Una certezza ci accompagna in vita e in morte:
«che Cristo Gesù è venuto nel mondo per
salvare i peccatori, dei quali io sono il primo»
Celebrazione Pasquale
Interconfessionale
Pasqua 2008
venerdì 28 marzo
Chiesa Madre di Marsala
Canto Grandi cose
Grandi cose ha fatto il Signore per noi, ha fatto germogliare i fiori fra le rocce.
Grandi cose ha fatto il signore per noi Ci ha riportati liberi alla nostra terra. Ed
ora possiamo cantare, possiamo gridare
l’amore che Dio ha versato su noi.
Tu che sai strappare dalla morte, hai sollevato il nostro viso dalla polvere Tu
che hai sentito il nostro pianto, nel nostro cuore hai messo un seme di felicità.
“Quando sento cantare: Gloria a Dio e pace sulla terra, mi domando
dove oggi sia resa gloria a Dio e dove sia la pace sulla terra - Finché la
pace sarà una fame insaziata, e finché non avremo sradicato dalla
nostra civiltà la violenza, il Cristo non sarà nato”. Potrebbero sembrare
queste le parole di un cristiano sfiduciato e stanco, invece sono le
parole tratte dai”Pensieri”di Gandhi, il Mahatma, la Grande Anima, il
predicatore della non violenza vissuto nella prima metà del ‘900, che,
pur essendo di religione induista, ha sentito profondamente il fascino
della figura di Gesù ed ha riconosciuto il valore e l’importanza del
Cristianesimo nel mondo. Ed è proprio da questa riflessione che voglio
partire per parlare del significato della Pasqua oggi. Visto come va il
mondo, potremmo veramente pensare che Cristo non sia ancora nato;
invece Cristo è nato, lo testimoniano i Vangeli, lo sappiamo e lo
crediamo fermamente tutti noi che siamo qui a parlare di Lui. È nato da
Maria di Nazareth, è vissuto nella bottega di un falegname, sposo di
Maria, Giuseppe, in un ambiente semplice ed umile, e, mentre Roma,
dopo le grandi conquiste su tutto il Mediterraneo, diventava ”mercato di
dei presi a prestito e di popoli conquistati, questo giovane uomo, il
Galileo, cominciava a parlare agli altri uomini con una vastità e potenza
di immaginazione che ancora oggi ci stupisce e ci affascina, e si
rivolgeva a tutti coloro che vivevano nel dolore, non come un filantropo
o come un altruista, piuttosto come un uomo che aveva compassione
dei poveri, degli umili,dei sofferenti,ma anche dei ricchi, dei potenti e di
tutti coloro che perdevano la loro libertà facendosi schiavi delle cose.
Quando consigliava al giovane ricco di vendere tutto ciò che possedeva
per darlo ai poveri, Gesù non pensava solo al dolore dei poveri, ma
anche all’anima del giovane, quell’anima che la ricchezza stava
contaminando. E a tutti Gesù dava una speranza, una speranza
affidabile, una speranza che era più forte della schiavitù, del dolore e
della morte. “Cristo dunque volle farsi occhi per il cieco, orecchie per il
sordo, voce per le labbra di coloro cui era stata legata la lingua”. Parole
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queste di Oscar Wilde, scrittore della seconda metà dell’800 che, nella
sua opera “De profundis”in un momento doloroso della sua vita,
esaminando la personalità di Cristo, lo ha presentato come un artista,
un poeta che ha saputo rendere bella la vita dell’uomo, che ha
insegnato la bellezza di ogni atto e di ogni situazione, che ha parlato
agli uomini del suo tempo con parabole tratte dalla vita di ogni giorno,
spiegando la verità alla luce dell’esistenza quotidiana, e che ha
trasformato la storia dell’umanità intera esaltandone la libertà e la
dignità. Proprio per questa rivoluzionaria visione della vita e del mondo
Gesù verrà tradito, condannato e crocifisso. “L’uomo nuovo”, il Galileo
di Nazareth, resterà vittima del dolore e della morte, come tutti coloro
che, nella storia dei tempi, hanno offerto la loro vita per un ideale, per
aver dato agli altri la possibilità di riscattarsi dal male e
dall’oppressione. “Vogliamo vedere Gesù” avevano detto i greci a
Filippo e ad Andrea. E Gesù, sentendo che ormai si avvicinava l’ora
della sofferenza e della morte,aveva detto loro - Gv. 12, 24 - “E’ giunta
l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo: In verità, in verità vi dico: se il
chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo, se invece
muore , produce molto frutto”. Come il chicco di grano dunque Egli
doveva morire, doveva offrire la propria vita ed essere innalzato sulla
croce perché tutti gli uomini avessero la possibilità di entrare in
comunione con il Padre. Comincia così la Passione di Gesù, ma il
Cristo, l’agnello immolato, che si è donato per la salvezza degli uomini,
al 3° giorno è risuscitato, è risorto, è stato chiamato ad una vita
immortale, ha testimoniato la vittoria della gioia sul dolore, della luce
sulle tenebre ed è riuscito a dare a tutti noi la speranza. È grazie a
questa speranza che ancora oggi l’egoismo, la violenza, la
discriminazione e la sfiducia nel futuro possono essere vinti nel nome e
nel sacrificio di Cristo, coscienti come siamo che il vero fine dell’uomo,
la vera missione di ognuno di noi è annunciare l’amore nonostante
l’odio del mondo, è costruire l’unità degli uomini al di là dei dissidi e
delle tensioni, è stare vicino al proprio fratello che soffre. - Mt. 25, 3146 - In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli :”Quando il Figlio
dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul
trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a Lui tutte le genti , ed
egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai
capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re
dirà a quelli che stanno alla sua destra : Venite, benedetti del Padre
mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione
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del Mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho
avuto sete e mi avete dato da bere, ero forestiero e mi avete ospitato,
nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete
venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno : Signore, quando
mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare,
assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero
e ti abbiamo ospitato o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo
visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo il re
dirà loro : In verità vi dico, ogni volta che avete fatto queste cose ad
uno solo di questi fratelli più piccoli, l’avete fatto a me: Poi dirà anche a
quelli posti alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco
eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto
fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete
dato da bere, ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi
avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch’essi
allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o
assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo
assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico ogni volta che non avete
fatto queste cose ad uno di questi miei fratelli più piccoli non lo avrete
fatto a me. E se ne andranno questi al supplizio eterno e i giusti alla vita
eterna.” In questa grandiosa scena di giudizio Gesù, come abbiamo
sentito, non tiene conto delle opere eccezionali che gli uomini hanno
fatto durante la vita terrena, ma soltanto delle opere di misericordia che
i giusti hanno compiuto verso i diseredati.
Ci è sembrato interessante affiancare al brano tratto dal vangelo di
Matteo, un brano tratto dagli Atti degli Apostoli, che ci porta
cronologicamente più avanti nel tempo e ci descrive la vita della prima
comunità cristiana che tenta di mettere in pratica la parola di Gesù.
Atti 2, 44-47 “Tutti coloro che erano venuti alla fede avevano un cuore
solo e un’anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli
apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune.
Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della
risurrezione del Signore Gesù e tutti essi godevano di grande stima.
Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano
campi o case li vendevano, portavano l’importo di ciò che era stato
venduto e lo deponevano ai piedi degli Apostoli; e poi veniva distribuito
a ciascuno secondo il bisogno.” Naturalmente la realtà esistenziale di
oggi non trova pieno riscontro in questa visione della prima comunità
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cristiana. E in ogni caso”l’essere un cuore solo e un’anima sola”per il
bene della comunità, non è una realtà che si possiede una volta per
tutte, è piuttosto una conquista che deve essere ottenuta giorno per
giorno , con fatica, con perseveranza, senza mai stancarsi , senza mai
scoraggiarsi. In che modo? Lo chiedo a me stessa prima di chiederlo
agli altri. Nei momenti di maggiore ottimismo mi pongo degli obiettivi,
ma poi spesso mi accorgo che anche i propositi che sembravano più
facili sono difficili da realizzare, e tutti i giorni incontro ostacoli fuori e
dentro di me: Ma ,al di là delle difficoltà, credo che ci dobbiamo imporre
due regole di vita, solo due, ma molto importanti, perché possono dare
un senso a tutta la nostra esistenza :
1) Usciamo fisicamente dalle nostre case , dal calore degli affetti
familiari, dal rifugio delle pareti domestiche, dove tendiamo ad
ignorare i problemi degli altri.
2) Usciamo mentalmente dai pregiudizi, dalla convinzione di essere
sempre nel giusto e nel vero, dal rifugio delle certezze incrollabili,
dove tendiamo a disconoscere l’altro, il diverso da noi.
Se aiuteremo gli altri a vivere in pace e senza la schiavitù del bisogno,
se avremo la capacità di indignarci di fronte all’indifferenza per i morti
sul posto di lavoro, per la violenza sulle donne e per gli abusi sui minori,
se risveglieremo nel cuore dei nostri figli la speranza nel futuro, se
sentiremo l’esigenza di perdonare chi ci ha fatto del male, se
mostreremo di essere disponibili all’ascolto e al confronto con chi la
pensa diversamente da noi, pur rimanendo coraggiosamente e
fortemente saldi nei nostri valori e nella nostra fede, noi daremo una
testimonianza,di rinascita, di risurrezione, di vittoria della vita sulla
morte. In una sola parola realizzeremo la PASQUA OGGI. Per
chiudere leggo una poesia di uno scrittore contemporaneo: Mario
Pomilio. Nel suo romanzo ”Il quinto evangelio” egli immagina di
aggiungere ai quattro vangeli un quinto vangelo, cioè il vangelo vivo del
cristianesimo operante nel mondo. Nella poesia, tratta da questo
romanzo, Pomilio dice che Cristo è vivo nel mondo se i cristiani,siano
essi cattolici,ortodossi,valdesi o pentecostali,continuano a scrivere il
suo vangelo in parole ed in opere.
PREGHIERA A GESÙ CROCIFISSO
Cristo non ha più mani - Ha soltanto le nostre mani - Per fare oggi le sue
opere - Cristo non ha più piedi - Ha soltanto i nostri piedi - Per andare oggi
agli uomini - Cristo non ha più voce - Ha soltanto la nostra voce - Per parlare
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oggi di sé - Cristo non ha più forze - Ha soltanto le nostre forze - Per guidare
gli uomini a sé - Cristo non ha più Vangeli - Che essi leggano ancora - Ma ciò
che facciamo in parole e in opere È l’evangelo che si sta scrivendo.
Dunque se ieri erano Filippo ed Andrea che portavano i greci a Cristo e
questi al Padre,oggi dobbiamo essere tutti noi, con il nostro esempio,
ad assumere il compito difficilissimo di indicare agli uomini di buona
volontà un’esistenza cristiana, vissuta non come una garanzia che ci
assicuri una protezione da tutti i problemi quotidiani, ma come una
scelta di vita, fatta di sacrificio, di amore e di fede, che ci dia la
possibilità di dire tutti i giorni : PASQUA È OGGI”
Canto Vivere la vita
Vivere la vita - Con le gioie ed i dolori di ogni giorno - È quello che Dio vuole
da te - Vivere la vita - E inabissarsi nell’amore è il tuo destino, - è quello che
Dio vuole da te. - Fare insieme agli altri - La tua strada verso lui - Correre con i
fratelli tuoi….. - Scoprirai allora il cielo dentro di te - Una scia di luce lascerai.
Vivere la vita - È l’avventura più stupenda dell’amore, - è quello che Dio vuole
da te. - Vivere la vita - E generare ogni momento il Paradiso - È quello che Dio
vuole da te. - Vivere perché ritorni al mondo l’unità, - perché Dio sta nei
fratelli tuoi….
Scoprirai allora il cielo dentro di te, - una scia di luce lascerai.
Vivere perché ritorni al mondo l’unità, - perché Dio sta nei fratelli tuoi….
Scoprirai allora il cielo dentro di te, - una scia di luce lascerai.
Una scia di luce lascerai.
CONFESSIONE DI PECCATO
Sorelle e fratelli, ascoltiamo adesso questa Parola che l'apostolo Paolo
rivolge anche a noi oggi: «Il vostro amore sia sincero! Fuggite il male,
seguite con fermezza il bene. Amatevi gli uni gli altri, come fratelli. Siate
premurosi nello stimarvi gli uni gli altri. Siate impegnati, non pigri; pronti
a servire il Signore, allegri nella speranza, pazienti nelle tribolazioni,
perseveranti nella preghiera. Siate pronti ad aiutare i vostri fratelli
quando hanno bisogno, e fate di tutto per essere ospitali. Chiedete a
Dio di benedire quelli che vi perseguitano; di perdonarli, non di
castigarli. Siate felici con chi è nella gioia. Piangete con chi piange.
Andate d'accordo tra di voi. Non inseguite desideri di grandezza,
volgetevi piuttosto verso le cose umili. Non vi stimate sapienti da voi
stessi!” (Romani 9:11-14)
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Care sorelle e fratelli, come comunità di credenti siamo venuti meno alla
fedeltà nei confronti del Signore, confessiamogli il nostro peccato
raccogliendoci in una preghiera di confessione.
Ripetiamo tutti assieme: Perdonaci Signore!
Signore Iddio onnipotente, perdona alla tua Chiesa la sua ricchezza in
mezzo ai poveri, il suo timore davanti agli ingiusti, la sua ignavia
davanti agli oppressi.
Perdonaci Signore!
Perdona ai tuoi figli la loro mancanza di sicurezza in Te, la loro
mancanza di speranza nel tuo regno, la loro mancanza di fede nella
tua presenza, la loro mancanza di fiducia nella tua misericordia.
Perdonaci Signore!
La tua resurrezione ci garantisce che anche i periodi difficili hanno un
senso. Ristabiliscici nel tuo patto con il tuo popolo, conducici ad un vero
pentimento; insegnaci ad accettare il sacrificio di Cristo, rendici forti
con l'aiuto del tuo Spirito Santo.
Perdonaci Signore!
Spezzaci, quando siamo orgogliosi. Fortificaci quando siamo deboli.
Umiliaci quando contiamo troppo su noi stessi. Dacci un nome quando
siamo persi. Per Gesù Cristo il nostro Signore. Perdonaci Signore!
Raccogliamoci in silenzio per confessare al Signore il nostro personale
stato di peccato.
Canto Scusa Signore
Scusa Signore, se bussiamo alla porta - Del tuo cuore :siamo noi.
Scusa Signore, se chiediamo mendicanti - dell’amore un ristoro da Te.
Così la foglia, quando è stanca, cade giù,
ma poi la terra ha una vita sempre in più;
così la gente, quando è stanca vuole Te,
e Tu, Signore, hai una vita sempre in più, sempre in più.
Scusa Signore, se entriamo nella reggia - della luce: siamo noi.
scusa signore, se sediamo alla mensa - del tuo corpo per saziarci di te.
Così la foglia, quando è stanca, cade giù,
ma poi la terra ha una vita sempre in più;
così la gente, quando è stanca vuole Te,
e Tu, Signore, hai una vita sempre in più,sempre in più.
Scusa Signore, quando usciamo dalla strada - del tuo amore; siamo noi.
scusa signore, se ci vedi solo all’ora - del perdono ritornare da Te.
Così la foglia, quando è stanca, cade giù,
ma poi la terra ha una vita sempre in più;
così la gente, quando è stanca vuole Te,
e Tu, Signore, hai una vita sempre in più, sempre in più.
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ANNUNCIO DEL PERDONO
Nella lettera ai Romani leggiamo: «... Dio riabilita davanti a sé tutti
quelli che credono in Gesù Cristo... ora siamo nella giusta relazione con
Dio perché egli, nella sua bontà, ci ha liberati gratuitamente per mezzo
di Gesù Cristo» (Rom. 3:22,24). Fondandoci sulle promesse divine e
sull'opera del Salvatore, morto per il nostro peccato e risuscitato per la
nostra giustificazione, a noi tutti è annunciato il perdono del nostro
peccato, e per tutti noi è la promessa del Signore, che nulla potrà mai
separarci dal suo amore. AMEN
Canto Tu al centro del mio cuore
Ho bisogno di incontrarti nel mio cuore - Di trovare Te, di stare insieme a Te: unico riferimento del mio andare.
Unica ragione Tu, unico sostegno Tu. - Al centro del mio cuore ci sei solo Tu
Anche il cielo gira intorno e non ha pace - Ma c’è un punto fermo, è quella
stella là - La stella polare è fissa ed è la sola,
la stella polare Tu, la stella sicura Tu. - Al centro del mio cuore ci sei solo Tu
Tutto ruota attorno a Te, - in funzione di Te - e poi non importa il come - il
dove e il se
Che tu splenda sempre al centro del mio cuore, - il significato allora sarai Tu, quello che farò sarà soltanto amore.
Unico sostegno Tu, la stella polare Tu, - Al centro del mio cuore ci sei solo Tu.
LETTURE
ISAIA 53
1 Chi ha creduto a quello che abbiamo annunziato? A chi è stato rivelato il braccio del
SIGNORE? 2 Egli è cresciuto davanti a lui come una pianticella, come una radice che
esce da un arido suolo; non aveva forma né bellezza da attirare i nostri sguardi, né
aspetto tale da piacerci. 3 Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore,
familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia,
era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna. 4 Tuttavia erano le nostre malattie
che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato; ma noi lo ritenevamo
colpito, percosso da Dio e umiliato! 5 Egli è stato trafitto a causa delle nostre
trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è
caduto su di lui e grazie alle sue ferite noi siamo stati guariti. 6 Noi tutti eravamo
smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma il SIGNORE ha fatto
ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti. 7 Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la
bocca. Come l'agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa,
egli non aprì la bocca. 8 Dopo l'arresto e la condanna fu tolto di mezzo; e tra quelli
della sua generazione chi rifletté che egli era strappato dalla terra dei viventi e colpito a
causa dei peccati del mio popolo? 9 Gli avevano assegnato la sepoltura fra gli empi, ma
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nella sua morte, egli è stato con il ricco, perché non aveva commesso violenze né c'era
stato inganno nella sua bocca. 10 Ma piacque al SIGNORE di stroncarlo con i
patimenti. Dopo aver dato la sua vita in sacrificio per il peccato, egli vedrà una
discendenza, prolungherà i suoi giorni, e l'opera del SIGNORE prospererà nelle sue
mani. 11 Egli vedrà il frutto del suo tormento interiore, e ne sarà saziato; per la sua
conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti, si caricherà egli stesso delle
loro iniquità. 12 Perciò io gli darò la sua parte fra i grandi, egli dividerà il bottino con i
potenti,
perché ha dato sé stesso alla morte ed è stato contato fra i malfattori; perché egli ha
portato i peccati di molti e ha interceduto per i colpevoli.
LUCA 24 1-12
1 Ma il primo giorno della settimana, la mattina prestissimo, esse si recarono al
sepolcro, portando gli aromi che avevano preparati. 2 E trovarono che la pietra era
stata rotolata dal sepolcro. 3 Ma quando entrarono non trovarono il corpo del Signore
Gesù. 4 Mentre se ne stavano perplesse di questo fatto, ecco che apparvero davanti a
loro due uomini in vesti risplendenti; 5 tutte impaurite, chinarono il viso a terra; ma
quelli dissero loro: «Perché cercate il vivente tra i morti? 6 Egli non è qui, ma è
risuscitato; ricordate come egli vi parlò quand'era ancora in Galilea, 7 dicendo che il
Figlio dell'uomo doveva essere dato nelle mani di uomini peccatori ed essere
crocifisso, e il terzo giorno risuscitare». 8 Esse si ricordarono delle sue parole. 9
Tornate dal sepolcro, annunziarono tutte queste cose agli undici e a tutti gli altri. 10
Quelle che dissero queste cose agli apostoli erano: Maria Maddalena, Giovanna, Maria,
madre di Giacomo, e le altre donne che erano con loro. 11 Quelle parole sembrarono
loro un vaneggiare e non prestarono fede alle donne. 12 Ma Pietro, alzatosi, corse al
sepolcro; si chinò a guardare e vide solo le fasce; poi se ne andò, meravigliandosi
dentro di sé per quello che era avvenuto.
TESTO DELLA PREDICAZIONE
LUCA 24 13-35
13 Due di loro se ne andavano in quello stesso giorno a un villaggio di nome Emmaus,
distante da Gerusalemme sessanta stadi; 14 e parlavano tra di loro di tutte le cose che
erano accadute. 15 Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù stesso si avvicinò
e cominciò a camminare con loro.
Luca 24:16 Ma i loro occhi erano impediti a tal punto che non lo riconoscevano.
Luca 24:17 Egli domandò loro: «Di che discorrete fra di voi lungo il cammino?» Ed
essi si fermarono tutti tristi. 18 Uno dei due, che si chiamava Cleopa, gli rispose: «Tu
solo, tra i forestieri, stando in Gerusalemme, non hai saputo le cose che vi sono
accadute in questi giorni?» 19 Egli disse loro: «Quali?» Essi gli risposero: «Il fatto di
Gesù Nazareno, che era un profeta potente in opere e in parole davanti a Dio e a tutto il
popolo; 20 come i capi dei sacerdoti e i nostri magistrati lo hanno fatto condannare a
morte e lo hanno crocifisso. 21 Noi speravamo che fosse lui che avrebbe liberato
Israele; invece, con tutto ciò, ecco il terzo giorno da quando sono accadute queste cose.
22 È vero che certe donne tra di noi ci hanno fatto stupire; andate la mattina di buon'ora
al sepolcro, 23 non hanno trovato il suo corpo, e sono ritornate dicendo di aver avuto
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anche una visione di angeli, i quali dicono che egli è vivo. 24 Alcuni dei nostri sono
andati al sepolcro e hanno trovato tutto come avevano detto le donne; ma lui non lo
hanno visto». 25 Allora Gesù disse loro: «O insensati e lenti di cuore a credere a tutte
le cose che i profeti hanno dette! 26 Non doveva il Cristo soffrire tutto ciò ed entrare
nella sua gloria?» 27 E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le
Scritture le cose che lo riguardavano. 28 Quando si furono avvicinati al villaggio dove
andavano, egli fece come se volesse proseguire. 29 Essi lo trattennero, dicendo:
«Rimani con noi, perché si fa sera e il giorno sta per finire». Ed egli entrò per rimanere
con loro. 30 Quando fu a tavola con loro prese il pane, lo benedisse, lo spezzò e lo
diede loro. 31 Allora i loro occhi furono aperti e lo riconobbero; ma egli scomparve
alla loro vista. 32 Ed essi dissero l'uno all'altro: «Non sentivamo forse ardere il cuore
dentro di noi mentr'egli ci parlava per la via e ci spiegava le Scritture?» 33 E, alzatisi in
quello stesso momento, tornarono a Gerusalemme e trovarono riuniti gli undici e quelli
che erano con loro, 34 i quali dicevano: «Il Signore è veramente risorto ed è apparso a
Simone». 35 Essi pure raccontarono le cose avvenute loro per la via, e come era stato
da loro riconosciuto nello spezzare il pane.
PREDICAZIONE
SILENZIO
CANTO Disse un giorno il Cristo
Disse un giorno il Cristo a noi fratelli: “Ecco, vi dirò una verità:
io sarò con voi per tutto il tempo, tutti i giorni, fino a che verrà l’eternità.”
Noi non rimarremo mai più soli, nascerà per noi nei nostri cuor
nella solitudine una voce, quella voce del Signore che ci rinfrancherà.
Se non avrai forza di lottare se il sole non ti scalderà troverà calore la tua vita
nell’amore che i fratelli doneranno a te.
PREGHIERE
1. Signor Gesù, durante la”pasqua”sei stato l’offerta eccellente,
l’agnello purissimo immolato per i peccati del genere umano. In silenzio
hai sofferto il tradimento, l’oltraggio, lo scherno, la fustigazione, la
maledizione della croce. La morte ti ha raggiunto mentre versavi
generosamente il tuo sangue! Sangue prezioso che lava i nostri
peccati, che ci giustifica davanti al Padre celeste. Ti ringraziamo Signor
Gesù per il tuo sacrificio, per il tuo generoso atto motivato da immenso
amore.
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2. Oggi, ti siamo maggiormente grati perché i chiodi che ti hanno
trafitto non ti hanno fissato per sempre sulla croce, perché il sepolcro
dove giacevi non è stato la tua tomba eterna, ma sei Risorto e sei
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Vivente nei secoli dei secoli. Tu hai inabissato la morte in Vittoria! Così
oggi la tua Resurrezione diventa una speranza viva e tangibile per noi
che crediamo in te e professiamo il tuo nome. Con la tua Resurrezione
abbiamo acquistato libertà dalla prigionia del peccato, del dolore, del
male e della morte. La tua Resurrezione è vita per i credenti e speranza
di vita eterna.
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3. “Le tue sofferenze son divenute la mia gioia – I tuoi dolori han
sanato le mie ferite – La tua morte è risultata la mia vita – La tua
Resurrezione motiva la mia fede.”
4. Lo Spirito spalanchi le nostre menti all’intelligenza delle scritture e ci
insegni a riconoscere la presenza dei Risorto nella nostra quotidianità e
ad accoglierlo come il Signore della vita. Uniamo le nostre voci e
presentiamo con fiducia a Dio le nostre suppliche, dicendo:”Ascoltaci
Signore”;
Per tutti coloro che soffrono - nella società e nel mondo - la fame, la
disoccupazione, la droga, la guerra, la malattia, il fallimento, perché
trovino noi cristiani pronti a tendere loro la mano e ad annunciare la
speranza del Risorto, preghiamo:”Ascoltaci Signore”;
Per coloro che occupano posti di responsabilità, perché non abusino
del loro potere, ma si sentano a servizio della comunità e governino con
saggezza, tracciando vie di fraternità e di pace, preghiamo:
”Ascoltaci Signore”;
Per i credenti delle diverse confessioni, perché riconoscendo nel
Risorto il centro di unificazione e di integrazione, si impegnino nel
cammino verso la piena comunione, preghiamo:”Ascoltaci Signore”;
Lo Spirito Santo accompagni sempre e doni, a chi guida le nostre
comunità di fede, uno zelo incrollabile e apra nuove strade per il
ristabilimento dell’unità fra le chiese, preghiamo:”Ascoltaci Signore”;
Perché le diverse confessioni, unite dalla grazia del Battesimo, diano al
mondo civile esempio di vera comunione e di unità, pur nella diversità
dei carismi, preghiamo:”Ascoltaci Signore”.
RACCOLTA DELLE OFFERTE
DEVOLUTA ALLA MENSA CITTADINA
GESTITA DALLA CARITAS DIOCESANA
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CANTO DURANTE LA RACCOLTA DELLE OFFERTE
RESTA QUI CON NOI
Le ombre si distendono, scende ormai la sera, e s’allontanano dietro i monti
i riflessi di un giorno che non finirà, di un giorno che ora correrà sempre,
perché sappiamo che una nuova vita da qui è partita, e mai più si fermerà,
Resta qui con noi il sole scende già, resta qui con noi, signore è sera ormai.
Resta qui con noi, il sole scende già, se tu sei fra noi la notte non verrà.
S’allarga verso il mare il tuo cerchio d’onda, che il vento spingerà, fino a
quando giungerà ai confini di ogni cuore, alle porte dell’amore vero, come una
fiamma, che dove passa brucia, così il tuo amore tutto il mondo invaderà
Davanti a noi l’umanità Lotta, soffre e spera, come una terra che nell’arsura
chiede l’acqua da un cielo senza nuvole, ma che sempre le può dare vita.
Con te saremo sorgente d’acqua pura Con Te fra noi il deserto fiorirà.
La pace scenda copiosa in ogni cuore, in ogni famiglia,
in ogni popolo, e si estenda fino ai confini della terra.
SCAMBIO DEL GESTO DI PACE
BENEDIZIONE
Di silenzio in silenzio la tua anima cresca
come una cosa salda in un paese d'ombre
Ed abbia la tua voce odore d'erba dopo la pioggia
E ciò che dalla vita hai ricevuto profondità sofferta o estasi goduta
Ti sia nella memoria come una primavera ripetuta
Amen
(GIUSEPPE CENTORE)
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