attivita` “ lilt “ in senologia la prevenzione dei tumori della mammella

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ATTIVITA’ “ LILT “ IN SENOLOGIA
La LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) opera a Prato dal 1987. Svolge il suo ruolo nella Prevenzione dei
Tumori. In particolare i campi di interesse sono la prevenzione primaria, la prevenzione secondaria, l’assistenza
infermieristica domiciliare ai malati oncologici.
La prevenzione primaria consiste nel ridurre l’esposizione ai fattori di rischio per diminuire le probabilità di insorgenza
di un tumore maligno.
La prevenzione secondaria corrisponde alla diagnosi precoce e cioè alla individuazione della neoplasia quando questa è
ancora in fase iniziale e quindi presenta un alto grado di curabilità.
Nell’ambito della Senologia la LILT si avvale di specialisti particolarmente esperti di diagnostica senologica
In una sola visita vengono eseguite la palpazione del seno e del cavo ascellare, viene spiegata l’autopalpazione e attuata
l’ecografia mammaria con un ecografo di recente acquisizione particolarmente adatto allo studio della mammella.
Quando necessario la LILT predispone ulteriori indagini fra cui la mammografia, la risonanza magnetica nucleare, la
citologia o l’ agobiopsia presso i Centri di riferimento.
LA PREVENZIONE DEI TUMORI DELLA MAMMELLA
Il tumore della mammella è la neoplasia più frequente del sesso femminile. La sua incidenza cresce progressivamente
con l’aumento dell’età. L’ 80% dei tumori colpisce donne al di sopra dei 50 anni.
I fattori di rischio sono rappresentati da:
-familiarità (parentela di 1° e 2° grado)
-predisposizione genetica
-obesità ( in particolare dopo la menopausa )
-uso dei contraccettivi orali a base di estrogeni
-consumo di alcol (incremento del tasso di ormoni
steroidei circolanti)
-abitudine al fumo
-menarca precoce e/o menopausa tardiva,
nulliparità, primiparità tardiva (gravidanze dopo
30 anni)
-esposizione a radiazioni ionizzanti.
La diagnosi precoce è affidata ai programmi di screening
Negli stadi iniziali il tumore non provoca alcun disturbo, nè sintomatologia dolorosa, che è invece tipica delle variazioni
ormonali del ciclo mestruale.
La diagnosi è quindi affidata solo ai programmi di screening. La scoperta precoce del tumore rappresenta un punto di
forza per la curabilità della neoplasia.
L’attuazione di programmi di screening precoci ha condotto alla scoperta di neoplasie in fase iniziale e quindi altamente
curabili. La prevenzione deve essere rivolta, in modo particolare alle giovani donne con storia familiare positiva visto
che il 20% delle pazienti con cancro della mammella ha avuto familiari con questa neoplasia.
E’ importante iniziare l’autopalpazione del seno in giovane età da associare, eventualmente, ad ecografia mammaria.
Dopo i 40 anni dovrebbe essere effettuata la mammografia almeno una volta all’anno.
Solo dopo i 50 anni iniziano i programmi di screening con mammografia predisposti dalle ASL di appartenenza. In
molti casi tuttavia questo inizio di screening è considerato tardivo.
AUTOPALPAZIONE DEL SENO
L’autopalpazione del seno è una manovra che, effettuata correttamente e regolarmente, può permettere la rilevazione di
alterazioni della mammella che richiedono il controllo da parte dello specialista, l’approfondimento con esami specifici
(mammografia, risonanza magnetica nucleare, ecografia mammaria) e l’eventuale adozione di appositi provvedimenti
che possono salvare non solo il seno ma talora anche la vita della paziente.
L’autopalpazione può individuare alterazioni che possono essere espressione di qualcosa che non va a livello mammario
e del cavo ascellare.
Per scoprire eventuali lesioni in fase precoce è necessario conoscere bene il proprio seno ed iniziare l’autopalpazione
in giovane età perché la sensibilità tattile si affina con il tempo. L’esame richiede solo dieci minuti.
Prima di procedere con l’autopalpazione ci si pone davanti ad uno specchio con le braccia sui fianchi e ci si piega
leggermente in avanti in modo da contrarre i muscoli pettorali. In questa posizione si osserva attentamente il seno
ricercando eventuali cambiamenti del colore, forma, posizione, dimensioni delle mammelle e dei capezzoli. Si devono
ricercare in modo particolare zone raggrinzite o infossate della pelle, aree di desquamazione ed alterazioni del colore
della cute.
L’autopalpazione deve essere eseguita regolarmente qualche giorno dopo la fine del ciclo mestruale quando la
mammella è meno tesa e sensibile. In questo caso risulta più facile rilevare qualcosa di insolito. La manovra
risulta facilitata sdraiandosi sul dorso, mettendo la mano sinistra sotto la testa e ponendo un cuscino sotto la
spalla sinistra. Tale posizione appiattisce il seno e lo rende più facilmente esaminabile.
La palpazione del seno si esegue con i polpastrelli delle dita centrali della mano ed effettuando piccoli massaggi
circolari a differente profondità. E’ importante esaminare l’intera mammella ed il cavo ascellare, alla ricerca di
linfonodi sospetti, da entrambi i lati.
Va ricercata l’eventuale comparsa di una desquamazione della pelle o del capezzolo, la presenza di un’area di maggior
sensibilità o un eventuale nodulo di addensamento. Occorre esaminare più attentamente il quadrante superiore ed
esterno della mammella dove è presente la maggior quantità di tessuto ghiandolare e si sviluppano più frequentemente
lesioni patologiche.
Il capezzolo viene esaminato per ultimo osservandolo e successivamente spremendolo con delicatezza fra pollice e
indice della mano. Si ricercheranno modificazioni della forma, l’aumento di sensibilità o la comparsa di dolore, e di
secrezioni patologiche (sangue, ecc.).
A cura della “Direzione Sanitaria LILT”
Prato, 23 settembre 2010
(Ringraziamo Alessio Atrei per i disegni)
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