale. Osservazione e sperimentazione con grado moderato di controllo; confronto tra bambini di età diverse per individuare i cambiamenti evolutivi e vasta gamma di comportamenti per formulare ipotesi I metodi di indagine sono caratterizzati dal minimo grado di controllo, come l’osservazione naturalistica, il colloquio clinico e l’osservazione della relazione osservatore-osservato Autori Skinner: lo sviluppo è una lunga sequenza di esperienze di apprendimento (condizionamento classico o operante). Piaget: si veda lo svolgimento della Traccia 4 Vygotskij: evoluzione attraverso mediatori simbolici, lo sviluppo consiste nell’appropriarsi dei significati della cultura; zona di sviluppo prossimale e scaffolding Freud: Io, Es, Super Io; fase orale, anale, fallica, periodo di latenza, genitale Anna Freud: importanza attribuita all’Io, nuovi meccanismi di difesa, metodo dell’osservazione del bambino, normalità e patologia B a n d u r a : Te o r i a dell’apprendimento: l’apprendimento può derivare dall’osservazione senza che vi sia rinforzo (si veda il capitolo 5) Werner: il pensiero assume una funzione di selezione dei dati senso-motori, percettivi e immaginativi: tramite interpretazioni e giudizi; percezioni fisionomiche connesse alla realtà esterna; completa autonomia delle funzioni psichiche inferiori e di quelle superiori Klein: non parla di stadio ma di posizione (schizoparanoidea e depressiva), accento sulla relazione madre-bambino, sviluppo dell’Io come un processo di continua introiezione e proiezione Mahler: fasi di sviluppo (autismo normale, fase simbiotica normale, fase della separazioneindividuazione); i fattori innati hanno un ruolo innegabile, ma l’aspetto cruciale del processo evolutivo è la capacità della madre di rispondere in modo sensibile e adattivo ai bisogni interni del bambino (continua) 216 PSICOLOGO DOMANI – VOLUME 1 Nelson: il processo di concettualizzazione si colloca all’interno del suo più ampio sviluppo cognitivo; impor tanza del contesto esperienziale (esperienze che consentono di costruire nessi e relazioni e che rendono significativo il contesto stesso), concetto di script Bowlby: attinge dalla psicoanalisi l’importanza evolutiva del legame affettivo precoce; legame di attaccamento, predisposizione biologica e motivazione intrinseca e primaria, base sicura, fasi e comportamento di attaccamento Erikson: si veda lo svolgimento della Traccia 2 L’ecologia dello sviluppo Fino agli anni Settanta, gli psicologi tendevano a considerare il bambino in un contesto molto ristretto, privilegiando gli esperimenti di laboratorio. Questi esperimenti però implicano situazioni non familiari al bambino e di breve durata, che possono scaturire in comportamenti insoliti e difficilmente riscontrabili in altri contesti. Da questo punto di vista, una svolta fu la teorizzazione dell’approccio ecologico dello sviluppo (Bronfenbrenner). L’autore individua all’interno dell’ambiente ecologico una serie ordinata di strutture incluse l’una dentro l’altra: microsistema, mesosistema, esosistema, macrosistema. La psicologia del ciclo di vita Un altro cambiamento concettuale che ha interessato l’ambito dello sviluppo, è stata la comparsa di nuovi modi di pensare ai cambiamenti legati all’età, quali la psicologia del ciclo di vita (Life-Span-Developmental Psychology) (Scabini, 1995). Non si tratta di una teoria né di un insieme di teorie del cambiamento, ma di un approccio che si pone come obiettivo quello di studiare, dalla nascita fino alla morte, i cambiamenti che avvengono nei singoli individui. I presupposti di tale approccio sono stati formalizzati da Baltes e Reese (1986) in cinque punti: continuità e discontinuità; variabilità intercomportamentale; plasticità intraindividuale; influenza socio-culturale; pluralismo esplicativo. Personalità Il termine personalità si applica per indicare sia la costanza che la variabilità osservabile nel comportamento intraspecifico di un organismo. Nel passaggio dagli organismi più semplici a quelli più complessi ha luogo un progressivo indebolimento del ruolo degli istinti nella regolazione del comportamento, ciò consente il sorgere della personalità e delle differenze individuali. Alcune questioni che da sempre hanno guidato gli studiosi della personalità possono essere così esplicitate: è possibile valutare il comportamento delle persone e costruire tipologie differenziali? Quali sono in questo caso i parametri di misurazione che si possono utilizzare? SVILUPPO E PERSONALITÀ 217 SVILUPPO E PERSONALITÀ (continua) Anche se da sempre l’uomo ha elaborato teorie sulla personalità e le differenze individuali, è tuttavia solo nel secolo scorso che la ricerca psicologica ha affrontato la questione con rigorosa strumentazione teorica ed empirica, producendo così una grande quantità di proposte interpretative. Per schematizzare e riassumere le teorie che hanno contribuito allo sviluppo degli studi della personalità, di seguito si propone il modello dei «quadranti della personalità» elaborato dal prof. Dogana durante gli anni di insegnamento di Psicologia della personalità presso l’Università Cattolica di Milano. Secondo tale schematizzazione, tutte le teorie prendono posizione, in modo più o meno esplicito, rispetto a due grandi interrogativi circa le variabili che regolano il comportamento, e da cui possono appunto avere origine le differenze individuali: – Il comportamento umano è sotto il controllo della biologia o della cultura (o di entrambe)? Siamo cioè condizionati prevalentemente dal nostro sostrato genetico o veniamo modellati soprattutto dalle molteplici influenze sociali e culturali? – Il comportamento umano è deterministicamente controllato da determinanti biologiche e/o ambientali, o possiede una sua capacità di autodeterminazione? Qual è il ruolo dell’io e della soggettività? Se si ipotizza che questi due interrogativi, biologia/cultura e soggettività/determinismo, costituiscano due assi cartesiani che attraversano e permettono di ordinare le varie teorie della personalità, dall’incrocio di questi due assi risultano delineate alcune aree concettuali che, pur semplificando inevitabilmente, possono risultare utili al fine di caratterizzare i differenti approcci e punti di contatto e di divergenza tra essi. Si delineano così l’area del riduzionismo biologico (tipologie costituzionali, genetica comportamentale, ecc.), quella del riduzionismo ambientale (approcci prevalentemente sociologici e culturali), l’area in cui emergono i fattoti della soggettività (teorie psicodinamiche, teorie dei tratti), e quella in cui essi sono ancora più intensi (teorie socio-cognitive e umanistico-esistenziali). Si è scelto di proposito di non fare riferimento a una trattazione specifica riguardante i disturbi di personalità (che potrebbero più facilmente rientrare nelle richieste di analisi di caso della terza prova applicativa). Chi fosse però interessato potrebbe approfondire tale argomento in testi specifici quali: DSM-IV, Ammaniti (2002), Kernberg (1987) e Gabbard (2007). 218 PSICOLOGO DOMANI – VOLUME 1 SVILUPPO E PERSONALITÀ AUTONOMIA Teorie umanistiche (Rogers, Maslow, May) Teorie socio-cognitive (Mischel, Bandura, Rotter, Weiner, Festinger) Teorie dei tratti (Allport, Cattell, Eysenck, Wiggins, Bales) BIOLOGIA CULTURA Teorie psicodinamiche (Fenichel, Freud, Adler, Rank, Reich, Jung) Area del riduzionismo biologico (Eysenck, Gray, Strelau, Cloninger) Area del riduzionismo ambientale (McMartin, Cantor, Terman e Miles) DETERMINISMO SVILUPPO E PERSONALITÀ 219