aim-2014-ibridazioni - Architetti e PPC – Nuoro e Ogliastra

…architettinmostra2014… L’attitudine al progetto, innata, formata, educata e aggiornata è distintiva dell’Architetto. Già nella serata conclusiva dell’evento, lo scorso anno, si superavano le idee e
nasceva il nuovo tema di architettinmostra2014: ibridazioni.
Il progetto dell’OAPPC Nuoro e Ogliastra di promozione del lavoro degli architetti della Sardegna ci
ha spinti a cercare, nell’attualità, un tema ampio… la declinazione in cinque sottotemi testimonia,
da un lato, il nostro proposito di accoglienza e dall’altro ancora una volta, la varietà dell’impegno
degli Architetti.
La raccolta di quest’anno è ricca ed eterogenea, l’ibridazione ci consente di guardare ai diversi
campi dove l’architetto si cimenta, in rete con altri professionisti, dove si coltiva con l’obiettivo di
creare nuove specie di oggetti architettonici innovativi, capaci di rispondere ad esigenze diverse
con nuove prestazioni….
Alla ricerca di un nuovo metodo comune per riconoscere l’Architettura di qualità, superato il riferimento del canone e della prescrizione di stile e ritrovata l’integrità del progetto che non può e non
deve essere l’accessorio di una pratica, ma un’idea, frutto del nostro ingegno, elaborata con la
nostra competenza e capacità per rispondere ai bisogni degli individui e della collettività.
Ibridazioni, quest’anno, è anche la partnership con INU Sardegna che si è fatta più salda e concreta, che ci ha portati a condividere tempi e luoghi per sostenere la centralità delle riflessioni sulle
infrastrutture materiali e immateriali e sulla programmazione delle risorse per lo sviluppo, nella compatibilità urbana e territoriale, e sulla valorizzazione culturale del paesaggio con il progetto del premio
dedicato a Maria Lai.
Renzo Piano a Padova il 15 marzo scorso esordiva nella sua lectio magistralis agli architetti riuniti
dicendo “non so se abbia senso mostrare l’architettura in mostra”, ci appelliamo al suo dubbio e
continuiamo nel nostro lavoro, confortati dal numero sempre crescente dei nostri sostenitori, partner, patrocinatori, sponsor e colleghi che si convincono ad inviare la propria pubblicazione!
Presidente
arch. Enrica Caire
ARCHITETTURA E RIUSO
Enrica Caire NU74 | Claudia Murru NU283
Riuso di fabbricato artigianale a scopo residenziale | [ Vercelli / Vercelli ]
Il progetto è il riuso di un fabbricato artigianale per la realizzazione di undici alloggi di varia tipologia e autorimessa, a Vercelli vicino alla stazione sulla linea ferroviaria
TO-MI e alla sede dell’Università del Piemonte Orientale.
Il progetto nasce con l’idea di ottimizzare la prestazione energetica mantenendo la forma dell’involucro a grandi finestre; contrastando lo spreco energetico e
quello economico evitando di sostituire i serramenti nel rispetto della norma. L’ampiezza delle forometrie suggerisce che le finestre siano occhi di portico, aperti
all’aria e protetti dalle inferriate esistenti. La partitura della facciata dell’opificio del primo ‘900 è salva mentre la progettazione delle forometrie degli alloggi resta
legata solo alla norma igienico sanitaria. Le modifiche in facciata sono solo i nuovi ingressi, pedonale e carraio.
L’idea progettuale è trovare spazio per un edificio interno all’interno dell’involucro in muratura con una costruzione a secco, una casa di legno. La scelta di arretrare
il nuovo fabbricato di 1,20m dalla muratura esistente realizza dei porticati chiusi da inferriate e cerca la riduzione del volume esistente: fasce aperte/coperte danno
spazio ai percorsi comuni di accesso a sud, e alle pertinenze private a nord. Il fabbricato interno con una semplice geometria di struttura è progettato, sulla soletta
esistente a piano rialzato, con pareti sandwich in legno che offrono prestazioni termico/acustiche secondo necessità e prescrizione di legge. La nuova partizione
orizzontale del piano primo è in pannelli autoportanti in legno lamellare.
L’intervento non modifica i caratteri del paesaggio consolidato alla scala urbana e porta a compimento il processo di rigenerazione iniziato con i primi interventi
di ristrutturazione nell’insula lungo la ferrovia.
Antonio Sebastiano Gaias NU88
Riqualificazione del Lungomare Poetto | [ Cagliari / Cagliari ]
Recupero, riqualificazione e innovazione, sostenibilità ambientale ed economica, sono i principi ordinatori del progetto. La riqualificazione dello spazio pubblico
è posta come cardine di un processo di ricomposizione del paesaggio, capace di promuovere e ridefinire l’identità architettonica e ambientale del Lungomare
Poetto e proponendo i temi del riciclo/recupero come invarianti concrete di un percorso culturale sostenibile che, attraverso un apparato tecnologico avanzato,
ha consentito:
• la limitazione delle dinamiche meteo-marine, attraverso un ecosistema filtro che opera anche per la ricostituzione degli elementi matrice del paesaggio originario;
• il riutilizzo della sabbia litoranea delle aree di cantiere, per la costruzione dell’ecosistema filtro;
• il risparmio della risorsa idrica, attraverso il recupero delle acque piovane;
• la limitazione degli apparati di rete e dei costi energetici legati alla gestione.
Le parti visibili della proposta sono minimali, per scelta, in un contesto paesaggistico così imponente. Inoltre il progetto sarà connotato dall’introduzione dei
“percorsi dolci”, piste ciclabili e runner, camminamenti, punti di sosta panoramici/belvedere.
La passeggiata lungomare è uno spazio longitudinale e bidirezionale, dai cromatismi del paesaggio naturale, ospita aree attrezzate e aree verdi, accoglie i deck,
nodi strategici in corrispondenza delle intersezioni stradali e spazi di connessione del lungomare con l’arenile, studiati per adattarsi alla morfologia della duna.
L’eco-sistema filtro, come margine, assume nuove funzioni per nuovi equilibri di relazione tra i due ambienti, divenendo spazio di transizione semi-naturale che
tutela la naturalità.
Imprese A.T.I.
Aurelio Porcu & Figli S.p.A.
Andreoni S.r.l.
Raggruppamento Temporaneo di Professionisti
ing. Roberto Antonio Barracu
arch. Antonio Sebastiano Gaias
ing. Giuseppe Gaias
arch. Eva Francesca Cocco
Altri componenti il Gruppo di Progettazione
dott. agr. Valerio Boi
dott. geol. Michele Corona
dott. geol. Stefano Demontis
dott. biol. Patrizia Cuccus
Consulenti
dott. Giulia Balzano storia ed archeologia
arch. Marco Cadinu storia e paesaggio
dott. Ivo Serafino Fenu elementi artistici
Dott. nat. Cristiano Pontecorvo aspetti ambientali e naturalistici
Ing. Egidio Rubanu mobilità e trasporti
Collaboratori
arch. Gianluca Caria modellazione 3d
geom. Mauro Casu elaborazioni grafiche
arch. Antonio Ragnedda elaborazioni grafiche
dott. for. Gianluca Serra aspetti ambientali e naturalistici
arch. Debora Solinas elaborazioni grafiche
Sergio Aruanno NU97
Recupero e ristrutturazione di fabbricato ubicato in centro storico | [ Tortolì / Ogliastra ]
Stato precedente Il fabbricato oggetto di recupero è costituito da un’ accorpamento spontaneo di più edifici aventi diverse epoche di costruzione, ciò ha dato
corpo ad un organismo che può definirsi complesso, ovvero che si discosta da una tipologia definita, ma più vicino ad un organismo un tempo vitale organizzato
in funzione delle esigenze abitative dei propri abitanti, diverse di generazione in generazione.
Il nucleo originario, che potrebbe avere un’origine ottocentesca, è riconoscibile dall’insieme cucina, forno a legna, legnaia e stalla, organizzato intorno al cortile
caratterizzato dal portale di accesso in legno ancora esistente. L’ambiente che noi definiamo cucina fungeva oltre che da ambiente da lavoro anche da ambiente
dormitorio, la vita si svolgeva principalmente all’esterno nel caratteristico cortile. In questo organismo sono leggibili tutte le tecniche dell’edilizia povera dell’epoca,
murature in mattoni di terra cruda “ Laddiri “, copertura realizzata con orditura di travi in ginepro o castagno, arellato di canne, massetto in calce e coppi laterizi.
Successivamente, probabilmente negli anni sessanta, a questo organismo è stato aggiunto un altro cortile ed un altro fabbricato, questo potrebbe definirsi con un
termine contemporaneo “ minimalista “, un parallelepipedo su due livelli, realizzato con conci di granito e copertura piana, l’insieme è caratterizzato da un albero di
limone . Elemento questo che è stato salvaguardato ed è diventato parte fondamentale della riorganizzazione degli ambienti.
Progetto Scopo del progetto è stato quello di rianimare un organismo abitativo ormai in disuso, recuperare tutti gli elementi caratteristici e rispettosi del passato,
adeguandolo a quelle che sono le esigenze contemporanee di utilizzo abitativo. L’involucro originario è stato conservato in tutte le sue parti, così come sono stati
riutilizzati tutti i coppi originari. I cortili hanno ripreso vita e continuano ad essere gli elementi fondamentali dell’organismo, il vecchio limone è rimasto il guardiano
storico dell’ingresso del nuovo organismo.
Gli spazi interni sono stati riorganizzati, la cucina è rimasta nel suo posto originario, volutamente recuperata e rifinita con materiali tradizionali, è stata collegata
all’ambiente soggiorno. Questo invece, ubicato nel corpo più recente, è stato concepito come uno spazio austero e minimale, una grande vetrata accoglie
visivamente il grande limone all’interno di questo ambiente. Importanza fondamentale ha avuto la luce, le aperture precedenti troppo piccole, sono state ampliate
ed integrate con tagli di luce zenitale. La scala è stata posta in posizione centrale in modo da garantire una distribuzione più funzionale degli spazi.
L’insieme dell’organismo appare involutivo, caratteristica delle abitazioni storiche che con il grande portale in legno creavano all’interno dei cortili un microcosmo
privato.
Invece le citazioni contemporanee, quali l’aggetto in cemento e la veranda segnata dai tiranti in acciaio, sporgono verso l’esterno aprendosi alla vita circostante.
Paolo Porcu NU224
Ristrutturazione residenza Porcu-Melis | [ Gadoni / Nuoro ]
L’edificio, costruito nell’800, è ubicato nel Centro Storico del Comune di Gadoni, paese appartenente all’ antica regione della Barbagia di Belvi. Composto da una
unità abitativa che si sviluppa su tre livelli (di cui uno seminterrato), ha struttura verticale in muratura portante costituita da pietre di scisto e solai di calpestio e di
copertura in legno di castagno; tetto con coppo sardo ad una falda ad eccezione di una piccola porzione a due falde in proiezione dell’attuale Cucina - Veranda.
La ristrutturazione è stata realizzata con l’intento di mantenere invariate le caratteristiche architettoniche e storiche dell’edificio rendendolo allo stesso tempo
“vivibile” attraverso la ridistribuzione degli ambienti interni e l’integrazione degli impianti in conformità alla normativa vigente.
Le facciate sono state mantenute in parte intonacate ed in parte con pietra a vista ed infissi in legno naturale. La realizzazione di una nuova scala, originariamente
mancante, garantisce la continuità spaziale e distributiva tra i livelli. La modifica parziale delle facciate libere sulle corti interne consente alla luce del sole di penetrare
fino alla parte più interna della casa. I pavimenti sono rifiniti in gres porcellanato nella zona giorno e listoni in legno nella zona notte. Per la climatizzazione invernale
si è optato per il sistema a pannelli radianti alimentato da una pompa di calore di nuova generazione. E’ stato valorizzato il giardino, tramite il quale si accede alla
casa, sistemando i terrazzamenti e mettendo in risalto le piante esistenti (antica vite sarda).
Piero Pais NU333 | ing. Paola Tegas NUA920
Progetto di concorso per l’ampliamento di un complesso scolastico | [ Olbia / Olbia Tempio ]
Il concorso prevede la costruzione di una scuola materna e una scuola primaria.
Il lotto di intervento presenta due aree libere per la nuova costruzione: una posta nel lato sud di circa 1800 mq e una posta sul lato nord di circa 2500 mq.
Il nuovo edificio si inserisce in un tessuto urbano di nuova edificazione, caratterizzato da edilizia residenziale di tipo uni/bi familiare, in gran parte fatta da edifici
isolati e arretrati dalla strada.
L’edificio in progetto, annettendo quello esistente, vuole caratterizzare in senso monumentale l’isolato che occupa, esprimendo così il carattere pubblico e di
riferimento per il quartiere.
Pur considerando i limiti normativi che concernono l’edificazione sul confine, il progetto propone tre affacci (peraltro contenuti rispetto allo sviluppo complessivo)
su altrettanti limiti di confine, per sottolineare l’esigenza sempre meno avvertita, della costruzione in senso architettonico della strada,
al fine di riportare gli spazi aperti pubblici quali elementi generatori di socialità e di vita urbana condivisa.
L’orientamento prevalente predilige l’asse eliotermico, da qui la disposizione delle aule a ovest mentre a est è stato previsto un corridoio vetrato che ha la funzione
di serra bioclimatica, capace quindi di regolare il confort interno utilizzando passivamente le condizioni climatiche ed energetiche esterne.
I piani terra dei i nuovi edifici assumono come elemento generatore della propria tipologia edilizia, quelli esistenti, completando la struttura architettonica in un unico
edificio a corti, alcune in diretta comunicazione fra loro, altre unite da passaggi interni.
Alessandra Piras SS467
Riqualificazione e riutilizzo in ambito costiero | [ Sorso / Sassari ]
Contesto paesaggistico Il lotto oggetto d’intervento è sito nella Marina di Sorso (Prov. SS): un contesto paesaggistico di pregio, che richiede all’architettura un
intervento rispettoso e armonizzante.
Elementi caratteristici del paesaggio sono: acque (mare, corsi d’acqua, stagni); sistema dunale; vegetazione mediterranea (ginepri, pini marittimi).
Obiettivi e strategie di progetto I fabbricati edilizi esistenti risultano obsoleti, non rispondono a un registro architettonico unitario (forme, materiali, tecniche
costruttive, colori): è necessario riqualificare l’area degradata, ripensare il modello antropico, ridurre l’impatto ambientale e paesaggistico.
Dall’analisi del contesto (paesaggio, ecosistemi, ambiente) e delle esigenze del committente, emergono: obiettivi da conseguire, strategie e risultati progettuali.
A fondamento del progetto i principi di sostenibilità ambientale ed economica, riuso del suolo, risparmio delle risorse ambientali mediante azioni progettuali
concrete:
• Studio di volumi architettonici semplici, modulari, ad un solo piano, ben inseriti nel contesto
• Uso di materiali leggeri, naturali, riciclabili, e a basso impatto ambientale
• Uso di strategie bioclimatiche passive che contribuiscono a creare un microclima che non richiede sistemi/impianti attivi (frangisole, vegetazione, specchi
d’acqua)
• Uso minimo di risorse energetiche non rinnovabili che genera rispetto dell’ambiente e risparmio economico
Il programma funzionale si compone di:
• un bar-ristorante (2 sale, blocco servizi centrale)
• una SPA
• verande all’aperto
ARCHITETTURA E ARTE
Sergio Aruanno NU97
La memoria della forma tappeto filigrana | [ Ulassai / Ogliastra ]
Arte tessile ed arte orafa, espressioni manuali che in Sardegna trovano un elemento in comune, IL FILO.
La lana, all’origine aspra, dura, selvatica, poi il lavoro paziente e meticoloso di cardatura, la creazione del filo delicato e sottile, ripetuto, attorcigliato, rinforzato e
pronto a creare dal più delicato ed impalpabile dei tessuti alla più forte e resistente trama di tappeti che vedranno il susseguirsi di generazioni.
L’oro, duttile, prezioso, lucente, anch’esso domato e ridotto in fili sottilissimi; tecnica tramandata e giunta a noi da mondi lontani attraverso il mediterraneo. Filo,
come la lana, ritorto e lavorato pronto a creare gioielli in preziosa filigrana, piccoli ornamenti, che come i tappeti, hanno scandito e descritto il mondo tradizionale
sardo.
Da sempre l’arte dei tappeti in Sardegna, ha tramandato storie di vite vissute, ha descritto mondi di ogni ceto sociale, rappresentato animali, fiori, forme che si
depositano nella nostra mente e ridondano immagini di momenti mai vissuti, ma familiari, di storie che conosciamo e non abbiamo mai letto, rievocando mondi
senza tempo di cui siamo parte.
E’ la magia della memoria, che trova nella trama del tappeto la sua pagina di scrittura ideale, capace di tramandare testimonianze, sensazioni, ricordi.
Nel tappeto “Filigrana” la pagina è stata dedicata alla bellezza dei gioielli Sardi, alle loro forme intriganti e complesse, così come i rapporti umani che rappresentano.
Forme armoniche cariche di simboli, sciamaniche e ben augurali, catene, bottoni ed orecchini, lavorate con la tecnica della filigrana.
• Il bottone, il gioiello Sardo per eccellenza, maschile e femminile, indicante nel numero il ceto di chi li porta, inoltre decorato con “pibionis“, trasposizione della
tecnica di tessitura su quella orafa, ed assieme moltiplicazione simbolica dei chicchi di melograno simbolo di fertilità.
• La catena, simbolo di matrimonio, l’unione della coppia, ripetuto all’infinito per creare la comunità di cui si è parte .
• Gli orecchini, monile esclusivo femminile, simbolo di un mondo matriarcale e dell’importanza che ha avuto il ruolo femminile nell’evoluzione della comunità
isolana.
Forme che sono state intrappolate nella trama del tappeto, lavorate a pibionis, articolate in un ritmo alternato di lane bianche, grigie, nere.
Una pagina che parla e descrive un mondo di tradizioni artigianali pregne di MEMORIA.
realizzazione
Cooperativa Tessile SU MARMURI Ulassai
architetto Sergio Aruanno Tortolì
progetto grafico
Maria Antonietta Corrias NU351 | Antonia Balestra | Ken Hulley | Elisabetta Spinozzi
“Rhythmic Time” mostra fotografica | [ San Domenico di Fiesole / Firenze ]
Rhythmic Time mostra una serie di scatti che James Kaye aveva fatto negli ultimi anni con diverse tecniche fotografiche. L’esposizione segna l’avvio del
conferimento di un premio in sua memoria nell’ambito della ricerca storica, corredando l’evento con un portfolio di immagini chiamate in causa a provare i “saperi”
del suo sguardo. La mostra delle sue fotografie è una galleria di immagini di quel “ciascun istante” dello scatto che assegna al reale il suo posto nel tempo.
L’occasione per dire la singolare circostanza che le immagini prodotte da qualcuno che è stato uno storico, non siano solo tracce di vissuto individuale, ma anche
visioni abili di una più ampia riflessione critica sul valore delle immagini nei discorsi sulla temporalità. La selezione delle immagini in mostra, si fa carico di questa
tensione congetturando richiami tra istantanee dei luoghi della vita e i concetti storiografici che informavano i suoi quadri mentali.
“Rhythmic Time” mostra fotografica
European University Institute | Badia Fiesolana, via dei Roccettini 9, 50014 San Domenico di Fiesole (FI)
Curata da: arch. Maria Antonietta Corrias, Antonia Balestra, Ken Hulley, Elisabetta Spinozzi
Organizzata con il supporto della famiglia di James Kaye e del European University Institute
David Foddanu SS510 | maestro Pinuccio Sciola
Monumento all’emigrante | [ Cargeghe / Sassari ]
Il progetto, nasce dal desiderio del committente (emigrante che ha raggiunto nella sua vita una brillante carriera) di lasciare alla sua amata terra un dono, un
monumento funebre in memoria di uomini semplici che per necessità si sono visti allontanarsi dalla loro terra e affetti. L’idea nasce dalla collaborazione dell’Arch.
David Foddanu e il Maestro Pinuccio Sciola, che in sinergia hanno realizzato l’uno il sito simbolico e l’altro la scultura. Il monumento ha in ogni suo elemento diversi
significati simbolici come l’acqua che rappresenta l’isola divisa ma che allo stesso tempo unisce le coste cosi come gli elementi dell’opera architettonica e ancora
la purificazione. Il muro che divide nettamente la vita terrena da quella spirituale, gli affetti dalla lontananza dell’emigrante. La scala, come percorso di vita, di sacrifici
e ancora la spiritualità della salita. Ortogonalmente alla scala la scultura, entrambe ruotate di 45 gradi rispetto al progetto e divise dal muro che taglia in due l’opera
monumentale. Lo stesso muro funge da quinta, da un lato nasconde la scultura ma ne preannuncia la presenza col taglio provocato dalla scala, dall’altro lato
viceversa, la scultura poggiata su un piano più alto, indirizza lo sguardo del visitatore proprio verso la scala. L’Opera del Maestro Pinuccio Sciola è una pietra che
suona, “il calcare ha in sé il suono dell’acqua” un suono ancestrale che richiama le origini della vita, la nascita o la rinascita.
Il Committente Valentino Tanca, affetto da una grave malattia, è venuto a mancare durante l’ultimazione dell’opera e per suo desiderio riposa in un loculo all’interno
del monumento.
ARCHITETTURA ED ECONOMIA
Maurizio Masia NU260 | Santina Secchi NU279 | dott. agr. Maurizio Fadda
Creazione e gestione di orti urbani | [ Nuoro / Nuoro ]
Il progetto ha partecipazione al Bando Pubblico per la “Realizzazione di azioni innovative e sperimentali del Piano di Azione Ambientale Regionale (PO-FESR 20072013 Asse IV Linea d’intervento 4.1.2 b)”.
• Progetto 1° classificato con il punteggio di 98 su 100
• Opera pubblica del Comune di Nuoro in fase di realizzazione
Il progetto si prepone l’obiettivo di diffondere l’agricoltura urbana come una delle strategie da porre in atto per la riqualificazione delle periferie e delle aree verdi
abbandonate in città. La finalità è quella di migliorare la qualità del paesaggio urbano e di costruire nuovi spazi da destinare alla socialità.
La parola d’ordine: agricoltura sostenibile mirata al riappropriarsi della terra e dei rapporti sociali attraverso un percorso partecipato.
Il progetto prevede di:
• Riallacciare i rapporti umani secondo le regole antiche del buon vicinato;
• Ricomporre le relazioni urbane tra margine e centro;
• Rieducare alla terra, al cibo e alla qualità;
• Autoproduzione del cibo e risparmio per le famiglie.
Gli orti cosi pensati diventano dei luoghi polifunzionali e strategici per la gente del quartiere, e non solo, offrendo una pluralità di funzioni da quella ricreativa,
educativa, terapeutica e ambientale partendo dall’elemento principale: la c(o)ultura.
Angela Nieddu SS698 | Leyla Maria Saponara AV1308 | Mario Festa BN872 | Rosa Sole
Cantiere Scuola costruzione di una porzione di villetta con struttura in legno e tamponamento in balle di paglia | [ Villa Convento / Lecce ]
La villetta è stata costruita per la signora Gioia Mazzotta che possiede una piccola azienda agricola nella campagna salentina in cui si sperimentano tecniche di
coltivazione biologica.
L’idea iniziale prevedeva la costruzione di una abitazione, detta pagliara, tipica dell’area leccese che è stata progettata ed in parte realizzata sotto la guida di un
altro tecnico. Successivamente per coniugare l’esigenza di una abitazione confortevole, energeticamente efficiente, economica ed ecologica, con l’impostazione
dell’azienda, si è deciso di utilizzare la paglia come materiale da costruzione.
Il nostro gruppo ha adattato gli spazi realizzati alle esigenze della committente utilizzando tecniche costruttive specifiche per i tamponamenti in balle di paglia. Infatti
la struttura portante in legno, realizzata precedentemente al nostro arrivo, non era stata pensata per il montaggio del tamponamento in paglia. È stato necessario
costruire una struttura di supporto, leggera, in legno. La struttura è costata poco meno di un terzo di una abitazione tradizionale, inoltre se si considera il basso
grado di trasformazione del materiale e le elevate prestazioni termoigrometriche della partizioni, il costo risulta ulteriormente ridotto.
È stato scelto il metodo del cantiere scuola che ha consentito un più ampio coinvolgimento del committente nella realizzazione della propria abitazione. Inoltre è
stato possibile coinvolgere alcune maestranze interessate ad apprendere la particolare tecnica costruttiva.
È in progetto il monitoraggio della costruzione al fine di valutarne il comportamento nel tempo e le eventuali variazione delle caratteristiche prestazionali.
ARCHITETTURA E STORIA
Franco Niffoi NU123
Restauro dell’ex Monte Granatico | [ Orosei / Nuoro ]
Le immagini illustrano l’intervento di restauro sull’edificio ex Monte Granatico di Orosei destinato a ospitare il Centro di documentazione archeologica, archivistica
etnografica sull’agricoltura di Orosei.
La destinazione iniziale era quella di chiesa a servizio delle Monache Cappuccine, ma l’edificio non assunse mai questa funzione, divenendo già dalla fine del
secolo deposito delle scorte di grano per la semina della comunità di Orosei. Il complesso ha mantenuto comunque il suo impianto originario che consiste in una
grande aula con piccole cappelle laterali, coperte con volte a botte, un vano di ingresso, forse in origine destinato a pronao, voltato a botte. Al di sopra del vano
di ingresso si trova un ulteriore ambiente in origine destinato a coro per le monache. La grande aula, nata come unica navata, ha visto nel tempo mutare il suo
aspetto con la realizzazione di un sistema di pareti diaframma in pietrame basaltico forate da due arcate che hanno di fatto creato due navate.
Il progetto si limita a minimi interventi di consolidamento e rimozione delle superfetazioni di età recente. Le murature, di ottima fattura sono state ripulite con una
leggera sabbiatura, che non ha levato l’aura di antico che le caratterizzava, e sono state lasciate a vista pur nella loro disomogeneità.
Le coperture sono stare rifatte utilizzando gli stessi materiali di quella originaria: legno, canne e calce, oltre alle tegole. E’ stata però aggiunta una coibentazione
in lana di pecora. I pavimenti saranno continui realizzati con cemento additivato. Il nuovo sistema di risalita al piano superiore verrà realizzato con una scala a due
rampe spezzate, una in legno e una in corten e con una piattaforma elevatrice su vano rivestito in legno.
Luca Mereu NU182 | Alberto Licheri NU222 | Elisabetta Mattu SS440 | Michele A. Ciusa
Restauro conservativo della “casetta” e del “lavatoio” a Cala Reale, Parco Nazionale dell’Asinara | [ Porto Torres / Sassari ]
committente Ente Parco Nazionale dell’Asinara, periodo 2006 - 2014
Il progetto di restauro della “Casetta” e del Lavatoio nell’isola dell’Asinara scaturisce da un Bando di gara dell’Ente Parco nazionale dell’Asinara, vinto dagli Architetti
Elisabetta Mattu, Alberto Licheri, Michele A. Ciusa e Luca Mereu.
Obiettivo era il recupero di due fabbricati del tutto rovinati, localizzati a Cala Reale, un tempo appartenenti al Carcere ed utilizzati dal personale di sorveglianza di
stanza nell’isola. Il progetto di restauro è stato predisposto con l’obbiettivo di poter riutilizzare queste due piccole strutture. Inizialmente la casetta sarebbe doveva
essere destinata a foresteria di appoggio per la nuova destinazione turistica dell’ex complesso carcerario, ma una volta completato il restauro l’amministrazione
del Parco ha deciso di utilizzarla come laboratorio di ricerca e produzione di cosmetici naturali a base di piante endemiche.
L’intervento di restauro ha cercato, ove possibile, di recuperare i materiali che componevano la struttura dei due edifici, al fine di preservarne i caratteri storicomorfologici, nonché di contenere i costi per attuare l’intero intervento.
La particolare bellezza e importanza della costruzione dell’ex lavatoio richiedeva, invece, un intervento che valorizzasse la peculiarità derivata dal percorso lungo i
lavatoi, sottolineando l’elemento fondamentale dell’acqua.
A tale scopo si è previsto il ripristino dell’impianto idrico - sanitario e di scarico delle vasche, completato da un nuovo impianto di illuminazione d’accento. Il restauro
del lavatoio è attualmente in corso di completamento.
Miriam Eugenia Cossu NU243 | Antonio Dejua NU265
Restauro del corpo ottocentesco del Convento dei Frati Minori Osservanti | [ Nuoro / Nuoro ]
Il progetto ha riguardato l’Intervento di Restauro del corpo ottocentesco del Convento dei Frati Minori Osservanti del comune di Nuoro resosi necessario a fronte
di preliminari analisi tecniche che ne decretarono l’urgenza rispetto al restante corpo conventuale.
I motivi pregnanti dell’urgenza furono il crollo della copertura del corpo in oggetto e il distacco di alcune porzioni di cornici che posero un problema di rischio per
l’incolumità pubblica che venne a sommarsi alle urgenze proprie del restauro.
In fase progettuale si scelse di analizzare e organizzare gli interventi in due Sezioni ossia Lavori di carattere strutturale/architettonico: Rifacimento della Copertura
e delle cornici e Lavori di restauro degli apparati decorativi e degli intonaci di pregio: Rifacimento intonaci e finitura a finto travertino
Si è dunque optato per un restauro filologico testimonianza stilistica dell’immobile aperto alla ricerca di nuove soluzioni tecniche pur contemplando la possibilità di
impiego di materiali “storici” come la calce idraulica naturale.
I lavori di restauro sono iniziati il 26/03/2012 e sono terminati 21/12/2012.
Resta aperta la questione del restauro del restante corpo del convento la cui prima pietra fu posta nel 1604, e dunque testimonianza architettonica più antica di
Nuoro oltre che indiscussa memoria storica della vita sociale e politica della città.
committente Ente Casa S. Giuseppe
Cossu Miriam Eugenia arch. Dejua Antonio
ditta esecutrice principale Co.Ri. s.r.l. Ottana (NU)
ditta per fornitura e posa struttura copertura Tecnolegno Monastir (CA)
ditta per la realizzazione dei decori Cre Arte s.n.c. Genova
progettisti arch.
Maria Antonietta Carzedda NU264
Restauro della chiesa romanica di San Pietro Apostolo | [ Onanì / Nuoro ]
La chiesa di San Pietro (XII sec) ha un impianto mononavato e un’abside di piccole dimensioni, la volta a botte e la copertura a falde in scisto.
L’intervento è stato realizzato nel pieno rispetto della struttura architettonica senza alterarne la visione costruttiva complessiva. Tutti gli interventi garantiscono
particolare attenzione alla valenza storica dell’edificio in modo da preservare le peculiarità architettoniche del manufatto e di tutti gli elementi costitutivi.
Uno studio attento del sistema costruttivo ha orientato gli interventi e l’utilizzo di materiali idonei, nel valorizzare e salvaguardare quelle parti degradate che
compongono l’edificio.
PITTURE A TEMPERA
Le pitture a tempera occupano lo spazio della volta, dell’abside e della controfacciata. L’intervento è stato realizzato con le tecniche più idonee e appropriate, nel
pieno rispetto delle metodologie della moderna cultura del restauro
VESPAIO
Realizzato vespaio e cordoli di fondazione in pietrame calcareo granitico
CONSOLIDAMENTO DEL CAMPANILE E MURI INTERNO/ESTERNI. SCIALBATURA
Con rincocciatura e stilatura dei giunti con malta a base di calce idraulica. Scialbatura delle pareti perimetrali
ARCHITRAVE PORTA
Sostituito con un architrave in acciaio cor-ten
PORTA INGRESSO
Sostituita con una in legno di castagno
CEPPO CAMPANARIO
In legno di ginepro e cintatura in acciaio brunito
IMPIANTO ELETTRICO
L’illuminazione, realizzata a quota pavimento, è protetta da vetri satinati
PAVIMENTO
Realizzato in lamiera di acciaio cor-ten trattato e pre-ossidato
TETTO
Trattato con un prodotto a base minerale, è invisibile; una soluzione stabilizzata al silicato di etile
Roberto Acciaro NU274 | Martina Murzi RM14687 | ing. Monica Stochino | ing. Antonella Sanna
Lavori di restauro e consolidamento nella chiesa di San Leonardo | [ Martis / Sassari ]
La chiesa, risalente alla prima metà del XII secolo, è la chiesa romanica più piccola in Sardegna.
In disuso e completo abbandono prima dei lavori si presentava in pessime condizioni di conservazione dovute alla mancanza della copertura e una pluriennale
occupazione per improprie attività agropastorali.
Grazie al finanziamento previsto nella programmazione ordinaria del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nel 2012–2013 la Soprintendenza per i Beni
Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le Province di Sassari e Nuoro, viste le condizioni di degrado in cui versa la chiesa, interviene
con un progetto di restauro e consolidamento.
E’ stato necessario lo smontaggio di parte della facciata, con riposizionamento corretto ed integrazioni. Quindi il consolidamento della muratura in elevazione e
successivamente la ripresa in sommità dei paramenti murari con nuovi conci. La riconoscibilità dell’integrazione è stata affidata al posizionamento sottosquadro,
al taglio squadrato e poco lavorato e all’assenza di patina dei nuovi conci.
L’inequivocabile configurazione originaria con tetto a due falde ne ha suggerito il ripristino col riutilizzo delle sedi delle due vecchie capriate ancora leggibili.
La presenza di patina biologica e vegetazione infestante hanno reso necessario il restauro conservativo delle superfici lapidee, evitando di cancellare la patina
del tempo, le rughe di Nannarella («lasciamele tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una, che ci ho messo una vita a farmele!») come testimoni del tempo
passato.
Il fortuito ritrovamento di elementi lapidei sagomati tra i materiali costituenti i muretti a secco eliminati ha suggerito la realizzatone di un altare non previsto in progetto
al fine di valorizzarli e dare loro nuova vita e dotare la chiesa di quanto necessario allo svolgimento della funzione liturgica. I blocchi utilizzati, di datazione incerta
e probabilmente non appartenenti alla chiesa, sono stati assemblati tramite struttura in acciaio cor-ten unendo in maniera armonica e naturale i vari frammenti e
inserendo l’unico elemento figurato (probabilmente rappresentante lo stemma serafico francescano) in posizione baricentrica.
Leggibilità e inserimento armonico dell’intervento contemporaneo sono stati la filosofia del progetto, ispirazione di ogni scelta: disegno degli infissi, delle
maniglie, della grata posta nella monofora absidale, dell’impianto di illuminazione, della cartellonistica informativa.
Martis (SS) Chiesa di San Leonardo lavori di restauro e consolidamento
committente arch. Francesca Casule, Soprintendente BAPSAE per le province di Sassari e Nuoro
importo lavori 122.500,00 €
responsabile procedimento arch. Daniela Scudino
progettisti ing. Monica Stochino e ing. Antonella Sanna
progetto di variante arch. Martina Murzi, arch. Roberto Acciaro
14 giugno 2012 – 11 dicembre 2012
Alessio Deroma SS380 | Clelia Montalto SS16 |
collaboratori Rosa Sole
Leyla Maria Saponara AV1308
Interventi di restauro nel complesso architettonico denominato Casa Cugurra | [ Sassari / Sassari ]
Gli interventi di restauro hanno interessato principalmente due dei tre corpi di fabbrica costituenti il complesso architettonico di Casa Cugurra: parte del corpo di
fabbrica realizzato nel 1890, caratterizzato dalla presenza di una balaustra a coronamento del prospetto; il corpo liberty, realizzato in due tempi tra il 1902 ed il
1909, riconoscibile per la presenza nella facciata di un rivestimento in mattonelle di graniglia riportanti motivi floreali.
Le scelte progettuali sono state precedute da una fase di rilievo e di analisi sia dei materiali che dei processi di alterazione in atto sui manufatti architettonici.
Si è quindi proposto un intervento di restauro con finalità fortemente conservative che ha consentito il mantenimento della maggior parte delle patine originali. Per
raggiungere tale finalità si è operato con interventi di restauro specialistico come la pulitura delle superfici con impacchi di cellulosa imbevuti in soluzione di acqua
deionizzata e carbonato di ammonio, e con tecniche di pulitura manuale. Lo stato di degrado avanzato, in alcuni casi, ha reso necessario procedere con interventi
di preconsolidamento materico prima di poter operare sugli elementi di facciata.
ARCHITETTURA E TRADIZIONE
Rossella Denti NU92
Un ettaro di pura avanguardia sostenibile vista mare | [ Torpè / Nuoro ]
L’esigenza del committente era la realizzazione di un edificio rurale da adibire ad abitazione e B&B. L’obiettivo della proprietaria era quello di ricreare l’atmosfera
di un tempo recuperando l’essenzialità del vivere del mondo agro-pastorale senza rinunciare alle comodità del nostro tempo. Prendendo spunto dal mondo
tradizionale si è pensato di ispirarsi a “su pinnettu”, la tipica capanna dei pastori della Sardegna centrale, costituita da una base circolare in pietra e una copertura
in frasche su telaio di rami d’albero resistenti.
L’idea iniziale pertanto è stata quella di realizzare 4 pinnettos arredati in maniera essenziale e accogliente con due posti letto e un bagno privato. Questi 4 edifici
dovevano essere resi comunicanti tra loro attraverso un’area centrale con cucina, pranzo, caminetto, biblioteca, dove si sarebbe potuta fare la prima colazione o
trascorrere i momenti di relax.
L’intervento realizzato è ubicato in località “Cuccu ezzu”, compreso nel Piano di Fabbricazione del Comune di Torpè su un terreno agricolo, privo di fabbricati, e
con una superficie totale di circa mq.10˙265.
La soluzione proposta ha visto quindi la realizzazione di un corpo di fabbrica centrale destinato alla zona giorno, con annessi quattro piccoli fabbricati circolari
rievocanti la tipologia della vecchia casa del pastore. Questi sono stati adibiti a camere da letto con bagno interno.
L’insieme delle operazioni prospettate è stata eseguita perciò avendo particolare riguardo all’uso di materiali tradizionali e con una tipologia delle rifiniture che
consentisse la conservazione della memoria storica non solo dell’aspetto volumetrico del fabbricato ma anche della tecnica costruttiva in uso anticamente.
L’utilizzo dei materiali naturali è stata una costante di questa realizzazione.
Marcello Congiu NU156 | Ayla von Wintzingerode | Udo Thönnissen
Una scuola dell’infanzia in mattoni di fango | [ Sanluri / Medio Campidano ]
Questo progetto venne presentato in occasione del concorso di progettazione per una scuola materna, indetto dal comune di Sanluri nel 2009. Il sito di progetto
si trova nei pressi di un parco pubblico, ancora in fase di completamento, e centrale rispetto all’abitato.
L’interesse e l’attualità di questo lavoro è riassumibile in due punti; da un lato si intendeva, intendendo la scuola dell’infanzia come una casa, legare l’edificio al
tessuto urbano residenziale; inoltre, per la costruzione si sarebbe utilizzato il mattone in fango, si prevedeva un edificio “bio-climatico”, con accurato uso di materiali
naturali e il più possibile locali, privi di sostanze nocive e campi magnetici.
La decisione di porsi a diretto contatto con le abitazioni era una critica aperta al bando di concorso, che invece pretendeva un padiglione.
L’idea di costruire una casa per i bambini si è formalizzata nella corte interna dove poter fare attività didattica e ricreativa; per questa forma ci si è ispirati alla casa
a corte campidanese. Gli anditi sono intesi come delle strade attrezzate dove i bambini possono anche sostare per scoprire il mondo.
Salvatore Oggianu NU183
Edificio Commerciale e residenziale | [ Budoni / Olbia-Tempio ]
Il nuovo fabbricato, in fase di ultimazione, è stato realizzato all’interno di un piano di lottizzazione nel centro abitato di Budoni. Tale piano attuativo impone il rispetto
di un tipo edilizio autorizzato con provvedimento regionale i cui caratteri tipologici non lasciano ampia libertà di espressione.
Nel rispetto delle norme di piano, l’edificio è articolato su due livelli fuori terra: destinato ad attività commerciale quello al piano terra e residenziale quello al piano
primo. I volumi che costituiscono l’edificio sono semplici rispondenti alle tipologie del luogo e realizzati nel rispetto della tradizione locale.
L’unità destinata ad attività commerciale comunica direttamente con il porticato, sviluppato su tre lati, attraverso ampie vetrate e con il piano interrato mediante
una scala interna. L’unità immobiliare al piano primo è accessibile da una rampa di scale posta sul lato est del fabbricato; l’ingresso dell’appartamento, contiguo
alla terrazza posta a nord-est, è direttamente comunicante con la zona giorno. La zona notte, costituita da due camere da letto e servizio igienico è comunicante
con ampi terrazzi posti a ovest e a sud.
Due aree destinate a parcheggio sono posizionate in prossimità della viabilità principale, accessibili da due ingressi carrabili indipendenti. L’intera struttura sarà
dotata di impianto fotovoltaico, nel rispetto delle norme sul contenimento energetico.
il portico al piano terra dettaglio del fronte est
dettaglio dell’angolo sud-est veduta da est dell’edificio
scorcio del fronte ovest
Andrea Madau CA509 | Fabio Fiori CA886
Progetto di ristrutturazione del pavimento della chiesa di Santa Lucia | [ Barrali / Cagliari ]
L’insieme dei costumi e degli usi costituiscono un bagaglio di tradizioni che nelle piccole comunità assumono i connotati identitari di un popolo. Ogni paese ha
nel tempo sviluppato un proprio manipolo di maestranze che hanno dato un carattere al centro urbano, definendone costumi tradizionali, architetture, etc. ed
esprimendo se stessa soprattutto nelle cerimonie sacre e nella costruzione del proprio luogo di culto, in cui confluiscono le migliori opere d’artigianato.
La comunità di Barrali (CA), come molti altri centri sardi, rappresenta un esempio chiaro di questo fenomeno, conservando nel tempo la tipica lavorazione del
pane, la cui sagra, organizzata in occasione della festa di Santa Lucia, è la manifestazione più sentita dai barralesi che si autodefiniscono “il paese del Pane”.
L’idea alla base del progetto consisteva nella creazione di un connubio tra modernità e tradizione, tra la sacralità del sito e la comunità che l’ha generato, tra i
fedeli e la propria Santa Patrona. Da quest’idea nasce il progetto, con cui si è voluto riprodurre un percorso che guida i fedeli dall’ingresso ai piedi dell’altare,
rappresentato dalla riproduzione marmorea dei motivi ornamentali del pane tradizionale.
L’intervento è palesemente moderno ma conserva la memoria storica del luogo, attraverso la differenziazione della pavimentazione nella navata centrale e nelle
cappelle ai lati dell’altare (più antiche e originariamente rivestite dal marmettone rosso)rispetto quella delle navate laterali (ottocentesche e rivestite con marmettone
grigio).
La cappella cinquecentesca del fonte battesimale è stata arricchita da un intarsio che riproduce i simboli della pace e di Santa Lucia (la palma del martirio e gli
occhi) utilizzando intarsi di marmo giallo Reale Rosato, verde Guatemala e bianco di Carrara.
Salvatore Murineddu SS408
Complesso abitativo composto da 8 residenze unifamiliari | [ Posada / Nuoro ]
Il complesso è costituito da 8 residenze unifamiliari, suddivise in due corpi di fabbrica:
• Il corpo principale ospita 6 residenze con due livelli fuor terra (zona giorno al piano terra e zona notte al piano primo) che si allineano longitudinalmente
in una sorta di complesso a schiera, dove le abitazioni sono contenute tra muri d’ambito in pietra che proseguono fino alla copertura piana e praticabile.
L’articolazione dei fabbricati non è rettilinea ne parallela ma segue un’impostazione geometrica “a ventaglio” per cui i muri d’ambito delle varie residenze non
sono paralleli bensì convergenti verso Sud, dando origine in tal modo ad una sorta di “cannocchiale” architettonico che permette di convogliare le vedute
verso il Castello di Posada e verso il mare.
• Il corpo Sud, ospita 2 residenze ad unico livello che diversamente dalle 6 del corpo principale presentano una tipologia bilocale. Tale corpo di fabbrica risulta
poi ad assi ortogonali ed è collocato in posizione ruotata rispetto al corpo principale.
I due corpi edilizi saranno fisicamente staccati l’uno dall’altro, negli spazi residui di stacco sono realizzate delle corti interne con funzione tecnica.
Dal punto di vista architettonico, si è voluto dare al progetto una forte valenza estetica in quanto, in base ad un’analisi effettuata sui fabbricati di recente costruzione
nel comune di Posada, si è notato che tutti presentano la medesima logica costruttiva con una ripetizione monotona di formule estetiche imitative, riprese e
riproposte all’infinito senza alcuno studio progettuale.
L’esasperato uso dell’arco, dei rivestimenti in pietra da campo, delle finiture (pilastri e capitelli) in granito unite all’uso comune dei coppi invecchiati per le coperture,
sono solo alcuni esempi di criticità architettoniche riscontrate, una sorta di storicismo imitativo che crea una continua monotonia del costruire.
Considerando che l’architettura è comunque invenzione, si vuole con la presente proposta, offrire un ambizioso rinnovamento delle logiche progettuali, partendo
dall’originalità del progetto e basando i ragionamenti di base su una architettura contemporanea.
Nel contempo si sono fatti propri alcuni elementi della tradizione locale e utilizzati alcuni stilemi tipici del posto come ad esempio le finestre-feritoia a tutta altezza
che ricordano le feritoie del Castello e caratterizzano fortemente i prospetti.
Di fondamentale importanza, secondo tale ragionamento, risulta l’utilizzo della pietra e del colore, pietra utilizzata esclusivamente per i muri portanti d’ambito,
che scandisce la separazione tra le varie residenze, colore che riprende le tonalità di grigio “spiaggia” e azzurro turchese da “la Casa delle Dame” quindi molto
tipicizzata nel luogo.
ARCHITETTURA E DESIGN
Sergio Aruanno NU97
TIRIUSO tavolo la rivincita degli esclusi | [ Tortolì / Ogliastra ]
Pezzi avanzati, scarti, blocchi fuori misura, diseredati da armadi, comò, madie, tutti pronti per stufe , da sbriciolare in trucioli o per finire come tacche sotto un
mobile traballante. Bianchi, gialli, neri, rossi…….. Basta!
Eserciti assopiti negli angolo più remoti di tutte le falegnameria unitevi, è il vostro momento!
nasce TIRIUSO, da una poetica di recupero del materiale giacente in ogni falegnameria, materiale di sfrido che inevitabilmente rimane inutilizzato dopo qualsiasi
lavorazione.
Pezzi troppo corti - troppo stretti – troppo colorati – troppo poco colorati – insomma troppo o poco di qualcosa.
Un minestrone multietnico di essenze che assieme trovano l’armonia del gioco, il divertimento li mette tutte d’accordo, nostalgiche reminescenze infantili di oggetti
misteriosi e castelli incantati realizzati con le costruzioni in legno.
Indefinibile l’ambientazione, riduttivo costringerlo ad una sola funzione, va bene in cucina, va bene come tavolo da studio, è divertente in soggiorno.
Prerogativa assoluta, evitare qualsiasi sofisticazione, le essenze sono usate nella colorazione naturale.
Sono state lavorate, assemblate, incollate, essenze di faggio, castagno, wengè, noce, rovere, padouk ed infine iroko , il tutto trattato a mano con tampone di
cera d’api.
Realizzato da una piccola falegnameria composta da giovani artigiani che da anni operano nel settore dell’arredamento su misura.
realizzazione
Società Coop. arl Legno Service Tortolì
architetto Sergio Aruanno Tortolì
progetto grafico
Salvatore Oggianu NU183
Progetto di una discoteca all’aperto | [ Budoni / Olbia-Tempio ]
È una proposta progettuale per la realizzazione di una discoteca all’aperto da realizzarsi in comune di budoni. Il progetto, distinto per settori autofunzionali,
risponde a criteri di semplicità, nelle linee e nell’articolazione volumetrica. Ciascun settore è dotato di una sala da ballo, bar, servizi igienici e uscite di sicurezza.
Lo schema distributivo consente così di diversificare l’intrattenimento e di predisporre impianti sonori di ridotte dimensioni. In posizione centrale vi è una vasca
d’acqua di limitata profondità sulla quale si affacciano i volumi che accolgono le varie funzioni del locale. Il complesso sarà immerso nel verde e realizzato con
metodologie costruttive e materiali ecocompatibili, che con l’ausilio di sistemi fono-isolanti, posti all’interno dei vari settori, potranno garantire una struttura a ridotto
impatto sul territorio.
veduta interna del complesso veduta interna del complesso
veduta interna del complesso veduta interna del complesso
veduta esterna del fronte di ingresso modello tridimensionale dall’alto
vista assonometrica
scorcio della chiusura perimetrale
Francesco Saba NU257 | Mario Fancello NU330
“Showroom Dadea”, Piazza Vittorio Emanuele | [ Nuoro / Nuoro ]
In pieno centro storico, nella piazza principale di Nuoro, Piazza Vittorio Emanuele, si affaccia il nuovo showroom di Dadea, nome per eccellenza dal 1953 del
vestire con classe in città.
Il concept progettuale ha voluto sintetizzare funzionalità espositiva, eleganza stilistica nonché tecniche realizzative contemporanee.
Il negozio di prestigiosi marchi di abbigliamento maschile e femminile, si sviluppa su un unico piano di esposizione di 250 mq suddiviso principalmente in due
ambienti: una prima sala accoglie i clienti direttamente dalla piazza ed è stata concepita come una grande vetrina in cui passare e toccare con mano i vestiti
esposti; una seconda sala, più grande e spaziosa, che rappresenta il negozio vero e proprio destinato all’esposizione, camerini e vendita.
L’eleganza classica di Dadea e lo stile sobrio e minimale dell’architettura si incontrano in questo spazio, il cui progetto si basa sul gioco di luci e di ombre e
sull’accurata scelta dei materiali e dei colori di fondo: rovere sbiancato per i pavimenti, legno laccato di bianco per gli arredi, pietra locale (basalto sardo) per i
rivestimenti delle pareti, vetro temperato per i divisori delle vetrine e cartongesso centinato per i controsoffitti. I colori neutri, il grigio delle pareti in pietra e il bianco
che fa da fondo contrastano con i capi messi in vendita risaltandone la qualità dei prestigiosi marchi tra i quali possiamo citare Jeckerson, La Martina, Marina
Yachting.
L’illuminazione, studiata appositamente per far risaltare gli abiti esposti, è caratterizzata da una varietà di lampade come l’effetto del “cielo stellato” sui controsoffitti,
i led ad incasso negli espositori, i faretti geometrici alle pareti e le lampade a sospensione nei soffitti: tutto ciò è il risultato di uno studio illuminotecnico approfondito
ed è un ulteriore elemento di composizione degli ambienti.
L’eleganza del nome “Dadea” e le forme sinuose degli elementi compositivi trovano, in questo spazio, un connubio indissolubile e perfetto.
fotografie
Tiziana Pala e Lisa Gungui
Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori delle Province Nuoro e Ogliastra
Consiglio dell’Ordine
Presidente
Vicepresidente Nuoro
Vicepresidente Ogliastra
Segretario
Tesoriere
arch. Enrica Caire
arch. Antonio Dejua
arch. Lucia Deiana
arch. Maria Laura Del Rio
arch. Francesco Brocca
Consiglieri arch. Maurizio Bosa
arch. Cristina Simeoni
arch. Aldo Deidda
arch. junior Marco Porcu