130 avanzato degrado. Dal punto di vista storico architettonico non

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avanzato degrado.
Dal punto di vista storico architettonico non vi sono elementi di particolare pregio,
ma è la struttura stessa, nella propria tipologia costruttiva a torre e nell’impianto a
corte originario a presentare una certa valenza storico testimoniale.
Colombi (edificio isolato)
Abitazione di origine rurale situata nei pressi della Strada comunale Frascale, a
nord dell’area di progetto. Si tratta di un edificio isolato a pianta quadrata in parte
ristrutturato ed in parte ricostruito dopo il 2005, disposto su due piani e con
copertura a due falde in legno con manto di coppi.
I prospetti presentano aperture regolari con serramenti a due ante e persiane in
legno, gli intonaci sono tinteggiati e decorati con cornici più chiare a marcare le
aperture.
A livello architettonico l’edificio non presenta elementi di pregio, tuttavia per
tipologia costruttiva, disegno e materiali di costruzione, si inserisce con coerenza
nel tessuto rurale.
Foto n15: L’edificio recentemente ristrutturato
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C. Moruzza (corte aperta con elemento a torre)
Azienda agricola costituita dall’aggregazione di diversi corpi di fabbrica costruiti in
epoche differenti e sorta attorno ad un edificio a torre risalente al XVII secolo,
costruito con funzioni di difesa e controllo del territorio.
L’edificio a torre ha pianta quadrata con copertura a quattro falde, è disposto su
quattro piani e presenta una struttura muraria in pietra di fiume e mattoni di cotto.
Gli elementi in cotto sono presenti sugli angoli dell’edificio ed hanno una funzione
strutturale come elemento di rinforzo e di regolarizzazione della muratura in
pietra.
Foto n°16: L’edifico a torre
Il piano terra è caratterizzato da un grande arco di passaggio, tipo porta morta,
con funzione di accesso alla stalla disposta sul fronte sud, mentre l’ultimo piano è
stato utilizzato come torre colombaia e probabilmente rialzato in epoca
successiva all’impianto principale. Al fronte sud della torre è addossato un
fabbricato di due piani con sottotetto costruito nello stesso periodo della torre e
successivamente riadattato e trasformato. Al piano terra è presente la stalla
originaria, mentre al primo piano è situata l’abitazione. I prospetti sono a vista e
consentono di vedere chiaramente le modifiche apportate alla struttura attraverso
parziali tamponamenti e ricostruzioni murarie e con il riposizionamento delle
aperture attuali. Particolarmente interessante e difficilmente rintracciabile in altri
edifici rurali è la presenza ai piani superiori di alcune feritoie a testimonianza
dell’origine di tipo difensivo della costruzione. Il primo ampliamento all’edificio
originario lo si ha nel XIX secolo con la costruzione della stalla con fienile
giustapposta all’abitazione esistente, secondo lo schema architettonico della
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casa in linea. La nuova stalla presenta una struttura muraria in pietra di fiume con
elementi in mattoni pieni ed è caratterizzata da un grande fienile e da un ampio
porticato sul fronte principale sorretto da quattro colonne quadrate in mattoni
intonacati. Il fienile è tamponato in muratura sul fronte est, mentre sul
prospetto di testa presenta due grandi finestrature con arco acuto di gusto
neogotico.
Foto n°17: La stalla originaria
Sempre riferito allo stesso periodo è ipotizzabile un ulteriore ampliamento
dell’abitazione con la realizzazione di una parte di fabbricato sul fronte nord della
torre, simmetrico all’abitazione originaria. Attualmente questa porzione di edificio
si presenta su due piani con un ampio sottotetto, ma è chiaramente stata oggetto
di un intervento di ristrutturazione verso la metà del secolo scorso che ha
comportato il rifacimento degli intonaci e della copertura con la costruzione di
nuovi cornicioni in muratura, la riorganizzazione e l’apertura di nuove aperture
finestrate di dimensioni maggiori rispetto alle originarie. L’edificio è a pianta
rettangolare, presenta una struttura muraria in pietra di fiume e mattoni di cotto
intonacata, una copertura a due falde in legno e manto in coppi.
Nel ‘900 si ha il definitivo ampliamento dell’azienda agricola con la costruzione di
una nuova residenza padronale e un’abitazione per i lavoratori, la costruzione di
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nuovi spazi di deposito e fienile, di due nuove barchesse e di due stalle,
organizzando così in parte le attività lavorative secondo lo schema tipologico a
corte aperta oggi riscontrabile.
Di inizio ‘900 sono l’edificio a blocco costituito dalla casa padronale accostata alla
stalla fienile e l’edificio per i lavoratori, posizionati a nord della corte principale,
con l’abitazione in affaccio verso il cortile e la stalla a nord. La struttura muraria è
in mattoni pieni intonacati, con finestre rettangolari e allineate tra loro; i
serramenti sono in legno con antoni ciechi ai piani superiori e inferriate al piano
terra.
Foto n°18: L’edifico dei primi del 900
L’edificio a blocco casa-stalla si differenzia nei volumi dei diversi elementi in
quanto l’abitazione di tre piani si stacca in altezza rispetto alla stalla con il fienile.
Le coperture sono pertanto separate, con struttura lignea a due e a quattro falde
con manto in coppi. La stalla, anch’essa in mattoni pieni, presenta una pianta
rettangolare con il lato maggiore addossato all’abitazione ed un ampio fienile al
piano superiore chiuso su tre lati e caratterizzato da quattro grandi aperture ad
arco sorrette da pilastrature in mattoni di stile neoclassico. L’edificio di abitazione
dei lavoratori è in prossimità dell’ingresso alla corte; si presenta su due piani con
ampio sottotetto, pianta rettangolare e copertura a quattro falde in legno con
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manto i coppi. La parte abitativa è al piano superiore, mentre il piano terra è
destinato a spazi di servizio e di deposito. I prospetti sono intonacati con aperture
regolari e serramenti in legno con antoni ciechi al piano superiore, mentre al
piano terra sono presenti finestre quadrate di dimensioni ridotte e protette da
inferriate.
A sud di questa abitazione è presente una grande barchessa in mattoni pieni e
tamponata su tre lati, a pianta rettangolare con copertura a due falde in legno e
coppi, utilizzata come deposito di materiale agricolo. A sud della corte è situata
un’altra barchessa a pianta rettangolare e tamponata su tre lati, trasformata in
autorimessa con la costruzione di un solaio in laterocemento e l’installazione di
due grandi serramenti in ferro.
A nord dei fabbricati della corte agricola sono presenti altri due edifici: una grande
stalla con fienile e un’abitazione entrambi risalenti alla prima metà del ‘900. La
stalla/fienile è a pianta rettangolare con struttura muraria in mattoni di cotto,
copertura a due falde in legno con manto in coppi, piccole finestre di forma
quadrata al piano terra e solaio in laterocemento. L’abitazione è a pianta
rettangolare, di due piani con ampio sottotetto ed è stata oggetto di un intervento
di ristrutturazione generale terminata da pochi anni. La copertura è in legno a
quattro falde, con manto in coppi e appoggia su un cornicione in muratura. Nei
prospetti sono presenti grandi finestre rettangolari e allineate regolarmente,
tamponate da serramenti e persiane in legno. Trai il piano terra ed il primo è
presente una cornice marcapiano e gli intonaci del piano terra sono stati incisi
orizzontalmente creando un effetto estetico di tipo bugnato e riconducibile alla
tradizione delle ville di inizio ‘900.
Foto n°19: L’edifico padronale e la stalla di inizio 900
Attualmente gli abitanti residenti non sono più legati alla conduzione dei fondi e
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Cascina Moruzza è utilizzata solo in parte come deposito di attrezzature e
materiale agricolo. Alcuni edifici sono ancora utilizzati e conservati, mentre alcuni
sono completamente abbandonati. La torre originaria è stata oggetto del
rifacimento della copertura, tuttavia gli edifici più antichi sono in uno stato di
degrado legato la loro inutilizzo e alla mancanza di manutenzione.
Dal punto di vista storico architettonico l’impianto tipologico della cascina non
presenta particolari elementi di valore in quanto è derivato da una aggregazione
disordinata nel tempo e nelle funzioni, priva di una particolare logica progettuale.
È invece rilevante la presenza dell’edificio a torre originario in quanto elemento
caratteristico del sistema insediativo di tipo fortificato diffusosi nel XVII secolo e
particolarmente riconoscibile anche in altre cascine di questa parte di territorio.
Gerazza (corte aperta)
Abitazione rurale situata in prossimità del confine ovest dell’area di intervento. Si
tratta una azienda di origine agricola che ha cessato la propria attività nella
seconda metà del ‘900 ed è stata ristrutturata in epoca recente trasformando e
adattando i fabbricati ad una abitazione privata. L’impianto originario dei corpi di
fabbrica è quello tipico della casa in linea ad elementi giustapposti, allineati
secondo l’asse nord-sud, a cui in epoche successive sono state aggiunte la
barchessa posta a nord e piccoli fabbricati di servizio a sud, realizzando lo
schema della corte aperta attuale.
Foto n°20: Gerazza
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L’edificio principale è costituito da tre volumi accostati: l’abitazione rurale,
organizzata su due piani e sottotetto abitabile, posta a sud; una parte di
abitazione su due piani ricavata nella vecchia stalla originaria e nel soprastante
fienile posta al centro, ed il volume a nord costituito dalla stalla con fienile
costruito nella prima metà del ‘900 e collegato all’edificio preesistente attraverso
uno spazio porticato o porta morta.
L’edificio originario presenta una struttura muraria in pietra di fiume mista a
mattoni pieni in cotto; questi ultimi sono utilizzati per realizzare gli elementi
d’angolo dell’edificio, di cornice alle aperture e come elemento strutturale e
decorativo interponendosi orizzontalmente alla muratura in pietra. Le finestre
sono posizionate senza un disegno regolare e si presentano di dimensioni
differenti con serramenti nuovi in alluminio bianco ed elementi di oscuramento ad
antone cieco in legno ai piani superiori, mentre al piano terra le aperture sono
protette da grate in ferro. Le coperture sono a due falde con struttura lignea
sormontata da un manto in coppi, con comignoli in mattoni pieni a vista. La stalla
a nord è invece realizzata in mattoni pieni a vista con piccole finestre ad arco
ribassato al piano terra, mentre il fienile al piano superiore è stato tamponato sul
lato del cortile interno con una muratura in laterizio intonacato, riducendo le
grandi aperture ad arco in semplici porte finestre per ricavarne uno spazio chiuso
fruibile come deposito. La copertura è sempre a due falde con struttura in legno e
manto in coppi.
Foto n°21: La stalla
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A nord del cortile è presente una barchessa a pianta rettangolare con pilastri e
tamponamenti delle testate in mattoni pieni di cotto e copertura a due falde in
legno. Il fronte verso il cortile è stato tamponato con grandi pannelli in lamiera
ricavando uno spazio chiuso utilizzato come deposito e autorimessa.
Foto n°22: La barchessa
Sul fronte sud del cortile è presente un piccolo fabbricato a pianta rettangolare in
mattoni pieni in parte intonacati, con copertura a due falde in legno e coppi,
originariamente utilizzato come stallini e ricovero per gli animali da cortile.
Attualmente è in parte utilizzato come ricovero di piccole attrezzature, mentre
nello spazio porticato è ancora presente e funzionante il forno a legna.
Foto n°23: Il piccolo fabbricato a pianta rettangolare
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La cascina ha abbandonato l’attività agricola già da molti anni ed è stata
recentemente ristrutturata e trasformata in abitazione privata. Nel corso dei lavori
di ripristino delle strutture murarie si è provveduto a portare a vista il paramento
murario originario in pietra e mattoni, ed è stato eseguito il rifacimento delle
spallette di cornice delle aperture finestrate recuperando i mattoni in cotto
originari. Nel tempo sono stati conservati gli elementi costruttivi originari ed è ben
visibile la trasformazione del complesso agricolo secondo le esigente produttive
dei vari periodi storici, tuttavia non sono presenti particolari elementi di pregio
storico architettonico.
Amuzzone (edificio in linea)
Azienda agricola situata a sud dell’area di studio, caratterizzata dalla presenza di
una grande abitazione di tipo padronale accostata ad un edificio rurale a pianta
rettangolare.
Foto n°24: Panoramica dell’Azienda agricola
La struttura originaria, ancora riconoscibile, è costituita da un impianto tipologico
tipico del fabbricato in linea ad elementi giustapposti, allineato secondo un asse
est-ovest e con il fronte principale rivolto a sud. La costruzione risale ai primi anni
del ‘900 ed è stata trasformata nel corso degli anni attraverso opere di
ampliamento che hanno portato alla situazione attuale. L’abitazione originaria,
posta a ovest del fabbricato, è stata interamente modificata attraverso un
ampliamento completato pochi anni fa, che ha portato alla realizzazione di una
villa di tipo padronale con impianto a L e sviluppata su tre piani. La villa presenta
aperture finestrate allineate simmetricamente, di forma rettangolare e con
serramenti e persiane in legno.
La copertura presenta un struttura in legno appoggiata su un cornicione in
muratura ed è sormontata da un manto in coppi. Il fronte principale dell’abitazione
è stato spostato sul lato ovest ed è caratterizzato da un ingresso centrale
sormontato da un balcone per ogni piano e da un timpano ricavato nella
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copertura a rimarcare il prospetto. Addossata all’abitazione è visibile la parte di
costruzione destinata alla stalla e al fienile, realizzata in mattoni pieni e con
copertura a due falde in legno con manto in coppi. La copertura è stata rifatta
durante i lavori di ampliamento dell’abitazione, così come alcune opere di
trasformazione interna per la realizzazione di due autorimesse. L’unica parte
ancora conservata nella struttura originaria è la piccola stalla con colonne in
muratura e volte a crociera, utilizzata per il ricovero di alcuni cavalli.
Foto n°25: La villa padronale
A nord dell’abitazione rurale è presente una costruzione di tipo residenziale a
pianta rettangolare, costituita da quattro appartamenti disposti su due piani. Si
tratta di un edificio costruito negli anni ’70, con struttura in muratura di laterizio
portante, solai e copertura a quattro falde in laterocemento e manto in tegole. Il
fabbricato è disposto anch’esso lungo l’asse est-ovest ed è caratterizzato da
grandi aperture finestrate a due ante disposte principalmente sul fronte sud, dove
si affacciano su un lungo balcone che attraversa tutto il prospetto. Le facciate
sono intonacate e tinteggiate, interrotte da serramenti e persiane in legno.
L’origine
agricola
di
cascina
Amuzzone
è
riconoscibile
nelle
forme,
nell’organizzazione degli spazi, nei materiali da costruzione ancora visibili e in
alcuni particolari architettonici. Le varie trasformazioni di cui sono stati oggetto gli
edifici hanno permesso ai residenti di evitare l’abbandono di questi fabbricati,
tuttavia ne hanno snaturato le caratteristiche originarie. L’attività agricola è stata
dismessa e rimane solo uno spazio di ricovero per pochi cavalli, con un’area
recintata per il pascolo all’aperto.
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Foto n°26: La costruzione residenziale
Dal punto di vista di una analisi storico architettonica o testimoniale degli edifici
non si riscontrano particolari elementi di pregio.
Colombarola (edificio in linea)
Azienda agricola costituita da una serie di elementi giustapposti secondo la
tipologia della cascina in linea, caratteristica della collina piacentina.
L’edificio è allineato secondo l’asse est-ovest, con l’abitazione nella parte
centrale e le stalle con i fienili disposte sui due lati opposti. La parte destinata ad
abitazione è costituita da due unità affiancate e si sviluppa su due piani fuori terra
con un ampio sottotetto; la struttura muraria è in pietra di fiume mista a mattoni
pieni con coperture a due falde a struttura lignea e manto in coppi.
Foto n°27: L’azienda agricola Colombarola
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L’abitazione a ovest è quella più antica e una targa posta nelle vicinanze della
quota di gronda riporta la data di costruzione del 1854. La seconda unità abitativa
è tuttavia di poco successiva e presenta le medesime caratteristiche costruttive.
La stalla a ovest è di grandi dimensioni, a pianta rettangolare, e accostata
all’abitazione attraverso la porta morta: uno spazio coperto di acceso alla stalla e
di ricovero temporaneo del materiale e delle attrezzature d’uso alla cura del
bestiame. Sopra alla stalla è presente il fienile, in parte tamponato in muratura e
caratterizzato dal disegno ad arco acuto di forma neogotica delle tre finestrature
centrali. La struttura muraria è in pietra di fiume con colonne portanti ed elementi
d’angolo in mattoni pieni, mentre la copertura a due falde in legno è interrotta in
corrispondenza dell’abitazione da un muro tagliafuoco.
La stalla a est del fabbricato è di dimensioni più piccole rispetto all’altra, sia in
lunghezza che in altezza; presenta una struttura muraria in pietra e mattoni, con il
fienile soprastante sorretto da pilastri in mattoni e denota alcuni interventi di
trasformazione per l’utilizzo degli spazi a scopo di autorimessa e deposito di
materiale.
A sud ovest della costruzione in linea è presente una grande barchessa chiusa
su tre lati, con pianta rettangolare, copertura a due falde in legno e manto in
coppi, e struttura muraria in mattoni pieni, utilizzata per il ricovero del materiale e
dei mezzi agricoli.
Foto n°28: Panoramica aerea dell’azienda agricola
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A ovest della barchessa è presente una grande stalla di tipo moderno costruita
attorno agli anni ’70, caratterizzata da una struttura prefabbricata con pilastri e
travature in calcestruzzo e tamponata da una muratura in blocchi di cemento
prefabbricati. Su un lato della stalla è presente un fabbricato per la mungitura e
un’area recintata per permettere al bestiame di uscire all’aperto nelle stagioni
meno fredde.
Foto n°29: La grande stalla moderna
L’azienda agricola ha cessato l’attività legata all’allevamento del bestiame verso
la fine del ‘900 ed i fabbricati sono attualmente utilizzati solo come deposito di
attrezzature e materiale per la conduzione dei fondi.
Foto n°30: Le strutture per l’allevamento avicolo
Da alcuni anni, in prossimità della stalla moderna, sono state costruite tre
strutture a stecca per l’allevamento avicolo di tipo intensivo e meccanizzato; si
tratta di costruzioni basse e lunghe con muratura a blocchi di cemento
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prefabbricati e copertura a due falde in lastre di fibrocemento.
Nonostante l’abbandono della pratica agricola, l’azienda si presenta in un
discreto stato di conservazione legato ad un generale intervento di manutenzione
dei fabbricati ed ad un loro utilizzo come abitazione e deposito di attrezzature.
Dal punto di vista storico architettonico la tipologia costruttiva della cascina in
linea presenta la forma e lo stile caratteristico del paesaggio agrario della collina
piacentina, tuttavia nell’edificio non si rilevano particolari elementi di pregio.
Case Nuove Remondini (edificio a corte aperta)
Grande azienda agricola situata a sud della zona di analisi, risalente agli inizi del
‘900, costituita da un fabbricato originario ad elementi giustapposti e da una serie
di costruzioni di edificazione successiva di supporto all’ampliamento dell’attività
agricola occorsa negli anni.
Foto n°31: Panoramica dell’azienda agricola
La costruzione originaria, in prossimità dell’accesso all’azienda, è allineata
secondo l’asse est-ovest ed è costituita dall’abitazione a ovest e dalla stalla con
fienile a est, collegate attraverso la porta morta.
L’abitazione presenta i canoni della casa padronale; si sviluppa su due piani con
ampio sottotetto, la struttura muraria è in mattoni pieni intonacati con ampi solai a
travetti in legno e pavimenti in tavelle e marmette; i cornicioni sono in muratura e
la copertura è a struttura lignea con manto in coppi. Le finestre sono ampie e
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rettangolari, con serramenti in legno, persiane al primo piano e inferriate al piano
terra.
Foto n°32: C.na Remondini
Foto n°33: La casa padronale
Affiancata all’abitazione e accessibile dalla porta morta, si trova la stalla con il
fienile. La costruzione è in mattoni pieni con un grande porticato sul fronte
principale sorretto da pilastri in mattoni collegati tra loro da una muratura ad archi
ribassati. La copertura ha una struttura in legno a due falde con manto in coppi.
Attualmente la casa padronale è abitata dai proprietari, mentre la stalla ed il
fienile sono utilizzati come deposito. Nella prima metà del ‘900 l’azienda è stata
oggetto di un primo intervento di ampliamento attraverso la costruzione di una
nuova stalla affiancata alla precedente, di una grande barchessa e di una
costruzione per il deposito dei materiali e delle attrezzature, organizzando i corpi
di fabbrica secondo uno schema a corte aperta ancora oggi riconoscibile.
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Foto n°34: La stalla con annesso fienile
Foto n°35: La barchessa
I nuovi edifici sono stati tutti realizzati con muratura in mattoni pieni, con elementi
a pilastro di rinforzo e con funzione estetica, di richiamo alla lesena neoclassica a
segnare la modulazione dei prospetti. Le coperture sono in legno con manto in
coppi; il tetto della stalla è a due falde, mentre la barchessa e il deposito
presentano una copertura a padiglione. La barchessa è tamponata su tre lati e si
affaccia sulla corte con quattro grandi archi ribassati; sul lato opposto alla corte è
stato aggiunto un ampio porticato sorretto da pilastri in mattoni pieni e con manto
in coppi.
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Il fabbricato di deposito è situato a ovest della corte e si sviluppa su due piani: al
piano terra sono state ricavate le autorimesse, mentre al piano superiore si
accede attraverso una scala esterna posta sulla testata in prossimità
all’abitazione. I locali, attualmente sgomberi, erano utilizzati come deposito dei
cereali e dei prodotti dell’azienda.
L’ultimo intervento edilizio è stato eseguito negli anni ’60 con la costruzione della
stalla attuale e di un fabbricato per l’alloggio dei lavoratori. Gli edifici presentano
una struttura muraria in mattoni di laterizio portante intonacato. La stalla è
posizionata a sud-est della barchessa e della corte, è bassa con una pianta
rettangolare e la copertura è a due falde in lastre di cemento-amianto. Le finestre
sono orizzontali e di grandi dimensioni, mentre sulle testate dell’edificio sono
presenti tre grandi aperture per il passaggio dei mezzi agricoli.
L’abitazione dei lavoratori presenta una pianta quadrata con copertura a due
falde e si sviluppa su due piani con un ampio sottotetto e affacci solo sui fronti
nord, verso la corte, e a sud. Il fabbricato ha i solai e la copertura in
laterocemento; le aperture sono piuttosto ampie con serramenti in legno e
tamponamenti a persiana al primo piano, mentre il tetto a due falde è rivestito da
un manto di tegole.
Foto n°36: L’abitazione dei lavoratori
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Foto n°37: La nuova stalla
Foto n°38: Il deposito attrezzi agricoli
Nonostante le trasformazioni avvenute negli anni l’azienda ha conservato le sue
caratteristiche architettoniche e l’impianto tipologico a corte aperta è ben
riconoscibile. Le strutture si presentano ancora in un discreto stato di
conservazione, anche se molti edifici sono inutilizzati o occupati solo in parte.
Dal punto di vista storico architettonico nelle architetture presenti non si rilevano
elementi di particolare pregio.
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DEMOGRAFIA
Al fine di valutare la presenza di popolazione in prossimità dell’area di cava si è
fatto riferimento ai dati gentilmente forniti dall’Ufficio Anagrafe del comune di
Castell’Arquato nonché, per gli abitati ubicati nei territori comunali di Fiorenzuola
d’Arda e Alseno, reperiti direttamente in loco.
Le informazioni ricevute consentono di affermare come il territorio risulti a
bassa densità demografica.
Fig. n°76: Carta degli assetti insediativi
Nel raggio di 500m metri dal perimetro della cava sono presenti stabilmente
unicamente 24 residenti. In merito alla viabilità prevista dal PAE per
l’allontanamento del materiale estratto emerge come trattasi di scelta
pianificatoria ottimale al fine di limitare il disagio ai nuclei abitati del circondario.
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RILEVAMENTO TOPOGRAFICO
Al fine di avere un quadro preciso della situazione topografica della cava e di
un suo adeguato intorno, già nella fase di redazione del presente Screening, sono
stati eseguiti accurati rilevamenti topografici di campagna per complessivi 21 Ha
circa.
Il rilievo, fornito dalla ditta committente, è stato effettuato dal Geom.
Gianpaolo Vetrucci nel Giugno 2012 (ALL. n° 17 "RILIEVO QUOTATO" scala 1:1.000)
con l’ausilio di stazione totale "Trimble 5600" di precisione angolare pari a 1
secondo centesimali e lineare di 1 mm.
Il rilievo è stato riferito a caposaldi certi di cui si allega documentazione
fotografica, monografia e asseverazione.
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PIANO DI COLTIVAZIONE
Le modalità di coltivazione della cava fanno riferimento alle indicazioni
tecniche ed alle prescrizioni contenute nelle N.T.A. del P.A.E..
La metodologia utilizzata per il calcolo della volumetria estraibile si è basata sul
Codice di calcolo “AUTOCAD Civil 3D” tramite la restituzione del modello
tridimensionale a prismoidi26 del terreno “ante operam” (Digital Terrain Model).
Successivamente, considerate le modalità di scavo, è stato elaborato un
ulteriore modello tridimensionale la cui fusione con il precedente ha permesso di
calcolare le volumetrie dell’intervento.
L’area di pertinenza della cava risulta pari a 7.4 Ha circa e la superficie
utilizzabile ai fini dell’escavazione si riduce, al netto delle aree di rispetto non
derogabili o comunque non interessate dallo scavo per motivi litostratigrafici, a
59.697 mq.
Prevedendo che l’escavazione raggiunga la profondità massima di scavo 4
m, così come previsto dal PAE comunale, la volumetria estraibile risulta pari a
circa 99.980 metri cubi. Di seguito viene riportata la scheda riassuntiva della
cava con le principali caratteristiche in sintonia con le limitazioni di cui sopra.
Tabella n°17: Dati complessivi
DATI GENERALI
mq 74.974
Area di pertinenza della cava
Aree non oggetto di scavo per motivi litologici
mq 9.125
Aree di rispetto totali
mq 13.210
Aree di rispetto non derogabili
mq 6.152
Aree di rispetto da escavare in deroga all’art. 104 DPR 128/59
mq 7.058
Aree utili
mq 59.697
m4
Prof. max di scavo
Spessore medio copertura
m 2.1
Spessore medio utile
m 1.9
Volume totale di scavo
mc 211.984
Volume suolo agrario e copertura da movimentare
mc 112.004
Volume totale utile27
mc 99.98028
Volume totale necessario per il ritombamento
Volume materiali da ritombamento di provenienza esterna
mc 161.958
26
mc 49.954
i punti quotati vengono uniti da segmenti a formare una rete continua di triangoli irregolari
dedotto il materiale lasciato in posto per inclinazione di sicurezza scarpate e comprensivo delle
volumetrie a deroghe ottenute.
28
di cui stimabili circa 15.000 mc a migliore qualità (ghiaie di 2° scelta)
27
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Il “PIANO
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COLTIVAZIONE PLANIMETRIA” (ALL. N° 19 - Scala 1:000) e le
sezioni “PIANO DI COLTIVAZIONE SEZIONI” a scala 1:500 (ALL. N° 20) illustrano
graficamente il programma di escavazione nelle sue fasi temporali (5 anni).
DI
Da quanto sovra esposto risulta che il quantitativo medio annuo di
materiale da estrarre sarà di 19.996 mc circa.
Fig. n°77: Schema di calcolo del volume di scavo totale (in diversi colori le profondità di scavo)
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Fig. n°78: Calcolo del cubaggio agrario/copertura presente in loco ante operam (mc. 112.004)
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Fig.n°79: Calcolo volumetrie materiali da ritombamento necessari (mc. 161.958)
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MODALITA' DI COLTIVAZIONE
ED UTILIZZAZIONE TECNICO-ECONOMICA
In pratica le modalità di coltivazione saranno le seguenti:
– conformemente alle Norme di Polizia Mineraria, il fronte in escavazione verrà
dotato di idonea recinzione e munito di appositi cartelli indicatori;
– la coltivazione avrà inizio dalla porzione meridionale dell’ambito e proseguirà
verso nord in cinque lotti d’intervento annuali
– per ogni lotto di intervento si procederà preliminarmente all'asportazione dello
strato di agrario e/o sterile e suo accumulo in altre aree disponibili;
– l’agrario dovrà essere conservato29 separatamente da altri materiali sterili, al
fine di un suo idoneo riutilizzo nelle fasi di recupero dei luoghi;
– l'escavazione raggiungerà le profondità dal p.c. previste dal P.A.E. (max 4m);
– l’escavazione sarà realizzata per splateamenti successivi di limitata altezza
(2,5 metri max)
– temporaneamente, nel corso dell'escavazione, al fronte di avanzamento potrà
essere conferita una pendenza anche maggiore di 50° purchè l’altezza dello
splateamento sia contenuta in non più di 2,5 metri.; tale pendenza è da
considerarsi di sicurezza, sul breve termine, per il solo fronte attivo di scavo.
– durante tutte le fasi di scavo dovrà essere garantita una idonea regimazione
delle acque superficiali di ruscellamento. Periodicamente dovrà essere
verificato lo stato di efficienza della rete di smaltimento progettata
– nel corso dell'escavazione ai fronti temporaneamente abbandonati o
perimetrali all’area di intervento dovrà essere conferita una pendenza non
superiore a 32°.
29
= Per quanto concerne la conservazione e ristesura del terreno agrario si fa riferimento
alle Norme contenute nel P.I.A.E:
"Allo scopo di consentire un rapido ripristino agricolo o forestale, particolarmente dove ciò è
previsto dal piano di riassetto, nelle fasi di escavazioni il primo strato di terreno vegetale o agrario,
per uno spessore pari ad almeno 0,5 m dovrà, se ritenuto idoneo all'agricoltura o al
ritombamento, essere conservato e depositato nelle vicinanze della parta scavata per essere poi
riutilizzato nella fase finale del riassetto. Tale terreno non dovrà essere asportato dalla cava, né
miscelato con altro materiale di scarto o sterile.
Nella fase finale del riassetto ed a superfici già risagomate, esso dovrà essere nuovamente
disteso.
Dovranno essere "scolturate" dal terreno agrario anche quelle superfici destinate al deposito
temporaneo dei materiali di lavorazione o di scarto o di provenienza esterna, nonché le superfici
destinate a rampe e corsie e ad accogliere le attrezzature di servizio, le aree di sosta dei
macchinari ecc.."
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Fig. n°80: Schema delle modalità di scavo per splateamenti successivi
Le tabelle di seguito riportate riassumono le caratteristiche volumetriche
dell’intervento nel quinquennio previsto dal presente Screening.
Tab. n°18: Dati suddivisi per annualità
1° ANNO
Superficie di scavo utile (mq)
11.344
Volume dello scavo (mc)
39.778
Volume agrario/copertura da movimentare (mc)
19.828
Volume utile da asportare (mc)
19.950
2 ANNO
Superficie di scavo utile (mq)
13.433
Volume dello scavo (mc)
46.593
Volume agrario/copertura da movimentare (mc)
26.043
Volume utile da asportare (mc)
20.550
3 ANNO
Superficie di scavo utile (mq)
11.036
Volume dello scavo (mc)
41.067
Volume agrario/copertura da movimentare (mc)
21.567
Volume utile da asportare (mc)
19.500
4° ANNO
Superficie di scavo utile (mq)
11.410
Volume dello scavo (mc)
44.378
Volume agrario/copertura da movimentare (mc)
24.278
Volume utile da asportare (mc)
20.100
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5° ANNO
Superficie di scavo utile (mq)
12.474
Volume dello scavo (mc)
40.168
Volume agrario/copertura da movimentare (mc)
20.288
Volume utile da asportare (mc)
19.880
Indicazione dell’Utilizzo Previsto del Materiale Estratto
Il materiale estratto è previsto venga utilizzato per tutte quelle opere che
non richiedono l'impiego di inerti pregiati.
Barriere antirumore e/o accumuli temporanei di terreno agrario
La realizzazione di detti rilevati, coordinata con l'avanzamento dei fronti di
scavo, si rende necessaria sia per offrire uno schermo acustico-visivo ai nuclei di
case sparse limitrofe all’area di futuro intervento, sia per stoccare
temporaneamente il terreno agrario e la copertura prima del loro riutilizzo.
Tali opere saranno realizzate principalmente lungo il confine nord
occidentale (C.na Gerazza e C.na Moruzza) ed avranno un’altezza di circa 4 m
dall’attuale piano campagna (vedi ALL. N° 19 “PIANO DI COLTIVAZIONE PLANIMETRIA” scala 1:1.000).
Il volume di terreno agrario necessario per la costruzione del sistema di
barriere è di circa 14.470 mc totalmente a disposizione.
4 m.
1 m.
35°
12,4 m.
Fig. n°81
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Vista la natura del materiale costituente tale schermo è presumibile che in
brevissimo tempo la sua superficie risulti inerbita anche senza l’ausilio di
particolari tecniche di rinverdimento, minimizzando quindi anche l’impatto visivo
e la propagazione delle polveri.
Sarà opportuno prevedere sfalci periodici delle infestanti che, in breve tempo,
colonizzeranno detti rilevati al fine di non rendere disadorni i luoghi.
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