Ghiandole salivari maggiori.
La parotide, la sottomandibolare e la sottolinguale derivano dal rivestimento epiteliale della bocca
primitiva e, nel corso dello sviluppo, si accrescono portandosi al di fuori della parete del canale
alimentare (ghiandole extramurali): la parotide in una loggia della testa, la sottomandibolare in una
loggia del collo, la sottolinguale nel pavimento della cavità buccale propriamente detta. Non vanno
tuttavia perdute, nel corso dello sviluppo, le connessioni delle ghiandole extramurali con le pareti
della bocca, che si effettuano tramite i condotti escretori che si aprono nella bocca stessa. La
parotide è annessa al vestibolo della bocca, dove si apre il suo dotto escretore; la sottolinguale e la
sottomandibolare sono annessi della cavità buccale propriamente detta, i loro dotti escretori si
aprono a livello del solco sottolinguale. Il corredo ghiandolare della bocca è completato dalle
ghiandole salivari minori o intramurali che si aprono nelle labbra (ghiandole labiali), nelle
guance (gh. malari), nel palato (gh. palatine) e nella lingua (gh. linguali). La saliva prodotta da
queste ghiandole svolge le proprie funzioni ( lubrificanti ed antibatteriche!!) nel territorio della
parete buccale in cui si trovano le ghiandole stesse. La saliva è un misto di secrezioni sierose e
mucose. Il muco salivare lubrifica le pareti della bocca e dà consistenza al bolo alimentare; le
proteine enzimatiche presenti nella componente sierosa della saliva (principalmente amilasi)
operano una prima digestione dei polisaccaridi. La saliva contiene anche sostanze ad azione
antibatterica (es: lisozima ed Ig A), che assicurano una protezione a quelle parti della bocca
(gengive e denti), sede di ristagno dei detriti alimentari.
Ghiandole parotidi (vd. Fig. a pag 65-66 Balboni).
Sono le più voluminose ghiandole salivari maggiori e si trovano nella regione parotidea, una
regione laterale del collo situata, al di sotto del padiglione auricolare e del meato acustico esterno, al
di dietro del ramo della mandibola e davanti al m. sternocleidomastoideo. Ciascuna ghiandola
occupa la loggia parotidea che si estende dal piano cutaneo, in profondità, fino nei pressi della
faringe ed è avvolta dalla fascia parotidea. Nella fascia parotidea si possono distinguere una parte
superficiale, a diretto contatto con la superficie della ghiandola e con la cute, e una parte profonda
che riveste invece le pareti della loggia e si trova ad una certa distanza dalla superficie dell’organo,
intorno al quale perciò si dispone del materiale adiposo. La parotide ha volume variabile e peso di
25-30 gr. La si può descrivere considerando una parte superficiale ed una parte profonda.
La parte superficiale corrisponde alla faccia esterna della ghiandola e ha forma triangolare con la
base in alto e l’apice in basso; è leggermente convessa ed è ricoperta dal foglietto superficiale della
fascia parotidea. Nella faccia esterna della ghiandola parotide si considerano un margine anteriore,
un margine posteriore, una base volta superiormente e un apice inferiore. Il margine anteriore è in
rapporto con il m. massetere al quale si sovrappone per varia estensione, il margine posteriore con il
m. sternocleidomastoideo; la base corrisponde alla parte cartilaginea del meato acustico esterno e
all’arcata zigomatica; l’apice, volto inferiormente, raggiunge per lo più la ghiandola
sottomandibolare.
La parte profonda ha forma prismatica triangolare. Continua la parte superficiale e presenta una
faccia anteriore, una posteriore e una superiore. La faccia anteriore, concava, è in rapporto
dall’esterno all’interno, con il m. massetere, con il margine posteriore del ramo mandibolare e con il
m. pterigoideo interno. La faccia posteriore, irregolare, è in rapporto, dall’esterno verso l’interno,
con il processo mastoideo (in alto), il m. sternocleidomastoideo, il ventre posteriore del m.
digastrico e i mm stiliani (= Fascio di Riolano- formato dai mm: stiloioideo, stiloglosso,
stilofaringeo). La faccia superiore è in rapporto con l’articolazione temporo-mandibolare e il meato
acustico esterno.
Profondamente la parotide termina, appuntita, nel processo faringeo, che abbandona la loggia
parotidea per portarsi nello spazio latero-faringeo (fra i legamenti stilo-mandibolare e sfenomandibolare). Il processo faringeo passa davanti all’a. carotide interna e alla v. giugulare interna.
La parotide presenta importanti rapporti vascolari e nervosi:
a) a. carotide esterna (vd. TAV 63 Netter), si mette in rapporto con la faccia posteriore della
ghiandola e poi vi penetra, attraversandola con direzione superiore, laterale e dorsale; nello
spessore della ghiandola l’arteria dà rami parotidei e l’a. auricolare posteriore, dividendosi
quindi nei suoi due rami terminali(mascellare interna e temporale superficiale);
b) v. giugulare esterna (vd. TAV 64 Netter), questa vena origina poco al di sotto del condilo della
mandibola, per l’unione delle vv mascellare e temporale superficiale, e si dirige in basso
decorrendo nello spessore della parotide, anteriormente e superficialmente rispetto all’a.
carotide esterna. Giunta all’angolo della mandibola, la vena giugulare esterna abbandona la
ghiandola ed esce dalla loggia parotidea decorrendo sulla faccia esterna del m.
sternocleidomastoideo;
c) linfonodi parotidei, si dividono in superficiali e profondi. I primi sono situati sulla faccia
esterna della ghiandola, i secondi sono localizzati profondamente, lungo il decorso dell’a.
carotide esterna e della v. giugulare esterna;
d) n. faciale, uscito dal cranio attraversa il foro stilomastoideo, penetra nella ghiandola dove
decorre al davanti e lateralmente rispetto alla v. giugulare esterna e all’a. carotide esterna; entro
la ghiandola il nervo si divide nei suoi rami terminali (cervico e temporo- faciale. vd. Netter
TAV 19);
e) n. auricolo-temporale, ramo del mandibolare (del trigemino) penetra nella faccia anteriore
della parotide a livello del collo del condilo mandibolare e, decorrendo, in alto, in dietro e in
fuori, emerge dalla ghiandola al di sotto dell’arcata zigomatica.
Il condotto escretore della parotide, dotto parotideo (di Stenone), emerge dalla ghiandola in
corrispondenza della faccia esterna, all’unione del 3° superiore con il 3°medio del margine
anteriore; decorre poi sulla faccia esterna del massetere e del corpo adiposo della guancia e, dopo
aver perforato il m. buccinatore, sbocca nel vestibolo della bocca all’altezza del 2°molare superiore.
Lungo il suo decorso il dotto di Stenone è in rapporto con l’a. trasversa della faccia, che gli passa al
di sopra e, con i rami del n. faciale. Sulla faccia esterna del m. massetere si trova un lobulo
ghiandolare, satellite del dotto parotideo, denominato parotide accessoria.
Vascolarizzazione sanguigna.
E’ fornita dalle seguenti arterie: carotide esterna, mascellare interna, temporale superficiale,
trasversa della faccia. Il sangue refluo si scarica nelle vv faciali.
La parotide è innervata (vd. Netter TAV128) dal parasimpatico, che adduce fibre eccitosecretrici e
vasodilatatrici, e dall’ortosimpatico con fibre vasocostrittrici. Le fibre parasimpatiche secretrici pregangliari nascono dal nucleo salivatorio inferiore, e attraverso il n. glossofaringeo, il n. timpanico
(plesso timpanico) e il n. piccolo petroso (superficiale) raggiungono il ganglio otico; qui le fibre
terminano, mettendosi in rapporto sinaptico con i neuroni post-gangliari, che si portano alla parotide
tramite il n. auricolo temporale. Le fibre ortosimpatiche arrivano alla ghiandola procedendo lungo
l’avventizia delle arterie.
Struttura microscopica della parotide.
La parotide è un organo parenchimatoso, circondato da una capsula connettivale, dalla quale
partono setti stromali che, approfondendosi nel parenchima ghiandolare, lo suddividono in lobi e
lobuli. Lo stroma è di natura connettivale; il parenchima lobulare è costituito da adenomeri
(porzioni secernenti della ghiandola) acinosi a secrezione sierosa. Queste cellule hanno un RER
molto abbondante, rappresentato da cisterne appiattite e parallele l’una all’altra, costellate da n°
ribosomi. Nel citoplasma delle cellule dell’acino si trovano mitocondri e lisosomi. Il nucleo è
rotondo e centrale. Il complesso di Golgi è ampio e sopranucleare. Tra il complesso di Golgi e
l’apice della cellula si trovano granuli di secreto in vari stadi di maturazione. Il processo di
secrezione ha luogo dopo che la membrana avvolgente il granulo di secreto entra in contatto con la
membrana plasmatica dell’apice della cellula e si fonde con essa, per dissolversi infine, lasciando
libero il contenuto del granulo nel lume dell’acino(=esocitosi). Ciascuna cellula sierosa ha
approssimativamente la forma di una piramide tronca: la base di questa poggia sulla membrana
basale e le superfici laterali sono molto ravvicinate tra loro, delimitando uno spazio intercellulare;
l’apice tronco di ogni cellula delimita, con quello delle cellule vicine, il lume dell’acino. Il lume
dell’acino è alquanto ristretto e il secreto che lo abbandona in seguito alla contrazione di cellule
muscolari lisce, dette mioepiteliali, localizzate tra la faccia profonda degli elementi secernenti
dell’acino e la membrana basale. Dal lume dell’acino il secreto, passa in un sottile canale a lume
ristretto e rivestito da una singola fila di cellule appiattite: il condotto pre-terminale. Più condotti
pre-terminali si uniscono in condotti intralobulari di calibro maggiore chiamati condotti salivari o
striati. Le cellule che delimitano questi canali sono alte e prismatiche, con nuclei sferici situati in
prossimità del lume. La loro membrana plasmatica basale presenta n° invaginazioni(striatura
verticale visibile al microscopio ottico!!). Queste ultime si spingono profondamente nella cellula,
sono parallele tra loro e suddividono il citoplasma in compartimenti nei quali si trovano i
mitocondri. Si ritiene che proprio a livello dei condotti striati una parte dell’acqua contenuta nella
saliva prodotta dagli acini (=saliva primaria) venga riassorbita. Inoltre nei condotti striati avviene
un trasporto attivo di elettroliti (tra sangue dei capillari periduttali e saliva contenuta nei condotti
striati stessi), grazie al quale la saliva presenta una concentrazione ionica diversa da quella del
plasma sanguigno. I condotti striati confluiscono tra loro formando canali di calibro sempre
maggiore che prendono il nome di condotti escretori principali e decorrono tra i lobuli (condotti
interlobulari. I condotti escretori principali confluiscono nel dotto parotideo di Stenone che si apre
nel vestibolo della bocca. Esso è rivestito da un epitelio alto, prismatico, pluristratificato, con
intercalate cellule caliciformi mucipare in posizione superficiale.
Ghiandole sottomandibolari (vd. TAV 22-54- 55 Netter).
Limiti e definizione loggia sottomandibolare- Cavità prismatica triangolare, delimitata superomedialmente dai mm miloioideo e ioglosso, lateralmente da quella parte della faccia interna della
mandibola che è situata al di sotto della linea miloioidea e, infero-lateralmente dalla fascia cervicale
superficiale ricoperta dal sottocutaneo e dalla cute. Il margine inferiore della loggia corrisponde al
m. digastrico.
Si trovano nelle regioni sopraioidee e sono accolte entro le logge sottomandibolari, avvolte da una
sottile capsula connettivale. Ciascuna ghiandola, del peso di 7-8 g, ha la forma di un prisma
triangolare; vi si distinguono una faccia laterale, una faccia mediale e una faccia inferiore. La faccia
laterale è in rapporto in avanti con la fossa sottomandibolare della mandibola e indietro con il m.
pterigoideo interno; l’a. faciale si pone in rapporto con la parte posteriore di questa faccia.
La faccia mediale è in rapporto con i mm: miloioideo, ioglosso, stiloioideo e con il tendine
intermedio del m. digastrico. La faccia inferiore è in rapporto con la fascia cervicale superficiale ed
è incrociata dalla v. faciale anteriore. Dalla faccia mediale della ghiandola sorge un prolungamento
anteriore che si porta in avanti, tra i mm ioglosso e miloioideo, potendo giungere a contatto della
ghiandola sottolinguale. Il dotto sottomandibolare(di Wharton) ha una lunghezza di 4-5 cm. Emerge
dalla faccia mediale della ghiandola e si porta obliquamente in avanti, in alto e medialmente,
insieme al prolungamento anteriore. Decorre sulla faccia interna della ghiandola sottolinguale, in
rapporto con l’a. sottolinguale e il n. linguale. Sbocca nel solco sottolinguale, sull’apice della
caruncola sottolinguale.
Struttura microscopica della ghiandola sottomandibolare.
La ghiandola sottomandibolare è circondata da una capsula connettivale, dalla quale partono setti
stromali che, approfondendosi nel parenchima ghiandolare, lo suddividono in lobi e lobuli. Lo
stroma è di natura connettivale; il parenchima è costituito da unità secernenti in forma di acini o di
semilune (secrezione sierosa) e in forma di tubuli (secrezione mucosa); questo si verifica perché la
gh.sottomandibolare è a secrezione mista (sierosa e mucosa). La secrezione sierosa è tuttavia
prevalente e pertanto molti territori della ghiandola sono esclusivamente composti da acini, condotti
pre-terminali e condotti striati uguali a quelli descritti nella parotide. Accanto a queste zone se ne
trovano altre a secrezione mista; non si reperiscono invece lobuli a secrezione mucosa pura. Nei
lobuli misti le semilune sierose sono applicate come un cappuccio sulle estremità distali dei condotti
mucosi (che sostituiscono i condotti preterminali osservati nella parotide); le cellule sierose che le
formano hanno il compito di diluire, con il loro secreto fluido, il muco denso del condotto mucoso,
favorendone l’espulsione. I condotti striati sono sempre ben evidenti. Il condotto principale della
ghiandola sottomandibolare ha struttura simile a quella del condotto parotideo.
Vasi e nervi.
Le aa per la sottomandibolare provengono dall’a. faciale e dal ramo sottomentale di questa.
Le vv sono affluenti della sottomentale e della faciale anteriore. I linfonodi linfatici sono tributari
dei linfonodi sottomandibolari.
Le fibre parasimpatiche per la ghiandola sottomandibolare passano per la corda del timpano (VII
paio), quindi si immettono nel n. linguale e raggiungono con questo il ganglio sottomandibolare; le
fibre postgangliari originate da questo ganglio si distribuiscono al parenchima ghiandolare. Le fibre
ortosimpatiche raggiungono la gh. sottomandibolare seguendo il plesso che si forma intorno all’a.
faciale. La stimolazione del parasimpatico determina l’emissione di abbondante saliva fluida e
limpida. La stimolazione dell’ortosimpatico induce l’emissione in scarsa quantità di saliva, densa,
appiccicosa, torbida.
Ghiandole sottolinguali.
Regione sottolinguale- Corrisponde alla parte anteriore della cavità buccale, compresa tra la
porzione libera della lingua e i due mm miloioidei, dai quali risulta formato il diaframma che
costituisce il pavimento della bocca.
Sono poste nella loggia sottolinguale, profondamente al solco omonimo e si presentano come un
agglomerato di piccoli lobuli, che spesso mantengono la loro individualità. Uno di questi lobuli
presenta dimensioni maggiori ed è drenato da un condotto escretore di calibro superiore; prende il
nome di ghiandola sottolinguale maggiore. La ghiandola, nell’insieme, ha forma ovoidale con il
maggior asse diretto dall’avanti all’indietro e dall’interno all’esterno; ha un peso di 2-3 g. Si
distinguono nella ghiandola: una faccia laterale, una faccia mediale, due margini, superiore ed
inferiore, due poli, anteriore e posteriore. La faccia laterale è in rapporto con la fossetta
sottolinguale della mandibola; la faccia mediale è in rapporto con il m. genioglosso, con il n.
linguale e con il dotto sottomandibolare; il margine superiore della ghiandola solleva la mucosa del
pavimento buccale (=piega sottolinguale); il margine inferiore è in rapporto con il m. miloioideo; il
polo anteriore, tocca talvolta il polo anteriore della ghiandola controlaterale; il polo posteriore può
raggiungere il prolungamento anteriore della ghiandola sottomandibolare. Ogni lobulo ghiandolare
è drenato dal proprio dotto escretore che si apre lungo la piega sottolinguale. Il dotto sottolinguale
principale, che drena la ghiandola maggiore, emerge dalla faccia mediale dell’organo e, decorrendo
all’esterno del condotto sottomandibolare, sbocca sulla caruncola sottolinguale, a lato del dotto
sottomandibolare stesso.
Struttura microscopica.
Sono ghiandole a secrezione siero-mucosa: il secreto è tuttavia prevalentemente mucoso. La
struttura della ghiandola sottolinguale è dunque caratterizzata dalla prevalenza di tubuli mucosi
chiusi all’estremità da semilune sierose. Le cellule dei tubuli presentano (come le cellule sierose)
cisterne del RER nella parte basale del citoplasma; in questa stessa regione si trova il nucleo che è
allungato. Sui lati e sopra il nucleo si trova un voluminoso complesso di Golgi dal quale hanno
origine grossi granuli di muco. Il lume dei tubuli delimitato dalle cellule mucose è ampio; il secreto,
infatti, è denso, viscoso e defluisce più difficilmente. Nella ghiandola sottolinguale i condotti
preterminali si trovano soltanto al seguito dei rari acini sierosi e i condotti striati sono meno n° ed
estesi rispetto alle ghiandole parotide e sottomandibolare.
Vasi e nervi.
Le aa sono rami della sottolinguale e della sottomentale. Le vv si portano nella sottolinguale e nella
sottomentale. I linfatici vanno ai linfonodi sottomandibolari. L’innervazione è del tutto simile a
quella delle ghiandole sottomandibolari. Le fibre eccito- secretrici postgangliari (parasimpatiche)
provengono, infatti, dal ganglio sottomandibolare, annesso al n. linguale, o da un piccolo ganglio
distinto, il ganglio sottolinguale.
Istmo delle fauci.
Breve tratto del canale alimentare che pone in comunicazione la bocca con la faringe. Vi si
distinguono un pavimento, una volta e due pareti laterali. Il pavimento e la volta, dati
rispettivamente dalla base della lingua e dal margine libero del palato molle (ugola compresa). Le
pareti laterali sono formate da due archi palatini, glosso-palatino e faringo-palatino che, dal margine
libero del palato molle, si portano in basso e in fuori divergendo; tra gli archi palatini si delimita la
fossa tonsillare che accoglie la tonsilla palatina. L’arco glosso-palatino termina inferiormente sulla
base della lingua; circoscrive l’apertura anteriore dell’istmo e accoglie nel proprio spessore il m.
glosso-palatino. L'arco faringo- palatino termina inferiormente in corrispondenza della parete
laterale della faringe; circoscrive l’apertura posteriore dell’istmo delle fauci e contiene, al proprio
interno, il m. faringo-palatino. Le fosse tonsillari contengono le tonsille palatine; esse insieme alla
tonsilla linguale e ad alcune formazioni linfoidi della faringe (tonsilla faringea e tubarica) e della
laringe (tonsilla laringea), costituiscono l’anello linfatico, un complesso linfoide che svolge
funzioni difensive nel primo tratto delle vie digestive ed aeree.
Esofago. Struttura microscopica.
Organo cavo a tonache sovrapposte.
La tonaca mucosa è sollevata in pieghe longitudinali alla cui formazione prende parte la
sottomucosa. La mucosa è costituita da un epitelio di rivestimento pavimentoso stratificato non
cheratinizzato, da una lamina propria, connettivale densa e da una muscolaris mucosae con fascetti
longitudinali. Alla superficie della mucosa si aprono i condotti escretori di ghiandole mucose
(ghiandole esofagee) in genere piccole, localizzate nella sottomucosa, quindi all’esterno della
muscolaris mucosae.
Nella tonaca sottomucosa, connettivale lassa, si trovano lobuli di ghiandole esofagee che sono
tubulo acinose ramificate a secrezione mucosa.
La tonaca muscolare è formata da fibre striate nel terzo craniale dell’organo e successivamente da
fibrocellule lisce. La muscolatura striata craniale è continuazione di quella della faringe; essa, come
del resto la muscolatura liscia, si dispone in uno strato interno a fasci circolari e uno strato interno a
fasci longitudinali.
La tonaca avventizia è connettivale e ricca di fibre elastiche. Una tonaca sierosa è reperibile
sokltanto nel tratto addominale dove la parete anteriore e quelle laterali dell’esofago sono rivestite
dal peritoneo.
NB: vasi e nervi vd. Azzalini pag 9 e precedenti!!!!!!