Una certezza ci accompagna in vita e in morte: «che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo» Celebrazione Pasquale Interconfessionale Pasqua 2008 venerdì 28 marzo Chiesa Madre di Marsala Canto Grandi cose Grandi cose ha fatto il Signore per noi, ha fatto germogliare i fiori fra le rocce. Grandi cose ha fatto il signore per noi Ci ha riportati liberi alla nostra terra. Ed ora possiamo cantare, possiamo gridare l’amore che Dio ha versato su noi. Tu che sai strappare dalla morte, hai sollevato il nostro viso dalla polvere Tu che hai sentito il nostro pianto, nel nostro cuore hai messo un seme di felicità. “Quando sento cantare: Gloria a Dio e pace sulla terra, mi domando dove oggi sia resa gloria a Dio e dove sia la pace sulla terra - Finché la pace sarà una fame insaziata, e finché non avremo sradicato dalla nostra civiltà la violenza, il Cristo non sarà nato”. Potrebbero sembrare queste le parole di un cristiano sfiduciato e stanco, invece sono le parole tratte dai”Pensieri”di Gandhi, il Mahatma, la Grande Anima, il predicatore della non violenza vissuto nella prima metà del ‘900, che, pur essendo di religione induista, ha sentito profondamente il fascino della figura di Gesù ed ha riconosciuto il valore e l’importanza del Cristianesimo nel mondo. Ed è proprio da questa riflessione che voglio partire per parlare del significato della Pasqua oggi. Visto come va il mondo, potremmo veramente pensare che Cristo non sia ancora nato; invece Cristo è nato, lo testimoniano i Vangeli, lo sappiamo e lo crediamo fermamente tutti noi che siamo qui a parlare di Lui. È nato da Maria di Nazareth, è vissuto nella bottega di un falegname, sposo di Maria, Giuseppe, in un ambiente semplice ed umile, e, mentre Roma, dopo le grandi conquiste su tutto il Mediterraneo, diventava ”mercato di dei presi a prestito e di popoli conquistati, questo giovane uomo, il Galileo, cominciava a parlare agli altri uomini con una vastità e potenza di immaginazione che ancora oggi ci stupisce e ci affascina, e si rivolgeva a tutti coloro che vivevano nel dolore, non come un filantropo o come un altruista, piuttosto come un uomo che aveva compassione dei poveri, degli umili,dei sofferenti,ma anche dei ricchi, dei potenti e di tutti coloro che perdevano la loro libertà facendosi schiavi delle cose. Quando consigliava al giovane ricco di vendere tutto ciò che possedeva per darlo ai poveri, Gesù non pensava solo al dolore dei poveri, ma anche all’anima del giovane, quell’anima che la ricchezza stava contaminando. E a tutti Gesù dava una speranza, una speranza affidabile, una speranza che era più forte della schiavitù, del dolore e della morte. “Cristo dunque volle farsi occhi per il cieco, orecchie per il sordo, voce per le labbra di coloro cui era stata legata la lingua”. Parole 2 queste di Oscar Wilde, scrittore della seconda metà dell’800 che, nella sua opera “De profundis”in un momento doloroso della sua vita, esaminando la personalità di Cristo, lo ha presentato come un artista, un poeta che ha saputo rendere bella la vita dell’uomo, che ha insegnato la bellezza di ogni atto e di ogni situazione, che ha parlato agli uomini del suo tempo con parabole tratte dalla vita di ogni giorno, spiegando la verità alla luce dell’esistenza quotidiana, e che ha trasformato la storia dell’umanità intera esaltandone la libertà e la dignità. Proprio per questa rivoluzionaria visione della vita e del mondo Gesù verrà tradito, condannato e crocifisso. “L’uomo nuovo”, il Galileo di Nazareth, resterà vittima del dolore e della morte, come tutti coloro che, nella storia dei tempi, hanno offerto la loro vita per un ideale, per aver dato agli altri la possibilità di riscattarsi dal male e dall’oppressione. “Vogliamo vedere Gesù” avevano detto i greci a Filippo e ad Andrea. E Gesù, sentendo che ormai si avvicinava l’ora della sofferenza e della morte,aveva detto loro - Gv. 12, 24 - “E’ giunta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo: In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo, se invece muore , produce molto frutto”. Come il chicco di grano dunque Egli doveva morire, doveva offrire la propria vita ed essere innalzato sulla croce perché tutti gli uomini avessero la possibilità di entrare in comunione con il Padre. Comincia così la Passione di Gesù, ma il Cristo, l’agnello immolato, che si è donato per la salvezza degli uomini, al 3° giorno è risuscitato, è risorto, è stato chiamato ad una vita immortale, ha testimoniato la vittoria della gioia sul dolore, della luce sulle tenebre ed è riuscito a dare a tutti noi la speranza. È grazie a questa speranza che ancora oggi l’egoismo, la violenza, la discriminazione e la sfiducia nel futuro possono essere vinti nel nome e nel sacrificio di Cristo, coscienti come siamo che il vero fine dell’uomo, la vera missione di ognuno di noi è annunciare l’amore nonostante l’odio del mondo, è costruire l’unità degli uomini al di là dei dissidi e delle tensioni, è stare vicino al proprio fratello che soffre. - Mt. 25, 3146 - In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli :”Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a Lui tutte le genti , ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra : Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione 3 del Mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno : Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo il re dirà loro : In verità vi dico, ogni volta che avete fatto queste cose ad uno solo di questi fratelli più piccoli, l’avete fatto a me: Poi dirà anche a quelli posti alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico ogni volta che non avete fatto queste cose ad uno di questi miei fratelli più piccoli non lo avrete fatto a me. E se ne andranno questi al supplizio eterno e i giusti alla vita eterna.” In questa grandiosa scena di giudizio Gesù, come abbiamo sentito, non tiene conto delle opere eccezionali che gli uomini hanno fatto durante la vita terrena, ma soltanto delle opere di misericordia che i giusti hanno compiuto verso i diseredati. Ci è sembrato interessante affiancare al brano tratto dal vangelo di Matteo, un brano tratto dagli Atti degli Apostoli, che ci porta cronologicamente più avanti nel tempo e ci descrive la vita della prima comunità cristiana che tenta di mettere in pratica la parola di Gesù. Atti 2, 44-47 “Tutti coloro che erano venuti alla fede avevano un cuore solo e un’anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti essi godevano di grande stima. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l’importo di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli Apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno.” Naturalmente la realtà esistenziale di oggi non trova pieno riscontro in questa visione della prima comunità 4 cristiana. E in ogni caso”l’essere un cuore solo e un’anima sola”per il bene della comunità, non è una realtà che si possiede una volta per tutte, è piuttosto una conquista che deve essere ottenuta giorno per giorno , con fatica, con perseveranza, senza mai stancarsi , senza mai scoraggiarsi. In che modo? Lo chiedo a me stessa prima di chiederlo agli altri. Nei momenti di maggiore ottimismo mi pongo degli obiettivi, ma poi spesso mi accorgo che anche i propositi che sembravano più facili sono difficili da realizzare, e tutti i giorni incontro ostacoli fuori e dentro di me: Ma ,al di là delle difficoltà, credo che ci dobbiamo imporre due regole di vita, solo due, ma molto importanti, perché possono dare un senso a tutta la nostra esistenza : 1) Usciamo fisicamente dalle nostre case , dal calore degli affetti familiari, dal rifugio delle pareti domestiche, dove tendiamo ad ignorare i problemi degli altri. 2) Usciamo mentalmente dai pregiudizi, dalla convinzione di essere sempre nel giusto e nel vero, dal rifugio delle certezze incrollabili, dove tendiamo a disconoscere l’altro, il diverso da noi. Se aiuteremo gli altri a vivere in pace e senza la schiavitù del bisogno, se avremo la capacità di indignarci di fronte all’indifferenza per i morti sul posto di lavoro, per la violenza sulle donne e per gli abusi sui minori, se risveglieremo nel cuore dei nostri figli la speranza nel futuro, se sentiremo l’esigenza di perdonare chi ci ha fatto del male, se mostreremo di essere disponibili all’ascolto e al confronto con chi la pensa diversamente da noi, pur rimanendo coraggiosamente e fortemente saldi nei nostri valori e nella nostra fede, noi daremo una testimonianza,di rinascita, di risurrezione, di vittoria della vita sulla morte. In una sola parola realizzeremo la PASQUA OGGI. Per chiudere leggo una poesia di uno scrittore contemporaneo: Mario Pomilio. Nel suo romanzo ”Il quinto evangelio” egli immagina di aggiungere ai quattro vangeli un quinto vangelo, cioè il vangelo vivo del cristianesimo operante nel mondo. Nella poesia, tratta da questo romanzo, Pomilio dice che Cristo è vivo nel mondo se i cristiani,siano essi cattolici,ortodossi,valdesi o pentecostali,continuano a scrivere il suo vangelo in parole ed in opere. PREGHIERA A GESÙ CROCIFISSO Cristo non ha più mani - Ha soltanto le nostre mani - Per fare oggi le sue opere - Cristo non ha più piedi - Ha soltanto i nostri piedi - Per andare oggi agli uomini - Cristo non ha più voce - Ha soltanto la nostra voce - Per parlare 5 oggi di sé - Cristo non ha più forze - Ha soltanto le nostre forze - Per guidare gli uomini a sé - Cristo non ha più Vangeli - Che essi leggano ancora - Ma ciò che facciamo in parole e in opere È l’evangelo che si sta scrivendo. Dunque se ieri erano Filippo ed Andrea che portavano i greci a Cristo e questi al Padre,oggi dobbiamo essere tutti noi, con il nostro esempio, ad assumere il compito difficilissimo di indicare agli uomini di buona volontà un’esistenza cristiana, vissuta non come una garanzia che ci assicuri una protezione da tutti i problemi quotidiani, ma come una scelta di vita, fatta di sacrificio, di amore e di fede, che ci dia la possibilità di dire tutti i giorni : PASQUA È OGGI” Canto Vivere la vita Vivere la vita - Con le gioie ed i dolori di ogni giorno - È quello che Dio vuole da te - Vivere la vita - E inabissarsi nell’amore è il tuo destino, - è quello che Dio vuole da te. - Fare insieme agli altri - La tua strada verso lui - Correre con i fratelli tuoi….. - Scoprirai allora il cielo dentro di te - Una scia di luce lascerai. Vivere la vita - È l’avventura più stupenda dell’amore, - è quello che Dio vuole da te. - Vivere la vita - E generare ogni momento il Paradiso - È quello che Dio vuole da te. - Vivere perché ritorni al mondo l’unità, - perché Dio sta nei fratelli tuoi…. Scoprirai allora il cielo dentro di te, - una scia di luce lascerai. Vivere perché ritorni al mondo l’unità, - perché Dio sta nei fratelli tuoi…. Scoprirai allora il cielo dentro di te, - una scia di luce lascerai. Una scia di luce lascerai. CONFESSIONE DI PECCATO Sorelle e fratelli, ascoltiamo adesso questa Parola che l'apostolo Paolo rivolge anche a noi oggi: «Il vostro amore sia sincero! Fuggite il male, seguite con fermezza il bene. Amatevi gli uni gli altri, come fratelli. Siate premurosi nello stimarvi gli uni gli altri. Siate impegnati, non pigri; pronti a servire il Signore, allegri nella speranza, pazienti nelle tribolazioni, perseveranti nella preghiera. Siate pronti ad aiutare i vostri fratelli quando hanno bisogno, e fate di tutto per essere ospitali. Chiedete a Dio di benedire quelli che vi perseguitano; di perdonarli, non di castigarli. Siate felici con chi è nella gioia. Piangete con chi piange. Andate d'accordo tra di voi. Non inseguite desideri di grandezza, volgetevi piuttosto verso le cose umili. Non vi stimate sapienti da voi stessi!” (Romani 9:11-14) 6 Care sorelle e fratelli, come comunità di credenti siamo venuti meno alla fedeltà nei confronti del Signore, confessiamogli il nostro peccato raccogliendoci in una preghiera di confessione. Ripetiamo tutti assieme: Perdonaci Signore! Signore Iddio onnipotente, perdona alla tua Chiesa la sua ricchezza in mezzo ai poveri, il suo timore davanti agli ingiusti, la sua ignavia davanti agli oppressi. Perdonaci Signore! Perdona ai tuoi figli la loro mancanza di sicurezza in Te, la loro mancanza di speranza nel tuo regno, la loro mancanza di fede nella tua presenza, la loro mancanza di fiducia nella tua misericordia. Perdonaci Signore! La tua resurrezione ci garantisce che anche i periodi difficili hanno un senso. Ristabiliscici nel tuo patto con il tuo popolo, conducici ad un vero pentimento; insegnaci ad accettare il sacrificio di Cristo, rendici forti con l'aiuto del tuo Spirito Santo. Perdonaci Signore! Spezzaci, quando siamo orgogliosi. Fortificaci quando siamo deboli. Umiliaci quando contiamo troppo su noi stessi. Dacci un nome quando siamo persi. Per Gesù Cristo il nostro Signore. Perdonaci Signore! Raccogliamoci in silenzio per confessare al Signore il nostro personale stato di peccato. Canto Scusa Signore Scusa Signore, se bussiamo alla porta - Del tuo cuore :siamo noi. Scusa Signore, se chiediamo mendicanti - dell’amore un ristoro da Te. Così la foglia, quando è stanca, cade giù, ma poi la terra ha una vita sempre in più; così la gente, quando è stanca vuole Te, e Tu, Signore, hai una vita sempre in più, sempre in più. Scusa Signore, se entriamo nella reggia - della luce: siamo noi. scusa signore, se sediamo alla mensa - del tuo corpo per saziarci di te. Così la foglia, quando è stanca, cade giù, ma poi la terra ha una vita sempre in più; così la gente, quando è stanca vuole Te, e Tu, Signore, hai una vita sempre in più,sempre in più. Scusa Signore, quando usciamo dalla strada - del tuo amore; siamo noi. scusa signore, se ci vedi solo all’ora - del perdono ritornare da Te. Così la foglia, quando è stanca, cade giù, ma poi la terra ha una vita sempre in più; così la gente, quando è stanca vuole Te, e Tu, Signore, hai una vita sempre in più, sempre in più. 7 ANNUNCIO DEL PERDONO Nella lettera ai Romani leggiamo: «... Dio riabilita davanti a sé tutti quelli che credono in Gesù Cristo... ora siamo nella giusta relazione con Dio perché egli, nella sua bontà, ci ha liberati gratuitamente per mezzo di Gesù Cristo» (Rom. 3:22,24). Fondandoci sulle promesse divine e sull'opera del Salvatore, morto per il nostro peccato e risuscitato per la nostra giustificazione, a noi tutti è annunciato il perdono del nostro peccato, e per tutti noi è la promessa del Signore, che nulla potrà mai separarci dal suo amore. AMEN Canto Tu al centro del mio cuore Ho bisogno di incontrarti nel mio cuore - Di trovare Te, di stare insieme a Te: unico riferimento del mio andare. Unica ragione Tu, unico sostegno Tu. - Al centro del mio cuore ci sei solo Tu Anche il cielo gira intorno e non ha pace - Ma c’è un punto fermo, è quella stella là - La stella polare è fissa ed è la sola, la stella polare Tu, la stella sicura Tu. - Al centro del mio cuore ci sei solo Tu Tutto ruota attorno a Te, - in funzione di Te - e poi non importa il come - il dove e il se Che tu splenda sempre al centro del mio cuore, - il significato allora sarai Tu, quello che farò sarà soltanto amore. Unico sostegno Tu, la stella polare Tu, - Al centro del mio cuore ci sei solo Tu. LETTURE ISAIA 53 1 Chi ha creduto a quello che abbiamo annunziato? A chi è stato rivelato il braccio del SIGNORE? 2 Egli è cresciuto davanti a lui come una pianticella, come una radice che esce da un arido suolo; non aveva forma né bellezza da attirare i nostri sguardi, né aspetto tale da piacerci. 3 Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna. 4 Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato; ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio e umiliato! 5 Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e grazie alle sue ferite noi siamo stati guariti. 6 Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma il SIGNORE ha fatto ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti. 7 Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca. Come l'agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca. 8 Dopo l'arresto e la condanna fu tolto di mezzo; e tra quelli della sua generazione chi rifletté che egli era strappato dalla terra dei viventi e colpito a causa dei peccati del mio popolo? 9 Gli avevano assegnato la sepoltura fra gli empi, ma 8 nella sua morte, egli è stato con il ricco, perché non aveva commesso violenze né c'era stato inganno nella sua bocca. 10 Ma piacque al SIGNORE di stroncarlo con i patimenti. Dopo aver dato la sua vita in sacrificio per il peccato, egli vedrà una discendenza, prolungherà i suoi giorni, e l'opera del SIGNORE prospererà nelle sue mani. 11 Egli vedrà il frutto del suo tormento interiore, e ne sarà saziato; per la sua conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti, si caricherà egli stesso delle loro iniquità. 12 Perciò io gli darò la sua parte fra i grandi, egli dividerà il bottino con i potenti, perché ha dato sé stesso alla morte ed è stato contato fra i malfattori; perché egli ha portato i peccati di molti e ha interceduto per i colpevoli. LUCA 24 1-12 1 Ma il primo giorno della settimana, la mattina prestissimo, esse si recarono al sepolcro, portando gli aromi che avevano preparati. 2 E trovarono che la pietra era stata rotolata dal sepolcro. 3 Ma quando entrarono non trovarono il corpo del Signore Gesù. 4 Mentre se ne stavano perplesse di questo fatto, ecco che apparvero davanti a loro due uomini in vesti risplendenti; 5 tutte impaurite, chinarono il viso a terra; ma quelli dissero loro: «Perché cercate il vivente tra i morti? 6 Egli non è qui, ma è risuscitato; ricordate come egli vi parlò quand'era ancora in Galilea, 7 dicendo che il Figlio dell'uomo doveva essere dato nelle mani di uomini peccatori ed essere crocifisso, e il terzo giorno risuscitare». 8 Esse si ricordarono delle sue parole. 9 Tornate dal sepolcro, annunziarono tutte queste cose agli undici e a tutti gli altri. 10 Quelle che dissero queste cose agli apostoli erano: Maria Maddalena, Giovanna, Maria, madre di Giacomo, e le altre donne che erano con loro. 11 Quelle parole sembrarono loro un vaneggiare e non prestarono fede alle donne. 12 Ma Pietro, alzatosi, corse al sepolcro; si chinò a guardare e vide solo le fasce; poi se ne andò, meravigliandosi dentro di sé per quello che era avvenuto. TESTO DELLA PREDICAZIONE LUCA 24 13-35 13 Due di loro se ne andavano in quello stesso giorno a un villaggio di nome Emmaus, distante da Gerusalemme sessanta stadi; 14 e parlavano tra di loro di tutte le cose che erano accadute. 15 Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù stesso si avvicinò e cominciò a camminare con loro. Luca 24:16 Ma i loro occhi erano impediti a tal punto che non lo riconoscevano. Luca 24:17 Egli domandò loro: «Di che discorrete fra di voi lungo il cammino?» Ed essi si fermarono tutti tristi. 18 Uno dei due, che si chiamava Cleopa, gli rispose: «Tu solo, tra i forestieri, stando in Gerusalemme, non hai saputo le cose che vi sono accadute in questi giorni?» 19 Egli disse loro: «Quali?» Essi gli risposero: «Il fatto di Gesù Nazareno, che era un profeta potente in opere e in parole davanti a Dio e a tutto il popolo; 20 come i capi dei sacerdoti e i nostri magistrati lo hanno fatto condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21 Noi speravamo che fosse lui che avrebbe liberato Israele; invece, con tutto ciò, ecco il terzo giorno da quando sono accadute queste cose. 22 È vero che certe donne tra di noi ci hanno fatto stupire; andate la mattina di buon'ora al sepolcro, 23 non hanno trovato il suo corpo, e sono ritornate dicendo di aver avuto 9 anche una visione di angeli, i quali dicono che egli è vivo. 24 Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato tutto come avevano detto le donne; ma lui non lo hanno visto». 25 Allora Gesù disse loro: «O insensati e lenti di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette! 26 Non doveva il Cristo soffrire tutto ciò ed entrare nella sua gloria?» 27 E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano. 28 Quando si furono avvicinati al villaggio dove andavano, egli fece come se volesse proseguire. 29 Essi lo trattennero, dicendo: «Rimani con noi, perché si fa sera e il giorno sta per finire». Ed egli entrò per rimanere con loro. 30 Quando fu a tavola con loro prese il pane, lo benedisse, lo spezzò e lo diede loro. 31 Allora i loro occhi furono aperti e lo riconobbero; ma egli scomparve alla loro vista. 32 Ed essi dissero l'uno all'altro: «Non sentivamo forse ardere il cuore dentro di noi mentr'egli ci parlava per la via e ci spiegava le Scritture?» 33 E, alzatisi in quello stesso momento, tornarono a Gerusalemme e trovarono riuniti gli undici e quelli che erano con loro, 34 i quali dicevano: «Il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone». 35 Essi pure raccontarono le cose avvenute loro per la via, e come era stato da loro riconosciuto nello spezzare il pane. PREDICAZIONE SILENZIO CANTO Disse un giorno il Cristo Disse un giorno il Cristo a noi fratelli: “Ecco, vi dirò una verità: io sarò con voi per tutto il tempo, tutti i giorni, fino a che verrà l’eternità.” Noi non rimarremo mai più soli, nascerà per noi nei nostri cuor nella solitudine una voce, quella voce del Signore che ci rinfrancherà. Se non avrai forza di lottare se il sole non ti scalderà troverà calore la tua vita nell’amore che i fratelli doneranno a te. PREGHIERE 1. Signor Gesù, durante la”pasqua”sei stato l’offerta eccellente, l’agnello purissimo immolato per i peccati del genere umano. In silenzio hai sofferto il tradimento, l’oltraggio, lo scherno, la fustigazione, la maledizione della croce. La morte ti ha raggiunto mentre versavi generosamente il tuo sangue! Sangue prezioso che lava i nostri peccati, che ci giustifica davanti al Padre celeste. Ti ringraziamo Signor Gesù per il tuo sacrificio, per il tuo generoso atto motivato da immenso amore. _______________________________ 2. Oggi, ti siamo maggiormente grati perché i chiodi che ti hanno trafitto non ti hanno fissato per sempre sulla croce, perché il sepolcro dove giacevi non è stato la tua tomba eterna, ma sei Risorto e sei 10 Vivente nei secoli dei secoli. Tu hai inabissato la morte in Vittoria! Così oggi la tua Resurrezione diventa una speranza viva e tangibile per noi che crediamo in te e professiamo il tuo nome. Con la tua Resurrezione abbiamo acquistato libertà dalla prigionia del peccato, del dolore, del male e della morte. La tua Resurrezione è vita per i credenti e speranza di vita eterna. _______________________________ 3. “Le tue sofferenze son divenute la mia gioia – I tuoi dolori han sanato le mie ferite – La tua morte è risultata la mia vita – La tua Resurrezione motiva la mia fede.” 4. Lo Spirito spalanchi le nostre menti all’intelligenza delle scritture e ci insegni a riconoscere la presenza dei Risorto nella nostra quotidianità e ad accoglierlo come il Signore della vita. Uniamo le nostre voci e presentiamo con fiducia a Dio le nostre suppliche, dicendo:”Ascoltaci Signore”; Per tutti coloro che soffrono - nella società e nel mondo - la fame, la disoccupazione, la droga, la guerra, la malattia, il fallimento, perché trovino noi cristiani pronti a tendere loro la mano e ad annunciare la speranza del Risorto, preghiamo:”Ascoltaci Signore”; Per coloro che occupano posti di responsabilità, perché non abusino del loro potere, ma si sentano a servizio della comunità e governino con saggezza, tracciando vie di fraternità e di pace, preghiamo: ”Ascoltaci Signore”; Per i credenti delle diverse confessioni, perché riconoscendo nel Risorto il centro di unificazione e di integrazione, si impegnino nel cammino verso la piena comunione, preghiamo:”Ascoltaci Signore”; Lo Spirito Santo accompagni sempre e doni, a chi guida le nostre comunità di fede, uno zelo incrollabile e apra nuove strade per il ristabilimento dell’unità fra le chiese, preghiamo:”Ascoltaci Signore”; Perché le diverse confessioni, unite dalla grazia del Battesimo, diano al mondo civile esempio di vera comunione e di unità, pur nella diversità dei carismi, preghiamo:”Ascoltaci Signore”. RACCOLTA DELLE OFFERTE DEVOLUTA ALLA MENSA CITTADINA GESTITA DALLA CARITAS DIOCESANA 11 CANTO DURANTE LA RACCOLTA DELLE OFFERTE RESTA QUI CON NOI Le ombre si distendono, scende ormai la sera, e s’allontanano dietro i monti i riflessi di un giorno che non finirà, di un giorno che ora correrà sempre, perché sappiamo che una nuova vita da qui è partita, e mai più si fermerà, Resta qui con noi il sole scende già, resta qui con noi, signore è sera ormai. Resta qui con noi, il sole scende già, se tu sei fra noi la notte non verrà. S’allarga verso il mare il tuo cerchio d’onda, che il vento spingerà, fino a quando giungerà ai confini di ogni cuore, alle porte dell’amore vero, come una fiamma, che dove passa brucia, così il tuo amore tutto il mondo invaderà Davanti a noi l’umanità Lotta, soffre e spera, come una terra che nell’arsura chiede l’acqua da un cielo senza nuvole, ma che sempre le può dare vita. Con te saremo sorgente d’acqua pura Con Te fra noi il deserto fiorirà. La pace scenda copiosa in ogni cuore, in ogni famiglia, in ogni popolo, e si estenda fino ai confini della terra. SCAMBIO DEL GESTO DI PACE BENEDIZIONE Di silenzio in silenzio la tua anima cresca come una cosa salda in un paese d'ombre Ed abbia la tua voce odore d'erba dopo la pioggia E ciò che dalla vita hai ricevuto profondità sofferta o estasi goduta Ti sia nella memoria come una primavera ripetuta Amen (GIUSEPPE CENTORE) 12